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Autore: Carotina91    08/03/2015    3 recensioni
Dal capitolo 14:
-Grazie di amarmi- Ancora più rossa, nasconde il viso oltre la spalla di lui.
-Ancora arrossisci? -Rise lui- Sciocca. Sai perfettamente che ti amo, e che non devi ringraziarmi- Le prese la mano conducendola in macchina.
Ancora baci, tanti baci dati di sfuggita mente Alex guida. Mentre cerca di parcheggiare, mentre entrano in casa e Bobo gli fa le feste. Mentre lui la prende in braccio portandola in camera.
E tanti altri, che sanno di amore.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexander Ludwig, Isabelle Fuhrman, Jack Quaid, Jacqueline Emerson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Your love is a lie - Il tuo amore è una bugia'
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Anche se per sfogo, la litigata di stamani con Madeline, non è finita in meglio.
Ci siamo urlate contro cose che, nemmeno pensavamo.
Ad un certo punto è intervenuta la nonna, a separarci. Uno spettacolo deprimente, che avrei voluto non vedesse mai.
Due sorelle non dovrebbero mai litigare per sciocchi motivi, ma sostenersi e volersi bene sempre. Cosa che non siamo più da un po’, io e lei.
La nonna ci ha detto che non dobbiamo litigare. Ma lei la fa facile, non ha una sorella che prima la sostiene e illude, e poi le naviga contro.

Perché tutto in questo periodo mi va male?!

Prima di Alex, le cose andavano meglio. Io e mia sorella andavamo daccordissimo, o almeno non litigavamo così spesso, quasi ad arrivare ad odiarci.
Magari dovrei…no, lasciare Alex non risolverà nulla, non è lui il problema.
Mi sto solo facendo suggestionare da mia sorella. Devo pensare a cosa è giusto per me, e lasciarmi alle spalle le cattive influenze, anche se una di queste vive sotto il mio stesso tetto.

A casa ci siamo solo io e la nonna.
Papà oggi, è uscito presto. È arrivata una “chiamata urgente” dal lavoro, disse prima di infilarsi la sua giacca preferita e uscire di casa.
La mamma invece, ha deciso di accompagnare Madeline niente poco di meno che…dal ginecologo! Papà pensa che sia incinta anche se non ha prove per affermarlo, la mamma sostiene che forse ha qualche malattia ma con tutto il cuore spera di no.
E io e la nonna, penso, che siamo le più normali a credere che magari è solo un ritardo causato dallo stress.
Cioè, dai.
Insomma, se fosse incinta sarebbe solo colpa sua. È un po’ troppo libertina, ma infondo è pur sempre mia sorella e io voglio solo il suo bene.
E se fosse gravida sono sicura che la mamma oltre ad una sfuriata, le darebbe una pacca sulla spalla e si occuperebbe del “bambino”.
Sarebbe di certo un colpo duro per papà, protettivo come è, poi.
Ma non sono così cattiva da sperarci. Anzi, anche se non gli ho detto niente, lei sa che le voglio bene.

Qualche giorno fa, Gary ha chiamato.
Fortunatamente il film è salvo. Le scene da rifare sono pochissime, nelle quali il mio personaggio, purtroppo non è incluso.
È da rifare solo l’ultima scena. Ahimè, avrei voluto ancora impersonare i panni di Clove, ma devo rassegnarmi a dire addio al suo personaggio.
Mi ero affezionata al cast, è come se fossimo stati tutti una grande famiglia.
Certo, a volte non ci piacciono tutti, come nel mio caso di Leven. Ma alla fine è tutto risolto e io ho ritrovato un amica.


“I film prima o poi finiscono, come tutto del resto.
Ma quello che dura in eterno, sono le amicizie e la certezza di incontrare persone speciali.”


Questo ripeteva spesso Willow. E io non posso che darle ragione.
Sul set non ho incontrato solo persone fantastiche, ma anche l’amore. Non so se io e Alex dureremo come coppia.
Al momento non voglio nemmeno pensarci, è più consono godersi il presente perché al futuro c’è tempo. So di amarlo, e so di essere ricambiata. Ma la certezza del “per sempre” non ce l’ho.

La nonna ha deciso di preparare una torta con il pan di spagna, il cioccolato o forse una crema al limone. Non so di preciso ma sono fiduciosa.
Dal dondolo in veranda la osservo, sta trafficando con gli utensili e la sento sbuffare perché non trova niente. La mamma ha il brutto vizio di spostare sempre tutto.
Sorrido sapendo di per certo, che tra poco le telefonerà dicendogliene quattro.
Sulle gambe ho il diario di mamma, non mi sono rimaste molte pagine. E questo mi preoccupa, non so cosa ci sia scritto, ma muoio dalla voglia di sapere.
Odio i segreti, e il fatto che questa cosa riguarda un po’ anche me, mi fa desiderare di scoprire ciò che il diario di mamma nasconde.

A volte mi chiedo perché non mi dice tutto chiaramente, sarebbe più facile.
E invece devo ripercorrere i momenti della sua adolescenza, leggendo i suoi segreti. Fa tanto da telefilm, e quando arrivi alla parte interessante inizia la pubblicità.

Comincio a sfogliare le pagine aprendo quella che mi serve. Dall’ultima data, non ha scritto più niente, poi ha ripreso come se fosse tutto apposto.


Settembre 1985

Elina’s Diary


Ho trascorso l’estate più bella della mia vita.
Beh, in verità ne ho avute di migliori, ma questa è stata più speciale.
Per due mesi, non ho avuto intorno mia madre che mi diceva quanto fosse delusa da me.
E io ho potuto comportarmi da ragazzina e non da adulta come lei voleva.
Tutte le mattine mi guardo allo specchio, arriccio il naso perché ho perso di parecchio la mia taglia.
Il pancione è cresciuto e mi sento infinitamente obesa.
Come una mongolfiera e pronta ad esplodere.
Questo un po’ lo rimpiango, sono costretta ad indossare quegli orribili vestiti premaman, e inorridisco.
Le mamme incinte non indossano bei vestiti.
Ma ogni volta che mi sfioro il ventre e sento il bambino muoversi, non posso fare a meno di pensare quanto sono fortunata, e felice che è qui, dentro di me.

Il fatto di essere ancora minorenne, di non avere una famiglia, un tetto sotto il quale vivere e un fidanzato che si prenda cura di me e del bambino, è un po’ triste, lo ammetto. Questo non fa di me una persona fortunata.
Ma non mi lamento più, perché ricordo esplicitamente le parole di mia madre sull’uscio di casa.

