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Autore: Naki94    06/03/2015    0 recensioni
Poco oltre la mezza notte, attraverso una fila di cespugli aderenti al muro ovest della struttura, comparve incappucciato un uomo.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertivo già da molto tempo l'impulso crescere dentro di me. Non ho mai avuto il coraggio di scrivere ciò che è accaduto in questi lunghi anni.

Ricordo ancora molto bene quando, all'età di nove anni, seguii mio padre fino alla vecchia casa del nonno. Sapevo che in lui c'era qualcosa che mi sfuggiva, una parte della sua personalità o vita privata che non comprendevo a fondo. Ciò che vidi rimase sigillato dietro le sbarre della stanza sprangata degli incubi irrisolti. Ho pregato spesso di non rivivere quel ricordo, nemmeno nei sogni più oscuri.

Da quel giorno il rapporto con mio padre cambiò e lui divenne per me solamente lo scienziato Robert Gordon. Lui, d'altro canto, aveva intuito questo mio distacco e forse ne aveva anche compreso il motivo. Nonostante ciò non fece nulla per farmi cambiare idea e rimase nell'ombra per altro tempo.

Nel 1992 accadde a Mason Creek un evento spaventoso che divenne da subito un caso nazionale. I due scienziati, coi quali mio padre lavorava, furono arrestati con l'accusa di omicidio e pratiche occulte. Sul giornale apparve meglio la vicenda qualche giorno più tardi. Mio padre fu interrogato da un certo detective Wilson, ricordo che in casa c'erano spesso poliziotti e giornalisti. Fu per questo che mia madre decise di lasciarlo, quasi un anno dopo, chiedendo il divorzio. Non sopportava più quella situazione. Situazione che è andata ovviamente a sommarsi a un rapporto già instabile e in crisi da anni. Più tardi e, in maniera oscura, venni a conoscenza dei tradimenti di mia madre con un certo Harry Davies.

Ciò che sconvolse l'intera cittadina di Mason Creek fu la scomparsa di alcuni ragazzi e l'idea che un serial killer abitasse in paese ci terrorizzò tutti quanti. Ricordo ancora quando Eric ed io ne parlavamo all'intervallo a scuola. Più tardi il sindaco, assieme alle forze dell'ordine, decise di imporre il coprifuoco, nell'attesa che le indagini portassero a un sospettato.

L'anno dopo il divorzio mio padre soffrì di polmonite. Ci furono dei giorni nei quali venne costretto a rimanere a letto e fu proprio uno di quei giorni che, colto dai sensi di colpa e da una debolezza emotiva, decisi di andarlo a trovare in ospedale. Era ridotto veramente male, quasi non lo riconoscevo e i medici erano convinti che non si trattava solamente di polmonite. Una notte silenziosa mi ritrovai con la testa assopita sul letto, al risveglio mio padre mi parlò. Il tono era serio, cupo, quasi immondo. Per qualche istante mi domandai se veramente si trattasse di mio padre. Mi raccontò una storia, una storia nera. Una storia che lo riguardava. Una storia così tremendamente carica d'orrore da risultare difficile per il cervello umano da accettare e comprendere. La sua sincerità l'ha intuii dai suoi occhi in lacrime e dalla motivazione che in seguito diede alle sue azioni.

«Il Lord mi fece un'offerta alla quale non potevo rifiutare, poiché l'amore per un figlio mi impediva di farlo. Ti ho slavato, Jason. Mi sono sacrificato per te preparando la mia anima a questo grande peccato».

Tutto quel discorso aveva risvegliato in me l'animo oscuro. Sentivo improvvisamente i graffi di quel demone, fin'ora dormiente, grattare la superficie nella quale era rinchiuso.

«Con quella maschera il Lord mi ha condannato, e solo ora capisco di non averti salvato ma, al contrario, di averti maledetto con quel mio ingenuo gesto, dettato dalla paura della morte. Tuttavia la cosa deve continuare e non v'è alcun modo per fermarla. Prendi dunque la maschera e continua ciò che ho iniziato».

«Perché io, papà? Perché devo continuare a...».

«Il male sceglie il male quando si tratta di aggiungere seguaci».

