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Autore: cherfifina96    09/03/2015    3 recensioni
Dal testo:
"La prima cosa che ricordo di quel giorno, è l'odore della macchina dell'assistente sociale che mi stava accompagnando per l'ennesimo primo giorno, nell'ennesima nuova scuola. Quell'odore di libri nuovi, che nessuno ha mai aperto e di caramelle alla menta."
Un assassino da scovare, una ragazza speciale.....
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 3

 

Arrivate alla centrale di polizia, scendemmo dalla macchina nel più completo silenzio. Non che mi dispiacesse. Anzi; così potevo godermi quei momenti di tranquillità senza nessuna pretesa da parte di chiunque.

Appena entrate, la pace andò in frantumi. Tutti i presenti si bloccarono non appena mi videro. Non si aspettavano una sedicenne con l'aspetto di una dodicenne, vista la mia altezza e il mio viso da bambina. Probabilmente tutti sapevano perché mi trovassi lì.

-Da questa parte- disse Donna con un sorriso, mentre mi guidava nella sala interrogatori.

Appena un'agente chiuse la porta, notai che un uomo molto robusto, con folti baffi neri e una coda bassa, stava seduto al tavolo al centro della stanza, con le mani ammanettate in bella vista.

-Bene. Aida, lui è Joseph De Vino. Joseph, lei è Aida. Assisterà alla nostra chiacchierata e ci confermerà o smentirà quello che dirai.-

-Chi è questa bambina? Una testimone di una mia rapina?- chiese l'uomo con tono di scherno.

-Che vuoi fare, dolcezza? Testimoniare contro di me?- aggiunse con una risata.

Io non risposi e mi sedetti accanto a Donna. Quando mi tolsi la benda dall'occhio, feci cenno di cominciare.

-Allora, Joseph... Sai niente di un certo “Centauro”?-

-No.- rispose svogliatamente, mentre mi fissava.

Sì, invece, idioti. Ma non lo saprete mai perché non ci sono prove!”

Sbuffai. Trovavo fastidioso dover leggere i pensieri di quell'idiota.

Sì. avete capito bene. Posso leggere i pensieri altrui. Letteralmente. Mi appaiono come scritte luminose accanto alla testa di chi sta pensando, e posso vederle solo con l'occhio destro. È per questo che lo tengo sempre coperto. Sarebbe un fastidio maggiore, altrimenti.

Mi girai verso Donna e feci cenno di no con la testa.

-A quanto pare stai mentendo. Dì la verità.-

-L'ho fatto!-

Che quella ragazzina possa avere qualche prova? Possibile? Appena questa vipera di donna si distrarrà anche solo per un secondo, fracasserò la testa a questa mocciosetta!”

Lo guardai irritata.

-Posso insultarlo?- chiesi a Donna.

-Perché?-

-E' un gran maleducato-

-Fa pure- rispose lei con un sorriso.

Rivolsi la mia attenzione al decerebrato mentale di fronte a me e sorrisi anche io, parlando con voce dolce e calma, come si fa con i bambini quando non capiscono qualcosa.

-Ascolta, ignobile sottospecie di insetto, ti consiglio vivamente di rivolgerti a me con più gentilezza e la stessa cosa vale anche nei confronti dell'ispettrice Braden, altrimenti la testa te la fracasserò io non appena resteremo soli.-

-Questa ragazza straparla! Non le ho nemmeno rivolto la parola adesso!-

-Joseph.... Lei legge nel pensiero.- disse sorridendo Donna.

L'uomo la guardò con sguardo interrogativo -Cosa?-

-Hai capito bene. Quindi farai meglio a dirci la verità-

-E cosa vi fa credere che non sia lei quella a mentire? State credendo a una mocciosetta che dice di poter leggere nel pensiero!-disse, spavaldo.

-Perché altrimenti il suo occhio destro avrebbe cominciato a sanguinare-

Esattamente. Non posso mentire o ne pagherei le conseguenze. Un altro lato negativo dell'essere me.

-Non vi credo.- disse Joseph -Non avete prove e volete solo spaventarmi!-

Donna si voltò verso di me e capii che dovevo dargli una prova. E l'avrei fatto. L'unico punto a favore dell'essere così diversa, è quello di poter spaventare la gente che si comporta male nei miei confronti.

Il bicchiere che si trovava sul tavolo esplose i mille pezzi senza che nessuno lo avesse toccato. Pochi secondi dopo anche il tavolo si rovesciò senza preavviso.

Joseph mi fissava basito e notai che anche Donna e l'agente che aveva chiuso la porta erano abbastanza turbati. Io, invece, non mi ero mossa di un millimetro e la mia espressione non era mutata. Fissai l'uomo di fronte a me.

-Ti basta questo come prova del fatto che posso fare certe cose che gli altri non possono o vuoi un'altra dimostrazione?-

Lui scosse il capo e, tremando, disse che avrebbe collaborato. Ottenuta la collaborazione di Joseph, mi chiesero di uscire. Non mi avevano mai fatto assistere ad un interrogatorio. Lo scopo della mia presenza era solo quello di capire chi stesse mentendo o leggere i pensieri altrui in modo da aiutare a risolvere casi particolarmente difficili.

Non appena fui uscita dalla stanza mi sedetti a gambe incrociate sul pavimento e studiai un po', per passare il tempo. Mi piaceva studiare, soprattutto storia. Potevo volare con la fantasia in luoghi e tempi lontani, e immaginare di essere chiunque altro tranne me stessa. Era una bella sensazione.

 

  
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