“Abortisci o al massimo dallo in adozione.
Non sarai una buona madre, non hai un lavoro, non vai più a scuola. Come pensi di crescerlo un figlio? Lui non è un giocattolo, e tu non sei in grado di decidere, sei ancora una mocciosa.
Pensaci Elina, è la tua ultima possibilità, o stai alle mie regole, o non sei più la benvenuta in questa casa”

Come può una madre parlare così a sua figlia?!
Quelle parole mi hanno fatto molto male. Qui dentro cresce il mio bambino, cosa ne penserebbe lui se decidessi di abortire o peggio ancora di sbarazzarmene?!
In questi mesi mi sono successe un po’ di cose, e non ho scritto sul diario, perché in realtà non sapevo cosa dire, pensare, fare.
Dopo l’incidente nel parco, una donna mi ha trovata e portata a casa sua. Si è presa cura di me e di mio figlio. Non so perché lo abbia fatto, io sono un estranea. Una ragazza sola e incinta, e tutt’ora spesso le chiedo il motivo del suo gesto.
Lei invece, sorride sempre, dicendo che non esistono persone sole, e che tutti abbiamo un angelo custode a proteggerci.
Non ho mai creduto molto a queste cose, ma se davvero esiste qualcuno lassù. Allora sono pronta a ringraziare e sperare. Julia, è il mio angelo custode.

È una carissima persona. È poco più alta di mia madre, ha i capelli del colore del grano, lunghi fino alle spalle e boccolosi. Non le ho chiesto l’età, ma credo abbia poco più di quarantanni?!
Non saprei cosa dire. Ha un fisico asciutto, magra e abbastanza alta. Potrebbe benissimo fare la modella con dieci anni di meno e anche qualche ruga mancante.
Ha un carattere allegro e spensierato. Subito pronta ad aiutare il prossimo.
Vive con due gatti e un cane, mi fa tenerezza in un modo che non riesco a spiegarmi, che non mi sarei mai aspettata.
Mi ha raccontato di aver perso il marito e la figlia in un incidente stradale, e che da quel giorno non si è mai più risposata.

Sento come se fossi una figlia, e lei una nonna inattesa del suo primo nipotino.
So che è sbagliato detto così, perché io ho una madre…solo che mi ha cacciata di casa, perché non ho voluto abortire.
Ma come dovrebbe reagire una persona se una mamma, un papà, un fidanzato o peggio un marito ti chiedesse di abortire?!
Non penso proprio che tutte risponderebbero di si. Anzi, se si tiene davvero a qualcuno, non abbandoni o uccidi il proprio bambino.
Spero che Luke si penta di ciò che ha fatto, è colpa sua se sono qui. Se mio figlio non avrà mai un padre.”


“Ho scoperto che il/la gamberetto/a…è un maschietto!!
Sono felicissima, anche se di solito le ragazze vogliono una figlia femmina, ma a me sta bene così. Sono stata dal ginecologo con Julia. Lei mi accompagna ovunque, ha paura che possa sentirmi male all'improvviso.
Certo, è un po’ appiccicosa. Ma non mi lamento…avrei potuto trovare di peggio.
Ho sentito Margaret in questi giorni. Mi ha detto che Luke esce con una tipa. Insomma sapevo che prima o poi sarebbe successo, però immaginavo non così presto.
Più che altro pensavo che sarebbe rinsavito e…so che è impossibile, ma vederlo comparire davanti casa…ci speravo.
Mi ha detto anche che mia madre si vede con un uomo. Beh, tipico di lei. Da quando mio padre è sparito mia madre ha cambiato uomo con la stessa frequenza del suo cambio di calzini.
Non che da casa mia siano passati tanti uomini, anzi ha convissuto solo con tre.
Gli altri erano solo storielle di qualche notte.
Mi ricordo di uno, Paul. Io e lui eravamo molto in sintonia, lo consideravo quasi come un padre. Ma si sa, le cose belle finiscono sempre.
Julia mi dice spesso di non pensare alle cose che mi rendono triste, che non fa bene al bambino. E molte volte cerco di scacciare i brutti pensieri, e rendere reali solo quelli belli.”


“Mancano ancora tre mesi al parto.
Sono molto nervosa…insomma è il mio primo figlio. È normale, no?!
L’autunno è arrivato da un pezzo e già ho abbandonato i vestitini e gli shorts che amavo tanto. Mi affaccio alla finestra e in giardino come tutte le mattine c’è Nick, che spala le foglie secche, e cura il giardino di Julia. Nick è un bel tipo. Frequenta l’università e fa il tirocinio in ospedale.
Julia è molto fiera di lui, e parecchie volte lo ha invitato a cena. Magari spera che ci mettiamo assieme. Non ci vuole un genio per capirlo, mi sono accorta di certe occhiate verso di noi.
Ho chiesto un appuntamento a Nick. Forse l’unico modo per dimenticarmi di Luke, è voltare pagina e credo che farlo con Nick, sia la scelta giusta.”


“Mi trovo bene con lui.
È gentile, buono, mi fa ridere. Mi sento protetta tra le sue braccia.
Mi fa sentire a casa. Mi sono detta si, voglio provarci. E in più ho scoperto che a lui non sono indifferente. E il bambino non è un problema, anzi mi sta aiutando a capire un po’ di cose.
In primis so di essere giovane e ho deciso di riprendere la scuola quando partorirò. E ho pensato anche a un'altra cosa. So che ho sempre detto di…ho pensato all’adozione.
Questa parola non mi piace. La odio.
Ma forse è l’unica cosa che mi permetterà di andare avanti. Voglio frequentare l’università e finire il liceo. Trovarmi un lavoro e non dipendere da nessuno.
Ma se tengo il bambino…dovrò rinunciare a molte cose. Nick mi appoggia in qualsiasi scelta, ma non può scegliere al posto mio. E nemmeno Julia può, è una mia scelta.
È solo ansia pre-parto?!”


“Sono stata con Nick.
Cioè, lo abbiamo fatto. È stato…bello. Non ricordavo nemmeno cosa si provasse ad amare in quel modo. Ma lui è stato fantastico.
Con il pancione un po’ strano, ma ha sconfitto tutte le mie paure. E Luke è solo un ricordo lontano.
Credo di amare Nick. Dovrei dirglielo? È troppo presto?
Ah, non so darmi delle risposte. Sembro un adolescente alla prima cotta.
Anzi io sono un adolescente, ma con Luke non mi facevo questi problemi, sapevo quello che volevo. Perché con Nick è diverso? Magari è lui quello giusto.

