Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: williewildcat    08/03/2015    0 recensioni
Se la Mela avesse mandato Kadar nel 21°, più precisamente da una donna inconsapevole di avere legami con la Prima Civilizzazione? Cosa sarà scoperto per tutti i coinvolti? Seguito degli eventi di AC Kadar/OC, arancione per la violenza, il linguaggio e, più avanti, per sensualità.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kadar Al-Sayf, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Boston… Presente…
Alex sedeva appollaiata sul bordo del divano, ignorando il moderato volume del televisore a pochi passi di distanza. Pioveva ora, sulle finestre brillavano costantemente delle gocce mentre scivolavano verso il basso. Nelle sua mani c’era una tazza di tiepido tè verde. Solo l’idea di preparare il caffè le aveva fatto diventare la lingua amara. La sua mente era stata sopraffatta, cancellando dal suo corpo il bisogno di nutrirsi. Alex prese un debole sorso mentre lottava per ricordare il sogno che l’aveva assalita dopo essersi risollevata dal pavimento del bagno.
“Dove diavolo sono?”
Alex non riusciva a vedere dove fosse, con i dintorni mascherati da un velo di oscurità. Allungò le braccia e si voltò lentamente di 360 gradi. I suoi sforzi furono vani dato che sentì solo il vuoto.
“Ok, questo non buono. Svegliati Alex… sveglia sveglia… svegliati svegliati…”
Un flash improvviso le accecò la vista, facendola finire a carponi con uno squittio di dolore.. Alex si coprì gli occhi con entrambe le mani, mentre il suo corpo venne avvolto da un lieve calore che la coprì come una coperta.
“Alzati…”
Alex sentì i piedi e le gambe obbedire. Le sue mani scesero sui fianchi mentre apriva cautamente gli occhi. L’intensità della luce era diminuita, e quando aprì gli occhi vide chi  si era rivolto a lei. Era senza parole alla vista di una donna in piedi di fronte a lei. Era più alta e con forme forti, ma decisamente femminili. Il suo viso era bello e forte. Il suo vestito era strano, però: fluenti vestiti di una bella stoffa erano trascinati dietro di lei e ricoprivano tutta la sua forma atletica. Un copricapo di qualche tipo le adornava la testa. Forse apparteneva ad una famiglia reale o di rilievo. Setosi fili color cioccolato sfioravano la schiena e le spalle, quasi come se danzassero con le vesti in un dolce valzer. Il suo equilibrio era aggraziato e sembrava camminare in aria, dato che i suoi piedi non toccavano il suolo.
“Tu chi sei?”
Le sue labbra rosa scuro si incurvarono in un sorriso triste.
“Ci hai dimenticato…”. Come se Alex dovesse saperlo.
“La tua mente è offuscata,” la donna si avvicinò di un passo.
“Beh, sono caduta nel mio bagno dopo aver visto uno strano ragazzo nel mio specchio quindi credo si possa dire che è offuscata.”
“Sei necessaria. Il momento della battaglia si avvicina.”
“Che battaglia? Boston sta cadendo a pezzi? Gli Yankees hanno fatto di nuovo pareggio?”
La donna tese il braccio e accarezzò lievemente la guancia di Alex, ignorando i suoi tentativi di fare della leggera ironia.
“Cercalo, il destino della spada”
“Ora puoi parlare chiaro? Quale destino della spada? Quale battaglia?”
“La chiave…”
“Ok, ora stai dicendo sciocchezze!”
“La Croce… Quelli che la portano non faranno di tutto per fermarti e prenderai la chiave.”
“Beh, se sapessi dov’è potrei anche andare a cercarla.”
“Fidati di questo,” le sue dita fredde si posarono sul suo cuore. “Ti chiamerà.”
“Ok, quindi trovo la chiave, tengo d’occhio La Croce ma per cosa esattamente?” Alex sentì la testa cominciare a girare per comprendere quel discorso criptico.
“I Templi e il Gran Tempio, la nostra conoscenza e il potere. La Croce non può averli.”
“Dov’è questo Gran Tempio?”
“La sfera ti guiderà.”
“Ora basta,” Alex roteò gli occhi. “Parla inglese, va bene?”
