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Autore: Eridian    06/03/2015    2 recensioni
Salve popolo di EFP! Tutto a posto? ^-^
Ritorno dopo tantissimo tempo con una nuova storia, questa volta a più capitoli però.
Avverto subito che non so quanto andrà avanti questa fic dato che sono punti di vista di vari personaggi di una giornata un po' movimentata.
Spero di essermi spiegata per bene. ^-^’
ma soprattutto spero che la storia vi piaccia! :D
Genere: Fluff, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo cercato invano, causa mio padre che mi teneva con Sonoko, di seguire il dottor Agasa per aiutarlo con i bambini

Avevo cercato invano, causa mio padre che mi teneva con Sonoko, di seguire il dottor Agasa per aiutarlo con i bambini. Non mi avevano permesso di stare con i bambini e questo mi faceva infuriare; se stanno male perché non proviamo ad aiutarli anziché allontanare tutti e lasciarmi in mano a una sola persona? Certo avevano bisogno di aria e quindi non dovevamo stargli troppo addosso ma accidenti potevamo fare di più per loro!
Mi calmai solo una decina di minuti dopo che il dottor Agasa era andato via con Conan e Ai e quando lo vidi tornare gli corsi subito incontro allarmata chiedendogli all'istante come stavano i due piccoli. Ovviamente la sua risposta fu di non preoccuparsi, che stavano meglio e che sarebbero tornati appena svegliati; i due bimbi infatti erano nella sua auto a riposare. Ci credetti poco pensando fossero solo scuse per farmi stare tranquilla, mi nascondeva qualcosa lo sapevo.
Passarono secondi, minuti, arrivando a superare più di un'ora in cui no riuscivo a stare tranquilla e in cui i bambini non tornarono; si forse esagerato un po' però avevo uno strano presentimento, come se fosse accaduto qualcosa di innaturale ai due, qualcosa che faceva rabbrividire.
Girai continuamente la stanza della festa continuando a cercarli, sperando che fossero tornati e che ci stessero cercando, e poi lo vidi.
Capelli corvini arruffati, il tipico smoking blu, un fisico da far invidia al mondo, gli occhi di un blu intendo, un sorriso smagliante: era lui. Shinichi era li, in piedi di fronte ad alcune persone a parlare. Avevo un sorriso di felicità immensa e feci per andargli in contro, ma mi bloccai. Lui non era solo, ma con una ragazza. Capelli ramati, occhi verdi, un corpo da mozzare il fiato avvolto in un bellissimo vestito rosso. Era davvero bella. Era attaccata a lui.
Lui...lui si era trovato un'altra mentre era via per quel caso. Ed io che ero qui ad aspettarlo. No no fermi! Massì sarà solo una sua amica, che gli sta appiccicato ma sarà una sua amica, si è così!
Sorrisi a quei pensieri quando lei tornò a guardare Shinichi, perché l'avevo fissata e lei se ne era accorta girandosi.
Tornai a festeggiare e dopo qualche minuto ancora vidi Shinichi e la ragazza insieme a una cameriera andarsene dalla sala; che diavolo stava succedendo!?
Avevo paura di vederli insieme ma la mascherai con finti sorrisi alla gente e con felicità che non avevo.
Passarono nuovamente secondi, minuti, ma questa volta la catena del tempo che passa si fermò ai minuti, perché riprovando a guardare nel corridoio fuori dalla stanza vidi tre persone armati camminare parecchio veloce nella stessa direzione in cui erano andati Shinichi, la ragazza e la cameriera.
Quelle tre persone erano la professoressa Jodie, un signore mai visto prima e...il ragazzo incontrato a New York, l'agente dell'FBI.
Si sentì un piccolo tonfo quasi in lontananza, o almeno io lo sentii dato che ero più che attenta al corridoio, e passati quei due/tre minuti sentì un suono che mi fece gelare il sangue nelle vene. Uno sparo. Shihichi! Che stava succedendo in quella dannata serata!?
La stanza della festa venne invasa da qualche urla di alcune donne spaventate dal colpo e subito tutti cercarono di scappare.
Venni raggiunta da mio padre, dalla mia migliore amica e dal professor Agasa, che sembrava parecchio preoccupato, quasi sapesse qualcosa che centrasse con quello sparo e che volesse evitare ad ogni costo.
Mentre tutti spingevano per provare a uscire dalla stanza, gli agenti della polizia presenti alla festa crearono una specie di barriera con i loro corpi per fermare la massa di gente, e ci riuscì!
