Rinforzi! Ops..C’è qualcosa che
devo dirti…
La battaglia era agli sgoccioli. Chi era ancora
vivo combatteva con tutto sé stesso. Colpi su colpi infuriavano mentre la
pioggia incessante smetteva di battere con tanta violenza: c’era ancora una
speranza, a cui ogni soldato e ogni ufficiale si aggrappava, per non cadere,
per non sprofondare, una speranza sempre più concreta all’orizzonte.
Raizen e i suoi uomini erano vicini, ma ormai i
demoni avevano perso. Non ne restavano molti, l’esercito di Mukuro era
superiore per uomini e armi a quello nemico. Si avevano vinto. I soldati
alleati li finirono dando la possibilità ai feriti di mettersi al riparo, altri
entrarono nella fortezza per stanare eventuali sopravvissuti, non c’era più
pericolo.
Nihal tirò un sospiro di sollievo: le doleva ogni
singolo osso e muscolo, e a causa delle ferite, aveva perso molto sangue..
sentiva le gambe non reggerle più, intorno a lei, tutto si fece buio. Svenne.
Mukuro e Hiei ricevettero man forte dai soldati di
Raizen, e oramai non c’era più alcun nemico: i sopravvissuti vennero caricati e
fatti prigionieri, mentre ai soldati della regina veniva prestato il dovuto
soccorso. Nonostante ciò però furono molti i caduti tra cui il maggiore Julius;
Hiei era lievemente ferito, ma aveva respinto ogni cura prima doveva trovarla.
Girò ogni accampamento in cerca di Nihal. Nessuna traccia. Chiese a qualche
soldato che aveva combattuto al suo fianco, ma non ebbe nessuna informazione.
Aveva rifiutato di vedere nell’improvvisato obitorio:
è viva, si ripeté, deve esserlo.
Tornò alla fortezza mentre erano in corso le
riparazioni, con la paura angosciante di non riuscire a rivederla, di sapere
che lei non c’era più, che combattere era stato inutile se poi aveva perso la
persona a cui teneva di più.
Dove sei?
Decise di andare da Shigure. Lui almeno doveva
saperne qualcosa. Sperò.
- Hiei!- lo salutò Shigure mentre usciva
dall’infermeria
- Shigure, lei è…-
- Tranquillo è qui. Ho preferito occuparmene
personalmente, anziché lasciarla a un medico da quattro soldi. Ora entra,
avanti, ti controllo quella spalla- disse accennando alle bende macchiate di
sangue che gli stringevano la spalla destra.
Hiei entrò con il cuore in gola appena la vide
sdraiata sul letto, ferita certo, ma viva. Dormiva, così il demone decise di
aspettare il suo risveglio in infermeria, mentre Shigure gli disinfettava il
taglio non troppo profondo:
- E’ grave?- chiese informandosi sulle condizioni
della mezzelfo
- No, stai tranquillo se la caverà… La tua ragazza
sta bene- terminò con nella voce una punta di malizia
Hiei arrossì. Non aveva avuto modo di pensarci da
quando era iniziata la battaglia... Lui, il demone più spietato del Makai,
innamorato di una ragazzina?
- Non è proprio la mia ragazza…ecco- spiegò
- Ma tu le vuoi bene, giusto? Insomma prima vi..-
si interruppe il medico aspettando una risposta del suo paziente
- Lo so, ma non so spiegarmelo.. Non ne sono
sicuro, almeno. Io sono un assassino, non un demone sentimentale! Io… Non so
perché l’ho fatto semplice. Mi sembrava la cosa migliore in quel momento e..-
Non finì la frase che Shigure gli aveva stretto il braccio proprio sulla ferita
con l’intento appunto di fargli male – Ma che ti prende, sei impazzito?-
- A te cosa prende! Non hai pensato a come reagirà?
Che gli dirai? Che hai trovato un nuovo giocattolo? Conosco Nihal sin da quando
ha messo la prima volta piede in questa fortezza, e credi che io ti lasci farla
soffrire così? Se devi dirglielo almeno fallo subito!- Shigure strinse bene le
bende nuove intorno al braccio del demone e se ne andò dall’infermeria
lasciando Hiei a bocca aperta. Avrebbe voluto ribattere, ma non trovava le
parole… possibile che non ci fosse una sola cosa che andasse bene?
Voltò lo sguardo verso l’azzurra che dormiva calma
nel letto accanto a lui. Già, che le avrebbe detto? Con quali parole gli
avrebbe detto che è stato tutto un gioco? Meglio iniziare a pensare…