“Il discendente del Profeta ti troverà. Sono i legami che ci uniscono e ci porteranno fuori dalle tenebre. Ascolta le mie parole piccola Mera, perché c’è chi vuole vedere l’umanità caduta.”
“Vuoi dire La Croce, giusto?”
“Sì,” La donna sorrise, ma questa volta con calore. “Gli altri sono caduti per errori passati come verità. Che le mie parole siano messaggio di speranza.”
“Capito,” Alex non era sicura di dove o come interpretare quella strana conversazione.
“La spada ti troverà.”
“Ancora una volta con quel buffo parlare.” Alex si sentiva come se stessero girando in tondo.
“Stai bene, piccola Mera…” la donna si chinò per darle un casto bacio sulla fronte.
Alex sospirò e si alzò, sentendo il mal di testa iniziare a pulsare al centro della fronte. Controllò l’ora sull’orologio prima di tornare nella doccia.
Sto perdendo la testa…
-----------------------------------------
Gerusalemme… 1191
“Sei silenzioso Kadar,” Malik notò il cambio d’umore di suo fratello. Era insolito per suo fratello minore non cavalcare al fianco di Altair. Normalmente avrebbe tormentato il Maestro Assassino con il suo interrogatorio. In realtà, Malik era interiormente sollevato da questo cambiamento perché lui detestava l’atteggiamento di Altair. Kadar avrebbe ignorato i consigli e le parole di Malik riguardo l’arroganza e l’impudenza che Altair insegnava al giovane Al-Sayf, e questo lo preoccupava profondamente. Agli occhi del fratello, Altair non poteva sbagliare.
“Non ho riposato bene.”
“Perché mi hai ingannato quando ti ho chiesto cosa non andava?”
Kadar sentì il cuore fermarsi. Malik capiva quando stava mentendo.
“Non volevo che ti preoccupassi. Ho avuto un incubo, niente di che.”
“Ma perché l’inganno? Non mi sarei arrabbiato se me l’avessi detto.”
Kadar si morse la lingua, insicuro su in che modo poteva dire a suo fratello di aver visto una strada donna o se ne poteva parlare tranquillamente.
“Questa missione è troppo importante per preoccuparsi dei miei sogni, fratello.” Rispose Kadar. “Che missione è comunque?”
“Tutto quello che devi sapere è che dovresti essere onorato d’essere stato invitato.”
Kadar sbuffò è guidò il cavallo fino al fianco di Altair, sperando che il Maestro Assassino avrebbe risposto alle sua domanda. Suo fratello era un severo seguace del Credo, a differenza dell’altro che poteva scatenarsi e trascurarlo in ogni sua mossa. Questo è ciò che creò una frattura tra Malik e Altair. Attenzione contro impulso, orgoglio contro umiltà.
“Siamo arrivati,” Altair smontò seguito dai fratelli. Il Tempio di Salomone si trovava sul monte Moriah.
Era costantemente sorvegliato quindi era impossibile passare dall’ingresso principale. Il Maestro Assassino sapeva che le guardie avrebbero impedito l’accesso a chiunque, specialmente agli Assassini.
“Come si entra?” Kadar guardò l’uomo dagli occhi dorati.
“Seguitemi.”
-------------------
Alex uscì dalla doccia e guardò lo specchio con sollievo. Kadar coi suoi brillanti occhi azzurri non c’era. Forse se l’era solo immaginato, dopotutto. Ma perché le lasciava un senso di malinconia e vuoto il pensiero che potesse essere un trucco. Parzialmente soddisfatta della sua auto-diagnosi, Alex andò a vestirsi ed era decisa a godersi la sua giornata senza fare nulla.
Un tuono rimbombò nella città, e i lampi illuminavano le stanze e i corridoi scuri.
“Un modo perfetto per trascorrere la giornata: in casa”
Alex mise il bollitore sul fuoco e recuperò la tazza e la borsa. Quando le sue mani toccarono gli oggetti una visione le colpì la mente con la forza di una mazza da baseball. La sua testa urlava per il dolore acuto in ogni sua parte, si aggrappò al bordo del tavolo per non cadere. I tendini tiravano e la pelle delle dita divenne bianca, priva di sangue. Alex si appoggiò al tavolo mentre scivolava via dal presente.
Aspetta! Deve esserci un altro modo! Non c’è bisogno che muoia!”
