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Autore: Kerri    02/03/2015    5 recensioni
Sono felice di partecipare a questa nuova iniziativa: 12 Months CaptainSwan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai CaptainSwan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: Neve,camino, pattini
Febbraio: Maschera, San Valentino, Super Bowl
Marzo: Donne, risveglio, altalena
Aprile: Scherzo, cioccolato, pigiama
Maggio: Fiori, pick nick, barca
Giugno: Estate, ciliegie, doccia
Luglio : Spiaggia,temporale, gelato
Agosto: Stelle, calore, mare
Settembre: Vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno (Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: Candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Emma! Grazie al cielo! »
La donna non si voltò. Sapeva che prima o poi qualcuno l’avrebbe trovata, in cuor suo sapeva anche che sarebbe stato lui come al solito, ma al momento, voleva stare da sola.
Sola con i suoi pensieri.
Sola con le sue paure.
Continuò a dondolarsi pigramente, avanti e indietro, ignorando volontariamente i passi dell’uomo che si facevano sempre più vicini.
Delle piccole lacrime salirono a pizzicarle gli occhi ma lei ignorò anche quelle, stringendo i pugni sulla catena arrugginita dell’altalena. Il rumore cigolante del ferro parve tranquillizzarla.
«Ehi, tesoro, tutto bene?»
Emma si voltò piano, fissandolo mentre si accomodava accanto a lei. Avrebbe dovuto essere felice, avevano appena sconfitto le Regine dell’Oscurità e finalmente la pace era ritornata a Storybrooke. Aveva una famiglia di nuovo riunita, aveva Henry, era riuscita a costruire una nuova strana amicizia con Regina, aveva riscoperto sé stessa e i suoi poteri e infine, aveva lui.
Allora perché si sentiva così? Svuotata, priva di forze o di energie. Uno straccio ambulante alla ricerca di una felicità o solo ciò che credeva fosse la felicità.
Avrebbe dovuto essere felice e allora perché si sentiva così?
«Emma, ti ho cercata dappertutto, perché non sei con gli altri da Granny’s per festeggiare?»
Emma lo fissò imperturbabile e un piccolo sorrisino di scherno si dipinse sul suo viso.
«A che serve Killian?» chiese ironica.
«Che vuoi dire? Abbiamo vinto, Emma!»
Il pirata si illuminò in un sorriso ed Emma, guardandolo, esplose. Balzò in fretta giù dall’altalena e gli si parò davanti.
«Sì, abbiamo vinto! Sai che vittoria! Tra poco meno di due settimane qualcun altro si presenterà in città e Dio solo sa cosa porterà, chi porterà o quali pericoli dovremo affrontare! Sono stanca, Killian! Stanca di vivere con l’angoscia di perdere la mia famiglia, di perdere te, di perdere Henry! Ogni mattina lo accompagno a scuola chiedendomi se lo rivedrò!» urlò, gli occhi ormai pieni di lacrime trattenute troppo a lungo che adesso scivolavano lente sul suo viso.
Killian si alzò e l’avvolse tra le sue braccia. Aveva ragione la sua Emma, aveva dannatamente ragione, così piccola e fragile e allo stesso tempo forte come il mare in tempesta. Più volte, lui stesso, gli aveva ripetuto di godere dei piccoli momenti felici che la vita ci regala perché non sai mai quanto dureranno, soprattutto se stiamo parlando di Storybrooke ma Emma stava per esplodere e niente, nessuna parola di conforto avrebbe potuto alleviare il suo dolore. Così si limitò a stringerla, a farle sentire la sua presenza lì, in quel momento, indissolubile e palpabile.
Cercò di calmarla, cullandola tra le sue braccia e accarezzandole i capelli e la schiena.
Tremava la sua Emma, tremava e non riusciva a fare niente per calmarla.
«Non posso più andare avanti così, non posso, non adesso con…»
La sua voce si spense in un sussurro. Le parole restarono sospese in aria per un po’. Killian attese che Emma continuasse, che finisse ciò che stava cercando di dire. Ma Emma si rannicchiò ancora di più tra le sue braccia, inspirando il suo profumo e continuando a piangere, inzuppandogli la maglia.
