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Autore: Rota    06/03/2015    4 recensioni
Il tempo dei lupi non si è ancora estinto. Il tempo dei canti al cielo e delle veglie notturne, occhi di fuoco nella notte e nel giorno, non è ancora deceduto.
Come il lupo solitario, lontano da ogni possibile branco – pelo rossiccio talmente scuro da ricordare il porpora, o il sangue profondo proveniente direttamente dalle viscere. Lupo sperso, nel bosco fitto di una terra che concede persino allo smarrimento una via di redenzione, nascosto tra rocce dure e spigolose senza anima e senza spirito fisico. Lupo sempre, grande quanto può essere un orso e dotato della stessa famelica voglia di ogni cosa tranne che di sé medesimo. Lupo chiamato, dai pochi esseri umani che osano vivendo in quella zona mescolare il proprio destino a quello della totalità del tutto, “Gerbera della neve” o “Murasakibara”.

[MuraMuro WereWolf/AOB!Verse]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atsushi Murasakibara, Taiga Kagami, Tatsuya Himuro, Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*8*

I’m already a fool

 

 

 

La coda di Junpei frusta l'aria per l'ennesima volta quando, tra le sue mani, i bastoni per accendere il fuoco si spezzano e non producono alcuna scintilla. Pare proprio che anche quella sera mangeranno coniglio crudo.
Il Lupo ringhia, si alza di scatto e calcia lontano qualche pietra, con il pelo tutto gonfio di rabbia e irritazione profonda. Ha lo sguardo che scatta in ogni direzione e non riesce a fermarsi in un solo posto. Gli artigli sono sfoderati contro il nulla, pronti però allo scatto.
Teppei pensa che sia il caso di dare sfogo a un'ira del genere.
-Questo è un grosso guaio.
Non lo guarda ancora, continua a muoversi in cerchio come se stesse braccando qualcosa – l'adrenalina è nella stessa quantità, nel suo sangue, non scema in ogni caso.
-Quell'idiota di Murasakibara! Cos'aveva in mente?
-È probabile che non sapesse cosa stesse facendo.
L'altro si gira veloce nella sua direzione, guardandolo male.
-No, non è probabile: è certo!
Indica verso la grotta dove il ragazzo è stato riposto, ancora in preda alle convulsioni. Nessuno di loro aveva visto un essere umano morso, Taiga si era legato a Kuroko in maniera discreta e molto meno plateale, quindi non aveva dato mostra di sé.
-Ora quel ragazzo avrà pure un altro problema!
-Taiga lo ha capito?
-Certo che lo ha capito! Mica è così cretino!
Ringhia, e Teppei non gli dice nulla a riguardo: rimane paziente a guardarlo, come se stessero parlando in modo normale. Sono solo due modi diversi di manifestare preoccupazione.
Tra le mani di Teppei, d'altronde, viene formata freccia acuminata quanto inutile; il Lupo la butta via, sospirando ancora e muovendo le orecchie nell'aria, cercando di captare qualcosa.
Niente, assolutamente niente.
-Non possiamo permettergli di andare da Atsushi. Si ammazzerebbero a vicenda.
Junpei impreca, forte.
-Che situazione di merda!
C'è un ululato, lontano, che loro non riconoscono né sentono davvero. Aomine segue tutto, da lontano, e corre sulla neve bassa ai confini del territorio del Seirin, veloce come un razzo: avvertirà chi di dovere degli ultimi sviluppi e del ritorno di un folle e disorientato Murasakibara in quelle lande silenziose.
Altro ringhio, che si infrange contro le rocce lisce.
-Dov'è finito Kuroko? Perché non torna?
-Non ti arrabbiare con chi non c'è. Sembri ancora più isterico.
Junpei si rivolge con ulteriore stizza al compagno, gli si avvicina e fa quasi per toccarlo – il Legame che li unisce permette loro di comunicare anche oltre la fisicità, oltre le parole e oltre i gesti. Se Teppei riesce a non lasciarsi impressionare dal suo compagno non è solo per carattere, ma perché non ha permesso al Legame di annullarlo per l'altro: questo è, d'altronde, il segreto per quel qualcosa che aspira alla perfezione e all'immortalità sentimentale.
Si alza dal suo posto e gli va incontro, con le braccia larghe.
-Conosco dei calmanti. Non sono tanta roba, ma almeno fanno effetto.
-Non calmerà la febbre del ragazzo!
-Ma aiuterà a vincerla.
C'è un momento in cui quasi Junpei si ritira, con le orecchie basse e la coda tirata. Teppei non lo tocca, lo guarda in silenzio con mezzo sorriso rassegnato sulle labbra.
Calma i loro battiti, e li porta a una ragione calma e posata, per quanto frustrante.
-È l'unica cosa che noi possiamo fare.

