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Autore: Jade Tisdale    08/03/2015    4 recensioni
Nel futuro di Trunks, la distruzione ormai è all'ordine del giorno. Gli androidi costruiti dal Dottor Gelo, oltre ad essere molto forti, sono estremamente pericolosi. I guerrieri Z, nonostante sperino di riuscire a batterli, sanno che potrebbero essere uccisi da un momento all'altro. L'incontro tra C18 e Crilin, però, cambierà il corso degli eventi e Trunks riuscirà a trovare la luce che, attraverso un labirinto buio, lo condurrà verso la guerra più importante: la vita.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, 18, Altri, Marron, Mirai!Trunks | Coppie: 18/Crilin, Marron/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
“Lacrime e sangue”

 



Marron si passò una mano fra i capelli spettinati, emettendo un sospiro di sollievo. Era un bene che Cell se ne fosse andato, anche perché, a dirla tutta, non ne aveva voglia di combattere con tutte le sue forze a notte fonda. Si stiracchiò leggermente, contenta del fatto che a breve sarebbe andata a dormire.
Poi, si ricordò.
Spalancò gli occhi e nel giro di pochi secondi, volò con una rapidità eccessiva verso la foresta sotto di lei, seguendo l'aura di Trunks, che si era fermato a terra.
Dio, speriamo che ce l'abbia fatta. pensò, mentre l'ansia cresceva a dismisura dentro di lei.
Quando, finalmente, si avvicinò al sayan, prese un respiro profondo e gli mise una mano sulla spalla. Spostò il suo sguardo poco più in basso: Trunks stringeva tra le mani la sfera dalle sette stelle, senza il minimo segno di rottura. Era ancora intatta.
«Ce l'ho fatta...» sussurrò il ragazzo, mentre la bionda sfiorava con le dita il bottino.
«Si, Trunks. Sei stato bravo» disse lei, seriamente contenta.
Il lilla, però, si fece all'improvviso serio. «Ti ha fatto del male?»
Marron scosse la testa, in segno di negazione. A quel punto, il figlio di Vegeta ritornò a sorridere, alzando lo sguardo verso il cielo scuro.
«Ce ne mancano solamente due, ti rendi conto? Ancora due sfere e tornerà tutto come prima!»

 

***

«Bene, la lezione di oggi è conclusa. Come ho già detto, la ricerca è da consegnare entro venerdì. Buon pomeriggio a tutti!»
«Anche a lei, signora maestra!»
I pochi alunni si alzarono dal proprio banco e si diressero allegramente fuori dall'aula. Tutti, tranne lei.
«Oh, Marron. C'è qualcosa che non va?»
La bambina abbassò lo sguardo, leggermente imbarazzata. «Ehm, ecco...»
Deglutì rumorosamente, facendo sorridere la giovane donna che si trovava davanti.
«Suvvia, lo sai che con me puoi dire tutto, ormai ti conosco bene! E' successo qualcosa con Trunks?»
La biondina scosse la testa. «No no, con mio fratello è tutto a posto. In realtà... io le volevo parlarle di me. Come sa, tutti i pomeriggi ho gli allenamenti di arti marziali e...»
«Ti darò più tempo per consegnare la relazione, se è questo che vuoi chiedermi. In fondo, in questa classe sei l'unica con delle buone capacità e non posso permettere che la mia migliore alunna abbia un calo.»
Marron arrossì, dopodiché fece un inchino. «La ringrazio infinitamente! Le prometto che lunedì mattina troverà il compito sulla cattedra!»
La maestra le fece un occhiolino. «Non ce n'è alcun bisogno. Però voglio che tu faccia del tuo meglio con gli allenamenti. Salutami Son Gohan e dì a tuo fratello di venirmi a trovare di tanto in tanto!»
La bambina abbozzò un sorriso e dopo aver salutato la maestra, si avviò verso casa.

 

«Non riesco a credere che le hai chiesto di posticipare la data di consegna della ricerca. Fai solo quinta elementare, i vostri compiti sono mille volte più facili dei miei!» sbuffò Trunks.
Marron abbassò lo sguardo. «Ormai quella scuola chiuderà presto. E' normale che ci trattino bene.»
«Se continuano a morire persone, è normale che la scuola chiuda. Quanti alunni sarete in totale: venti, ventidue forse?» domandò Chichi, porgendo ai due un piattino con dei biscotti.
«Siamo in diciassette,» disse Marron, addentando un dolcetto.«ma ci hanno riuniti tutti nella stessa classe. Che un alunno faccia prima o quarta elementare, a loro non interessa, non fanno distinzione: ci sono così pochi bambini in città che cercano di insegnare più cose possibili a tutti.»
La terrestre sospirò, posando i gomiti sul tavolo. «Speriamo che questa storia si concluda presto.»
«Se riesco ad allenare questi due marmocchi come si deve, allora avremmo qualche chance di far tornare tutto alla normalità.»
La voce di Gohan si sparse per tutta la stanza: il sayan era appena giunto in cucina e stava sistemando la sua tuta da combattimento. «Siete pronti?»
I due fratelli si scambiarono un'occhiata, dopodiché annuirono. «Prontissimi!»

