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Autore: Ely_fly    08/03/2015    1 recensioni
Piccolo esperimento ^^
I nostri Digiprescelti dovranno preparare uno spettacolo su "Orgoglio e pregiudizio". Fin qui tutto semplice, ma... A chi toccherà il ruolo principale? Riusciranno i nostri amici a sopravvivere?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno dopo il sole splendeva su Tōkyō e Hikari si alzò prima della sua sveglia. Nulla di strano, se non per il fatto che anche suo fratello, noto dormiglione, era già sveglio e seduto al tavolo della cucina con un sorriso a dir poco sospetto.

 

«Buongiorno, sorellina!» esclamò gioviale, mentre lei entrava nella stanza guardandolo con tanto d’occhi.

«Taichi. Che ci fai già sveglio?» domandò la ragazza, seccata.

«Il mattino ha l’oro in bocca!» replicò lui, per nulla toccato dal suo tono, offrendole allegramente una tazza di tè.

«Solo se sei Jack Torrance. Allora, cosa c’è sotto?» chiese lei, sospettosa, sedendosi al tavolo e prendendo la tazza che il fratello le porgeva.

« La tua sfiducia mi offende, sorellina. Un povero ragazzo non può svegliarsi di buon’ora e preparare la colazione per la sua adorata sorella minore che a momenti uscirà con un biondino da strapazzo?» L’ultima frase, più che dirla, l’aveva ringhiata, perdendo tutta la sua nonchalance.

«Ah! Lo sapevo che c’era l’inganno!!» esclamò Hikari, trionfante, puntandogli il dito contro. «Tra l’altro, come fai a sapere che uscirò con Takeru, oggi?» gli chiese poi, colta da un sospetto.

«Come dire… Ho messo in pratica le mie innate doti di spia» gongolò il fratello, accarezzandosi il mento con fare vissuto.

«Un altro modo per dire che hai letto le mie mail, giusto?»

«Se vuoi dirla così brutalmente… Sì. Potrei averlo fatto» ammise candidamente il ragazzo.

«E ti pare una cosa di cui vantarti??»

«Finché servirà a salvarti dalle grinfie di un imberbe mocciosetto, sì.»

«Calma, Hikari, devi stare calma. Estremamente calma» si disse la ragazza, prendendosi la testa fra le mani e pensando ad un modo per porre fine in maniera lenta e dolorosa all’esistenza del fratello.

«Che fai, parli da sola? Lo sapevo, quel ragazzo ti ha già rovinato!!» gridò teatralmente Taichi, alzando le braccia al cielo.

«La smetti?» esclamò lei di rimando, lanciandogli il tovagliolo in piena faccia.

«Mai!» ribatté lui, ignorando bellamente il tovagliolo.

 

Nella cucina calò un silenzio innaturale, mentre i due fratelli si guardavano in cagnesco.

«Pensavo che Takeru ti piacesse» osservò Hikari dopo qualche secondo, decidendo di trattare il fratello come una persona normale e non come un mentecatto qual era. Chissà, forse avrebbe risolto qualcosa.

Taichi trovò improvvisamente interessante il fondo della sua tazza.

«Lo conosci da anni… Non è il primo sconosciuto che ho incontrato per strada!» continuò la ragazza.

«Ci mancherebbe altro!» scattò subito il fratello, sollevando lo sguardo dalla tazzina alla sorella.

«E allora dove sta il problema?» esclamò lei, esasperata.

«Il problema è che tu sei la mia sorellina e che è mio dovere proteggerti da tutto!» replicò lui, altrettanto esasperato. Perché Hikari si ostinava a non capire??

«Taichi… Sono grande abbastanza…»

«Oh, certo! Solo perché sei entrata alle medie non vuol dire che tu sappia tutto della vita.»

«E invece tu, uomo vissuto, sai tutto, vero?» ribatté Hikari, piuttosto arrabbiata, adesso. La stava trattando come una bambinetta dell’asilo.

«Sicuramente più di te. E sono sicuro che Takeru non vada bene.»

«Come puoi dire una cosa del genere? L’hai visto crescere, praticamente! E comunque non ci stiamo sposando, usciamo solo un pomeriggio, senza il solito codazzo di persone dietro di noi a giudicarci!» praticamente urlò la castana, ad un passo dalle lacrime.

