Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: wonderfulleffe    04/03/2015    0 recensioni
Jon Snow approda nella città libera di Meeren, alla ricerca du verità sulla regina dei sette regni di cui tutti parlano. I sudditi le sono fedeli, e l'intero regno la ama. Ma il bastardo di Grande Inverno vuole saperne di più. Ecco perché andrà alla ricerca della Khaleesi Daenarys Targaryen, scoprendo insieme, lei e un mondo totalmente nuovo di cui rimarrà meravigliato. Ma qualcuno da nel frattempo turberà quest'incontro. Xaro è tornato, pronto a ricambiare il torto fattogli a Qart.
Spero vi piaccia, buona lettura e valhar morghulis! 😊
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daario Naharis, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Missandei, Spettro
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Gli toccò aspettare fino all'imbrunire, rendendosi spettatore della gentilezza della regina. Daenarys infatti accoglieva in udienza tutti i suoi cittadini e in cambio riceveva doni di qualsiasi genere. Abiti, gioielli, tessuti, libri ma anche pollame, farina e addirittura le corna di un bisonte! Ella sembrava non cedere alla fatica, e ogni suddito riceveva i più incantevoli sorrisi da parte della ragazza. -Immacolati! Riposo.- comandò ai soldati. Era tempo di cessare la guardia. Era giunta ora di cena, ed era stata un'altra lunga e intensa giornata per tutti quanti. Jon si alzò e il suo Spettro lo seguì, sentiva che doveva conferire con la regina. Seguendo la processione si incamminò verso le stanze della sovrana. Il bastardo aveva potuto vedere il lusso di Castel Granito, ma non era nemmeno paragonabile a quello che ornava Tana del Fuoco. Jon si stupì nell'osservare le preziose chincagliere che arredavano la stanza. C'erano anche bauli alti almeno 8 piedi che si elevavano verso il soffito, erano aperti e contenevano i più svariati tesori; collane, diademi, abiti dai tessuti più preziosi, e addirittura strane pietre brillanti grandi come un pugno. Al centro del dormitorio vi era una vasca che esalava vsapori profumati, odori inebrianti completamente sconosciuti a Jon. In fondo invece, su un terrazzo che godeva di una delle viste puù belle che il ragazzo avesse mai ammirato, era stato allestito un banchetto. A Snow, quasi simultaneamente al suo lupo, venne l'acquolina in bocca. Erano giorni che si nutrivano solo di zuppa ai porri e cappone. Il suo stomaco protestò violentemente. -Lord, non hai appettito?- Daenarys si rivolgeva a lui. -No.. Stavo aspettando voi maestà.- disse. Ella nel mentre si spostò dietro a un paravento e si fece spogliare dalle sue dame. Un tenue rossare pervase le guance fredde del bastardo. - Jon Snow, non voglio pregarvi, ma credo che un pasto ristoratore sia più che necessario dopo un viaggio come quello che avete affrontato.- Mandò la sua ragazzina a spingerlo verso il banchetto. Diversamente dalla mattina quegli occhi verdi non incrociaronomai quelli di Jon. -Missandei, ti prego, presenta al concilio il nostro gradito ospite.- esclamo Dany. Prima di essere messo a sedere notò un signore molto anziano, che possedeva uno sguardo furbo, come quello che solo i ragazzini sono in grado di avere. Gli fece un cenno di saluto. Con voce squillante e con una perfetta pronuncia della lingua comune , cosa che sorprese alquanto il giovane, che dubitava fortemente che la ragazzina, essendo cosi giovane, conoscesse un'altro idioma diverso dal Valyriano, gli presentò il vecchio: - Ser Lorax Raftir di Buco della Volpe, amministratore delle cariche pubbliche e della gestione dell'erario dei sette regni e delle terre libere, nominato anche consigliere di sua maestà la regina. - Jon ricambiò il saluto. -Daario Naharis, primo cavaliere della regina Targaryen, e suo diplomatico nelle terre straniere.