Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _Wonderwall_    09/03/2015    1 recensioni
Lysander Scamander, oramai arrivato al suo ottavo anno ad Hogwarts, poteva affermare che aveva tutto e che, molto probabilmente, era la persona più felice in quel dannatissimo castello.
Lorcan Scamander era tutto quello che non voleva essere.
Ted Lupin era soddisfatto della sua vita.
Alice Paciock era diversa. Era totalmente diversa da suo padre sia per aspetto fisico che per carattere e sua madre le aveva conferito giusto qualche tratto del viso.
James Sirius Potter era stanco. Era stanco ed aveva cominciato a stancarsi alla tenera età di quattordici anni.
Axel Lovegood era strano. Era tutto ciò che ci si potesse aspettare da qualcuno appartenente a quella famiglia.
Louis Weasley era normale.
***
Una generazione che ha avuto tutto senza dover fare nulla, figlia di eroi, ma normale, dannatamente umana.
E se si trovasse davanti ad un pericolo peggiore del precedente? Una generazione senza eroi sarà in grado di vincere o perlomeno sopravvivere?
“Ognuno di noi è un eroe”
“Gli eroi non esistono”
“Vedi, Lily, in una guerra non ci sono né vincitori né vinti, solo morti e sopravvissuti”
“Vivere senza di te è come morire”
(Nella mia storia gli anni passati ad Hogwarts non sono più sette, ma nove)
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alice, Paciock, Alice, Paciock, Jr, James, Sirius, Potter, Lorcan, Scamandro, Louis, Weasley, Lysander, Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
FACEBOOK
 
