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Autore: agatha    11/12/2008    2 recensioni
E' la famosa sera del prom a Roswell. Maria ha litigato con Michael ed è andata senza di lui. Ma inaspettatamente succederà qualcosa che cambierà profondamente il loro rapporto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ecco una shottina scritta per il contest "ma cosa vuoi che sia una canzone" che ha vinto come miglior personaggio femminile.

Giusto per resettare il mio livello di "fiaccaggine" xD (e chissà che non mi venga risparmiato il bastone per questa volta...)

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…Oh I know that the musics fine
Like sparklin' wine,go and have your fun
Laugh and sing, but while we're apart
Don't give your heart to anyone…



W. ROSWELL HIGH
Junior / Senior
PROM

2001
SPACE
ODYSSEY


April 27




Maria si era fermata all’ingresso della scuola osservando, imbronciata, la locandina che pubblicizzava l’evento più importante di tutto l’anno. Sospirò per l’ennesima volta, ancora incredula di come erano andate le cose. Da quando si era rimessa con Michael aveva cominciato a fantasticare su di loro al ballo. Ogni volta il suo pensiero si arricchiva di qualche particolare, aveva scelto il vestito, la pettinatura, il completo di lui, le foto ricordo e persino quali balli avrebbero fatto.
Una serata memorabile.
Una delle cinque serate più importanti della sua vita.
Con una smorfia il suo pensiero ritornò alla realtà. La serata del prom era arrivata finalmente e, fra pochi minuti, lei avrebbe varcato la soglia della scuola per parteciparvi, proprio con il vestito e i capelli che aveva sempre desiderato, ma sola.
Michael non ci sarebbe stato.
Avevano litigato qualche giorno prima, quando lui si era rifiutato categoricamente di accompagnarla.

“Puoi anche uccidermi ma io non verrò mai al ballo, non mi piace”
“Ma... mi spieghi perchè non ti piace?”
“Perchè è una cosa fasulla, assolutamente innaturale”
“Davvero? Anch’io trovo innaturale che tu sia per metà un guerriero alieno e nonno Dupreè. Eppure lo sopporto”
“Sapevo che questa faccenda ci avrebbe fatto litigare”
“Se tu non collaborerai per farmela godere allora io… dovrò cercare un altro cavaliere che mi accompagni”
“Stai dicendo che vuoi frequentare qualcun altro?”
“Oh Michael, sei davvero una cosa impossibile!”
“Allora anch’io mi darò da fare”
“Bene!”


Ovviamente non aveva nemmeno cercato un ragazzo che l’accompagnasse, era stata solo una minaccia a vuoto per spaventarlo, ma aveva avuto l’effetto opposto, peggiorando il loro litigio. Nei giorni successivi si era macerata nel dubbio che Michael avesse messo in atto quanto aveva affermato. Senza farsi vedere teneva d’occhio ogni suo spostamento, controllando in particolare che non si avvicinasse troppo allo stanza dei cancellini, ma non aveva modo di verificare cosa combinasse fuori dalla scuola.
Quando ne aveva parlato con la sua migliore amica si era tranquillizzata. Lei aveva scoperto che passava tutto il tempo insieme agli altri alieni. Per quanto riguardava il rapporto tra Liz e Max, loro avevano deciso di rimanere amici ma, era evidente, che l’attrazione non si era attenuata anche se facevano di tutto per ignorarla. Tess, per fortuna, sembrava presa da Kyle e non rappresentava un pericolo come in passato.

Dopo una notte insonne si era decisa, la mattina del ballo, a parlare con Michael per pregarlo un ultima volta di accompagnarla. Sarebbe equivalso ad umiliarsi, ma lei ci teneva troppo. Purtroppo non era riuscita a farlo perché non lui non si era presentato a scuola. Immediatamente Maria aveva pensato che l’avesse fatto apposta, in modo da non incontrarla e non essere scocciato.
A quel punto aveva giurato a sé stessa di non parlargli più, troppo offesa dal suo comportamento.
Sarebbe andata lo stesso al prom e si sarebbe divertita, proprio com’era nei suoi programmi, e se qualche ragazzo l’avesse invitata a ballare avrebbe accettato con molto piacere.

*

La palestra della scuola era irriconoscibile. C’erano dei tavoli rotondi elegantemente apparecchiati e, tutto intorno, gli addobbi creavano un ambiente da mille e una notte, proprio come una favola.
Maria si avvicinò al tavolo del buffet e prese un cocktail da bere. La band che stava suonando non era male e lei si ritrovò a battere con il piede, tenendo il ritmo della canzone.
Rimase per un po’ a parlare con alcune sue compagne, scambiandosi complimenti e commentando le coppie in pista. Ad un certo punto si avvicinò Richie Wynes che la invitò a ballare. Trasgredendo ai suoi propositi lei lo ringraziò ma rifiutò.
Era stata proprio una stupida a comportarsi così ma la realtà era che lei voleva Michael, solo lui.

