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Autore: Herm735    06/03/2015    8 recensioni
Quando Callie Torres si trasferisce da Miami ad un paesino vicino Seattle le prime ragazze con cui stringe amicizia fanno parte della squadra di calcetto femminile del suo liceo, un mondo da cui Callie è subito affascinata. Liceo, primi amori, calcetto e Calzona.
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Addison Montgomery Sheperd, Arizona Robbins, Callie Torres, Meredith Grey, Teddy Altman
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Scusate moltissimo per il ritardo! Buona lettura!





Niente più gruppo


Si vestì in modo semplice, quella sera, ma era comunque bellissima.
Avevo fatto in modo che Aria acconsentisse a lasciarmi la macchina.
Prima di uscire, incontrai mia madre all'ingresso.
“Vai a cena con i tuoi amici?”
“A dire la verità, siamo solo io e Arizona” risposi, cercando di rimanere sul vago.
Lei sorrise, capendo comunque.
Divertiti tesoro. Domani hai scuola, quindi non più tardi di mezzanotte.”
Io annuii, aprendo la porta.
“Calliope...” avrebbe voluto dire qualcosa, ma appariva combattuta se parlare o tacere. Mi porse i soldi che aveva in mano. Sorrise. “Stavo quasi per dimenticarmi.”
Li afferrai con indecisione.
“Mamma, sono sempre io. Puoi dirmi tutto ciò che pensi.”
Lei mi sorrise con dolcezza.
“So che sei sempre tu. È per questo che non sono preoccupata, tesoro” mi informò. “Volevo solo dirti...apri lo sportello dell'auto per lei. E scendi dalla macchina, non suonare il clacson. Odio quando i ragazzi di Aria lo fanno, preferirei che si facessero vedere in faccia. Complimentati sempre su quanto è bella, ma non davanti ai genitori, e assicurati che sia a casa in tempo se vuoi fare buona impressione. E baciala sulla guancia ad inizio serata, tuo padre mi rovinava sempre il trucco quando uscivamo.”
Io le sorrisi.
“Grazie mamma” le dissi, anche se in realtà Arizona non si truccava.

Bussai alla porta, come mi aveva consigliato mia madre. Aprì il colonnello e, per un secondo, pensai che avrei preferito che Arizona non avesse detto niente riguardo la natura della serata.
“Salve signor Robbins.”
“Callie, è un piacere vederti” mi sorrise, facendo sparire tutto il mio nervosismo. “Accomodati” mi invitò, richiudendo la porta. “Allora, suppongo che dovrei fare tutto il discorso da padre, a questo punto. Il problema è che Tim è un ragazzo, ed Arizona non ha mai avuto un appuntamento prima - che io sappia. Quindi, beh, non sono sicuro da dove esattamente dovrei iniziare.”
“Ho paura di non poterla aiutare, signore. Non ho mai avuto un appuntamento prima neanche io, quindi non sono sicura di cosa si dovrebbe dire a questo punto.”
“Oh, e, per la cronaca, io non so cosa sta succedendo stasera, se Arizona dovesse chiedere. Tim ha origliato una conversazione che stava avendo al telefono ed è corso a dirlo a sua madre, che lo ha detto a me. Ufficialmente, nessuno di noi ne è al corrente” mi fece un piccolo occhiolino, proprio mentre sentii Arizona scendere le scale.
“Ehi” mi salutò appena fu in grado di vedermi.
Io le sorrisi.
“Mezzanotte, Arizona.”
“Lo so papà” rispose, mentre lui ci apriva la porta di casa.
Ci guardò arrivare alla macchina e sorrise quando mi affrettai ad aprire lo sportello per lei.
Anche Arizona sorrise, in un modo che mi scaldò il cuore.
“Ok. Devi darmi indicazioni, perché non ho idea di dovi si trovi il posto che hai scelto” le dissi, avviando il motore. Mi voltai a guardarla. “Sei molto bella, stasera” aggiunsi e partii.

