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Autore: CastaDiva    01/03/2015    2 recensioni
Dopo quattro anni lontane Michiru e Haruka si ritrovano purtroppo non con i migliori auspici. La prima impegnata a districarsi con il suo ritorno alla vita scolastica giapponese e il suo debutto sulla scena musicale, la seconda alle prese con una dura riabilitazione a seguito di un incidente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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 La nuova protesi era pesante,tanto che rendeva difficoltosa la camminata. Ricoperta di un freddo metallo,luccicava alla luce del sole.
"E' solo il primo prototipo" la rassicurò Demand che stava scrutando attentamente come si comportava la pilota. Finita la riunione con Nakano,Demand aveva fatto entrare uno dei suoi uomini che aveva portato con sè una potesi progettata dalla sua azienda,dopo aver chiesto cortesemente al capo officina di uscire per spiegare la situazione corrente al resto dei meccanici.
"Stai un attimo fermo" fu l'ordine perentorio dell'uomo,che inginocchiandosi di fronte a lei, stava iniziando a palparle la coscia.
"Ehi, che fai?!" esclamò stizzita Haruka.
"Devo accertarmi che la tua coscia riesca a reggere il peso" spiegò lui  tastando con più forza. Sbuffò. "Potevi dirmelo prima che era una donna"
"Non mi sembrava corretto dirtelo senza metterla al corrente della cosa Rubeus" chiarì Demand,seduto su una delle numerose poltrone presenti nella stanza.
"La struttura di una protesi da uomo e da donna è diversa,mi toccherà modificare più del previsto" si lamentò l'altro alzandosi per poi passare una mano nei corti capelli rosso cremisi.
Crimson Rubeus lavorava per la Black Moon sin dal giorno della sua fondazione. Anche lui come Mamoru aveva condiviso il periodo universitario con il più giovane dei fratelli. Sebbene non ne avesse certo l'aspetto anche lui era un medico,specializzato in protesi ortopedica. A differenza di Chiba però, non scelse la strada della cura ai degenti quanto piuttosto alla ricerca nel perfezionamento delle componenti. L'inesperienza dovuta alla giovane età veniva bilanciata da un talento fuori dal comune e soprattutto da un'inventiva rara per un giapponese,così come era inusuale la sua prestanza fisica per i canoni della propria nazionalità. Alto,robusto,capelli rossi e modi strafottenti,nessuno lo avrebbe preso per un purosangue.
"Voglio solo correre,non andare ad una sfilata di moda" ribattè Haruka che provava per lui un'antipatia a pelle,probabilmente causata dalla similarità del carattere.
"Non ti preoccupare non è mia intenzione farti diventare una bambolina" esclamò lui sedendosi "Però dovrò modificare l'assetto per renderlo idoneo ad una donna che per natura ha meno forza fisica,anche un idiota lo riuscirebbe a capire."
"Come mi hai chiamato?" la pilota stava per andargli a stampare un bel pugno sul muso ma la protesi le creò uno sbilanciamento nell'equilibrio ed evitare di cadere sul pavimento divenne il suo obbiettivo principale.
"Ah, ovviamente essendo totalmente ignorante in fatto di motori mi dovrai rendere conto di ogni problema o necessità che riscontrerai. Ho già in mente qualche idea in proposito ma dovrò ricalcolare tutto visto che non sono stato informato preventivamente del  reale sesso della mia cliente" continuò a parlare Rubeus completamente incurante della difficoltà che stava avendo la bionda. "Comunque vedi di tenere il mio prototipo,quello nuovo sarà a grandi linee simile e come peso sarà in ogni caso superiore alla protesi a cui sei abituata."
"I tuoi dipendenti li scegli sempre così stronzi?" domandò Haruka a Demand che stava assistendo divertito alla piccola diatriba tra i due,sebbene questa fosse portata avanti unicamente dalla ragazza visto che Rubeus non era minimamente interessato.
"Li scelgo per le loro capacità e Rubeus è tra i migliori" dichiarò l'uomo sicuro "Come te del resto."
L'esternazione di Demand parve calmare la pilota ed in ogni caso non vi fu più alcuno spazio per discutere visto che Nakano si fece sentire bussando da dietro la porta. Ottenuto il permesso,l'uomo entrò con una faccia che non presumeva nulla di buono.
"C'è qualche problema?" chiese preventivamente Demand.
