Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Wearewhoweare    08/03/2015    2 recensioni
"Harold, si può sapere dove abbiamo sbagliato con te? Non c'è stato giorno in cui non ti impartissimo la giusta educazione o i giusti insegnamenti. Già era sconvolgente che uscivi con donne più grandi di te, ma ora? Ora anche gli uomini? Ma dico sei impazzito per caso? C'è forse qualche strana larva nel tuo cervello?" sbraitò la donna.
Harry capì di aver proprio esagerato quella volta.
Forse uscire con un uomo non è stata la sua migliore idea.
Rettifico: forse farsi beccare a leccare panna dal corpo di un uomo non era stata la sua migliore idea.
Prince!Harry | Uni!Louis
Larry| Ziam| Nosh| Accenni Ashton/Gemma
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Prim, senza di te è strano, non sono abituata a non sentirti tutto il giorno
 



"Buona notte, buona notte! Separarsi è un sì dolce dolore, che dirò buona notte finché non sarà mattina." 





Il viaggio per casa Tomlinson era stato alquanto rilassante per Louis, si era solo dovuto subire due ore di frasi come: "Lou? Ma sei sicuro che non disturbo?", " Lou? Ma per caso tua mamma è omofoba?", "Lou? Piacerò alle bambine?", "Lou? Ma devo fingere di essere il tuo ragazzo?".
Ovviamente Louis era stato fin troppo paziente, perché poteva capirlo sul serio. Ma alla fine era stato troppo e lui era scoppiato. Gli dispiaceva di aver tappato la bocca di Harry con dello scotch rosa, ma bhe almeno ora aveva silenzio e questo se l'era più che meritato. 
Gli aveva anche legato le mani tra di loro e il nastro era rosa! 


Dopo aver protestato facendo mugolii per più o meno un quarto del viaggio, Harry si arrese e si addormentò contro il finestrino.
Louis avrebbe voluto scattargli una foto. Era così tenero con i ricci tutti scompigliati e la mano sotto la testa a proteggerla dal freddo del finestrino. 
Sospirò rassegnato e represse per l'ennesima volta i pensieri che aveva su Harry.
Non se li poteva permettere.

***

"H, alzati su." 

Harry stava facendo un bellissimo sogno e non voleva alzarsi. Nel sogno si trovava in una casa in campagna con Louis, Niall, Josh e tutti gli altri e mentre facevano un barbecue cantavano alleggramente.
Com'erano belle le loro voci insieme.

"H, su che siamo arrivati."

Aprì gli occhi di malavoglia e provò ad aprire la bocca, ma si accorse di avere ancora lo scotch attaccato alla faccia.
Lanciò un'occhiataccia a Louis e quest'ultimo, alzando gli occhi al cielo come suo solito, e ridacchiando, glielo tolse con uno strappo. 

"LOUIS TOMLINSON! GIURO SU DIO CHE TI UCCIDO!" 

Harry scese dalla macchina e, ancora con i polsi legati, iniziò a rincorrere Louis, che era più svelto di quanto immaginasse. Correndo, con la coda dell'occhio aveva notato che non si trovavano in più in città. Ne era valsa la pena rimanere legati per ammirare quello spettacolo che lo circondava. Vedeva solo verde ovunque.

"LOU!" gridò una voce femminile.

Louis si girò di scatto e corse incontro a quella che, secondo Harry, era sicuramente sua madre, visto che si assomigliavano in maniera incredibile.
Li guardò abbracciarsi e attese che si lasciassero. Quando accadde, lo sguardo della madre di Louis cadde su di lui e le sue labbra si aprirono in un sorriso.

"Ciao! Tu devi essere l'amico di Louis, vero?" chiese la donna, avvicinandosi.
"Sì, signora, e vorrei ringraziarla per l'ospitalità" disse Harry cercando di fare bella figura.
"Intanto, ragazzo, non chiamarmi signora. Mi chiamo Jay. E non preoccuparti: più siamo e più ci divertiamo, però ora tutti dentro che dovete sistemare le cose!"
Quella donna già gli piaceva, sembrava Louis versione donna. Avevano gli stessi zigomi alti e gli stessi occhi azzurri, ma la madre, era decisamente più esuberante del figlio. 
I tre entrarono in casa: l'androne era molto familiare, le foto tappezzavano le pareti, e varie versioni di Louis formato mignon gli apparivano insieme ad altre piccole Jay bionde. La cosa però che strabigliò Harry fu sicuramente la presenza di una scatola di assorbenti sul comodino del salotto, il quale era circondato  da giocattoli e da un profumo di rosa, probabilmente proveniente dal vaso sul centro del tavolino di legno scuro. Louis seguì lo sguardo di Harry e innoridì quando capì a cos'era dovuta quella smorfia strana apparsa sulla faccia dell'amico. 
"Oddio! Mi dispiace, che vergogna!" esclamò Louis, cercando di nascondere dietro la schiena  il pacco. 
Harry sorrise per l'imbarazzo di Louis e gli si avvicinò.
"Lou, anche io ho una sorella, so cosa sono gli assorbenti" disse, sfiorando il braccio del più grande.
Jay rimase in disparte tutto il tempo ammirando la coppietta. 
"Direi che potete andare a sistemare le vostre cose, tra poco si pranza " disse la donna prima di entrare in una stanza chiusa da una porta vetro. 
Salirono le scale fino al terzo piano e Louis imprecò la metà del tempo, perché odiava fare le scale, Harry rise della sua pigrizia. Come prima tappa raggiunsero la stanza di Louis, entrando, Harry notò che sul muro erano state segnate delle tacche a indicare l’altezza di Louis negli anni e rise al pensiero che dall'ultima tacca a oggi le cose non erano molto cambiate.
Quando Louis si girò per vedere il motivo per cui sghignazzasse tanto, si volle sotterrare. Il suo caro amico stava continuando a guardare quelle tacchette inutili, e stava cercando di capire con le dita quanto fosse cambiata la situazione dal tempo del liceo. Cioè praticamente niente.


