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Autore: Kerri    10/02/2015    7 recensioni
Sono felice di partecipare a questa nuova iniziativa: 12 Months CaptainSwan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai CaptainSwan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: Neve,camino, pattini
Febbraio: Maschera, San Valentino, Super Bowl
Marzo: Donne, risveglio, altalena
Aprile: Scherzo, cioccolato, pigiama
Maggio: Fiori, pick nick, barca
Giugno: Estate, ciliegie, doccia
Luglio : Spiaggia,temporale, gelato
Agosto: Stelle, calore, mare
Settembre: Vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno (Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: Candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Call it Magic, when I’m with you
 
II. February
 
«…quindi – disse il pirata massaggiandosi le tempie e cercando di tirare le somme di ciò che aveva appena ascoltato - se ho capito bene, tua madre e tuo padre sono al ristorante per festeggiare i loro decenni insieme, Henry è a casa di un suo compagno travestito e io e te siamo rinchiusi in questo loft, per fare da balie a Neal Junior, che fortunatamente, dorme beato nel suo giaciglio… giusto Swan? »
Emma sorrise di fronte al tentativo del pirata di riassumere la loro serata. Serata che sarebbe stata piuttosto noiosa se non avesse avuto lui al suo fianco.
« Culla Killian, si chiama culla e sì, hai capito bene… più o meno… » disse stiracchiandosi.
Era tornata da poco a casa e come ogni giorno, aveva trovato il pirata ad aspettarla, con il suo solito ghigno sorridente e le sue solite battute pungenti.
Non che questo le dispiacesse.
Le piaceva passare del tempo con lui, le piaceva sentirsi, per la prima volta nella sua vita, amata e accettata. Questa volta però, insieme all’uomo, aveva trovato anche un neonato e un quasi-adolescente in crisi di panico. Insomma, pacchetto completo. 
Sorrise ripensando alla scena di poco prima.
Hansel, un compagno di classe di Henry, aveva organizzato una grande festa in maschera in occasione del suo compleanno e di quello di sua sorella Gretel. Henry, però, non aveva ancora trovato cosa indossare, così aveva chiesto aiuto a Killian che era stato più che felice nel prestargli qualche suo vecchio vestito.
Febbraio era arrivato da qualche settimana e con esso, grandi e piccini erano stati risucchiati nel vortice colorato e chiassoso del Carnevale. Tuttavia i grandi fremevano più per un’altra festa, festa che arrivò prima che Emma potesse anche solo accorgersene: San Valentino.
San Valentino era una festa molto sentita a Storybrooke, soprattutto a casa Charmings. Per Mary Margaret era uno dei giorni in cui poteva mostrare al mondo il suo lato più romantico. Il primo febbraio, mentre tutti gli altri si godevano la partita del Super Bowl, lei aveva tirato fuori i suoi scatoloni dalla soffitta e canticchiando aveva cominciato ad addobbare la casa con cuori di ogni colore e forma possibile, sotto lo sguardo stranito di Emma e Killian. David ormai ci aveva fatto l’abitudine e non ci badava più di tanto. Sapeva perché sua moglie tenesse tanto a quella festa e non era soltanto per via dei fiori e cioccolatini. Quel giorno di tanti e tanti anni prima, Biancaneve e il Principe Azzurro, avevano unito le loro vite indissolubilmente, finché la morte non li avrebbe separati. Da allora, cominciò la storia che noi tutti conosciamo, la storia di un sortilegio e di una Salvatrice. La storia di Emma e di Sotrybrooke.
Ovviamente, nella Foresta Incantata, nessuno sapeva cosa fosse San Valentino, eppure per puro caso, o forse per destino, fu lo stesso giorno del loro matrimonio.
Emma, dal canto suo, non aveva mai amato né il Carnevale, né San Valentino. Non amava fingersi un’altra persona, non amava travestirsi e non riusciva a capire cosa ci trovassero le persone di così divertente nell’indossare fastidiose parrucche e vestiti da principessa. La trovava una cosa abbastanza ipocrita. Anche se, doveva ammettere che nel corso della sua vita, le era capitato più volte di fingersi qualcun’altra. Prima che la magia entrasse nella sua vita, prima di Henry, prima di Storybrooke, il suo lavoro la costringeva, qualche volta, a fingere di essere qualcun altro, per poter arrestare criminali e delinquenti di ogni genere.
