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Autore: WickedSwan    03/03/2015    1 recensioni
A #Larry Fanfiction!
DAL TESTO: "Che schifo.
Ridotto a trascinarmi in locali sconosciuti dei sobborghi di Londra, pur di essere me stesso.
Che poi, forse, non sono me stesso neanche così.
No, non sono più me stesso da un po’ di tempo ormai.
Come sempre, il mio autista mi sta aspettando in una via laterale, pronto ad accogliermi in macchina, una berlina, ovviamente, e riportarmi a casa.
Sono sicuro che qualche sera non mi vedrà arrivare.
Prima o poi qualche pazzo mi rapirà, con la speranza di tirarci fuori un bel riscatto. O magari solo per il gusto di torturarmi ed uccidermi lentamente e con gusto.
Come se non ci stessi già pensando da solo."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 10 - IN ANOTHER LIFE
 
Again again I let it go,
Cover my mouth don't let a single word slip out

Wouldn't wanna tell you, no,
Nothing could be worse
Than the risk of losing what I don't have now

Though Is it so bad if I wanna cry out

That I would die to make you mine
Bleed me dry almost every time
But I don't mind, no I don't mind it
I would come back 1000 times


 
Harry POV (Credo che a metà capitolo ci sarà uno switch)
Sono finalmente nel letto, con addosso soltanto i miei boxer, a fissare il soffitto cercando la voglia di dormire un po’.
Sembro una pazzo, seriamente: ormai passo dall’isteria completa, all’ansia, alla voglia di morire, a quella di tornare a combattere.
Non so davvero più dove sbattere la testa e mi ero quasi rassegnato alla possibilità di doverlo lasciare andare, ma dopo stasera..dopo stasera non posso neanche sfiorare quest’idea.
Perché il mio Louis è ancora lì, da qualche parte, e ciò che ho visto nei suoi occhi qualche ora fa me ne ha dato la conferma.

Però, dopo mesi di silenzio, non posso nemmeno prendere e andare da lui come se niente fosse e raccontargli la verità. Conoscendolo inizierebbe a ridere, prima di tirarmi un pugno in faccia e mandarmi a quel paese.
Col carattere che si ritrova, poi.

E in fondo, potrei davvero dargli torto? Avrei dovuto restargli vicino, essere forte e tirare fuori tutto quanto subito dopo l’incidente; prima che tutti quei falsi ricordi si infiltrassero nella sua mente creando un passato che non è mai esistito.
Tutte le bugie che si è sentito raccontare, tutte le cazzate con cui è stato nutrito, soprattutto per colpa mia.
Perché io non ho avuto il coraggio di alzare la testa e dire basta.
Sono stato io, con il mio silenzio ed il mio senso di colpa a spingerlo sempre più lontano da me.

E ora non soltanto mi sento in colpa per l’incidente, ma anche e soprattutto per quello che non ho fatto dopo.
L’ho lasciato nelle mani di quella ragazzetta fissata, che l’ha preso e se l’è rigirato come ha voluto, senza che nessuno si opponesse, senza che nessuno lo salvasse.

E sono stato io, io, a chiedere ai ragazzi di lasciar perdere.

Io, che nel pianto e nella disperazione li ho chiamati a casa mia perché mi giurassero di non rivelare mai la verità su di noi, con il pretesto che ‘Lo avrebbe fatto stare troppo male’ e che non potevo rovinare quello strano equilibrio che si era creato.
Per il suo equilibrio.

Certo. Non per la paura folle che potesse respingermi e abbandonarmi di sua spontanea volontà. Non per il terrore di sapere, di vedere il gelo in quegli occhi blu, di ascoltare i suoi passi decisi mentre se ne andava.

Mentre ancora il sonno sembra essere lontano anni luce, sento un forte tonfo provenire dalla porta d’ingresso.
Mi siedo di scatto sul letto, tendendo gli orecchi, cercando di capire se davvero qualcuno stia bussando al mio portone.

Ancora uno, due, tre forti spinte sul legno della porta ed io sono già in piedi incazzato nero.
Chi diavolo è che rompe le palle alle..1.46 di notte?

Ti prego, fa che non sia una fan.
Perché adesso sono talmente incazzato  che non esiterei a sbatterle il portone in faccia, e domattina, alla luce del sole, avrei un’altra cosa per cui sentirmi in colpa.

“Harreeh”
Ma che cazzo è?
Adesso inizio pure a sentire le voci?
Sono davvero così depresso da immaginare qualcuno che mi chiama?
Immaginare LUI che mi chiama.

Ancora botte alla porta, mentre io non so se mettermi a ridere o piangere.
Ma chi diavolo voglio prendere in giro?
Non è la prima volta che mi immagino di alzarmi dal letto e trovarlo in cucina o nel bagno, intento a radersi o preparare il suo famoso tè.

