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Autore: fromthebottom    11/12/2008    3 recensioni
Era raro che i due ex-Serpeverde, sposati da un paio d'anni, litigassero ma quando ciò accadeva si scatenava quella che ai tempi di Hogwarts Theodore Nott aveva più volte classificato come la guerra dei sessi;
Guerra in cui, ovviamente, sarebbe stato lui - l'uomo, il padrone di casa, il paters familias - a soccombere, e di certo non per scarsa partecipazione alla discussione.
Una piccola raccolta di flashfic sulle parole delle donne, suggerita indirettamente dal mio ragazzo.
Dedicate a noi donne,
che siamo così,
stranamente (?) complicate;
Genere: Generale, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daphne Greengrass, Theodore Nott
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Niente, niente, niente, niente di mio! J.K. Rowling possiede tuuuuuttto!

Women



Dedicate a noi donne,
che siamo così,
stranamente (?) complicate;



Premessa

Questa raccolta di flash-fic è nata da un momento di ispirazione, ed è stata suggerita indirettamente dal mio ragazzo. Ora, tutte le fiction presenti nella raccolta si rifanno a 9 parole delle donne, che potete trovare Qui, con rispettiva spiegazione a fianco.
Le storie dovrebbero essere tutte di genere comico, e tutte con Theodore e Daphne come protagonisti, anche se non è detto che io non cambi pairing.

Infine, ultima cosa e poi vi lascio alla lettura, ci tengo a ricevere qualche commento su questo primo "esperimento" nel caso vi abbia strappato anche solo un sorriso.

Buona lettura ♥


Maniero dei Nott, ore 22.00.

Un silenzio spettrale alleggiava nella grande sala da pranzo, da quando qualche minuto prima, una futura litigata tra Daphne e Theodore aveva fatto scappare tutti gli elfi in soffitta.
Era raro che i due ex-Serpeverde, sposati da un paio d'anni, litigassero ma quando ciò accadeva si scatenava quella che ai tempi di Hogwarts Theodore Nott aveva più volte classificato come la guerra dei sessi;
Guerra in cui, ovviamente, sarebbe stato lui - l'uomo, il padrone di casa, il paters familias - a soccombere, e di certo non per scarsa partecipazione alla discussione. Daphne era un'avversario temibile, una vera e propria belva, e ultimamente era più irritabile che mai.
Non che Theodore fosse stato uno sprovveduto, quando le aveva chiesto di sposarlo. Sin dal momento in cui le aveva fatto la proposta aveva accettato quel piccolo particolare della loro vita insieme, anche perchè gli risultava impossibile non cedere davanti al viso contrito ed imbronciato di sua moglie.
Le guance leggermente arrossate, i lineamenti più tesi del solito, gli occhi cerulei socchiusi che lo fissavano in attesa delle scuse, ed infine le labbra morbide e sensuali sovrapposte in un piccolo broncio indispettito.Era così bella, anche da arrabbiata.
Però....dannazione! Non era possibile che si facesse sempre mettere i piedi in testa da quella donna!
Dopotutto era lui che portava i pantaloni in casa, no?
Che cosa avrebbero detto Draco o Blaise se lo avessero visto in quel momento? Che era un rammollito, ecco cosa!
«Allora, non hai niente da dire?» La voce di lei lo riscosse, e Theodore si accigliò, osservandola. In realtà non si ricordava nemmeno perchè avevano iniziato a litigare, ma di certo non si sarebbe arreso.
No, questa volta sarebbe stato diverso! Lui si sarebbe preso la sua rivincita, dimostrandole chi era che comandava, e lei - da brava mogliettina - gli avrebbe porto le sue scuse.
Il piede di Daphne iniziò a tamburellare nervosamente contro il pavimento di puro marmo, e quel piccolo tip tap, insieme alle braccia incrociate e l'espressione di superiorità dipinta sul suo volto non fece altro che innervosire l'uomo.
Theo si schiarì la voce; «Io.....no, niente.» Rispose infine, mentre i lineamenti della giovane donna di fronte a lui si crucciavano ancora di più.
Daphne lasciò ricadere le braccia lungo i morbidi fianchi fasciati da un maglioncino rosa antico, fulminandolo con lo sguardo. E fu in quel momento che Theodore Nott capì che avrebbe fatto meglio a scusarsi. Sapeva che parola sarebbe uscita da quelle labbra, e anche ciò che avrebbe comportato. Cercò di rimediare, ma prima che potesse pensare a qualsiasi cosa, la bionda di fronte a lui aveva già preso un profondo respiro.
«Bene», sibilò lei, con voce glaciale. Il Serpeverde osservò la figura esile di quella "donna" salire le scale una ad una con il solito portamento elegante che contraddistingue ogni Purosangue, per poi sparire nel corridoio ed udire poco dopo la porta della loro camera matrimoniale chiudersi con un tonfo sordo.
Sospirando rassegnato si lasciò cadere sul divano elegante, allentandosi il nodo della cravatta e slacciando i primi bottoni della camicia.
«Dannazione!» Imprecò, sottovoce; gli sarebbe toccato dormire nella camera degli ospiti anche quella notte!














  
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