Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    02/03/2015    4 recensioni
L' ebook è scaricabile dal mio profilo autore. Revisione ultimata! Grazie a tutti coloro che continuano a leggerla! :)
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Cosa sarebbe accaduto se nel numero 28 Masumi Hayami fosse riuscito a confessare a Maya di essere l'ammiratore delle rose scarlatte? Leggete la mia versione di questo "what...if" ^_^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultima revisione: dicembre 2015

 

34. Un bacio d’amore



Maya aveva raggiunto il cavalcavia alle dodici in punto, adducendo una scusa qualsiasi a Kuronuma e a Sakurakoji. Teneva fra le braccia il bellissimo mazzo di rose che le aveva consegnato il signor Hijiri il giorno prima.

So che non devo aspettarmi che lui venga… in fondo questo invito va contro a tutto ciò che gli ho detto quella sera al ristorante… chissà cosa penserà di me… il nostro divario d’età è troppo grande… per questo non posso sperare che lui ricambi ciò che provo, ma… le sue rose sono l’unico incoraggiamento che ho… anche se me le regala con uno scopo, posso accettarle ugualmente e difendermi allo stesso tempo…

Osservò il traffico intenso che scorreva nell’ampia strada a doppio senso sotto il ponte. Tirava un debole vento fresco e affondò il volto nelle rose fra i petali vellutati per ripararsi. Il loro profumo le alleggerì immediatamente l’anima e allo stesso tempo fece uscire le lacrime all’improvviso, incontrollate.

Perché continuo a mentirmi in questo modo? Voglio continuare a incontrarlo come facevamo prima, voglio le sue rose, voglio che mi parli ancora della Daito Art con quell’affetto nella voce e vorrei tanto non aver origliato! Perché tutto questo doveva avere un secondo fine? Ma cosa ti aspettavi, Maya? Che un uomo come lui potesse affezionarsi a te? Solo nelle favole… Potrò tenere nascosto tutto quello che provo? Sarò capace di recitare accanto a Yu e magari accettare il suo amore? Mi piaceva, un tempo… ed è sempre così gentile, presente, premuroso! E quando siamo Akoya e Isshin, io lo sento così vicino!

Un sorriso gentile cambiò l’espressione addolorata del suo viso, ripensò alle parole che aveva detto al signor Hayami, a come aveva difeso Yu davanti a lui. Le era venuto spontaneo e l’aveva fatto di getto, senza pensarci.

Il tempo stava passando inesorabile, ma lei attendeva fiduciosa, se non fosse venuto, sarebbe tornata al Kid Studio senza farne una tragedia. Si appoggiò alla balaustra e non si accorse che due uomini la stavano osservando dal giardino dove cominciava il parco Asahi. Uno dei due tirò fuori una macchina fotografica e fece cenno all’altro.

A loro volta, i due non si accorsero che qualcuno li stava osservando. L’uomo nascosto comprese immediatamente la situazione e, come gli era stato ordinato, chiamò immediatamente il regista Kuronuma. Seguì un breve dialogo in cui lo informò che i due giornalisti, che avevano fotografato Maya al parco mentre cadeva nel fango e avevano scritto quell’articolo diffamante, la stavano pedinando ancora e il regista reagì prontamente, avvisandolo che sarebbe arrivato prima possibile.

- Andiamo, Sakurakoji! - gridò Kuronuma agitato - Credo che Maya possa trovarsi nei guai! Avevo fatto delle ricerche su quei giornalisti da strapazzo e la stanno ancora pedinando! E’ al cavalcavia del parco Asahi! - ringraziò la sua natura sospettosa che gli aveva fatto prendere la decisione giusta nel far seguire quei due loschi giornalisti.

Yu non rispose neanche, indossò la giacca e seguì il regista che uscì rapidamente dagli studio dirigendosi verso il parco poco distante.

- Salve! - esclamò uno dei due giornalisti che, nel frattempo, avevano raggiunto Maya sul cavalcavia - Lei è Maya Kitajima? -

Maya si voltò sorpresa e si trovò davanti due uomini, uno aveva una macchina fotografica mentre l’altro un taccuino. Giornalisti...

- Potrebbe concederci un’intervista? - le chiese il secondo con un sorriso affabile. Lei fece un passo indietro, in testa le rimbombavano tutti gli ammonimenti del signor Hayami, almeno a qualcosa i suoi commenti acidi erano serviti: quei due tizi non le piacevano affatto e dopo il recente articolo denigratorio non aveva alcuna intenzione di rilasciare interviste a degli sconosciuti. Magari sono stati proprio loro a scrivere quell’articolo...

- Che meraviglioso mazzo di rose! - notò l’uomo con la macchina fotografica - L’ha ricevuto da qualche fan? -

- E quello? E’ un biglietto? - incalzò il secondo avvicinandosi e cercando di prenderglielo.

- Non toccatelo! - gridò lei spostando di scatto il mazzo di rose che però venne raggiunto dal primo giornalista, il quale l’afferrò, togliendoglielo di mano.

- No! Smettetela! Ridatemelo! - urlò Maya, arrabbiata e spaventata.

- Se ci fa vedere il bigliettino le ridiamo i fiori! - esclamò quello col taccuino con un ghigno crudele.

Non troppo distanti, Kuronuma e Sakurakoji stavano attraversando di corsa il parco e presto l’avrebbero vista, ma non erano gli unici ad andare verso quel cavalcavia.