"Non c'è niente da ridere!" esplose offeso. 
"Oh, mio dio sì che c'è da ridere, Lou! Da quando avevi sedici anni, sei cresciuto soltanto di tre centimentri!" disse, scoppiando  a ridere per  l'ilarità della cosa. 
"Smettila immediatamente " esclamò Louis, girandosi dall'altro lato con le braccia conserte.
Harry decise di smetterla e si avvicinò a Louis che era girato di spalle. Lo circondò con le sue enormi braccia e gli disse: " Scusa Lou, io adoro la tua altezza, ti fa essere così tenero." 
Il principe sentì Louis irrigidirsi. Forse aveva esagerato a dire quelle cose, così rimediò subito. "Cos'è quella?" Indicò una cartina geografica, appesa sopra il letto, piena di puntine di diversi colori.
"Sono i posti in cui vorrei andare e quelli dove sono già stato."
"Vorresti andare in Ghana, Lou? " chiese Harry. Diede un'occhiatta alla cartina pensando che l'avrebbe aiutato a capire di più il ragazzo.
"Sì, c'è tanto bisogno di una mano lì e, appena diventerò un medico, andrò ad aiutare." 
Harry si girò perché non era possibile che esistesse un ragazzo tanto perfetto come lui, tanto dolce, intelligente, caritatevole, divertente e pieno di vita. Si sentì terribilmente grato di averlo incontrato. 
"Sei una persona meravigliosa, Lou."

Louis sorrise abbassando poi lo sguardo sulle sue scarpe. 

"Ragazzi, è pronto il pranzo!" gridò Jay.

"Sarà meglio andare prima che si arrabbi sul serio." 

Harry annuì e si diressero verso il piano inferiore.

***


"Allora, Harry, in che cosa ti stai laureando tu?" chiese Jay prima di mettesi in bocca un pezzo di arrosto.
"Lettere, sign- Jay." 
"Wow, Louis non ne capisce niente di quelle cose, ha sempre fatto schifo" parlò quella che Harry aveva capito fosse Lottie.
"Ehi!" urlò Louis, colpendola con un pezzo di pane.
"Ma è vero! Non so neanche come tu abbia fatto a prendere il diploma senza sapere chi fosse Dante!"
 "Beh, all'ultimo esame su Shakespeare ha preso B meno" disse Harry.  
Harry era talmente fiero di Louis che lo ripeteva ogni volta che poteva farlo.
Louis divenne rosso in viso perché quella nota orgoglio nella voce di Harry non era sfuggita a nessuno, né tantomeno a lui.
"Oh" disse Lottie. "Hai venduto il culo, fratellino?" sghignazzò l'altra. 
“Lottie!" esclamò il padre severo, poteva anche essere incline agli scherzi e alle battutine un po' spinte, ma questo non vuol dire che Lottie aveva il permesso di dire certe cose in presenza di un ospite.
Harry stranito dall'esuberanza della ragazza, si limitò a ridacchiare sotto i baffi. 
Lo guardarono tutti un po' sconcertati, ma poi Harry aggiunse: "Ehm, fidati, Lottie,  tuo fratello non ha venduto proprio niente, ha solo preso ripetizioni da me." 
"Oh, adesso si spiega perché gli sia iniziato a piacere Shakespeare, anche a me piacerebbe così." Dietro il commento di Lottie c'era ovviamente un sottinteso malizioso, ma Harry vedendo Louis in difficoltà decise di salvarlo.
"Beh, in verità penso che Louis mi abbia fatto iniziare ad avere una nuova concezione di Shakespeare, quindi sono io che devo ringraziare lui per avermelo fatto piacere di più." Sorrise a Louis e la conversazione sembrò finire lì. Louis mimò un grazie con le labbra e Harry annuì. 