 

Trema, anche quando apre gli occhi e si ritrova di nuovo a fissare il soffitto di roccia della grotta bassa. Non è dolore, quello che lo scuote, ma qualcosa che lo impregna di un'esigenza estrema. Sente qualcosa mancargli, e non sa neanche cosa.
Accanto a lui, nota un'ombra conosciuta.
-Cosa mi sta succedendo?
Taiga lo scruta ancora, riconoscendo in lui qualcosa di già visto e analizzato. È comunque chiaro che sta per parlare di qualcosa che non gli piace affatto – sia dai mormorii che si lascia scappare, sia dagli sbuffi che dalle occhiate di tralice.
Non lo tocca, ma non lo lascia da solo neanche un istante.
-Tu e Murasakibara avete condiviso il sangue.
Tatsuya non comprende, affatto. Tenta di alzarsi a sedere, scoprendo che non ci riesce: deve aiutarlo Taiga prima che cada di schianto contro il fogliame che gli fa da giaciglio, e non è una bella sensazione.
-Quindi?
-Quindi siete Legati.
Il fratello più piccolo capisce di non essersi spiegato. Il problema è che neanche lui sa bene come farlo, essendo nato umano. Kuroko, a tempo debito, aveva usato parole precise, concetti così estremamente romantici e intimi e personali che non riuscirebbe a ripeterli neanche volendo. Per quel ricordo, diventa rosso senza motivo apparente e abbassa lo sguardo.
Farfuglia anche qualcosa, giusto per non farsi fissare da un tremante Tatsuya e basta.
-Due parti della stessa anima, due molecole dello stesso atomo, quelle robe lì!
Il fratello maggiore ricorda come Atsushi abbia cercato di spiegargli un concetto simile, non più di qualche giorno prima. Non avrebbe mai creduto che potesse risolversi così, e non è tanto il dolore o la rabbia, quando la sorpresa. Quello che nessuno dei due sa, di molto importante, è che se il desiderio non è reciproco, il Legame non si crea – e basterebbe questo particolare per risolvere tutto.
Taiga decide che il silenzio, a quel punto, è davvero troppo pesante.
-È indissolubile.
L'altro si guarda intorno, come alla ricerca di qualcosa: le parole del fratello ora come ora non sono tanto utili, e vuole risolvere alcune faccende con ciò che gli interessa.
E fargli un sacco di domande.
-Dov'è Atsushi?
Il tono dell'altro si fa più duro, decisamente.
-È scappato via.
Lo scuote senza troppa forza, attento più che altro alla sua spalla e a non fargli troppo male.
-Tatsuya, torneremo presto a casa. Domani stesso! Non ti devi preoccupare!
-Atsushi deve dirmi qualcosa.
-Murasakibara non c'è, ora.
-No, tu non capisc-
Scoppia, quasi, preso dalla propria foga.
-Capisco benissimo! Devi calmarti!
Torna a guardarlo in viso, e questo lo calma davvero tanto.
Ricorda di aver avuto reazioni simili, se non più violente. Certo la cosa varia da soggetto a soggetto, e crede che anche gli altri Lupi abbiano avuto certi medesimi atteggiamenti ma diversissime reazioni.
Lui ha ululato, diverse notti, almeno finché Kuroko ha avuto la pazienza di stargli accanto.
È ancora rosso in viso.
-Sono gli ormoni che hai in corpo. Hai la febbre, è una cosa nuova per te.
-Tu sei Legato a qualcuno?
Più rosso in viso – anche Tatsuya si vergogna, a quel punto, a continuare il discorso.
-Sì.
-Passa in fretta?
-Non passa mai.
Lo guarda in silenzio, come se gli avesse appena rivelato una verità importante che lui ha sempre ignorato. Fissa il vuoto, abbassando gli occhi, e porta in modo istintivo la mano alla spalla morsa, lì dove ora il sangue di Lupo ha formato una grossa e perlacea cicatrice.
Il suo tono è, inaspettatamente, carico di aspettativa placida.
-Sarò per sempre legato a lui?
Taiga si sorprende della cosa, e trattiene il respiro.
Teme di aver capito.
-Tatsuya, ma tu...
Alza le orecchie, senza finire il discorso, e non si rende conto di aver drizzato la coda con cui termina la propria schiena. Anche gli altri Lupi sono sull'attenti, percependo con il naso qualcosa di nuovo che non hanno mai sentito prima.
Tatsuya sente poco l'imprecazione di Junpei, ma chiaramente le poche parole dopo.
-I bracconieri! Sono qui!

