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Autore: Astrid lover    09/03/2015    3 recensioni
[ModernAU!]
L'amore... che sentimento meraviglioso. Non c'è sensazione più bella che sentire il cuore battere all'impazzata perché hai incrociato lo sguardo della persona che ami più della tua stessa vita. Capita a volte però di subire delle grosse delusioni. Magari la persona dei tuoi desideri non ti vuole... il cuore ti si spezza, cadi in un turbinio di emozioni negative e non fai altro che pensare a lui o lei. Ma secondo voi, si può scatenare una guerra per vendetta? E secondo voi, quello è amore? In questa storia vedremo come protagonisti i nostri Cavalieri dei draghi, ormai ventiduenni e pronti per affrontare il vero amore e... una catastrofica guerra causata solo per una delusione d'amore. Ce la faranno i nostri eroi a contrastarla? Serviranno rinforzi? E cosa succederebbe se una ragazza che fino ai 20 anni ha vissuto senza genitori né l'anima gemella, venisse accidentalmente risucchiata da un magico portale di ghiaccio e venisse catapultata in un mondo strano? E se trovasse l'amore?
(ambientata dopo le vicende di Dragon Trainer 2)
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino dopo, Berk si svegliò allegramente: il sole splendeva alto nel cielo e i suoi raggi caldi si specchiavano vanitosamente sulla stupenda e sconfinata distesa marina che circondava l’isola. Gli uccelli cinguettavano spensierati e componevano una piacevole melodia quando le loro leggere voci soavi si univano a quelle un po’ più gracchianti dei Terribili Terrori. Tutto ciò era stupendo… Cristina però non apprezzò il suo inusuale risveglio. Infatti la sua Morte Sussurrante aveva un’incessante bisogno di volare e giocherellare con la padrona. Tale desiderio la spingeva a svegliare rumorosamente la riccia sbattendo la propria coda contro il tetto. Al decimo rumore Cristina imprecò prima di scendere nervosamente dal letto.
“FRIIIIIING!!! Piantala in nome di Thor!” tuonò uscendo di casa in camicia da notte. La draghessa emise un verso di dissenso e sbatté le ali per far capire alla ragazza che voleva volare. La giovane ci mise un po’ a capire.
“Oh… Fring, devo fare colazione! Non puoi aspettare un attimo?” domandò lei svogliatamente, apprestandosi ad entrare nell’abitazione. Ma Cristina venne preceduta dal rettile, che la caricò sul suo dorso e si librò in aria violentemente.
“Ooook… amica mia calmati! Qui fa freddo ed ho solo una camicia da notte leggera e delle pantofole ai piedi perché qualcuno, e non dico chi, non mi ha fatto rientrare in casa per prepararmi! Eh, testona pungigliosa?” riprese la ragazza sotto gli sbuffi di Fring che svogliatamente assisteva alle prediche mattutine della padrona. La ragazza continuò ad assillare il suo drago tant’è che, casualmente, in prossimità della casa di Astrid e della sua compagna di volo Moon, Fring disarcionò stufa Cristina che cadde sul tetto dell’abitazione, facendo svegliare di soprassalto le due che vi abitavano.
“Ma che… cosa?” domandò Astrid rivolgendosi alla Furia Chiara che la guardava interrogativa. Le due si scambiarono uno sguardo di intesa e uscirono di casa. La castana salì sul dorso della sua draghessa e in volo giunsero sopra il tetto.
“Cristina… che ci fai qui?” chiese Astrid camminando paurosamente sul tetto e dirigendosi verso di lei.
“Fring… mi ha disarcionata!!” spiegò lei tastandosi la testa dolorante e facendosi aiutare a mettersi in piedi dall’amica.
“Capisco… ora fammi il piacere di scendere e vieni in casa.” La invitò Astrid portandola a terra e conducendola nell’abitazione. Le disinfettò una piccola ferita al braccio, un graffio sulla punta del naso e un  taglio sulla fronte. “Ti ha proprio buttata dall’alto…” constatò Astrid ponendosi dinanzi a lei e tamponando sulle ferite un pezzetto di cotone con del disinfettante.
“Sì… ahio Astrid! Vacci piano brucia!!” gridò lei sferrandole involontariamente un pugno nello stomaco.
“Grazie per questa dimostrazione di come atterrare una ragazza che cerca solamente di curarti…” ripose lei sarcasticamente con la voce soffocata dal dolore, mettendosi le mani sulla parte colpita.