Forse era per questo che odiava le maschere dopotutto. Perché per troppo tempo ne aveva indossata una, senza neanche accorgersene. Henry però, le aveva riaperto gli occhi, riportandola a casa.
Odiava San Valentino, un po’ per gli stessi motivi. Credeva che l’amore non dovesse essere dimostrato soltanto un giorno all’anno, ma continuamente. Non con stupidi pupazzetti e parole sdolcinate, ma con semplici gesti quotidiani. Una carezza, una parola di conforto, un abbraccio, un bacio.
La mano di Killian sulla sua guanci la riscosse da questi pensieri e la riportò alla realtà.
« Sei sicuro che per te non sia stato un problema? So quanto quegli oggetti fossero importanti per te, non dovevi farlo per forza Killian! »
« Swan, un panciotto e un gilet in meno non mi manderanno certo in bancarotta. So che sono un tipo sentimentale ma non fino a questo punto! E poi mi ha fatto piacere, il ragazzino sembrava così entusiasta… »
L’immagine di Henry con indosso i vecchi vestiti da pirata di Killian si dipinse nella mente della Salvatrice, che non poté fare a meno di sorridere.
« Sì, sembrava davvero felice! » commentò Emma pensierosa.
« … e sembrava un vero pirata! » concluse Killian, sapendo che quelle parole avrebbero toccato uno dei punti deboli della Salvatrice.
«Mio figlio non è un pirata» sibilò tirandogli un pugno sul braccio.
Piccola, irascibile Swan. Ormai ti conosco meglio della mia nave.
« Andiamo, Emma – continuò Killian sornione – devi ammettere che i pirati non sono poi così male.  Soprattutto se stiamo parlando del sottoscritto… »
Emma sospirò di fronte all’ennesima dimostrazione del suo ego, più che smisurato.
« Sì sì, lo so… il pirata più maledettamente e diabolicamente affascinante dei sette mari… Ma smettila! » disse tirandogli il cuscino più vicino. Killian lo afferrò al volo e se lo sistemò dietro la schiena. Erano stesi sul divano, cercando di guardare la tv.
« Eppure neanche Voi, Altezza, siete rimasta immune al suddetto fascino… » disse con un sorriso di trionfo.
Oh, ma era proprio un bambino.
« Sei tu, che non hai resistito al mio fascino, pirata! » disse Emma decidendo di stare al suo gioco, avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra. Pochi millimetri li separavano, riusciva a sentire il suo respiro. Sapeva che non avrebbe resistito a lungo, i suoi occhi continuavano a fissare bramosi le sue labbra. Killian resisté più a lungo che poté, ma Emma e le sue dannate morbide labbra erano divenute la più dolce delle droghe. Si sporse in avanti per bruciare finalmente quella poca distanza che li separava ma Emma fu più veloce, si spostò alzandosi prontamente.
« Oh, andiamo Swan! Giochi sporco! »
« Chi è che non resiste capitano?! » disse la donna ridendo, dirigendosi verso la cucina.
Killian si prese due minuti per ammirare la sua donna mentre armeggiava con qualche pentola in cucina, poi si alzò e la raggiunse.
« Hai fame? »
« Mia dolce Swan, la mia fame è ben altra! » disse ammiccando e passandosi la lingua sui perfetti denti bianchi.
« Ritenta Jones, sarai più fortunato! » rispose la donna, prendendo un vasetto di marmellata dal frigorifero.
« Adesso mangeremo qualcosa e poi dovremmo andarcene. Io, te e il bambino. Mia madre e mio padre stanno per tornare dalla loro romantica cenetta e sono sicura che gradirebbero la casa libera, almeno per stasera…»
« Tua madre e tuo padre hanno intenzione di darti un altro fratellino?! » rispose Killian ridendo, ripensando per una frazione di secondo all’anno dimenticato da tutti, anno in cui avevano dovuto affrontare ogni genere di pericoli.
