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Autore: JamesMcStefan    02/03/2015    0 recensioni
Il resto dell’ora passò in silenzio. Nessuno dei due sapeva che anche l’altro si trovava bene e a proprio agio nel silenzio. J. infatti si era persa nel filo dei suoi pensieri prima di essere risvegliata dal suono della campanella, trovandosi con lo sguardo di Styles puntato adesso.
- Mi stavi fissando?- senza peli sulla lingua.
- Ti stavo osservando per capire e carpire qualche tuo pensiero.
J. fece un sorrisino a mezza bocca- E ci sei riuscito?-
- Con mio grande rammarico, no.
J. fece un sorriso con tutta la bocca questa volta. –Me lo aspettavo.
- Te lo aspettavi?
- Nessuno in diciassette anni di vita è riuscito a capire o carpire anche uno dei miei pensieri solo guardandomi. Sono un po’ più complicata.
- Me ne sono accorto, ma non desisto.
- Bene.- fece un altro piccolo sorriso.
Rientrarono in classe per concludere le lezioni.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ormai da qualche tempo, Harry andò a casa di J. e suonò puntuale alla porta.

- Io vado, ci vediamo.- fu questo il saluto che J. rivolse ai suoi genitori che erano ancora seduti a tavola a consumare la colazione.
- Chi è che ha suonato?- chiese Mr Stent.
- Harry, papà.- J. non aveva proprio voglia di parlare con suo padre. Ogni volta che lo guardava in faccia, le tornavano in mente tutte le cose che le aveva fatto passare, e questo le faceva solo aumentare il suo odio per lui.
- E chi è questo Harry?- chiese ancora scontroso il padre.
- È il mio ragazzo papà, ma non lo farò salire adesso perché altrimenti faremo tardi. Ciao.- fredda, dura e distaccata.
Scese giù in fretta e furia, sperando di ricevere un buongiorno migliore da Harry rispetto quello che aveva ricevuta stamattina.
Appena aprì il porta, J. vide Harry con un sorriso smagliante.
- Ciao bellissima.- disse Harry.
- Che bello, un buongiorno decente oggi.- replicò sorridendo ad Harry.
- Forse lo possiamo rendere migliore.- disse lui, continuando a sorridere, mordendosi un po’ il labbro.
Lui semplicemente si avvicinò a lei, continuando a guardarla.
La baciò così semplicemente da far scombussolare tutto a J.   
Non era abituata a questo genere di cose, e i baci da parte di Harry le facevano sempre sentire strane sensazioni all’altezza dello stomaco.
- Sai che mio padre ha chiesto chi fossi?- disse J. mentre si avviavano verso scuola.
- Ah sì? Beh adesso mi dovrai presentare anche a lui.- rispose lui tranquillamente.
- Dici davvero?- chiese invece incredula J. – Guarda che mio padre ti farà il terzo grado, non ti lascerà quasi respirare tra una domanda e l’altra. E soprattutto ti chiederà di tutto. Dalla tua infanzia fino ad adesso. Harry non scherzo.- disse seria dato che aveva visto Harry sorridere e scuotere la testa.
- Tranquilla, i libri di mio nonno e soprattutto mia madre mi ha preparato a questo genere di presentazioni. Ti devo fare leggere i libri, sai che ci sono anche quelli per giovani signorine?-rispose sempre ridacchiando.
- Ah davvero? Dai andiamo, giovane signorino…- disse ridendo J.
In fondo Harry le aveva fatto proprio bene. Sperava soltanto che i suoi la pensassero allo stesso modo.
 
