Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: _Aly95    02/03/2015    1 recensioni
(REVISIONE in corso capitoli)
-------------
"Durante quel racconto aveva ricordato ciò che il corpo non aveva mai dimenticato: la sua pelle, le sue mani fredde, che si infilavano sotto la propria carne, quel suo sangue di ghiaccio, da predatore paziente e calcolatore, implacabile. E quel suo senso di superiorità e di potere che sprigionava con ogni parte del suo essere, la sua natura possessiva e misteriosa: sbagliato, forse morboso, ma era ugualmente eccitante. [...] Era rabbrividita, con un certo timore: un essere del genere, avrebbe mai trovato la pace, in particolare nella sua folle vendetta..?
Si stava sciogliendo. Sciogliendo tra la neve."
[Pre-Thor] / [Post-Avengers] - [Thor: The Dark World] - [Post- Thor: The Dark World]
Il destino mescola le carte e noi giochiamo _ Arthur Schopenhauer
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
                                                                 
Erano passati parecchi giorni dal suo arrivo, stava imparando a conoscere i suoi coinquilini.
Jane era una donna dolce e riservata, che all’apparenza sembrava preoccuparsi per qualsiasi cosa, solo quando però il problema riguardava qualcosa di “extra scientifico”. Quando la vedeva piegata sulle carte dei risultati di chissà quale fenomeno celeste, le brillavano gli occhi, indagatori e determinati. Quello era il suo mondo, un luogo che per quanto sconosciuto fosse, per lei non costituiva un problema: una risposta, in termini di calcolo e di numero, l’avrebbe sempre trovata. Ne era sicura.
Forse era stata proprio la scoperta degli Asgardiani a renderla ancora più decisa e risoluta nel dimostrare la riconducibilità di ogni fenomeno a pura scienza, e non magia.
Guardandola, Anirei non poteva fare altro che ammirarla: Jane aveva scoperto la passione della sua vita, che niente o nessuno le avrebbe portato via.
Ogni tanto si aggiungeva a tavola il dottor Erik Selvig, un signore strambo ma gentile, che amava parlare di scoperte e nuove teorie ideate dallo stesso, cui Jane dava un basso credito e una serie di facce poco convinte e abbastanza scettiche. L’unica a dargli filo era Darcy, ma Anirei non capiva se lo facesse ironicamente o perché ne fosse davvero interessata; i Midgardiani non sembravano molto diversi dagli abitanti del suo pianeta, dopotutto. Forse erano leggermente più eccentrici.
Thor invece non si era fatto rivedere da quando l’aveva accompagnata in quel mondo che aveva sempre desiderato visitare da quando l’istruttore di Asgard gliene aveva parlato; soprattutto, dopo la storia “d’amore” tra Apollo e gli uomini midgardiani.
Non sapeva se essere felice o meno dell’assenza del figlio di Odino; ad essere sincera, rivederlo le avrebbe fatto ricordare fatti e parole che avrebbe volentieri dimenticato. Quella sera si era chiusa presto in camera, non ci teneva a farsi vedere afflitta da quella sorta di simpatica famiglia. Si era affacciata alla finestra, perdendo gli occhi sul panorama notturno di Londra, un misto di luci ed edifici che spengevano le stelle del cielo; guardandole, non poteva far altro che ricordare notti che anche per lei sembravano perdersi molti anni addietro. Il vento le scompigliava le ciocche di capelli che erano scappate ribelli dalla lunga treccia scura, le gelava la carne delle labbra e delle mani, che accoglievano a coppa il suo viso infreddolito.
Aveva scorto la Luna; sul suo pianeta o sul regno degli Aesir non esisteva, così come non esisteva il Sole, ma solo per questi ultimi. Era veramente bella: le sarebbe piaciuto vederla pienamente signora svettare su quel manto scuro. Ora capiva che cosa ci trovassero di bello i poeti midgardiani o quelli di Asgard che avevano il desiderio su posare i piedi su quel suolo.
Rabbrividì alla percezione dell’ennesima scia fresca della sera.
Aspettava. Aspettava che le venisse dato il colpo di grazia, sapeva che il re non era ancora caduto dalla scacchiera. Sapeva che non era ancora finita.
Forse, non sarebbe mai finita.
Quel pensiero la turbò, le ciglia si abbassarono; ma le gocce lucide brillavano ancora tra di esse, senza scendere.
In quel momento udì il campanello; poi grida di festa e di contentezza. Se ne sentì profondamente alienata. Il suo disagio non dipendeva dal pianeta in cui adesso si trovava, né dalle nuove persone che aveva appena conosciuto. Sentiva di non dover stare da nessuna parte, perché il suo dolore l’avrebbe raggiunta ovunque fosse andata.
Agendo come aveva fatto, Loki le aveva spezzato il cuore; se lo avesse avuto in mano, ben visibile, sarebbe riuscita a visualizzarne i fiotti di sangue che sgusciavano fuori densi e copiosi, come fiumi e cascate di macabro gusto..