“Questo posto è carino” osservai mentre ci sedevamo.
“Non veniamo mai qui quando siamo in tanti. È un posto più...”
Mi guardai intorno. “Per coppie?” osservai.
“Stavo per dire intimo” mi corresse. “E da quello che mi ha detto Teddy stasera le altre sarebbero andate al solito posto” aggiunse.
“Oh, Addison mi ha detto che avrebbero cambiato. Non vogliono incontrare Mark. Le cose a scuola dopo che mi hai portata via si sono complicate.”
“Teddy me lo ha detto. A quanto pare quello che è successo oggi ha spezzato gli equilibri del gruppo. Derek vuole continuare a frequentare Mark, mentre Addison e Teddy non vogliono più averci a che fare. Meredith esce con Derek, e Owen è legato a Mark e Derek, così Cristina rimarrà con loro e anche Izzie, che è amica di Meredith, ed Henry, che è amico di Owen. Lexie, Jackson e April sono rimasti in disparte, insieme ad Alex, Lucy e Reed. Addison, Teddy, Miranda, Eli ci hanno difeso.”
“Qualcosa del genere, già” replicai sottovoce. “Mi dispiace. So quanto sia importante per te che la squadra sia unita, e mi dispiace per tutto il casino che ho fatto.”
“Non è colpa tua.”
“Sì che è colpa mia. Io ho dato un pugno a Sloan. Di chi altro dovrebbe essere la colpa?”
“Calliope, tu mi hai difesa. So che ci ho messo un po' per capirlo, ma tu sei quel tipo di persona. Tu non scappi, tu rimani. Combatti. E hai combattuto per me, anche quando io ti avevo deluso. Questo è importante, per me.”
Io la guardai negli occhi. “Continuerò a combattere, Arizona. Non smetterò e non fuggirò, finché non sarai tu a chiedermelo.”
Appoggiò una mano sulla mia.
“Adoro i tuoi occhi. Ogni volta riesco a perdermi” rispose, senza senso logico.
Io sorrisi, arrossendo.

La riaccompagnai a casa in perfetto orario. Camminai con lei fino alla porta.
“A domani Calliope” mi salutò, dandomi un piccolo bacio a stampo sulle labbra.
“Buonanotte” sussurrai.

Mi ero appena messa a letto quando il mio cellulare squillò. Risposi, confusa dal nome sul display.
“Arizona?”
“Volevo telefonare alla mia migliore amica, perché, beh, è quello che si fa dopo un primo appuntamento. Credo. Non lo so, è quello che Teddy fa dopo i suoi primi appuntamenti, di solito. Comunque, volevo chiamare la mia migliore amica, e ho realizzato che avrei dovuto chiamare te, ma sarebbe stato stupido, così ho pensato che avrei dovuto tornare a chiamare Teddy per cose come questa. Ma poi ho realizzato che non voglio. Non voglio che tu non sia la mia migliore amica, perché tu sei la persona che mi rassicura quando ho una crisi isterica per qualcosa di stupido - tipo quello che sta succedendo adesso, e tu sei la persona a cui voglio raccontare tutto. Quindi ho bisogno che tu sia entrambe.”
“Entrambe?”
“Sì. La ragazza con cui vado fuori per un appuntamento e la ragazza con cui parlo dei miei appuntamenti. Le relazioni finiscono per la mancanza di comunicazione. A noi non è mai successo e non voglio che succeda. Quindi ho chiamato te.”
“D'accordo. Allora, raccontami. Come è stato il tuo appuntamento?”
“Fantastico. Davvero fantastico.”