«Hikari…» tentò di calmarla Taichi, allungando una mano verso di lei. La ragazza si ritrasse involontariamente.

«Io voglio solo uscire con il ragazzo che mi piace per un pomeriggio. Magari andrà bene, magari no, ma almeno lo saprò per esperienza diretta. Capisci quello che voglio dire?» disse lei, guardandolo con gli occhi lucidi.

Ci fu un altro momento di imbarazzante silenzio, mentre Taichi cercava di rielaborare quello che gli era stato detto. Dopo quella che sembrò un’eternità, finalmente annuì. «Ho capito. Forse ho un po’ esagerato. Ma quando si tratta di te, sorellina, lo sai che mi faccio prendere la mano…»

«Lo so. E ne sono contenta, perché significa che mi vuoi bene. Ma devi lasciare che anche io abbia le mie esperienze. E per le ramanzine c’è sempre papà, hai presente? Quel signore mezzo calvo, che cena con noi tutte le sere… »

«Mmm, ora che mi ci fai pensare, forse l’ho già visto, un paio di volte…» stette al gioco lui, aprendosi in un sorriso spontaneo, che contagiò anche la sorella. La ragazza si alzò dal suo posto e corse ad abbracciare il fratellone.

«Vedrai, non sarà così tremendo» gli sussurrò in un orecchio, prima di precipitarsi in camera a cambiarsi. Doveva vedersi con Miyako al centro commerciale e poi si sarebbe vista con Takeru, dopo pranzo.

Taichi rimase a fissare la scatola di biscotti davanti a lui, scuotendo la testa e mormorando: «Stai invecchiando, vecchio mio…»

 

 

«Hikariiiiii! Sono qui!» esclamò Miyako, facendo girare mezzo centro commerciale.

Hikari la raggiunse con non poco imbarazzo.

«Allora, pronta per oggi?» chiese la ragazza dai capelli viola, sorridendo.

Il cuore di Hikari perse un battito. Come faceva a saperlo? Non l’aveva detto a nessuno del suo appuntamento! Suo fratello non contava, l’aveva scoperto da solo…

«Oggi?» chiese nervosamente.

«Ma sì, alla fine abbiamo deciso che saremmo andati oggi a prendere i Digimon, non ricordi? Ieri sera si è fatto troppo tardi e poi ognuno aveva degli impegni…» le rispose la sua amica, guardandola sospettosa. Non era da Hikari dimenticarsi le cose, soprattutto della sua adorata Gatomon. Qualcosa bolliva in pentola, e lei avrebbe scoperto cosa. Oh, sì, che l’avrebbe scoperto.

«Ah. Ah, ma certo! Sono prontissima, ovvio!» replicò, troppo in fretta, la castana, rilassandosi all’istante. Ma certo, i Digimon! Nessuno sapeva di lei e Takeru!

«Sicura di stare bene? Mi sembri un po’ nervosa…» disse Miyako.

«No no, non ho niente. Sono solo agitata per stasera, sai… Non vedo Gatomon da un sacco di tempo e…»

La tirata di Hikari venne interrotta dal suono del suo cellulare. Una mail!

Impallidendo, infilò una mano nella borsetta e ne tirò fuori il telefono.  Non aveva il coraggio di guardare chi le scrivesse.  E se era Takeru che cancellava tutto perché in realtà lei non gli piaceva?

Miyako notò il suo comportamento e da pettegola qual era, decise di farsi i fatti della sua amica. Ma, naturalmente, doveva farlo con stile… Fu quindi con una voce molto querula che cominciò a recitare: «E così, Jane, chi ti scrive? Che c’è di nuovo? Che cosa dice? Via, Jane, spicciati, raccontaci; presto, amor mio!»

Hikari riconobbe le battute di Mrs Bennet e scoppiò a ridere, prontamente imitata da Miyako. Quando si calmarono, la castana controllò finalmente lo schermo. Arrossì improvvisamente e non riusciva quasi a respirare dall’ansia. Perché effettivamente il mittente era Takeru…

 

«Hikari? Ci sei? Guarda che se non la apri tu, questa mail, la apro io!» minacciò Miyako.

«No!» esclamò la ragazza, stringendosi il cellulare al petto, per proteggerlo dalle grinfie dell’amica.

