Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: luna_storta    04/03/2015    0 recensioni
Harry Potter dopo due anni dalla morte di Tom Riddle si catapulta nel mondo dei suoi genitori e amici, avendo così piacevoli e spiacevoli rivelazioni su di loro. C'è ancora qualcosa che alla fine non quadra ma sfortunatamente sono tutti morti, quindi nessuno può dargli delle spiegazioni...o quasi.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Harry tornò alla realtà e non potè non scappargli un sorriso. Erano i Malandrini e quella era stata la loro vita, l’idea di sapere dei loro anni ad Hogwarts lo rendeva felice. Non aveva mai sentito parlare di Maya, mai e da nessuno e se ne chiese il motivo.
Prese il libro sotto braccio e ancora sorridendo, tornò a casa, dove trovò Ginny sul divano, addormentata.
«Ginny…» disse piano, per svegliarla.
«Ginny…» disse di nuovo.
«Harry!» disse lei finalmente. Lui le sorrise ma lei non fece lo stesso, lo guardò con uno sguardo iracondo e in quel momento gli ricordò tanto sua madre, Molly.
«Dove sei stato?» tuonò lei.
«A casa di Sirius» rispose tranquillamente lui.
«E non potevi dirmelo? Non potevi dirmi “vado a casa di Sirius, Ginny, non preoccuparti per me, non sarò finito in qualche pasticcio” ma no, figuriamoci se il grande Harry Potter dice una cosa così a Ginny Weasley, figuriamoci!» non succedeva quasi mai che Ginny si arrabbiasse con lui e normalmente Harry si sarebbe scusato. Anzi, no, normalmente Harry non se ne sarebbe andato via a metà cena e senza darle spiegazioni.
«Ho sbagliato Ginny, ma se vuoi delle scuse sappi che non le avrai» disse, cercando di alleggerire il carico di quelle parole. Non si scusava semplicemente perché sarebbe significato dirle che gli dispiaceva, quando non era vero. Non gli dispiaceva affatto aver trovato la stanza!
«O meglio, Ginny, non ti dirò che mi dispiace. Ti devo, in ogni caso, delle spiegazioni. Il giorno prima del colloquio sono andato a casa di Sirius, ricordi?» la ragazza annuì.
«Bene. Ho notato qualcosa che non avevo mai visto prima, ti porterò a vederlo domani, se vuoi. Comunque era una stanza dove dentro c’era questo» e le mostrò il libro «i Malandrini l’hanno stregato affinché scriva un libro prendendo spunto da dei loro ricordi, che erano in delle scatole. Sembra che lo abbiano scritto loro perché» e le aprì la prima pagina «guarda, per ogni persona la calligrafia cambia perché è la calligrafia di ognuno di loro. Su ogni fialetta ci sono scritte le rispettive pagine del libro. Il punto è che i ricordi non sono solo dei Malandrini ma anche di Maya Rosier, che sembra una loro amica da ciò che ho letto ma nessuno mi ha mai parlato di lei» Ginny pareva aver sbollito la rabbia e sembrava aver concentrato tutta se stessa su ciò che Harry stava dicendo.
«Che ricordi sono?» disse mentre prendeva il libro dalle mani di Harry e iniziava a leggere.
«Ricordi degli anni passati ad Hogwarts, credo» passarono un paio di minuti e la giovane Weasley lesse ciò che il marito aveva letto prima.
«Harry» disse poi ad un certo punto.
«Mh?»
«Evan» disse, come fosse una cosa ovvia.
«Il fratello di Maya, da quello che ho capito»
«Lui non è un comune Evan fratello di una comune Maya. Lei forse è comune, ma lui no. Lui è Evan Rosier. Era uno dei più temuti e pericolosi Mangiamorte durante la Prima guerra e uno dei più fidi e antichi Mangiamorte al servizio di Voldemort. Mamma ha sempre sostenuto che lui fosse uno dei principali responsabili delle morti di Gideon e Fabian, i suoi fratelli. Ha torturato numerosi Babbani e non sostenitori di Voldemort. Quando gli Auror lo andarono a prendere lui preferì combatterli che finire ad Azkaban. Duellò contro Malocchio Moody e gli cavò un pezzo di naso, ma lui morì durante lo scontro»
Harry conosceva Evan Rosier, ne aveva sentito parlare abbastanza spesso ma non aveva collegato le due cose, non l’aveva riconosciuto.
«Qualcosa dev’essere andato storto. Era tremendo, ricordo ciò che avevo sentito sul suo conto ma non sembra proprio la stessa persona»
«L’unica cosa da fare è leggere il libro, Harry. Potrebbe essere successa qualsiasi cosa; un trauma o altro. Spero solo che il libro ne parli»
«Ginny» iniziò, cercando le parole giuste «sai che non sono mai stato un buon lettore. Per quanto il libro mi interessi…» la ragazza lo interruppe.
«Mi stai chiedendo di leggere il libro e poi leggerti le parti più salienti?» chiese, divertita.
«In un certo senso sì. Solo che…vorrei sapere di Maya, tutto. Vorrei che tu mi legga ogni suo ricordo…e anche quelli di mio padre, se puoi» disse molto gentilmente.
«Va bene» disse, semplicemente.
 
Se lui non era un gran lettore, Ginny era tutto l’opposto; perché dopo una settimana l’aveva già finito.
Quella sera gli diede la lieta notizia e gli lesse quello che lei chiamò “l’inizio della grande avventura”.

