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Autore: katyjolinar    05/03/2015    0 recensioni
La vita di un vichingo è scandita da alcune tradizioni che segnano il passaggio da un momento a un altro del proprio percorso. E tutti sono tenuti a rispettare queste tradizioni, anche i ragazzi di Berk.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Moccicoso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La riunione durò parecchio, e terminò a notte fonda, quando Hiccup ordinò ai suoi amici di tornare a casa e farsi qualche ora di sonno, prima di mettere in atto il piano di recupero, il giorno successivo.
Ma Moccicoso non riusciva a dormire. Si girava e ritirava nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Non l'avrebbe mai ammesso, ma era molto preoccupato, e aveva paura che il piano potesse fallire; in fondo, ad essere stata rapita era la sua ex moglie, a cui voleva molto bene, e oltre ad essere la madre del suo primogenito era anche la sua migliore amica, dopo Testa Bruta. Si girò un'ultima volta e guardò la moglie, che si era addormentata appena aveva messo la testa sul cuscino.
La coprì bene e si alzò, andando alla finestra.
Guardò fuori; la finestra della casa di Hiccup e Astrid era aperta, e dall'interno si scorgeva la luce tremolante di un lume. Evidentemente neanche Hiccup riusciva a prendere sonno, ma Moccicoso poteva capirlo: ad essere stata rapita era sua moglie, per giunta all'ottavo mese di gravidanza, e se lui stesso era agitato perché Dagur aveva rapito la donna che portava in grembo suo figlio, figurati suo cugino, a cui era stata portata via la donna amata.
Sospirò, girandosi di nuovo verso il letto; Testa Bruta si era svegliata e si era messa a sedere, con aria assonnata, cercandolo con lo sguardo, non avendo trovato il marito accanto a lei.
"Sono qui, principessa." la rassicurò, sedendosi accanto a lei e facendole una carezza "Non riuscivo a dormire e ho deciso di alzarmi."
La giovane lo fissò, preoccupata, e gli posò una mano sulla guancia. Sapeva a cosa stava pensando, lo conosceva troppo bene per non riuscire a capire certe cose.
"La ritroveremo." disse "Il Capo ha escogitato un buon piano, e i piani di Hiccup riescono sempre, lo sai."
"Sì, ma..." obiettò il moro "Il problema è che... ecco, c'è comunque il rischio che il piano non riesca... Hiccup è coinvolto emotivamente dalla cosa, e questo gli impedisce di pensare lucidamente, e io ne so qualcosa." Bruta lo fissò, interrogativa, così Moccicoso si affrettò a spiegare "È che... Astrid è pur sempre la mia ex moglie, e che io lo voglia o no, quello che porta in grembo è mio figlio; questo rende emotivamente coinvolto anche me, e per quanto cerchi di mantenere una certa lucidità, non è semplice, inoltre continuo a chiedermi cosa farei io, se al posto di Astrid fossi stata rapita tu. E questo mi fa salire la rabbia, mi fa venire voglia di prendere Dagur e pestarlo finché non chiede pietà... ma non voglio farmi sopraffare dalla rabbia..."
"Perché no?" insistette la bionda, prendendo il volto del marito tra le mani, per guardarlo negli occhi "Moccicoso, sai cosa mi ha fatto innamorare di te? Tu sei sempre stato forte, grande, e quando ti arrabbi lo fai per un buon motivo, facendo dei gran casini, magari, ma alla fine risolvi tutto.
"Bruta, questa volta non posso combinare casini." obiettò il ragazzo "Devo mantenere la calma, ma non so se sarò in grado."
"Se non riesci a stare calmo, non farlo." suggerì Testa Bruta "Forse la calma non è la soluzione. Tieni solo a mente che devi salvare tuo figlio, e andrà tutto bene."
Moccicoso la fissò, indeciso. La giovane gli sorrise, rassicurante, un sorriso che scaldò il cuore al marito, che gli fece tornare tutta la sua sicurezza. Amava quella donna, la amava da morire, e si fidava di lei quanto lei si fidava di lui, quindi se Testa Bruta diceva che sarebbe andato tutto bene, allora doveva crederle.
Senza dire altro, tornò a letto e si sistemò accanto alla compagna, con la testa poggiata sulla sua pancia. Era ancora presto per sentire i movimenti del bambino, ci sarebbero voluti almeno un altro paio di mesi, ma tenere l'orecchio sulla pancia della moglie lo tranquillizzava, lo faceva stare bene e lo faceva sentire più vicino a lui, visto che non aveva potuto vivere allo stesso modo la stessa esperienza per il suo primogenito. Chiuse gli occhi, abbandonandosi al sonno, per quel poco tempo che potevano ancora goderne, visto che avrebbero dovuto partire molto presto da Berk.
Poche ore dopo si ritrovarono all'Arena. Era ancora buio, ma se l'appuntamento era all'alba dovevano partire molto presto per attuare il piano.
Si erano messi d'accordo di andare solo in quattro, Testa Bruta sarebbe rimasta a Berk, vista l'eventuale pericolosità della missione di recupero, e su questo sia Hiccup che Moccicoso erano stati d'accordo fin dall'inizio.
Il moro aveva appena finito di sellare Zannacurva, quando sua moglie si avvicinò e lo strinse, visibilmente preoccupata.