Il fratello maggiore, Malik ,lo ammonì, ma Altair lo ignorò e fece inginocchiare il vecchio mentre sfoderava
la lama nascosta e la conficcava nella parte posteriore del collo dell’innocente. Il sangue gli macchiò le vesti e il cappello a strisce dorate che portava in testa. L’odore di rame e ferro si aggiunse a quello della muffa nell’imudità del tunnel. Malik era inorridito da quell’azione mentre Kadar lo elogiava.
Bell’uccisione! La fortuna favorisce la tua lama!”
Non la fortuna, l’abilità”, rispose Altair con orgoglio. “Resta a guardare, potresti imparare qualcosa.”
Certo, ti insegnerà a trascurare tutto ciò che il Maestro ci ha insegnato!” disse Malik, incredulo per un tale disprezzo verso il Credo.
E come avresti fatto tu?” lo sfidò Altair con un sorriso freddo. Malik irrigidì mentre la rabbia cresceva sotto la sua pelle.
Io non avrei mai attirato l’attenzione su noi. Non avrei tolto la vita a un innocente. Io avrei seguito il Credo!”
Nulla è reale, tutto è lecito. Un giorno sarai come me Malik, e capirai il significato di queste parole.” Guardò intensamente Kadar. “Non conta come svolgiamo l’incarico, solo che sia fatto.”
Ma non sono i principi che…” sostenne Malik, ma Altair rudemente lo zittì.
I miei sono migliori.”
Malik scosse la testa e alzò le braccia disgustato, rinunciando. “Vado in avanscoperta. Cerca di non disonorarci oltre.”
Kadar attese che suo fratello girò l’angolo prima di chiedere ad Altair della missione.
Qual è la missione? Mio fratello non m’ha detto nulla, solo che dovrei essere onorato dell’invito.”
Alex ricordò le cose sentite la sera prima. Gli occhi le bruciavano mentre cercava di trattenere le lacrime di dolore.
“Oh Dio, fa qualcosa…”
La sua voce era debole e timida. Le sue ginocchia cedettero e vacillò, rifiutandosi di reggerla più a lungo. Come se qualcuno avesse premuto un pulsante play nella sua testa la visione riprese.
“Il Maestro crede che i Templari abbiano trovato qualcosa sotto il Monte del Tempio.” Altair non trovò nulla di male nel rispondere alla domanda del giovane.
Un tesoro?” l’idea di trovare qualcosa di grande e prezioso gli fece brillare gli occhioni blu.
Non lo so. So solo che il Maestro lo considera importante, altrimenti non mi avrebbe chiesto di recuperarlo”.
“No” sussurrò. Il profondo sentimento di paura e un brutto presentimento le pervadeva il corpo. Qualcosa di brutto stava per accadere. Qualcosa di tragico. “Kadar non farlo…”.
La sala era enorme, con una sporgenza di roccia antica. Sembrava uscita da un film di Indiana Jones. Ponteggi in legno e piattaforme punteggiavano le pareti e gli spazi, mentro sotto erano sparsi strumenti e banchi da lavoro. In un muro dove intricate sculture e alti pilastri troneggiavano fieri, si trovava una grande cassatra due solidi pialastri.
“Lì! Quella dev’essere l’Arca!”, Malik indicò l’oggetto.
“E’... l’Arca…dell’Alleanza?” chiese timidamente Kadar.
“Non essere stupido! Quella non esiste, è solo una favola.” Rispose Altair.
“Allora cos’è?” Kadar si voltò dubbioso verso il suo superiore.

La pesantezza aumentò trascinando Alex a terra. Il suo respiro era affannoso e sentiva il cranio come schiacciato, pronto a rompersi. La fonte della sua agonia mostrò.
“Voglio che superiamo quelle sbarre entro l’alba! Prima sarà nostro, prima potremo rivolgere la nostra attenzione su quelli sciacalli di Masyaf” Un accento pesantemente francese risuonò nella stanza.
“Roberto Di Sable,” Altair riconobbe la voce. “La sua vita è mia.”
“No, dobbiamo recuperare il tesoro e affrontare Roberto solo se necessario!”
“Si frappone tra
noi ed esso! Direi che è necessario.”
