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Autore: Mireia    13/02/2005    2 recensioni
-STORIA AL MOMENTO SOSPESA-Ele ha 16 anni e vive una vita normalissima. Genitori normali, amici normali, scuola... tutto normale. Ma è poi davvero così normale? Incroci amorosi, amicizie particolari. Salti al futuro e passi indietro racconteranno la sua storia e quella delle persone che la circondano.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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18. FRIENDS, FILMS, BALLS AND MOTOBIKES

Micheal e Jake si trovarono poco dopo a Trafalgar Square. Erano entrambi in moto. I capelli scuri di Jake erano leggermente scompigliati dal casco che aveva portato. I caldi occhi scuri erano particolarmente scuri quel giorno e Micheal rimase un attimo spiazzato dalla rabbia che gli vide stampata in faccia.
-Che diavolo è successo, Jake?
-Mia sorella vuole che faccia pace con Matt.
-Beh... se non sbaglio lui e Faith avevano avuto un flirt.
-Sì.. ma non voglio che quel bastardo si avvicini a mia sorella e le faccia del male come ne ha fatto a me e a Loreen.
-Loreen non è esattamente un uccellin di bosco. Lo sai che è stata lei a mettervi uno contro l'altro.
-Non mi importa.. lui si è comportato da idiota con me e anche con lei. Santo Cielo! L'ha picchiata!
-Non l'ha picchiata! Le ha solo dato uno spintone.
-E' caduta a terra e si è procurata un taglio da quaranta punti!
-Erano solo venticinque i punti... ma non è questo il punto. Lo sai che anche io ho tagliato i ponti con Matt... e non approvo quello che ha fatto a Loreen a prescindere da tutto... però capisco Matt... porca miseria, Jake... gli aveva appena confessato che mentre stava con lui si era scopata mezza squadra di football!
-Non era mezza squadra di football!
-No, hai ragione... su quindici persone se ne è fatta dieci!
-Che ironia... e dire che è tua sorella!
-Non ne vado certo fiero.
-E' sangue del tuo sangue.
-Sì... ma sai com'è... il primo tentativo è sempre un fallimento
-Credevo foste gemelli.
-Sì... ma lei è nata per seconda, quindi è stata concepita per prima... poi a rimediare all'errore sono arrivato io.
-Sempre modesto, amico mio...
-Ovviamente, Jake... almeno uno di noi due deve pur esserlo, no?
-Va beh... ah, lo sai che ci sono tre pollastrelle italiane a casa mia?
-No, non lo sapevo... non me lo hai detto.
-Beh, ora lo sai.
-Come sono.
-Chi?
-Le tre pollastrelle.
-Tre ragazze di sedici anni.
-Carine?
-Sì... non sono male.
-Certo che ti sprechi con le informazioni! Almeno posso sapere i loro nomi?
-E magari anche il loro profilo.
-Certo.
-Eleonora, capelli castani lunghi ricci, non troppo alta, occhi verdi, facile capacità di arrossire.
-Mmmm. Verdi? Verde accesso o verde scuro.
-Verde scuro... particolare come colore.
-Sabrina, capelli scuri mossi lunghi, occhi azzurri, non ancora ben definita.
-Timida?
-No, non credo... riservata direi.
-Non male.
-Francesca, capelli castani lisci non troppo lunghi, occhi scuri, caratterino non male.
-In che senso?
-Ha una bella parlantina. Fa battute, ha la faccia tosta... cose su questo genere.
-Non vedo l'ora di conoscerle... devono essere simpatiche.
-Ah, non passerà molto, visto che sei liberamente obbligato a presenziare alla cena di dopodomani.
-Ordine di Cat?
-Sì...
-Meglio che venga... non conviene farla arrabbiare.
-Esatto.
-Il tornado Cat colpisce chiunque e senza eccezioni, anche se sono il migliore amico di suo fratello.
-Soprattutto.
-E' un invito a non esserti più amico?
-No. Un avvertimento.
-Odio queste "frasi da film"
-Andiamo, John Travolta... abbiamo da fare oggi pomeriggio!

Le tre "pollastrelle" italiane nel frattempo avevano deciso di andare a farsi un bel giretto per Londra. Non avevamo programmi particolari, volevamo solo divertirci... e il posto adatto per farlo era certamente Hyde Park.