Capitolo 17
 
 
Shailene si lasciò cadere sul letto della sua camera, lasciando la testa al di fuori del bordo. I capelli lunghi toccavano terra, mentre gli occhi della ragazza erano fissi sul soffitto, pensierosi. Aveva le mani congiunte in grembo, le gambe piegate coperte da una tuta sgualcita e le labbra piegate in una smorfia confusa.
Axel era invece seduto a terra, una gamba piegata e l’altra distesa, le braccia rilassate e gli occhi chiusi, con un sorriso che aleggiava sulle labbra fine.
Alice era in piedi, appoggiata alla porta e lo sguardo annoiato puntato fuori dalla finestra. Indossava ancora la divisa scolastica perché non aveva avuto ne tempo ne voglia di tornare nei sotterranei per cambiarsi dopo le lezioni e poi andare sulla torre Corvonero per incontrarsi con i due.
La stanza era immersa in un silenzio tutt’altro che imbarazzante, ognuno di loro aveva questioni a cui pensare, domande da porsi, dubbi da risolvere.
Alice si lasciò cadere a terra, incrociò le gambe e portò le mani sulle ginocchia. Stava bene, in quel momento si sentiva parte di qualcosa. Chiuse gli occhi, ma la consapevolezza di non essere da sola rimase con lei e la fece sospirare di sollievo. Quella camera era disordinata ai limiti dell’immaginabile, Shailene sembrava essere impegnata in una riflessione da premio Nobel ed Axel era apparentemente addormentato, ma ad Alice andava bene perché loro erano lì.
Erano lì e lei non era sola. Erano lì e non l’avrebbero lasciata.
Alice se ne rendeva conto ogni giorno di più, aveva bisogno di persone di cui fidarsi, perché lei non bastava più. Aveva bisogno di sentire drammi adolescenziali perché si era stancata dell’indifferenza che provava. Aveva bisogno di sapere come fosse ridere così tanto da non riuscire a trattenere le lacrime, perché lei lo aveva dimenticato. Aveva bisogno di infastidirsi per un comportamento inappropriato perché sarebbe significato che le importava. Aveva bisogno di qualcuno che l’abbracciasse e si accorgesse delle sue ferite perché lei continuava a sanguinare.
Il suo pensiero corse a suo padre, quell’uomo che l’aveva sempre amata, ma che lei aveva puntualmente respinto, confinandolo al di là della sua freddezza. E pensò a sua madre. A quando era tornata a casa con un vestito nuovo e lei lo aveva lasciato nella busta in salotto senza nemmeno preoccuparsi di fingere di averlo visto. A quando non aveva risposto alla sua lettera. A quando aveva mandato al diavolo Neville dopo il discorso sui suoi voti.
Alice aveva qualcosa di sbagliato, lo sapeva. Lo sapeva perché non riusciva a fidarsi di nessuno. Lo sapeva perché non riusciva a sfogarsi in alcun modo. Niente era più abbastanza. Né le urla né il sacco da box. Perché quella rabbia che provava, quella inadeguatezza, restava lì, dentro di lei.
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo.
Una rabbia cieca. Verso nessuno. Verso tutti. Verso se stessa. Verso la sua famiglia. Verso le ingiustizie. Verso le gentilezze.
Verso la vita.
Alice era profondamente arrabbiata con la vita. Il perché non lo sapeva. Ma sapeva che la mattina, quando si svegliava, era arrabbiata. Che la sera, quando si addormentava, era arrabbiata.
Ma in quel momento, in quella stanza, non lo era. Era serena.
<< Non capisco >> irruppe Shailene, rimanendo comunque immobile nella sua posizione.
Alice aprì gli occhi e la guardò interrogativa, ma la ragazza cadde nuovamente nel silenzio, grattandosi una guancia con una mano e continuando a fissare il soffitto come se tra le crepe dell’intonaco potesse leggere le risposte che cercava.
<< Shai, non è colpa tua >> le rispose invece Axel, senza scomporsi minimamente.
Gli occhi ancora chiusi, l’espressione ancora felice.
La Corvonero scattò sul letto, attirando di nuovo l’attenzione dell’altra. Si mise seduta a gambe incrociate, gomiti sulle ginocchia e posò la testa sulle mani, aggrottando le sopracciglia.
<< Ma non capisco >> ripeté ancora.
Alice alzò un sopracciglio, continuando a fissarla in silenzio. Shailene era strana. Seguire il suo filo di pensieri risultava più di qualche volta davvero complicato ed Alice aveva imparato che, se davvero voleva una risposta esauriente, doveva allora chiedere il motivo del problema, altrimenti la ragazza avrebbe continuato a blaterare frasi senza alcuna connessione logica.
<< Cosa non capisci? >> chiese allora, chiudendo nuovamente gli occhi.
<< Perché mi ha detto di no >>
<< James? >> chiese conferma la ragazza.
<< James >> rispose l’altra, sospirando.
Shailene davvero non riusciva a capire. Le parole di James erano rimaste scolpite nella sua testa e non volevano saperne di scomparire.
Mi sei indifferente come tutti gli altri”
Non capiva. Avevano passato del tempo insieme ed il ragazzo non sembrava indifferente. Non che le avesse dato chissà quale segnale, ma non si comportava come faceva come tutti gli altri. Le parlava, non la scacciava. Qualche volta le sorrideva.
<< Shai non preoccuparti, andrà meglio la prossima volta >> la rassicurò il cugino.
Shailene sbuffò e si stese sul letto con un tonfo sordo, chiudendo nuovamente gli occhi.
Perché le persone si complicavano la vita da sole? Non bastavano i problemi che si ponevano ogni giorno?
La vita andava presa con leggerezza, con serenità. Bisognava afferrare ogni occasione come se fosse l’ultima e bisognava vivere al massimo, senza paure. Ma chi non ha paura?
La paura fa parte dell’essere umano. È il primo sentimento nato, la prima emozione che tutti proviamo. È la paura che governa la vita.
La paura del passato. La paura del presente. La paura del futuro.
C’è chi ha paura dei ragni, chi dei serpenti. C’è chi teme di essere dimenticato, chi di non essere amato. Chi ha paura di non valere abbastanza, dei sentimenti, delle parole, dei gesti, delle azioni, delle novità, delle perdite e delle conquiste. E chi ha paura del concetto della paura stessa.
E Shailene lo sapeva che James aveva paura. James era pieno di paure che mai avrebbe potuto superare da solo. Quelle paure l’avevano schiacciato. Quelle paure avevano schiacciato tutti gli studenti della scuola.
Non avevano bisogno di un mostro per avere paura. Le persone sono brave a distruggersi da sole. Non c’era bisogno dei dissennatori per portare via la felicità, perché il genere umano ha la capacità di rendere tutto triste, scuro, buio. Anche quando c’è la luce.
Anche quando non ce ne è bisogno.
Shailene era umana. Shailene aveva paura come tutti gli altri. Sapeva che Alice aveva paura di restare sola, sapeva che Lily e Hugo avevano paura di deludere il mondo, sapeva che Scorpius aveva paura di un rifiuto e che Dominique aveva paura della vicinanza di qualcuno, sapeva che Lorcan aveva paura di essere se stesso, che Lysander temeva l’indifferenza, Lucy aveva paura di dimenticare, Freddie di essere visto. E ancora, aveva osservato Laila ed aveva capito che aveva paura della solitudine e del silenzio, Filip di fallire, Ted delle costrizioni, Rose dei pregiudizi. Cassandra della notorietà, Alec delle opposizioni, Albus delle prove, Louis dei confronti, Roxanne di esporsi troppo, Arielle di essere ignorata, Frank delle perdite.
Quel castello era pieno di paure e Shailene non riusciva a credere che Axel non ne avesse nemmeno una.
Lo osservava. Lo guardava. Lo studiava. Ma non riusciva a vedere niente. Non capiva. Axel sembrava immune. Sembrava libero, ma lei lo sapeva che essere liberi era impossibile. Il terrore, quello non se ne va mai. Resta con te.
Ma, lui, di cosa aveva paura?
<< Axel >>
<< Mhmh >>
<< Hai paura? >> chiese semplicemente lei, restando con gli occhi chiusi.
Alice puntò lo sguardo sul ragazzo giusto in tempo per vederlo sorridere. Axel sospirò.
<< Sì >> rispose, sicuro.
<< Di cosa? >>
Il silenzio cadde nella stanza e i tre ragazzi aspettarono. Shailene aspettava di sapere, Alice aspettava di capire ed Axel aspettava di scoprire. Scoprire la sua paura.
Perché lui non ci aveva mai pensato. Non ci aveva mai riflettuto, ma sapeva di averne una.
<< Di avere paura >> rispose infine.
Aveva paura di svegliarsi un giorno e scoprire di aver paura di qualcosa. Di un compito, di un discorso, dei sentimenti, della morte. Di qualunque cosa. Aveva paura di avere paura. Era terrorizzato dall’essere bloccato.
Shailene non rispose.
Alice ragionò in silenzio.
Axel nascose la sua paura in un cassetto. Ed era così che andava avanti. Non, non avendo paure, ma ignorandole, nascondendole, cercando di non curarsene.
<< Tagliati i capelli >> disse improvvisamente Axel.
Shailene sbarrò gli occhi.
<< Come scusa? >>
<< A volte un cambiamento porta cambiamenti >> si intromise Alice, alzandosi dalla sua posizione.
Si avvicinò al letto della Corvonero e si sedette sul materasso.
Axel sorrise ed aprì gli occhi, alzandosi a sua volta.
<< I capelli sono un punto di raccolta per i Gorgosprizzi che confondono chi ti guarda. Magari è ciò che è successo a James* >> spiegò Axel.
Shai deglutì e guardò i due amici.
Oh, beh, quella era una delle sue paure. Le piacevano i capelli lunghi.
Sospirò.
<< Tagliamoli >> decise, alzando le spalle.
 