Il pranzo continuò con le solite domande di routine finché Louis non parlò di nuovo.
"Come va il lavoro, papà?" 
"Più o meno, Lou. Hanno deciso di abbassare i salari per diminuire le spese e alcuni degli operai stanno decidendo di muoversi." 
Mark, era un po' sconsolato. Era brutto non riuscire a dare tutto ciò che i figli volevano. Senza contare che non riusciva neanche a pagare l'università a suo figlio, ma che razza di padre era?
Louis intuendo come sempre i pensieri del padre parlò. "Potresti sempre cercare un altro lavoro, e se non ce la fai per le spese potresti arrotondare vendendo la vecchia collezione di figurine dei Lakers"
"No, Lou, non venderò quella collezione. È l'unica cosa che hai sempre voluto e te la darò."
"Papà, l'unica cosa che ho sempre voluto è vedervi stare bene." 
"Grazie, Boo."
Harry era indeciso se parlare o no, lui di queste cose ne sapeva abbastanza e poteva dare una mano però non voleva sembrare altezzoso a sparare consigli a destra e a manca.
Però vide lo sguardo triste della famiglia e si decise. "Se la compagnia a cui fate affidamento per i costi diminuisse i costi di produzine anche di poco,riuscirebbe a lasciare invariati gli stipendi."
Mark lo guardava stranito e forse stava pensando a quello che aveva detto perché il ragazzo non aveva tutti i torti in fondo. 
"Potrebbe essere una soluzione. Ne parlerò con i miei colleghi. Grazie, Harry."
"Si figuri." 

Continuarono a mangiare parlando di argomenti più leggeri e delle origini di Harry. Finito il pranzo Harry si alzò per aiutare a sparecchiare, ma un’occhiata di Jay gli fece posare il piatto. "Non ci provare! Tocca a Louis sparecchiare e lavare i piatti." 
Lo sguardo traumatizzato di Louis lo fece sghignazzare, poi si avvicinò a Louia e toccandogli il braccio disse: "Vado a chiamare Niall per sapere se ha già ucciso qualcuno, se hai bisogno di una mano sono di là, sì?"
Louis annuì e cercò di non arrossire, cosa che ovviamente successe lo stesso.



***



"Ehilà, riccio!"
"Ciao, Ni! Come va?" 
"Tutto bene. Non ho ancora fatto brutte figure qui. Te com'è da Louis?"

Harry sospirò e si sedette sui gradini del porticato.
"Bene, fanno allusioni e sono divertenti, ma non sanno quanto vorrei che fossero vere..."
"Harry, io lo sai che adoro Louis e che ormai siamo diventati una combriccola allegra e tutto il resto, ma non dimenticarti chi sei, Harold" 
"Non l'ho dimenticato. Pensi che non sappia che non dovrei amarlo?!" rispose stizzito il principe.
"Harry, ti prego, calmati. Cerca solo di stare attento, ok?"
"Certo, Ni. Farò attenzione e tu usa i preservativi, ti prego."
"Non te lo assicuro. Comunque la famiglia di Josh mi adora, quando ha scoperto che avevo origini irlandesi, sono andati giù in cantina e sono tornati con un quadro con una coccarda irlandese! Sono ancora scandalizzato dal fatto che mi hanno strappato un capello perché "Niall caro, non possiamo permetterci di non avere testimonianze di un individuo irlandese" non sai quanto era dispiaciuto Josh, però si è fatto perdonare con un pompino fantastico." 
"Niall, Dio mio! Non voglio sapere i particolari, grazie!"
"Io ti rendo solo partecipe della mia vita!"
"Basta. Mi rifiuto di continuare questa conversazione." 
"Ciao, Haz. Salutami Lou ché ora devo proprio andare."
"Certo, Ni, vai a ripagare il batterista."

Sentì dall'altro lato la voce di Josh che imprecava contro il Harry ma fece finta di non sentirla e chiuse la chiamata.

Harry sapeva che aveva sbagliato ad agitarsi con Niall, ma non voleva ricordarsi di essere un principe,non voleva ricordare che avrebbe dovuto sposare qualcuno del suo stesso rango, non voleva ricordare di non poter amare Louis. Non voleva ricordare che non poteva scegliere.


Rientrò in casa e si permise di guardare due secondi soltanto la figura di Louis che puliva i piatti insieme a sua madre, poi camminò fino alla sua stanza.


****


Jay e Louis stavano lavando i piatti parlando delle ragazze e spettegolando su chi avesse un fidanzato e su chi fosse depressa perché sola.