Emma finse di restare sconvolta a quelle parole che in realtà, la divertirono non poco.
« KILLIAN! – rispose con il tono più scioccato che riuscì a dare alla sua voce– un po’ di intimità non vuol dire avere intenzione di procreare! Da te, questa proprio non me l’aspettavo…  Quindi, se la metti così, vorrà dire che io e te non avremo molta “intimità” nei prossimi giorni, visto che la Salvatrice non può prendersi nove mesi di vacanza! »
Touché.
« Swan, continui a giocare sporco » commentò il pirata sorridendo  «Tuttavia, devo ammettere di essere colpito – disse cogliendo l’occasione al volo e cercando di rigirare la situazione a suo favore – hai appena ammesso che vorresti un figlio, se solo avessi un po’ di “tempo libero”… Questo vuol dire che ho una seria possibilità. »
Emma gli sorrise. Ecco che in momenti come quello, momenti in cui si sforzava di continuare a fare il duro e lo sbruffone, la sua maschera cadeva e restava solamente un uomo desideroso di sentirsi amato, accettato e ricambiato. Killian ripeteva sempre quanto bravo fosse a capirla ma anche lui, era divenuto per Emma un libro aperto di cui finalmente aveva cominciato a decifrare la scrittura.
« Facciamo così, pirata. Se a Storybrooke, non ci saranno ragazzini con manie di grandezza, donne-gelato e streghe verdi con crisi di mezza età, per almeno sei mesi, io potrei anche, in futuro, prendere in considerazione le tue offerte. »
Quelle parole riscaldarono il cuore di Killian e gli dipinsero un sorriso che gli illuminò il volto. Attirò a sé la donna con il suo uncino e fece quello che avrebbe voluto fare da quando l’aveva vista: posò le labbra sulle sue. Emma sorrise e gli circondò il collo, abbandonandosi a quel bacio. Mai avrebbe creduto di poter essere così felice.
Entrambi avrebbero voluto che quell’istante durasse in eterno, ma il pianto di un bimbo squarciò l’aria. Emma dovette impiegare tutta la forza di volontà che aveva per staccarsi da quel morbido contatto e salire a controllare il suo piccolo fratellino. Salì in fretta le scale e irruppe nella sua stanzetta, lo prese in braccio e cominciò a cullarlo.
Sentì dei passi avvicinarsi e poco dopo Killian comparve al suo fianco. Emma continuò a dondolarsi, cercando di rassicurare il piccolo che però, continuava ad agitare le braccia, urlando disperato. La donna allora, intonò una dolce melodia, un vago ricordo di una delle case famiglia in cui era stata, probabilmente uno dei più felici. Sentiva lo sguardo di Killian su di sé e per un attimo, per un istante, desiderò davvero di avere tutto quello e di poterlo condividere con lui. Per un attimo vide quella come una vera possibilità in un futuro, non poi così lontano. Solo un attimo perché dopo sentì dei rumori provenire dal piano inferiore.
Qualcuno stava armeggiando con la serratura.
Questo voleva dire due cose: o Mary Margaret e David erano già tornati o Will Scarlet era talmente tanto stupido o ubriaco o entrambe le cose, da tentare un furto nella casa degli sceriffi della città.
Neal, nel frattempo, si era nuovamente calmato e i suoi occhietti tondi erano fissi sul volto di Emma in attesa di una qualche reazione da parte della donna. Lei lo ripose con cura nella sua culletta accanto a due, dei tanti pupazzi che Mary Margaret gli aveva comprato. Killian restò immobile, fissando la donna di fronte a lui. Tutto quello che faceva, ogni minimo gesto, lo ipnotizzava. Non si era accorto di niente, riusciva soltanto a pensare a lei. Era una calamita, un faro luminoso nel buio della notte che lo riportava sempre a casa. La amava, la amava come mai aveva amato prima, di un amore così puro e giusto che non avrebbe mai creduto di poter provare. E l’immagine di un bimbo dagli occhi verdi e folti capelli corvini, si dipinse nella sua mente.