 
 
<< Buongiorno a te >>
James alzò lo sguardo dal piatto della sua colazione oramai mezzo vuoto, mentre stringeva nella mano destra una tazza di caffè macchiato.  I suoi capelli quella mattina non ne avevano proprio voluto sapere di mettersi apposto e, dopo svariati tentativi, aveva lasciato perdere, uscendo sbuffano dalla porta del suo dormitorio.
Si spostò con la mano libera un paio di ciuffi caduti davanti agli occhi ed osservò la ragazza seduta davanti a lui.
Shailene gli sorrise, portandosi una ciocca di capelli cioccolato dietro l’orecchio e dando un morso al cornetto appena afferrato.
James sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di capire se quello che avesse davanti fosse un sogno o più semplicemente se la stanchezza cominciasse a giocargli brutti scherzi, dandogli le allucinazioni. La fissò ancora per qualche secondo, bevve un sorso di caffè dalla sua tazza, poi si decise a parlare.
<< Ti sei tagliata i capelli >>
Il tono era un misto tra una domanda e un’affermazione.
<< Che perspicacia >> rispose la ragazza, rivolgendogli un altro sorriso.
Il Grifondoro la fissò ancora. I capelli cioccolato, prima lunghi fino alla vita, arrivavano adesso poco sopra le spalle in onde leggere ed appena accennate. I riflessi rossi sembravano più evidenti, messi in risalto dalla luce che li colpiva, insolita per quel periodo dell’anno. Il viso sembrava quasi più pieno con quel taglio di capelli e le conferivano un’aria più matura, ma allo stesso tempo più sbarazzina accentuata dal sorriso radioso e gli occhi espressivi, tendenti al verde.
La linea del taglio non era precisa, dando spazio a qualche ciuffo più lungo e qualcuno più corto di tanto in tanto.
Le stavano bene. le stavano bene davvero.
<< Li hai tinti? >> chiese ancora incredulo.
Shailene scosse la testa e si passò una mano tra l’oggetto dell’attenzione di James, sbuffando quando si rese conto che erano già finiti. Erano davvero corti per lei.
<< Ti piacciono? >> domandò, afferrando un altro cornetto e riempendo nuovamente la tazza di caffè.
Si sentiva energica, pronta a tutto. Alle lezioni, alla riunione Weasley/Potter alla quale partecipava come invitata speciale, a chiedere nuovamente a James di accompagnarla al ballo. Non le importava della risposta.
<< Ti stanno davvero bene >> si lasciò sfuggire il ragazzo a bassa voce.
Un sussurrò abbastanza rumoroso da arrivare alle orecchie della Corvonero e farla sorridere contenta.
<< Ma perché li hai tagliati? >> chiese ancora lui.
James non aveva la forza quella mattina di continuare a recitare, di continuare a comportarsi come aveva fatto in quel momento. Era così stanco da non riuscire nemmeno a controllare le parole che diceva.
Quella notte non aveva dormito. Era rimasto nel letto, girandosi tra le coperte e pensando incessantemente all’incontro del club che avrebbe avuto quella mattina. Era stato rimandato quella domenica. Lo avrebbero fatto nel pomeriggio, ma James non era sicuro di riuscir a vincere l’incontro di quella giornata.
Shailene alzò le spalle non curante.
<< A volte un cambiamento porta cambiamenti >> disse con voce solenne, annuendo con la testa.
<< Chi lo ha detto? >> chiese divertito James.
Shai sorrise ancora.
<< Alice >>
James bevve ancora dalla sua tazza e morse un cornetto per nascondere un sorrisino che era appena spuntato sul suo viso.
Quella ragazza era uno spasso. Era gioia e divertimento puro.
<< E che cambiamento vorresti nella tua vita? >>
<< Vieni al ballo con me >> disse ancora Shailene, sicura.
James smise di sorridere e si accigliò. Poggiò la tazza sul tavolo e guardò la ragazza sospirando.
<< Non fa per me >>
<< E’ solo un ballo >>
<< Non fa per me >>
La Corvonero sospirò e alzò gli occhi al cielo, ma dopo cinque secondi riprese a sorridere. Si alzò dalla panca e la scavalcò, poi si sistemò i jeans e il maglione sgualcito.
<< Vieni con me >>
 