Masumi Hayami, uscito alle tre dalla riunione delle dodici che Mizuki gli aveva prontamente ricordato il giorno prima, aveva d’improvviso deciso di partecipare all’inaugurazione del centro d’arte “Atene” al posto del suo sostituto che presenziava di solito a questi eventi che non gli interessavano. La segretaria si era stupita per quella strana modifica al planning giornaliero, ma aveva eseguito e fatto chiamare una macchina per lui.

Decidendo di partecipare a quell’inaugurazione, aveva una scusa per passare da quel cavalcavia e chiese all’autista di cambiare appositamente percorso. L’uomo obiettò che avrebbero trovato traffico, ma quando il principale insisté, lui eseguì. Masumi osservò nervoso l’orologio e si rese conto che era davvero tardi e che probabilmente lei se ne era già andata, inoltre non aveva alcuna intenzione di incontrarla, voleva solo vederla. Mi accontento di guardarla…

Probabilmente, qualcosa legava davvero strettamente Maya, Kuronuma, Sakurakoji e Masumi Hayami, perché quando il giornalista afferrò il mazzo di rose, inciampò e lo lasciò andare facendolo cadere dal cavalcavia, il regista e Yu raggiunsero le scale individuando immediatamente Maya mentre Masumi passò sotto il ponte con la sua auto vedendo la scena. Tutti e tre gli uomini tennero gli occhi spalancati sulle rose che placidamente cadevano circondate da petali scarlatti come se il tempo andasse a rallentatore.

Maya gridò e si sporse dalla balaustra, costringendo Masumi a voltarsi e guardare dal lunotto posteriore prima di intimare all’autista di fermarsi immediatamente poco più avanti. Le rose rimbalzarono sul tetto di un camion e caddero mentre Maya correva giù dalle scale, il cuore che batteva follemente pieno di angoscia a dolore. Proprio mentre stava per gettarsi in strada, e probabilmente essere travolta, Yu l’afferrò per un braccio tirandola a sé.

- Attenta! - gridò il giovane - Che diavolo fai, Maya?! E’ pericoloso! - la tenne stretta e Maya si girò di scatto incontrando i suoi occhi spaventati.

- Lasciami! No! - gridò divincolandosi, doveva riprendere quelle rose, assolutamente. Il dolore le lacerava l’anima e non le interessava niente altro.

- Lasciami, Sakurakoji! - gridò ancora. Il semaforo divenne rosso e lei riuscì a liberarsi, gettandosi in mezzo alla strada.

Kuronuma e Yu la fissarono senza comprendere il suo comportamento, ma la lasciarono fare. Sull’asfalto nero c’erano centinaia di petali sparsi e Maya sentì un nodo serrarle la gola.

Poi la vide: un’unica rosa giaceva in mezzo alla strada. Si chinò e la raccolse portandosela al petto, il cuore in tumulto. Il semaforo divenne verde, ma lei sembrava aver cancellato il mondo intorno a sé. Camminò lentamente, come in trance, gli occhi sbarrati, le labbra tremanti, mentre le macchine sfrecciavano proprio dietro di lei, mancandola per un pelo.

Fece ancora qualche passo e si accasciò a terra in ginocchio.

- Maya - mormorò Yu preoccupato, guardando per un attimo anche Kuronuma.

- Mano male… se n’è salvata almeno una… - sussurrò lei fissando la rosa mentre lacrime sottili brillavano agli angoli degli occhi. Il cuore le batteva così forte da non riuscire a sentire altro suono e un dolce sollievo placò la sua angoscia mentre stringeva il fiore fra le mani.

Masumi aveva percorso il marciapiede da dove si era fermata la sua auto fino quasi al cavalcavia e, insieme a Kuronuma e Sakurakoji, assisté ad una scena che non avrebbe dimenticato per il resto della sua vita.

Maya, completamente assorta e dimentica del mondo, avvicinò la rosa al volto e ci posò un bacio sopra. Trattenne le labbra sui petali vellutati e Masumi fu costretto a stringere così forte le mani da infilarsi le unghie sotto la pelle mentre il suo cuore prese a battere senza controllo.

Maya…

Quando lei aprì gli occhi e guardò la rosa, il suo sguardo era così dolce e carico d’amore che Kuronuma ebbe un sussulto involontario. La sua espressione?! E’ impossibile!

Alcuni passanti riconobbero Maya come una delle due candidate alla “Dea Scarlatta” e iniziarono a mostrare troppo interesse così Kuronuma prese subito provvedimenti.

- Sakurakoji! - lo chiamò e il giovane si riscosse - Portala subito via! - gli ordinò e lui si chinò in silenzio aiutando Maya a rialzarsi che ancora non sembrava essere tornata nel mondo reale. Il regista si guardò intorno per vedere se ci fossero altri scocciatori o i due giornalisti quando si accorse della presenza di Masumi Hayami. Rimase sorpreso dal fatto che fosse lì, ma dato che sembrava aver seguito la scena si avvicinò.

- Guardi chi si vede! Cosa ci fa da queste parti, signor Hayami? - indagò, incuriosito soprattutto dalla sua espressione.

- Ho un impegno al centro d’arte qui vicino… - rispose subito lui - Passavo per caso [certo, certo… ^_^] con la macchina quando… - ma il regista lo interruppe.

- Ha visto tutto? - concluse per lui Kuronuma.