- Un tipo muscoloso e di bell'aspetto alzò in alto il calice, sorridendo con gli occhi. Forte, occhi d'ambra e sorriso smagliante, fece capire a Jon Snow perché il populino sussurasse di una tresca tra lui e la regina. Jon comunque imitò il suo gesto. Un uomo nel frattempo però lo guardava, senza espressione. Vide però che non stava guardando lui bensì la ragazzina di nome Missandei. Lei chinò ancora di più il capo. C'era qualcosa tra i due, un qualcosa che Jon ben conosceva. Una chioma rossa balenò nella sua mente. Cercò di scacciarla via. -E infine il comandante Verme Grigio a capo della guardia reale, liberato dalle catene e servitore fedele della regina. - Missandei cercò di mascherare qualsiasi tipo di emozione o sentimento che la legava all'uomo dalla pelle scura. Verme Grigio comunque non aveva per niente l'aria di un nobile. Anche lui si inchinò e Jon non esitò a ricambiare. Ripensò alle lezioni di galateo di Septa Mordane, benché inutile l'etichetta era obbligatoria al cospetto di un sovrano. O una sovrana in questo caso. Arrivò finalmente la regnante. La sua bellezza lo meravigliò ancora una volta. era avvolta in una veste bianca che richiamava il colore dei suoi capelli, intrecciati laboriosamente con boccioli di Bella Morte. Per la prima volta gli rivolse un sorriso. Jon si sentì mancare il fiato. Il fuoco aveva raggiunto senza fatica il suo inverno. Cenarono accompagnati dai canti dei Fiati Muti di Meeren, donne che si narrava proferissero parola solo al momento di cantare. Jon infatti non le sentì se non durante l'esibizione. Sentì invece la risata cristallina di Dany che non contenne a causa di un battibecco fra Daario Naharis e un coppiere su chi fosse l'inventore della sonata di una certa pricipessa Yelah.. ma Jon non badò a quella coppia improbabile; coppiere e Primo Cavaliere. Lo aveva sorpreso più che altro il ridere spensierato di sua maestà. Tutti quei compiti, quei titoli e quelle imprese gli avevano fatto scordare che lei continuava ad avere 19 anni. E pensò anche alla sua età. 23 anni. Eppure si sentiva come se davanti a lui fossero strascorsi migliaia di anni. Forse gli dei gli avevano concesso di vivere finalmente la sua giovinezza. A quell'idea sorrise. Non gli era mai stato davvero concesso di essere un ragazzo. -Quindi non vi trattenete oltre? Ovviamente non posso impedirvelo, ma sono molto dispiaciuta. Sapete che oltre alla vostra saggezza gradisco molto la vostra compagnia. - Daenarys si sdraiò sui cuscini rivolgendo un delicato saluto al suo consiglio. Con aria lucida, attenta, aprì la bocca in un sorriso. Jon seppe che era arrivato il momento per parlarle. -E così sei il bastardo di Ned Stark, il braccio destro dell'usurpatore.. - Jon volle difendere il padre, ma la sovrana non gliene diede l'opportunità. - No, nessun rancore. Anzi. E' solo grazie ai Ribelli se il regno è tornato al suo splendore. Ho sentito il sangue del Drago che avvampava dentro di me e mi sono ripresa ciò che era mio di diritto. Il dolore per la perdita dei miei cari, sì , anche mio fratello il "re mendicante", rimarrano una cicatrice nel mio cuore fiammeggiante. Ma come ben sai, è il rischio di giocare al gioco del Trono. Ti garantisco che in questa partita il vincitore non è mai scontato. Ne si può pretendere che il vincitore sia sempre in buone mani. -Dany si strinse le braccia sul ventre. Jon sapeva di alcune donne che non erano in grado di accogliere il seme del dell'uomo e sapeva che lei era una di quelle. Si sentì molto triste per lei. Colpa di un incantesimo o di un vile scherzo del fato? Daenarys si accorse di quello sguardo furtivo e si coprì con le vesti dell'abito. Sembrava non apprezzasse mostrare le sue debolezze. -Mi dispiace altezza, sono addolorato dalla vostra perdita, ma concordo con ciò che dici. Il gioco per il potere ha donato al Dio Rosso tante anime da riempire mille mari. I miei fratelli ne sono stati vittime, ma fortunatamente ho ancora qualche affetto che mi lega a Westeros. - Jon si rivide insieme ai suoi fratelli a Grande Inverno. - nello stesso modo in cui voi siete legata ai vostri draghi mia signora. Un tesoro che secondo alcuni varrebba addirittura più di una stessa vita umana.