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Autore: Prince Lev Swann    07/03/2015    1 recensioni
Vi siete mai chiesti quali siano le origini di alcuni protagonisti che tutti conosciamo? Ma, effettivamente, quanto li conosciamo? Dove inizia la loro storia? Come -e quando- Eraqus ha preso Terra e Aqua con sè? Come sono cresciuti insieme questi ultimi? Cosa ha spinto Xehanort ad agire come ha agito?
Per risolvere questi misteri, vi propongo una fanfiction che racconta la storia d'amore tra un'abitante di Atlantica, Reina, e un commerciante, Shin, sovrapponendola alla vita (prima di Birth By Sleep) di Terra e Aqua, e alle avventure di un bambino delle Isole del Destino, Soyo, la cui vita sarà cambiata per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aqua, Nuovo personaggio, Terra, Un po' tutti, Xehanort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, KH Birth by Sleep
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Dopo l’accecante luce del portale luminoso i sensi e la vista di Eraqus furono colpiti da quello che lo aspettava nella Valle Fiorita.
Il villaggio era stato completamente devastato dall’oscurità dilagante, portatrice di rovina e disperazione, di sofferenza e di tragedie: le graziose casette e i begli edifici erano stati distrutti, gli alberi sradicati e fatti volare via, i parchi e i meravigliosi giardini rivoltati.
L’oscurità era l’incarnazione di tutto il male presente nell’universo, ecco perché Eraqus viveva per distruggerla.
La desolazione invadeva il borgo; la gente era scappata o finita chissà dove. Ma si sentiva il pianto lieve di una bambina, poco dietro di loro. Topolino, come Eraqus, era esterrefatto, e non esitò a correre dalla fanciulla. Era una bambina sui tre-quattro anni, dai capelli lisci di un blu vivace, legati in un codino; portava una lunga e graziosa canottiera scura sopra dei piccoli pantaloncini. Vicino a lei, a tenerle la mano, c’era un altro bambino più grande di un paio d’anni, dai capelli castani fino alle spalle, una maglietta color grigio scuro e dei calzoncini marroni. Il bimbo più grande provava a consolare la più piccola, che si gettò sulla sua spalla e continuò a piangere. «Mam-ma! Pa-pà!
» urlò, nel suo disperato pianto.
Quando Eraqus si avvicinò lentamente ai due fanciulli, Topolino era già corso l’oro incontro. «Piccolini, tranquilli, va tutto bene. Siete al sicuro ora!» Pronunciando queste parole, il topo accarezzo i capelli della piccola con il tocco delicato dei sui grossi guanti bianchi.
«Non temete, ora ci siamo noi a proteggervi» disse Eraqus, chinandosi e posando una mano sulla spalla del più grande.
Intanto la bimba, tranquillizzata dalle carezze, si voltò verso di loro; alla vista di Topolino, il suo viso, rigato dalle lacrime, s’incurvò in un sorriso.
«Come vi chiamate, bambini? » chiese Eraqus.
«Terra» mormorò il bimbo. «La mia amica si chiama Aqua».  Quando Eraqus lo guardò bene negli occhi, rimase profondamente colpito e quasi scioccato dalla sua espressione; nei suoi piccoli occhi azzurri si vedeva trasparire un dolore lieve ma intenso, la profondità di emozioni e pensieri che non avrebbe mai pensato di percepire in un essere umano talmente giovane, nel pieno dell’infanzia.
Eraqus era un Maestro del Keyblade formato da ormai molti anni, con tante esperienze e studi dietro di sé. Dopo aver imparato a padroneggiare un Keyblade e a sfruttare tutte le sue potenzialità, un Maestro può dedicare la sua vita a ciò che gli pare. Anche se, come nel caso del suo antico compagno Yen Sid, se non si è più intenzionati a combattere è giusto rinunciare al titolo di “Maestro del Keyblade”. Yen Sid era ormai uno stregone saggio e potente, ma non brandiva più alcun Keyblade. Probabilmente ormai aveva perso persino la capacità di evocarlo. Quasi tutti i maestri, di solito, dedicano i loro primi anni di studio alla magia. La magia comprende infinite sfumature. Esiste la magia di base: fuoco, tempesta, tuono e tanti altri elementi costituivano un’infinità di tecniche da utilizzare in battaglia, molto efficaci e, se compiute da custodi esperti o specializzati, molto molto potenti. Ma non erano quelli i misteri più profondi della magia; costituivano infatti il minimo che un buon mago dovesse imparare.