"Penso che Lottie debba rivedere un po' le sue amicizie" disse Louis un po' preoccupato per la sorella.
"Già lo penso anche io. C'è quel Jeff che non mi piace proprio, ma come non ho mai evitato a te di uscire con degli sfigati, non impedirò a lei di uscire con qualcuno di poco raccomandabile" 
"MAMMA! IO NON USCIVO CON DEGLI SFIGATI!"
"Ti prego, Lou, evitalo almeno a me " sghignazzò Jay.
" Sono oltraggiato dal tuo comportamento, madre" 
Jay sbuffò perché suo figlio sarebbe rimasto il solito drammatico.
Poi decise di parlare.
"Harry è un bravo ragazzo..." asciugò un piatto facendo finta di niente.
"Sì, lo è" rispose Louis sapendo a che gioco stava giocando la madre.
"E non c'è niente che devi dirmi?" 
"Mamma..."
"Che c'è?"
"Smettila immediatamente. Harry è bellissimo, simpatico, intelligente e, grazie a Dio, mi sopporta, ma io non posso e lo sai" 
"No che non lo so. Illuminami Louis" rispose Jay un po' irritata.
"Devo restare concentrato e riuscire a entrare alla John Hopkins. Non posso permettermi distrazioni e Harry lo sarebbe."
"Non pensi che potrebbe invece incentivarti avere qualcuno su cui fare affidamento?"
"No, perché se mi impegnassi con lui, mi ritroverei a mettere in secondo piano lo studio, facendo ciò inizierei a non passare gli esami, non passando gli esami continuerei a lavorare per quello stupido pub, poi andrei a vivere con lui, in seguito rimarrei incastrato in una relazione che mi porterebbe a rimanere un casalingo che aspetta che il marito torni da lavoro, perché la mia laurea in medicina senza specializzazione sarebbe inutile" 
"Come me..." 

Louis aprì gli occhi, perché non voleva dire quello, non voleva ferire sua madre.
"No, mamma, non è così, sai quanto io ti ammiri, ma..."
"Sì, lo so, Lou, sono un medico anche io e ti capisco quando dici che vuoi aiutare, ma non pensare che stare da soli sia il modo migliore per diventare un grande medico."
"Mamma, mi dispiace... io non volevo assolut…"
"Louis, basta, è stata una mia scelta. Se non avessi scelto in modo giusto, ora non avrei uno splendido uomo come figlio. Non mi pento della mia scelta, né ora né mai . Ora io vado su, ok? Finisci tu qua?"
Louis annuì e la madre se ne andò.
Non voleva ferire sua madre, non avrebbe mai voluto farlo, eppure ci era riuscito.
Represse le lacrime perché dopo  sarebbe dovuto andare da Harry e non voleva dirgli spiegargli il motivo per cui aveva pianto.



***


"Haz!" 
"Ehi, Lou!"

Harry era steso sul letto che aspettava Louis, ed era così felice che fosse arrivato, gli era mancato così tanto. Dio che cose idiota che pensava.

Louis si steste con lui sul letto e poggiò la testa sul suo petto come facevano sempre quando erano in camera di Louis, che in questi mesi era stranamente ordinata.

"Che ne dici se andiamo a farci un giro? Così ti faccio vedere un po' la città, se si può chiamare tale" chiese insicuro Louis. Magari Harry non aveva voglia di visitare quel luogo noioso.
"Certo Lou, mi piacerebbe vedere questo posto!" esclamò entusiasta Harry.
Ok, Louis si sbagliava.



Camminarono per un un’oretta circa e Harry lo prese in giro perché nel posto dove era cresciuto il più grande sembrava di essere in  una serie tv tipo One Tree Hills o Dawson's Creek . Ogni volta che guardavi una casa potevi notare che due cose non mancavano mai: la staccionata bianca, e il giardino. Ci mancava solamente la classica porta rossa con una buca per lettere dipinta dai bambini e poi sarebbe veramente potuta essere una location perfetta per un telefilm.
Louis provò a ribattere, ma anche lui le pensava quelle cose. 
Stavano camminando con una cioccolata calda in mano quando sentirono una voce gridare: "O mio Dio! Louis Tomlinson in carne ed ossa. Non ci credo!" 

Harry vide il corpo di Louis irrigidirsi e si preoccupo un po', quando si girò vide un ragazzo moro venire verso di loro, eppure Louis non accennava a muoversi.
"Lou, c'è un tuo amico."
"Harry... ti sei mai chiesto perché io non abbia facebook?" Dopo quella frase Louis si girò e cercò di  sorridere, ma gli angoli della sua bocca sembravano non volersi distendere. Risultato: un sorrise che più finto non si può
"Zack! Ciao, è bello rivederti!"
"Lou, mi sei mancato! Non rispondevi più al telefono e il tuo profilo facebook non esiste più. Se non fosse stato per tua mamma che mi ha detto che sei ancora vivo, mi sarei preoccupato a morte!"
"Mh, mi dispiace! Sai ho cambiato numero e  ho persi tutti quelli che avevo. Facebook, poi, mi distraeva dall'università così mi sono cancellato" 
Harry notò che Louis era agitato e decise di agire.
"Oh, mi dispiace, Lou. Beh, allora te lo segno di nuovo così ci sent –" 
Harry tossicchiò per far notare la sua presenza e Louis lo ringraziò mentalmente.
Zack squadrò un po' Harry, pensando che quel riccio non fosse niente di che. Poi di decise a chidere "Al tuo amico non mi presenti, Lou?" 
Harry, percepì una strana ostilità da parte di quel ragazzo nei suoi confronti. Di solito se ne sarebbe andato per non recare disturbo, ma Louis non era felice, e se non lo era per quell'essere che era davanti a lui, voleva dire che non era lui a doversene andare ma quello Zack.

