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Autore: _joy    02/03/2015    7 recensioni
«Dai: esprimi un desiderio!»
Io mi mordo un labbro, poi scuoto il capo.
«Ma non bisogna esprimerlo mentre la vedi cadere?»
«Come fai a sapere quando cadrà una stella? No, dai, adesso!»
«E tu?» gli chiedo «Non hai un desiderio da esprimere?»
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Devi sapere cosa vuoi altrimenti devi prendere cosa viene
Proverbio cinese






La verità è che realizzo appieno l'enormità di quello che ho fatto solo quando ormai sono in viaggio per l’America.

 
Durante le lunghe, estenuanti ore di volo ho modo di riflettere a lungo.
Cosa ho fatto?
Sarò sola: niente Luna, niente famiglia, niente amici.
Niente casa, niente vita di tutti i giorni, così noiosa ma rassicurante.
Solo io e... l'ignoto.
Un cast di gente sconosciuta, che deve realizzare un film.
E che si troverà per le mani me, che non so fare assolutamente nulla.
 
Accanto a me, Anna russa beata, mentre io continuo a pensare che deve essere tutto un gigantesco, enorme scherzo malriuscito.
Oh, mio Dio.
Ma cosa ho fatto?!
 
*
 
Quando sbarchiamo all'aeroporto di New York, in attesa della coincidenza per Vancouver, non riesco però a dar voce ai miei pensieri.
 
Come posso dire ad Anna, che è stata così gentile da venire con me, che non me la sento?
Oltretutto, ho firmato un contratto... Potrebbero farmi causa, a questo punto.
Lo so perché ho dovuto parlarne con i miei genitori, ovviamente, e mia madre è avvocato.
Mio padre non c'è: è partito per uno dei suoi viaggi avventurosi, sull'Himalaya questa volta.
Gli ho scritto una mail paracula che, quando leggerà, lo farà infuriare... Ma io sarò già sul set.
Con mia madre, invece, si è trattato di un altro paio di maniche.
Non è che abbiamo un brutto rapporto, ma lei è assolutamente fredda e fiscale con me come lo è sul lavoro.
Devo dire che questo mi fa sentire in generale molto libera... Ma diciamocelo: telefonare a tua madre per annunciarle (oltretutto mentre è nel mezzo di una riunione con i soci anziani dello studio) che stai preparando le valigie per andare all'altro capo del mondo non è esattamente facile.
 
«Cosa?!» ha chiesto, attonita.
Le ho spiegato della "fantastica occasione" e dell'"irripetibile possibilità" che mi si è presentata ma lei, ben lungi dal mostrarsi impressionata, mi ha detto bruscamente di inviarle per mail il contratto da leggere e ha aggiunto che lo sapeva che tutte quelle "velleità artistiche" mi avrebbero portata alla perdizione.
Io - comunque - non faccio l'artista, mamma.
Faccio l'editor... Bè, se non altro vorrei farlo.
Ma niente.
Discutere con lei è inutile.
Sono seguite telefonate infuocate, durante le quali lei gridava e io piegavo le maglie da portarmi via, consultavo il meteo e sceglievo le scarpe.
Mia madre non è il tipo che ti piomba in casa per impedirti di fare una pazzia, per cui mi sentivo relativamente tranquilla.
In effetti, quando ha visto che la tattica minacciosa non produceva effetti, ha smesso semplicemente di perdere tempo e ha sibilato:
«Se sei così testarda da voler comunque fare questa pazzia, allora va bene: me ne lavo le mani. Ti dico solo questo: te ne pentirai, Micol»
Su queste liete note chiudiamo la telefonata.
 
Come?
Vi chiedete se è la stessa madre romantica che mi ha dato il nome di un personaggio letterario?
Bè, sì.
È lei.
E io non penso che sia stronza o altro… Solo che le viene molto facile riprodurre il modello dell’avvocato duro e senza scrupoli.
Magari così è più facile: meno interazione, meno rischi.
Lei sa cosa è bene per tutti e basta. Stop. Finisce così.
Devo riconoscere che è molto assennata e perspicace, ma resta il fatto che mio padre parte sempre più spesso per solitari viaggi avventurosi e io… Bè, fin da piccola ho sempre trovato casa di Luna straordinariamente accogliente.
Insomma, nulla di grave.
Non è che mi manchi niente.
Solo che… A volte sarebbe bello se mia madre mi vedesse come qualcuno che non potrà mai deluderla.
O anche solo che mi appoggiasse, persino nelle pazzie.
 
Bè… alla fine ho abbandonato le speranze irrisolte e scelto due paia di stivali.
 
*
 
Vancouver è molto grande, molto ricca e molto verde.
 
