Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Colpa delle stelle    08/03/2015    3 recensioni
[Interattiva - posti al completo]
Il Signore Oscuro sta tornando. Agisce nell'ombra, si nasconde dal Mondo Magico e anche se nessuno lo vede e lui stesso non si presenta nelle sue solite vesti, la sua presenza è tangibile come una mannaia sul collo delle persone e nessuno riesce più a ignorarlo.
Quattro giovani coraggiosi si ritroveranno inevitabilmente attirati nel corso degli eventi e sarà il destino a decidere la riuscita o il fallimento della loro missione.
Ad Hogwarts, però, la vita scorre normalmente e per gli studenti che la frequentano rimane ancora la scuola di magia e stregoneria più sicura al mondo.
E voi, che ruolo avrete in questa storia?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Sguardo in su e petto in fuori 

 

Ross si stropicciò gli occhi e si lasciò scappare un sonoro sbadiglio, che lo tenne impegnato per parecchi secondi. Poi si guardò intorno, assicurandosi che nessuno lo avesse visto, e riprese a scendere le scale della torre. L'aula di Astronomia, rispetto alla Sala Comune dei Grifondoro, si ritrovava dalla parte opposta del castello e muoversi di sera tardi, dopo essere stato costretto ad abbandonare delle coperte e un letto caldo, non era facile. Gli scalini sembravano duplicarsi sotto ai suoi piedi e per poco Ross, costretto all'ennesimo sbadiglio, non ne mancò uno. Scosse la testa, provando a svegliarsi, e strinse il libro di Astronomia al petto.
- Godrci ti ringrazio. - sussurrò, una volta che la porta dell'aula apparve davanti ai suoi occhi. Bussò, com'era di consuetudine, e si stupì di trovare la maggior parte dei banchi ancora vuota. Scorse Thalia, seduta proprio al centro della stanza, e prese posto subito dietro di lei.
- Ti ho tenuto il posto! - si lamentò lei, girandosi subito.
- Amber mi ha chiesto di fare la stessa cosa. - si schermì, passandosi una mano nei capelli, imbarazzato.
La smorfia di Thalia si trasformò in un sorriso astuto. - Ora capisco tutto. - commentò, tamburellandosi un dito sul mento. - Vorrà dire che qui si siederà Ebony. 
- Ebony? - esclamò Ross, stupito. - Quella Ebony? 
- Quante altre Ebony conosciamo? 
Il Grifondoro finse di pensarci su e rise della sua espressione spazientita. - Stai davvero parlando della stessa Ebony fidanzata del tuo miglior amico? - Thalia annuì. - Il motivo? - chiese ancora Ross.
- Nonèpoicosìmale. - commentò, sotto voce.
- Come? - insistette l'altro. - Non ho capito. 
- Ho detto che non è poi così male. - ripeté Thalia, urlandoglielo contro. Ross alzò le mani, come a difendersi. - È un chiaro segno di maturità da parte tua. 
- Ringrazia che con Amber non sei altrettanto bastardo o ti avrebbe già piantato in asso da parecchio tempo. - commentò la ragazza, dandogli le spalle.
- Piantato in asso? - disse Ross, per tutta risposta.
Thalia continuò a fissare davanti a sé, ostinata, e Ross si lasciò andare contro lo schienale della sedia, con un sospiro.

 

 

La chioma bionda di Dominique sparì dietro alla porta dell'aula e Nathan rimase a fissare il punto in cui la ragazza era scomparsa con aria sognante.
- Nathan. - lo richiamò Jude picchiettandogli sulla spalla. - Farai tardi a lezione. 
- Non è perfetta? - commentò Nathan, con un sospirò. - Non è incredibile che... 
- Sia venuta al ballo con te? - chiese Jude, contando con le dita. - Ti abbia parlato? Guardato? Che abbia respirato? Quale di queste? O tutte queste assieme? 
- Tutte queste assieme. - confermò Nathan, sospirando di nuovo. - L'amore è davvero bellissimo, non trovi? 
I canoni di perfezione per Jude non erano i capelli biondi e gli occhi azzurri, e nemmeno i tratti straordinariamente eleganti e aggrazziati delle mezze Veele, ma capiva alla perfezione cosa intendesse l'altro.
- Sono costretto a darti ragione. - annuì Jude ricevendo in risposta uno sguardo parzialmente offeso. - Ma se l'amore è così bello – continuò il Tassorosso. - Posso sapere perché non lo tieni tutto per te? È essenziale che io ogni volta segua te e Dominique, rischiando di arrivare in ritardo alle mie lezioni? 
- Mi servi, Jude! - esclamò Nathan, improvvisamente spaventato. - Potrei combinare un pasticcio, sono a rischio ogni secondo, e grazie a te ho evitato di fare figuracce davanti a Dominique. 
- Sono certo che lei ti apprezza così come sei. - lo contraddisse Jude, con un sorriso indulgente. 
- Ne sei sicuro? 
Lo sguardo del Tassorosso si soffermò sui lembi della camicia di Nathan, che spuntavano da sotto il maglione, e sul colore diverso delle scarpe, e sorrise. - Al cento per cento. - confermò. - Per di più, ho anche io una ragazza che gradirei accompagnare a lezione. 
- Oh, giusto! - esclamò Nathan, picchiettandosi la fronte. - Jude e Lynne. Lynne e
Jude. 