Ci trovammo un posticino vicino al lago Serpentine e appoggiammo le nostre munizioni da pic-nic. -Adoro i pic-nic- disse Eleonora poggiando per terra un cestino che, a dire il vero, assomigliava più ad una valigia! Ovviamente era suo. Io e Sabry non ci saremmo mai e poi mai azzardate a portare una siffatto oggetto in giro per Londra per "conservare tutto alla perfezione e in modo di non mangiare le solite schifezze...
-... che non fanno altro che far aumentare i chili e i brufoli- terminò la nostra cara The Punisher dopo che noi, azzardatamente, le avevamo chiesto per la seconda volta il motivo per cui si scarrozzasse l'intero appartamento in giro per la città.
-Non eri così incline a cibi salutari quando siamo arrivate e tu stavi ancora male per Romussi- commentò Sabrina sedendosi e afferrando una bottiglietta d'acqua.
-Ero in un momento di crisi... pensavo fosse innamorato di me... e invece era solo un passatempo. -Che cosa ti aspettavi da lui? L'amore eterno, quello con la A maiuscola che dura per tutta la vita eccetera eccetera eccetera?- io rubando la bottiglietta dalle mani della mia amica.
-A dire il vero no- lei guardandomi un attimo male- però, visto il casino che ha fatto... io speravo...
-Lo hai per lo meno baciato?- Sabrina.
Silenzio di tomba.
Mi voltai e squadrai Eleonora.
-Lo hai baciato almeno una volta, vero?!- io fissandola male
-Perchè mi guardate come se fossi un mostro?!
-Ele! Non lo hai baciato nemmeno una volta?!- io.
-Non ce ne è stata l'occasione.
-Sfido che fosse scocciato in aeroporto!- Sabrina addentando un panino integrale- Ele, ma nn c'era del pane normale?
-Ma quello è dietetico!
-Ele! Sei tu quella che si è fatta fuori mezzo chilo di cioccolatini in due ore. Non noi!- guardo Sabrina- sei tu quella che li deve smaltire... non noi!
-Fra, senti... mangiare sano farà bene a tutte e tre.. così quando torneremo in Italia saremo delle modelle!- Ele entusiasta.
Noi rimanemmo a fissarla male per qualche minuto, ma lei, imperterrita, prese a mangiare il suo panino. Beh, vi anticipo fin da adesso che, in fondo... ci è stato utile tutto ciò... quando siamo tornate a casa sembravamo per davvero tre modelle!
Passammo una mezzora in inutili pettegolezzi fino a quando non venne fuori il discorso "Jake".
-Allora... che ne dite di Jake?- Sabrina.
-Mi piace- Ele.
-Non ne avevo il minimo dubbio- io.
-Sei sempre polemica!
-Io non sono polemica! Ho solo detto che non ne avevo il minimo dubbio... Ele, tu ti innamori sempre di quel genere di ragazzi... ammettilo!
-Non è vero...
-Poi il fatto che stia studiando medicina, Cardiochirurgia in particolare ti manda in visibilio... te lo si legge negli occhi- mi concessi di prenderla un poco in giro.
-Pensa- Sabry- se lo dovessi sposare sareste due dottori in famiglia e guadagnereste un sacco di soldi.
-Vivreste ad Hollywood e curereste principalmente le star del cinema...- proseguii- avrete due figli e una figlia... li chiamerete Alexander, Andrew e Isabel... avrete un cagnolino di nome Spike e un gatto di nome Buffy.
-Io non chiamerei mai mia figlia Isabel...!
-E perchè no?
-La capa del trio lescano Irene, Milena, Isabella... no!
E con quell'affermazione il pranzo finì lì.

La sera era fresca e il cielo limpido. Chiusi la finestra e accostai le tende in modo da potermi tranquillamente cambiare. Pensai al pomeriggio di due giorni prima. Dopo il pic-nic mi ero allontanata dalle mie amiche per sgranchirmi un poco le gambe.
Non avevo fatto nemmeno cento metri che una palla mi aveva colpita in testa mandandomi gambe all'aria. Avevo, di norma, imprecato e avevo fissato male il lanciatore delle palla.
Era un ragazzo con i capelli castani e due splendidi occhi grigi che a seconda dello sguardo assumevano diverse sfumature. Mi si fece vicino e raccolse il pallone.