Da diverse notti mi sento strana. Non dormo più come una volta, mi rigiro nel letto senza riuscire a prendere sonno. Una notte mi alzai con fatica e andai in bagno, prima di tornare a letto mi sentii strana. Guardai giù e…Mi si sono rotte le acque!!! Aiuto!”

Due settimane dopo…

“Daniel è bellissimo.
Appena l’ho visto ho pensato che fosse il bambino più bello del mondo.
Il parto è stato più lungo di quello che pensavo. Non ho avuto punti ma mi fa male lo stesso.
Ma quando l’infermiera mi ha posato sul petto il bambino, quasi svenivo.
Lo amo più di ogni altra cosa al mondo, e il fatto di dovermi allontanare da lui mi spezza il cuore. Tutto quello che pensavo, tutto quello in cui credevo e ho giurato, è solo fumo. Io non posso tenere Daniel con me, che vita avrà?
Certo, io sono sua mamma. Ma non ho un lavoro, una casa, un marito. Cosa gli potrei offrire?
Dopo domani arriverà a casa di Julia un assistente sociale. Da un po’ so che c’è una coppia che desidera avere un figlio, ma lei è sterile e non può averne naturalmente, e vogliono adottare.
E sembra che Daniel per loro vada più che bene.

Spero che non si dimentichi di me. Che la sua nuova famiglia, gli ricordi che lui ha una mamma che lo ama tantissimo. Una persona che lo porterà sempre nel cuore.

Ti amo così tanto piccolo mio. “


Il diario è finito, queste sono le ultime parole di mia madre. Allora è vero, io ho un fratello di cui ignoravo l’esistenza.
E lei in tutto questo tempo non ha mai detto nulla. Anche papà lo sapeva e la nonna. Mi chiedo se Madeline ne sappia qualcosa.
È sconvolgente, non so cosa pensare. Sfoglio ancora una volta il diario in cerca di non so di preciso cosa. Anzi, forse di qualsiasi cosa che risolva i miei dubbi. Mi accorgo di un ultima pagina alla fine del diario. Poche frasi e un indirizzo.

“Non posso desiderare la luna.
Ti ho abbandonato quando in realtà l’unica cosa che desideravo, era tenerti per sempre con me.
Spero che un giorno tu, piccolo mio possa perdonare i miei errori.
Ero solo una ragazzina incapace di decidere, ti ho allontanato, ma non ho mai smesso di amarti.
Se puoi, perdona la tua sciocca madre”

“Greenwich, Londra”



[...]



-Non essere così precipitosa. Vuoi davvero andare a Londra da sola?-
-Si, se nessuno di voi vuole accompagnarmi-
-Ma tesoro, Londra è grande. Non sappiamo nemmeno se vive ancora in quel posto-
-Lo hai scritto tu- Mi volta furiosa ad indicarle il diario sul tavolino –Perché ti tiri indietro?-
-Non lo faccio. Ma è passato così tanto tempo…-
-È tuo figlio. Non hai mai desiderato incontrarlo?-
-Ogni giorno. Ma non potevo Isabelle, avevo un accordo con la famiglia che lo ha adottato-
-Che tipo di accordo?-
-Non potevo cercarlo, o dirgli chi sono. Sembra stupido ma…per lui non dovevo esistere-
-Hai ragione è stupido-
-Isa non essere frettolosa, non è detto che…-
-Cosa?! Ti sembra normale avermi nascosto un fratello?-
-No, non lo è. Mi dispiace ma non è stato facile per me, cerca di capire. Ho abbandonato un figlio quando avevo diciassette anni. Ho perso il mio primo amore perché ero incinta di suo figlio. Tua nonna non mi ha parlato per mesi. Ho incontrato una donna che mi ha fatto da madre, e tuo padre del quale mi sono innamorata, e poi siete nate voi. Tu e tua sorella, e Daniel…credi che non mi faccia male il pensiero di averlo dato via? Pensi che sia davvero senza cuore?-

Mia madre si mette le mani tra i capelli. Mi dispiace trattarla duramente, so che non è colpa sua. Ma questa situazione mi manda nel pallone, è tutto così nuovo e strano che io…non so come comportarmi.
Daniel è mio fratello. Io Isabelle Fuhrman, ho un fratello maggiore. Ho solo una sua foto di quando è nato con mamma in ospedale, un indirizzo e tantissime domande.
So quanto possa aver sofferto mamma per ciò che è successo, ma ora il mio più grande desiderio, è poterlo conoscere. La nonna entra nella mia camera guardandoci entrambe e sospirando.