"Sì" sospirò l'uomo, in modo tale che i suoi folti baffi si alzarono leggermente,spinti dal suo respiro. "Oh ma niente che riguarda la macchina" si affrettò a specificare "I ragazzi sono su di giri per quella nuova ragazza che è arrivata. Santo cielo,dopo mesi ritorna il nostro pilota titolare e l'unica cosa che cattura la loro attenzione sono due belle gambe."
"Michiru!!" esclamò Haruka ricordandosi della presenza dell'altra.
"Anche tu Tenou,capisco voler avere vicino la fidanzata in un momento delicato come questo ma vorrei che rimanessi concentrato sui motori " sbuffò Nakano da sempre contrario alla presenza femminile nei box tanto che aveva vietato l'accesso alle mogli dei dipendenti salvo rare emergenze. Tollerava solamente Setsuna in quanto la sua presenza era obbligata dalla sua funzione di manager della sorella. "Donne e motori sono un mondo inconciliabile, ricordatelo ragazzo" dichiarò mentre Demand e Rubeus si trattenevano dal ridere.
Haruka trovò Michiru e Setsuna ancora intente a sostenere la loro battaglia psicologica tanto che neanche si accorsero del suo arrivo fino a quando questa,nel tentativo di raggiungerle,cadde rovinosamente per terra,palesando la sua presenza.
"Leggiadro come tuo solito" la schernì Setsuna scendendo dal muretto per andare ad aiutarla a sollevarsi "Nuova protesi ?"  
"Sarei più stabile se avanzassi saltellando sulla mia gamba rimasta" polemizzò la bionda sostenendosi al corpo della sorella.
"Già e sempre con una gamba sola pensi di riuscire a guidare?" le fece presente Setsuna che si aspettava questa poca collaborazione da parte dell'altra. Haruka era un'impaziente,voleva tutto e subito e se ciò non accadeva,subentrava il vittimismo e la negatività. Tutto questo processo era già stato affrontato per quanto riguardava il recupero,ora toccava al tornare ai livelli di guida  pre-incidente. Se non altro, a donna era più ottimista su questa seconda sfida in quanto il suo amore e talento per le quattro ruote l'avrebbero resa meno ardua.
"Perchè ti sei precipitato qui?" chiese Michiru ricordandosi all'ultimo di dover utilizzare il maschile quando si trovavano in pubblico.
"Perché?" ripetè adirata la bionda "Perché qualcuno qui sta facendo perdere la concentrazione alla squadra,concentrazione che dovrebbe essere rivolta unicamente alla mia macchina"
"E la colpa sarebbe mia?!" esclamò la violinista arrabbiandosi a sua volta per il tono dell'altra e per il fatto che ancora non si staccasse da Setsuna. Aveva davvero bisogno che quella stangona le facesse da stampella o provava piacere a vederla rodere di gelosia? Conoscendo il tipo,sicuramente era la seconda opzione.
"Certo che la colpa è tua,questi qui vedono una ragazza bellissima e perdono completamente la testa,hai una minima idea di cosa possa  immaginare un uomo... " Haruka si zittì immediatamente rendendosi conto che per la seconda volta in meno di un'ora le aveva fatto un complimento sul  suo aspetto fisico.
"Non riesci più a resistere eh?" le sussurrò all'orecchio Setsuna schernendola.
Dall'altra parte,Michiru era combattuta dalla felicità nel constatare come Haruka l'avesse gratificata con quell'apprezzamento,alla rabbia provata dall'aver visto nuovamente un gesto d'intimità tra quelle due.
"Direi che è ora di testare la macchina" esclamò la pilota cercando di levarsi d'impaccio.
"Assolutamente no ragazzo,prima ti rimetti in sesto e poi monti sulla bambin " decretò Nakano che l'aveva seguita fuori dalla sala riunioni. Il suo sguardo si spostò su Michiru e mentalmente sperò con tutto il cuore che quella bella ragazza non destabilizzasse troppo il suo pupillo "Non voglio che ti ferisca ulteriormente o peggio ancora che tu metta in pericolo il frutto di mesi di lavoro. E poi quel Rubeus mi ha detto di assicurarmi che tu sia in grado di camminare con la nuova protesi prima di farti salire sulla macchina dunque al momento questo posto per te è off-limits,concentrati solo te stesso. "
"Ma io..." Haruka tentò debolmente di protestare ma il capo-meccanico era categorico. Con la coda tra le gambe,fu obbligata a lasciare i box dovendosene tornare a casa. Il suo umore divenne di conseguenza nero e fu impossibile parlare con lei per tutta la durata del tragitto. Se non altro fu facile evitare certi imbarazzi causati dalla vicinanza di Michiru la quale era stata nuovamente fatta salire sull'auto di Setsuna che si stava dirigendo verso casa. Avrebbe dovuto opporsi ma l'idea di vedere con i propri occhi dove vivesse Haruka ( e Setsuna ) era troppo grande.