« Killian, ma sei scemo! Vieni qui! »
Quelle parole lo riscossero e lo riportarono alla realtà. Guardò interrogativo la donna, alzando un sopracciglio. Quella le fece segno di restare in silenzio e di ascoltare. Sentirono dei passi e poi delle voci.
« Voglio controllarlo, David! Aspettami, arrivo tra un minuto! »
« Merda, sono loro! Avevo promesso a mio padre che saremmo spariti! Non possono trovarci qui! » imprecò Emma sottovoce, ringraziando mentalmente che Neal fosse ancora troppo giovane per capire le parolacce.
« Che facciamo allora? » chiese Killian con voce roca.
« Zitto e vieni qui! » disse Emma trascinandolo accanto alla culla del bambino. Gli prese la mano e intrecciò le dita alle sue, poi prese la manina di Neal.
Non era sicura di potercela fare, non l’aveva mai fatto prima d’ora. Aveva paura di dover poi raccogliere i pezzi qui e lì, chissà dove. Eppure desiderava davvero che i suoi genitori passassero una bella serata, un buon San Valentino, un bell’anniversario.
Chiuse gli occhi e sentì la magia scorrerle dentro. All’improvviso una nuvola bianca li avvolse, trasportandoli tutti e tre nella piccola stanza che Killian aveva affittato. Non era molto grande e la culla del bambino, che fortunatamente era integra, occupava buona parte dello spazio.
« Wow! » disse Emma, controllando che Neal fosse tutto intero. Fortunatamente, il piccolo sembrava gradire il teletrasporto, tant’è che si era persino addormentato. Lo stesso, però, non si poteva dire di Killian che sembrava dovesse svenire da un momento all’altro.
« Killian, tutto ok? Dimmi di sì! Ti prego! » gli chiese preoccupata Emma.
L’uomo annuì, ancora un po’ scombussolato. Non aveva mai amato quel tipo di viaggi, gli provocano sempre un senso di nausea e spossatezza. Si stese sul piccolo letto ad una piazza e mezzo e si massaggiò le tempie, chiudendo gli occhi.
Quando li riaprì, Emma era stesa al suo fianco e stava armeggiando con uno di quei moderni aggeggi del XXI secolo.
« Che fai, Swan? » disse sbirciando e fissando il piccolo schermo illuminato del cellulare.
« Scrivo un messaggio a David per rassicurarlo. Conoscendo mia madre, sarà entrata in panico non vedendo Neal.
« Sì, domani dovrai spiegare loro come hai fatto a trasportare Neal e la sua colla, qui da me. »
« Culla, Killian! Si chiama culla, non è poi così difficile... »
Killian annuì sovrappensiero, conscio che si sarebbe dimenticato il nome di quell’affare dopo neanche cinque minuti. Lesse velocemente quelle poche righe prima che il messaggio fosse inghiottito e inviato, chissà come, a David. Si sarebbe mai abituato a questo strano mondo?
Emma ripose il telefono sul comodino e si stese accanto a Killian.
Finalmente regnava il silenzio, le urla di Neal si erano calmate ed Emma poteva finalmente chiudere gli occhi e mettere fine a quell’estenuante giornata. Ma c’era ancora qualcosa che teneva sveglio il pirata.
« Swan, sei sveglia? Posso farti una domanda? »
Ottenne un mugolio di risposta, segno che non stava ancora dormendo così continuò.
« Mi spieghi chi è questo San Valentino di cui tutti parlano? Un nuovo nemico? »
Emma dovette tapparsi la bocca con una mano per non scoppiare a ridere e rischiare di svegliare il piccolo Neal e soprattutto, di ferire i sentimenti del suo pirata.
Fece alcuni respiri per calmarsi prima di rispondere.
« No, Killian. San Valentino, è una festa. Di solito, gli innamorati si scambiano regali, cuori, lettere, poesie, cioccolatini, biglietti per dimostrarsi a vicenda il proprio amore… »
« Perché non me lo hai detto prima? Avremmo potuto festeggiarlo anche noi… » rispose Killian un po’ deluso. Emma si tirò alla sua altezza, in modo da poterlo guardare in volto.