 

Uno sparo scuote la foresta appena risvegliatasi.
Aggrappato al pelo di suo fratello con entrambe le mani, Tatsuya sente l'aria sferzargli la pelle nuda del viso e spettinargli brutalmente i capelli. Ha gli occhi chiusi, non vede proprio niente – ma è forse grazie alla sua sensibilità resa più acuta dal morso di Atsushi che sente ciò che gli sta attorno, sia con il naso sia con l'udito.
La paura e l'ansia dei suoi compagni, prima di tutto. Si rende conto lui stesso di quanto poco stiano andando veloci, per esseri con zampe lunghe come quelle, e sa che non è propriamente colpa sua: Kagami lo regge perfettamente, non mostra alcun tipo di fastidio per il suo peso che gli grava sulla schiena, e il fratello ammira profondamente la forza fisica di cui è dotato, nella forma di Lupo.
La zampa di Kiyoshi, però, non può compiere determinati sforzi. Non come farebbe un Lupo normale, almeno, e per quanto lui si impegni a mantenere un certo tipo di ritmo, risulta in modo evidente forzato.
Seguono altri spari, dietro di loro.
Tra gli alberi dall'odore di resina ghiacciata e di gocce di acqua fredda, compaiono macchie di colore che sono gli animali in fuga. Fischia, in cielo, un piccolo falco scuro, che scruta con strana attenzione ciò che avviene a terra.
Sul terreno, troppe grosse impronte. Junpei, che apre la via, cerca di inoltrarsi nella foresta più che può, ricordando un altro possibile rifugio a pochi chilometri da quel preciso punto – anche se vicino alle tane degli orsi, davvero, non avrebbe mai voluto inoltrarsi.
Spera nella fortuna, in quel momento, e nella buona sorte che ha arriso loro negli ultimi tempi.
Maledice ogni cosa del creato quando sente uno sparo più vicino.
Kiyoshi può ben difendersi da solo, per quanto zoppo, ma rischia comunque di avere la peggio se gli avversari sono più di uno; Kagami ha il fratello da proteggere, e di certo non può agire come al solito, in modo energico; lui è un buon combattente, ma tutti gli spari che ha sentito e l'odore inspiegabile di essere umano nella zona gli suggeriscono che di avversari non ce ne siano pochi e che è meglio attuare una strategia difensiva, più che offensiva.
Fintanto che Kuroko non li raggiunge, assieme a Koganei e Mitobe, questo è il piano.
C'è una raffica di spari improvvisa, e quasi Kagami cade nel volgere la testa all'indietro, abbastanza sorpreso dall'avvenimento. Junpei ringhia, e comunica con i compagni in modo telepatico.
-Dobbiamo sbrigarci, venite!
Fa diversi metri in avanti, aspettandosi che gli altri gli vengano dietro.
Da una parete rocciosa piuttosto alta, spicca il balzo e atterra sul terreno morbido, pulito dalla neve. Lo fanno anche gli altri due, appena dopo.
Il Lupo non scorge niente al proprio fianco, e questo gli è fatale: una pallottola, grossa, lo colpisce alla zampa, piegando quella e facendolo inciampare fino a farlo schiantare a terra. Una volta con il muso tra il muschio verde, gli arriva nel fianco un'altra pallottola, che lo fa gemere e lo immobilizza per il dolore improvviso. Kagami e Kiyoshi si fermano subito quando lo vedono a terra, guardandosi attorno allarmati.
Ora li vedono, nascosti tra i cespugli e dietro i tronchi degli alberi: li hanno circondati.
Qualcosa colpisce anche Kagami, che si alza sulle zampe posteriori e ringhia più forte che può. Tatsuya si aggrappa al suo pelo e riesce a non cadere a terra, in quei pochi secondi.
Cade anche lui, però, con le spalle smosse da convulsioni e diversi ansimi irregolari: la pallottola conteneva tranquillizzante.
Si fanno esplicitamente avanti, quattro di loro, lasciando gli altri nascosti nell'ombra, con i fucili puntati su Kagami e su Hyuuga. Kiyoshi ringhia, con le orecchie abbassate, ma non sa chi puntare e cosa fare per non mettere in pericolo i suoi compagni. A quanto sembra, le ferite di Hyuuga faticano a guarire, e solo questo è in grado di farlo preoccupare davvero.
Hanno teso loro un'imboscata.
Uno dei cacciatori punta, e fa quasi il gesto di sparare – un ruggito che scuote, meglio del colpo di un cannone, ogni cosa, lo blocca e lo paralizza come il misero essere umano che realmente è.
Kuroko balza in alto e si piazza davanti al suo branco, candido e perfetto come la neve. Koganei e Mitobe, però, non di vedono.
Questo sembra soddisfare i cacciatori, che mantengono la posizione ma smettono di avanzare verso di loro. Kagami, a terra, percepisce l'arrivo di uno nuovo, di loro, contro cui punta ogni rabbia e ogni ostilità.
A Tatsuya bastano poche sue parole per riconoscerlo, nella persona e nelle intenzioni.
-Ci si incontra di nuovo, Himuro.