Non voleva stare su Midgard; non voleva stare su Asgard. Non esisteva luogo in cui sarebbe voluta stare. Nemmeno tra le braccia di sua madre.
Forse, sotto le sue ali. Sì, lì certamente si sarebbe sentita al sicuro e tranquilla.
Udì bussare. E poi l’inconfondibile voce del Dio del Tuono. ‹‹Anirei..?››
Si voltò di scatto, lo trovò splendido nei suoi vestiti asgardiani, le braccia muscolose scoperte, il biondo dei suoi lunghi capelli intrecciati. Gli zaffiri la guardavano dolcemente, al contrario della sua espressione indagatoria. Un’invisibile lacrima le scappò traditrice dagli occhi. ‹‹Perché mi hai voluto portare qui..?››
Voleva sentirlo dalle sue parole; voleva sbagliarsi.
Il dio chiuse piano la porta della camera, le si avvicinò un poco. ‹‹Non voglio che Asgard ti ricordi eventi nefasti››
No, non era quello il motivo; la verità era ben altra. Il suo istinto sapeva che Thor stava mentendo, una bugia si leggeva sulla faccia di lui tanto quanto su quella di lei. ‹‹Credi che portarmi lontana dalle voci che parlano male di lui… che maldicono di me.. possa trattenermi dall’immaginarmele, e quindi non soffrirne?››
Sapeva che cosa avevano cominciato a insinuare i più maligni. Dicevano che Balder era stato ucciso perché ella era l’amante segreta del Dio del Caos. E si divertivano a immaginarsi tutti gli antefatti delle loro segrete unioni.
Forse.. forse Loki voleva che la verità tornasse a galla. Voleva far sapere a tutti che anche lei aveva, benché solo potenzialmente, trasgredito le regole di Asgard, di Odino? Anche se non lo aveva sposato, era comunque colpevole di essersi unita a lui.
‹‹Anirei›› le mise una mano sulla spalla. Voleva dirle che la comprendeva; dopotutto, Loki era suo fratello, sua madre era morta e il padre era finito chissà dove. Aveva più ragione di lei a sentirsi afflitto.
Si ritrasse da quel contatto che la metteva piuttosto a disagio, sarebbe voluta rimanere sola, nascondersi sotto il letto, o sotto un paio di coperte che le avrebbero impedito di vedere e sentire il mondo che continuava ad andare avanti senza che lei potesse rialzarsi e ricominciare a camminare.
Era inciampata da chissà quanto tempo, da prima di finire al palazzo del Padre degli Dèi.
E dopo tutto questo tempo non ho ancora reimparato a camminare..
Era la sua natura buttarsi giù verso qualsiasi cosa; figurarsi in confronto ai problemi. Però.. era anche vero che si sentiva sempre tremendamente sola, senza nessuno cui sentisse di potersi fidare completamente. Qualcuno che le avrebbe dato forza al suo solo pensiero, che ci sarebbe sempre stato, per lei.
Qualcuno cui si sa si può sempre contare.
‹‹Non devi prestare orecchio a certe fantasie››. Sperò di nascondere la sua espressione colpevole, sperò che Thor non la notasse. Sperò che il dio fosse profondamente diverso da Loki, che non avesse la capacità di leggerle non solo dentro, ma anche sul viso.
‹‹Cosa dovrei fare, secondo te? Non pensarci? Sai che non mi riesce questo genere di cose››
‹‹Voglio solo che tu sia al sicuro, Anirei. Ho chiesto allo SHIELD di proteggervi››
“Se osano anche solo sfiorarti, li ammazzerò”
Rabbrividì. No, non poteva rischiare..
‹‹Non ce n’è bisogno, Thor, non per me›› tagliò corto, guardandolo negli occhi.
‹‹Non lo faccio per toglierti la libertà, Anirei. Ho paura che possa e voglia far del male a coloro che amo, e che adesso mi restano››
La fanciulla gli mise un dito sul petto, fronteggiandolo. ‹‹Capisco la tua preoccupazione, Thor, e l’apprezzo. Ma non per questo farò perdere del tempo prezioso a persone preziose, che avranno altro da fare che stare dietro a me. E›› lo interruppe prima ancora che potesse aprire bocca ‹‹ se mi accorgo che qualcuno di loro è sulle mie tracce e mi segue.. giuro che vengo a prendere il tuo martello e, Dio solo sa che non dico cazzate, lo pianto in testa a te e a lui. Altro che fulmini poi, tirerai giù dal cielo tutti i santi!››
Non si stupì del proprio tono aggressivo; e nemmeno Thor.
Sentì un vago rumore provenire dalla porta, si accorsero della presenza di Darcy. La donna le balzò davanti, prese a indicare con l’indice prima lei e poi se stessa. ‹‹Io. Tu. Migliori amiche. Per sempre››
Thor le riservò uno sguardo severo a cui rispose con un’alzata di spalle prima di uscire. Dopo quell’entrata uragano, era tornato il silenzio.
Anirei scoppiò a ridere, non aveva il coraggio di alzare lo sguardo. La sua risata contagiò anche il dio, che l’accolse tra le braccia. ‹‹Scusami, non volevo comportarmi così..››
Il dio ricambiò la stretta, appoggiando la guancia sulla sua testa.
“Lo so”
L’abbraccio era dolce, sincero. Eppure quella sensazione di paura e angoscia non se ne andava.
 