“Harreeeh, apri questa dannatissima porta!”
Ok, se questa è una delle mie visioni, allora sto diventando sempre più pazzo, perché nessuna di quelle che ho avuto è mai stata così..reale.

Così reale che, quando, dopo essere inciampato nell’asciugamano che avevo abbandonato nel salotto, arrivo ad aprire la porta..Louis Tomlinson è in piedi di fronte a me.

“Ma che cazzo succede?” Chiedo, incredulo, mentre continuo ad osservare la figura che mi trovo davanti, completamente bloccato.
Perché sto immaginando Louis che bussa alla mia porta..in questo stato?

Ogni volta che lo sognavo muoversi per casa era sempre così felice, con quella maglietta a righe che avrei tanto voluto buttare e gli occhiali da Nerd che si ostinava a mettere perché ‘Mi danno un’aria sexy, vero Hazza?’
Ma tu sei sexy sempre Lou, pure bagnato fradicio.

Ed ecco il Lou che mi si presenta davanti adesso: zuppo come un pulcino, con ancora il vestito elegante del compleanno addosso e uno sguardo incazzato e sconvolto in faccia.

“Harreeh, mi fai entrare o devo chiedere il permesso ufficiale alla regina?” Mi chiede di nuovo il fantasma, facendo un passo verso di me, con la chiara intenzione di attraversare l’uscio.
Mi allontano di scatto da lui, ancora incredulo ed incapace di accettare che quello che ho di fronte non è affatto un fantasma.

“Harry. Styles. Fammi entrare.” Mi intima infine, prendendomi un braccio e scuotendolo piano con quella sua piccola mano fredda.

Sono scosso da un brivido, probabilmente causato dal freddo improvviso, e finalmente riesco ad articolare una frase di senso compiuto, spostandomi per lasciare che entri all’interno dell’appartamento.

“Oh, entra pure..” Bravo Styles, proprio un bel modo di accogliere l’amore della tua vita.
Se volevi fare colpo ci sei riuscito in pieno.

Chiudo la porta e continuo a fissarla per qualche secondo, aspettando che il mio respiro si regolarizzi, prima di voltarmi verso il mio Louis, che intanto si è spostato al centro della stanza.

Il mio Louis.
Qui.
Che mi sta guardando il quel modo; lo sguardo che torna ad accelerare i battiti del mio povero cuore.

No, fermo.
Perché cazzo mi sta guardando così?
Oh merda.

“Ehm..devo parlarti Harry, è importante. Potresti, ecco..metterti qualcosa addosso?”
Cazzo cazzo cazzo.
Sono sempre in boxer, e se continua ancora a guardarmi così intensamente, non so per quanto potrò resistere.
Sento già qualcuno che si sta svegliando, da quelle parti.

“Oh, scusa Louis. E’ che non aspettavo una tua..visita? Adesso vado a mettermi una tuta e torno..tu..intanto mettiti comodo.”
Rispondo, prima di fiondarmi di nuovo in camera mia e infilarmi un paio di pantaloni larghi -i più larghi che trovo, non si sa mai- e una maglia a caso.
Tanto non ci sto capendo più niente.

E non voglio neanche cercare di capire perché mi stesse guardando nel suo modo, o almeno, è meglio se lascio questo pensiero a quando sarò solo.
Per  adesso voglio solo scoprire che cazzo ci fa qui.

In un lampo di sanità mentale –rara ultimamente- mi ricordo che Louis è completamente bagnato –evidentemente fuori ha iniziato a piovere, ma non me ne sono accorto- e tiro fuori i SUOI pantaloni comodi rossi e una maglia in piu, sperando che non si accorga di esserne il proprietario.
Spiegare perché li abbia io sarebbe davvero..complicato.

Torno in salotto, trovandolo ancora in piedi, ma senza scarpe, intento ad osservare i quadri che ho alle pareti.
Quadri di gusto veramente discutibile che aveva scelto lui e che, essendo io un cretino, ho conservato e portato con me.

“Bei quadri. Interessanti.” Mi dice, come se fosse capace di leggermi nel pensiero.
“Già, ti piacciono?” Rispondo, mentre nascondo un sorrisetto e gli passo il cambio, dato che sta continuando a sgocciolare acqua sul mio parquet, incasinandomi tutta la sala.
Come faceva un tempo, insomma.

“Questi sono un paio di pantaloni puliti e una maglia..puoi andare in bagno ad asciugarti se vuoi, è la prima porta sulla destra nel corridoio.”
“Oh, grazie Harry. Scusa se ti sto bagnando tutto il pavimento, davvero. Vado subito.” Mi risponde, colto alla sprovvista.