“Scusa non volevo!!!” esclamò Cristina preoccupata. L’altra fece cenno di no con la testa e tornò a medicarla. Quando ebbero finito, Astrid accompagnò l’amica a casa sua perché potesse fare colazione e prepararsi. Quel giorno sarebbe stato un giorno importante, perché era il compleanno della bionda Astrid, che compiva 22 anni. Nessuno lo sapeva, tranne i Cavalieri di Berk. La ragazza si svegliò in un modo che le scaldò subito il cuore. Trovò sul tavolo una busta che aveva la carta colorata di un rosa pastello e c’era scritto “X ASTRID”. Lei la aprì e cominciò a leggere.
“Alla mia amata e dolce Astrid.
…Per te…
per i tuoi splendidi occhi azzurri
per il profumo della tua pelle                           
per le tue dolci labbra
per chi ti vedrà
per chi ti respirerà
per chi non è con te, ma ti porta nel cuore
per te questa giornata
per i tuoi pregi, e i tuoi rari difetti
per te che sei la ragione della mia vita                               
per te, che darei la mia vita                                         
per te che ti riempirei di baci e abbracci                            
per te che amo con tutto me stesso.
Auguri, amore mio.
Ti amo
Hiccup.” Recitò la ragazza che a fine lettera versò una lacrima di commozione ed uscì di casa in pigiama, precipitandosi dal suo amato. Bussò alla porta ed Hiccup aprì, trovandosela tra le braccia.
“Buon compleanno amore mio…” disse lui baciandola. Lei sorrise e si asciugò le lacrime.
“Grazie… sei il ragazzo più dolce che io conosca…” sussurrò accarezzandogli la guancia. Lui riprese a baciarla ed entrarono nella casa. Si scostarono delicatamente per prendere fiato.
“Grazie per quella bellissima lettera Hic… sei davvero dolce.” Disse lei.
“Tutto per la mia amata. A proposito, vestiti che dobbiamo partire.” Rispose lui.
“P-partire? E per dove?” chiese lei spaesata.
“Lo vedrai presto… Ehi bello, accompagna Astrid a casa mentre mi vesto.” Ordinò dolcemente Hiccup che grattò il mento al suo drago e baciò la compagna. In poco Astrid rientrò nella sua abitazione, si mise i soliti abiti e ritornò a casa dall’amato, che nel frattempo si era vestito anche lui.
“Ora che dobbiamo fare?” chiese la ragazza quando si ricongiunse con Hiccup.
“Ora dobbiamo solo avvisare Astrid e Cristina di sbrigarsi a  vestirsi. Il posto dove mi piacerebbe portarti è lontano…” disse lui. I due presero il volo e si diressero verso le case delle due. Astrid andò dalla sua omonima castana. Bussò e la abbracciò.
“Astrid… vestiti, oggi col fatto che è il mio compleanno Hic ci vuole portare in un posto lontano da qui.” Disse la bionda.
“E’ il tuo compleanno? Auguri Astrid!” esclamò l’altra abbracciandola. L’altra ringraziò e lasciò l’amica cambiarsi. Intanto si diresse a casa sua. Entrò e si diresse in soffitta. Aprì la porticina della botola e vi entrò. Sembrava essere in un posto magico, pieno di ricordi, di passato… e anche di ragnatele. Un po’ buio, se non per un po’ di luce azzurrina che penetrava a fatica dalla piccola finestra, ma pur sempre il suo luogo di ricordi, dove poter rievocare quei momenti lieti che aveva avuto in passato. Si aggirò un po’ per la piccola stanza, poggiando delicatamente le mani su alcuni cimeli di famiglia. Rovistò in alcuni bauli e trovò delle foto della sua famiglia, quando ancora c’era sua sorella e i genitori. Prese a piangere, accarezzando con il pollice i volti ritratti delle persone care che l’avevano abbandonata con un amaro sorriso sulle labbra. Poi arrivò ad una foto in primo piano di sua sorella quando aveva appena compiuto quattro anni: assottigliò gli occhi per squadrarla bene. Stranamente aveva i capelli castani e degli occhi verdissimi, come quelli di Hiccup. Non si ricordava bene dell’aspetto di sua sorella. Per quanto riguarda fisico, occhi e capelli, la piccola assomigliava tanto al padre, mentre Astrid alla madre. Sorrise ancora una volta a quelle foto, riguardarle le aveva fatto bene e scese, ridestata da qualcuno che bussava alla porta. Aprì e si ritrovò tutto il corpo dei Cavalieri al rapporto ( e ora come corpo dei cavalieri intendo anche Astrid e Cristina). Tutti salirono sui corrispettivi draghi e spiccarono il volo.