 
                                                                                      ***
 
 
‹‹Ti rendi conto, che cercherà di tradirci, non è vero?››
Il Dio dell’Inganno e del Caos percorreva il corridoio di marmo venendole incontro con lo sguardo altrove; con i pensieri, la testa altrove. E forse anche qualcos’altro. La punse una rabbia gelosa. ‹‹Se se ne accorgesse, potrebbe bruciare Asgard alla prima occasione e tu non ne saresti mai re..››
Loki le rifilò una veloce occhiata; era serio. ‹‹Se cercherà di tradirmi, sarò io a piantargli un coltello nel petto. E per l’altro.. la libertà vale il rischio››
Le passò davanti, superando l’uscio ed entrando nella propria stanza; dubitava che lo facesse per andare a dormire. Dubitava che ella potesse raggiungerlo nel letto. Il dio si sedette su una comoda sedia, dopodiché si sfilò gli stivali e la casacca, rimanendo col petto eburneo e maestoso illuminato  sotto la luce della candela. Gungnir era riposta gelosamente sulle coperte del letto.
Chiuse gli occhi, quella stupenda visione, e  rivolse i palmi delle mani l’uno verso l’altro, andando a riempire lo spazio con sempre più luminescenti fili luminosi. I fasci univano le dita tra loro, polpastrelli opposti e un’intricata ramificazione, quasi una ragnatela, si andava formando con l’avanzare dei minuti. Doveva trattarsi di qualche incantesimo di localizzazione, glielo aveva visto fare molte volte, tempo addietro, quando ancora la degnava per il suo corpo, e non per il suo ruolo da cane da guardia a un vecchietto addormentato.
Era per quella donna. E su quello non aveva dubbi.
‹‹Potresti tentare in altra maniera›› provò nuovamente dopo un po’, quando il punto critico di un incantesimo tanto dispendioso di energie era passato. ‹‹Potresti..››
‹‹Se non rendo subito innocuo Thanos, sarà questione di tempo prima che mi trovi››.  Abbassò le sopracciglia, sempre con gli occhi chiusi. ‹‹Fai il tuo lavoro e torna ad Asgard››.
 