Osservando la folla notò sua madre e Jim Valenti che stavano parlando in modo molto intimo e poi li vide allontanarsi, ridendo, fino ad uscire dalla palestra. Maria sospirò, scuotendo il capo e guardando per terra, persino sua madre era riuscita a trovare un compagno per quella sera.
Quando rialzò il viso però ebbe un tuffo al cuore.
Michael era lì.
Sovrastava gli altri ragazzi che erano intenti a parlare in gruppetti all’entrata. Aveva lo sguardo serio ed il completo scuro che indossava lo rendeva terribilmente elegante e sexy.
Provò a chiudere gli occhi, timorosa che quell’apparizione fosse frutto della sua fantasia e dei cocktail bevuti, ma quando lì riaprì era ancora davanti a lei, anzi si stava avvicinando lentamente, facendosi largo tra la folla che li divideva. Rimase ferma sul posto, incapace di muoversi, finchè lui non la raggiunse, fermandosi di fronte.
Avrebbe voluto buttargli le braccia al collo, felice che l’avesse raggiunta, ma frenò quell’istinto. Non doveva cedere subito, le sue parole l’avevano ferita e voleva vendicarsi.
“Che sorpresa di vederti qui” commentò in tono freddo fissandolo.
Michael non si scompose di fronte al suo tono.
“Sono venuto per te” ribatté.
Maria si portò le braccia sui fianchi, in atteggiamento chiaramente arrabbiato.
“Sei un po’ ritardo, soprattutto dopo aver detto più volte che non ci avresti messo piede”
“Avevo da fare”
“Da fare? La tua nuova fidanzata ti ha tenuto così impegnata da non poter nemmeno venire a scuola?”
Michael corrugò la fronte nel sentire quell’accusa ma durò solo pochi secondi. Risoluto la prese a braccetto, cominciando a camminare.
“Lasciamo stare per ora”
“Ma…”
Alzando una mano puntò l’indice verso un angolo della palestra.
“Ci conviene andare subito a farci fare la foto o rischiamo di trovare coda più tardi”

Quando la band incaricata di suonare cominciò con una musica lenta tutte le coppie si spostarono rapidamente al centro della sala per ballare. Anche Maria strattonò Michael e lui, seppur riluttante, si lasciò trascinare. Si mossero per pochi secondo però, prima che lui parlasse.
“Maria…”
Michael si era bloccato, incapace di continuare. Nella sua mente aveva già provato quel discorso centinaia di volte ma ora, pronunciarlo a voce alta, sembrava un’impresa troppo difficile.
“Cosa c’è?”
“Io… - si passò una mano tra i capelli scompigliandoli – ti devo parlare di una cosa seria”
“Non possiamo aspettare la fine del ballo?”
Lui scosse il capo. Dato che non sapeva come introdurre il discorso lo disse e basta.
“Max ha trovato un modo per tornare su Antar”
Maria sgranò gli occhi e lo guardò come se fosse impazzito. Ne avevano discusso qualche volta anche se era sempre sembrata una cosa molto remota. Fissandolo però capì che non stava mentendo, era tutto vero. Di scatto si allontanò da lui.
“Ma com’è possibile?”
“Tramite il diario siamo risaliti ad un nascondiglio segreto nel deserto. Si è aperto nello stesso modo della camera dove siamo nati. Qui abbiamo trovato uno strano cristallo cilindrico che viene usato come carica per azionare il granilith. E’ tutto documentato e spiegato”
Per lei quelle parole erano la realizzazione del suo peggiore incubo.
“Non ci credo”
“Nemmeno noi all’inizio. Invece è proprio così. Max lo ha azionato e ora abbiamo ventiquattr’ore di tempo prima della partenza”
“Che cosa? Mi stai dicendo che… Adesso capisco” rispose alzando il tono di voce per mascherare il terrore che stava crescendo dentro di lei.
Michael tentò di avvicinarsi e toccarla ma lei indietreggiò di nuovo, evitando per un soffio una coppia che ballava, incurante di loro.
“Non volevo farti soffrire” affermò.
“Ecco spiegato perché, improvvisamente, hai deciso di partecipare al ballo. Volevi darmi un contentino prima di andartene via per sempre”
“Non è così”
Maria si morse il labbro. Quella che doveva essere una serata stupenda si stava trasformando un incubo. Avvertì gli occhi inumidirsi.
“E allora com’è Michael? Spiegami cosa non ho capito. Tu stai per partire per il tuo pianeta, andrai lontano anni luce da qui e probabilmente non ci rivedremo mai più e tu…”
Lui riuscì a zittirla mentre l’abbracciava, attirandola contro il suo petto, soffocando le proteste.
“Shh. E’ sbagliato quello che hai detto. Vieni qui, sediamoci”