- Già - annuì laconico Masumi con lo sguardo su Maya e Sakurakoji, che la teneva a sé con un braccio sulle spalle. Ma cosa ho visto esattamente…?

- Ho un altro bel grattacapo… - iniziò Kuronuma fissando a sua volta i due ragazzi, preoccupato - Penso che Kitajima non sia innamorata di Isshin, né di Sakurakoji, ma della persona che manda quelle rose - continuò a guardare i due giovani, ma lentamente, con la coda dell’occhio, osservò anche l’espressione del signor Hayami, solitamente sempre compassata, mostrava invece un’agitazione inusuale.

Signor Hayami… se avessi avuto qualche dubbio, il suo sguardo adesso lo ha completamente chiarito… sembra geloso di un rivale? O è proprio lei quell’ammiratore così premuroso? Non si aspettava che Maya potesse innamorarsi di quell’uomo sconosciuto? Saprà che siete la stessa persona? Qualunque siano le risposte, il mio problema resta…

- Ma com’è possibile? Se non sa nemmeno chi sia... - sussurrò Masumi senza rendersi conto dello sguardo attento del regista.

- Eh, già… - ammise Kuronuma portandosi una mano nei capelli - Neanch’io la capisco… Ma poco fa aveva l’espressione di Akoya! Dell’Akoya che prova un amore puro e sincero… - spiegò succintamente il regista.

Il cuore di Masumi perse un battito e gli mancò il respiro. Un amore puro e sincero… Maya si sarebbe innamorata… di me? Non è possibile!

- Lei dice? - e si mise le mani in tasca facendo appello a tutto il suo sangue freddo - A me a dato l’impressione di una ragazzina che avesse perduto il suo giocattolo preferito - alzò una mano in segno di un frettoloso saluto e lasciò il regista tornando alla sua auto.

Davvero, signor Hayami, è questo ciò che ha visto? Ma come, un produttore attento come lei che non riconosce un semplice ed evidente stato d’animo?

Ridacchiò scuotendo la testa e si incamminò verso i due attori ormai già in mezzo al parco.

Sakurakoji gettò un’occhiata dietro e in lontananza vide il signor Kuronuma, tirò un sospiro di sollievo che venne interrotto dal pianto improvviso e silenzioso di Maya.

Maya…

Strinse gentilmente il suo abbraccio cercando di non pensare al significato del gesto che aveva fatto né dello sguardo che aveva avuto subito dopo per quella rosa, sicuramente visto anche dal regista.

Un bacio d’amore…

Lei piangeva, incessantemente, piccoli singhiozzi così dolorosi che facevano star male anche lui. La sofferenza attraversava il suo corpo sottile e passava a lui, come in un flusso unico. Maya appoggiò la testa al suo petto e con la rosa stretta fra le dita afferrò la sua camicia come se senza quell’ancora avesse potuto sprofondare chissà dove. Yu la tenne a sé, facendole sentire la sua presenza silenziosa, ma non la importunò con domande o altre attenzioni, lasciò che lei si sfogasse anche se il suo pianto gli straziava il cuore.

Maya si sentì morire dentro quando realizzò con quanta intensità avrebbe voluto che lui si fosse presentato. Non aveva mai sentito un dolore così acuto e prolungato. Somigliava ad una spina che affondava nella carne inesorabilmente e lei non poteva fare niente per toglierla. E girava e rigirava… fino a farla morire di sofferenza.

Signor Hayami… sapevo che non sarebbe venuto! Sono una stupida! Da qualche parte nel mio cuore speravo che prima o poi sarebbe arrivato… Lei ha sempre continuato a sostenermi, anche se per ottenere i diritti della Dea Scarlatta, e io non posso davvero cancellare ciò che provo per lei! Riuscirò ad interpretare una Dea Scarlatta che soddisferà quella stima che dice di avere nei miei confronti e che le farà credere che essa esista davvero in questo mondo! La Maya Kitajima attrice vincerà la sfida e otterrà quei diritti, li salverà da lei e da suo padre, lo devo anche alla signora Tsukikage, soprattutto a lei, mentre io… io sigillerò nel punto più profondo del mio cuore questi sentimenti inutili e non corrisposti!

Sollevò la testa, smettendo di piangere e incontrò lo sguardo preoccupato di Yu. Si scostò lentamente dal suo abbraccio protettivo, si asciugò le lacrime e sorrise.

- Scusami, Sakurakoji - mormorò con la voce insicura - Mi dispiace. Ti prometto che da ora in poi tutta la mia attenzione sarà dedicata alla rappresentazione e al tuo Isshin! - il suo volto si illuminò e Yu sussultò. Sei veramente bellissima, Maya…

- Ho capito adesso quello che devo fare, so come interpretare l’amore di Akoya, vieni!  - lo afferrò per una mano mentre nell’altra stringeva ancora la rosa sopravvissuta - Andiamo al Kid! Devo farti vedere una cosa! -

Yu si lasciò trascinare, incapace di dire niente, contagiato da quel repentino cambio di umore, ma soprattutto dal sorriso caldo e convincente che gli aveva rivolto.

Maya correva in mezzo al parco, una nuova sensazione la riempiva completamente, avrebbe recitato pienamente la Dea Scarlatta, lasciandosi trascinare dai suoi sentimenti.