Discrezione Altair…”
“Codardia, vuoi dire. E’ il nostro peggior nemico e abbiamo l’occasione di disfarcene!”
“Hai già violato
due principi del Credo. Così violeresti il terzo! Non compromettere la Confraternita.”
“Ti sono superiore, per titolo e per abilità! Non mettere in discussione ciò che dico!”
Kadar sentiva la tensione crescere tra i due uomini come un temporale estivo in avvicinamento.Sotto si sentivano i Templari che lavoravano per arrivare
più vicini al loro obbiettivo.
“Ci condurrai sicuramente
alla morte, Altair!” sibilò Malik, con  gli occhi socchiusi e le mani strette in pugni.
Altair lo ignorò e scese la prima scala, seguito da Kadar e Malik. I Templari erano a conoscenza della loro presenza, anche se erano concentrati sui lavori. Altair scese e si avvicinò con passi silenziosi al centro della stanza, rivelando il trio al nemico.
“Fermi Templari! Non siete i soli ad avere interessi qui!”
“Ah, questo spiega il mio uomo mancante,” ridacchiò il francese calvo. “E cos’è che volete?”
Era vestito come gli altri Templari: abiti grigi sotto, e sopra una tunica bianca con una croce rossa.
“La Croce!” gridò Alex, ricordandosi il sogno della donna. La Croce non era una cosa! Era gente!
“Sangue.” Altair si lanciò contro il Gran Maestro mentre Malik tentò invano di afferrargli un braccio. Roberto era preparato, gli prese il braccio della lama celata prima che potesse arrivare alla gola. L’altra mano catturò l’altro braccio, con una forza maggiore a quella di Altair, che lottava contro di lui. Roberto, però, non fece alcuno sforzo nel tenere a distanza l’Assassino.
“Ti risparmio solo
perché tu possa riferire questo al tuo Maestro: la Terra Santa non è più sua. Dovrebbe fuggire finché può. Altrimenti tutti voi morrete!”
Altair sentì l’aria corrergli addosso prima che il corpo colpì la struttura in legno. Le travi di sostegno caddero, facendo crollare i pilastri di pietra davanti a lui.
“Uomini, alle armi! Uccidete gli Assassini!”
Alex sentì il corpo pervaso dai brividi. Abbassò lo sguardo per notare che i suoi vestiti erano zuppi di sudore. Aveva i capelli appiccicati al collo e alla fronte. Fece un gemito mentre si rialzava su piedi traballanti. Si portò una mano alla testa mentre il rombo sordo del dolore diminuiva il fastidio. La orecchie rimbombavano per il movimento del sangue che le offuscava l’udito.
“Ho bisogno di un’altra doccia”, si avviò verso il bagno togliendosi quelli strati appiccicosi di cotone. Aprì l’acqua ma prima si chinò sul gabinetto per svuotare lo stomaco. Alex gemeva e tossiva mentre l’addome si muoveva senza controllo. Non si mosse finché le contrazioni spastiche non smisero di tormentarla. Ora stava vomitando solo bile e la tristezza cresceva. Alex appoggiò la fronte sul bordo di porcellana per un attimo prima di alzarsi e andare a cercare conforto sotto l’acqua calda.

Kadar gemette mentre cominciava a riprendere coscienza. Gli occhi sfregarono sotto le palpebre prima che li aprisse a ciò che lo circondava. La prima cosa che lo accolse fu la sensazione di un materiale morbido premuto contro la guancia. Si accorse di essere in un posto diverso da prima. Il Tempio di Salomone era sparito! Suo fratello era sparito! Altair era sparito! Roberto di Sable era sparito! Con attenzione si mise a sedere, consapevole del fatto che poteva trovarsi in trappola. Ma aspetta, de Sable li voleva morti! Come poteva essere vivo se…
Apparve un tenue bagliore gli sembrò che qualcosa gli stesse leggendo i pensieri. Kadar si alzò e aggirò il divano, trovando la Mela riposta sotto il tavolo. Strano, non era nel contenitore d’oro in cui l’aveva trovata Malik.