L'appartamento in cui viveva la famiglia Meiou era situato fuori città in una palazzina che conteneva una decina di inquilini circa,più che altro famiglie che vi abitavano da generazioni. Ogni appartamento aveva a disposizione un ampio balcone che i proprietari personalizzavano a seconda della loro personalità. C'era il " fumatoio " del piano nove,riempito di posacenere e dalle pareti ingrigite,c'era il deposito del terzo piano,utilizzato per mettere oggetti ormai in disuso ma a cui la padrona di casa era troppo affezionata per buttare. Quello dei genitori di Haruka poteva rientrare perfettamente nella categoria del giardino improvvisato. Numerosi vasi contenenti le più disparate varietà di fiori ne adornavano i bordi mentre all'interno vi erano i vari prodotti adibiti alla loro cura che Latika utilizzava scrupolosamente per mantenere in salute le sue piante che più di una volta erano state fonte di distrazione dallo studio intenso dei casi che le erano stati affidati.
Haruka entrò meccanicamente nel palazzo ed in egual maniera prese l'ascensore mentre indietro Setsuna cominciava a farsi carico della sua roba. In tutto questo Michiru era interdetta sul da farsi. Di sicuro non si sarebbe messa a sfacchinare  ma anche stare lì senza far nulla e non essendo propriamente un'ospite non le rendeva chiaro il da farsi.
"Seguila,ci penserà mio padre a portare con me la roba.Siamo all'ultimo piano." le disse Setsuna levandola d'impiccio. Michiru seguì alla lettera le indicazioni entrando velocemente nella palazzina.
Così come la struttura che l'ospitava,l'appartamento dei Meiou era modesto. Un ampio soggiorno adiacente alla cucina,tre camere da letto ed un solo bagno,ben diversa dalla magione in cui risiedeva la violinista. Sebbene arredata in stile occidentale all'ingresso facevano mostra numerose scarpe ed alcune ciabatte,segno che la famiglia manteneva l'uso di cambiarsele per camminare in casa. Con molta stizza,Michiru si levò le sue andando a prendere le pattine che più le sembravano avere uno stato migliore.
La sala principale era piena di foto di famiglia,principalmente delle due figlie e Michiru si perse nel guardare le istantanee che le mostravano Haruka da bambina,  purtroppo accompagnata  spesso da Setsuna che,con quelle testimonianze,si dimostrava una presenza assidua nel corso della sua vita.
"Eppure mai che me l'avesse menzionata" pensò la ragazza amaramente. Il guardare le foto però,le fece nascere nuovi dubbi sulla figura di Haruka. Tempo prima Yosuke le aveva accennato al fatto che la bionda e Setsuna si conoscessero sin dall'infanzia e che per loro era quasi una figlia acquisita ma Haruka avrà di certo avuto dei genitori naturali. E allora perché nelle foto del diploma elementare,le prime gare vinte,era presente solo Yosuke ed una donna che probabilmente,vista la somiglianza con Setsuna,era la moglie? Se hanno tante foto della figlia,dove sono quelle con i genitori di lei? Quante cose le stava nascondendo Haruka? Presa dalla brama di sapere si diresse verso la stanza di questa e,non sapendone l'ubicazione,sperò di trovarla al primo colpo.

"Hai fatto un bel colpo tesoro" Yosuke,prendendo un grosso scatolone,si complimentò con la figlia "Fino a quando pensi che rimarrà? Insomma,i suoi genitori saranno preoccupati,li avete avvertiti che..."
 "La cosa è più complicata del previsto" disse la figlia chiudendo a chiave l'auto. Molte cose non le tornavano. "Non ho idea di come abbia saputo che Haruka sarebbe uscita ed inoltre mentre tornavamo dall'autodromo ho avuto l'impressione di essere seguita. Ho fatto letteralmente il giro del mondo prima di essere sicura di non essere pedinata ed arrivare qui."