“Non capisco dov'è il problema. Non stanno nemmeno uscendo insieme, o sbaglio?” sentii Cristina chiedere da dentro lo spogliatoio.
“Non credo sia questo il punto, Cristina” le rispose con calma Addison.
“Il punto è che Mark non vuole più uscire con lei” concluse Lexie. “Ognuno ha scelto da che parte stare. E noi abbiamo scelto di non essere da nessuna delle due.”
“Stiamo davvero dividendo il gruppo per Mark?” chiese Teddy.
“Stiamo davvero dividendo il gruppo per Callie?” chiese di rimando Izzie.
A quel punto decisi di entrare. E calò il silenzio. Arizona mi seguì, sedendosi accanto a me. Ci cambiammo in silenzio.
La Portman entrò, riconfermando la formazione della prima partita.
“Non so cosa vi succede, oggi, ma qualsiasi cosa sia, lasciatela fuori dal campo.”
Si voltò per uscire, poi si voltò di nuovo.
“Arizona” attirò la sua attenzione. Poi le lanciò la fascia da capitano. Lei la prese al volo, indossandola.
Entrammo in campo, nel silenzio più totale.
Giocavamo in casa. Molti dei nostri compagni di classe ci stavano guardando da bordo campo.
Il calcio d'inizio fu della squadra avversaria. Rubai il pallone ad una delle avversarie appena ne ebbi l'occasione, lanciando Cristina sulla fascia sinistra. Lei passò il pallone ad Arizona, che si trovò bloccata da tre avversarie. Si lanciò in un contrasto, ma lo perse.
Si avvicinarono alla porta, ma Addison fu veloce nel riappropriarsi del pallone, giusto in tempo per far scattare Meredith sulla fascia. Passò il pallone a me, che superai con facilità un paio di difensori della squadra avversaria.
Tirai dal limite dell'area. E, per mia fortuna, non sbagliai.
Per il resto del primo tempo Addison e Teddy fecero un gran bel lavoro nel concedere pochissimo spazio per il tiro. Quel paio di volte che riuscirono a tirare, Miranda salvò la porta, impedendogli di segnare. Il problema fu che Arizona continuava a perdere sull'uno contro uno e ad essere distratta sui passaggi.
Alla fine del primo tempo la bloccai prima che seguisse le altre negli spogliatoi.
“Arizona, sei distratta.”
“Ci stanno fissando Calliope. I loro sguardi mi stanno bruciando un buco sulla nuca. Tu non sei infastidita?”
“No. Ascoltami, Arizona. Guardami. Siamo io e te, lì dentro. Non c'è nessun altro. L'hai detto tu, questo è ciò che è sempre stato tuo. Lì dentro puoi vedere le cose con chiarezza.”
Lei cercò nei miei occhi per segni di menzogna. Quando vide che non ce n'erano, annuì.
“Ci proverò.”
Io le sorrisi. “Siamo io e te.”
All'inizio del secondo tempo mi accorsi di quello che intendeva. C'erano alcuni ragazzi che mi guardavano a parlavano tra loro. Parlavano di noi.
Ma Arizona fece ciò che le avevo chiesto.
“Siamo io e te” ripeté, posizionando il pallone.
Arizona guardò me.
Calciò la palla ed io gliela passai di nuovo, un paio di metri più avanti, alle spalle della centrocampista che prima la bloccava. Quando si trovò davanti quella successiva le fece passare la palla tra i piedi e la superò in velocità. Poi mi passò il pallone quando due ragazze le sbarrarono la strada. Io scartai altre due giocatrici, restituendole il pallone, portandomi all'interno dell'area. Lei lanciò la palla a circa un metro e mezzo da terra. La stoppai, facendola scivolare tra i miei piedi e tra quelli della giocatrice alle mie spalle, poi, più velocemente di lei, mi voltai e tirai a rete.
Fu il secondo goal della giornata.
Qualche minuto dopo Cristina recuperò la palla mentre quasi tutta la nostra squadra era in difesa, facendomi andare in contropiede. Il mio sesto senso, in campo, mi diceva sempre quando qualcuno mi stava arrivando alle spalle. Anche quella volta la percepii, ma non potevo fermarmi, ero vicina all'area e non avevo nessuno a cui passare la palla: Arizona era diversi metri più indietro.
Così continuai a correre, finché non sentii una forte pressione alla caviglia. Caddi verso destra, finendo sull'erba.
L'arbitro fischiò, Arizona mi raggiunse mentre mi stavo rialzando.
“Stai bene?” mi chiese con preoccupazione.
“Solo un graffio” la rassicurai, osservando la piccola striscia di sangue che seguiva il taglio dal gomito a metà dell'avambraccio.
“Devi uscire, non puoi rimanere in campo finché stai sanguinando” mi disse l'arbitro.
Annuii. “Lo so. Batti tu” incoraggiai Arizona. “Sarò di nuovo in campo tra un secondo” le dissi in maniera scherzosamente presuntuosa.
Lei mi sorrise, sistemando il pallone dove l'arbitro le stava indicando.
Quando uscii la Portman mi sciacquò subito il taglio con la borraccia che aveva già pronta in mano, facendo andare via il sangue e preparando il guardalinee a farmi rientrare.
Arizona batté la punizione, segnando di prima.
Sorrisi, mentre lei alzava la testa per guardare nella mia direzione.
La partita finì 3-0. Era la seconda vittoria del campionato.

“Allora, festeggiamo stasera?” chiese allegramente Addison.
“Certo. Potremmo andare a casa mia e di Meredith, nel seminterrato. Prendiamo della pizza, qualche birra” propose Lexie.
“Io non posso venire” ammise con dispiacere Meredith. “Ho promesso a Derek che avrei passato la serata con lui. Potremmo andare in pizzeria, come al solito, tutti insieme.”
“Io non posso venire stasera” si affrettò a far presente Teddy. “Devo assolutamente...beh, sicuramente devo fare qualcosa di meglio che ascoltare Mark Sloan fare commenti inappropriati e irritanti.”
“E con me fanno due” concluse Addison, non più così allegra.
“Quindi è così che sarà da ora in poi?” chiese Arizona.
“Dovreste andare” intervenni. “Mark ha un problema con me, non con Arizona. Dovreste andare a cena con loro. Io avrei comunque avuto da fare, quindi...” mi alzai, finendo di rivestirmi ed afferrando poi il borsone ai miei piedi. “Divertiti” sussurrai ad Arizona con un debole sorriso. Poi me ne andai, con una mano in tasca. Sentendomi invisibile tra la folla.
Seattle non era poi così diversa da Miami, pensai.