 

«Adesso hai capito perché ho chiesto del tempo in più?» chiese ironicamente la figlia di Crilin, col respiro affannato.
Anche Trunks, a dirla tutta, non era in condizioni migliori. Gohan, di tanto in tanto, li sottoponeva ad allenamenti
davvero duri.
Il loro maestro era appena rientrato in casa e i due, prima di tornare alla Capsule Corporation, preferirono fare una pausa, seduti sulla riva del ruscello.
«Sai, credo che sarebbe un bene se la scuola elementare chiudesse.»
«Perché dici così?»
Il lilla si passò una mano fra i capelli sudati. «È meglio così. Cell potrebbe comparire da un momento all'altro e non sarebbe bello se venissero sterminati altri bambini.»
La bionda lanciò un sassolino sullo specchio d'acqua. «Prima o poi accadrà lo stesso, lo sai bene.»
Trunks sospirò, consapevole che l'amica aveva pienamente ragione. La sola cosa che potevano fare era allenarsi e diventare sempre più forti. Era l'unica opportunità che avevano per salvare la Terra.

***


«Posso venire con voi?»
Trunks sbuffò, caricandosi lo zaino vuoto in spalla. «Ti ho già detto di no. E se ti azzardi a seguirci come l'ultima volta, te la farò pagare cara!» esclamò, facendole il solletico.
Hanako scoppiò a ridere, arrossendo lievemente. «Hai ragione, è meglio se resto qui.»
«Dove state andando?» domandò Bulma, raggiungendo Marron in quella che era ormai divenuta la sua camera da letto.
«Akio e Yaichi hanno detto che ci sono poche provviste» esordì, legandosi i capelli biondi in una coda di cavallo alta. «Io e Trunks ci siamo offerti di andare a cercare qualcosa nelle poche città ancora intatte che si trovano nei dintorni. Così, nel frattempo, continueremo le ricerche per le restanti sfere del drago.»
La turchina si appoggiò allo stipite della porta, le braccia incrociate e un sorriso amorevole stampato in volto. «Siate prudenti.»
Marron si avvicinò alla madre adottiva e la abbracciò di slancio.
«Ti voglio bene» sussurrò.
Bulma fece una piccola risata. «Te ne voglio anch'io, tesoro.»

 

