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Autore: EternalSunrise    03/03/2015    2 recensioni
E' buffo come una singola scelta possa cambiare il destino di una persona. Sora, questo, lo sapeva perfettamente, perché fu a causa di un semplice cambio d'idea che fu costretto a passare delle vacanze natalizie “memorabili”.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Tenth chapter: Lights out

È tutto pronto, Signore.”

Perfetto. Procedete con la massima serietà, sono soggetti pericolosi.”

Certamente, Signore.”

Che la missione Corrupted Blood abbia inizio.”

***

Erano le sei meno venti di sera.

Sora era in camera sua ad ascoltare un po' di musica, sdraiato sul letto a fissare il soffitto bianco. Avrebbe preferito leggere il suo libro, ma mancavano pochi capitoli alla fine e non voleva terminarlo prima del volo di ritorno, o in aereo si sarebbe annoiato. Quella settimana lì a Boston era volata e mancavano relativamente poche ore alla partenza. Sicuramente sua madre, una volta arrivato, lo avrebbe prima abbracciato, poi strangolato per averle fatto prendere un infarto. L'ultima volta che l'aveva chiamata sembrava non essersi calmata del tutto. Magari poteva comprarle qualcosa prima di partire, in uno di quei negozi dell'aeroporto, così con un po' di fortuna si sarebbe lasciata alle spalle quel piccolo inconveniente.

Si alzò dal letto per sgranchirsi le gambe e si diresse alla finestra per vedere se Hana fosse arrivata o meno. Fuori era tutto buio, attraverso i vetri non si vedeva nulla e i nuvoloni che coprivano la Luna non sembravano voler essere d'aiuto. Aprì la porta-finestra e uscì in balcone. C'era aria fredda, pungente e fin troppa calma. Vedeva poco e niente, nonostante la luce proveniente dal lampione vicino alla porta d'ingresso, ma il cortile sembrava essere rimasto come lo aveva lasciato quella mattina. Hana non era ancora tornata. Si disse che a momenti sarebbe arrivata, perché il fratello lo aveva informato che a cena ci sarebbe stata. Pensandoci, si chiese cosa avrebbero mangiato e chi avrebbe cucinato.

Dovette destarsi dai suoi pensieri quando la luce alle sue spalle si spense di colpo. Si girò di scatto per accertarsi di non aver visto male, ma il lampadario era effettivamente spento. Molto probabilmente era di nuovo Riku che gli faceva uno dei suoi scherzi, però non poteva sapere se era dentro la sua stanza o meno, perché con le cuffiette alle orecchie non sentiva niente. Decise di togliersele. Se Riku lo avrebbe fatto spaventare nuovamente, quella volta lo avrebbe ucciso. Camminò fino al confine tra il duro marmo del balcone e la morbida moquette della camera, gli occhi spalancati che nonostante si fossero abituati al buio gli permettevano di vedere ben poco. Era pronto a fare un altro passo entrando nella stanza, ma da dietro un braccio robusto lo bloccò tenendolo saldamente per il busto e una mano gli tappò bocca e naso con un fazzoletto umidiccio.

Quello non era Riku, poteva metterci la mano sul fuoco, ed era proprio per questo che cominciò ad agitarsi il più possibile cercando di trattenere il respiro. Cercò di alzare le braccia per toglierselo di dosso, ma la persona dietro di lui, sicuramente un uomo, lo stritolò con il braccio cercando di farlo stare fermo. Sora cominciò a sentire come una forza che cercava di fargli passare a tutti i costi l'aria dal naso e dalla bocca, ma non cedette. Se lo avesse fatto sarebbe stata la fine, probabilmente. Pestò il piede destro dell'uomo nella speranza di fargli rallentare la presa e riuscire a sfuggire, ma gli fece solo il solletico.

Cercare di liberarsi agitandosi, però, faceva sprecare più ossigeno. Non riuscì a trattenere oltre il respiro e cedette facendo entrare più aria possibile dal naso.

Forse trattenere il fiato non era stata una buona idea. L'odore acre della sostanza di cui il fazzoletto era imbevuto lo stordì immediatamente, facendogli pizzicare il naso e girare la testa.

Dove cavolo era Riku quando serviva?

Sentì i muscoli rilassarsi contro la sua volontà e il braccio dell'uomo rallentare di conseguenza la presa.

Alcune voci gli arrivarono ovattate alle orecchie.

Forse l'uomo lo caricò sulla sua spalla, ma non poté dirlo con precisione.

Era tutto troppo confuso.

Aveva i sensi troppo inibiti.

Aveva troppo sonno.

Chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dal passo ondeggiante del suo rapitore, e fu presto buio.

***

Riku era in soggiorno a leggere un libro quando la luce saltò. Era successo pochissime volte da quando si erano trasferiti in quella casa e ogni volta una sensazione d'inquietudine lo percorreva dalla testa ai piedi. Una volta, un paio d'anni prima, aveva allarmato sia sua sorella che Axel credendo che qualcuno volesse far irruzione nella casa ed era uscito in cortile, per andare a controllare il contatore, armato di un coltello preso a caso dalla cucina. Alla fine la causa era stato un blackout che aveva colpito tutta la città e il suo migliore amico lo prese in giro per un'intera settimana. Quello non fu l'unico falso allarme in cui gettò sua sorella e il Rosso, quindi alla fine si era arreso all'idea che fosse normale se di tanto in tanto saltasse la corrente.

Mise il segnalibro in mezzo alle pagine che stava leggendo e lo chiuse sbuffando. Conosceva quella casa meglio delle sue tasche, quindi non aveva difficoltà nel muoversi al buio, inoltre era abbastanza fortunato da riuscire a distinguere i vari oggetti senza troppi problemi. Abbandonò il tomo sul tavolo pensando a come doveva essersi fatto prendere dal panico l'inglesino, gli venne quasi da ridere; dopo aver riattaccato la corrente si sarebbe occupato anche di lui. Quando uscì una folata di vento freddo trapassò la stoffa dei suoi vestiti facendolo rabbrividire; ultimamente le temperature erano di rado sotto lo zero, specialmente durante il giorno, però in quella maledetta città non faceva altro che piovere e piovere, anche d'estate. Fissò per un attimo i nuvoloni neri pensando che molto probabilmente sarebbe venuto giù un bel temporale, come se il cielo avesse deciso di usare tutta la pioggia che non aveva fatto cadere in quei cinque giorni. A volte voleva tanto tornarsene a Chicago, almeno lì il tempo rispettava un ciclo naturale normale. Cercò di ripararsi un po' il collo con il colletto della felpa, poi si diresse verso la fiancata destra della casa. Trovò strano che il moretto non si fosse ancora lamentato, però pensò che, visto lo scherzo fattogli a pranzo, forse aveva preferito rimanere in camera. Quando fronteggiò l'armadietto capì che qualcosa stava andando storto: il lucchetto che teneva lo sportellino chiuso era ai suoi piedi, rotto, e la levetta della luce era abbassata. Non era saltata, era stata staccata. Gli ci vollero pochissimi secondi per rendersi conto della reale situazione.

“Merda!” imprecò fra i denti.

Ignorò il contatore e si diresse immediatamente dentro casa, salì le scale di corsa, incespicando un paio di volte, ed entrò nella stanza del minore aprendo la porta. Si guardò intorno per capire dove fosse, ma di lui nessuna traccia. Sentì un'ondata di rabbia percuoterlo violentemente: se solo osavano fargli del male, quella volta li avrebbe fatti fuori uno ad uno.

Una folata proveniente dalla sua destra lo raggiunse; quando si voltò vide la tenda svolazzare leggermente. Si avvicinò alla finestra aperta e poi uscì in balcone. Lo diceva che stava andando tutto fin troppo bene, lo diceva che erano stati in pace per troppo tempo. Lo sapeva che presto o tardi si sarebbero fatti vivi, i bastardi. Nella villa sembrava non esserci anima viva, eppure sapeva perfettamente che loro erano lì, perché era lui il loro obbiettivo, non il ragazzo. Probabilmente volevano usarlo come esca, in fondo quegli infidi trucchetti per loro erano la normalità.

Uscì in corridoio e si apprestò a scendere le scale per poter setacciare il cortile. Passò davanti al soggiorno dove aveva abbandonato la sua lettura, ma qualcosa lo colpì alla nuca facendogli perdere i sensi.

***

Scoppiò a ridere al ricordo di quell'esperienza.

“Me lo ricordo eccome! Riku si è messo a urlare furioso per tutta casa quando se n'è accorto.” rise.