Odiava piangere di fronte agli altri, era sintomo di debolezza e lei non era debole. Almeno non agli occhi del resto del mondo.
Ma lui era Killian Jones, l’uomo che si era giocato tutto per vincere il suo cuore di ghiaccio, l’uomo che aveva abbandonato la vendetta e l’odio per lei, che le aveva da sempre dimostrato i suoi sentimenti, che le aveva sempre dato fiducia sin dalla prima volta, sin dalla scalata sulla pianta di fagioli.
L’uomo che si era fatto da parte, che era tornato a riprenderla, che c’era sempre stato, che l’aveva consolata anche solo con una battutina, che l’aveva seguita dappertutto, nel presente e nel passato.
Lui era Killian Jones e non riusciva a nascondergli più nulla. Non poteva.
Le era entrato dentro, come una droga, non poteva più farne a meno. Non riusciva più ad immaginare una giornata senza di lui, senza i suoi sorrisi e i suoi futili modi da gentiluomo che per un po’ la facevano sentire speciale per davvero, senza le sue carezze e senza i suoi baci.
Più volte aveva rischiato di perderlo in quei mesi, prima con Ingrid, poi Gold, le Regine dell’Oscurità, Ursula.
Si sentiva una bambina alla sua prima cotta adolescenziale. La paura di perderlo si mischiava alla gelosia, sentimento che non provava da anni ormai, e all’amore incondizionato e passionale che sembrava provare solo per lui e con lui.
Era felice, nonostante tutto.
Poi quella notizia l’aveva fatta cadere nel baratro.
La paura si era impossessata di lei, le era entrata in circolo come veleno e non riusciva a lavarsela via.
Restarono lì per un po’, Emma non seppe dire quanto tempo passò, se secondi, minuti o perfino ore. Continuava a versare tutte le lacrime che aveva e ad aggrapparsi a Killian come se fosse l’unica sua salvezza, l’unico modo per sopravvivere.
Paura, felicità, sgomento, tristezza, rabbia, codardia, amore.
Non riusciva a definire come si sentisse, non riusciva a scegliere un unico sentimento per quel miscuglio di emozioni contrastanti che provava. Esattamente come l’altalena di fronte a lei, i suoi sentimenti dondolavano, dalla felicità più pura, alla tristezza più oscura.
Killian, dal canto suo, cercava in tutti i modi di calmarla, di capire quale fosse il problema.
Perché aveva capito che c’era dell’altro, che la paura del futuro era solo l’apice, la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
«Va meglio?» chiese premuroso quando Emma si allontanò un po’ da lui per fissarlo negli occhi.
Emma annuì, piano.
«Vuoi dirmi cosa è successo? Sai che non voglio forzarti ma se posso fare qualcosa per te…»
Emma sorrise. Perfino lì, di fronte ad una vecchia altalena arrugginita nella parte più sperduta del parco di Storybrooke, Killian Jones si preoccupava per lei.
Un venticello fresco si alzò e le scompigliò i lunghi capelli biondi, accarezzandole la pelle e entrandole fin nelle ossa e facendola rabbrividire. Marzo si era rifiutato di portare la primavera anche lì, in un piccolo paesino sconosciuto del Maine. Da quando le Regine aveva fatto la loro apparizione il sole si era nascosto chissà dove nel cielo, lasciando il posto alla nebbia e al grigiore plumbeo che contraddistinsero quel mese.
E anche quando tutto sarebbe dovuto ritornare alla normalità, la primavera sembrava ritardare ancora.
«Ho paura Killian, tanta paura. Non si tratta più soltanto di me, di te o di Henry…» disse stancamente, accarezzandosi il ventre.
Killian la guardò confuso poi capì. E gli occhi si illuminarono. E le labbra si aprirono nel più bello dei sorrisi.
«S-sei?» chiese a bassa voce, come se avesse avuto paura che urlandolo sarebbe stato meno vero.
Emma sorrise, abbassando gli occhi.
