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Autore: Dharma    11/12/2008    0 recensioni
" - Fa male, non è vero?- L’Inuzuka si voltò di scatto e vide Hinata fissarlo con sguardo vagamente divertito. Istintivamente si portò una mano alla ferita sul capo, ma la ragazza scosse la testa e gli parlò con una voce estranea, che il giovane non le riconosceva – Non sto parlando di quel taglio. Intendevo il dolore che provi per i sensi di colpa.- Vedendo lo sguardo spaesato del ragazzo, la giovane sembrò compiacersi ancora di più – Lo so che soffri, nonostante cerchi di nasconderlo. Sei come me: anche tu perseguitato dalla consapevolezza di non aver fatto tutto ciò che era in tuo potere per salvare le persone a te care.- Lentamente, Hinata gli si avvicinò, fermandosi ad un soffio dal suo viso – Loro bramano vendetta.-" [A volte i nostri fardelli si tramutano in fantasmi...] QUESTA FF SI E' CLASSIFICATA 6° AL CONCORSO " Naruto Horror Contest" INDETTO DA HopeToSave e Kiara_chan.
Genere: Romantico, Triste, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Kiba Inuzuka, Neji Hyuuga
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ecco qui il vero inizio della storia! Il precedente era solo un epilogo: ora si fa sul serio!

Per bacinaru: Tranquilla! Il bello deve ancora venire! Grazie per i complimenti! 

Vi lascio alla lettura e...spero in una recensione!!!

Too Late – Le colpe dei vivi

Capitolo 1.

 

- Pronto?-

- Era ora, Inuzuka, stavo per mettere giù il telefono.-

- Non rompere, Neji, ero al lavoro! Sbrigati a dirmi cosa vuoi che se mi becca il capo sono dolori!-

- Su di giri il ragazzo. Lavori ancora per la pizza a domicilio?!-

- Neji! La giornata andava già male prima che ti facessi sentire tu!-

- Okay, okay. Quando finisci puoi passare da casa mia? Devo parlarti.-

- Va bene, ma non riesco a farmi dare il cambio prima delle dieci. Ora scappo, a dopo.- Kiba interruppe velocemente la conversazione e si affrettò a rientrare nel locale di ristoro. Non ebbe neanche varcato la soglia che subito una pila di cinque pizze gli venne messa in mano di mala grazia da uno dei camerieri. Fattosi dire l’indirizzo dove doveva dirigersi, salì sul suo motorino e mise in moto.

Gli parve che il vento che fendeva il casco per la velocità acquisita potesse fargli scivolare via ogni preoccupazione. Cercò di sgombrare la mente dallo stress dovuto al lavoro, per ripensare alla telefonata appena ricevuta. Una chiamata da Neji era davvero la cosa che meno si sarebbe aspettato. Anche se condividevano un sentimento di profonda amicizia reciproca, lo Hyuuga non era il tipo da telefonate di cortesia per parlare del più e del meno, e questo Kiba lo sapeva fin troppo bene. Giunse alla conclusione che, con tutta probabilità, l’amico aveva bisogno di un favore, e si doveva trattare di un favore abbastanza importante, dal momento che chiedeva aiuto a qualcuno al di fuori di se stesso.

Si costrinse ad interrompere il filo dei suoi dubbi una volta arrivato a destinazione. Scese dal veicolo a due ruote e si diresse con la pila di pizze verso un cancelletto bianco che si snodava attorno ad una abitazione di medie dimensioni. Suonò il campanello e una signora circondata da un gruppo di bambini strillanti uscì dalla porta e lo guardò con occhi colmi di gratitudine. A quanto pareva, i suoi pargoletti dovevano essere affamati.

Concluse velocemente la consegna e saltò nuovamente in sella al motorino.

Voleva assolutamente giungere al termine della giornata per soddisfare la sua curiosità.

 

 

Il campanello dell’enorme abitazione trillò ed un ragazzo dai lunghi capelli castani si apprestò ad aprire la porta d’ingresso per permettere all’amico di entrare.

-  Alla buon’ora!- Lo salutò ironico.

- Simpatico come sempre! Invece di rompere perché non mi dai qualcosa da mangiare? Sto

morendo di fame.- Sbuffò Kiba mentre seguiva l’amico nella spaziosa cucina.

Neji mise una ciotola colma di ramen di fronte al suo ospite e attese che quest’ultimo avesse terminato il pasto. Poi, dopo un profondo respiro, rivelò –Senti, Kiba, ho bisogno di un enorme favore.-

L’interpellato si fece attento. Allora la sua intuizione era esatta.