-Che succede qui?-
-Isabelle vuole andare a Londra-
-Sei sicura di volerlo fare? Potresti non trovare quello che cerchi-
-Se non ci provo non potrò mai saperlo- Guardo mamma e nonna e mi rendo conto che non voglio finire come loro. Ad odiarsi e poi amarsi.
-Mi racconti un po’ del nonno? Perché vi siete lasciati?- Guardo la nonna. –E tu e Luke? Vi siete mai rivisti?-
-I miei genitori tenevano molto hai valori familiari. Erano la classica coppia casa e chiesa. Mia mamma mi diceva spesso che se avessi incontrato la persona giusta, sarei stata felice per sempre. Dovevo essere pura, altrimenti i ragazzi mi avrebbero allontanata. Io ero una bambina e facevo quello che mi dicevano.- Cominciò col raccontare la nonna e mamma ridacchiò su guardandola divertita.
-Perché ridi?- Le chiedo perplessa io.
-È solo che non c’è la vedo tua nonna pura e casta-
-Elina ti burli di me? Eppure un tempo ero così, finché non mi sono ribellata hai miei genitori-
-Racconta a tua nipote la tua fuga amorosa- La incita mamma e io mi metto comoda.
-E va bene. Da bambina crebbi con un ragazzo, Peter. Lui era il mio vicino di casa, ci innamorammo e come succede tra due ragazzi, con lui ebbi la mia prima volta. Mia mamma si arrabbiò molto perché secondo lei dovevo arrivare vergine al matrimonio. Loro provarono a separarci, ma io e Peter fuggimmo in Germania da una zia di Peter. Eravamo giovani ma ci amavamo. E dopo pochi mesi scoprii di aspettare un figlio. Eri tu Elina.-
-Cosa successe dopo?- Chiesi io.
-Tenni il bambino, ma le cose non furono facili. Non potevo più andare a scuola, e un lavoro non lo davano ad una ragazza madre. Nonostante ci amavamo io e Peter litigavamo spesso. A ventisei anni lui mi lasciò, diceva che quella vita lo opprimeva troppo.
Ma io lo sapevo che si era innamorato di un'altra donna. Scoprii che si era sposato e che la sua donna aspettava un figlio. Ero così arrabbiata e delusa che diedi tutta la colpa alla donna che me lo aveva portato via. Tornai a casa dai miei genitori con mia figlia.- La nonna spostò il suo sguardo sulla mamma.
-Quando ho scoperto che tua madre a diciassette anni aspettava un figlio, mi sono opposta con tutta me stessa. Mi ero ripromessa che non avrebbe mai, mai ripercorso i miei stessi passi.
Ho cercato di farla vivere una vita felice, ma così non è stato-
-Mamma è passato tanto tempo- Elina la abbraccia. –Il passato è passato, ormai-
-No, ho sbagliato e mi pento di tante mie scelte.-
-Cosa è successo al nonno?-
-Tornata a casa mia mamma badava alla piccola mentre io ripresi gli studi. Tuo nonno lo rincontrai anni dopo. Era con la sua nuova famiglia, sua moglie Julia e la loro figlia.-
-Julia?!-
-All’inizio non lo sapevo, ma la donna che mi salvò quel giorno era in realtà la donna di cui mio padre si innamorò.- Disse Elina sospirando.
-La vita è così strana a volte. Ma forse è il destino a scegliere per noi. Forse doveva succedere per far si che io capissi i miei errori. Quando ho cacciato tua mamma di casa mi sono sentita morire. E quando ho scoperto che viveva con la donna di cui Peter si innamorò, pensai che fosse solo un brutto sogno-
-Ciò vuol dire che Peter, cioè tuo padre- Dissi guardando mamma che annuì. –Era lui che morì in quell’incidente con la figlia?!-
-Si, ebbe un incidente automobilistico con sua figlia, persero la vita entrambi. Io non ricordavo niente di mio padre, e quando Julia mi mostrò una sua foto io non lo riconobbi.-
-Non volevo che la storia si ripetesse, ma ho solo rovinato le cose. Dovevo accettare subito la gravidanza di Elina, e non comportarmi come un arpia- Disse la nonna approvata.
-E io stavo per fare la stessa cosa con te. Ricordi cosa dissi di Alexander la prima volta?-
-Si. Dicevi che non faceva per me, che meritavo qualcuno migliore-
-Poi ho capito che dovevo lasciare le cose come stavano e non intromettermi-
-E io ti ringrazio per questo. Ma non dovete sentirvi in colpa, nessuna delle due. E nonna, perché non hai mai detto niente di Peter?-
-Non ci siamo mai sposati. Dopo lasciati lui ha vissuto in un modo e io mi sono sposata con un altro. E quello fu per tua madre un padre. Tu conosci il mio primo marito, e lo consideri tuo nonno. Ma ora sai che esisteva un ragazzo del quale ero follemente innamorata, e che quello è il tuo vero nonno. E tuo padre Elina.-
-Grazie mamma. E scusa se ti ho fatto penare in questi anni.-
-Dovere cara. E tu mia cara nipotina, se davvero vuoi conoscere tuo fratello, allora vai a Londra e se li non lo trovi, cerca ancora. Non fermarti mai, un giorno potresti pentirti di non aver ascoltato il tuo cuore.-
-Nonna parli come se dovessi lasciarci ora.-
-Torno a casa mia tesoro. È stata una bella vacanza, ma devo tornare. Non è un addio, solo un arrivederci-



[...]



-Quanto tempo starai via?-
-Non so..un po’-
-Quanto è un po’?!-
-Non lo so Alex, il tempo necessario di trovarlo-
-E se non ci riesci cosa farai?-
-Perché queste domande?-

Lui non risponde. Ho le spalle appoggiate alla corteccia di un albero, mentre lui è sdraiato su un grosso plaid blu. Doveva essere un bel pic-nic all’aperto, in una domenica calda e soleggiata.
Ma lui è decisamente strano, e non so il motivo.

-Cosa c’è che non va? Non sei felice per me?-
-Si che lo sono. Ma cosa succederà quando sarai via?-
-Niente, siamo sempre io e te- Dico come a chiederli conferma.
-Io non voglio una relazione a distanza, Bells-
-Vado a cercare mio fratello a Londra, Alex. Non vado a farmi una scampagnata a Timbuctù!-
-Fratellastro..- Specifica lui-
-Per me fa lo stesso- Gattono fino a coprirgli il sole, lui fa una smorfia rizzandosi a sedere.
-Non pensare che non sia felice per te. Ma tutto questo arriva in un momento…perché hai così tanta voglia di cercarlo?-
-Perché anche se non lo conosco, lui è una parte di me-

Alex non può capire. Lui non si trova nella mia stessa situazione, come potrebbe solo immaginare la voglia che ho di incontrare Daniel?!
Soffro a pensare di dovergli stare lontano, ma è una cosa che devo fare. Sento il bisogno di farlo.

-Ti fidi di me, Alex?-
-Come potrei non farlo.-
-Allora non c’è niente di cui preoccuparsi-
-Sei sicura di quello che dici?-
-Si, più che sicura- Catturo le sue labbra in un bacio –Ora me lo dici cosa ti prende?-
-Niente, cose da ragazzi- Ridiamo rotolando sull’erba umida e appena tagliata.
-Raccontami quello che ti ha detto tua madre. A tua nonna piaccio?-
-Oh, lei ti sposerebbe se avesse vent’anni-
-Ah, si?- Alex mi tira leggermente i capelli –Potrei farci un pensierino allora-
-Stupido- Cerco di colpirlo, ma si scansa ogni volta.

Ci mettiamo seduti lui con le spalle contro un albero come lo ero io poco fa, e io appoggiata a lui.
Gli racconto tutto quello che ci siamo dette io, mamma e la nonna.
Lui ascolta con fare interessato. Ma infondo riesco a percepire che in realtà, annuisce e basta.
Di certo non lo posso costringere ad ascoltare sul serio quello che mi circonda, e i problemi della mia famiglia. Tra noi va tutto bene, ma volte però, mi sembra tutta una gran finzione.

-Quando ci siamo messi assieme, non pensavo che la tua vita fosse così incasinata-
-Alex! Che vorresti dire?- Lo guardo un po’ incazzata.
-Niente scusa, ma pensaci sembra un film-
-Non è divertente, vorrei vedete te al posto mio-
-Beh, se scoprissi che mia mamma mi ha tenuto nascosto un fratello…non so cosa avrei fatto. Forse…avrei lasciato correre-
-Che vorresti dire?-
-Che se non lo ha tenuto è perché non lo voleva davvero-

Mi alzo infuriata dandogli le spalle. –Che significa che non lo voleva?-

-Lo hai detto tu stessa. Tua nonna è rimasta incinta ma il bambino lo ha tenuto, nonostante tutto. Mentre tua mamma no. Cosa vuol dire? Basta fare due più due Isa-
-Dipende dalla situazione Alex-
-Oggi ti dirà che ha sbagliato e che se potesse tornare indietro non lo farebbe-
-Alex giuro non so dove vuoi arrivare-
-Ti sto chiedendo di non andare-

Apro la bocca per rispondere ma non so cosa dire. Lui mi ha spiazzato, non capisco il motivo per cui non vuole che vado.