Le sue mani strinsero il Frutto dell’Eden, quando questo cominciò ad essere incandescente nel suo contenitore. Kadar lo aveva afferrato per primo, con Roberto e Malik proprio dietro di lui. Era caldo tra le sue mani, quando scoperchiò la coppa. Cominciò a risplendere prima di un chiaro colore oro, poi divenne sempre più forte e doloroso, costringendo chiunque lo guardasse ad urlare dal dolore e a coprirsi gli occhi. Kadar si sentiva leggero, me pesante allo stesso tempo, mentre un fuoco ardente gli bruciò la mente e l’anima. Le sue grida si ammutolirono quando la luce gli riempì la bocca e la gola.

La Mela lo avevea portato qui. Ma qui dove? E c’era qualcun altro?
L’Assassino s’inginocchiò e recuperò il manufatto, anche se preoccupato che potesse accadere qualcosa. Con sua grande sorpresa e sollievo l’oggetto rimase freddo e silenzioso al tocco delle sue dita. Che cosa aveva innescato la Mela per farle fare ciò? Perché era lì?
Il suo interrogatorio interno fu interrotto da un suono di acqua che scorreva dal fondo del corridoio. Tenendo stretta la Mela, Kadar procedette lungo il corridoio. Le stanze a destra e sinistra erano buie, ma piene di arredi e ornamenti. Né Templari o altri erano presenti. Continuò con trepidazione fino alla porta in fondo al corridoio, trovandola socchiusa. Sbirciò attraverso la fessura ma non vide nessuno, ma poteva sentire suoni di spruzzi d’acqua dietro una tenda blu. Forse era il nemico.
L’istinto gli disse di rimanere nascosto ad osservare. Attese finché l’acqua si fermò e un mano sottile afferrò un asciugamano lì vicino. Pochi secondi dopo la tenda fu scostata e uscì una donna. Kadar vide le gambe e le braccia toniche, il ventre piatto e i seni morbidi. Aveva i capelli appiattiti contro la schiena, impedendogli di vederne il colore. I suoi occhi vagarono in basso per notare che gli unici peli che aveva erano i capelli. Gli ricordava una di quelle statue che erano a Roma o ad Atene. Ma questa donna non è una prostituta, ringhiò una voce nella sua testa.
Kadar non poteva smettere di guardarla mentre si sfregava e asciugava la pelle. Era bella.
-----------------------------------
Alex asciugò lo specchio appannato passandoci la mano. Si sentiva meglio ora che si era lavata e aveva lo stomaco vuoto. Le visioni o allucinazioni la stavano davvero tormentando. Forse avrebbe dovuto prendere il treno fina New York City e rimanerci per un po’. A Desmond non dispiacerebbe vederla. L’aveva sempre tormentata per convincerla ad andarci.
Fece un passo indietro e si tolse l’asciugamano da intorno al corpo.
Quando Kadar vide la sua forma agile gli sfuggì un piccolo sussulto dalle labbra.
Alex si bloccò e riavvolse stresso l’asciugamano intorno a lei. Non era sola. Il suo cuore batteva forte, nonostante cercasse di calmarsi mentre apriva la porta su un corridoio vuoto. Tra i suoi vestiti c’era una lama che teneva solo per certi casi, e questo era uno di quelli. Le dita si avvolsero strette intorno all’impugnatura e si sentì rassicurata di avere una qualche protezione.
Camminò in punta di piedi sulla moquette, esaminò ogni stanza senza trovare nulla di strano. C’erano degli oggetti di valore che avrebbero potuto rubare ma erano ancora lì. Alex sentì crescere il disagio mentre si avvicinava al soggiorno. Tenendo pronta la lama scrutò la stanza semibuia in cerca di qualche movimento.
Un colpo le arrivò da dietro.
Alex cadde in avanti perdendo la lama. Alzò lo sguardo per vedere la figura di un uomo in piedi davanti a lei. Non riusciva a vederne le caratteristiche, ma era l’ultima cosa a cui pensare. L’uomo si lanciò verso Alex ma lei rispose calciandolo coi piedi e facendolo cadere sulla schiena con un tonfo. Alex afferrò la lama e si avventò su di lui, mettendosi sopra a cavalcioni, mentre nell’azione l’asciugamano le cadde, esponendogli il suo corpo nudo. Lui le mise le mani intorno al collo per impedirle di accoltellarlo al collo o al torace. Alex si tenne in bilico su di lui, sperando che la sua carne nuda potesse distrarlo. Alex deglutì sentendo la pressione della presa contro la trachea. Lasciò la lama e con l’altra mano gli afferrò il polso. La sua forza non poteva competere con quella sotto di lei, mentre lui cercava di allontanarla.