In realtà vediamo pochissimo della città, perché la nostra meta è meno centrale.
Il viaggio mi sembra infinito: inizio ad accusare la stanchezza e le ore insonni passate sugli aerei.
Una macchina è venuta a prenderci e, seduta dietro, mi appoggio pesantemente al sedile e osservo pigramente il paesaggio che scorre.
Anna è al telefono; io non credo di dormire ma improvvisamente apro gli occhi e… siamo arrivate.
E allora sì che scatto a sedere, allarmata.
Ci siamo già?!
Ma io non sono pronta!
Non so che fare… Cosa dire!
Oh, no, per favore…
No no no!
Sono nel panico più totale, non so neppure bene cosa mi aspetto…
Ma, alla fine, davanti a noi c’è una giovane ragazza che ci accoglie e ci accompagna in un piccolo albergo e ci assiste mentre ci registriamo.
Sale con noi fino alle camere e mi dice gentilmente di riposare, perché il giorno dopo ho la prima prova abiti.
Io annuisco, nervosa.
Anna le chiede ancora qualcosa, ma io sono davvero troppo stanca.
Mormoro una scusa ed entro nella mia stanza.
Non è troppo grande o sfarzosa, ma va benissimo.
Lascio la borsa, mi sfilo la giacca e mi lascio cadere sul letto.
Chiudo gli occhi, ma faccio fatica a rilassarmi: sono troppo tesa all’idea di quanto mi aspetta.
Mi sento come qualcuno che ha spacciato un talento unico e, alla prova dei fatti, fallisce miseramente.
Sospirando, vado a fare una doccia calda.
Quando esco dal bagno infilo velocemente una comoda tuta e mi sdraio tra le coperte.
E, alla fine, la stanchezza prevale e io sprofondo nell’oblio.
 
*
 
Sono completamente sballata dal fuso orario.
 
Sono stata svegliata da Betty, una delle assistenti del set, che gentilmente si è offerta di accompagnarmi a fare colazione.
Per fortuna la responsabilissima Anna ha puntato la sveglia ed è scesa con noi.
Anche io ho la stessa espressione tirata e sofferente che sfoggia lei?
Come leggendomi nel pensiero mi sorride:
«Sei bellissima, Michi» dice, accarezzandomi una mano.
Le sorrido in risposta, tesa, e mi sforzo di inghiottire qualcosa.
Betty ci chiede qualcosa sul viaggio, poi passa a parlare del programma della giornata, che prevede prove abiti e trucco.
Poso subito la tazza fumante.
«Quando… Quando si comincia?» azzardo.
«Oggi» risponde lei, come se fosse ovvio.
«Ah…» mi viene meno la voce «Anche… Anche a recitare?»
«Oh, no, no!» fa lei «Prima devi studiare il copione e poi ci sono le prove!»
Oh… c’è ancora un po’ di tempo.
Meno male.
 
*
 
Le prove occupano buona parte del giorno e del primo pomeriggio.
 
Io sono completamente stordita dal susseguirsi di voci, persone, visi e troppo rintronata dalla stanchezza per prestare troppa attenzione al tutto.
Non è che sia una modella navigata, ma ormai ho capito che durante le prove è meglio agitarsi poco, per cui indosso obbediente quello che mi propongono e mi lascio pettinare.
Una parrucchiera molto paziente loda i miei ricci e poi si mette d’impegno per cercare di lisciarli e acconciarli in una treccia laterale.
Nel mentre mi portano dei panini, scusandosi perché non posso andare a pranzo in mensa con il resto del cast presente.
Io sbocconcello il pane e cerco di venire a patti con l’idea di una me terrorizzata che entra in una mensa piena di gente con la quale dovrà vivere a stretto contatto per i prossimi tre mesi… Gente estranea, competente e capace.
E poi… Ben Barnes.
Ogni volta che qualcuno entra io faccio un salto sulla sedia all’idea che possa essere lui.
Rischio almeno dodici infarti, ma alle quattro di pomeriggio (e io mi sento spossata come se fossero le due di notte) di lui non c’è ancora traccia.
A questo punto penso sia un bene.
Non credo reggerei…  ed è ironico pensarlo, visto che se mi trovo qui è, in senso lato, colpa sua.
 
Va bene, lo so.
È colpa mia e basta.


***
Buongiorno cari lettori!
L'attesa è quasi terminata... Nel prossimo capitolo apparirà Ben :)
Cosa ne pensate dei capitoli corti? Sono troppo brevi?
Vi ricordo che per qualsiasi domanda o per fare due chiacchiere mi trovate su Facebook.
Pagina: https://www.facebook.com/Joy10Efp
Profilo (ma è vera la storia che Fb elimina i fake? Nel dubbio ho modificato il nome...): https://www.facebook.com/profile.php?id=100007339248477&fref=ts
Buona lettura e buon inizio settimana,
Joy

   
 
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