-Mi stai deludendo Alex. È la mia vita questa-
-Vuol dire che io non ho voce in capitolo?-
-No, non in questo-
-Mi dici che mi ami, ma non me lo stai dimostrando-
-Io ti amo Alex, te lo giuro. Ma non mi stai rendendo le cose facili. Io voglio trovare il fratello che non ho mai conosciuto. Non mi serve il tuo permesso-
-Potresti non riuscire ad incontrarlo. E io non voglio raccogliere le tue lacrime-
-Non te lo sto chiedendo. Ma cosa dici?-
-Se vai a Londra, tra noi è finita-
-Bene, se è questo che vuoi è finita da ora-



[...]



Aeroporto Heathrow, Londra



-Cavoli che traffico, è sempre così affollato?- Chiedo a mamma mentre aspettiamo che arrivino le nostre valigie.
-Penso proprio di si. Non siamo le sole che viaggiano, sai?-
-Che facciamo? Io ho fame- Mi lamento guardando il ristorante sul volantino datoci da una hostess.
-Direi di andare prima in hotel e poi a mangiare-
-Non penso di farcela, ho troppa fame-
-Non fare la bambina tesoro. Sono un po’ stanca, vorrei rinfrescarmi un po’ e poi giuro andiamo a mangiare-
-E va bene, infondo anche io sono un po’ stanca-

All’uscita ci affrettiamo a chiamare un taxi. Mamma ha prenotato al London Hotel County Hall. Dal loro sito c’è una bellissima vista e le camere sono una favola.
Ma non è questo che mi interessa di Londra. Io voglio solo riuscire a trovare Daniel.
Dopo pranzo andremo all’agenzia di adozioni in cerca di informazioni. Io sono abbastanza fiduciosa mamma un po’ meno.
Scendiamo nel ristorante dell’hotel, il mio telefono squilla ancora. Mamma mi guarda di traverso aggrottando le sopracciglia, io non le do peso e rifiuto ancora una volta la chiamata.

-Chi era?-
-Solo Ludwig!-
-È successo qualcosa tra voi?-
-Ci siamo lasciati- Dico sorseggiando un tè alla pesca.
-Fai sul serio?-

Annuisco poco convinta, ma forse è meglio che sia andata così? Sinceramente non so cosa pensare al momento.

-Non potete lasciarvi dopo tutto quello che avete passato-
-Mamma, non siamo mica sposati, eh?!-
-Beh, ma mi stava simpatico-

La guardo inarcando un sopracciglio.

-Io non so come comportarmi- Ammette con sincerità. –Devo odiarlo, ora?-
-Ma che dici? Guarda che anche se abbiamo rotto, tu non lo devi per forza odiare- Preciso e lei sospira evidentemente più tranquilla.
-Oh, meno male. È così carino, che è un peccato odiarlo-
-Ma…falla finita-
-Ok, però chiamalo e cercate di chiarirvi-
-È colpa sua. Mi ha detto che se fossi partita, tra noi sarebbe finita. Non vuole relazioni a distanza-
-Ma noi non ci trasferiamo a Londra-
-È quello che gli ho detto. Ma lui non ha voluto capire-
-Ahh, i ragazzi sono così complicati-
-Che vuoi dire con questo?-
-Che i giovani si creano tanti stupidi complessi. A volte una lunga chiacchierata non fa male. E altre volte invece basta solo dirsi la verità-
-Dici che mi sta mentendo su qualcosa?-
-Non ho mai detto questo. Non pensare male, magari ha paura di perderti-
-Può essere…ma non spiega la sua reazione-
-Ora non stare a crogiolarti con questi dubbi. Pensiamo ad oggi, e il resto si vedrà-
-Si, e poi Alex lo sa. Se prova a mettermi le corna, è un uomo morto-

-Spero che per te vada tutto bene. La storia mia e della nonna, è già intricata di suo. Non voglio che la tua sia così-
-Io, non so cosa dirti-
-Non sei convinta della tua storia con lui?-
-Non molto, e non capisco il perché- Sbuffo alla grande –Gli ho detto che lo amo, e lo penso sul serio lo giuro. Ma…mi sa di storia finita, tra noi-
-Isa…vedrai che quando torneremo a casa, le cose si aggiusteranno. Non cominciare da ora a darti la zappa sui piedi-
-Lui era strano-
-Forse avete solo bisogno di un po’ di distacco-
-Non solo un po’-
-Dai ora non pensarci. Abbiamo altro da fare-



[...]



-Camminiamo da ore, sicura che l’agenzia sia da queste parti?-
-Forza pigrona, è solo mezz’ora che camminiamo-
-Si, ma quel vigile aveva detto che dopo l’edicola l’avremmo trovata-
-No, ha detto dopo l’edicola e la tabaccheria. Dobbiamo girare a destra e accanto ad una yogurteria, c’è l’agenzia-
-Ma io sono stanca- Mi lamento indicando i piedi gonfi.
-Sei un po’ scansafatiche, tesoro-
-Mamma provaci te a camminare per tanto tempo-
-Dai non lamentarti, ecco siamo arrivate- Indica poco più in là l’agenzia di adozioni.

Entriamo e subito un odore forte entra nelle narici, mi giro coprendomi il naso per non vomitare sul pavimento. Io e mamma ci guardiamo intorno.
Non sembra un agenzia, anzi è dismessa e maleodorante.

-Sicura che siamo nel posto giusto?- Faccio a mamma tirandola da parte.
-Penso di si, è l’unica con quel nome-

Una donnetta di bassa statura esce da una stanza avvicinandosi alla reception. Ci guarda pulendosi gli occhiali o meglio dire i tappi di bottiglia, noi ci avviciniamo.
Solo una finestra è mezza aperta, non capisco come riesce a stare in questo posto senza respirare aria buona.