 
Pix ghignava malignamente, ancora.
«Pott-er!» lo canzonò.
«Pott-er, sei un canzonato o un canzoniere?
Sei una pappa molla o rendi pappe molli?
Fai finire in punizione o finisci in punizione?» lo canzonò di nuovo.
James si fermò ed alzò un sopracciglio.
«Chi sei?» domandò, cortesemente.
«Non ti hanno mai detto che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?
Non importa chi sia io, importa chi vuoi essere tu» recitò.
«Voglio essere James Pott…» stava dicendo quando Pix lo interruppe.
«Idiota, il nome non è la tua personalità. La personalità, al contrario del nome, devi creartela tu. Oggi devi decidere, devi decidere ora. Il tempo passa, giovane Potter, tic toc, al tre sei un perdente al due sei vincente» eh? Che diceva?
«Uhm, sono un canzoniere» abbozzò.
«Pott-er era il quat-tro! Doppiamente vincente, Potter!» canticchiò.
«L’altro era arrivato a cinque» disse poi.
«L’altro chi?» domandò James.
«Come chi? Il Black rivoluzionario!»
«Quindi vincente o perdente?» chiese. A quel punto il discorso era arrivato a non avere affatto senso e come tale bisognava portarlo avanti.
«Devo andare, ho Trasfigurazione» disse senza aspettare una risposta.
«Non hai nemmeno tempo di un innocuo scherzo ai Serpeverde?» a quelle parole il Grifondoro sorrise.
«Che tipo di scherzo?» Pix ghignò e tirò fuori da dietro la schiena un pacchetto di coriandoli.
«Te la cavi nel far lievitare le cose, Potter?» James annuì. Pix lo portò su per una scala e lo fece fermare in un pianerottolo. Il poltergeist liberò i coriandoli e indicò a James il punto preciso in cui sarebbero dovuti rimanere sospesi.  
«Bravo Potter, te la cavi davvero bene» constatò Pix, estasiato.
«Ora vieni qua» gli disse, indicando una rampa di scale più in alto dove sicuramente avrebbero avuto un’ottima visuale senza rovinare il loro effetto sorpresa.
Aspettarono un po’, mentre i coriandoli rimasero sospesi sopra allo stipite della porta dell’aula di Trasfigurazione. Entrambi ad un certo punto videro dei ragazzi avvicinarsi. Serpi, capirono, dalle loro sciarpe. James si tenne pronto e quando Pix gli sussurrò «ora» li lasciò andare. I pezzi di carta caddero sopra le loro teste come acqua e loro tentarono di cacciarli via mentre continuano a lamentarsi. I due colpevoli scoppiano a ridere e James addirittura cade a terra e Pix, per l’accaduto, se possibile, rise ancora di più. Esilarante!
Le risate continuarono fino a quando qualcuno non arrivò.
«BASTA! Pix, quando la finirai di disturbare gli studenti? E tu sei…?»
«James, James Potter» rispose lui intimorito.
«Bene Potter, dieci punti in meno alla tua casa. In punizione, questa sera alle sette, nel mio ufficio» rispose la professoressa di Trasfigurazione.
«Potter rimane comunque un doppio vincente. Anche Black lo è» disse il poltergeist, facendogli l’occhiolino, prima di andarsene.
James sentiva molte sensazioni diverse in quel momento, e nessuna di quelle era dispiacere. Era certo che quella sarebbe stata la prima volta di tante.
Quella sera, senza troppo stupirsi vide anche Sirius in punizione nell’ufficio della McGranitt.
«Scherzi di pessimo gusto, ragazzi. Non posso permettere che dei miei studenti abbiano questo comportamento» disse «non dopo i primi giorni almeno ed è per questo motivo che siete in punizione. Spero che a nessuno di voi due venga questa brillante idea di nuovo» disse la professoressa McGranitt «A voi ragazzi le parole servono poco, servono più i fatti. Bisogna farvi fare qualcosa che voi assolutamente non vorreste rifare, perciò, consegnatemi le bacchette e andate in Sala Trofei, li pulirete tutti alla maniera babbana» sia James sia Sirius spalancarono gli occhi. Entrambi si voltarono e si osservano, non era la prima volta che si vedevano ma lo sembrava; mai si erano parlati e ora, erano in punizione assieme. Improvvisamente si sorrisero, adesso compagni di sventura.
«Allora Black, cosa hai combinato?» abbozzò James. Voleva far sembrare quella punizione un po’ meno spaventosa di quel che era.
«Ho dato retta a Pix. E tu, Potter?»
«Oh, anche io» il punto era uno: James si sentiva stupido. Stupido perché era orribile tentare di mandare avanti una conversazione quando lui era l’unico a volerlo, proprio come in quel momento. Ma non era affatto così.
Sirius si guardò intorno e quando non vide la professoressa parlò, bisbigliando nonostante la sua assenza: «In tutta sincerità, James, per quanto pulire trofei possa essere orribile, penso questa non sarà affatto l’ultima volta» James sorrise.
«Neanche per me, Sirius» a quel nome il ragazzo rabbrividì.
«Non ti piace il tuo nome?»
«Non mi chiamavano così da tanto » rispose l’altro, secco «però mi piace» aggiunse
«perché è originale. Sirius…sai quanti giochi di parole?» scoppiarono a ridere entrambi.
«Ci pensi Sirius? È passata una settimana di scuola e solo ora siamo in punizione! Abbiamo sprecato un preziosa settimana» Sirius rise.
Parlarono per tutta la serata e anche se i trofei erano a centinaia, loro erano contenti di essere assieme. Ora erano amici e non più solo due compagni di dormitorio.
Quella fu la prima di tante punizioni. E l’inizio di una delle più grandi amicizie di sempre.

 
 
Ginny chiuse velocemente il libro con un sonoro sbadiglio.
«Allora Harry, soddisfatto?» domandò.
Harry si riprese dalla sua trance. Dire che era fantastico sarebbe stato dir poco. Era felice di sapere di poter sapere
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: luna_storta