“Hiccup… è possibile sapere dove stiamo andando?” chiese dolcemente Astrid che affiancò il Capo con la sua Moon.
“Ehmm…” disse lui. Poi si avvicinò all’orecchio della castana e gli sussurrò qualcosa, alla quale lei annuì. Il viaggio procedette bene, con qualche scherzo, battuta o canzoni cantate alla festeggiata che ancora era assorta nei suoi pensieri e focalizzava mentalmente la foto della sorella vista prima. Le sue riflessioni furono interrotte dalla voce di Hiccup che annunciò felice l’arrivo all’isola. Tutti atterrarono e la sorpresa li pervase. Erano atterrati all’isola della magia, riconosciuta come il santuario e dimora di vita di un ragazzo amico di Hiccup. Quel posto era un qualcosa di magico, appunto, costellato di bellissime aree verdeggianti con foreste e laghi. Ma la vera meraviglia era all’interno, proprio al centro dell’isola: un santuario di pietra enorme ricoperto di piante e fiori stupendi e profumati. Al centro della struttura c’era un’alzatina che portava una sfera lucente che fluttuava nell’aria.
“Axel? Axel vieni fuori!” chiamò Hiccup tenendo la mano della compagna e conducendo la banda. Tutti guardavano con meraviglia quel posto.
“Hiccup? Sei proprio tu?” domandò una voce maschile la quale provenienza era un po’ ignota.
“Axel!” gridò Hiccup, riuscendo a vedere il suo amico fra le fronde di un albero. Gli corse incontro e lo abbracciò, poi lo portò dal resto del gruppo. “Amico mio, ti presento il mio corpo dei Cavalieri di Berk.” Annunciò solennemente il moro tenendo sottobraccio il ragazzo. Quest’ultimo li osservò attentamente tutti e si soffermò su Cristina, la quale lo stava guardando con sguardo perso. Axel era un ragazzo alto, dai capelli neri ossidiana e dagli occhi verde foresta. Quegli stessi occhi che fecero battere il cuore a Cristina come non le era mai accaduto prima. 
“Ecco. Lui è Gambedipesce, lui Testa di Tufo, mio cugino Moccicoso, Testa Bruta, Astrid, l’altra Astrid e Cristina. Mentre questi sono Sdentato, Tempestosa, Rutto e Vomito, Muscolone, Zannacurva, Moon e Fring, i nostri adorati draghi.” Li presentò Hiccup.
“Signorina…” disse Axel prendendo la mano di Cristina e baciandola. La ragazza arrossì e ritrasse delicatamente la mano, imbarazzata.
“Ehmm… c-ciao..” disse ridendo nervosamente.
“E quindi tu sei Astrid, la compagna di questo bel ragazzone?” chiese Axel rivolto alla bionda e strofinando fraternamente il suo pugno sulla nuca di Hiccup.
“Sì e sono più che fiera di esserlo. Sai, Hiccup è cambiato molto nel corso degli anni… è diventato un ragazzo magnifico, non che prima non lo fosse, ed io lo amo con tutta me stessa.” Rispose la ragazza fieramente, andando a baciare Hiccup che ricambiò approfondendo. Quando i due si separarono si sorrisero ed Astrid accarezzò la guancia del castano, poi tornò vicino all’altra Astrid, che continuava a guardarsi intorno con meraviglia.
“E qualcosa mi dice che oggi è il ventiduesimo compleanno di questa bella ragazza. Non è così?” chiese il moro. Tutti annuirono energicamente.
“Beh, allora dobbiamo fare una cosa che già da due anni bisognava fare.” Continuò lui.
“Che genere di cosa?” domandò l’Astrid mora, svegliata dal suo osservare il luogo.
“Dobbiamo fare uso della sfera di diamante.” Rispose lui indicando l’oggetto che volteggiava nell’aria e che aveva rubato molti sguardi.
“E perché?” domandò Cristina.
“Perché dobbiamo scoprire i poteri di ognuno di voi. Dunque, avete tutti vent’anni o più?” chiese Axel. Tutti annuirono.