"Sei troppo sospettosa,come tua madre"  la rimproverò l'uomo iniziando a camminare verso casa. "Comunque,rimane per cena? Se è così devo fare bella figura,devo andare a fare la spesa non posso mica farle mangiare ciò che avevo in mente per noi soli"
"Perché cosa volevi farci mangiare di così improponibile?" chiese la figlia ridendo,affiancandolo all'interno dell'ascensore.
"Roba normale, banale" rispose lui "E' la prima fidanzata che mi porta in casa una figlia,voglio fare bella figura." proclamò solenne.

Dopo aver sbagliato due volte stanza finalmente Michiru trovò la camera di Haruka. La bionda era sdraiata supina sul letto,intenta a leggere un plico di fogli dategli da Nakano,contenenti i vari aspetti e problemi della macchina.
"Tenuta delle gomme sulla lunga distanza..." mormorava la pilota assorta nella lettura.
Visto che Haruka la stava ignorando,di nuovo,Michiru spese il suo tempo a guardare la stanza. Aveva un arredamento decisamente minimale,toccando la scrivania con un dito se lo ritrovò coperto di polvere segno che da quando era stata ricoverata nella clinica nessuno aveva toccato la sua stanza,cosa confermata anche dalla puzza di chiuso che al momento veniva mitigata dall'aria proveniente dalla finestra spalancata precedentemente da Haruka. Questo fatto dava modo di pensare alla violinista che la famiglia avesse un alto rispetto per la sua privacy,cosa che del resto pensò essere essenziale per convivere con la bionda. Sulla parete vi era uno scaffale dove spiccavano i numerosi premi vinti nelle gare di atletica e quelli delle prime gare sui kart. Ovviamente tutti primi posti,anche nel caso la ragazza avesse raggiunto altre posizioni da podio,il suo ego non le avrebbe mai permesso di dar sfoggio ad un piazzamento misero come il secondo o il terzo.
"Una camera carina" esclamò per cercare di attirare l'attenzione di Haruka,senza aver però successo. Spazientita,si mise a cavalcioni sul suo corpo levandole i fogli dalla faccia scoprendola addormentata. Per poco non si mise a ridere nel constatare come,per quella volta, 'ignorarla da parte di Haruka fosse completamente giustificato. La giornata doveva essere stata stancante per lei dopo mesi passati senza lasciare la clinica. Si alzò guardandosi nuovamente intorno in cerca di una coperta da poter mettere sopra il corpo dell'altra. Facendo attenzione a non far troppo rumore, per non venir scoperta mentre rovistava nella stanza altrui,aprì l'armadio trovando ciò che cercava. Stava per deporre la coperta sul suo corpo quando,colta da chissà quale guizzò,se la mise sulle spalle per poi sdraiarsi affianco alla figura della pilota che istintivamente l'abbracciò per la vita. Michiru alzò leggermene il braccio destro per coprire il corpo dell'altra ragazza con la coperta dopo di che anche lei si assopì.

L'immensa dimora dei Kaiou si mostrava agli occhi di Miroku Kanzai in tutto il suo splendore. Un'enorme villa in stile occidentale che esibiva ricchezza senza al contempo essere pomposa,cosa che l'uomo apprezzava moltissimo. Troppe volte aveva visto i "nuovi ricchi" esibire in modo sfacciato il loro denaro,fortunatamente i Kaiou avevano una fama tale per cui il solo nome era motivo di sfoggio e dunque non erano necessari ulteriori suppellettili.
Con riverenza,il maestro fu fatto entrare attraverso l'ampio cancello della porta principale. Con la propria auto guidò fino a fermarsi allo spiazzo del giardino,ad attenderlo Haruo Kaiou che in assenza del figlio faceva le vesti di padrone di casa. Nonostante cercasse di non darlo a vedere,era palese il suo essere inquieto per la visita dell'uomo.
"Non c'è motivo per essere tesi" disse Kanzai pacato "Non mi avete forse detto che la strada è libera?".
"Michiru cena da un'amica quindi non ci scoprirà però non mi piace fare le cose alle sue spalle" spiegò Haruo facendogli strada attraverso la casa. Conosceva solo di fama l'altro uomo ma si fidava. Del resto,era l'unico che in tanti anni gli aveva mai fatto domande riguardo alla nipote interessandosene sinceramente e non per convenienza. Come d'accordo,l'aveva immediatamente chiamato non appena era stato sicuro che Michiru sarebbe stata lontana per parecchio tempo e finalmente,ora gli impegni del maestro erano coincisi,facendo sì che si potesse presentare alla villa.