-Salve, è questa l’agenzia di adozione “Friends Of Children”?- Mia mamma gli mostra un volantino trovato fuori.
-Certo, benvenute. Desiderate adottare un bambino?-
-Ehm, no. Sono venuta per sapere di un neonato adottato 16 anni fa-
-Oh, noi non formiamo questo tipo di informazioni. Il più delle volte sono ragazzine o mamme single che ci affidano i loro figli-
-Nell’85°, ho affidato alla vostra agenzia il mio bambino. So che una coppia lo ha adottato, si chiamano Grace e Jonathan Smith. Vivono a Londra, ma non so dove e nemmeno se risiedono ancora quì-
-Ah, lei come si chiama?-
-Elina Fuhrman, all’epoca Kozmits-
-Vedrò quello che posso fare, intanto si accomodi nella stanza affianco la mia collega la assisterà come meglio può-

Andiamo nella stanza affianco che è peggio dell’ingresso. Questo posto cade a pezzi.
Come può mamma aver affidato suo figlio a queste persone?
È un posto dismesso e maleodorante, ma in grado forse, di darci qualche risposta.

-Noi non possiamo dare informazioni di questo tipo. Sa, una volta che si decide di abbandonare il proprio figlio, non si può più tornare indietro- Disse la donnetta barbuta alla mamma, che sbuffò guardandola male.
-Io non ho abbandonato mio figlio. Ero giovane e ho pensato che con una famiglia sarebbe stato più felice- Ribatte mamma stringendo i pugni.
-E non è la stessa cosa signora?-
Mamma tace e la donna sorride.

-È comunque abbandono in un certo senso-
-Lei non sa niente di me-
-Oh, se lo lasci dire. In questi anni ne ho viste tante di ragazzine incinte, tutte o quasi hanno portato i loro figli qui-
-E con ciò?-
-Lei non è più fortunata delle altre. Come ha detto era una ragazzina, e un bambino non è un giocattolo. Non lo puoi comprare e poi gettare via quando non sai come giocarci- Disse velenosa e mamma si infuriò, ma non disse nulla. Ingoiò il rospo.
-Siamo venuta per sapere del bambino, non per le sue perle di saggezza- Dico difendendo mamma.
-Lascia stare tesoro-
-Io mi ricordo di lei signora. Mi ricordo di quella ragazzina che non voleva lasciare suo figlio, ma che non aveva scelta perché troppo giovane-
-Lei ha preso in affidamento mio figlio, vero?-
-Mia sorella lo fece. Lei e suo marito non potevano avere figli. Vennero da me per adottare e in quel periodo, una certa Elina mi telefonò-
-Ero io. Ho chiamato io-
-Lo so. Non dimentico mai i visi delle ragazze che vengono qui. Molte di loro si pentono e ritornano, altre…ignorano ciò che hanno partorito-
-Può dirmi dove si trova mio figlio? Un indirizzo? Un nome? …Qualsiasi cosa, io…vorrei rimediare-
-Non è semplice-
-La prego, mia figlia vuole conoscerlo- Disse indicandomi. –E io, voglio chiedergli scusa, per tutto-
-Non è facile perché non vive più con mia sorella-
-Cosa?!-
-A 21 anni ha lasciato la casa di mia sorella per trasferirsi altrove. Ho saputo che vive con un'altra famiglia, poco fuori città-
-Come un'altra famiglia?! Ma si può?-
-Si, se vive con il suo padre biologico-

Mia mamma sgranò gli occhi dallo stupore. Si mise seduta su una poltrona lì accanto guardando nel vuoto.

-Mamma?-
-Cara, perché non le porti una tazza di tè?-
-Certo- Dico allontanandomi da mamma, ancora in trance.
-Posso immaginare del perché del tuo shock. Possiamo darci del tu, vero?-
Mamma annuisce senza fiatare.
-Mia sorella mi disse che un giorno un uomo le fece visita, le disse che era il padre del ragazzo. A Daniel non lo disse subito, voleva prima accettarsi che fosse vero. L’uomo fece il test del dna, era compatibile. Appena il ragazzo venne a sapere di suo padre, volle conoscerlo. E non appena fu maggiorenne, chiese di poter andare a vivere con lui. Mia sorella non voleva, ma in cuor suo sapeva di non potergli negare il suo vero padre. E dopo qualche mese, portò Daniel a vivere con lui-

-Come ha fatto a sapere di lui?-
-Questo non te lo so dire. Forse qualcuno gli ha parlato del ragazzo-
-Io, non ci posso credere. Luke non può aver fatto questo-
-Luke Danes?-
-Si chiama così il padre di mio figlio-
-Allora sei davvero fortunata. Io so dove vive- Disse porgendole un indirizzo.



[...]



-Sei sicura di volerlo fare?-
-Siamo qui per questo no? Non vorrai tirarti indietro proprio ora?-
-Non sapevo che cercando lui, avresti rincontrato anche il tuo ex fidanzato-
-Non cosa pensare, nemmeno io pensavo di rincontrarlo. Ma arrivata a questo punto, ho tante cose da chiedergli-
-Lo so-

Premo il tasto argentato del cancello, sperando che qualcuno risponda al citofono.
C’è una telecamera e noi alziamo il naso all’insù. Una luce blu ci fa capire che qualcuno ci sta guardando. Mamma si avvicina al microfono.

-Sono Elina Kozmits. Sto cercando Luke Danes-

Nessuna risposta, solo il cancello si apre davanti a noi come un invito ad entrare.
Infatti mamma non perde tempo e attraversiamo il cortile avvicinandoci alla porta d’ingresso. Un uomo sulla quarantina credo, è lì ad attenderci.
Ha i capelli scuri, la barbetta, un fisico asciutto probabilmente fa palestra. Noto che fissa la mamma come se la vedesse per la prima volta.
Anche lei ha uno sguardo strano, probabilmente è solo nervosa. Lui è stato il suo primo amore, infondo.

-Elina, sei davvero tu?-
-Non potrei essere nessun altra-
-È un sogno rivederti-

La abbraccia tirandola a se. Io resto impalata, immobile senza sapere cosa fare. Dovrei dividerli? Dirgli di non toccarla? Ma magari, dovrei solo lasciargli il tempo di far riaffiorare i ricordi.

-Non sentivo quel cognome da tantissimo tempo. Entrate- Disse guardandoci entrambe.
-Ti credevo in America. Dicevi sempre di voler vivere lì-
-Era il mio sogno da ragazzo, poi le cose…sono cambiate-
-Già…-
-Lei è…- Puntò i suoi occhi sulla mia figura.
-Si chiama Isabelle. Lei ha letto il mio diario, per questo siamo venute-
-O mio dio. Non posso crederci, lì c’è tutta la tua vita-
-Non solo. Ci sei anche tu, e Nick e…beh, lo sai-
-Come mi hai trovato?-
-L’agenzia mi ha detto di te. Mi ha detto tutto Teresa-
-Si, dovevo immaginarlo. Ho tante cose da dirti, e so per certo che tu hai delle domande da farmi-
-Infatti, ma prima…-
-Non è in casa. Mi dispiace non sapevo del tuo arrivo. È andato in campeggio con degli amici, torna domani-
-Oh…-
-Puoi vedere la sua camera se vuoi- Disse rivolto a Isabelle.
-Non è un invasione di Privacy?-
-Non preoccuparti, non dirà niente. Su per le scale, la porta blu sulla destra-
-Vai, non preoccuparti per me-
-Ok-

Mi allontano lasciando mamma e Luke in salotto. L’idea di lasciarli soli non mi va molto, ma so che hanno delle cose da dirsi e che io sarei solo di troppo.