"Sono Harry, piacere, il ragazzo di Louis" disse tendendogli la mano che non ricevette stretta.

Louis si immobilizzò. Ma che cavolo diceva quel gigante da strapazzo? Era per caso impazzito? Pensò.

"Ra-Ragazzo? Lou, tua mamma non mi aveva detto niente" 
"Beh… ecco..."
"Jay l'ho conosciuta stamattina, che donna fantastica!" rispose Harry.
"Jay? Non si fa chiamare da nessuno così, se non dai suoi parenti, ti odierà di sicuro. Lei si fa chiamare solo Johanna" disse Zack, sorridendo maligno sul volto.
Louis ci pensò e aveva ragione Zack: sua mamma non si faceva chiamare da nessuno Jay. Ma allora perché Harry sì?
"Me l'ha detto lei di chiamarla così quindi non penso che ci siano problemi a riguardo" rispose a tono Harry, alzando un sopracciglio.

"Ora però, Zack, dobbiamo proprio andare, quindi piacere di averti conosciuto. Loulou, andiamo?" disse Harry tendendo la mano a Louis. 
Lui la guardò per un momento per poi prenderla senza esitazioni con un sorriso tutto denti e zampette di galline comprese.
"Sì, andiamo" si girò verso Zack. "Senti, finiscila di parlare con mia madre e smettila di cercarmi. Sono felice con Harry quindi basta."

I due si incamminarono di nuovo verso casa, mano per la mano, sentendo in lontananza l'invito di andare a quel paese di Zach. 
Camminarono tutto il tempo parlando di cose stupide ma non sciolsero mai le loro mani.
Erano calde e io ho freddo, si giustificò così Louis nella sua mente.
Harry non aveva ragione per giustificarsi, avrebbe voluto stringere quelle manine per tutta la vita.

Alla fine decisero di mangiare in una tavola calda perché Jay non ci sarebbe stata quella sera e Louis non era proprio la persona più affidabile in cucina quindi optarono la scelta migliore.
Le loro mani si sciolsero solo quando si sedettero al tavolo e Louis si sentì vuoto, come se gli mancasse qualcosa, però non voleva riprenderla. La sceneggiata era finita, no? 
Mangiarono e fecero una telefonata a Zayn e Liam per sapere come stavano e risero tutto il tempo per gli aneddoti di Liam sulla famiglia di Zayn perché  "Porca troia, ma la famiglia Malik è una famiglia di dei, Lou! Sono tutti stra-fighi!" e le risposte di Zayn: "Io lo sapevo che dovevamo andare a casa tua…"
Passarono così la cena. Al momento del conto litigarono perché Harry voleva assolutamente pagare, mentre Louis glielo impedì, placcandolo dal basso. Ovviamente la gente intorno a loro rise e alcuni riconobbero il piccolo Tomlinson -che piccolo più non  era- e furono felici di vederlo sorridere come quando era bambino. 
Harry per vincere contro Louis, si girò di scatto lo prese per le spalle e gli baciò la guancia lasciandolo di stucco. Louis ancora sconvolto non si accorse che Harry aveva pagato tutto.
Tornarono a casa in silenzio perché Louis si sentiva offeso da Harry, ma in verità sentiva solo freddo alla mano. Harry forse capendolo, fece scivolare la sua mano attorno a quella di Louis e la strinse come per dire "Scusa" ma anche "è unite che devono stare". 
Continuarono però quella strana passeggiata fino a casa. Erano ormai le undici e probabilmente gli altri erano già a letto, così camminarono in punta di piedi, o almeno ci provarono visto che Harry al primo gradino al buio cadde rovinosamente portandosi dietro anche Louis che non ne voleva sapere di lasciarlo andare. 
"Dio, Harry, sei un disastro" disse ridendo il più grande.
"Scusa, Lou..." Harry era veramente dispiaciuto, non voleva svegliare nessuno o tanto meno rompere qualcosa.
"H, stavo scherzando ok?" 
Harry annuì sperando comunque di non aver svegliato nessuno e continuarono a camminare finché non furono davanti alla porta di Louis.
 Sembrava non volessero lasciarsi, perché avevano l’impressione che se l’avessero fatto, in quel momento probabilmente non si sarebbero ripresi. Era come se quelle mani che si stringevano, li tenessero legati. Louis sapeva che non avrebbe avuto il coraggio di riprendergliele l’indomani. Harry, d’altra parte, non era più sicuro che quello che stava facendo fosse giusto, però lo faceva sentire così bene. Ma se anche quella sera dove tutto sembrava perfetto si fossero lasciati, lui si sarebbe arreso, avrebbe riposto le armi e non le avrebbe più tirate fuori.