-Scusa... non credi di dovermi porre le tue scuse?!- ingarbugliata un poco dalla botta e un poco dall'ingarbugliamento di parole con la ripetizione di "scusa".
-E perchè mai... sei tu che dovresti.. sei entrata in collisione con il mio pallone nuovo!- lui sorridendomi enigmatico e porgendomi la mano per aiutarmi a rialzarmi.
-Io cosa?- confusa e irritata.
-Ho detto che al massimo sei tu quella che deve chiedere scusa... hai la testa dura... il pallone potrebbe esseresi ammaccato!
Mi strofinai il punto dolente della testa e fissai il proprietario dell'arma omicida con uno sguardo di fuoco.
-Stai facendo il furbo... e palesemente sfruttando la mia condizione da inferma a tuo vantaggio.
-No, assolutamente... e poi non fare tutte quelle storie... non sei un'inferma... cammini ancora... respiri... parli- sottolinenando la parola "parli".
-Grazie al cielo! Quel bolide avrebbe potuto ammazzarmi!
-Esagerata!
-Non lo sono proprio per niente!- io per niente divertita, mentre lui nn faceva altro che ridacchiare e lanciare occhiate di scherno ai suoi amici non troppo lontani.
-Mi spiace interrompere questa idilliaca conversazione... ma i miei amici mi stanno aspettando- lui facendo per allontanarsi. Ripensai che mi stavo perdendo qualche cosa: da quando in qua i ragazzi utilizzavano la parola "idilliaco"?!
-Dove credi di andare! C'è il rischio che io abbia un trauma cranico e che svenga... potrei morire!
-Non morirai... per lo meno non oggi.
-Gentile... ma cosa ti costa dirmi che ti dispiace?!
-Amare vuol dire nn dover mai dire "mi dispiace"...- lui sorridendo e voltandosi.
Io pensai per un secondo e poi gli risposi a tono.
-Love Story del 1970 con Artur Miller... un film Cult!- sorrisi fra me e me.
Lui si voltò stupito.
-Non pensavo conoscessi quel film... è vecchio!
-Ha poco più di trent'anni... io per film vecchio intendo Piccole Donne la prima edizione del 33...
-Quindi sei un'appassionata di film!
-No... alcuni mi piacciono più di altri.
Lui mi sorrise e mi fissò come per ridere di me.
-Mi dispiace...
-Scuse accettate.
Lui sorrise di nuovo e io mi sentii le gambe molli, poi si voltò.
Stavo per riprendere a camminare quando la sua voce mi raggiunse nuovamente.
-Comunque la prima edizione, quella con Audrey Hepburn è del 34.
-No , del 33... e non è Audrey... è Katherine.
-Lo so... volevo solo metterti alla prova.
-A che scopo?- io perplessa.
-Per decidere o no se chiederti il numero di telefono!
-Non do il mio numero a sconosciuti...
-Io non sono sconosciuto... e poi mi devo assicurare che tu non abbia un trauma cranico...
Mi avvicinai ed estrassi la mia biro dalla tasca.
-Porgi una mano- gli dissi seriamente.
-Hai ceduto tanto facilmente?- lui prendendomi sempre in giro e porgendomi la mano.
-E' colpa del trauma cranico... tra un paio di ore mi riprenderò e mi darò della scema!
-Una scema molto carina, però.
-Grazie... a proposito... io mi chiamo Francesca.
-Molto piacere... nome non comune.
-Sono italiana...
-Vacanze studio?
-Un tipo... sono un po' più lunghe.
-Quanto durano?- lui perplesso.
-Tre anni.
-Complimenti!- guardando il numero sulla sua mano- bene... ti chiamerò.
-Non pensi sia il caso che sappia per lo meno il tuo nome?
-Te lo devi meritare, gattina, te lo devi meritare.
-Vattene mascalzone...- sorridendo e incamminandomi verso le mie amiche.
Tornai in me e presi l'abito che avevo posto ordinatamente (e questa volta per davvero... non il solito caos -nota per Marluz89-) nell'armadio. Lo indossai e poi mi accorsi che Ele e Sabry erano già scese al piano di sotto. Mi fissai un secondo nello specchio e scesi.
Probabilmente ripensandoci adesso, quel giorno sarebbe stato il primo sintomo della mia rovina... ma in quel momento non facevo altro che controllare il mio cell in attesa di una chiamata molto importante e altrettanto misteriosa.
  
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