Che è, pensava davvero che l’avrei lasciato bagnato fradicio?
Si ricorda davvero così poco di me?
Colpa tua Styles, sei tu che non hai voluto che ti conoscesse di nuovo.

Ignoro le milioni di voci nella mia testa e le altrettante domande senza risposta, mentre mi trascino stancamente in cucina a preparare due tazze di tè fumante.
Magari non se lo ricorda, ma io so benissimo come gli piace il tè. Vediamo che avrà da dire in proposito.
In fondo se è qui, avrà qualcosa di importante da dirmi, no?

Magari..qualche flash?
No, meglio non aspettarsi niente, devo solo seguire la corrente e..ascoltare ciò che mi dirà.
Seh, è una parola.

“Harreeh, scusa ma..”
“Mobiletto bianco alla tua destra! Secondo cassetto dal basso, lì trovi Phon e spazzola!”
“uh..ehm..grazie?”

Ecco, adesso vorrei davvero sbattere la testa nel muro.
Forte.

Dopo tutto questo tempo, non sembra essere cambiato niente. Louis che sta nel bagno, mentre io preparo del tè per entrambi, per poi ritrovarci nel nostro salotto pronti a guardare un film e accoccolarci sul divano.

Solo che adesso, anche solo stare seduti nella stessa stanza sembra essere una conquista.

Finisco di preparare il tè e mi sposto nel salotto, dove appoggio la teiera e le tazze sul tavolino di legno e mi siedo sul divano, aspettando che il pulcino bagnato esca dal bagno; chiedendomi se, prima o poi, tornerà ad essere il mio pulcino bagnato.


LOUIS POV

Mi guardo allo specchio del bagno per la ventesima volta.
Ma che cazzo sto facendo?

Piombo qui, nel bel mezzo della notte, a casa di un quasi amico, completamente bagnato e incapace di spiccicare parola.
Mi chiedo perché diavolo non mi abbia cacciato di casa a calci in culo, come sicuramente avrei fatto io al suo posto.

Non sono una brava persona. Non sono gentile, non sono particolarmente disponibile e spesso vorrei mandare tutti a quel paese e chiudermi nella mia camera da letto.
Da. Solo.

E ora, alle due di notte, ecco che Harry Styles –lo strano e malinconico Harry Styles- mi accoglie in casa sua con una tranquillità che ha dell’assurdo.
E mi ha pure dato dei pantaloni della mia misura.

Ma dove diavolo li ha trovati dei pantaloni della mia misura? Di sicuro lui non può metterseli, gli arriverebbero soltanto poco sotto il ginocchio..mah, saranno di qualche sua ragazza.
Che fastidio.

Dai, mi ha davvero dato da indossare i pantaloni di una sua amante?
Perché questa cosa mi da così noia?
E perché cazzo quando mi ha aperto era in boxer?

‘Mi piace girare nudo per casa.’

E questa da dove mi è uscita?
Quando me l’ha detto, se io e lui manco ci parliamo?

La metterò nel gruppo delle cose strane riguardanti Harry Styles.
Che poi sono il motivo per cui sono venuto qui, stanotte.

Non riesco a trovare il phon e questi capelli hanno davvero bisogno di essere asciugati in una piega decente.
Ci tengo che siano sempre ‘perfettamente incasinati’.

Chiamo Harry, sperando che possa dirmi in fretta dove trovarne uno, ma lui non mi fa neanche finire la frase che ha già la risposta pronta.
“Mobiletto bianco alla tua destra! Secondo cassetto dal basso, lì trovi Phon e spazzola!”
“uh..ehm..grazie?”
Basta. Ormai mi sono arreso.

E’ come se sapessimo cose l’uno dell’altro che..neanche sappiamo di sapere.
Che discorso intelligente, complimenti Tomlinson. Guarda di tenerlo per te, o ti prenderanno per illetterato, oltre che pazzo.

Mi asciugo i capelli il più velocemente possibile, cercando di dare loro una piega più o meno decente, mentre il mio pensiero vaga di nuovo, tornando a focalizzarsi sull’immagine di Harry che mi apre la porta mezzo nudo.

Per un attimo –o forse un po’ di più- mi abbandono a quella visione, incapace di distaccarmene, finché non mi rendo conto che..
OH. CAZZO.

Non è possibile. No, no, no, no.
Io ho una ragazza, okay?
Sto parlando con te, coso, ti devi dare una calmata adesso, va bene?

Torno a guardarmi allo specchio, con un’espressione scocciata e stranita sul viso, perché..no, questa cosa non è normale. Non per me, insomma.
Mi sono appena eccitato pensando a Harry Styles in boxer.