Sì! Reciterò! Io interpreterò Akoya riversando nel personaggio tutti i sentimenti che provo per lei, signor Hayami! Non mi interessa più perché mi regala le rose, né perché a volte sembra volermi educare per sopravvivere in questo mondo! Io sarò la Dea Scarlatta anche grazie a lei e questo non potrò mai dimenticarlo!

Maya varcò la soglia dei Kid Studio trascinandosi dietro uno sconcertato Yu, senza sapere di aver intrapreso la stessa strada di rassegnazione, dolore e sofferenza che aveva percorso anche la signora Tsukikage trenta anni prima.



La mattina seguente la signora Tsukikage si presentò ai Kid Studio lasciando tutti di sasso. Kuronuma la accolse con la solita aria bonaria, si interessò della sua salute e strinse la mano all’onnipresente Genzo che l’accompagnava e al signor Yamagishi, Presidente dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo.

- Stavamo provando la scena della battaglia con la discesa della Dea - le disse tutto allegro - Resti lì e osservi! - e iniziò a gridare ordini per far mettere in posizione tutti gli attori coinvolti.

Chigusa sorrise della sua esuberanza appoggiandosi al bastone e rivedendo con tenerezza in quel regista burbero alcuni tratti del suo Ichiren. Voltò lentamente la testa per incontrare lo sguardo congelato di Maya.

E’ terrorizzata… Avanti Maya, indossa la tua maschera!

Maya l’aveva vista entrare e non era più riuscita a muovere neanche un muscolo. La sua sola presenza era sufficiente a farla sentire minuscola e senza speranza. Da quando il pomeriggio precedente aveva preso quella decisione, la sua Akoya sembrava essere sbocciata, ma Kuronuma aveva intenzione di far vedere alla signora la sua Dea Scarlatta! E’ qui per vedere la mia Dea Scarlatta! E c’è anche il Presidente dell’Associazione!

Spostò lo sguardo dagli attori, che stavano già lottando fra loro con dei bastoni, alla signora. Inspirò calmandosi, afferrò la semplice veste di seta che usavano per le prove e la sollevò tenendola sopra la testa come un velo.

Ecco… cammino in un campo di battaglia… cammino come un essere sacro… Intorno a lei le grida dei soldati riempivano le orecchie come lame bollenti. Io sono il vento…! Il vento che attraversa lo stato d’animo della Dea Scarlatta! E Maya camminò lieve in mezzo a loro fino a risalire la piramide di casse che simulava un colle.

Perfino Kuronuma rimase sconcertato dal suo modo di muoversi. Maya posò lo sguardo sul campo di battaglia e piano piano gli attori furono costretti a voltarsi e guardarla. Li fissava così intensamente e da lei emanava un tale autocontrollo che molti iniziarono a tremare. Il silenzio calò sulla sala e la signora Tsukikage osservava Maya con inatteso interesse.

- Che diavolo fate?! Stiamo provando o no?! - urlò Kuronuma battendo le mani - Che avete?! Vi siete dimenticati le battute? - Maya li ha completamente attirati a sé...

Gli attori si riscossero, confusi e imbarazzati, così presi dalla presenza imponente di Maya sulla scena da dimenticare tutto il resto.

- Ah…! Eh già! - esclamò uno arrossendo.

- Stavamo combattendo… - aggiunse il soldato accanto.

- Io ero morto… - disse un altro collega titubante.

- Ma… quella sua interpretazione? Non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei… E’ completamente diversa rispetto a ieri… - commentò il soldato, basito.

- Hai ragione… - concordò l’attore.

- Maya Kitajima… finalmente ha tirato fuori il meglio di sé… E noi dobbiamo recitare insieme ad una come lei… - mormorò il primo attore che aveva parlato.

Maya era ancora in quella posizione, osservava in basso con sguardo assente mentre la signora sfoggiò un misterioso sorriso compiaciuto.

- L’incarnazione di una Dea che osserva semplicemente una battaglia combattuta dagli uomini… Bé fa sentire la propria presenza in maniera straordinaria! - commentò l’anziano Presidente, seduto accanto a Genzo che seguiva attento ogni cosa - Davvero impressionante… Non per nulla è una delle candidate scelta dalla signora Tsukikage! -

Sakurakoji, seduto a lato con altri attori che non partecipavano alla scena della battaglia, teneva lo sguardo fisso sulla sua partner, con il respiro corto e gli occhi spalancati per la meraviglia. L’incarnazione di una Dea! E’ un altro aspetto di Akoya! Percepisco qualcosa di inavvicinabile in lei! Come può un miserabile uomo come me innamorarsi di un tale essere divino?

Stoicamente, Maya mantenne quella posizione, con quello sguardo penetrante e attento, focalizzata nel dare il meglio di sé.

La signora Tsukikage mi sta guardando! Lei sta vedendo la mia Akoya! La Dea Scarlatta, lo spirito che governa la natura! La summa di ciò che ho imparato nella valle dei susini e che emana dal mio cuore! Le bellissime montagne, i boschi, la valle, il fiume, la pioggia, la foschia, la nebbia e l’arcobaleno che ho potuto ammirare nel paese natale della Dea Scarlatta… nulla di tutto ciò è opera dell’uomo! Questa cosa l’ho capita! A noi esseri mortali è solamente concesso di vivere in questo mondo!

E Maya pronunciò le sue battute congelando letteralmente la scena.