 
                                                                               ***
 
 
“Sì, li teniamo d’occhio noi, notte e giorno. Vogliamo però sapere perché dobbiamo farlo”
‹‹Non vorrei che decidesse di vendicarsi su coloro che mi sono cari e non sanno difendersi››
“Thor, sai che non possiamo fare opere di carità. Vogliamo evidenze che sostengano il loro effettivo pericolo”
Ringhiò, incollerito. ‹‹Vi sembra che Loki sia il dio che lasci evidenze?››
“Vogliamo che tu venga da noi, nel frattempo troveremo un modo per mobilitare gli altri tuoi compari..”
‹‹Ce la possiamo sbrigare benissimo da soli››
“Sì, certo, come l’anno scorso, me lo ricordo.. e poi non è riuscito a sfuggirvi da sotto gli occhi?”
Non voleva che li richiamasse, non c’era alcun pericolo per Midgard; perlomeno non adesso.
Non voleva che lasciassero le loro vite tranquille per niente.
‹‹Concedici altro tempo, scopriremo che cosa voglia questa volta››
“Non siamo sicuri di poterlo fare. Vedremo”
Si infilò l’auricolare in tasca, lo SHIELD era davvero incredibile. Non aveva un minimo di fiducia nei loro confronti. Cercò di non pensarci e aprì la porta dell’appartamento, per poi dirigersi meccanicamente nello studio.
Una piccola figura era seduta contro una scrivania invasa da carte di ogni tipo, piena di disegni e dati, che si mescolavano tra loro generando quello che a uno spettatore esterno sarebbe parso solo una brillante rappresentazione del caos e del disordine; lo stesso non si poteva dire per chi le stava analizzando.
‹‹Ti senti bene?›› domandò a Jane mettendole una mano sulla spalla.
La dolce donna si riscosse. ‹‹Uhm..? Sì, stiamo solo mettendo a posto l’archivio››. Thor gettò nuovamente uno sguardo al tavolo: non era sicuro di aver udito bene l’espressione “mettere a posto”. ‹‹Tra poco faccio una pausa e preparo del caffè: ne vuoi?››
Annuì, nonostante una misera tazza di caffè non sortisse alcun effetto sul suo fisico da Aesir.
‹‹Vado a vedere cosa combinano›› disse conoscendo bene l’inclinazione di Jane nel preferire la solitudine per concentrarsi meglio. Era talmente assorta che non lo udì nemmeno.
Si diresse a gran passi nella camera di Darcy, da dove provenivano gioiose risate di divertimento.
Si appoggiò allo stipite della porta, notò Anirei intenta a gesticolare nel mentre raccontava una sua esperienza passata, mentre l’altra donna si rotolava letteralmente sul letto tenendosi la pancia.
Alzò gli occhi al cielo: avevano fatto presto a trovarsi sulla stessa linea d’onda. Era facile far ridere Anirei, così come per lei era facile far sorridere chiunque avesse il suo stesso senso dell’umorismo, era un po’ matta, nella concezione positiva della parola. Forse aveva proprio bisogno di una persona come Darcy che le desse corda e che la facesse sfogare a suon di divertimento, dopotutto.
La fanciulla si accorse della sua presenza, e mettendosi una mano sulla bocca si diresse verso di lui, dandosi un contegno che non riusciva a mostrare pienamente, lo abbracciò.
‹‹Vi divertite, vedo›› sorrise. Le labbra di Anirei si incurvarono morbide, poi annuì con la testa.
‹‹Ehi, tu›› lo chiamò Darcy, rimettendosi gli occhiali e accogliendolo a sua volta con un sorriso. ‹‹Fai il finto tonto, ma sotto sotto sei un pazzo pure tu››
Cercò spiegazione sul viso di Anirei, trovandovi solo una timida linguaccia imbarazzata e colpevole.
‹‹Arrivi qui e fai il Super Man della situazione, tutto serio e drammatico.. in realtà sei un amante dell’intrattenimento! Mi ha raccontato certe cose, la tua amica qui presente.. certo che ad Asgard vi divertite parecchio››
Scoppiò a ridere, capendo cosa intendesse; in effetti non rideva più spensierato come un tempo, tutto era cambiato dal giorno in cui era stato esiliato su Midgard e aveva conosciuto Jane; quando Loki aveva tradito, aveva usato la sua assenza contro di lui, per appropriarsi del regno.
Quel giorno cambiò Asgard.
Mise la mano sulla testa di Anirei. ‹‹Non viene da Asgard, quindi la sua demenzialità non può essere ritenuta rappresentativa››.
La fanciulla gli diede un leggero pugnetto sul braccio. ‹‹Ehi, trangugiatore di birra e vino, vacci piano! Io sono geniale e creativa, fantasiosa››
Sì, certo, ovviamente. Le sue trovate erano il cavallo da battaglia del suo carattere. Le diede una carezza sulla guancia, guadagnandosi una smorfia divertita. In quel momento, credette di essere tornato indietro di dieci anni, quando ogni occasione era buona per sfiorarle la pelle o rubarle un sorriso che avrebbe donato solo a lui, nella soavità che le regalavano vesti più adatte alla sua bellezza.
‹‹Ieri sono andata in giro insieme a Darcy›› raccontò con un sorriso bellissimo, scoprendo i denti candidi. ‹‹E' un po’ strana Midgard, ma non tanto più di Asgard ad essere sincera››
Quando le lasciò la guancia, tenne per sé un sospiro. No, quei giorni non sarebbero tornati mai più. E i vestiti terrestri che teneva indosso, erano l’ennesima evidenza del tempo che cambia.
Del passato che non ritorna.
Nel millennio che aveva vissuto, poche cose erano cambiate; solo in una decina di anni sembrava che l’universo fosse stato travolto. E ogni giorno era diverso radicalmente da quello successivo.
Per un Asgardiano, era una novità alquanto strana e parecchio turbolenta.
‹‹Stasera devo andare su, ma spero di tornare tra qualche giorno››
Calò il silenzio; Darcy alzò le mani. ‹‹Vado a vedere quello cha fa Jane, non preoccupatevi››
Non appena uscì dalla stanza, Thor portò gli occhi su Anirei, che si torturava le dita delle mani, con lo sguardo basso. Sapeva quanto avrebbe voluto evitare l’argomento, ma aveva, perlomeno per ora, bisogno di alcune risposte, che fugassero dei dubbi e cancellassero almeno qualche possibilità su cui si ritrovavano ad indagare: che cosa voleva, Loki?
‹‹Anirei, che cosa ti ha detto o fatto, nelle sue stanze?››
Dirlo in quella maniera, faceva uno strano effetto. Dava un’orribile sensazione.
‹‹Mi ha detto che si riprenderà ciò che è suo.. E basta. Mi ha usata per ingannare Balder››. Era stata secca e sintetica, fredda.
Proseguì con un’altra domanda. ‹‹Perché ti avrebbe rinchiuso in un posto del genere?››
La fanciulla esitò a rispondere; le sopracciglia si contrassero, l’espressione si indurì tristemente. Forse aveva davvero udito le voci sul conto suo e di Loki; una delle tante che oramai si mormoravano da un orecchio all’altro, senza remore né vergogna. ‹‹Non ha allungato le mani su di me, se è questo che vi chiedete tutti. Mi ha fatto visita solo la prima volta, il tempo necessario di incantare la camera; poi l’ho visto nelle prigioni, dove mi ha sfruttato per ricattare Balder››
Dinanzi alla sua espressione esausta, evitò di porle ulteriori domande. Anche a lui non piaceva trattare quell’argomento, specie con lei.  
‹‹Cosa deciderete?›› fu invece lei a domandare.
‹‹Adesso ci preoccuperemo di catturarlo affinché riveli la sorte toccata ad Odino; una volta risolto questo problema, udrà la sentenza che avremo scelto per lui››
 
 
 