E avrei pure voglia di..
No, basta.
Adesso spengo questo cazzo di Phon e me ne vado di là; devo solo pensare a qualcos’altro, per mettere apposto la situazione.

Quei quadri, per esempio..sono così strani.
Tutti pieni di colori, tempestati di miriadi di macchie apparentemente casuali, macchie che poi si fondono per creare nuovi colori, sempre diversi, unici.

Sono strani certo, e a volte inquietanti, ma li ho adorati subito, tanto da incantarmi ad osservarli, come se fossero il ricordo sbiadito di un’altra vita.
E poi, cazzo, mi danno un incredibile senso di calore.
Tranquillità.

Casa.

Un lungo brivido mi percorre la schiena, dato che ormai il phon è spento da qualche minuto; anche se, a pensarci bene, non ho affatto freddo.
Spero solo che non sia influenza, altrimenti chi li sente ai produttori, proprio adesso che dobbiamo registrare le nuove canzoni.

Non mi hanno mai trattato male, ok, ma non riesco a farmeli piacere.
Proprio non li sopporto.

Spengo la luce e mi avvio verso il salotto, da cui proviene un dolce profumo di..
“Tè?” Chiedo, entrando nella stanza ed accasciandomi poco elegantemente sul divano, a debita distanza a Harry, che sembra risvegliarsi da non so quali pensieri profondi.

Cosa nasconde questo ragazzo?
E perché prima, quando mi sono sentito male, sembrava così..preoccupato?

“Già, spero ti piaccia. E’ una ricetta speciale.” Mi risponde, prima di riempire entrambe le tazze con il liquido fumante e passarmene una.

“E’ una vita che non bevo il tè. Sai, El vuole sempre andare allo Starbucks, hanno dei cappuccini davvero buoni..”

“Sì, l’ho sentito dire.” Mi blocca lui, prima di dare un sorso alla sua tazza e chiudere gli occhi per un attimo, come per cercare di calmarsi.

“Non ti piace Eleanor, vero?” Chiedo, prima di riuscire ad attivare il filtro cervello-bocca ed evitare di dire l’ennesima cazzata.

Harry apre gli occhi di scatto, posa la tazza sul tavolo e si gira verso di me.
“Louis, cosa ci fai qui?” Chiede, avvicinandosi di botto, con uno sguardo tutt’altro che rassicurante.
Sembra arrabbiato.

Ma che cazzo vuole, ora? Prima fa il gentile e poi s’incazza a caso?
E poi, perché deve starmi così vicino, con questa espressione famelica?
Non è che stia facendo molto bene alla mia situazione.
Proprio per niente.

Cazzo, devo allontanarmi adesso, perché sto avendo dei pensieri strani e non mi sembra il caso.

Mi alzo di scatto, allontanandomi dal divano, prima di girarmi e rispondere il più tranquillamente possibile.
“Sono qui per capire chi sei, Harry Styles.” Rispondo, risoluto. Ora voglio vedere come risponde, l’idiota.

Si alza e mi si avvicina, ancora, ancora troppo vicino.
Ancora quello sguardo intenso, ancora come se mi stesse leggendo dentro.
Vaffanculo.

Sorride, ma di un sorriso dolce, come se stesse per rivelarmi un segreto, mentre quella dannata fossetta prende il suo porto all’angolo della bocca.
Protende una delle sue mani grandi verso di me e mi lascia una carezza sul viso, mentre i suoi occhi diventano improvvisamente lucidi e grandi, rendendolo di nuovo un bambino, davanti a me.

Sta tremando.

“Louis, io credo che tu sia qui non per sapere chi sono io, ma per ricordare chi sei tu. Ed io sono finalmente pronto per raccontartelo.”

“Cosa?” Ho il tempo di ribattere, prima che Harry elimini completamente i pochi centimetri d’aria rimasti fra noi.
 

CIAOBBBELLEEEE! Come staaate? Vi è piaciuto il capitolo?? Finalmente qualcosa si smuove per i nostri eroi..ve lo dico, il prossimo non sarà tranquillo come questo, in ogni senso possibile!

Che ne pensate di questo Hazza finalmente risoluto? E di Loulou che combatte col suo amichetto laggiù? Il suo corpo ed il suo cuore hanno già capito cose che il suo cervello ci metterà un po’ di tempo ad elaborare..
ma abbiate pazienza, che tutto finirà bene. (Spero)

Ovvio che voglio sapere tuuuutto quello che avete da dire, commenti positivi e negativi QUALSIASI COSA, sentitevi libere di disagiare come volete, io sono qui per ascoltarvi, imparare e migliorare!
Ps: La canzone in descrizione è ‘A 1000 Times’ di Sara Bareilles, la mia cantante preferita!!!!

Un bacione

Bea (Iri, Scody, come vi pare haha) <3
   
 
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