“Aria, la porta!” urlai per la terza volta dal piano superiore. Alla fine, quando qualcuno suonò per la quarta volta, mi decisi a scendere.
“Non sei venuta a cena. Quindi la cena è venuta da te. Per prenderti a calci nel culo” mi fece sapere Addison, entrando.
Teddy mi sorrise, abbracciandomi brevemente.
Arizona mi baciò velocemente sulle labbra, facendo poi strada alle altre verso il soggiorno.
Ci sistemammo sul divano, guardando un film mentre cenavamo con la pizza che avevano portato.
“Allora...voi due state tipo...” iniziò Teddy.
“Insieme?” si decidere a chiedere Addison.
“Non che vogliamo farci i fatti vostri, ma...”
“...visto che siamo le vostre migliori amiche...”
“...ok, sì, forse stiamo cercando di farci i fatti vostri.”
“Vorremmo tenerlo per noi, per adesso” gli fece sapere Arizona. “Quindi non ditelo a nessuno.”
Entrambe annuirono.
La bionda al mio fianco mi si avvicinò ed io le circondai le spalle con un braccio. Mi piaceva tenerla in quel modo. Potevo sentire il suo profumo, il suo calore. Potevo sentire lei.
Quando il film finì Teddy ed Addison decisero di lasciarci un po' di tempo per stare insieme prima che i miei tornassero dalla loro cena fuori.
Rimanemmo abbracciate sul divano. Non facevamo altro che baciarci, quando rimanevamo da sole, ed io sinceramente non avevo idea se fossero gli ormoni adolescenziali o se fosse lei. Quando i miei rientrarono stavo buttando i cartoni della pizza.
“Callie, sei a casa?”
“Sono in cucina, mamma” chiamai. “E c'è Arizona, in soggiorno” aggiunsi con tono più basso, uscendo nell'ingresso.
Lei mi sorrise, entrando in soggiorno subito dopo.
“Arizona” la salutò.
“Signora Torres” ricambiò lei con un sorriso.
Mamma le si sedette affianco. Non avevo mai capito come fossero riuscite a trovarsi subito così a loro agio l'una con l'altra. A volte, giuro, sembrava che avessero la stessa età, o addirittura che fossero amiche di vecchia data.
Qualche volta mia madre le aveva anche fatto domande imbarazzanti, per esempio una volta le aveva chiesto, così, dal niente, di quella sua ex ragazza di cui Aria le aveva parlato.
E, nonostante questo, non ero pronta a quello che stava per arrivare a quel punto.
“Allora, cara, come è andata ieri sera? Avrei voluto chiedere a Callie, ma sapevo che non mi avrebbe detto niente. Beh, perlomeno Aria non mi dice mai niente dei suoi appuntamenti, e di certo non vorrei parlarne con uno dei suoi ragazzi. Ma ho pensato che magari tu avresti potuto raccontarmi qualcosa.”
Arizona spalancò leggermente la bocca. Io diventai profondamente rossa.
“Mamma” mi lamentai, piagnucolando.
“Cosa c'è?” mi chiese con aria indifferente. “Volevo solo sapere come è andata.”
Io feci una smorfia. “Ti prego mamma, potresti solo...” indicai le scale con gli occhi.
“Ok, ok” mi assecondò lei, sbuffando, ma alzandosi.
Arizona si affrettò ad alzarsi a sua volta. “È...andata molto bene, signora Torres. È gentile da parte sua aver domandato.”
Mia madre le appoggiò una mano sulla spalla. “Buonanotte, Arizona” le sorrise come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Non credo che sarò mai in grado di dire quanto quel sorriso fu importante, per me.
A quel punto rientrò anche mio padre, che prima stava probabilmente parcheggiando l'auto in garage.
Mia madre lo portò al piano superiore, senza aggiungere altro.
“Non mi avevi detto...”
“Non ci sto ancora credendo.”
“Sembra che l'abbia presa bene.”
“Non sembri sorpresa.”
“Non lo sono. Tua madre ti vuole bene, Calliope. Farebbe qualsiasi cosa per te. E questo è compreso, a quanto pare.”
Mi sorrise.
Dopo averla accompagnata alla porta e averle dato la buonanotte entrai in cucina, trovando mia madre seduta a leggere della posta.
“Volevo ringraziarti” iniziai, attirando la sua attenzione. “So che per te è difficile. E so che le cose non saranno mai semplici tra te e me, come lo sono per te con Aria. Ma voglio ringraziarti, perché vedo quanto duramente ci stai provando.”
Lei si tolse gli occhiali da lettura, osservandomi per un momento.
“A dire la verità è più facile di ciò che mi ero anticipata. Forse è perché Arizona è una così brava ragazza...Potrebbe benissimo far parte della famiglia.” Mi sorrise. “E per me non ci sono differenze tra te e tua sorella, Calliope.”
Con le lacrime agli occhi, la abbracciai.





Fatemi sapere che ne pensate! Alla prossima!



  
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