La magia avanzata era qualcosa di molto più complesso, introspettivo, mistico, molto difficile da apprendere e da capire; soprattutto, molto impreciso. Qualunque tipo di magia, a partire da quella di base, aveva un aspetto molto soggettivo. In particolar modo, la magia avanzata. I poteri mistici erano misteriosi proprio perché potevano cambiare o funzionare diversamente da persona a persona. Questa soggettività includeva anche il fattore della predisposizione personale, naturalmente. Il Maestro era sempre stato affascinato da questo aspetto della magia, perciò aveva studiato a fondo. Ma lo studio poteva portare fino a un certo punto: proprio a causa di quella soggettività, non esistevano regole precise o indicazioni da seguire per avere, per esempio, il potere di vedere il futuro. Era infinitamente difficile, almeno per lui. Non era tuttavia la prima volta, per Eraqus, in cui percepiva un potere di luce. Quando si trovò davanti a questi bambini, ad ogni modo, sentì qualcosa di più; riuscì a percepire un cuore molto forte.
Eraqus era ancora, da molto tempo, in cerca di uno scopo. Quello ricorrenre era solo uno dei suoi tanti viaggi compiuti per proteggere la luce; questa volta era arrivato troppo tardi. Quasi tutti erano ormai stati consumati dalla bestia oscura. Che cosa ingiusta, crudele, innaturale, opera dell’oscurità. Oscurità significa rovina e distruzione, Eraqus non aveva più dubbi. Il suo scopo era combattere il divulgarsi dell’Oscurità, per la salvezza delle anime e dei cuori innocenti…
Topolino e il Maestro Eraqus presero i due bambini con loro e li portarono in una delle case che non era stata distrutta dalla catastrofe. Diedero loro da mangiare e da bere, li tranquillizzarono e dopo altri pianti e qualche dolorosa protesta, Topolino riuscì a farli addormentare.
«Ma come fai?» gli chiese Eraqus. «Sei incredibile».
«Oh, diciamo che è nella mia natura» rispose Topolino, accennando un sorriso e, anche se era difficile dirlo visto l’aspetto del custode, arrossendo leggermente. «Io… non ci posso credere. Dove sono finite tutte quelle povere persone? »
«Non saprei proprio» rispose il Maestro. «Non capisco perché… perché tutto questo. Non può essere finita; non può essere stato tutto inutile». Eraqus era a pezzi e sconsolato; si trattava di uno stato d’animo piuttosto raro per lui, a dire il vero: aveva un carattere molto forte, e inoltre era raro che fallisse le sue imprese.
«Non è stato tutto inutile» mormorò Topolino. «Non te l’ho ancora detto, ma sono riuscito – siamo riusciti – a salvare la maggior parte di loro. Pensavo fosse la fine definitiva di questo mondo, così ho preso uno strumento che il mio maestro mi ha dato, avvertendomi tuttavia di usarlo solo in caso di emergenza. Un          frammento di stella». Nel sentire quella notizia, il peso sull’animo di Eraqus si era alleggerito; il Maestro fece un sospiro.
«Quindi sai dove sono finite quelle persone? »
«Beh, no… è questo il problema. I frammenti di stella sono oggetti magici su cui il mio maestro sta ancora lavorando. Lui dice che forse non saranno mai perfetti, e sono estremamente difficili da elaborare. Quelli che mi ha dato sono alcuni dei prototipi che sembravano funzionare a dovere».
«Quelli? Quindi ne avevi più di uno? »
«Sì, tre o quattro»
«Hmm…» moromorò il Maestro. «Frammenti di stella… Mi sembra di averne già sentito parlare… Ah! Sì, ma certo… Ora ricordo, mi aveva anche parlato di un apprendista particolare» disse infine, con un’illuminazione improvvisa. Topolino, confuso, girò leggermente la grossa testa di lato e lo guardò perplesso. «Cosa vuoi dire?»
«Topolino, come si chiama il tuo maestro? »
«Beh, si tratta dello stregone Yen Sid! »
Ma certo, pensò Eraqus, sorridendo. Eccolo qui, l’apprendista stregone.  

   
 
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