"E così siamo arrivati..." disse Louis, torturando la mano di Harry come se fosse la sua.
"Eh già..." 
Erano tutti e due a disagio così Harry decise che come al solito avrebbe dovuto fare lui tutto. "Perché Boo?" 
"Boo? Come diavolo fai a saperlo?" Louis non ci poteva credere: quello era un soprannome stupido e infantile che odiava. Come cavolo faceva a saperlo Harry?
"Tua sorella a pranzo ti ha chiamato Boo e pensavo che avesse sbagliato, ma poi l'ha detto anche tuo padre e ho fatto due più due " sorrise maligno.
"Non mi libererò mai di quel soprannome ora, vero?"
"Già, Boo."
"Neanche se ti dicessi che lo odio da morire e farei qualsiasi cosa per farti smettere?"
"Qualsiasi cosa, Boo?" chiese Harry, avvicinandosi pericolosamente a Louis.
Louis inghiottì a vuoto e annuì.
Harry accarezzò lentamente la guancia del più grande senza mai staccare gli occhi da quelli di Louis, si morse il labbro perché non sapeva che fare.
Poi decise e sorrise.
"Mi baci, Boo?"
Louis aprì la bocca per rispondere, ma si fermò.
Sorrise. "Con molto piacere, Haz " 

Le loro labbra si toccarono appena, quasi timide di conoscersi, restarono fermi per un po' con le labbra unite e con i cuori ormai andati a farsi fottere. Harry pensava che baciare Louis sarebbe stato bello, ma quello che stava provando non era solo bello, ma era come se tutto il mondo si fosse fermato, come se il suo posto lo avesse trovato. Aveva appena scoperto cosa volesse dire vincere qualcosa e lui aveva vinto molto in quel momento.
Louis dal suo canto non riusciva neanche a capire cosa stesse provando. Eppure tutte quelle cazzate sull'amore che gli faceva studiare, ora sembrava capirle. Capì perché Shakespeare fosse tanto amato. Capì quello che Harry significava per lui.
Louis stranamente si mosse per primo e si precipitò sulle labbra di Harry sperando di avere il permesso di approfondire il bacio. Ovviamente il permesso gli fu accordato.
Quando le loro labbra si toccarono, fu molto di più che bello, fu come mangiare un muffin al mattino per iniziare bene la giornata. Fu come mangiare la pizza del sabato sera. Fu come guardare un film tratto da un libro e non pentirsi di averlo visto. 
Fu abbastanza.






***



"Tanti auguri a te.
Tanti auguri a te.
Tanti auguri a Boo.
TANTI AUGURI A TE "


Louis si stava svegliando come ogni ventiquattro dicembre della sua vita: con il coro della sua famiglia e con il sole che gli illuminava il viso. 
Una volta che ebbe aperto gli occhi, come ogni suo compleanno, si ritrovò tutta la famiglia seduta sul suo letto con sua mamma al centro che teneva la torta.
Quest'anno però una testa riccia compariva tra quelle bionde delle sue sorelle, incrociò i suoi occhi e un po' imbarazzato gli sorrise.
Soffiò la candelina sulla torta e dopo tanto tempo non desiderò di non invecchiare, ma desiderò di non perdere quello che aveva ora. 
Harry lo faceva sentire vivo e giovane e pensava che quella sensazione sarebbe rimasta per sempre.

"Boo! Boo! Cosa hai desiderato?" gridò una delle gemelline, tirando la coperta di Louis.
"Principessa, lo sa che non si dice, se no non si avvera."
"Tanto, Lou, lo sappiamo tutti qual è il tuo desiderio" disse Lottie saccente come sempre.
"Ah sì?" 
"Non invecchiare, lo dici da quando sei un bambino che vorresti essere Peter Pan" 
"Beh, cara so tutto io, quest'anno non è stato quello il mio desiderio." Le fece la linguaccia e provò ad alzarsi ma sua mamma glielo impedì.
"Louis Tomlinson, le tradizioni non cambiano e ora ci guarderemo tutti insieme Peter Pan come ogni anno"
"Ma io vol-"
"No"
"Ma mamma dev-"
"No! Louis."
"MAMMA, DEVO PISCIARE!"  
"Oh... ok vai"