Heimdall era immobile con le braccia sul tavolo, svestito del suo tipico elmo, ma non della sua armatura dorata. I suoi specchi di miele erano apparentemente assenti, ma il Dio del Tuono era sicuro che stesse ascoltando ogni singola parola. Di fianco a lui, Sif aveva le braccia incrociate e i capelli neri, lunghi, morbidamente suddivisi in due ciocche ondulate; i suoi occhi blu da fiera fissavano con molta attenzione gli interlocutori. Fandral si era abbandonato scompostamente sullo schienale della sedia, con un braccio portato all’indietro e la concentrazione per restare sveglio, nonostante la tentazione di addormentarsi: al solito aveva fatto tardi in una qualche locanda in compagnia di qualche bella donna.
Dal canto suo, Hogun, chiuso nel suo silenzio di riflessione, giocherellava distratto con le dita sul tavolo.
Erano riuniti per discutere gli eventi drammatici che avevano scosso il regno; in particolare, per indagare sul piano del Dio dell’Inganno e sulla scomparsa del Padre degli Dèi.
Durante i giorni precedenti, Thor si era ritrovato ad affrontare gli impegni derivanti il governo di un regno in subbuglio e preoccupato, aveva dovuto aumentare la sicurezza, rassicurare un popolo che stava odiando e infamando il nome del fratello; la morte di Balder e la sparizione del re li aveva toccati profondamente. Se il palpito di malumore che faceva battere in sintonia ogni cuore pugnalato di ciascun Asgardiano non si fosse calmato, all’eventuale cattura di Loki, ne avrebbero chiesto la morte: solo Odino avrebbe avuto la fermezza e l’autorità per evitare una decisione tanto impetuosa quanto tragica, non era sicuro di poterlo eguagliare nella peggiore delle ipotesi che si prospettavano minacciose all’orizzonte del domani.
Si sporse in avanti sul tavolo, chiuse le dita a pugno.
Fratello, perché siamo giunti a questo? Perché non vuoi tornare indietro, da me, a casa tua?
‹‹Che cosa vorrà questa volta?››. Volstagg sembrava porre la domanda come una preghiera sospirata e rassegnata verso il cielo. Ma la sua espressione era carica di odio, esattamente come quella degli altri tre guerrieri.
‹‹Ricapitoliamo, signori›› Fandral si rivolse garbato verso Lady Sif ‹‹ e signore. Noi sappiamo che Loki ha mascherato la sua morte, dopodiché, in qualche modo, ha preso il posto di Odino, che non sappiamo dove si trovi. Ha chiesto a Sif di portargli Lorelei, oramai diventata donna adulta – bella come un tempo, se permettete - che purtroppo per lui si è ribellata e l’ha fatto scoprire. Non sappiamo però che cosa volesse›› riassunse lo spadaccino chiudendo il discorso con uno sbadiglio educatamente nascosto. ‹‹Se voleva una bella donna, poteva benissimo cercarne una meno indomabile e complicata. Per la sua vanità ha gettato in mare un trono che aveva perfettamente in pugno››
Il dio barbuto lo intercettò con una risata. ‹‹E' la tua tattica non prendere di mira le donne indomabili?››
Quello scattò subito. ‹‹Insinui la mia virtù macchiata di vigliaccheria? Non sono certo come quello lì››
‹‹Vieni fuori e combatti, vediamo se riesci a battermi!››
La situazione stava cominciando a degenerare; come al solito. I suoi amici di Midgard non erano molto diversi da quelli asgardiani.
‹‹Sommo Heimdall, tu non hai visto nulla che possa aiutarci?››
Il guardiano sbatté lentamente le palpebre, pensoso. ‹‹Nel momento in cui Loki si è ritrovato davanti ad Odino sotto false sembianze, ha oscurato la stanza. Quando mi è stato possibile di vedere di nuovo, ne aveva già preso il posto››
Non se ne stupiva. Loki pensava sempre a tutto, ad ogni minimo dettaglio; per tanto tempo era stata una parte di lui che aveva ammirato e amato. Avevano vinto parecchie battaglie grazie alla sua mente, e in quelle occasioni non poteva che essere fiero di lui. Forse, avrebbe dovuto dirglielo a parole, il mezzo che il fratello più destreggiava e capiva, anziché limitarsi a una pacca sulla spalla e una coppa di vino. Loki non era come lui, non lo era mai stato; e nonostante questo, non lo aveva trattato differentemente da come trattava gli altri, più simili a sé.
Non si era mai sforzato molto, per provare a capirlo.
‹‹Forse dovremmo provare a catturare nuovamente Lorelei›› suggerì Volstagg. ‹‹Usa il tuo charme, Fandral, e vediamo quanto funziona››
‹‹Volstagg, come osi ingiuriarmi a simile offesa?››
Thor cercava faticosamente di ascoltare le parole del sommo guardiano tra il gran baccano che facevano i due amici. ‹‹Ho assistito alla loro conversazione. Non le ha rivelato nulla del suo piano, sarebbe inutile››
Thor sospirò. Loki aveva creato un gran bel puzzle, era riuscito a creare false piste che non conducevano a nessuna ipotesi sostenibile; e si era tenuto il vero piano per sé.
Sif finalmente diede voce ai suoi pensieri. ‹‹Dobbiamo fare alla vecchia maniera: cercarlo e riportarlo ad Asgard. Vivo o morto››. C’era una gran durezza in quelle parole. Una durezza che Thor avrebbe voluto ignorare.
‹‹Deve ascoltare la sentenza che Asgard deciderà di proferire; e deve rivelarci che fine abbia fatto Odino››
La guerriera si alzò, spazientita. ‹‹La può ascoltare anche da Nifflheim. E comunque non ci rivelerebbe mai dove abbia nascosto Odino, preferirebbe morire con quella sua espressione trionfante e odiosa stampata sul viso. Ricattarlo, è impossibile dal momento che nessuno ha la compiacenza di fare luce sul mistero››. Prese la porta, allontanandosi da tutti loro a grandi passi da soldato.