Si sedettero al solito posto durante la ricreazione, sugli spalti a guardare gli altri, mentre loro chiacchieravano.
- Sai che ieri mi sono ricordata dell’unico amico che ho avuto quand’ero piccola?-
- Ah…E chi era? Come si chiamava? Lo senti ancora?
Harry non voleva dirlo ma era geloso che qualcun altro parlasse con la sua J.
- Geloso?
- Ovviamente.- le sorrise.
- Mi piacciano i ragazzi gelosi, basta che non siano eccessivi.
- In che senso eccessivi?- come si poteva essere eccessivamente gelosi?, si chiese Harry.
- Nel senso che con l’andare del tempo iniziano a non far uscire più con le amiche le loro ragazze, che pensano che devono solo stare con loro, e queste cose.
- Capito. Beh cercherò di non fare mai qualcosa del genere. Però non ti lascio con le persone di cui non mi fido, quindi abituati.
- Tanto io non ho molti amici, Harry lo sai.
- Va bene. Comunque parlami di questo tuo amico, come hai detto che si chiama?-
Harry sapeva che J. non aveva molti amici, ma era la sua assenza di amici o amiche, che aveva permesso a loro due di incontrarsi, di diventare amici, e successivamente di diventare qualcosa di più che amici.
- Penso si chiamasse Ed. Era simpaticissimo. Strano, ma simpatico. Lo ricordo con una zazzera di capelli rosso fuoco, tanto che una volta gli chiesi se si tingeva i capelli di quel colore. Purtroppo non ricordo il suo cognome anche se so che inizia per S… Sai che una volta abbiamo giocato…-
Ma Harry non ascoltava più. Conosceva una persona che corrispondeva all’esatta descrizione che aveva fatto J.
Ed era una cosa stranissima il fatto che quando era piccolo, e girovagava per le strade per evitare le urla dei suoi genitori quando litigavano, passava davanti ad una casa con un giardino grande e verde, e di nascosto rimaneva a guardava una bambina dai lunghi capelli mossi biondi lasciati cadere sulla schiena giocare con un bambino dalla testa rossa. Si divertivano molto. E lui era anche un po’ geloso del fatto che lui non aveva amici con cui giocare così.
Passava interi pomeriggi a guardare quei bambini giocare, e rimaneva zitto zitto, nascosto finché non si faceva buio e allora tornava a casa.
Settimane dopo però vide che il bambino dai capelli rosso fuoco, rimaneva da solo nel giardino ad aspettare la sua amica, quella bambina di cui una volta aveva visto il colore meraviglioso degli occhi.
Un giorno aveva deciso di farsi coraggio e di andare da quel bambino.
- Ciao.- gli disse un po’ timido.
- Ciao. -gli rispose quello, facendo un piccolo sorriso.
- Io mi chiamo Harry, e tu?
- Io mi chiamo Ed. Tu sei il bambino che osservava me e J. giocare da un bel po’ di giorni, vero?
Le guance di quell’Harry bambino divennero subito rosse.
- Come avete fatto a scoprirmi? E chi è J.?
- Beh non era difficile vederti, a volte ti sporgevi molto dal tuo nascondiglio, quindi qualche volta ti abbiamo visto. J. era… era la bambina che giocava a me. Si ostinava a farsi chiamare con questo nome. Comunque adesso non verrà più a giocare con me.- disse Ed triste.
- Come mai?
- I suoi genitori la trattano piuttosto male. Non le fanno del male fisico, anzi sono molto ricchi. Solo che J. si sente intrappolata con i suoi. Siamo spiriti liberi noi.
Harry diventò triste anche lui quando sentì questa notizia. Ma con quel coraggio che aveva trovato per presentarsi disse una frase ad Ed.
- Beh adesso hai un nuovo compagno di giochi.- lo disse facendo il suo sorriso più grande che poté.
- Bene nuovo compagno di giochi, ci divertiremo insieme.- e anche Ed fece un sorriso.

- Harry? Mi stai ascoltando?- chiese J.
- Scusami J. mi sono perso nei miei pensieri, scusami veramente. Comunque avvisa i tuoi, oggi vieni da me. Ho una sorpresa.
J. lo guardò strano. Ma rispose soltanto con un:- Va bene. Ma adesso torniamo a lezione, dai.- J. diede un bacio sulla guancia ad Harry, ed insieme rientrarono in classe.
“Ho trovato la famosa J. di quando eravamo piccoli. Oggi vieni a casa mia, te la ri-presento. A dopo. HS”
“Ci sarò. Ed”


 
  
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