« Non te l’ho detto semplicemente perché non ci credo. Non credo ai fiori, ai peluche e a tutti quei finti cuori. Non credo che serva una festa o un giorno in particolare, per dimostrare all’altro quanto sia importante. Tu lo fai tutti i giorni, portandomi il caffè in ufficio, restandomi sempre accanto, facendomi ridere e distrarre, semplicemente sopportandomi. Mi hai sopportato per tutto questo tempo, mi sopporti ancora adesso e metti sempre me davanti al resto del mondo. Nessuno l’aveva mai fatto e ogni giorno, mi rendo conto di quanto sia fortunata. Forse non l’ho capito subito e dovrai perdonarmi per questo, ma ascoltami Killian Jones, io non ho bisogno di peluche o lettere d’amore sdolcinate, ho bisogno di certezze e solo tu, fino ad oggi, me le hai date. Non mi serve San Valentino per ricordarmi che ti amo… »
Ecco, l’aveva detto. Ormai era fatta. Si era esposta totalmente, gli aveva rivelato la sé più vera e aveva ammesso quanto importante fosse per lei.
Aspettava una risposta, un segno, qualcosa che la tranquillizzasse ma i secondi passarono, lenti e silenziosi.
« Killian, io, io… » balbettò. Non voleva spaventarlo, probabilmente non era ancora il momento.
Il ragazzo le sigillò le labbra con le sue. Emma carezzò la sua guancia, i suoi capelli e le lacrime le pizzicarono gli occhi.
« Ti amo anch’io, Swan. »
Emma continuò a stringersi a lui e a carezzargli una guancia, finché furono di nuovo interrotti dal pianto del bambino. Killian sbuffò.
« Devo ammettere che il piccoletto ha preso da suo padre… » commentò. Emma gli sorrise. Adesso capiva perché i suoi genitori avessero così bisogno di festeggiare San Valentino. Si trascinò ai piedi del letto e cominciò a dondolare la culla del bambino, mormorandogli paroline dolci, finché i suoi occhietti non si richiusero. Si accertò che dormisse di nuovo e poi ritornò accanto a Killian, gli si accoccolò accanto e chiuse gli occhi.
« Swan »
« Mmmm »
« Se vuoi, possiamo rimandare ancora un po’ la nascita del nostro futuro erede… »
Emma sorrise sulla sua spalla.
« Come vuoi, Capitano. »
« Non che io non voglia avere figli con te… » cercò di scusarsi Killian.
« Shhh, lo so, lo so, ne riparliamo un’altra volta. Buonanotte. »
« Buonanotte »
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Angolo dell’Autrice:
 
Salve a tutte! :)
Finalmente sono riuscita a pubblicare anche il mio capitolo di Febbraio. Era pronto già da un po’ ma purtroppo ho avuto dei problemi con il Wifi e altri impegni vari che non mi hanno permesso di aggiornare prima!
Ci tenevo a fare un buon lavoro per questo mese perché è il mese del mio compleanno! Lo so, il mio compleanno non c’entra niente con la storia ma fa niente, tralasciamo e andiamo avanti! xD
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Colgo l’occasione per ringraziare tutte coloro che hanno recensito il primo capitolo! GRAZIE MILLE! Ricevere i vostri pareri mi fa sempre piacere <3
Per quanto riguarda il capitolo, vorrei precisare che so che al momento Emma non pensa minimamente ad avere figli ma sapete, mi piace sognare! Ahahahah Come hanno detto gli autori, prima o poi dovrà succedere!! **
Come avrete notato, ho scoperto anche io i colori! xD
Adesso vorrei ringraziare voi che state leggendo adesso, che avete speso un po’ del vostro tempo per arrivare fin qui! :) Spero vogliate farmi sapere cosa ne pensate, se c’è qualcosa da migliorare o se vorrete consigliarmi il numero di un bravo psicologo! xD
Un abbraccio a tutti e al prossimo mese!! OUAT will come back!! <3
Un abbraccio
Kerri :*
   
 
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