Ad un cenno d’incoraggiamento di Hogun, si convinse ad andare a fermarla. Capiva quanto le bruciasse essere stata giocata, ma non per questo dovevano litigare tra loro. Loki aveva già sfruttato una tattica simile con i suoi amici midgardiani: non poteva permettersi di ricadere nello stesso errore.
‹‹Sif›› la chiamò da lontano, ma con tono familiare. La donna si fermò, le braccia rigide lungo i fianchi. Si voltò, fissandolo con ostilità.
Thor sospirò. I loro rapporti erano tesi da quando.. beh, da molti, troppi secoli oramai.
Le si avvicinò. ‹‹Ti prego, dobbiamo stare uniti. Altrimenti facciamo il suo gioco››
Fu la guerriera a sospirare, ma senza abbassare gli occhi. ‹‹Sei sempre stato troppo generoso con lui. Sia tu che Odino. E guarda cosa è successo››. Chiuse le mani a pugno, le sopracciglia si contrassero duramente.
‹‹Ho bisogno anche di te per catturarlo; dobbiamo restare uniti››
Sorrise rassegnata. ‹‹Thor, ciò che ti lega a Loki ti ha sempre portato guai; e ti ha anche sempre accecato. Tu non vuoi vedere la verità››
‹‹Non bisogna dar credito alle infamie della gente, lo sai››
‹‹Invece credo proprio che il popolo sia l’unico ad aver ragione. Heimdall non parla. Nasconde dei segreti, e lo sai anche tu››
‹‹Sif..››
‹‹L’ha rinchiusa in una stanza, e non in una cella, che ha schermato alla vista di chiunque. Era accanto a lei quando lo abbiamo costretto alla fuga. Non mi sembrano solo banali coincidenze››. Lady Sif scosse la testa, seria e arrabbiata. ‹‹Non ti riconosco più, Thor. Quella mortale ha smorzato il tuo ardore; un tempo saresti partito senza troppe domande, e avresti subito trovato la soluzione››
Si irrigidì a quel velato insulto, verso la sua Jane. Sif non l’aveva mai sopportata, ma non credeva che potesse arrivare a tanto. ‹‹Jane mi ha reso un uomo migliore, e questo anche Padre lo sa. Questa volta si tratta di Loki, figlio di Odino e mio fratello, e deve rispondere dei suoi crimini fronteggiando vivo l’alta sentenza››
La guerriera gli diede le spalle e si allontanò, per poi regalargli il suo profilo. ‹‹E' sempre questione di Loki. E di mortali››
Thor non rispose; conosceva la donna, doveva sbollire la collera sfidando tutti i migliori guerrieri dell’arena: solo dopo averli battuti tutti, allora avrebbe ritrovato un attimo di tranquillità.
Fece lentamente dietrofront, per tornare nella sala dove probabilmente Fandral e Volstagg stavano continuando a punzecchiarsi; nella peggiore delle ipotesi avevano già estratto le armi.
“E' sempre questione di Loki; e di mortali”
Sapeva a che cosa si riferisse; ad ogni passo che tre persone lo avevano volontariamente o meno costretto a fare allontanandosi da lei. Anche Padre voleva che la guerriera diventasse il suo interesse amoroso; ma prima una mortale, e poi l’altra, lo avevano tratto parecchio oltre le attenzioni che un tempo aveva cominciato a riservarle, che si erano spente in seguito ad un violento litigio circa l’atteggiamento dispettoso e, poiché incomprensibile, denominato crudele, di Loki.
Quando arrivò sulla soglia della porta, si accorse che i due guerrieri stavano duellando, Hogun stava riflettendo al suo solito, Heimdall lo stava aspettando.
Il guardiano piegò il capo. ‹‹Il mio compito mi spinge a tornare a sorvegliare il Ponte. Quando vorrai, io sarò disponibile››
Annuì rassegnato. Si inoltrò nella stanza, nella speranza di riuscire a fermare i due amici.
‹‹Thor, ha avuto l’ardire di chiamarmi vile. Il mio codice mi impedisce di lasciargliela vinta››
Incrociò le braccia, decise di distrarsi con la loro lotta fatta più di botta e risposta che di vero e proprio contatto tra lame.
Hogun gli si avvicinò. ‹‹Non cambieranno mai. Così da piccoli, così da adulti››
Il Dio del Tuono confermò con un sorriso complice. ‹‹Mi chiedo sempre più se non sia il caso di rimanere infanti..››
Il dio guerriero si prese un attimo prima di rispondere; Volstagg e Fandral avevano interposto il tavolo tra di loro. ‹‹Loki è vanesio. Non vuole comandare il trono con sembianze altrui. C’è un motivo se ha chiamato Lorelei. C’è un motivo se ha trattenuto Lady Anirei in alcune stanze schermate agli occhi del mondo››
Thor concordò. ‹‹Il problema è trovare il motivo di queste mosse strane. Ci potrebbero essere milioni di ragioni per cui abbia chiamato Lorelei››
‹‹C’è una motivazione sola per cui abbia schermato Lady Anirei››
A Thor prese un colpo. Loki non voleva che qualcuno sapesse dove si trovasse la fanciulla..
Corrugò la fronte: non era lei che era rinchiusa; era la vista di chi poteva localizzarla ad esserlo. Ma perché impedire che una persona venga trovata? Il dio temeva forse che qualcuno potesse liberarla, o tutt’al più catturarla? Quindi aveva piani per lei: piani che forse erano saltati con la sua fuga.
‹‹A Vanaheim si comincia a mormorare.. non solo gli occhi del nostro guardiano vedono tutto, mio caro amico Thor››
Ora che ci pensava, Michael era stato trovato morto. E il Dio aveva lo stesso dono di Heimdall, anche se in potenza di molto minore: mentre il guardiano poteva veder tutto e contemporaneamente, l’altro poteva osservare un solo luogo alla volta.
Ma se sapeva dove rivolgere il proprio sguardo, allora..
‹‹Perché il Dio avrebbe interesse verso di lei?››
‹‹Questa sarebbe una domanda da porre alla diretta interessata››
 