 
<< Non lo farò >> affermò James, seduto sull’erba.
Shailene fece un paio di giri intorno a lui, volando sulla sua scopa nuova di zecca. Sua zia Laura ne aveva inviata una a lei e una ad Axel la settimana scorsa, dicendo che erano il regalo di Natale arrivato in anticipo.
Shailene non avrebbe trascorso il natale con loro quell’anno, nonostante le sue continue proteste. Laura l’aveva quasi costretta ad andare in Italia dalla sua ‘famiglia’ babbana. Aveva cercato di opporsi, ma la zia si era imposta ed aveva già comprato il biglietto aereo, sostenendo che non sarebbe potuta presentarsi nel camino di una casa di babbani. Sarebbero morti tutti d’infarto istantaneo.
L’aveva accettato per adesso, ma non si sarebbe arresa tanto facilmente. Il natale per lei era un periodo da passare a casa di Luna insieme ai gemelli Scamander ed Axel per poi recarsi qualche giorno alla Tana e festeggiare con i Weasley e i Potter, ospitata da Lily.
<< Non pensavo fosse così codardo >> disse Shailene, stuzzicando James.
Il ragazzo strinse le labbra e cercò di convincersi a resistere e non cedere alle sue provocazioni. Purtroppo quella non era mai stata una sua caratteristica.
<< Non ho paura. Semplicemente non fa per me >>
Shai sbuffò e si alzò di qualche metro da terra, lanciandogli un’occhiata di sfida.
<< Sembra la tua frase preferita >> disse, volteggiando in aria e saggiando la libertà che provava in sella alla scopa << Ammettilo che in realtà hai paura. Paura di ballare e paura di volare. O meglio paura di perdere una gara di volo contro di me >>
Per enfatizzare le sue parole, la ragazza aumentò la velocità fino ad arrivare ad un albero vicino ed afferrare una seconda scopa, poggiata lì appena qualche minuto prima.
Si trovavano nel giardino di Hogwarts, poco distanti sia dalla Foresta Proibita sia dal Lago Nero.
La Corvonero tornò indietro e lanciò la scopa a James che l’afferrò immediatamente.
<< Hai ancora i riflessi da cercatore >> commentò lei, sorrise ancora << Ma capisco che senza allenamento tu non possa battermi. Non preoccuparti, capita a tutti di essere impreparati >>
James sbuffò e sorrise, oramai sicuro che la ragazza avrebbe vinto quella battaglia. Si alzò e montò in sella alla scopa rovinata di proprietà della scuola, si diede una piccola spinta con i piedi e si liberò in aria, raggiungendo Shailene, che sorrideva vittoriosa, in pochi secondi.
<< Questa sfida non è equa >> esordì lui << La mia scopa appartiene al secolo scorso >> si lamentò.
<< E il migliore cercatore di Hogwarts si fa fermare da queste piccolezze? >> chiese retorica, guardandolo co sfida << Mi deludi >>
James sbuffò e si posizionò meglio sulla scopa.
<< Tre >>
<< Due >>
<< Uno >>
<< Via >>
I due ragazzi partirono. Shailene si piegò sul manico di scopa e spinse di più con le gambe, cercando di aumentare la velocità, imitata da James nei movimenti. Il ragazzo afferrò la scopa all’estremità e si spinse più in là, superando la ragazza di qualche centimetro.
<< Guarda lì >>
James indicò un punto in cielo e la Corvonero si voltò a guardarlo, lasciando che lui la superasse.
Il manico di scopa del Grifondoro fu il primo ad attraversare la linea del ‘traguardo’, ovvero la riva opposta del Lago Nero. La mora diminuì la velocità, ma non si fermò quando incontrò James sulla strada, sbattendo contro di lui e facendolo cadere a terra con il corpo sotto il suo.
Rotolarono per un paio di metri mentre i manici di scopa cadevano sull’erba. Shailene si trovò seduta sul suo bacino e fu colta da un déjà-vu del loro primo incontro.
<< Cerchi di uccidermi? >>
<< Hai barato >> rispose la ragazza, cercando di imitare una voce infastidita, ma continuando a sorridere.
James rise e si tirò su con il busto, avvicinandosi notevolmente e facendola arrossire. Si sentiva strano. Si sentiva leggero.
Una sensazione che dopo tutti quegli anni aveva quasi dimenticato.
I loro visi erano a meno di venti centimetri di distanza ed entrambi sentivano la vicinanza dell’altro. Shailene si sentì imbarazzata. Si sentì nuda sotto lo sguardo di James, sotto i suoi occhi nocciola così vicini, sotto il profumo così mascolino, sotto le labbra aperte in un ghigno ironico.
Riconobbe quel James che osservava quando aveva undici anni, riconobbe quel James di cui Lily le parlava.
Il ragazzo si avvicinò di più e la castana arrossì maggiormente.
<< Ti rendo nervosa, Shailene? >> sussurrò.
La ragazza schioccò la lingua sul palato e cercò di reprimere l’imbarazzo e la timidezza per una situazione così nuova.
<< Sì >> rispose con sincerità alzando le spalle << Ed io? Ti rendo nervoso James? >> sussurrò si rimando, avvicinandosi ancora di più.
I loro nasi si sfioravano e se solo avessero mosso le labbra avrebbero toccato quelle dell’altro.
James posò le mani sui suoi fianchi e chiuse gli occhi ispirando.
<< Mi fai sentire leggero >>
Un sussurro che fece sfiorare le loro labbra. Un sussurro che fece sorridere Shailene. Un sussurro che cambiò qualcosa nel loro rapporto.
<< Vieni al ballo con me >>
James sospirò.
<< No. Non fa per me >>
Shailene sbuffò, ma sorrise. Si avvicinò ancora al ragazzo e sfiorò leggermente le sue labbra prima di lasciargli un veloce bacio sulla guancia.
 