"Tranquilla, andrà tutto bene." la rassicurò.
"Stai attento." sussurrò lei "E tieni d'occhio mio fratello."
Il ragazzo annuì, la baciò e salì in sella, salutandola un'ultima volta prima di spiccare il volo e seguire gli altri.
Si affiancò a Hiccup, e lo guardò; era concentrato, ma si poteva notare una nota di preoccupazione.
"La riporteremo a casa sana e salva, tranquillo." disse "Il tuo piano funzionerà."
"Il problema è che non sappiamo quante navi si è portato Dagur." ammise il castano "C'è il rischio che non riusciremo ad abbatterle tutte."
"Ehi, cugino, relax!" insistette l'altro "Ce la faremo."
Il giovane sospirò e annuì, spronando Sdentato ad andare più veloce.
Arrivarono sull'isola dei Draghi che aleggiava. Al largo si divisero: Gambedipesce e Testa di Tufo, che per l'occasione aveva preso in consegna Tempestosa, fecero il giro dell'isola, cercando le navi di Dagur e attaccandole per renderle innocue, mentre Hiccup e Moccicoso andarono diretti al luogo dell'appuntamento, un a piccola spiaggia all'interno di un fiordo, con le pareti rocciose a strapiombo e delle pericolose rocce in bilico.
Quando arrivarono, Dagur era già lì, con due guardie, e Astrid era legata a una roccia, vicino alla parete rocciosa.
"Oh, salve!" li salutò Dagur, avvicinandosi alla bionda e afferrandola per i capelli "In perfetto orario, come sempre... ma vedo che non sei solo."
"Beh, si dà il caso che non hai rapito mio figlio, Dagur." spiegò Hiccup, calmando Sdentato con un gesto della mano, poiché era parecchio nervoso "Ma il figlio di Moccicoso. Quindi, se il tuo intento era far arrabbiare me, sei riuscito a far arrabbiare anche lui,complimenti!"
Dagur borbottò, dando l'ordine ai due suoi uomini di attaccarli.
Così fecero, ma nel giro di pochi minuti vennero messi al tappeto, così che il giovane rimase solo contro gli altri due.
Ma aveva ancora una carta da giocare. Afferrò meglio Astrid per i capelli e le puntò la spada alla gola.
"Fermi dove siete, o la ammazzo!" esclamò. I due non si mossero, fissandolo cauti, in attesa della mossa successiva "Bene. Ora, Hiccup, il tuo Furia Buia!"
Però, in quel momento, un urlo tuonò nell'aria. I due Berkiani si guardarono: quello era il segnale; Hiccup fece un passo avanti, guardando il suo avversario, che, preso di sorpresa da quell'urlo si era allontanato dalla giovane donna.
"Questi erano i miei uomini, Dagur." riferì "Significa che la tua flotta è stata distrutta, sei rimasto sono tu contro di noi. Ora allontanati da mia moglie e butta a terra la tua arma!"
"MAI!" urlò lo Squilibrato, saltando addosso al suo rivale, che si difese come poté, mentre Sdentato cercava il momento giusto per sparare una delle sue sfere di plasma contro Dagur e poter liberare il suo Cavaliere.
Moccicoso, quindi, corse da Astrid e tagliò le corde, liberandola.
"Come ti senti, Astrid?" chiese, controllandola attentamente "Quel coso non ti ha fatto del male, vero?"
"Sto bene." lo rassicurò "Stiamo bene entrambi, Moccicoso. Tuo figlio è stato agitato tutto il tempo, ma credo stia benone. Ora vai ad aiutare Hiccup!"
"Hiccup lo sta aiutando Sdentato." obiettò il moro "Devo attenermi al piano: lui si occupa di Dagur e io mi occupo dell'incolumità tua e del bambino."
"No! Vai ad aiutare mio marito!" urlò la ragazza, in preda a una crisi isterica, spingendolo, ma lui la strinse e la fece alzare, calmo, per poi condurla verso Zannacurva.
In quel momento, Sdentato si trovò in una posizione favorevole. Aveva l'ordine di colpire Dagur, per metterlo fuori gioco e liberare Hiccup, e così fece.
Sparò due sfere di plasma, ma solo la seconda andò a segno, la prima colpì alcune rocce in bilico sullo strapiombo, proprio sopra Moccicoso e Astrid.
Il giovane, preso da un improvviso attacco di eroismo, spinse via la donna, verso il suo Incubo Orrendo, proprio quando le rocce gli caddero addosso. Si buttò a terra, mentre le rocce lo colpivano, provocandogli una serie di ammaccature non troppo serie.
Ma assieme a quelle rocce, anche un masso seguì la valanga, andando ad atterrare sulle gambe di Moccicoso.
Sentì un forte dolore alla gamba destra e urlò, ma provò a muoversi, a contrastare il dolore.
Però era troppo forte, insopportabile, e il moro perse i sensi, mentre sentiva le voci di Astrid e Hiccup allontanarsi.
Parlavano di spostare i massi, di liberarlo e tornare in fretta a Berk.
L'ultima cosa che gli arrivò all'orecchio prima di perdere completamente i sensi fu la voce di Astrid che parlava di acque e contrazioni.
   
 
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