 
                                                                                     ***
 
 
Aveva capito subito il funzionamento di alcuni oggetti, come il computer o il telefono, o almeno le loro funzioni principali; ma gli elettrodomestici di cucina, a parte il suo adorato microonde –grazie al quale poteva riscaldarsi il cibo come e quando le pareva-, le creavano ancora dei problemi. Darcy le aveva detto di essere molto sveglia, o quantomeno era Thor a non essere sveglio abbastanza.
Anirei immaginava che il dio fosse distratto dai suoi problemi più che essere concentrato ad assimilare il funzionamento di quegli oggetti che non lo interessavano più di tanto; inoltre, trattandosi di un principe, gli era difficile sforzarsi per fare qualche faccenda domestica. Forse aveva bisogno solo di un po’ più di pratica, d’altronde con Jane aveva passato poco tempo.
Loki aveva fatto presto a rilasciargli sulle spalle l’onere del regno.
Anche per lui era un argomento dolente, quello sul principe denominato “traditore”. Ed era sicura che dopo quello che era successo nel regno si stessero sbizzarrendo su quali appellativi affibbiargli.
Spostò lo sguardo sulla televisione spenta, fuori si udiva il traffico tipico del pianeta, pieno di ingorghi, fretta, imprecazioni e malumore. Un po’ le ricordava il suo, di mondo. Un mondo che si sviluppava troppo in fretta, e che andava avanti senza dare una mano a chi rimaneva indietro.
“Adesso che ho te, non fallirò”
Evitò di riflettere su quella frase; su quali verità potesse nascondere.
Gli specchi le si incollarono nuovamente sullo schermo del telefono che le avevano prestato.
 
Siamo lo SHIELD. Abbiamo un compito per te.
 
Si chiese perché avesse imparato ad usarlo.
Lasciò il telefono sul tavolo, desiderando solo allontanarsene. Si avvicinò alla finestra, per guardare fuori e distrarsi. La solitudine la stava schiacciando.
Inizialmente era contenta di respirare un po’ di silenzio. Ma il problema dipendeva dall’intenzione di non voler ascoltare i propri pensieri.
Sapevano che Loki la stava cercando? Sapevano che cosa volesse da lei?
Osservò il traffico notturno, abbassò le palpebre, sospirando. Lei, da parte sua, immaginava che cosa cercasse.
“Tornerò a prenderti. Se osano anche solo sfiorarti, li ammazzerò”
Glielo aveva sussurrato poco prima che riuscisse ad addormentarsi; erano parole che sognava di notte, e che ritrovava nei sogni.
E proprio nei sogni, si era ricordata di quello che aveva detto molto tempo prima uno degli infermieri che l’aveva visitata; al tempo in cui erano andati a catturare Níðhögg.
“‹‹Ti fa ancora male il fianco?››
Scosse la testa.
‹‹Devi stare attenta, è un sigillo molto potente, e potresti inavvertitamente ucciderti, se provassi un incantesimo complesso e richiedente parecchia energia. Non ho visto mai niente di così particolare, è un sortilegio che non appartiene al nostro mondo.. immagino che possa mettere in ginocchio chiunque, anche il Padre degli Dèi, se ne venisse colpito››”
Si portò la mano sulla spalla, con maggiore consapevolezza. Se Loki voleva mettere in ginocchio qualcuno, forse Odino stesso, quello lo avrebbe fatto.
 
 
                                                                                     ***
 
 
Ripose il telefono nella borsa. Era arrivato un altro messaggio da parte dell’organizzazione. Sembrava avessero aspettato la partenza di Thor appositamente.
 
Comportati normalmente. Ovviamente, non hai bisogno di minacce specifiche nel caso in cui ti venga in mente di avvertire qualcuno.
 