 
 
<<  Ehi, amico, cosa ti è successo? >>
Una voce ormai conosciuta raggiunse le orecchie di James appena fuori dalla foresta proibita. Il ragazzo si fermò, aspettando che Alec lo raggiungesse.
Tutto ciò che il Serpeverde mostrava era un livido appena accennato sulla guancia, messo in evidenza dallo strato di sudore che risplendeva sulla pelle. D’altro canto il Grifondoro portava dei segni ben più profondi. La parte inferiore del viso era completamente coperta da sangue, gli zigomi riportavano grandi e scuri lividi e il sopracciglio destro rilasciava una strisciolina di sangue che arrivava fino all’occhio.
James tirò su on il naso e passò il braccio sulla bocca, pulendola e lasciando una scia insanguinata sull’avambraccio.
<< Sono solo un po’ distratto >> rispose, riprendendo a camminare.
Alec asciugò il sudore dalla fronte e annuì come se avesse capito il problema dell’altro.
<< Queste ragazze ci portano via tutte le energie >>
Il Grifondoro alzò un sopracciglio divertito e ghignò, osservando l’espressione corrucciata e seria del compagno di scuola. Detta da Alexander Nott quella frase assumeva una sfumatura ironica.
<< Oh, beh, scommetto che mia cugina non ti lascia nemmeno respirare >>
Alec sospirò affranto.
<< Esatto. Roxie è sempre intorno a me, ma come biasimarla? È difficile resistermi >>
<< Roxie? >>
Il Serpeverde annuì convinto.
<< Le piace quando la chiamo così >> 
James scoppiò a ridere e si piegò su se stesso, poggiando le mani sulle ginocchia. Una fitta particolarmente forte dallo stomaco maltrattato nel combattimento lo colpì all’improvviso, costringendolo a tossire un paio di volte. Guardò in alto verso l’altro e si passò una mano sulla fronte.
<< Mi hai ucciso >> disse.
Alec alzò le spalle noncurante e ricominciò a camminare.
<< Beh, l’ultima volta le parti erano invertite >>
James lo raggiunse e si sedette sulla riva del Lago Nero, lanciando un’occhiata alla spiaggia opposta dove solo poco tempo prima era con Shailene.
<< E’ carina. Strana ma carina >> commentò Alec.
Si lasciò cadere sull’erba e sospirò, lamentandosi per la botta che il suo povero e bellissimo sedere aveva preso, facendo ridere James.
Si sentiva diverso ultimamente. Sentiva delle emozioni anche quando non si trovava con Lily, cominciava a provare delle cose, a sorridere senza accorgersene a sentire nuovamente il bisogno di parlare.
Come quando era bambino.
Cominciava a sentirsi vivo. James era arrivato ad un punto dove nemmeno la rabbia poteva risvegliarlo, poteva essere considerato un morto che cammina, un guscio vuoto, senza sentimenti.
Senza niente.
Ed adesso cominciava a ricredersi, cominciava a ricordare come era vivere. E gli piaceva. Sorridere appariva naturale, ridere come qualcosa che gli appartenesse, parlare come se non avesse mai smesso.
Alec e Shailene gli davano la voglia di provare delle emozioni. Era però Lily l’unica a dover essere ringraziata per aver mantenuto viva la speranza. Per non averlo fatto morire.
<< E’ irritante >> rispose, alzando le spalle.
Alec alzò le sopracciglia un paio di volte e gli rivolse un’occhiata scettica.
<< Non ci credi nemmeno tu >>
<< Stai attento >> lo avvertì James, cambiando discorso.
<< A cosa? >>
<< A Roxanne. Quella ragazza è forte, davvero forte >>
Alec rise, ma gli rivolse poi uno sguardo quasi intimorito.
<< In effetti un po’ mi fa paura >>
<< Ne fa a tutti >>
 