I due salirono l'ampia scalinata che li avrebbe portati ai piani superiori ed anche qui Kanzai non potè fare a meno di riscontrare la ricchezza della famiglia,gli era pure parso di vedere qualche Mondrian attaccato alle pareti del primo piano.
"Ecco,questa è la stanza di Michiru, la prima almeno" enunciò il più anziano fermo davanti alla porta della camera "Penso sia qui che tenga i disegni passati."
"Allora entriamo" disse il maestro premendo sulla maniglia.
La camera,non essendo stata utilizzata quel giorno,era avvolta nell'oscurità. Kanzai si premurò di andare a scoprire le tende,facendo così entrare la luce. I domestici avevano l'ordine tassativo di non entrare nelle stanze private della famiglia se non sotto richiesta verbale e dunque,come da imposizione, nessuno si occupava di tenere in ordine la camera. Michiru era comunque una ragazza molto metodica ed ordinata,non fu dunque difficile per i due uomini trovare il luogo in cui custodiva i suoi dipinti. Ciò che immediatamente saltò all'occhio del maestro erano i numerosissimi dipinti che ritraevano una giovane ragazza bionda. Gli sembrava una creatura del cielo,leggera e libera di volteggiare nelle pennellate delicate del dipinto. Era evidente come quel soggetto fosse caro alla sua studentessa,non solo per l'enorme quantità di disegni ma sopratutto per come erano realizzati,traspariva ammirazione affetto ed una certa attrazione percepibile dai numerosi bozzetti di occhi presenti.
"Cercava il suo sguardo" si lasciò sfuggire Kanzai avanzando tra i dipinti,scrutandoli uno dopo l'altro.Fu verso fine che trovò ciò che stava cercando. Gli ultimi lavori erano tavole cupe,dalle pennellate violente e secche. Erano completamente astratti e non vi si riscontrava alcuna figura umana.
"Uno sfogo di rabbia" mormorò il maestro ed Haruo accanto a lui non potè fare a meno di annuire.
"Non sembrano neanche fatti dalla stessa persona" continuò Kanzai che dalla bellezza dei primi era passato ad opere cariche d'angoscia. Voltò le tavole cercando una qualsiasi datazione ma non era uso di Michiru segnare cronologicamente i propri lavori.
"Ha cominciato ad essere irrequieta verso la fine dell'ultimo anno delle medie" disse il più anziano intuendo le motivazioni dietro al gesto dell'altro."So solo questo,non mi ha mai parlato di cosa le è successo e lo stesso mio figlio e mia nuora."
Le mani di Kanzai fremevano stringendo con forza i dipinti.Poteva solo minimamente comprendere cosa ci fosse dietro di loro ma quel poco che percepiva non gli piaceva. Si era interessato  siceramentea Michiru grazie al suo talento ed ora quest'interesse si era tramutato in apprensione. Continuò a scorrerli fino a quando i suoi occhi non ricaddero su una figura familiare.
"E' lei,la musa del vento" esclamò "E' tornata". I dipinti angosciosi si erano fatti da parte e la figura femminile di prima era nuovamente la protagonista. Dalla tenuta del colore l'uomo poteva dire che i disegni erano recenti e anche la mano che li aveva eseguiti si era dimostrata più matura nel tratto. "Lei sa per caso di chi si tratta?" chiese rivolto ad Haruo.
"L'unica amica di mia nipote che conosco è Rei,figlia del ministro Hino" rispose l'anziano "La sua figura è molto diversa dalla ragazza ritratta dunque dubito che sia lei,mi dispiace".
"Devo trovarla" sentenziò Kanzai. Se già nei primi disegni aveva avvertito qualcosa di speciale in quella giovane ora ne era certo,lei era il perno fondamentale su cui ruotava la psiche della sua studentessa e forse trovandola, sarebbe poi statp in grado di vedere cosa provocò l'oscurità di quegli inquietanti dipinti che solo quella creatura del cielo pareva avere il potere di rischiarare.