-Come hai trovato Daniel?-
-Dopo che ho finito l’università, sono tornato a casa di mia mamma. Lei mi raccontò un po’ di te, anche se non sapeva molto. Mi disse che tua mamma ti cacciò di casa, io non volevo crederci perché anche se quel giorno ti dissi che non volevo diventare padre, mentivo. Certo essere giovani e un figlio sulle spalle, non è una gran cosa. Ma ti giuro che ho pensato molto alla cazzata che ho fatto.
Un giorno andai da tua madre, lei mi cacciò senza lasciarmi il tempo di spiegare. Mi urlò contro di essere un fallito, di averti messa incinta e poi abbandonata.
Non sapevo dove fossi, perché volevo chiederti scusa per tutto il male che provavi contro di me. Ma non sapevo dove fossi. Un giorno ho incontrato la tua amica Margaret, e lei mi disse che vivevi da una donna. E che ti vedevi con un ragazzo. Volevo morire, io era ancora innamorato di te. Puoi non crederci ma è così. Un pomeriggio ti vidi in quel giardino. Avevi il pancione, e un vestito bianco e blu. Il cerchietto rosso tra i capelli che svolazzavano al vento, e i piedi scalzi e piantati tra l’erba.
Eri sull’altalena con quel ragazzo. Lui ti stava toccando la pancia e baciando le labbra. E io non ce la feci a venire da te, perché volevo essere io quel ragazzo.

-Dovevi venire invece- Luke guarda Elina. –Anche io ti amavo ancora. Ma quando seppi che ti rimettesti con Michelle, ti odiai e mi dissi che non potevo, e volevo più correrti dietro. E arrivò Nick-

-Spero che lui ti abbia resa felice-
-Se le cose fossero andate diversamente, avremmo cresciuto Daniel insieme-
-Sarebbe stata una bella storia-
-Sei sposato?-
-Si- Disse con un sorriso amaro.
-Ho sposato la ragazza che a scuola odiavi-
-Non ci credo. Ma come hai potuto? Dicevi che lei non ti piaceva!-
-Sei gelosa per caso?- Sorrise lui.
-No, solo che…speravo di meglio per te-
-Le persone cambiano Elina. Quando si è giovani si commettono tanti errori. Ma l’importante è saper crescere e cambiare in meglio. Lei è cambiata, te lo giuro è molto meglio di come era un tempo. Abbiamo una figlia di tre anni-
-Se tu sei felice a me sta bene. Ma dimmi di Daniel-
-Mi cercai un lavoro e misi dei soldi da parte.
Non sapevo se volevi tenere il bambino, ma era giusto che anche io contribuissi. In autunno mi feci coraggio e tornai alla cosa dove vivevi, ma tu non c’eri. O meglio quella donna mi disse che avevi partorito e la tua intenzione era di dare il bambino in adozione.
Pensai che fosse finita, e andai via. Non so perché lo feci, agii d’istinto-

-Sul serio volevi tenerlo?-
-Tu no?-
-Avrei voluto…ma, che futuro avrei potuto dargli. Nessuno apre le porte ad una ragazzina senza casa e con un figlio a carico-
-Non fu facile trovare l’agenzia di adozioni. Non potevo pretendere niente, infondo è come se lo avessi abbandonato. Un giorno però, con l’aiuto di un amico riuscii a rintracciare la famiglia che lo aveva adottato. Non ci pensai due volte e andai a trovarlo. Aveva diciassette anni. Stava festeggiando il suo compleanno nel giardino della famiglia adottiva. Non gli dissi subito chi fossi, lo feci dopo un po’. E una volta maggiorenne, lo portai qui a vivere con me. A quel tempo ero già sposato. La famiglia capì e lo lasciò venire via con me-

-Perché non mi hai mai detto niente in questi anni?-
-Non p stato facile. Da cosa avrei dovuto cominciare? Cerca di capire Elina, non sapevo cosa fare-
-Telefonarmi per esempio. Dirmi che nostro figlio ora vive con te- Si guardano entrambi negli occhi –Io sono sua madre, e tu non mi hai detto nulla-
-Mi dispiace. Tu hai la tua famiglia. Non potevo piombare sulla porta di casa tua e dirti “Il bambino che hai dato in adozione ora è un giovanotto, e sai? Vive con me a Londra”-
-No, ma dovevi dirmelo-
-Mi dispiace. Non è stato facile per nessuno dei due-

-Sa di me? Cosa gli hai detto?-
-Tutto. Lui sa che sei sua madre. Gli ho mostrato delle foto di quando eri un adolescente-
-Mi odia vero?-
-No, lui vuole conoscerti. E tu sei sua mamma, lui non potrebbe mai odiarti. Se ha imparato ad amare te, non sarà difficile con te-
-È troppo facile. Mi sembra tutto così irreale-
-No, è la realtà-
-Luke io ti ho amato davvero. Volevo essere la tua fidanzata. Ho sempre pensato che dopo l’università, con un buon lavoro ci saremmo sposati-
-Ho sognato anche io quei momenti. Tutte le volte che chiudevo gli occhi, ho sperato di poterti abbracciare e baciare come una volta-
-Ma io sono sposata con Nick, e ho due figlie, e tu…-
-Sposato con una bimba, e un figlio ritrovato. Cosa si può volere di più?-
-Quando potrò vederlo?-
-Domani sarà a casa. Michelle è fuori, è dai suoi genitori con la piccola-
-Le dirai di me?-
-Non ancora. Per il momento è più importante che tu conosca tuo figlio. A lei penserò io-

Elina sorrise rincuorata dal suo abbraccio. Rivide in lui il ragazzino di un tempo. Solo più maturo e più uomo. E pensò che se non fosse stata sposata, se ne sarebbe innamorata di nuovo.



[...]



-Ho visto la sua camera. Ma mi sentivo strana. Mi sembrava di invadere la sua privacy-

“Come ti è sembrato?” Disse Nick alla figlia attraverso il telefono di casa.