 
 
 
 
<< Puoi farcela >> ripeté la ragazza per l’ennesima volta.
Lily Potter era davanti allo specchio del bagno, le mani poggiate sul lavandino e gli occhi fissi sul suo riflesso. Prese un grande respiro e trattenne l’aria per qualche secondo, provando a calmarsi, ma la sua testa ed il suo corpo non volevano proprio saperne. Il suo cervello continuava a proiettare immagini di lei sconfitta durante il duello o peggio, andando più in la nel tempo, di lei morta durante una delle prove del torneo, mentre il suo corpo non smetteva di tremare.
Chiuse gli occhi, cercando di bloccare. Bloccare la sua mente, bloccare le gambe che sembravano così instabili.
Lily non era suo padre, non dava il meglio di sé sotto stress, non riusciva a mantenere la calma quando era sotto pressione. Una semplice ragazza. Lily era una semplice ragazza.
Ma non era quello che tutti si aspettavano da lei. La semplicità, la normalità non era ciò che le persone si aspettavano dalla figlia del grande Harry Potter.
<< Puoi farcela >> disse ancora, fissando gli occhi nocciola.
Strinse la presa sul lavandino e raddrizzò le spalle, cercando di darsi coraggio.
Era il grande giorno, quello del suo duello. Quello che avrebbe deciso se si sarebbe presentata al ballo come la campionessa o come colei che aveva perso.
Il giorno che avrebbe deciso se fosse davvero degna del cognome che portava o se non avesse niente del padre.
Dopo la caduta psicologica di James e le chiare dimostrazione delle differenze di Albus, il mondo magico aveva riposto tutte le sue speranze per qualcosa di fantastico nella piccola Potter. Lily aveva sempre sentito la pressione, il peso che le gravava sulle spalle. L’obbligo di essere speciale.
Questa era la sua occasione per dimostrare di esserlo davvero. Per rendere fiero suo padre, nonostante lo fosse sempre.
Harry non aveva bisogno di grandi dimostrazioni per essere fiero della sua bambina. Amava Lily, l’amava con tutto se stesso. E l’ammirava, perché la sua piccola Lily era speciale, lo era sempre stata.
<< Puoi farcela >>
Lily chiuse gli occhi ed aspettò cinque secondi nel buio, poi li aprì e si staccò dal lavandino. Lanciò un’ultima occhiata al suo riflesso e abbandonò lo specchio. Prese un respiro ed uscì dal bagno.
Poteva farcela.
 