‹‹…E dobbiamo assolutamente rimorchiare.. Ian… starà a casa ad aspettarmi, ecco tutto. Una festa di questo calibro capita una volta sola nella vita. Nel locale più esclusivo di Londra. Con le persone più esclusive.. ah, che sogno! Mi stai ascoltando?››
Anirei sorrise al riflesso di Darcy, mentre finiva di sistemarsi il trucco. Sorrise di un sorriso compiacente, ma era tutto fuorché convincente; la donna sembrò accorgersene, ma ci passò sopra, per sua fortuna. Osservò i propri vestiti, scelti come compromesso tra i gusti propri e quelli di Darcy. Aveva optato per un paio di tronchetti borchiati non troppo alti –altrimenti avrebbe potuto benissimo toccare il naso di Thor col proprio senza alcuno sforzo-, un paio di calze scure e un vestito rosso che si stringeva in vita per poi scendere sulle cosce a forma di V. In realtà lo avrebbe preferito nero, ma non era stata in grado di trovare la taglia giusta. I capelli erano semiraccolti sopra la nuca, per poi ricadere con lente onde sulle spalle e la schiena. Il trucco non era molto pesante, al contrario di quello dell’altra donna che stava abbondando un po’ troppo col rossetto rosso.
‹‹Dici che è troppo..?››
Annuì con foga.
Darcy fece spallucce e ripose il rossetto nella sua borsetta.
Si fecero largo tra le altre ragazze che sostavano nel bagno più per controllare il proprio stato fisico che per effettivi bisogni naturali. Non appena aprirono la piccola porta, furono investite dalla musica assordante del locale a cielo aperto.
Darcy aveva ricevuto alcune prevendite per quel posto, così aveva deciso di invitare alcuni suoi amici dell’università di Scienze Politiche; Anirei ci aveva scambiato qualche parola, erano gentili e simpatici con lei.
Lo SHIELD era stato furbo, le aveva inviato un messaggio solo quando si era ritrovata sul posto: non fosse mai che un’improvvisa febbre facesse saltare i loro piani.
Non pensare, comportati normalmente, Anirei. E' meglio per tutti..
‹‹’Cy?›› chiamò a rapporto l’amica mentre facevano la fila per prendere qualcosa da bere. Darcy le fece una linguaccia per farle capire che stava prestando orecchio. ‹‹Che cosa ci fanno quei piani là?››. Si riferiva a una parte dell’edificio dove svettavano tutta una serie di grandi finestre a vetro.
‹‹Oh beh, quelle sono le stanze per chi vuole passare la notte qui.. ma costano, e tanto››
Probabilmente là dentro si nascondevano fior fior di agenti.
 
 
 
‹‹Signore, è stata rivelata un’alterazione del magnetismo a pochi chilometri da qui. Pensiamo che sia il Bifröst››
La donna sorrise. Il Dio del Tuono era tornato, e presto avrebbero catturato Loki. Avrebbe ottenuto vendetta per il Dio della Luce, e avrebbe anche avuto il trono. Tutto sarebbe andato al suo posto.
 
 
 
Aveva notato un ragazzo dagli occhi verde smeraldo, che le aveva portato via ogni entusiasmo; non ce la faceva. Voleva semplicemente andarsene.
E questo sarebbe il modo migliore per andare avanti? Fare finta di nulla e portarsi dietro silenziosi pensieri e segreti?
Non era proprio nella sua natura resistere a tale stress. Si sentì cingere i fianchi, il corpo di uno sconosciuto premere contro il proprio.
No.
E se fosse stato lui? Quale sarebbe stato il passo successivo? Lo avrebbero localizzato?
Lo avrebbero arrestato.. e poi?
Scappò, letteralmente.
Scivolò via da quella presa, si fece a fatica largo tra la calca. Sentiva le lacrime giungere e inumidirle gli occhi.
Voglio andare via..
Finalmente riuscì a uscirne. Riuscì a respirare.
Si sentiva osservata, alcuni la guardavano. Cercò di ricomporsi, e passeggiò scorrendo la mano sulla ringhiera di un dolce ponte in pietra chiara.
Non doveva allontanarsi da Darcy, aveva fatto uno sbaglio a scappare via così.
Però..
Non voleva essere toccata, da nessuno; aveva paura. E pensava a lui.
Fu investita da una cascata d’alcool, insieme ad alcuni poveri malcapitati lì presenti.
Ci mancava solo questa..








*****
Salve! Sì, lo so, sono in ritardissimo, ma sono riuscita a finire il capitolo solo oggi in seguito a vari impegni:)
Dunque, che dire? Thor sta indagando, Anirei ha capito quello che Loki vuole, e sembrerebbe pure lo SHIELD! Su Asgard si mormorano cose non troppo lontane dalla verità...
Thanos l'ho ripreso dagli Avengers, se ricordate Loki "lavora" per lui in cambio della conquista della Terra. 
Nel prossimo verranno svelati i misteri, promesso, o almeno il piano di Loki:3
Grazie a tutti per continuare a leggere questa ff, vi mando un abbraccio caloroso!
Au prochain,
_Aly95
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: _Aly95