«Sì, sono incinta»
Non fece in tempo a terminare la frase che l’uomo si fiondò sulle sue labbra. Erano morbide e Emma si rese conto che erano tutto quello di cui aveva bisogno in quel momento. Soltanto che non l’aveva ancora capito.
 
«Da quanto tempo lo sai? Come funzionano queste cose, dobbiamo sposarci? È maschio o femmina? L’hai detto a tuo padre? Non so come potrebbe reagire, potrebbe uccidermi secondo te? Diavolo, ma ti immagini un mini-Killian?! Diabolicamente affascinante! Vorrei avesse i tuoi occhi…»
Erano di nuovo seduti sull’altalena e dondolavano tenendosi per mano. Killian era euforico, straparlava e Emma notò aveva gli occhi lucidi ed eccitati.
«Lo so da stamattina e no, non dobbiamo sposarci per forza se non vuoi. Non so ancora se sia maschio o femmina Killian, è ancora troppo piccolo…» disse cercando di rispondere alle sue domande, affondando i piedi sul terreno, spingendo il seggiolino indietro.
Dopo alcuni secondi, regnò il silenzio.
Ognuno era immerso nei propri pensieri, pensieri che inevitabilmente includevano anche l’altro.
Killian pensava a quanto Storybrooke ed Emma l’avessero cambiato. Prima di conoscerla, prima di quella folle avventura mai avrebbe immaginato di poter essere così felice, così innamorato e così fortunato.
Mai, neanche con Milah aveva mai accennato alla possibilità di creare una famiglia. All’epoca l’uomo che era in lui era nascosto dietro i vestiti di pelle e il soprannome di Capitan Uncino.
All’epoca desiderava soltanto essere libero, libero di vagare, di esplorare e di conoscere il mondo. E Milah desiderava la stessa cosa. Dopotutto, forse fu per quello che si trovarono, tanti anni or sono, in quella locanda fatiscente.
Ma adesso era diverso, adesso, per quanto impossibile potesse sembrare agli occhi degli altri, si sentiva più libero di prima. Emma non era la catena che lo imprigionava; Emma era la chiave che aveva aperto il forziere di odio e vendetta in cui si era rinchiuso per troppo tempo.
Emma pensava un po’ alle stesse cose. Se qualcuno le avesse detto che si sarebbe perdutamente innamorata di Capitan Uncino, gli avrebbe riso in faccia probabilmente. Considerando che la sua visione di Capitan Uncino, prima di conoscere Killian Jones, era poco carina e soprattutto poco somigliante all’originale.
Non poteva più negare a sé stessa i suoi sentimenti per l’uomo, ormai erano un dato di fatto inconfutabile.
Tuttavia non poteva non ammettere che aveva ancora paura, paura di perdere tutto di nuovo, paura di abbandonarsi completamente alla felicità, paura per quel piccolo esserino che portava in grembo.
«Emma che c’è? Non sei felice?» chiese l’uomo, interrompendo i suoi pensieri.
«Certo che lo sono, Killian. Tu sei una delle cose più belle che mi siano capitate nella vita. Ammetto che non sapevo come avresti reagito e ammetto che ho avuto paura mi lasciassi…»
«Non lo dovevi neanche pensare!»
«Lo so e mi dispiace… ma ho ancora paura, Killian! Chi mi dice che domani non arrivi un altro ragazzino imbottito di steroidi che pianifica di rapire mio figlio? O un folletto svampito? O una strega verde, blu o di qualsiasi altro colore che vuole viaggiare indietro nel tempo usando il mio bambino?» chiese Emma, sull’orlo dell’isteria.
Killian si alzò lentamente e si inginocchiò di fronte a lei. La guardò serio e strinse la sua mano, cercando di trovare le parole adatte.