Louis si alzò dal letto e corse in bagno. Dopo avrebbe potuto baciare Harry se tutto fosse andato secondo i suoi piani e non poteva di certo baciarlo con l'alitosi. Si lavò in fretta in bagno per poi tornare nella sua stanza. Era vero che le tradizioni non cambiavano mai in casa Tomlinson.
Anche le postazioni rimanevano sempre le stesse: sulla poltrona al bordo del letto c'era Fizzie come al solito, le gemelle erano sdraiate sul tappeto che a loro piaceva chiamare Menty - ancora dopo anni non sapeva il perché -, Lottie era seduta sopra la scrivania appoggiata alla parete.
Quest'anno però c'era una persona in più che si sentiva un po' a disagio e aveva insistito molto per starsene in camera sua perché quello era un momento familiare e lui non c'entrava, però si era lo stesso ritrovato al fianco di Lottie sulla scrivania ad aspettare l'arrivo di Louis.
Louis dopo aver messo il dvd nel lettore blu-ray passò davanti a Harry, gli prese la manica del pigiama e lo buttò in malo modo sul letto. Tutti lo guardarono sbalorditi e forse un po' intimoriti da quella fermezza.
Louis invece stava solo pensando che non avrebbe mai lasciato Harry vicino a suo sorella, accalappia ragazzi, Tomlinson.
Harry lo guardava sbalordito mentre Louis gli fece segno di mettersi sotto le coperte.

"Lou?"
"Dimmi, H."
"Mi hanno detto che non volevi che qualcun altro fosse con te sul letto il giorno del tuo compleanno..."
Louis si girò scottato da quelle parole. Era vero, mai in ventitré anni aveva mai fatto salire nessuno sul suo letto il giorno del suo compleanno. Era una cosa infantile ma l'aveva sempre fatta.
Poi sorrise consapevole.
"H, qualche volta, vale la pena cambiare le tradizioni" Si girò per far partire il film e Harry capì che la conversazione fosse terminata lì. 
Però il suo cuore non smise di battere, neanche per un secondo, neanche quando la testa di Louis si appoggiò alla sua spalla, neanche quando le loro gambe si incastrarono tra loro.





***





"Harry, smettila di scusarti. Non ha importanza sul serio."
"Sì che ha importanza! Non ti ho fatto un regalo per il tuo fottuttissimo compleanno!"
"Haz, non lo sapevi come potevi saperlo?"
"Dovevo immaginarlo o che so io!"

Avevano passato tutta la giornata così. Harry si sentiva terribilmente in colpa per non avergli comprato nessun regalo, ma non lo sapeva ed era in parte giustificato.
Louis fu felice lo stesso di averlo lì insieme alla sua famiglia. Tutto questo era abbastanza per lui.

Era ormai quasi finito il compleanno di Louis ed erano già andati a letto tutti proprio come la sera precedente. Lui e Harry non si erano toccati minimamente, e Louis pensò che il riccio si fosse pentito oppure che si fosse spaventato o ancora peggio che non avesse sentito niente.


"Lou..."
"Dimmi, H"

"Posso darti il mio regalo?" 

Louis non fece in tempo a chiedere cosa volesse dire che si ritrovò per la seconda volta due labbra sopra le sue. Quella sera sapeva di torta alle fragola e qualcosa che non riuscì ad indentificare ma gli diede il nome Harry. 
Quel bacio era diverso da quello della sera precedente, perché non c'era vergogna e le loro lingue già si conoscevano. Però Louis sentiva che c'era ancora dell'altro, quel qualcosa che gli faceva vibrare le budella, sentiva Harry da ogni parte. Ogni cellula, ogni organo sembravano dire HarryHarryHarryHarryHarry e lui capì.
Harry gli stava regalando se stesso, o almeno una parte di quello che era. Non riusciva neanche lui a capire come, ma lo sapeva e basta.

Quando si staccarono senza fiato entrambi, Louis fu il primo a parlare.

"È abbastanza. Tu sei abbastanza." 

Harry sorrise e lo baciò ancora un'altra volta. 

Quello fu il più bel compleanno per Louis.


***



Nei giorni a seguire decisero di fare finta di niente davanti alla famiglia di Louis, anche se tutti avevano capito dalle occhiate che si scambiavano ogni giorno, cercarono di non far commenti. 
Festeggiarono Natale e Capodanno insieme come solo una famiglia può fare e Harry si sentì davvero amato in quei giorni, sia da tutte quelle persone sia da Louis.
Si erano baciati a Capodanno come da tradizione e si promisero con gli occhi che quello sarebbe stato il loro anno.
Erano ormai finite le vacanze e quel giorno sarebbero tornati a casa. A Louis sarebbe mancata la sua famiglia, ma sinceramente non vedeva l'ora di avere un po' di intimità per loro.
Si erano accordati di mantenere le cose segrete, quando erano a casa di Louis ma quando sarebbero tornati che cosa sarebbe successo? Decise di rinviare quella domanda a quando sarebbero stati in viaggio.