- Denarys si strinse nelle spalle. - Ti dirò Lord Jon, io non sarei disposta a fare un sacrificio del genere, amo troppo la mia gente. E' la mia famiglia, sono i miei figli, così come lo sono i miei draghi, e non mi salterebbe mai in mente di anteporre gli uni davanti agli altri. Ho perso già fin troppe persone a me care. - si guardarono negli occhi. I suoi occhi viola la invecchiavano, sembravano aver affrontato cose che una fanciulla non dovrebbe mai vedere . Ecco una delle cose che rendeva Daenarys Targaryen così diversa dalle altre donne. _ Lord Jon, cortesemente, versami altro vino.- La regina si era leggermente scomposta dalla solita schermata dura che la separava da Snow. Manteneva una certa distanza, ma tenendo in grembo Spettro capì che iniziava a fidarsi di lui. -E così avevi fratelli?- chiese lei. Jon provò una leggera fitta quando dovetet parlare della sua famiglia, ripensando a quando aveva arruffato i capelli di Arya, e ricevuto i pugni giocosi di Rickon, mentre Bran, ormai lord di Grande Inverno, stringeva Sansa a sé sorridente. Pensò anche a Robb perito durante le nozze rosse per ordine di Lord Frey, un'ignobile viscido mostro. Gli Stark non avevano avuto modo di ricambiare il favore dato che la febbre gialla aveva consegnato il corpo rinsecchito del nobile al Dio Rosso. Jon non aveva più rivisto il fratello e di lui rimaneva solo il ricordo del loro ultimo gioco con le spade di legno, prima della sua partenza verso la Grande Barriera. - Ne avevo 5 maestà, due femmine e tre maschi, il più grande era Robb Stark, assassinato da Lord Frey, come ben sai, e purtroppo mai vendicato. Neanche per le mie sorelle è stato facile, una vittima del pazzo Jeoffrey e l'altra in fuga dalle Cappe Dorate. Stesso destino per Rickon e Bran, fuggiti per un soffio dalle grinfie dei Greyjoy. Ma sono riuscito a riabbracciarli, un po' più ammaccato di quando li avevo lasciati e molto più uomo di allora.- Dany sembrò volergli toccare una spalla, per confortarlo forse? La ragazza però si ritrasse. -E una donna? Una moglie? - Jon esitò nel rispondere e Dany reagì sconvolta. -Ti prego di perdonare questa mia maleducata curiosità. A volte non riesco a contenermi. Non devi rispondere se non ti appetisce farlo Lord Jon.- -No altezza, a dir la verità è da tanto che non parlo di questo argomento con nessuno. Comunque sì, c'è stata una donna, che mi ha amato e mi ha fatto dono di tutta se stessa. Anche io la amavo, ma per i doveri che avevo nei confronti dei Guardiani della Notte l'ho dovuta lasciar andare e ho dovuto compiere azioni che l'avevano profondamente delusa. Credevo di averla persa , Ygritte, una donna bruta vostra maestà. Capelli rossi e occhi grigi come il ghiaccio, proprio come il ghiaccio attorno alla grotta dove la feci mia.- Daenarys non sembrò per niente imbarazzata come il ragazzo constatò.- Era rude con me, ma si divertiva a farmi scoprire cose nuove sulla caccia, sugli animali, sull'amore. Mi aveva cambiato l'intera percezione che avevo del mondo. La persi una seconda volta. Il giorno in cui i bruti attaccarono i Guardiani. Persi il mio primo amore. La pelliccia non mi ripara più dal freddo, il mio cuore si è ghiacciato, dal giorno in cui ho perso Ygritte. -. Le candele illuminavano la stanza rendendo più semplice il compito della luna, piena quella notte. Daenarys si alzò e mise una mano tra le sue. -Io.. Suoni di trombe e grida ruppero le parole che Dany stava per pronunciare e una guardia entrò nella stanza. - Le gabbie dei draghi sua maestà! Sono state aperte!.- L'orrore si dipinse sul volto di Daenarys.
   
 
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