- Sono contento che tu abbia capito. - concluse Jude salutandolo con un cenno e allontanandosi a grandi passi. Nathan lo salutò con la mano, finché non si rese conto di cosa sottintendessero le sue parole.
- Non puoi abbandonarmi così, però! - gridò correndogli dietro.

 

 

Entrando in aula, Lynne salutò la professoressa con un sorriso e non perse altro tempo. Staccò un banco e creò una fila unica da tre, facendo cenno a Dakota e ad Althea di sedersi.
- Hai chiesto il permesso? - sibilò Althea. Dakota prese posto al centro e fece cenno alle altre due di sedersi.
- Scommetto di no. - scherzò la Serpeverde, ricevendo in risposta il sorriso dell'amica.
Althea incrociò le braccia al petto e rimase in piedi, fissando le altre due. - Siete strane. - commentò, corrugando le sopracciglia. - Sembrate più stupide del solito. 
La risata morì sul viso di Dakota, che si spinse in avanti e incrociò le dita sotto il mento. - Cosa vorresti dire, Altheuccia? - domandò tradendo la minaccia nel suo tono.
- Che i fidanzati fanno un brutto effetto su noi Serpeverdi – si intromise Lynne, senza perdere il sorriso. - Ci fanno perdere il lume della ragione. 
Althea allargò le braccia e abbandonò la borsa sotto il banco, prima di accasciarsi sulla sedia con un sorriso. - Precisamente. - annuì.
- Quello è un problema di Lynne. - ribatté Dakota, voltandosi a fronteggiarla. - Non mio. 
- Quindi tra te e Ishido non ha funzionato? - chiese Lynne, spalancando gli occhi.
- Tra me e Ishido ha funzionato perfettamente. - precisò Dakota, con uno sbuffo incredulo. - Sto solo aspettando la sua prossima mossa. 
Althea lanciò un'occhiata a Lynne, che si girò per trattenere una risata.
- Non mi sarei aspettata niente di diverso. - commentò la Serpeverde, scuotendo la testa.
Dakota corrugò di nuovo le sopracciglia. - Cosa vuoi dire? -
- Che forse aspettare è la scelta da Dakota – rispose Lynne. - Ma non è detto che sia anche quella più giusta. 
La Serpeverde si morse un labbro e strinse con forza il bordo del banco. Non fece tempo a ribattere. La professoressa Dumas si era alzata dalla sedia e si avvicinò alla prima fila di banchi, con un sorriso comprensivo a incurvarle le labbra.
- Capisco che il lunedì sera successivo al weekend di San Valentino non è particolarmente adatto ad una lezione di Astronomia, ma vi chiedo concentrazione. - Il suo sguardo tradiva un lampo di malinconia, ma nessuno studente fu abbastanza attento da accorgersene. - Per questa lezione niente libro di testo. - annunciò, indicando subito dopo l'armadio in un angolo della stanza. - Prendete due telescopi e puntateli fuori dalla finestra. Quest'oggi studieremo un evento particolarmente affascinante. 

 

 