«Stai calma, stavo scherzando! Tieniti pure i tuoi segreti, se ci tieni» ribatté l’altra, offesa.

Hikari la guardò con tristezza. Non voleva litigare con la sua migliore amica. Quindi prese un respiro profondo e disse: «È Takeru.»

Miyako la guardò raggiante, l’offesa di poco prima completamente dimenticata. «Sul serio?!? E cosa dice??»

«Miya, sembri davvero Mrs Bennet, adesso! Dai, controllati» le disse ridendo la castana, decidendosi finalmente ad aprire la mail.

«Ma io sto morendo di curiosità! Sii buona, dimmi cosa dice!» la pregò l’altra, giungendo addirittura le mani.

In sé, la mail non era nulla di che. Si trattava semplicemente della conferma per luogo e ora dell’appuntamento (alle 16 davanti alla torre di Tōkyō, se l’era sognato tutta la notte!), ma le fece piacere. Ora si trattava di dirlo a Miyako senza che tutto il resto del centro commerciale venisse a saperlo.

«Vieni, andiamo a sederci a quel tavolino» le disse, trascinandola verso il baretto davanti a loro.

 

Una volta sedute e ordinato un succo, finalmente si sentì pronta a raccontare tutto alla sua amica. Amica che, in quel preciso istante, sembrava seduta su un cuscino di spine, perché non riusciva a stare ferma e a trattenere la sua curiosità.

Prese un respiro profondo e poi cominciò: «Miya, tu sai che mi piace Takeru, vero?»

«Se lo so?!? Ma pensi che io sia cieca? Certo che lo so!» esclamò la ragazza.

«Okay, bene… Anzi, no, non bene. Si vede così tanto che mi piace?» domandò la castana, colta da un dubbio.

«Se non sei Daisuke, che ha la gamma di emozioni di un cucchiaino, abbastanza. Però non c’è niente di male, tranquilla! Anche a lui piaci un sacco, si vede lontano un chilometro!»

Okay, se voleva rassicurarla, non c’era riuscita per niente.

«Cos…? Sul serio? E io sono l’unica a non essersene accorta?»

«Ma ci sei o ci fai? Quel ragazzo è cotto di te da anni! Ancora mi chiedo perché non ti abbia chiesto di uscire, ma immagino che sia molto timido. Oppure…»

Prima che Miyako si lanciasse in qualche volo pindarico, Hikari la interruppe: «Fermati, fermati. Davvero è cotto? Non è che ti stai immaginando tutto?»

«Fidati di me. Certe cose si capiscono. Siete due libri aperti, solo che non riuscite a capirvi tra voi… Come se foste scritti in due lingue diverse.»

«Davvero?» chiese, speranzosa.

«Si è rotto il disco? Devo giurartelo sulla Costituzione? Te l’ho detto, è innamorato pazzo di te!» rispose seccata Miyako. Cosa c’era di difficile da capire?

Hikari si rilassò sulla sedia, tirando un sospiro di sollievo. «Okay, okay… Ho capito. Ma ci crederò solo se me lo dirà lui di persona.»

«Mi pare giusto. Quindi devi invitarlo ad uscire!» esclamò battagliera la ragazza con gli occhiali. Poi sembrò accorgersi dell’espressione della sua migliore amica, perché fece un sorrisetto saputo e le disse: «Ma mi sa che non ce ne sarà bisogno, giusto?»

Hikari arrossì ancora di più, ma non poté far altro che annuire: «Dobbiamo vederci oggi pomeriggio, alla torre.»

«Oh, ma è fantastico!!» gioì la ragazza, facendosi film tutti suoi. «E come ti vestirai?» chiese poi, curiosa.

«Ehm, pensavo di andare vestita così, no?» domandò Hikari, timidamente.

«Ragazza mia, non ci siamo proprio. Qua urge un intervento e avrò bisogno di mooooooolto aiuto» ribatté Miyako, squadrandola e tirando fuori il cellulare.

«Miya? Miya, chi stai chiamando? Miyako! No, ti prego, non chiamare…»

«Mimi? Ciao, tesoro, sono Miyako!»

Hikari si accasciò sulla sedia, prevedendo una lunghissima mattinata.

  
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