Senza attendere un qualsiasi commento da parte dell’amico, Neji continuò – Ti ho già parlato di Hinata, vero?-

Kiba levò gli occhi verso il soffitto, un’espressione pensierosa in volto – Tua cugina? Quella che si è salvata dall’incidente in cui sono morti suo padre e la sorella?-

- Sorellastra, per l’esattezza.- Lo corresse lo Hyuuga – Comunque, ho dei problemi e nonostante mio padre continui a mandarmi soldi dall’America, dove lavora, io non riesco più a badare a lei.-

L’Inuzuka strabuzzò gli occhi – Vuoi dirmi che in tutto questo tempo l’hai ospitata a casa tua e non me l’hai mai fatta conoscere?!-

Neji aggrottò la fronte – Non è questo, è che mia cugina non è nelle condizioni di vedere nessuno. E’ già un miracolo che siamo riusciti a non doverla rinchiudere in un qualche manicomio.- Sollevò lo sguardo e rifletté  i propri occhi chiari in quelli dell’amico – Kiba, te lo chiedo perché sei l’unico al di fuori di me di cui mi possa fidare.- Rivelò in tono amaro. – Ho bisogno che ospiti Hinata e che badi a lei. Almeno in questo periodo.-

L’Inuzuka trasalì. Da quando era fuggito di casa, non aveva mai condiviso l’appartamento che affittava da ormai un anno a quella parte. E, come se non bastasse, aveva intuito dalle poche conversazioni fatte a proposito, che Hinata doveva soffrire di seri problemi mentali.

- Neji, non credo che sia una buona idea.-

- Se è per i soldi allora non è un problema. Mio padre calcola sempre anche tutte le spese per Hinata.-

- Ma allora perché non puoi continuare tu  badare a tua cugina?-

- A differenza tua io non ho mollato gli studi e voglio arrivare fino in fondo.- Rispose lo Hyuuga in tono convinto.

Il silenzio calò per qualche istante, poi fu rotto dal tono deciso di Neji – Da quando sei fuggito di casa chi è che ti ha sempre dato una mano? E anche prima chi ti aiutava con gli studi e ti ospitava quando litigavi con tua madre? Kiba, ora sono io a chiederti di aiutarmi. Fallo per me e per Hinata.-

“ Hinata! Hinata! Ma se non la conosco nemmeno!” Pensò l’Inuzuka confuso dall’inaspettata svolta degli eventi. Tuttavia, non poteva negare a se stesso che Neji era stato l’unico ad essergli realmente vicino in tutti quegli anni. Nonostante il carattere distaccato e a volte perfino offensivo, lui c’era sempre stato quando si era trovato in difficoltà.

Sbuffò sonoramente – Allora, dove sta la mia nuova coinquilina?-

 ***

 

La porta della soffitta cigolò e la luce che entrò violenta nella stanza semi spoglia illuminò fiocamente il letto e l’unica cassettiera al suo interno. Seduta per terra nell’angolo opposto, stava una giovane ragazza. Teneva le gambe raccolte contro il petto e, poggiate su di esse, le braccia incrociate nascondevano interamente il viso della giovane. Nonostante la poca luce, Kiba distinse nitidamente il forte contrasto tra l’intenso colore moro dei suoi capelli e la pelle irrealmente chiara. Quella visione lo fece rabbrividire e quando vide Neji avvicinarsi alla ragazza riuscì a stento a trattenersi dal non gridargli di starle alla larga.

Lo Hyuuga si fermò di fronte alla cugina e si portò alla sua altezza, per poi sussurrarle – Hinata, c’è qui il mio amico di cui ti ho parlato.-

Lei alzò lentamente la testa, rivolgendo lo sguardo privo di espressione verso Kiba. Il ragazzo si sentì attraversare da quegli occhi, così simili a quelli del cugino eppure talmente vuoti, come se la vita li avesse abbandonati da tempo ed essi non sapessero realmente vedere. Tuttavia, nonostante i brividi gli attraversassero la spina dorsale, non poté fare a meno di essere attratto da quelle pozze color della perla. Nonostante fosse spaventato da quella ragazza, sentiva l’incontrollabile istinto di volerla salvare da quell’abisso in cui si era perduta anni addietro.

La visita non si prolungò oltre. Uscirono dalla soffitta, ma al contrario di quando vi erano entrati, Neji ebbe la premura di lasciare la porta lievemente aperta, per non abbandonare la cugina avvolta nell’oscurità più totale.

Scesero nuovamente fin dinnanzi all’ingresso e solo allora lo Hyuuga rivolse nuovamente la parola a Kiba, ancora stordito da ciò che aveva appena visto – Va bene se la porto da te domani sera? Poi ti spiegherò tutto ciò che è opportuno che tu sappia.-

L’interpellato annuì e, con la mente che ancora vagava lontana, salutò velocemente l’amico e montò sul motorino, diretto verso casa.

Giunto di fronte ad un alto palazzo vi entrò, prese l’ascensore e salì al quinto piano, per poi entrare in un piccolo appartamento arredato in modo spartano.

Senza accorgersene, si spogliò ed entrò nella doccia. Solo quando sentì il getto di acqua gelata sulla pelle si riscosse e si rese realmente conto dell’essere tornato a casa. Una volta uscito dal bagno, si infilò sotto le coperte del suo piccolo letto, mentre con la mente ancora si trovava in quella soffitta semi buia,  di fronte a quegli occhi color della perla.

  
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