Il ticchettio delle loro scarpe risuonava per i corridoi vuoti della scuola, mentre Amber e Angel correvano lungo le scale. Il sole era tramontato da un pezzo e la luna piena faceva bella mostra di sé attraverso le vetrate della torre dei Grifondoro.
- Muoviti Angel! - sbuffò Amber aggrappandosi al corrimano per girare l'angolo senza rallentare. La Grifondoro le arrancava dietro ansimando.
- Ci sono, non fermarti. - la esortò, spingendola in avanti.
Con i libri stretti al petto, Amber salì i gradini della torre di Astronomia di corsa, incurante dei capelli che le rimbalzavano davanti agli occhi. 
Si fermò davanti alla porta dell'aula e Angel le sfrecciò di fianco.
- Angel! - la richiamò, sottovoce. - Siamo arrivate. 
La Grifondoro fece precipitosamente marcia indietro e si buttò contro alla porta, abbassando la maniglia in un colpo ed entrando in classe. Amber la seguì e fece un sorriso di scuse alla professoressa. Il silenzio che le accolse contribuì a farle sentire ancora più accaldate e in imbarazzo di quanto già non fossero. Angel si passò una mano sulla fronte e buttò i libri sul primo banco libero.
- Chiediamo scusa, professoressa Dumas. - rantolò, affrettandosi a sedersi.
Amber fece lo stesso, sfilando tra i banchi e accomodandosi accanto a Ross, che da quando era entrata nella stanza non smetteve di lanciarle occhiate e di agitare le mani, per chiamarla.
- Accetto le vostre scuse. - annuì la donna.
- Mi scusi professoressa. - esclamò Althea, alzando la mano. - Non lo trovo giusto. 
- Cosa la disturba, signorina Brokengrass? 
Dakota lanciò alla Serpeverde un'occhiata intimidatoria, ma Althea la ignorò. - Il loro ritardo meritererebbe una punizione. - osservò, sostenendo senza problemi lo sguardo tranquillo della Dumas e le occhiate furenti di Angel ed Amber.
- Tolgo cinque punti ai Grifondoro per il ritardo delle signorine Roberts e Stark. - concesse la professoressa e le sue parole furono accolte da un mormorio di protesta. - E ne tolgo cinque ai Serpeverde. Ritengo che la presunzione, così come il ritardo, siano due difetti non trascurabili durante le mie lezioni. 
La soddisfazione di Althea si spense e le sue guance si fecero rosse dalla rabbia. Amber guardò Ross, che le mostrò il pollice alzato, e si mise una mano sulla bocca, per non scoppiare a ridere. Angel si spostò un ciuffo di capelli dagli occhi, tradendo soddisfazione. Blake riuscì solo a guardare Maybe, sorridendo. E Caroline se ne accorse.

 

 

Skylight appoggiò un occhio sul telescopio e coprì l'altro con la mano. Le spiegazioni della professoressa erano sempre incredibilmente chiare ed esaustive, ma poter ammirare la volta celeste di persona era uno spettacolo ancora maggiore.
- Non vorrei spingermi in territori che competono alla professoressa di Divinazione, ma è essenziale per il programma che vi parli del metodo astrologico. 
Le successive parole della Dumas si diramarono tra le dodici case della persona, all'Ascendente e alla posizione dei pianeti nel cielo. Skylight perse qualche significato, ma ne comprese agevolmente il senso generale.
- Divinazione non mi ha mai entusiasmata troppo. - si lamentò Annelise attirando la sua attenzione. Skylight le rispose con un sorriso e la Tassorosso, incoraggiata, continuò a parlare. - Mi riesce difficile credere che nelle stelle si nasconda il destino di tutti noi. 
- Così dicono gli astrologi. - precisò Skylight. - E per quanto possa sembrare assurdo, mi sono convinta che alcune cose possono essere vere. 
- Per me sono solo coincidenze. - commentò Annelise scuotendo la testa.
- Signorine – le richiamò la professoressa. - Avete un dubbio da esporre a tutta la classe? 
Le teste degli studenti rimasti seduti ai banchi si girarono verso di loro e lo stesso fecero quelli fermi davanti ai telescopi.
- Nessun dubbio, professoressa. - si affrettò a rispondere Annelise cogliendo Skylight impreparata. Avrebbe tanto voluto intervenire e rendere la Dumas partecipe delle proprie considerazioni. Tra tutti gli insegnanti, le era sembrata quella più umana e più disposta all'ascolto. Prendendo coraggio, Skylight alzò la mano.
- Stavo per dire ad Annelise che le risposte alle nostre domande non possiamo trovarle nelle stelle. Magari tra di esse si nascondono delle linee guida generali, che non tutti sanno interpretare nel modo corretto, ma sono certa che il potere sulle nostre scelte e sulla nostra vita sta solo a noi. 
La Tassorosso guardò ostinata davanti a sé, negli occhi della professoressa, e ignorò le occhiate dei compagni.
- Il pensiero della signorina Palmers è sottile, ma particolarmente corretto. - esordì la professoressa voltandosi verso gli altri studenti. - Per quanto le stelle vivano insieme a noi, non hanno il potere di decidere per noi. - Skylight sospirò, contenta che il suo discorso si fosse dimostrato sensato e non privo di logica come le era sembrato. - Assegno dieci punti a Tassorosso per questo ottimo intervento. - continuò la professoressa.
Annelise diede di gomito a Skylight. - Siamo una squadra perfetta! - scherzò, sottovoce. - Io ti faccio le domande e tu rispondi ad alta voce davanti ai professori. Hai idea di quanti punti potremmo ottenere? 
Skylight le rivolse un timido sorriso e si portò i capelli dietro alle orecchie. - Potrebbe funzionare. 
- Potrebbe? - esclamò Annelise. - Non ho alcun dubbio! 
La Tassorosso si curvò sul telescopio, ma Skylight continuò a sorridere. Era intervenuta davanti a tutta la classe. La professoressa l'aveva omaggiata, una sua amica le aveva prestato attenzioni, la classe l'aveva appoggiata. Forse Astronomia sarebbe potuta diventare la sua materia preferita, d'ora in avanti.