- Chi ha creato le montagne, i fiumi, i boschi e il cielo? Chi ha creato gli alberi, l’erba, i cervi e le volpi? Ascolta… - e tese l’orecchio - Chi ha creato gli uccelli, gli insetti e i pesci? Chi è stato a creare il sole che illumina le nostre giornate? Anche per noi è lo stesso, siamo tutti nati dalla stessa cosa -

La voce di Maya teneva tutti con la sguardo sulla sua persona.

- Non un capello o un’unghia, niente è stato creato da loro… Né le mani, né le gambe, neppure il sangue rosso che scorre nelle loro vene è stato creato da loro… Il nostro corpo ci appartiene, ma… non è davvero nostro… Noi vi dimoriamo solamente… - li redarguì tutti, puntando il dito e muovendosi in modo impeccabile sotto gli occhi spalancati di Kuronuma e quelli assorti della signora Tsukikage.

Nel corpo allevato dalla grande madre natura, dimora un cuore… il mio cuore! E’ grazie al cuore che esiste il movimento! Questo l’ho imparato da lei, signora Tsukikage! Grazie al mio cuore, il mio corpo può muoversi! Grazie al cuore della Dea il mondo si muove! Si muove il vento, scaturisce il fuoco, nascono nebbia, nuvole e pioggia! Grazie alla luce del sole, nasce l’arcobaleno… L’acqua irriga il mondo, genera fiumi e cascate… sono l’acqua, la terra e il sole a far crescere l’erba, gli alberi, i fiori e i boschi! Sono le piante a nutrire gli insetti, gli uccelli e gli altri animali! Ogni forma di vita! Quelle che volano, quelle che strisciano a terra, quelle che nuotano, quelle che corrono nei campi! Montagne! Cielo! Mare! Cari fratelli miei… grazie a ciò che tutto unisce, queste forme di vita possono vivere sostenendosi reciprocamente… grazie al cuore della Dea invisibile la vita può nascere!

Ormai Maya era completamente avvolta dall’incarnazione della Dea Scarlatta, tutti gli occhi seguivano i suoi movimenti fluidi, la sua voce perentoria, mentre dentro di lei ogni pezzetto andava al posto giusto.

L’albero di susino millenario che collega il cielo con la terra… il cuore della Dea che dimora in Akoya!

- Non sentono la voce del cielo? Non sentono la voce della terra? Non sentono il canto degli dei che curano le perle della vita che legano cielo e terra? - riprese Maya con voce sferzante - Se la gente non si accorge dei suoi errori, ordino ai draghi di tuonare in cielo, di spaccare la terra, allagando i campi! Purifichiamo la loro anima allontanando il male! -

In quell’istante, tutti i soldati chinarono la testa, vergognandosi dal profondo del loro comportamento. Il Presidente Yamagishi si era alzato e lo stesso aveva fatto Genzo che aveva notato il lieve tremore che faceva vibrare la mano della signora Tsukikage con cui teneva il bastone. Signora…

Sakurakoji non era riuscito a distogliere lo sguardo da lei, sentendosi sempre più inadatto a ricoprire il ruolo di Isshin accanto ad un’Akoya così infervorata.

Io sono Akoya! Devo raccontare il cuore dello spirito divino!

Ma non ci fu tempo neanche per respirare perché Kuronuma riorganizzò la scena e mostrò ai suoi ospiti lo scambio di battute fra Akoya e Isshin in cui la giovane interroga il suo amore sui suoni della natura, se anche lui sentisse il ruggito di un drago in cielo o quello che fremeva nella terra.

Sakurakoji non si lasciò stupire dalla freschezza dell’interpretazione di Maya, le andò dietro in ogni suo nuovo movimento, in ogni atteggiamento che nelle prove precedenti era assente. Sei così naturale, Maya, che mi viene spontaneo seguirti…

La signora Tsukikage seguì in silenzio e attentamente ogni battuta, ogni espressione di Maya finché Genzo e il Presidente dell’Associazione Nazionale dettero vita ai suoi pensieri.

- Comunque sia - sussurrò il suo fedele accompagnatore - Questa coppia di Akoya e Isshin trasmette un’impressione di novità… -

- Quella ragazza...- - mormorò l’anziano Presidente - Quando è nei panni della Dea Scarlatta, incute una sorta di timore reverenziale, ma non appena torna ad essere Akoya, non si può che nutrire affetto per lei… Per di più, la loro interpretazione è naturale! Non fanno sentire agli spettatori alcun senso di estraneità, dovuta al fatto che è una storia di un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo noi. Bé devo dire che la “Dea Scarlatta” del gruppo di Kuronuma sembra farsi davvero interessante… -

L’assistente alla regia chiamò una pausa e avvisò tutti gli attori che le prossime prove sarebbero state in serata. Kuronuma si diresse deciso dai suoi ospiti.

- Come le è sembrata, signora Tsukikage? Ogni consiglio che vorrà darmi sarà ben accetto - le disse con umiltà e senza alcuna vergogna. Rispettava moltissimo quell’attrice e aveva superato da tempo quell’arroganza tipica di chi pensa di essere sempre in cima a ogni cosa.

La signora stava per rispondere quando si rese conto che Maya era ancora al centro della sala, seduta a terra sui ginocchi, lo sguardo sognante rivolto al soffitto, le labbra dischiuse in un sorriso dolce e comprensivo. Anche Kuronuma seguì il suo sguardo e corrugò la fronte osservandola pensieroso.