D'istinto ricordo di aver afferrato quella maschera di tessuto bianca e di aver risposto. «No, papà. Il male non sceglie il male per aggiungere seguaci, ma più scaltramente cerca e trova solamente l'animo più debole».

Qualche giorno dopo morì di embolia polmonare.

Per qualche giorno tentai di non pensare a questa storia della maschera bianca, ma il mio lato oscuro si era svegliato e la tentazione di provarla era fortissima. Non resistetti a lungo, quell'oggetto aveva una particolare influenza sulla mia psiche, o forse era il Lord?

Scoprii solo in seguito che essa mi poteva condurre nei sogni solo delle persone con le quali avevo un certo contatto. I sogni, un mondo tanto oscuro quanto fantastico. In quei luoghi ho vissuto più che nella realtà interagendo con l'inconscio d'ogni persona. Ma il Lord voleva anime per il suo esercito ed io avevo il compito di consegnargliele.

La maschera permetteva di comandare, attraverso il sogno, alcune azioni della veglia. Nessuno sarebbe mai arrivato a me. Il più intelligente detective avrebbe al massimo incolpato quelle povere anime che decidevo di usare per i miei omicidi. Il Lord era contento del mio operato, più che quello di mio padre. Per un po' apprezzai con gioia quel momento, poi il senso di colpa mi distrusse spezzandomi i nervi uno a d uno. Un residuo del lato buono si impose a quella malvagità. Cercai dunque una soluzione.

Fu così che trovai le tracce del necromante. Non voglio spiegare come ne venni a conoscenza, fu una ricerca molto oscura. Temo al solo pensiero di quel che i miei occhi hanno letto e visto a proposito degli Altri Mondi e credo che l'essere umano non sia affatto pronto o generato per sopportare tutto questo.

Trovai il Dottor Crugher a Sundown. La notizia della tragedia avvenuta in quel paese mi fece accapponare la pelle e capii che la persona che stavo cercando doveva essere nei dintorni. Quando giunsi in quella casa oltre il cimitero, il puzzo terribile dei cadaveri ingombrava l'aria. All'interno non v'era nessuno e, dopo una notevole fatica, riuscii ad aprire la porta dello cantina. La luce era scarlatta oltre il buio nero dell'oscurità più assoluta e malvagia. Udivo i sussurri reali dei demoni più immondi, e il lor battere di artigli ed ali sulle pareti insanguinate. Ma non avevo paura e credo che la percezione di questo fece in modo che Crugher, silente alle mie spalle, non trovasse la forza di uccidermi.

Prima di voltarmi verso il necromante, notai, crocifisso alla parete, il corpo putrefatto di un uomo in catene. Era ovvio che, per qualche motivo, Crugher l'avesse imprigionato là sotto da vivo e poi lasciato a morire.

Proposi a Crugher un accordo che accettò in virtù dei suoi studi. Avrei dato a lui tutti gli appunti sulle scoperte scientifiche di mio padre se in cambio lui mi avesse aiutato a liberarmi dalla maledizione della maschera del Lord.

Nei suoi studi, Crugher, aveva trovato il modo di ricollegare le anime ai loro corpi defunti. Egli utilizzava scoperte scientifiche abbinate all'occulto, in particolare all'utilizzo di un misterioso libro di origini ignote.

Scoprimmo un'importante regola sulla maschera. Se in sogno il sognatore avrebbe avuto il coraggio di sfilare la maschera dal viso del portatore, allora il portatore sarebbe morto, liberandosi però dalla maledizione. Tuttavia il sognatore, per uscire dal suo stesso incubo, sarebbe stato obbligato ad indossare la maschera. Era come un portale da realtà a sogno e viceversa. Indossare la maschera per uscire dal proprio incubo avrebbe comportato l'onere di occuparsi di quel malvagio lavoretto. Al contrario, se il sognatore decidesse di non maledirsi indossando la maschera, rimarrebbe all'interno del proprio sogno finché non decidesse di cambiare idea. Mentre nel sogno il sognatore combatte contro sé stesso e l'indecisione, nella realtà il suo corpo apparirebbe in stato di coma.