-Non era in casa- Dissi sconsolata –Era in campeggio. Torna domani-

“Tesoro, vedrai andrà tutto bene. Sono sicuro che è un bravo ragazzo, e Luke un bravo padre”

-Tu sai del bambino e di Luke?-

“Ho accudito io tua madre quando era incinta. Mi sembra ovvio saperlo” Disse scherzando.

-Ma la nonna disse che tu non sapevi nulla, e anche mamma disse la stessa cosa- Dico un po’ confusa.

“Diciamo che non ti ho mai detto nulla, perché la mamma non voleva che lo venissi a sapere da me o da altri. Non devi tenerle il muso. La nostra storia è un po’ complicata e tua madre ha sofferto molto quando ha dovuto dare via, il suo bambino.”

-Immagini, ma perché tanti segreti? Non bastava semplicemente dirlo?-

“È quello che mi chiedo anche io. Ma lo sai come sono mamma e nonna”

-Lo so- Sospiro –Mamma ti ha detto di Luke?-

“Si…” Sentii papà sbuffare.

-Non preoccuparti lei a te ci tiene. Anche se lui non era male- Ridacchiai.

“Mh…facciamo che non ho sentito, ne?”

-Non arrabbiarti, scherzavo. A me interessa solo conoscere mio fratello-

“Avresti dovuto conoscerlo molto prima. Mi dispiace sento che un po’ è anche colpa mia. Avrei dovuto spronare tua mamma a farsi avanti”

-No, va bene. Leggere il suo diario è stato utile. Ho scoperto l’esistenza di un fratello, e mi ha aiutato con Alex-

“Come va con lui? Mamma mi ha raccontato”

-Non so, è da quando sono partita che non lo sento. Non so davvero cosa fare con lui-

“Qualsiasi cosa tu faccia, sappi che noi ti appoggeremo sempre. Lo sai.”

-So che ci sarete. Sono io che ho le idee confuse-

“Ora devi pensare solo a domani, perché è quello che conta. E non vedo l’ora che ritorniate a casa. Sono stufo di ordinare al ristorante” Sento papà brontolare.

-Non preoccuparti saremo presto a casa. Cerca di rilassarti finché puoi, ok?-

“Cercherò di restare lucido, anche se tua sorella mi fa impazzire. Sappilo!”

-Buona notte papà. Ti richiamo domani o prima di partire-

“Ci vediamo presto cucciola” Disse riagganciando.

-Ha riattaccato?-
-Si, volevi parlargli?-
-No, gli ho già detto tutto prima- Mamma è uscita dalla doccia ed è in accappatoio.
-Come ti è sembrato lui?-
-Molto meglio di come era un tempo- Il suo viso si incupì –Mi ha sorpresa…non ripensavo a lui da un po’, e confesso che mi è mancato-
-Papà…-
-Io amo tuo padre Isabelle. Non ho mai pensato di tradirlo, lo giuro. È solo che rivedere Luke, ha risvegliato in me tante cose. Ma quelle ormai appartengono al passato-
-Posso stare tranquilla allora?-
-Più che tranquilla, cara-
-Va bene. Ordini tu la cena? Vado a farmi un lungo bagno, e a prepararmi psicologicamente per domani-
-Andrà bene, non stare in ansia-
-Lo ha detto anche papà-
-Allora ascoltalo-
-Ho una fame da lupi. Vado a lavarmi-

Isabelle entrò in bagno e Elina chiamò il servizio in camera. In effetti anche lei aveva un certo languorino. Mise giù la cornetta quando il suo cellulare prese a vibrare. L’icona di Whatsapp, le fece capire dell’arrivo di un nuovo sms.
Lo aprì e lesse:

“A volte non diamo il giusto valore a ciò che abbiamo fino a quando non lo perdiamo.”

E poi ancora:

“Vi aspettiamo domani a casa.
Ho già accennato qualcosa a Daniel. Credo che è felice.”

Elina si coprì la bocca con la mano.
E quella sera desiderò di poter tornare indietro, come quando aveva sedici anni ed era solo una ragazzina spensierata. Una fanciulla che pensava solo all’amore e al sogno di una vita perfetta.



[...]



Lo so. È un anno che non aggiorno.
Sono mortificatissima. Non ho aggiornato perché un paio di giorni dopo che avevo pubblicato il 17esimo capitolo, ho perso una persona molto importante per me.
Era come una mamma, e tutt’oggi non mi sembra vero che non ci sia più.
Praticamente vivevamo insieme, e io sento come se una parte di me sia andata via con lei.
Avrei voluto pubblicare giuro, però il mio stato d’animo non era dei migliori. Avrei sicuramente scritto cose che non mi sarebbero piaciute per niente.
L’anno scorso è stato un anno orrendo, e questo non è cominciato benissimo. Ma io cerco di vivere come posso, cercando di stare quasi sempre su, nonostante le brutte cose che succedono.
Riguardo a questo capitolo…ribadisco che questa storia sarebbe dovuta essere incentrata su Alex e Isabelle, e la loro storia. Però, siccome mentre scrivo mi piace sentire come sottofondo un film, un cartoon o musica, dipende.
Quindi diciamo che aggiungendo la storia della “mamma/fratello di Isa” ho cambiato tantissimo tutta la trama. So per certo, me lo sento più che altro perché sono un po’ pessimista.
La storia va avanti dal 2012, e ora siamo nel 2015. È troppo tempo che è inconclusa, e so che è colpa mia che prima aggiorno per un po’ e poi mi fermo.
E così anche per le altre.
Giuro che voglio finirla. E so anche che le vecchie lettrici, non torneranno o almeno spero che ritornino. Mi scuso tantissimo per non aver aggiornato. Io scrivo secondo il mio umore, altrimenti so che uscirebbe fuori un capitolo bruttissimo.
Ci ho messo tantissimo per questo aggiornamento, però ho voluto farlo perché sto lasciando troppe cose inconcluse qui e in generale.
Riguardo la storia, ho deciso che ci saranno tipo due o tre capitoli e poi ci sarà la conclusione.

Nel prossimo capitolo Isabelle incontrerà finalmente suo fratello Daniel, il figlio di sua mamma Elina e del suo primo fidanzato Luke. Cosa succederà tra i due?
Daniel accetterà Isabelle, e soprattutto Elina, colei che lo ha abbandonato ancora in fasce?
Lui potrà perdonarla?
E Alexander, si scoprirà il motivo per il quale ha deciso di troncare la sua storia con Isabelle, di punto in bianco. Forse c’entra qualcuno? Continuate a seguirmi se volete, nonostante abbia aggiornato solo ora, e lo saprete!

  
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