Chigusa si avvicinò lentamente con un sorriso misterioso stampato sul volto.

- Era da tempo, Maya, che non ti vedevo provare… Ti ringrazio… - iniziò, ma la giovane riuscì a balbettare solo qualche monosillabo incomprensibile.

La signora ridacchiò fissando la sua espressione assorta e incantata, poi si rivolse ad una stagista.

- Portatemi quella brocca e un bicchiere! - esclamò e la ragazza prontamente eseguì - Qui c’è qualcuno che ha bisogno di acqua… - aggiunse in un sussurro sempre sorridendo. Porse il bicchiere vuoto a Maya sotto gli sguardi rapiti di Kuronuma, Genzo, Sakurakoji, dell’anziano Presidente e lo riempì.

- Sarai stanca, su, bevi… Akoya - le disse la signora.

- Sì - mormorò Maya sollevandosi leggermente sui ginocchi e tenendo il bicchiere mentre lei lo riempiva. Acqua…

Maya tenne sollevato il bicchiere e chinò la testa in segno di profondo ringraziamento.

- Grazie per l’acqua…! - sussurrò, devota.

I quattro uomini che stavano seguendo la scena sussultarono per quell’atteggiamento dimesso. Sakurakoji spalancò gli occhi quando si rese conto di cosa era accaduto. E’ ancora Akoya… non è uscita dal personaggio… Maya…

La signora lasciò Maya con Yu ed ebbe una breve discussione con Kuronuma, poi, insieme a Genzo e al Presidente lasciò gli studi, diretta alla Ondine per vedere anche Ayumi.

- Signora… - la interrogò Genzo durante il viaggio - Perché l’ha chiamata Akoya? -

- Perché era ancora Akoya nonostante le prove fossero terminate, Genzo… Volevo vedere in che modo, come Akoya, lei avrebbe bevuto dell’acqua… -

- A proposito delle prove di oggi, il suo giudizio? - aggiunse Genzo riflettendo su ciò che gli aveva appena detto.

- E’ stata migliore di quanto immaginassi… - rivelò la signora, stupendolo - Naturalmente ci sono ancora delle imperfezioni da sistemare, nell’interpretazione di Maya si nota ancora una certa rozzezza… Rappresenta anche un problema pure il fatto che i suoi sentimenti sono talmente intensi che gli altri attori non riescono a starle dietro… Ma è solo che… anche durante le prove, lei… cerca di vivere come Akoya… - la sua voce andò sempre più abbassandosi, mentre il suo sguardo era perso nel vuoto - Che sorpresa scoprire che Maya mira a raggiungere l’autenticità della Dea Scarlatta! -

Genzo osservò il volto della donna che rispettava e amava profondamente. Era stupita e sorpresa come non la vedeva da anni. Signora Chigusa…!



Mentre Maya mostrava la sua Dea Scarlatta alla signora Tsukikage, la signorina Mizuki varcava la soglia di casa Hayami. Non sapeva se quell’incontro avrebbe portato qualche novità, ma doveva tentare.

Eisuke Hayami non era rimasto sorpreso dalla telefonata della sua vecchia segretaria, non era la prima volta che si incontravano e parlavano da quando l’aveva ceduta a Masumi. Fin da quando gli venne l’idea di affiancargliela aveva saputo che era la cosa giusta da fare. Saeko Mizuki era una risorsa preziosa, attenta, devota, intelligente, silenziosa.

Quando entrò nel suo studio dopo una lieve bussata, si compiacque per il perfetto inchino che gli fece e il sorriso che gli regalò.

- Presidente Hayami, come sta? - si informò subito lei raggiungendolo e sedendosi sul divano che lui le aveva indicato.

- Mai stato meglio - rispose lui deciso strappandole un altro sorriso.

- Avrebbe dovuto restare in ospedale - si azzardò a commentare Saeko sapendo bene che si sarebbe irritato, ma lo conosceva bene e sapeva come affrontarlo.

- E perché mai? - borbottò lui col solito tono scontroso.

- La sera del suo ritorno dalla valle è addirittura venuto alla Daito… - aggiunse lei corrucciata sfruttando subito l’onda della discussione.

Eisuke scoppiò a ridere picchiando la punta del bastone a terra.

- Le ricordo che non è più la mia segretaria, ha finito di vessarmi! - e rise ancora. Mizuki lo guardò mantenendo il controllo delle sue espressioni e sapendo che stava facendo un gioco rischioso.

- Sono consapevole del mio ruolo, Presidente - ribadì lei un po’ tagliente - Ma se permette, io ci tengo a lei - aggiunse e Eisuke alzò un sopracciglio.

- Adulazione, Mizuki? - ridacchiò - Non è da lei… -

La cameriera entrò con un tè, nonostante fosse metà mattina.

- Le dispiace? - offrì Eisuke - So che non è l’ora adatta, ma devo prendere una medicina e l’acqua non sa di niente… -

- Volentieri - annuì Mizuki servendo il tè al posto della cameriera, che uscì in silenzio come era entrata.

- Ricordo con nostalgia i tempi in cui era la mia segretaria - esordì Eisuke prendendo la tazza che lei gli passò.

- La ringrazio - e abbassò lo sguardo sul liquido fumante.

- Riserva a mio figlio lo stesso trattamento che riservava a me? - e ridacchiò di nuovo bevendo un sorso. Lei alzò lo sguardo e lo fissò seria.