 

-Hanamiya?
Sorpreso, allibito, terrorizzato: Tatsuya non sa scegliere cosa provare, in quel momento, perché tutto gli sembra così assurdo che non riesce a pensare.
Eppure l'altro sorride, masticando qualcosa come una gomma, e zampetta su stivali morbidi e scuri brandendo la sua arma decisamente minacciosa. Il ghigno inconfondibile, il tono canzonatorio e quella sicurezza strafottente lo identificano come realmente lui.
-Sorpreso, Himuro Tatsuya?
-Cosa fai tu, qui?
Quasi gli ride in faccia, mentre lo prende in giro. Lui non è per niente sorpreso, e non nasconde questa sua ulteriore superiorità.
-Io? Io proteggo il mio villaggio, il mio paese e la mia nazione da brutali bestie assassine mangia uomini. In cambio della loro testa e delle buone pellicce da vendere sul mercato.
Gli fa il verso, dopo essersi espresso in quel tono quasi melodrammatico, e lo indica con la canna lunga del proprio fucile – palesa una finta sorpresa e una finta curiosità, che non esistono neanche in una singola cellula del suo corpo.
-Tu cosa fai, qui?
Kagami ringhia, accanto a Tatsuya, e il ragazzo fa l'errore di abbassare un solo istante gli occhi per guardare il Lupo dal pelo rossiccio. Si alza sui propri piedi quasi tremando, facendo un singolo passo nella direzione dell'altro ragazzo.
-Hanamiya, tu devi fermarti. Questi non sono lupi normali, questi son-
Lo zittisce il fratello, che gli strilla nella mente.
-Lo sa benissimo cosa siamo!
Dalle reazioni degli altri cacciatori, sembra che tutti abbiano sentito le sue parole. Sono sorpresi, ma non più di tanto: con ogni evidenza, Makoto Hanamiya ha spiegato loro diverse cose, come il doversi aspettare diversi particolari strani.
Non considera Kagami e neppure il maggiore degli Himuro. Il suo interesse è ben altro, e lo punta sfacciatamente.
-Tu sei il capobranco, vero? Sei piccoletto.
Kuroko lo guarda senza esprimersi in nessun gesto.
-Hai un odore familiare, umano.
-Mio padre è stato ucciso da uno di voi, durante una battuta di caccia.
Fa una faccia strana, una smorfia con la lingua, e si piega in avanti per avvicinare il proprio viso al muso del Lupo bianco, in un evidente segno di sfida.
-E ora mi prenderò la mia vendetta.
Prima ancora che Kuroko o gli altri capiscano davvero quello che ha detto, dal suo fucile parte un colpo, indirizzato al fianco di Kagami. Kuroko allora ringhia e fa per balzare in avanti, quando una raffica di spari immobilizza a terra lui, Hyuuga e Kiyoshi – per la prima volta, Tatsuya vede il suo manto candido sporcarsi di rosso, ed è una delle visioni più terribili che conserverà nel cuore da quel momento in avanti.
Hanamiya ride forte, mentre i suoi compagni ricaricano le proprie armi, uno dopo l'altro.
-La prima volta sono stato sprovveduto, ma poi mi sono preparato. Non potrò uccidervi con una sola pallottola, ma posso farvi abbastanza male da rendervi innocui.
Parte un altro colpo, e Kiyoshi guaisce forte.
-Visto?
Kuroko si rialza a fatica, molto lento, davanti ai suoi occhi. Lo affronta con coraggio e determinazione, quell'orgoglio degli esseri nobili il cui animo non è mai stato sporcato dall'ingordigia o dall'invidia. E si comporta da capobranco.
-Se è un lupo che vuoi, allora prendi me.
Per un paio di secondi Hanamiya fa finta di prendere in considerazione la sua proposta – e in effetti è allettante, perché avere un Lupo vivo nelle proprie mani è rimunerativo esattamente tanto come averlo morto, senza la difficoltà dell'uccisione in mezzo. Ma Makoto non è quel tipo di persona da scegliere la via più semplice, quando c'è di mezzo il dolore altrui.
-Oh, il tuo gesto è tanto nobile, signor capobranco. Ma io penso di aver un conto in sospeso con il più piccolo degli Himuro.
Guarda il Lupo rossiccio, con evidente gola.
-Non è vero, Taiga?
Gli punta addosso il fucile, e comincia a sparare senza fermarsi.

 

The one who’s stolen my entire heart
I am only a healthy sacrifice.
I’m already a fool. A goddess like you.
The owner who’s to pull out all of my teeth
I am only a faithful slave.

 


 

   
 
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