«Nessuno. Ma se la pensassero tutti così, non ci sarebbero più bambini a questo mondo, Swan. Storybrooke non è il luogo adatto per crescere un bambino ma quale luogo lo è? Quando approdai in quella strana grande città per cercarti… davvero non so come quella possa essere una città sicura! È così caotica e puzzolente e…»
«Killian, ho capito ma…»
«No, Swan lasciami finire. Il punto è che indipendentemente dal luogo, l’unica cosa che serve a questo bambino è amore. E sono sicuro che in nessun altro luogo al mondo, questo bambino possa ricevere quell’amore. Io, io sono spaventato quanto te Emma! Io sono un pirata e sempre lo sarò, mai avrei immaginato di poter avere un figlio, una famiglia, di poter diventare padre… eppure sono convinto che io e te, insieme, potremmo farcela. Perché siamo una bella squadra e questo, se non sbaglio, te l’ho già detto troppe volte, dovrebbe esserti entrato bene in testa…» disse, asciugandole con il pollice una lacrima birichina e approfittandone per lasciarle una tenera carezza sulla guancia.
Emma annuì con le lacrime agli occhi, incapace di proferir parola. L’uomo stava mettendo a nudo tutte le sue paure più profonde e nascoste e l’odiava per questo, ma lo amava anche. Fin troppo.
Non voleva che quel bambino o quella bambina diventasse come lei, un’orfana incapace di fidarsi del mondo. Un’orfana cresciuta senza amore.
No, voleva il meglio per suo figlio. Il meglio che avrebbe voluto dare ad Henry e che avrebbe voluto ricevere per sé stessa.
«Emma Swan, ti prometto che mai, mai vi abbandonerò, che veglierò su di voi fino all’ultimo giorno della mia vita e se mi sarà possibile, anche dopo. »
Le lacrime ormai scivolavano libere sul volto di Emma ma a lei non importava più. Si sentiva, per la prima volta nella sua vita, completa, amata.
«Killian Jones – rispose asciugandosi una lacrima e tirando su col naso – io ti prometto che avrò sempre cura di te e della nostra famiglia. Ti prometto che cercheremo insieme di affrontare qualsiasi ostacolo, qualsiasi difficoltà che la vita ci propone. Ti prometto che ti amerò fino all’ultimo giorno della mia vita e se mi sarà possibile, anche dopo.»
 
 
 
 
Sette mesi e mezzo dopo, il pianto di un neonato interruppe per un attimo le urla strazianti di sua madre che, tirò un sospiro di sollievo guardando quel piccolo esserino insanguinato sano e salvo, dopo aver scalpitato per così tanto tempo dentro di lei e aver insistito tanto nel conoscere il mondo prima del solito. Suo padre l’accolse tra le sue braccia, timoroso di poter danneggiare quell’inestimabile tesoro e scoprendo che quel piccolo esserino, si incastrava perfettamente tra il suo cuore e le sue braccia.
«Le mie piccole donne, così forti e allo stesso tempo così fragili. Tranquille, papà si prenderà cura di te piccolina, di te e della mamma…»
Sua madre, esausta e sfinita, prima di chiudere gli occhi per abbandonarsi ad un lungo sonno, vide una piccola lacrima solcare il volto sorridente di suo marito e capì che dopotutto, ogni cosa poteva andare per il verso giusto. Serviva soltanto un po’ di buona volontà e spirito di sacrificio. Ma soprattutto tanto tanto amore. E loro, fortunatamente, di amore ne avevano in abbondanza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’Autrice:
Ciaoo a tutti!! :)
Spero che anche questa “cosa” vi sia piaciuta! Ho voluto scrivere qualcosa di più “serio”, non so neanche io perché xD
Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno e che arriveranno fin qui! Perdonate eventuali errori di grammatica ma come sempre, i miei occhi mi implorano pietà xD
Ringrazio anche tutti voi che avete inserito la storia nelle varie categorie e tutte voi, che spendete un po’ del vostro tempo per lasciarmi una recensione, capace sempre di strapparmi un sorriso!
GRAZIE!!
Finalmente Marzo è arrivato e con esso la nostra fantastica e magica serie!! Che puntata!! **
Mi esimo da eventuali spoiler per non rovinare la sorpresa a chi ancora non l’ha vista! (Fatelo immediatamente, cosa state aspettando? xD)
Ma se volete discuterne o desiderate sclerare in compagnia io sono sempre disponibile! Vi basta mandarmi un messaggio ;)
Un abbraccio a tutti e a presto!! :* 
   
 
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