- Sì - disse con tono neutro e Eisuke scoppiò a ridere - Sebbene suo figlio sia più testardo di lei - aggiunse senza farsi troppi problemi.

- Indubbiamente… - mormorò lui in un sussurro lieve, sorseggiando il tè.

- La mattina seguente alla sua visita alla Daito, era intrattabile. Impossibile lavorare con lui quando è in quello stato - Mizuki la buttò lì, continuando a bere, come se fosse una frase qualsiasi. Eisuke si alzò un po’ insicuro e raggiunse la vetrata che dava sul giardino.

- Deve ottenere quei diritti, lui lo sa, deve rappresentare la “Dea Scarlatta”, è per questo che ho fondato la Daito! - sibilò, picchiando ancora il bastone a terra.

- Qualsiasi cosa gli abbia detto quella sera ha reso la mia mattina lavorativa ingestibile - si lamentò Mizuki posando la tazza vuota, sperando che le dicesse qualcos’altro. Lui si voltò e guardarla, scrutandola attentamente e lei sostenne lo sguardo insistente.

- Lei conosce ogni suo movimento, vero Mizuki? - le domandò lentamente.

- Certo, gestisco la sua agenda giornaliera e so esattamente come sia impegnato ogni momento della sua giornata - annuì lei posando le mani in grembo. So quasi tutto… non so però dove vada ogni giorno, quasi sempre di pomeriggio, per un paio d’ore… non ancora...

- Lei è una donna attenta e riservata, so bene che non lo tradirebbe mai, esattamente come ha fatto con me - riprese lui e Mizuki si sentì improvvisamente in trappola, ma continuò a guardarlo.

- Masumi ha un piano e, sebbene io dubiti della sua fedeltà alla mia causa, è un buon piano e potrebbe farci ottenere i diritti della “Dea Scarlatta” nel caso in cui, a vincere la competizione per il ruolo, fosse Maya Kitajima che, è noto, non nutre certo sentimenti di affetto nei nostri confronti - le confidò continuando a fissarla. Mizuki non riuscì a trattenere la sorpresa, domandandosi quale fosse questo fantomatico piano e Eisuke sorrise in modo misterioso.

- La sua espressione può significare due cose… - le disse tornando a sedere - Non ne era a conoscenza oppure è stupita del fatto che io lo sappia -

- Gestisco la sua agenda, non i suoi pensieri - replicò lei freddamente - Sono la sua segretaria, non la sua confidente - aggiunse con un pizzico di indignazione. Maya era troppo sconvolta da quanto mi ha raccontato la sua amica Rei… Se hanno parlato di questo e lei avesse sentito… Signor Masumi! Non riesco a credere che lei voglia incastrare Maya e se sta facendo il doppio gioco con suo padre… chissà cos’ha pensato quella povera ragazza!

- Su, su, non si inalberi così! - Eisuke fece un gesto con le mani che indicava calma e ridacchiò, contento di averla colpita facendole perdere quell’aria sempre controllata.

- Vedo che sta meglio di ciò che pensassi - disse lei alzandosi e fingendo un risentimento che non provava. Non mi dirà mai di cosa si tratta realmente… è inutile che resti qui… tanto ormai ho capito perché Maya è fuggita dalla Daito quella sera e ha pianto tutta la notte…

Eisuke si alzò stancamente a sua volta e Mizuki, per un attimo, provò pena per quell’uomo anziano consumato dall’odio e dal rancore per un amore non corrisposto. E’ questa la sua fine, signor Masumi?

- Si riguardi - lo salutò lei con un lieve inchino e un sorriso appena accennato.

- Non perda di vista mio figlio - le disse Eisuke con un’espressione che lei non riuscì a comprendere e che la sconcertò: sembrava preoccupato.

- Mai, Presidente - mentì lei chinando la testa di nuovo. Ora devo scoprire cos’ha in mente, signor Masumi… e soprattutto dove va ogni giorno...

Con il cuore pesante per i segreti che era costretta a tenere lasciò la villa silenziosa e tornò in ufficio.



- Oggi, in via del tutto eccezionale, la signora Tsukikage assisterà alle nostre prove! - gridò Onodera attirando l’attenzione di tutti gli attori - Sarà un’ottima occasione per mostrarle quanto vale la nostra compagnia! -

Nell’istante in cui la signora era entrata, Ayumi aveva perduto l’uso della sua muscolatura ed era rimasta immobile con gli occhi spalancati. E’ venuta a seguire le prove… vuole vedere la mia Akoya… mi confronterà con Maya Kitajima!

Onodera fece accomodare la signora, Genzo e il Presidente Yamagishi su alcune sedie al lato della sala e, in un adattamento completamente diverso, Ayumi dette voce alle battute di condanna della Dea nei confronti dell’operato degli uomini. Se Maya era scesa fra i soldati, Ayumi era affiancata dagli altri spiriti. La sua voce scosse la sala, le sue movenze catturarono l’attenzione di tutti e proprio mentre domandava come gli uomini non potessero sentire la voce degli Dei, Peter Hamil fece il suo ingresso in silenzio, la macchina fotografica al collo. Alcune attrici lo notarono e bisbigliarono fra loro, ma lui le ignorò, trattenendo lo sguardo su Ayumi.