Michael la fece accomodare ad un tavolo vuoto. Intorno a loro tutti erano occupati a ballare o chiacchierare e la musica alta faceva sì che nessuno prestasse attenzione a loro. Prese una mano di Maria e la tenne stretta fra le sue, era fredda al tocco e lui si sentì in colpa per quello che le stava facendo passare. Purtroppo il tempo scorreva inesorabile e lui non aveva scelta.
“E’ vero che partirò con Max, Isabel e Tess. Per tutta la mia vita non ho fatto altro che sentirmi un pesce fuor d’acqua, cercando un indizio sul mio passato, su chi ero, a quale posto appartenevo. Finalmente ho l’occasione che ho sempre cercato: andare su Antar. Non ho idea di cosa troverò una volta arrivato ma ho bisogno di partire e capire. Voglio sapere qualcosa della mia famiglia, i nomi dei miei genitori, se avevo dei fratelli o delle sorelle. Riesci a capirlo Maria?” concluse fissandola negli occhi, sperando nella sua comprensione.
Lei invece iniziò a scuotere il capo, rifiutandosi di accettare quanto le stava dicendo.
“No, io non ce la faccio. Tu vieni qui, mi sorridi e poi pretendi che io venga a salutarti con la mano augurandoti buon viaggio? Vattene Michael e non sprecare tempo a mandarmi una cartolina dal tuo pianeta, non mi interessa”
Lui rafforzò la stretta intorno alle sue dita.
“Tornerò”
“Non ci credo”
“Guardami – le ordinò in tono deciso e aspettò finché lei non ubbidì - non sto scherzando. Non ho intenzione di restare su Antar. Come ti ho detto prima, ho passato la vita convinto di appartenere a quel pianeta ma, ultimamente, mi sono reso conto che è la Terra la mia vera casa. Qui ho un lavoro, una casa, degli amici e, soprattutto, ho te Maria”
“Michael…”
“Tornerò da te, lo prometto, anzi te lo giuro. Ho solo bisogno di sapere se mi aspetterai”
Le mancò il respiro nel sentire quelle parole. Lui era un testone, molte volte irritante nei modi e nei discorsi, ma aveva la specialità di spiazzarla nei momenti più imprevisti.
Come quello.
Era riuscito, di nuovo, a toccare le corde giuste del suo cuore facendole esplodere dentro una miriade di sensazioni, ricordandole il motivo per cui era innamorata di lui.
Non aveva nemmeno bisogno di pensarci, di guardare dentro la sua anima per capire cosa doveva fare.
“Ti aspetterò” sussurrò stringendo forte le sue dita.

Asciugandosi una lacrima Maria si sforzò di reagire e gli sorrise.
“Non vorrai mica sprecare così la nostra ultima sera seduti ad un tavolo spaceboy!”
Un lampo passò negli occhi di Michael e subito dopo si alzò di scatto, tirando in piedi anche lei.
“Volevo che fosse una serata speciale, da ricordare”
“Cosa avevi in mente?”
La prese per mano raggiungendo velocemente l’uscita della palestra.
“Vieni con me e lo scoprirai”

*

Arrivarono fino all’appartamento di lui e Maria rimase a bocca aperta entrando. La stanza era piena di candele accese e la tavola era apparecchiata per due.
“Ma cosa…”
“So che ami la cucina italiana e che scooby-doo è il tuo preferito”
Ancora senza parole lei si avvicinò al tavolo preparato in ogni dettaglio, non accorgendosi che il suo spaceboy aveva acceso lo stereo.
“Ma… è fantastico” commentò sinceramente stupita ma felice per la sorpresa che le aveva preparato.
Lui si avvicinò dietro di lei e le mise le mani sulle spalle.
“Speravo ti piacesse”
Maria si voltò e gli sorrise dolcemente. Tutta la rabbia e la paura per la sua imminente partenza erano stati momentaneamente spazzati via dalla gioia di quanto stava accadendo. Michael si era sempre dimostrato insensibile alle sue richieste di essere un fidanzato perfetto, o quantomeno di sforzarsi di dimostrare quanto ci tenesse a lei. Ecco che ora, senza che avesse domandato nulla, lui creava una simile atmosfera da sogno.
“E’ splendido” confermò sincera.
Con le dita lui percorse il contorno del suo viso, scese lungo la gola e le sfiorò una spalla in modo seducente.
“Balla con me” le sussurrò all’orecchio con voce roca, mentre le faceva scivolare una mano sulla schiena spingendola dolcemente contro di lui, finchè i loro corpi non aderirono. Con l’altra prese intrecciò le loro dita stringendo forte.
Maria appoggiò la testa contro la sua spalla, mentre si muovevano a ritmo. Stava vivendo un momento magico e la sua mente avrebbe associato per sempre ogni nota ascoltata a quanto stava vivendo. Era sicura che quella musica provenisse direttamente dal paradiso e così l’avrebbe sempre ricordata.
“Non sono mai stato bravo con le parole” esordì Michael poco dopo.
“Non preoccuparti” gli rispose senza sollevare il capo dal suo petto ma, quando si bloccò, rialzò il viso per guardarlo.
“Per proteggermi non ti ho mai permesso di guardare dentro di me. Avevo paura. Ma voglio che tu capisca cosa rappresenti per me. Quanto hai cambiato la mia vita”
“L’ho capito lo stesso”
Lui scosse la testa in segno di diniego.
“Non è la stessa cosa. Baciami”