«La primavera è appena iniziata, eppure fa ancora tanto freddo» sbuffò la bionda, riempiendo un sacchetto di frutta secca.
«Io invece ho caldo» disse il lilla, prendendo invece del formaggio.
I due si scambiarono un'occhiata, dopodiché scoppiarono a ridere insieme. Entrambi avevano, oltre che allo zaino pieno di prelibatezze, numerose borse sulle spalle; erano molto buffi.
«Basta così, direi che con tutte queste cose mangeremo per un anno intero» scherzò il sayan, dirigendosi verso l'uscita dell'abitazione.
La figlia di C18 lo seguì, mentre un paio di arance cadevano da una delle pesanti borse.
«Che dici Trunks, torniamo con il teletrasporto?»
Il ragazzo annuì. «Buona idea.»
Pochi secondi dopo, i due si trovarono lungo la strada in cui erano situate le loro case. C'era un lieve venticello, che fece alzare della sabbia.
Ad un tratto, Marron lasciò cadere tutte le sue borse a terra: tale gesto non passò inosservato ai sensi di Trunks, che si voltò subito nella sua direzione, preoccupato.
«Che cos'hai? Non ti senti bene?»
La bionda, tremante, ebbe a malapena la forza di indicare il corpo privo di vita situato qualche metro davanti a lei. Il sayan, a sua volta, lasciò andare il carico e corse verso Akio, ormai privo di vita. Le sue braccia erano ruotate in modo innaturale e faceva quasi impressione. Poco più in là, vi era anche Yaichi, nelle stesse condizioni dell'altro uomo.
«Marron, muoviti!» urlò il lilla, correndo poi all'interno della casa dei coniugi.
La figlia di Crilin, ancora scossa, seguì il fratello a piccoli passi. Sulla soglia vi era Ikue, con il petto perforato, probabilmente da un'onda energetica.
«Trunks...» sussurrò la figlia di Crilin, portandosi una mano all'altezza della bocca. «Sto per vomitare.»
Quest'ultimo si alzò in piedi: pur essendo molto dispiaciuto e scosso, sapeva benissimo che quello non era il momento adatto per lasciarsi andare.
«Cerca di resistere» sussurrò, alzando lo sguardo. «Lui è qui.»
I due, lentamente, si diressero verso le scale, con l'intento di andare al piano di sopra; durante il loro percorso, però, trovarono un altro corpo.
Marron rabbrividì: se quando aveva visto Ikue, Akio e Yaichi si era sentita male, in quel momento si sentì morire. Calde lacrime solcarono il suo volto, mentre con nonchalance si buttava a terra, di fianco a una pozza di sangue immensa.
«Hana... Hanako...» balbettò, stringendo la bimba a sé.
Saya, intanto, prese a miagolare sempre più in direzione della bambina e Trunks, per farla smettere, dovette metterla nello zaino. Era l'unico modo per salvare almeno lei.
La bionda lasciò la presa su Hanako e la osservò: la bambina aveva un grosso squarcio all'altezza dello stomaco ed era fuoriuscito parecchio sangue, tanto che anche la maglia di Marron si era inzuppata.
Le sue mani tremavano, le lacrime continuavano a scendere ininterrottamente; il suo cuore batteva ad una velocità disumana, quasi come se volesse uscire dal suo corpo.
Questo è troppo.
Fu un attimo. Marron era schizzata verso il piano superiore, con una voglia disperata di vendetta e Trunks riuscì a raggiungerla appena in tempo, prima che compisse qualche follia.
Quando quella scena gli si presentò davanti, però, fu come se il mondo gli stesse crollando addosso.
«Che piacere rivedervi, mocciosi. Vi sono mancato?» ghignò l'androide, tenendo il collo di Bulma con la mano destra.
«Lasciala andare, bastardo!» gridò Marron, con una ferocia che non le apparteneva.
«Biondina, ti consiglio di tenere a freno la lingua. Dì ancora una parola che mi può infastidire e la ammazzo prima che tu te ne renda conto. Se volete che la risparmi, consegnatemi le sfere del drago.»
«Non è vero. La ucciderai comunque.»
Tutti, Bulma compresa, rivolsero la loro attenzione verso il lilla, che aveva la testa rivolta verso il basso e le mani strette a pugno.
«Tu la ucciderai... è quello che vuoi...» mormorò.
La scienziata, con gli occhi lucidi, riuscì a sussurrare a malapena il nome di suo figlio, prima che la sua voce fosse sovrastata da quella del mostro verde, sorridente.
«Hai ragione, ragazzo. È quello che voglio.»
Bulma sorrise amaramente. «Trunks, tesoro... chiudi gli occhi» bisbigliò, mentre la presa sul suo collo si intensificò.
Si può dire che quella di Bulma fu una morte rapida, ma non indolore. Non sarebbero mai riusciti a fermarlo in tempo, nemmeno con la velocità del teletrasporto. Ormai era finita.
L'androide lasciò andare la donna a terra, con un ghigno divertito in volto.
Marron spalancò gli occhi, provando nuovamente una sensazione di nausea allo stomaco.
E Trunks gridò, gridò tanto. Gridò fino a sentire la gola bruciare, gridò a tal punto da trasformarsi -senza volerlo- in super sayan.
Le sue vene si ingrossarono, buona parte dei vestiti si strapparono e il suo zaino cadde a terra. Era come se il suo corpo si stesse misteriosamente gonfiando.
La ragazza, ancora scossa, posò una mano sul braccio dell'amico. «Trunks, dobbiamo andarcene via subito!»
E lì, dopo quel gesto, il figlio di Vegeta ebbe un dejà vu.

 


 

 

Marron, ancora con le lacrime agli occhi, deglutì, prendendo una decisione.
«Andiamo!» esclamò, afferrando Trunks per il braccio. 
Il sayan, però, non si mosse. Indicò col dito un punto preciso davanti a lui. «Non possiamo lasciarlo qui» disse, riferendosi a Gohan.
Marron sospirò. «Trunks, dobbiamo andarcene via subito.» 
«Ma... Ma noi... Lui...»
Strinse la presa sul suo braccio e lo trascinò via con sé. «Mi dispiace.»

 

 

 

 

Quella visione non programmata gli fece provare un dolore indescrivibile alla testa, tanto che sciolse la trasformazione: pochi secondi dopo, lui e Marron erano già altrove, mentre Cell sorrideva divertito di fronte al cadavere della turchina.

   
 
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