La Dea richiamò i draghi perché inondassero i campi e il suo urlo di rabbia squassò menti e corpi degli spettatori mentre la sua stola, mossa abilmente dalle braccia, sembrò spazzare ogni cosa come un vento potente.

La signora Tsukikage non distoglieva lo sguardo dall’attrice, impegnata nel ruolo più difficile e importante della sua vita, esattamente come Hamil, Genzo e l’anziano Presidente. La danza di Ayumi trasmetteva perfettamente tutti gli stati d’animo della Dea Scarlatta: nel turbine del vento si vedeva la collera, nelle fiamme ardenti la sua energia, nei movimenti che ricordavano i cerchi disegnati sull’acqua, il suo mistero.

Poi, all’improvviso, si fermò e il suo aspetto fece immaginare a tutti l’albero di susino in cui dimorava la vita della madre terra.

- Guardate! - mormorò il Presidente Yamagishi - Si è fermata! Grazie a quest’attimo di pausa, la sua figura ricorda proprio un susino! Se fosse durata di più sarebbe risultata innaturale e se fosse stata troppo corta, non avrebbe dato agli spettatori il tempo di far lavorare l’immaginazione… I suoi tempi sono perfetti… -

Ayumi riprese la sua danza simulando il vento, il fuoco, l’acqua e la terra come aveva fatto e compreso durante le prove nella valle dei susini fino a salire in cima ad una scala e essere circondata dai soldati esultanti.

La scena si concluse e lei venne accerchiata immediatamente da tutti gli attori che si complimentarono con lei. Qualcuno le passò un asciugamano e lei si deterse il sudore mentre ringraziava i colleghi.

- Le faccio i miei complimenti, signor Onodera - esordì il signor Yamagishi - Non vedo l’ora di assistere allo spettacolo! -

- La ringrazio, signor Presidente - rispose ossequiosamente il regista con un lieve inchino.

Ayumi notò la signora che si era distaccata dagli altri e si sganciò dagli attori avvicinandosi a lei.

- Grazie, Ayumi, per avermi fatto assistere - la salutò la signora in modo composto e trattenuto.

- Signora Tsukikage… - Ayumi era rimasta sorpresa da quella strana formalità.

- Genzo, portami dell’acqua - chiese, continuando a guardare l’attrice.

- Subito! - e in breve fu di ritorno con un bicchiere e una caraffa.

- Immagino che tu sia stanca… - le disse la signora porgendole il bicchiere vuoto come aveva fatto con Maya - Su, bevi… Akoya - aggiunse in modo deciso.

Ayumi era meravigliata ma felice che gliel’avesse offerta.

- La ringrazio, signora Tsukikage - e prese il bicchiere. La signora lo riempì e in un attimo Ayumi lo svuotò. Chigusa sorrise appena e si voltò verso Genzo.

- Possiamo andare, Genzo! Non voglio far attendere troppo gli altri -

- Sì, signora - rispose lui chinando leggermente la testa sotto lo sguardo stupito di Ayumi. La giovane attrice si rese conto di aver fatto probabilmente qualcosa di sbagliato vista la rapida dipartita della signora Tsukikage. Non mi ha detto una parola… perché?

- Ehm… signor Genzo? - decise di mettere fondo ai suoi dubbi e fermò l’onnipresente accompagnatore della signore, mentre tutti gli altri uscivano dalla sala prove - Come le è sembrata la mia interpretazione? La signora Tsukikage non ha fatto commenti… - gli confidò un po’ delusa.

- Signorina Ayumi, anche dopo aver assistito alle prove di Maya Kitajima, non le ha detto niente, non si preoccupi - la rassicurò con un’espressione dolce sul volto.

Non ha detto niente nemmeno a Maya…?

- Solo che… - proseguì lui, certo ormai di aver compreso e sicuro che alla giovane avrebbe fatto bene saperlo - Quando le ha dato un bicchiere d’acqua chiamandola Akoya, lei si è inginocchiata -

- Inginocchiata? - Ayumi era sbalordita e spaventata. Genzo annuì.

- Poi, tenendo in alto il bicchiere con due mani, si è inchinata e ha detto: grazie per l’acqua… E’ stato come se avesse ricevuto un dono molto prezioso - la salutò cordialmente e raggiunse il gruppo che usciva seguito dallo sguardo atterrito di Ayumi.

Si è inginocchiata… ha levato in alto il bicchiere, si è inchinata e ha detto grazie per l’acqua…? Questa è la Akoya interpretata da Maya! L’acqua, per Akoya è un dono prezioso? Ma perché? Che tipo di Akoya cerca di recitare Maya?

Spostò lo sguardo sulla caraffa e sul bicchiere nel vassoio che Genzo aveva appoggiato sul tavolo vicino.

- Lei è rimasta nei panni di Akoya anche dopo aver finito le prove! Per questo ha bevuto l’acqua come fosse Akoya! Io invece… - prese in mano il bicchiere mentre la delusione e l’angoscia la pervasero. La signora Tsukikage ha sicuramente capito tutto della differenza che c’è tra il mio talento e quello di Maya Kitajima!

Peter Hamil non l’aveva perduta d’occhio un attimo e aveva assistito e ascoltato tutti i dialoghi che erano intercorsi, rimanendo sempre in disparte e immobile. L’espressione di profondo rammarico e dolore sul volto di Ayumi parlavano più di qualsiasi parola avesse potuto dirgli.

Ayumi…


   
 
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