Era arrivato il momento dei saluti. Harry decise di salutare per primo così da lasciare a Louis e alla sua famiglia un po' di privacy.
Si alzò quindi dal divano e abbracciò le gemelline promettendo loro dei pony quando sarebbe tornato, abbracciò la piccola Fizzie che pur essendo la più timida era la persona con cui aveva legato di più.
Arrivò il turno di Lottie e Harry decise di osare un po'. Abbracciò la ragazza e le sussurrò all'orecchio: "Lottie-Pottie, promettimi che non farai la sgualdrina ok? Non fare preoccupare Louis che poi me lo devo sopportare io. E per favore, leggiti Shakespeare." Le fece l'occhiolino e passò a mamma Jay.
"Jay, è stato un vero piacere conoscerti. Hai una famiglia fantastica."
Johanna lo abbracciò e gli disse: "Sei sempre il benvenuto, Harry. Grazie per aver reso mio figlio felice. Prenditi cura di lui." Gli baciò la guancia e gli porse i due gemellini.

"Ehi, piccoletti, quando torno voglio sentirvi dire "Haz", ok?" disse ai due neonati. Loro risero e Harry fu contento lo stesso.

"Mark, grazie per l'ospitalità."
"Harry, grazie a te per aver reso mio figlio felice e per avermi dato dei consigli"

Harry sorrise, prese la sua roba e si diresse verso l'auto con la malinconia nel cuore.


Louis aveva assistito alla scena colpito da quanto la sua famiglia si fosse affezzionata a Harry, ed era rimasto colpito dall'amore con cui aveva parlato ai suoi fratelli. 
Si ridestò dai suoi pensieri e iniziò a salutare la sua famiglia.
Le sue sorelle piansero tutte tranne Lottie che come al solito faceva la dura.
Ma quando andò ad abbracciarla a lei scappò un singhiozzo e Louis le accarezzò la testa.
"Lottie, torno presto, ok?"
"Ok, Lou, però porta anche Harry, ok? Sai, mi ha detto di non fare la poco di buono mentre non ci siete, e di non farti preoccupare"
Louis rise perchè Harry osava, eppure non si aspettava un comportamento così libertino anche con la sua famiglia.
Fu straziante salutare sua madre.
"Lou.. ti prego torni presto, sì? Abbiamo bisogno di te qua."
"Anche io ho bisogno di voi, mamma. Lo giuro che torno presto" 
Baciò la testa di sua madre e dei suoi fratellini per poi salutare suo padre con un abbraccio e dirigersi verso la macchina. Quando li vide tutti sulla soglia di casa con le lacrime agli occhi si girò e gridò "Vi amo famiglia!" 
Loro risero e in coro gridarono: " Ti amiamo Boo!"

Harry sorrise, e mentalmente concordò la stessa cosa che aveva urlato la famiglia.







Buonasera! Auguri donne! Vi auguro una bella serata!
Ora mia amerete perchè finalemente dopo sei capitoli ce l'hanno fatta! Bacio! Bacio! Bacio! mi sembra di sentire il coro da stadio, peccato che sia tutto dentro la mia testa ahahah.
Harry conosce Jay, e capisce che forse Louis non è così idiota come sembra, c'è di più di quel che vede. Louis, bhe è il solito Louis però lo vediamo sciogliersi e decidere di agire per primo buttandosi come una foca su Harry. Zayn e Liam mi fanno morire giuro ogni volta che scrivo qualche cosa di loro rido. Non ce la faccio.
Ora, vorrei ringraziare la mia adoratissima beta (sia santificato il tuo nome) che mi aiuta e sopporta i miei scleri sui dialoghi verosimili e le mie teorie in merito. Grazie sul serio. E anche voi dovreste ringraziare la fantastica 
Ringrazio Prim che bhe ormai lo sapete anche voi, quella ragazza per me è essenziale.
Ringrazio tutte le bellissime persone che hanno messo tra le suiguite/ricordate/preferite la mia storia, siete più di quelle che mi immagginavo! Vi amo giuro.
Ringrazio chi recensisce e vi invito a farlo anche voi che leggete e basta, mi farebbe piacare scambiare due parole con voi, anche per messaggio privato se volete :)
Ora, giuro che ho quasi finito, vi invito a leggere le mie ff concluse
"http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2902044&i=1" e "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3009738&i=1" e oggi care mie ha pubblicato Stella13! Siete passate a leggere la sua ff? E' fantastica quasi quanto lei! "10 punti in meno per grifondoro" 
Ora vi saluto e niente spero vi sia piaciuto questo capitolo.
Per parlare della mia storia su twitter usate l'#WUWL
A presto
Wearewhoweare
 ( https://twitter.com/angelidupla98   )
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Wearewhoweare