Feci vedere in sogno, alla mia inconsapevole seguace Irina Callaway, ciò che aveva fatto alla sua amica Sofia Monroe. Ella, tormentata dal senso di colpa, cercò di liberarsi da quei terribili sogni. Cosicché io, una notte, le rivelai nel mondo onirico, dell'esistenza di un tizio che avrebbe potuto aiutarla. Irina però fu troppo debole, non mi ascoltò e due notti dopo si suicidò.

Riprovai allora con il mio vecchio amico Eric Wide. Con la scusa di scoprire degli indizi sul caso lo convinsi, assieme a Martin, ad entrare in camera di Irina. Ovviamente sapevo dove ella teneva nascosto il diario e la macchina fotografica. Sapevo anche che, una volta recuperati quegli oggetti in seguito ad una violazione di domicilio, avrei altrettanto semplicemente convinto quei due a seguirmi nel bosco per liberarcene. Quel pomeriggio misi nello zainetto le prove e due bottigliette d'acqua. In quella senza etichetta avevo aggiunto dello Zolpidem. Nel bosco fermai i miei amici offrendo loro dell'acqua. Poco dopo perdemmo Eric tra gli alberi. Io suggerii a Martin di dividerci per cercarlo. Sapevo bene che Eric era caduto nel sonno profondo a causa del farmaco.

Mi allontanai assicurandomi che Martin non vedesse. Infilai la maschera ed entrai nel sogno di Eric. Sotto le sembianza del demone, che tutti a Mason Creek avevano cominciato a chiamare Slender, ordinai ad Eric di uccidere Jason e Martin. Poco dopo essere di nuovo uscito dal sogno sentii gridare il mio nome oltre una fila di tronchi. Martin aveva trovato Eric a terra, caduto su alcuni rami. Eric, terrorizzato, ci raccontò ciò che aveva visto. Il demone gli era apparso ed io partecipai alla scenetta da grande attore. Aggrediti dal terrore decidemmo di uscire da quel bosco maledetto. Se non che Eric, con un grosso ramo d'albero, non ci colpì entrambi. Non posso sapere ciò che accadde in seguito, ma Crugher, col quale mi era dapprima accordato, mi trovò nel bosco e, in qualche modo, resuscitato. Per la gente ero definitivamente uscito di scena.

Entrai di nuovo nel sogno di Eric, rivelandogli ciò che aveva compiuto, sperando che i suoi sensi di colpa non lo avrebbero portato alla morte come nel caso di Irina. Eric si tagliò le vene, ma fortunatamente riuscì a sopravvivere. Egli aveva letto il diario di Irina ed io gli feci ricordare che lei doveva incontrare un uomo capace di aiutarla. Ebbene rivelai ad Eric il posto nel quale quell'uomo si trovava. La casa abbandonata del mio vecchio nonno, nella quale solo da pochissimo tempo nascondevo il Dottor Crugher. Prima di portarlo in quella casa di campagna abbandonata, avevo trovato una sistemazione a dir poco consona ai suoi esperimenti: il sotterraneo della scuola elementare Saint Mary in Rover Street. Quando scoprii che erano nate delle storie a proposito di quello scantinato, il guardiano, col qual era arrivato ad un accordo, mi impose di cambiare sistemazione per gli illegali esperimenti del Dottor Crugher.

Ora, nel buio più assoluto, resto nascosto a scrivere queste terribili memorie, mentre osservo Crugher che rivela al mio vecchio amico il modo per uccidere quel demone dei sogni. Attendo che Eric si sdrai sul divano e che prenda congedo dalla veglia. Le mie mani tremano quando prendo tra le dita quell'usurata maschera di tessuto. Spero che tutto vada per il verso giusto e che Crugher possa resuscitarmi una seconda volta sull'altare del bosco.

Se Eric riuscirà a levarmi la maschera scoprirà effettivamente chi sono. Immagino gli occhi e l'espressione di un amico ad una simile e terrificante rivelazione. Sarà difficile pure per me guardalo negli occhi. Ma so che dovrò farlo ed egli saprà chi sono.

Prego che nulla interferisca col nostro piano. Intendo dare quegli appunti a Crugher e mai più rivederlo. E' l'uomo divenuto demone, è il demone che cammina con piedi umani nel nostro mondo. Alle volte ho terrore di lui.

   
 
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