 
 
<< Ecco a voi l’ultimo duello che precederà il Torneo Tremaghi. Scopriremo tra poco l’ultimo campione >> disse Teddy.
Spostò lo sguardo dal grande pubblico e lo posò su Lily alla sua destra, rivolgendole un sorriso e uno sguardo di incoraggiamento, lanciò un’occhiata anche a Lysander che sorrideva apparentemente rilassato. Lily trattenne il fiato e si sforzò di muovere gli angoli della bocca e di sorridere.
<< Che il duello abbia inizio >>
Lupin scese dal palco e si unì ai professori che osservavano i due ragazzi. Il silenzio cadde tra le scuole e tutti gli occhi si posarono sui due.
Lily e Lys si fronteggiarono alzando la bacchetta e rivolgendosi sorrisi di sfida, che nascondevano da entrambe le parti paura, eccitazione e ansia. Si separarono di tre passi l’uno dall’altra e aspettarono il tre dell’insegnante di difesa contro le arti oscure.
Uno.
Due.
Tre.
Il primo incantesimo partì dalla bacchetta di Lysander, ma mancò il bersagli, scagliandosi contro il muro dietro la ragazza che, come contrattacco, utilizzò uno schiantesimo che riuscì a sfiorare lo sfidante.
Si guardarono negli occhi e nello stesso momento i due studenti  lanciarono un incantesimo di disarmo che si infranse contro quello dell’altro, scatenando delle scintille. Lysander fu il primo a riprendersi dallo scontro e a lanciare un altro incantesimo che questa volta colpì il bersaglio, scaraventando la ragazza indietro e facendola cadere a terra.
L’intera stanza trattenne il fiato e guardò ad occhi sgranati la Grifondoro che, stringendo con forza la bacchetta, lanciò un confundus all’avversario prima che potesse disarmarla. Lysander si riprese appena in tempo per ripararsi dallo schiantesimo della rossa.
I due ragazzi si guardarono negli occhi per una manciata di secondi, cercando di anticipare la mossa dell’altro o, per lo meno, di cercare una buona difesa. Lily prese un lungo respiro e cercò di non perdere il contatto visivo, mentre con la coda dell’occhio destro vedeva la bacchetta dell’alto muoversi verso l’alto. In un battito di ciglia delle fiamme si librarono in aria, procedendo velocemente verso la ragazza che, all’ultimo momento, riuscì a ripararsi con uno scudo d’acqua. Il fuoco però non venne completamente domato e Lysander lo rafforzò con un’altra ondata di fiamme che si unirono alle vecchie, formando una spirale rossa.
La diciassettenne guardò ipnotizzata il fuoco ad occhi sbarrati e fece un paio di passi indietro quando avanzò verso di lei. Il pavimento di legno bruciò e le fiamme si propagarono per tutta la piattaforma, circondando i due ragazzi e liberando una dose massiccia di fumo.
Teddy lanciò un’occhiata preoccupata alla McGrannit che annuì ed il professore liberò un incantesimo di protezione che limitò l’ardemonio al campo di battaglia.
Lysander evocò facilmente uno scudo acqueo che domò il fuoco ed il calore intorno a lui. Lily, d’altro canto, osservò spaventata il fumo e le fiamme che la circondavano.
Era in trappola.
Una delle punte infuocate di trasformò nella testa di un drago che ruggì contro di lei, facendola indietreggiare ancora.
Sussurrò un protego che le allontanò di poco, ma dopo cinque secondi tornarono all’attacco, colpendola di striscio al viso e facendola gemere di dolore lasciando una piccola bruciatura accanto al sopracciglio e un alone nero a circondarla. Lily cadde a terra ed impugno la bacchetta, cercando di domare le fiamme.
<< Expelliarmus >> urlò Lysander, colpendo in pieno la ragazza.
La bacchetta di Lily volò in aria e cadde a terra vicino al palo. La rossa osservò l’ardemonio venir domato dal vincitore e in pochi secondi il fuoco ed il calore sparirono, lasciando solamente una nuvola di fumo.
Lily osservò il campione di Hogwarts.
Aveva fallito.
Aveva perso.
 
 
 
Cara Rose,
come stai? Come sta Hugo? Ho saputo che oggi si terrà il combattimento di tua cugina, spero che nessuno si farà male.
Ho ricevuto la tua risposta ed i documenti che hai trovato nella biblioteca scolastica ( anche se non approvo la tua decisione di andare nel reparto proibito).
Mi dispiace dire che, purtroppo, hai ragione. Qualcosa succederà presto. Qualcosa sta già succedendo.
Non so che cosa sia, nessuno lo sa, ma credo sarà più grande e più pericoloso di ciò che è accaduto a noi. Presto, molto presto, Hogwarts lo saprà perché dopo gli ultimi eventi sarà impossibile nasconderlo.
Rose, qualcosa si muove nell’ombra e voi dovete essere pronti ad affrontarla, dovete essere in grado di difendervi.
Mi dispiace dirti di non poterti aiutare. Brancoliamo nel buio, ma stiamo cercando di scoprire qualcosa.
Fai attenzione Rose, non avventurarti in posti in cui sarai lontana dal castello e soprattutto non andare da sola. Stai lontana dalla Foresta Proibita e cerca di restare lontana dai guai e tenere lontano anche tuo fratello.
Harry, io e to padre stiamo indagando. Ti darò presto notizie.
Ti voglio bene,
Mamma
 