"Uhm..." un mugolio soddisfatto uscì dalle labbra di Haruka ancora immersa nel sonno. Fuori,il sole era calato e con esso la temperatura che era scesa facendola rabbrividire leggermente benchè coperta da una pesante coperta. Si accoccolò sul letto trovandolo più confortevole e morbido del solito. Solo quando avvertì dei rumori sospetti accanto a sè si decise ad aprire gli occhi riscontrando,con stupore,la figura di Michiru appiccicata o meglio,era lei che le era praticamente addosso avendo poco prima affondato il volto nel suo seno. Si scostò con forza sbilanciandosi, cadendo dunque sul pavimento portando con sè la coperta ed i fogli che stava leggendo prima di addormentarsi. La caduta infine causò un rumore abbastanza forte da svegliare anche l'altra ragazza.
"Haruka stai bene?" domandò allarmata questa una volta accoratasi della debacle della bionda.
"Perché stavamo dormendo insieme?"chiese di rimando l'altra aiutandosi con il bordo del letto per alzarsi.
"Ti eri assopita e così mi sono sdraiata accanto a te" rispose la violinista guardandosi intorno in cerca di un qualsiasi orologio "Quanto tempo è passato?"domandò,ricordando di non aver informato casa del suo rimanere per così tanto tempo fuori.
"Non deve mai più accadere una cosa del genere"sentenziò Haruka sedendosi sul letto "Mai più"
Irritata dalle parole dell'altra,Michiru la fece cadere sulla schiena,salendovi poi sopra bloccandole così i movimenti.
"Che diavolo stai facendo?!"strillò la bionda per niente intimidita dalla figura che la stava sovrastando. Le gambe della violinista la stringevano sui fianchi,le sue braccia tenevano ferme le proprie,le unghie quasi a conficcarsi nella carne. In tutta quella situazione lei...si stava eccitando. Vederla sopra di sè con fare dominante le inebriava i sensi e la rendeva grata dell'essere nata donna perché al contrario,in quel frangene il suo grado di eccitazione sarebbe stato molto visibile.
"Cosa stai facendo tu piuttosto" ribattè la violinista "Prima mi ignori,poi fai la gentile con me,poi mi ignori nuovamente il tutto in un ciclo insano. Ho sempre pensato che fossi una persona schiva ma capace di slanci d'affetto,ma qui si sta sfiorando la bipolarità."
Haruka si rendeva conto che l'altra aveva ragione. Il suo comportamento da quando si erano reincontrare era stato la sagra dell'incoerenza ma del resto cosa poteva fare? Quando finalmente si era decisa a tenerla lontana da sè, ecco che la situazione si ribalta completamente, a causa dei dubbi insinuatele nella testa dallo psicologo in merito alla situazione familiare non certo idilliaca della violinista. Per il suo bene voleva prima tenerla lontana ma adesso non voleva lasciarla andare.
"Ehm,ehm,mi dispiace interrompervi ma la cena sarebbe pronta" esclamò Setsuna appoggiata allo stipite della porta. Le ragazze si voltarono all'unisono verso di lei che aveva una faccia palesemente divertita. Ricomponendosi,la seguirono nella sala senza fiatare.

Dopo l'imbarazzio iniziale,si poteva dire che Michiru stava facilmente familiarizzando con i Meiou. Questi le chiedevano curiosi ogni aspetto della sua vita,lodandola per i suoi risultati in ambito artistico e sportivo insomma,era abituata a quel genere di conversazioni. Sedeva al lato destro del tavolo avendo Haruka e Setsuna di fronte a sè,i due genitori posti ai due capi. Yosuke l'aveva già conosciuto dunque la sua curiosità era relativa mentre invece era più attenta ad osservare Latika. Come carnagione era simile alla figlia e le due si assomigliavano ( fortunatamente per Setsuna )anche un pò, sebbene la madre avesse tratti più duri ed un'altezza decisamente inferiore. Michiru,così come tanti altri,si chiese da dove potesse aver preso Setsuna la sua proverbiale altezza visto che entrambi i genitori ne difettavano. La parlantina di Yosuke fu il collante perfetto per la conversazione mentre invece Latika e la figlia si limitavano a poche frasi ponderate. Tra tutti,quella che non biascicava parola, limitandosi a mangiare, era Haruka.
Fu all'arrivo del dolce che finalmente la violinista espresse ciò che si domandava sin da quando aveva messo piede in quella casa.
"Come avete conosciuto Haruka?"
"Suo padre era un mio collega,un amico." rispose Yosuke "Hanzo,un tipo veramente fuori di testa,per i canoni giapponesi almeno. Amato dagli studenti ed osteggiato dagli altri professori,dovette cambiare parecchie università prima di comprendere che il sistema scolastico giapponese non faceva per lui. A malinquore si trasferì in America dove incontrò la madre di Haruka."