In un flash riconobbero i volti l’uno dell’altra. Alex improvvisamente si accasciò mentre Kadar si ricordò di quegli occhi suggestivi. Il suo cuore si fermò mentre l’aria si bloccava in gola. Alex si sedette sui talloni e abbassò la lama. Kadar la imitò mentre sentì il suo nome pronunciato in un sussurrò.
“Kadar…”
“Alexandra…”. Kadar battè le palpebre mentre i suoi occhi e la sua mente consumavano l’immagine di fronte a lui.
“Sei tu,” non era sicura di cosa pensare. “Ma…come?”
Quando i suoi occhi si spostarono verso il basso realizzò di essere ancora nuda. Un piccolo sussolto le sfuggì dalle labbra mentre, con le mani, si copriva il petto e l’inguine. Era talmente in imbarazzo che le guance e il collo si colorarono di rosso prima ancora che riuscisse a coprirsi. Armeggiò con asciugamano per coprirsi frettolosamente, quasi inciampando mentre iniziò a corre.
“Scusami”. Se ne andò lasciando l’Assassino stupito sul pavimento.
Kadar rimase seduto in silenzio, ancora in stato confusionale. La donna del suo sogno era qui! Era viva! E la sensazione di vuoto nella sua anima si riempì di calore. Un piccolo sorriso si formò sul suo volto mentre rivedeva mentalmente il loro incontro. E lei era nuda!
Il giovane Assassino si stese all’indietro appoggiando le braccia sul pavimento mentre guardava la Mela, che rimase in silenzio. Era stato portato qui, per lei, per un motivo. Qualunque cosa fosse doveva essere di grande importanza.
-----------------------------------
La dottoressa Mitsuko Nakamura amava le sfide.
Aveva ricevuto ordini da Rikkin per un nuovo progetto che Abstergo stava per portare a termine. Otto stava continuando a cercare il prossimo soggetto per il Progetto Animus, lasciandola libera di concentrarsi sul suo compito. Aveva studiato ciò che avevano ottenuto con l’Animus e tutti i soggetti fino al 16, cercando qualcosa di particolare. Qualcosa che trovò solo col Seggetto 16 e nessun altro fin’ora. Erano emersi da delle caratteristiche nel DNA. Precisamente il marchio 2112. Esso si era presentato come un linguaggio della Prima Civilizzazione. I 16 erano discendenti di Adamo, il che significava che c’erano degli altri come loro là fuori. Naturalmente c’erano dei discendenti della Prima Civilizzazione, ma erano rari, speciali si potrebbe dire. Le probabilità di trovare queste persone erano di uno su un trilione.
Naturalmente il Progetto Animus sarebbe continuato senza sosta come sempre, ma c’erano alcuni problemi. La mappa dei Frutti doveva ancora essere tracciata, figuriamoci quella della chiave. Gli Assassini non si sarebbero riposati finché i Templari non fossero stati fermati, e questo non doveva accadere.
Iniziò da Adamo e tracciò le linee di tutti i suoi discendenti. Ci sarebbe voluto un po’ di tempo, ma li avrebbe trovati. Non potevano nascondersi per sempre.
----------------------------------------
“Va bene, cerchiamo di cominciare nel modo giusto”, Alex sedeva di fronte a Kadar, sulla poltrona. L’Assassino era seduto diritto, con i coltelli nella cintura a cingergli la vita.
“Sai che non sarà necessario utilizzarli… almeno non qui”.
Indicò le sue armi e Kadar la imitò indicando la fila di coltelli.
“Sì,” annuì. “Ora sappiamo che sappiamo i nostri nomi possiamo provare a scoprire che cosa ci fai qui.”
Le rispose con un’espressione perplessa dei suoi dolci occhi azzurri.
“E tu non capisci neanche cosa sto dicendo. Fantastico!”
“Alexandra…” si alzò e la indicò.
“Sì, sono io.” Almeno sapeva riconoscerla. “E tu sei Kadar. Questo l’abbiamo già stabilito.”