 

 

Con la scusa di avvicinarsi alla finestra ad aspettare il proprio turno per guardare il cielo attraverso il telescopio, Blake aveva picchiettato sulla spalla di Ebony e l'aveva costretta ad interrompere il suo momento di contemplazione.
- Guarda qui. - la esortò mettendole in mano la catenina della luna piena.
Ebony passò un dito sul ciondolò, che si aprì. Trattenne un'esclamazione di sorpresa e si mise subito a studiare l'intrico di linee che era apparso.
- Direi che possa essere una mappa. - rifletté Ebony, pensierosa.
Blake fissò il ciondolo a sua volta, cercando di vedere quello che la Corvonero sembrava aver intuito. - Una mappa? - chiese, certo di non aver capito bene.
- Questi quattro solchi potrebbero essere le torri di Hogwarts. - aggiunse ignorandolo. - La studierò oggi pomeriggio e poi ne parleremo con gli altri. 
Il Tassorosso sospirò e annuì con foga. - Per quanto tu a volte possa sembrare saccente – considerò. - Sei la persona più intelligente che abbia mai conosciuto. 
La lasciò da sola, per tornare da Caroline, ma Ebony non sprecò nemmeno un saluto. Strinse la catenina tra le mani e ripensò a quello che aveva detto Blake. Una parole in particolare le diede di che pensare.

 

 

Lo sguardo di Christian si soffermò per l'ennesima volta sulla chioma bionda che era seduta davanti a lui. Non aveva ascoltato una sola parola, non sapeva su cosa la professoressa Dumas avesse fatto lezione, e nonostante si desse mentalmente dello stupido, non aveva potuto fare altrimenti. Sembrava quasi che chiunque si stesse prendendo gioco di lui. Per quanto Blake ne avesse tutte le motivazioni, infondo erano amici, avrebbe fatto meglio a non sedersi davanti a lui e a lasciarlo da solo, senza nemmeno avvicinarlo. Non gli dava nessuna colpa, sapeva benissimo che era stato lui a cacciarsi in quella situazione, ma in quel periodo preferiva starci lontano.
Si schiarì la voce e richiamò l'attenzione di Caroline. - Mi passeresti un attimo i tuoi appunti? 
Il sorriso della Corvonero gli provocò l'ennesima fitta al petto. - Fai presto, devo ancora andare al telescopio.  
Christian annuì e scrisse solo il titolo della lezione in cima alla sua pergamena vuota, per poi ripassargli i fogli.
- Oggi non è una bella giornata, eh? - disse Caroline e più che una domanda risultò come un'affermazione.
- Non particolarmente. - rispose Christian, cercando comunque di mantenere leggero il proprio tono di voce.
- Oh guarda! - esclamò Caroline alzandosi in piedi. - Si è liberato un telescopio. 
Passò di fianco ad Ebony, che la salutò, e si affrettò a prendere il suo posto. Christian balzò in piedi e senza nemmeno pensare la seguì.
- Il cielo stanotte è bellissimo. - sospirò Caroline, godendosi finalmente quello spettacolo notturno.
Il Tassorosso si fissò le mani, senza dire niente. - Come va con Blake? - disse all'improvviso, cogliendola di sorpresa.
Caroline si risollevò, portandosi i capelli su una sola spalla, e fece spallucce. 
- Bene, direi. - rispose, con qualche titubanza. - Di certo è diverso da come me l'aspettavo. 
Christian risollevò la testa e la fissò. - Diverso quanto? 
- Ehi Care! - Blake poggiò una mano sulla spalla di Caroline e la tirò di nuovo vicino al telescopio. - C'è la nostra stella! - esclamò, abbastanza forte da farsi sentire fino alla cattedra.
Caroline lo intuì, ma non disse niente. Sorrise e basta, fece un cenno a Christian e lo lasciò di nuovo da solo, a fissarsi le mani intrecciate.
 


Angolo d'autrice:
Buona festa della donna a tutte le lettrici della storia! Diciamo che ho aspettato apposta la domenica per farvi questo "regalo", al posto delle mimose.
Vi è piaciuto il capitolo? Lo spero. Volevo farvi notare che ho suddiviso gli studenti del settimo anno e del quinto nello scorso capitolo e in questo ho parlato di quelli del sesto. Se voglio fare un capitolo sulle lezioni (e volevo farlo soprattutto per dare un po' di spazio anche a Maybe) questo è il metodo più semplice.
Grazie a voi che leggete e che recensite!
Alla prossima,
Colpa delle stelle

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Colpa delle stelle