"Una studentessa di vent'anni più giovane di lui." s'intromise Latika che ai tempi a differenza del marito non fu molto concorde con la scelta dell'uomo. Anche tra lei e Yosuke vi era una notevole differenza di età ma lei era sicuramente una donna matura,adatta anche ad un uomo più grande. Ashley invece,questo era il nome della ragazza,era la classica belloccia californiana di belle speranze che si era innamorata del proprio professore. Non avrebbe scommesso un centesimo sulla loro relazione e come di consueto non si fece problemi a riferirlo ad Hanzo. Tra loro due non incorreva chissà quale rapporto ma suo marito ci teneva a lui e questo le bastava per renderlo importante. Come sempre Hanzo non diede retta a nessuno e nel giro di appena un anno si era sposato con quella ragazza,andando persino contro i genitori di lei che di fatto,la diseredarono. La loro vita matrimoniale si potè dire comunque felice. Hanzo finalmente aveva trovato un lavoro stabile,lei studiava per prendere il dottorato quando si accorse di essere incinta. Riuscì giusto a discutere la tesi prima che Haruka venisse al mondo. Sebbene i dubbi di Latika fossere aumentati all'idea di quella giovane che aveva tra le mani una bambina così piccola le cose si risolsero per il meglio. Haruka era una bambina tranquillissima che non dava nessun problema se non il dover badare ai suoi bisogni fisiologici. Hanzo si prodigava a raccontare di come,a dispetto di tutti i coetanei,la figlia lo facesse dormire tranquillamene la notte. Arrivò pure a vantarsi quando,con l'arrivo dei primi dentini,la piccola trattenesse palesemente il dolore cercando di non piangere,dando prova di una forza di volontà straordinaria per qualcuno della sua età. La loro vita proseguì felice per qualche anno fino al giorno del tragico incidente. Stavano tornando tutti e tre da una conferenza tenuta da Hanzo quando un'auto sulla corsia opposta alla loro sbandò,travolgendoli. Solo Haruka riuscì ad uscirne incollume.
"Decidemmo dunque da adottarla e divenne così un membro della nostra famiglia"concluse l'uomo.
Michiru era rimasta senza parole. Non si aspettava una storia così tragica,benchè conclusa nel migliore dei modi. Ora si spiegava il perché delle numerose foto di Haruka in giro per la casa e la mancanza di un qualsiasi ritratto in compagnia dei suoi genitori naturali. Non ultimo,finalmente si rese conto del reale rapporto che legava Haruka e Setsuna,vergognandosi non poco per l'atteggiamento che aveva avuto con lei. E' vero,non erano sorelle di sangue ma era evidente come il suo fosse semplice amore fraterno. Tutta la famiglia si stava dimostrando molto attaccata a lei,non poteva che riconoscerlo.
"Direi che potreste smetterla di parlare di me ora" esclamò la bionda entrando finalmente nel discorso "Capisco di essere interessante ma a tutto c'è un limite"
"Suvvia è il tuo primo giorno a casa,non essere così musona e poi abbiamo ospiti" disse il padre.
"Appunto perché abbiamo ospiti evita di metterla in imbarazzo" intervenne Latika che sapeva quanto la verve di suo marito spesso causasse dei problemi alla figlia minore.
"Io? Metterla in imbarazzo e perché mai?!"esclamò stupefatto l'uomo mettendo il broncio quando la moglie e la figlia lo fulminarono all'istante con lo sguardo,zittendolo.
Michiru non riuscì a farsi sfuggire una risata venendo così scrutata da tutta la famiglia.
"Ho fatto qualcosa di divertente?"chiese Yosuke.
"No è solo che trovo la vostra famiglia molto unita a dispetto di un elemento non certo socievole come Haruka" rispose lei.
"Ehi!!" esclamò la bionda punta sul vivo.
"Effettivamente ce lo dicono in molti che lo siamo,pur non essendo tutti legati dal sangue" spiegò Setsuna "Molti ammettono che non riuscirebbero ad avere un amore familiare per qualcuno estraneo al proprio nucleo"
"L'amore non ha nulla a che fare con i legami genetici" affermò sicura Michiru "Io e mio padre siamo consangunei ma lui non ha mai provato affetto per me e di conseguenza vi è una reciproca indifferenza"
Le parole della ragazza colpirono profondamente i presenti,mettendo in allerta Haruka e Setsuna.