L’Assassino non poteva capire di cosa stava parlando, ma il suono della voce e i gesti erano abbastanza da capire che era altrettanto frustrata dalla barriera linguistica. Alex guardò la Mela appoggiata al centro del tavolo. Si chinò e la prese tra le mani. Kadar osservò la donna esaminare il manufatto increspando la fronte. Sembrava che l’avesse già visto prima.
Questo lo teneva la donna nel mio sogno… Solo che era luminoso e caldo e…
La Mela iniziò a vibrare e tornare in vita con una luce dorata. Alex non aveva paura, ma la strinse pericolosamente al petto. Qualcosa in lei l’aveva vinta, sentiva il bisogno di proteggerla.
“La Croce…”, mormorò. “La Croce non può averla.”
“L-la Croce…” Kadar ripeté le sue parole. Alex alzò gli occhi verso i suoi per vedere la preoccupazione incombere dietro lo sguardo innocente.
“Sì, la Croce”, annuì. “Delle persone, Kadar… Delle persone la vogliono.”
“La Croce…”, pensò lui. “Templari.”
“Templari? Come i cavalieri Templari?”
“Non cavalieri”, ringhiò Kadar mentre strinse i pugni. “I nemici degli Assassini”.
“Aspetta,” Alex alzò la mano. “Stai parlando inglese! Com’è possibile?”
Kadar inconsciamente si morse il labbro inferiore e indicò la Mela. “Quella”.
“Questa ti fa parlare inglese? Come si chiama?”
“La Mela”, dichiarò semplicemente.
“Bel nome” Alex continuò a sorvegliare l’oggetto. “L’ho vista nel mio sogno. La teneva una donna. Mi ha parlato della Croce e di una battaglia in arrivo.”
Qualcosa scattò nella sua mente, mentrre affondava nella poltrona.
“Potrebbe avere qualcosa a che fare con Clay?” Il suo cuore accellerò.
“Chi è Clay?” L’assassino inclinò la testa curioso.
“Era il mio… fiancé.” Con la Mela in una mano, Alex si alzò e andò verso un tavolo contro il muro. Prese una foto dalla cornice nera e gliela consegnò. Kadar mascherò una pugnalata d’invidia nel vedere un strana immagine di Alexandra tra le braccia di un uomo dai capelli biondi. Sembravano così felici, non si poteva non notare l’amore fra loro.
“E’ stato trovato morto al porto un anno fa. Ho avuto l’impressione che i poliziotti stessero nascondendo qualcosa e quando sono andata a chiedere risposte mi hanno quasi gettata in prigione per non creare problemi.”
Anche se Kadar ignorava il gergo del 21° secolo, capì bene il suo tono. Con cautela posò la foto sul divano. Provava empatia per lei. Aveva subito una grande perdita, proprio come lui aveva perso il fratello nel Tempio di Salomone.
Ma la menzione dei Templari gli fece mantenere il sangue freddo. Alexandra era in pericolo ma non lo sapeva… non ancora. Con la Mela in suo possesso era un prevedibile bersaglio per i Templari. Con la coda dell’occhio vide la Mela illuminarsi ancora una volta.
“Non possiamo lasciare che la prendano”, disse all’improvviso. Alzò gli occhi verso l’alto fino ad incontrare i suoi. Si scambiarono uno sguardo intenso. L’Assassino decise di proteggere la Mela e la bruna dai Templari.
--------------------------------------------------------
Warren Vidic passeggiava lungo il corridoio, leggendo i file tra le sue grinfie. Oggi è stata una buona giornata. Il loro ospite si stava riprendendo bene anche se era confuso e disorientato. Ma c’era d’aspettarselo. Era stato un lungo viaggio e gli aveva stancato la mente e il corpo. Era un peccato per il Soggetto 16, però. Era la loro più grande speranza. Ma Nakamura stava già inseguendo diversi candidati per il progetto. Naturalmente certe caratteristiche genetiche erano molto rare, per questo avevano l’urgenza di trovare un candidato idoneo. Se aveva ragione, erano più avanti di quanto avevano previsto. Gli Assassini non sapranno neanche cosa li ha colpiti.

L’ospite menzionato è un personaggio di AC ;) e riesco a immaginare Kadar con uno di quei sorrisi da 14enne dopo aver visto una rivista di Playboy.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: williewildcat