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Autore: KiarettaScrittrice92    04/03/2015    8 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Tranquilli, ai tempi in cui ho iniziato a scrivere questa fanfic non odiavo ancora Aoko, forse perché non conoscevo ancora bene il carattere che le ha cucito addosso Gosho. Quindi non la farò soffrire per molto.
Invece voglio ricordarvi che essendo un personaggio esterno alla storia, quello che mi rappresenta, ho deciso esplicitamente cosa sà e cosa non sà della trama originale del nostro caro mangaka, ed in questo capitolo scoprirete il perché di questa mia affermazione. Inoltre qui per la prima volta si scopre una delle tante cose che io ed il mio personaggio abbiamo in comune e che forse non tutti i miei lettori sanno di me, non penso che ci sia bisogno di specificare più di tanto.
Ringrazio come al solito i miei tre fedeli lettori e ne approfitto per fare gli auguri di buon compleanno ad uno di loro, shinichi e ran amore :)
Buona lettura ^-^

Due imprendibili amici



Addio Kaito Kid
 

Ero alla grotta da pochi minuti, quando la voce di Kaito mi sorprese.
«Che ci fai qui?» mi chiese in tono serio.
Aprii la bocca, ma da essa non uscì niente. Non sapevo davvero cosa rispondere, speravo solo che qualcosa da un momento all’altro cambiasse quello sguardo iracondo in uno comprensivo.
«Vattene!»
A quella semplice parola le lacrime iniziarono a pizzicare le palpebre inferiori per poter uscire fuori.
«Kaito perdonami, io non sapevo che…» non mi fece finire di parlare.
«Non ti perdonerò mai Kiaretta, mai! Aoko non mi vuole più rivolgere la parola per colpa tua, mi odia!» urlò.
Non l’avevo mai visto arrabbiato e quella sua reazione mi spaventava, tanto quanto mi faceva soffrire. Non riuscii più a trattenere quelle lacrime, che caddero copiose e scomposte sul mio viso, scivolando il basso e lasciando i segni sulle guance. Le sentivo scivolare giù come cascate e avevo l’impressione che non sarei riuscita più a fermarle finché avessi avuto ancora acqua in corpo.
«Kaito io ti giuro che non volevo…» dissi tra i singhiozzi. 
«Non accetto scuse Kiaretta. Vattene! Da ora in poi io torno a lavorare da solo perché una colomba ha preso il volo…»
L’ultima frase l’aveva detta con aria triste, ma sapevo che comunque non avrebbe cambiato idea. La sua affermazione era stata categorica e la disperazione prese completamente possesso di me.
«No, Kaito ti prego…» lo supplicai, senza più un briciolo di dignità, mentre le mie lacrime continuavano a scendere.
«Ho detto che non ti voglio più vedere. Vattene, subito…»
A quelle parole, continuando a piangere, scappai da quel Kaito che non conoscevo. Andai lontano salutando per sempre il mio angelo bianco. Forse non era passato molto da quando l’avevo incontrato per la prima volta, ma lui per me era da sempre stato tutto. Lui non poteva sapere cosa provavo quando incrociavo il suo sguardo, non poteva minimamente immaginare quali milioni di sentimenti contrastati celava il mio cuore nei suoi confronti. 
La mia anima non era più libera come quando stavo con lui ora mi sentivo persa e allo stesso tempo in gabbia. Non riuscivo neanche minimamente a pensare che avevo detto addio a una delle poche persone che mi avevano fatto sentire importante nella vita. Dovevo sul serio dire addio a Kaito Kid?
Ero scappata in lacrime senza sapere la mia destinazione e solo dopo vari minuti, quando il mio cuore iniziò a battere più forte e sentii il fiato mancarmi, mi fermai. Mi sedetti su una roccia col fiato grosso. Sapevo bene che per via dei miei vari problemi cardiaci non avrei dovuto correre in quel modo, ma era stato più forte di me.
Quando finalmente, dopo qualche minuto, mi ripresi, alzai lo sguardo. Davanti a me c’era una distesa di erba brinosa, contornata da abeti e alberi sempre verdi che risaltavano sul cielo nuvoloso carico di pioggia. Quel paesaggio rispecchiava perfettamente il mio animo. Una tristezza immensa di grigiore e solitudine.
Rimasi lì ancora per qualche minuto, quando la voce di un bambino, che però di bambinesco non aveva assolutamente nulla, mi prese alla sprovvista.
«Povera Kiaretta… Fammi indovinare, Kaito ti ha piantato in asso vero?»
Mi voltai e lo vidi. Quegli occhi così simili a quelli di Kaito, dietro agli occhiali, e l’aria seria.
«Non sono affari tuoi!» risposi scocciata, asciugandomi le ultime lacrime.
«Scommetto che c’è di mezzo la figlia di Nakamori… Aoko. O sbaglio?» continuò lui imperterrito.
«Avresti fatto la stessa cosa per la tua Ran.» dissi continuando ad usare quel tono burbero e annoiato.
«Forse hai ragione, ma vedi il fatto è che tu sei il terzo incomodo. Insomma io non ho nessuno che si mette in mezzo tra me e Ran.»
Scoppiai a ridere divertita.
«Stai scherzando spero.» gli dissi tra una risata e l’altra.
«Perché?» mi domandò, quando finalmente vidi il suo viso tramutarsi in un’espressione di stupore.
«Credi davvero che nessuno oltre a Ran vorrebbe stare al tuo fianco? – lui continuò a guardarmi con aria sorpresa e allora continuai – Apri gli occhi Kudo. Io so che c’è una bambina che ti sbava dietro.»
«Ti riferisci ad Ayumi?» chiese lui che pensava di aver capito.
«No caro, io mi riferisco ad Haibara. Che non ti toglie mai gli occhi di dosso.»
«Haibara?» questa volta era rimasto davvero stupito.
Ci fu un altro minuto di silenzio, come se il bambino avesse dovuto realizzare ciò che gli avevo appena rivelato, poi si riprese e ricominciò a parlare.
«Comunque non è questo il punto. Il fatto è che per Kid sei solo d’intralcio, mentre a me saresti molto utile.» disse con un sorrisino beffardo.
«Cosa vorresti dire con questo?»
«Non hai mai pensato di essere una detective invece di una banalissima ladra? Insomma hai un intuito niente male.»
«Stai scherzando spero.» dissi scioccata da quella proposta.
«Affatto.» rispose lui convinto.
«Sei pazzo se speri che io ti aiuti a catturare Kid.»
«Quindi la tua risposta e no?» chiese per l’ultima volta.
«Pensavo fossi un ragazzo gentile e comprensivo, ma mi sbagliavo. – dissi adirata – Pur di raggiungere il tuo obbiettivo faresti di tutto. No, la mia risposta è no!»
Dopodiché mi alzai dalla roccia su cui mi ero seduta e mi allontanai da quella radura.

  
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