Nell’istante in cui le loro labbra si toccarono ci fu un’esplosione di immagini nella mente di Maria. Rivisse le emozioni di Michael dal momento in cui era “nato” sulla Terra. Provò il terrore di ritrovarsi solo in un ambiente sconosciuto, il dolore per i maltrattamenti subiti vivendo con Hank, la tranquillità e la serenità insieme a Max e Isabel e, infine, l’amore che provava per lei. Una sensazione di calore la invase, toccandola fin nel profondo dell’anima.
Quando si staccò da lui aveva le lacrime agli occhi e il suo corpo era ancora scosso dalle vibrazioni provocate da quanto aveva vissuto.
“Io… Non so cosa dire…” esordì accarezzandogli una guancia, con la voce rotta dall’emozione.
“Ti amo Maria”
Per un attimo lei credette di morire. Neanche nei suoi sogni era mai arrivata a sperare tanto, ad immaginare che lui riuscisse a dirle quelle due parole così importanti.
Invece era successo.
Michael aveva dichiarato di amarla, senza essere sollecitato o minacciato. Le tremarono le gambe e se non fosse stata abbracciata a lui sarebbe sicuramente caduta per terra. Gli prese il viso tra le mani fissando i suoi lineamenti, che aveva imparato a conoscere in ogni piccolo particolare. Lo baciò teneramente, sperando di trasmettergli il proprio amore, così come aveva fatto lui.
In poco tempo la passione divampò come un fuoco fra di loro, alimentato dal contatto delle loro labbra, delle mani che vagavano sui corpi toccando, accarezzando, memorizzando tutto. Fare l’amore fu una cosa spontanea, un modo per cementare di più i loro sentimenti ed essere ancora più vicini.

“Ti amo anch’io”
Queste furono le prime parole di Maria quando riuscì a recuperare il fiato. Era quasi incredula di fronte all’evoluzione di quella serata. Solo poche ore fa era arrabbiata con lui e decisa a divertirsi al ballo. Adesso era qui, abbracciata a Michael, dopo aver fatto l’amore con lui. Tutto questo superava di gran lunga la sua lista di serate più importanti della sua vita.
Si accoccolò meglio nell’incavo del braccio di lui, godendo per il contatto contro la sua pelle.
“Abbiamo fatto passi da gigante nei rapporti tra umani e alieni non credi?”
Solo lei poteva trovare una frase simile per commentare quanto avevano fatto. Le baciò la testa e la tenne stretta per un momento. Se fosse stato possibile posticipare la partenza per Antar avrebbe rinunciato a tutti i suoi poteri in cambio. Era riuscito per qualche ora a dimenticarsi di tutto, ma adesso non poteva più ignorare che il tempo passava.
“Devo farti una domanda” dichiarò serio.
Maria drizzò il capo, incuriosita.
“Quale?”
Michael la prese per i fianchi facendola mettere sopra di lui. Le scostò i lunghi capelli biondi che le erano ricaduti intorno al viso.
“Ti ho praticamente portata via subito dalla scuola e non siamo riusciti a fare il nostro ballo”
“Non mi lamenterò di certo per come è andato a finire” sottolineò maliziosamente, stampandogli un bacio sul naso.
“Lo faremo quando tornerò. Prometti di riservarmi il prossimo ballo” dichiarò in tono solenne.
Lei non ebbe nessun dubbio sulla veridicità di quelle parole. Michael gliel’aveva giurato e aveva deciso di credergli.
“Promesso”


But don’t forget who’s taking you home
And in whose arms you're gonna be
So darling save the last dance for me




(Il titolo e il testo sono tratti dalla canzone "Save the last dance" di Michael Bublè. )

  
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