Conoscendoli mio padre chiede di farlo passare senza ricevere ovviamente una risposta positiva. Allora feci la mia mossa. Andai contro due agenti e tirando un calcio alle loro mani unite per la barriera riuscii a creare un piccolo varco da attraversare. Venni seguita da mio padre, Sonoko e da Agasa e insieme corsimo alla stanza da cui era provenuto lo sparo. Erano passati si e no una decina di minuti dato il panico creatosi nella stanza con la conseguenza di un totale macello.
Quando arrivammo entrammo, e a quel punto un rumore come un vetro che si rompe si sentì dentro il mio petto: il mio cuore si era frantumato per davvero.
Lui e lei erano abbracciati, al centro della stanza e non si decidevano a staccarsi.
Non urlai, non mi arrabbiai, non feci assolutamente nulla per una manciata di secondi, se non farmi venire i lacrimoni.
Donando un ultimo sguardo ai due mi incamminai nel corridoio verso l'uscita. Sentivo le urla infuriate di Sonoko provenire dalla stanza, e di certo non aiutavano. Mi portai le mani al capo come a volermi strappare i capelli da un momento all'altro per la tristezza. Ma in fondo ero felice, per lui, perché aveva trovato il vero amore.
Ributtai le braccia lungo i fianchi e ripresi a camminare velocemente; volevo uscire da li prima di piangere veramente.
Camminavo velocemente verso l'uscita quando qualcuno mi prese per un braccio, mi girò e inizio a scusarsi spiegandomi che una ragazza era solo sua amica. Era stata un'azione improvvisa per questo non capii subito chi era quella persona e a chi si riferiva, ma lo capii solo poco dopo. Era lui, e si riferiva alla sua (ormai per me) ragazza.
Piangevo, quella visione mi aveva sconvolta, ma sorridevo dolcemente verso di lui, e quando finì di parlare, iniziai io.
-Sono felice che... Tu abbia trovato la tua anima gemella.- la voce mi usci più dolce di quando pensassi anche se spezzata da un piccolo singhiozzo.
Mi lascio così mi girai e feci per incamminarmi nuovamente verso l'uscita, ma lui fece un gesto inaspettato.
Mi prese, mi girò, fece combaciare i nostri corpi e infine anche le labbra: mi stava dando il bacio più dolce che avessi mai ricevuto, e dato che di baci non ne avevo mai ricevuti era il più dolce in assoluto.
Duro solo qualche secondo perché si stacco e si mise le mani sul cuore. Quella posizione...mi ricordava terribilmente Conan. Che loro due...?
Non andò via subito però, prima mi prese dolcemente il mento e poi mi disse, con voce rauca e un po' bassa, di aspettarlo ancora per un pochino. Lo avrei fatto. Sempre.
Poi mi lasciò nuovamente, e corse via. Non lo seguii, sentivo che dovevo lasciarlo andare, che dovevo fidarmi senza fare altre domande, e sorrisi. Sorrisi perché ora sapevo che i miei pensieri sul fatto che fossero solo amici erano veri; lui mi amava, io lo amavo. Nessuno avrebbe rotto quel filo rosso ai nostri mignoli sinistri.
Tornai nella stanza dell'abbraccio fra i due e trovai solamente mio padre e Sonoko. Il primo mi disse che Agasa aveva portato via la ragazza poco prima dato che, a quanto pare anche lei, era stata male.
Mi dispiacque per quella ragazza, avrei voluto conoscerla meglio e scusarmi per aver pensato male. Ma non ebbi l'occasione.
Andai via da quella stanza dopo poco ricordandomi dei due bambini. E se si erano svegliati e non ci avessero trovati nella sala della festa?
Corsi per tutta la sala ma non li trovai e poco dopo venni fermata dal dottor Agasa che diceva che diceva che i due bimbi erano a casa sua, stanchi della festa (effettivamente non era una festa tanto per bimbi della loro età) e che avrebbero dormito da lui. Lo ringraziai molto per l'ospitalità e finalmente tornammo a casa.
Andai a dormire quasi subito dopo aver messo piede in casa, ero distrutta da quella serata piena di emozioni.
Ma ora ero molto più tranquilla, perché sapevo che Shinichi era ancora fedele a me, che quella ragazza (avevo chiesto prima ad Agasa) stava meglio e che Conan e Ai erano al sicuro e stavano bene anche loro da Agasa.
E dopo quei piccoli pensieri mi addormentai sfinita con un lieve sorriso.

  
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