"Indiscutibilmente però ama sua moglie che geneticamente è un'estranea" continuò.
"Come puoi essere così impassibile?" si lasciò sfuggire Haruka che non riusciva a comprendere come qualcuno potesse essere così tranquillo nell'affermare di non essere amato da un genitore.
"Può sembrare strano per qualcuno cresciuto circondato dall'amore dei genitori,per me è la normalità e non mi pesa giuro"spiegò serafica "Con gli anni ho compreso come il nostro rapporto fosse semplicemente diverso dalla norma. L'affetto poi l'ho comunque ricevuto da mio nonno e dopo di lui Rei che è diventata la mia migliore amica. Provando l'affetto anche io a mia volta ho visto nascere in me il medesimo sentimento verso di loro."
"Ha una sua logica" disse Latika che pur ritenendo la sua condizione fuori dalla norma,apprezzò la lucidità di pensiero che la ragazza stava dimostrando "Il provare incondizionatamente affetto verso i propri familiari è un imprinting che riceviamo sin dalla nascita e se questo non avviene il bambino non subirà questo condizionatamento. Sinceramente è rincuorante sapere che la tua affettività si sia semplicemente tramutata in una forma di dare e ricevere piuttosto che scomparire del tutto."
La violinista non potè fare a meno di sentirsi tranquillizzata dalla presenza della donna ed in misura minore anche della figlia. Se Haruka e Yosuke parevano ancora perplessi,loro due avevano mantenuto la calma preferendo analizzare la situazione piuttosto che inquietarsi di un qualcosa che andava contro i loro normali concetti di vita o peggio ancora porle domande per cercare una spiegazione a qualcosa che non rientrava nel loro vissuto. Con loro sentiva di poter essere sincera,che non l'avrebbero mai giudicata.Cominciava a capire come mai Haruka stesse così bene con loro, il carattere delle due donne ben si concigliava con qualcuno di schivo e poco propenso al dialogo come lei. In generale però poteva dire di stare bene con tutta la famiglia Meiou,cosa che,fino al giorno prima pensando a ciò che provava per Setsuna,non avrebbe ritenuto possibile.
"Una cosa però non mi torna" disse Setsuna poggiando sul tavolo il cucciaino con cui aveva tranquillamente finito di mangiare il suo dolce. L'attenzione dei presenti si era ora rivolta  a lei "Per quanto io ne sappia dai racconti di Haruka,sei stata tu a volerle diventare amica ad ogni costo e la cosa mal si coniuga con l'atteggiamento che dici di avere. Sia chiaro,non intendo la mera curiosità per una persona di fascino come effettivamente è lei..."
A quelle parole la bionda non potè fare a meno di gonfiare leggermente il petto sia per una forma di vanità intrinseca,sia per i complimenti ricevuti da Setsuna che era sempre avida nel darli. Cosa che la fece immediatamente tornare allo stato di allerta perché quando la sorella modificava il suo atteggiamento lo faceva unicamente per uno scopo.
"Il tuo modo di approcciarti ad Haruka anni fa è  indicativo di una persona in cerca di un qualche legame con lei cosa che,come ho detto,va contro ciò che mia madre poc'anzi ha definito un rapporto basato sul dare e ricevere."
"Hai ragione" convenne la ragazza "Con lei è stato diverso e non lo so spiegare. Semplicemente mi sono resa conto di amarla ancor prima che lei ricambiasse i miei sentimenti."
Haruka impiegò un nano-secondo per rendersi conto delle parole della violinista, arrossendo di conseguenza. Michiru invece spese più tempo nell'accorgersi come quelle parole indicassero un sentimento ben delineato che finalmente rispecchiava quella moltitudine di situazioni ed atteggiamenti che aveva nei riguardi dell'altra,dall'attaccamento alla gelosia provata nei confronti di Setsuna ed anche lei sentì le guance divampare fino a quando l'imbarazzo iniziale non fece spazio alla gioia della scoperta.




Fine quattordicesimo capitolo!! Che dire, passi da gigante, almeno dal punto di vista di Michiru. Direi che da questo momento la fic avrà più pepe tra la vita al di fuori della clinica e i problemi che sicuramente queste due si causeranno. Penso che ne succederanno delle belle e spero che questo vi faccia piacere. Alla prossima!!
   
 
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