Rose sospirò, ripiegando la lettera e poggiandola sulle ginocchia piegate. La gonna della divisa scolastica si alzò leggermente sulle gambe magre della ragazza che strinse le braccia intorno al busto. Poggiò il viso sulla finestra ed osservò il temporale che infuriava fuori dal castello.
La biblioteca era silenziosa e completamente vuota. I Grifondoro festeggiavano nella torre rosso oro, mentre Hugo, Shailene e Axel avevano trascinato Lily a Mielandia tramite il passaggio segreto per tirarle su il morale dopo la sconfitta.
Le altre case erano state ospitate dal vincitore e tutti sembravano divertirsi senza sapere ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Rose non alzò gli occhi quando sentì qualcuno sedersi dal lato opposto della finestra perché sapeva chi era. Riusciva a riconoscere la pesantezza dei passi ed il profumo che l’avvolgeva. Non aveva bisogno di vedere per sapere.
<< Non voglio mentirti >> sussurrò Ted.
Il ragazzo puntò lo sguardo fuori dalla finestra verso la Foresta Proibita e il Lago Nero, osservò la pioggia che si posava sul vetro e seguì il percorso delle gocce, cerando un modo per parlare a Rose. Per farle capire ciò che non era così semplice da spiegare.
La ragazza gli risparmiò la fatica, allungandogli la lettera che aveva poggiato sulle ginocchia. Ted la afferrò e la lesse velocemente.
<< Siamo nei guai, Teddy. Quelli veri >>
 
 
 
16 Novembre 2024
Il 13 Novembre un gruppo di Auror esperti ed allenati sono entrati nella casa di Cho Chang , 44 anni impiegata all’ufficio misteri presso il Ministero della magia, dopo una soffiata anonima. La squadra, composta da nove membri e guidata da uno degli eroi della Seconda Guerra Magica Ronald Weasley affiancato da Dean Thomas, si è trovata davanti ad una casa normale, senza segni di effrazione o di tentato furto.
<< La signora Chang era sotto effetto imperio >> testimonia un auror parte della squadra, Mortimer Donsey.
<< Erano giorni che mia madre era strana >> testimonia sua figlia, appena uscita dall’asilo dopo aver ripreso i suoi bambini << La settimana scorsa è venuta a cena da noi e non era mia madre >>
Il capo della missione, Ronald Weasley, non ha rilasciato commenti.
<< Quando tutto ci sarà più chiaro avrete una testimonianza >>
Queste sono state le uniche parole che i tre eroi della Seconda Guerra Magica, Hermione Granger, Ronald Weasley e Harry Potter, hanno riservato alla stampa. Ma una fuga di notizie da una voce anonima ci fa sapere ciò che davvero è successo quella notte e soprattutto che questa non è a prima volta che gli auror si trovano davanti ad un caso del genere.
Sotto l’articolo viene riportata la foto di Cho Chang morta e segnata da profonde cicatrici significative in più parti del corpo.
Purtroppo quella notte si è verificata più di una perdita per il mondo magico, infatti anche Dean Thomas è stato ucciso dalla stessa compagna di scuola che si è poi suicidata imprimendosi quelle cicatrici. Il corpo di Cho Chang è poi sparito questa notte alle 3.
Gli auror brancola nel buio. Chi si dovrà affrontare questa volta?
 
Il silenzio cadde tra le mura di Hogwarts.  
 
 
 
 
 
 
 
 
*Ovviamente inventato, spero che non dia fastidio che io abbia  usato degli ‘animali già esistenti’. 
 
Angolo Autrice
Ed eccoci arrivati al penultimo capitolo della storia!
Allora scrivo velocemente qualcosa e poi vi lascio perché vado un po’ di fretta!
Vediamo un po’…. In questo capitolo rivediamo insieme Axel, Shailene ed Alice ed un piccolo cambiamento da parte di Shailene (che cambierà ancora nel prossimo capitolo)! Poi abbiamo di nuovo un po’ del nostro James (che io adoro) e Alec (che amo profondamente)! James e Shailene non andranno al ballo insieme, ma il quasi bacio compensa, no?
Piccolissima parte su Ted e Rose con allegata lettera e articolo di giornale!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi ricordo l’accaunt facebook con le foto dei personaggi e piccole anticipazioni sulla storia!
Ringrazio chi legge, chi segue/ricorda/preferisce e soprattutto chi recensisce!
Ci sentiamo presto!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Wonderwall_