Hana era andata a casa di Axel con la scusa di riportargli la macchina, ma la sua vera intenzione era lasciare da soli Riku e Sora con la speranza di farli andare un po' d'accordo. Quando era arrivata l'amico stava ancora dormendo, ma non ci pensò due volte a buttarlo giù dal letto e -già che c'era- a preparargli un'abbondante colazione a cui prese parte anche lei. Il risultato fu che entrambi saltarono il pranzo. Si erano poi messi a giocare ai videogiochi, per cui il Rosso andava matto, e sul tardo pomeriggio avevano iniziato a chiacchierare facendo tornare alla memoria vecchi ricordi. Axel le aveva appena fatto ricordare di quando lui aveva deciso di giocare un innocente scherzo all'argenteo, divertendosi a scarabocchiarli la faccia con un pennarello indelebile nero mentre dormiva sul divano. Quando poi se l'era ritrovato davanti con un paio di baffi e un monocolo disegnati sul viso alla bell'e meglio, si era dovuta tappare la bocca con una mano per non ridergli in faccia, al contrario del Rosso che era scoppiato a ridere senza ritegno. Riku l'aveva guardato male per giorni.

Guardò l'ora sul cellulare e si accorse di essere in ritardo.

“È meglio che vada, o Riku inizierà a spargere volantini con la mia faccia per tutto il continente.” ironizzò.

Lui ridacchiò “Ma figurati! Come minimo li distribuirebbe per tutto il mondo, mari e oceani compresi!”

Si mise a ridere con lui, poi si preparò e si avviò verso casa in sella alla sua moto. Le nuvole che oscuravano il cielo non rassicuravano nulla di buono, molto probabilmente ci sarebbe stato un temporale simile a quello di qualche giorno prima, quando aveva trovato il suo nuovo amico privo di sensi. Accelerò per cercare di non trovarsi in strada quando sarebbe cominciato a piovere e in meno di una ventina di minuti era già a casa. Trovò il cancello più grande aperto e ciò non la tranquillizzava per niente, perché conosceva abbastanza bene suo fratello da sapere che non avrebbe mai e poi mai lasciato a degli estranei la possibilità di entrare anche solo nel cortile. Abbandonò la moto davanti all'ingresso e vi posò sopra il casco. La porta era spalancata. Superò la soglia e cercò l'interruttore della luce; lo premette più volte, ma sembrava che la corrente fosse saltata. In casa non c'era nessuno, di questo era certa, e ciò non la rassicurava affatto perché voleva dire che nemmeno Riku e Sora erano là. Sentì il panico assalirla, ma si impose di mantenere il sangue freddo. Socchiuse la porta e si diresse al contatore. Qualcuno aveva rotto il lucchetto e staccato la corrente e lei aveva una buona ipotesi su chi fosse l'artefice di tutto quello. Alzò la levetta facendo tornare la luce, chiuse lo sportellino appuntandosi di comprare un altro lucchetto e entrò dentro casa. Salì di fretta le scale componendo sul cellulare il numero di Axel. Entrò in camera di Sora e trovò la finestra aperta, ma proprio come aveva supposto, di lui nessuna traccia. Finalmente sentì la voce dell'amico rispondergli.

“Sono riusciti a prenderlo e con lui anche Sora.” disse solamente con voce grave, senza rigiri di parole.

***

Sapeva perfettamente a cosa si riferiva, non aveva bisogno di ulteriori spiegazioni.

“Arrivo.” il ragazzo chiuse la chiamata, salì in macchina e si diresse immediatamente a casa dell'amica, sperando solo che al ragazzino non succedesse nulla di grave.

 
'Sera a tutti ^^! 
Dovevo postare ieri, ma ammetto che ho preferito dormire sul divano xD il che è strano visto che non lo faccio mai o.O comunque...
Per la felicità di Devilangel, in questo capitolo nessuno mangia... Più o meno xD però i poveri Riku e Sora sono stati rapiti dagli alieni da personaggi misteriosi che ora come ora non ho intenzione di svelarvi u.u tanto lo capirete nel prossimo capitolo chi sono :') non che ci voglia una scienza... 
Mi stavo immaginando la scena in cui Axel decide di pitturare amorevolmente il bel faccino di Riku e sto ancora ridendo :'D cavolo! Se fosse stato un estraneo, a farlo, probabilmente avrebbe avuto vita breve... Ma in fondo tutti amano Axel! Specialmente certe persone di mia conoscenza xD 
Tornado "seri", che ve ne pare? 
E' la mia impressione o ho sempre meno da dirvi? ò.O Bah... 
Ora vi lascio. Ho finito di leggere Allegiant, quindi credo che andrò a deprimermi per colpa di quel fottutissimo finale >.> magari vedo se il cane di peluche che ho sul letto vuole farmi compagnia... Nel frattempo vi lascio insieme all'istinto omicida di Sora xD 
Non dimenticate di lasciare una recensione! Come faccio a sapere cosa ne pensate sennò? ù.ù 

Buona notte(?) a tutti ^O^!!
E.S.

 
  
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