“Perfetto, allora si può fare. Venite, non durerà molto.” Invitò lui, facendosi seguire dai ragazzi.
“Mi pare giusto che oggi parta la festeggiata. Perciò vieni Astrid.”. La bionda si alzò e si diresse verso il moro. Axel la invitò a chiudere gli occhi e a posizionare le mani sulla sfera volteggiante. “Meraviglioso! Astrid, tu hai il potere della criocinesi. In pratica tu possiedi la possibilità di scaturire nuvole di ghiaccio soffiando sulla mano e comunque puoi dominare il ghiaccio, puoi scioglierlo con il pensiero, puoi spostarlo, puoi appunto crearlo e modellarlo in varie forme. Puoi perfino fargli cambiare stato fisico, ciò da stato solido può diventare liquido e da lì gas.” Esordì Axel dopo un minuto di silenzio.
“Dav-davvero?” chiese Astrid incredula, togliendo delicatamente le mani dalla sfera magica. Lui annuì e le sorrise, poi lei tornò a posto.
“Hic, vieni tu dai.” Lo invitò il moro. Hiccup si fece avanti e anche lui posizionò le mani sul diamante.
“Tu invece… Hic, hai uno dei poteri più belli insieme a quello della tua ragazza… tu puoi dominare la terra e per dominare la terra intendo che puoi farci tutto quello che vuoi. Con un passo puoi farla tremare, puoi usare le piante per fare quello che ti è utile al momento, con la concentrazione e un gesto delle mani puoi innalzare barriere di roccia, utilissime in battaglia, puoi chiamare a te il magma… insomma, con un po’ di esercizio vedrai che potrai fare ciò che vuoi con la nostra terra.” Disse contento Axel che diede una pacca sulla spalla di Hiccup. Lui si guardò la mano tesa e la girò più volte.
“Wow…” sussurrò con un sorriso sulle labbra mentre tornava a posto.
“Vieni pure Moccicoso.”. Il ragazzo raggiunse Axel e anche lui poggiò le mani sulla sfera.
“Mmm… oh, wow! Si vede che fra te e Hic c’è un legame di parentela… anche tu hai il potere della terra,  però tu puoi creare terremoti più forti rispetto a tuo cugino e puoi spaccare la crosta terrestre. In campo di forza, vinceresti tu, ma Hiccup ha più varianti.” Rispose il moro.
“Hic, l’ho sempre detto che sono più forte di te!” esclamò Moccicoso felice. “Scherzavo, naturalmente…” disse poi ridendo nervosamente e grattandosi la nuca, tornando in fila. Fu il turno di Gambedipesce.
“Gambedipesce… tu hai il potere del teletrasporto! È una grande dote quella che hai. In più puoi anche diventare invisibile. È meraviglioso, dato che tu sei molto colto e magari in battaglia potresti consigliare ai tuoi amici che sono lontani le mosse da fare senza farti vedere ma soprattutto sarai da loro in una frazione di secondo.” Spiegò al biondo che parve esageratamente eccitato.
“Bruta, Tufo, voi avete la fortuna di poter giocare con l’aria. Potete creare cicloni impetuosi, potete però anche spostare le cose e piegarle con il pensiero.”
“Cristina… tu invece… Oh Thor onnipotente! Tu… wow. Hai il potere del fuoco. Puoi appiccare incendi, alimentarli con il tuo soffio, puoi modellare le fiamme… insomma, puoi giocare con il fuoco ma non solo… tu… HAI IL POTERE DI PREVEDERE IL FUTURO!” esclamò Axel prendendo le mani dell’amica e stringendole, arrossendo e facendola arrossire.
“Wow… ho sempre sognato di poter dominare il fuoco e… sapevo già di essere in grado di predire il futuro…” ammise la ragazza, tornando a posto.
“Ed ora è il tuo turno, Astrid, vediamo tu che potere hai. Um… O-oddei! Tu hai gli stessi e identici poteri dell’altra Astrid, proprio uguali!” gridò Axel guardandola.
“Perché?” domandò la ragazza.
“Non so… quando è così significa che c’è un legame di parentela fra gli individui.” Spiegò l’altro. In quel preciso istante alla bionda passarono nella mente come un film le foto viste le ore precedenti, quegli occhioni verdi e quei capelli ramati. Ora capiva tutto.
“Non è possibile…” sussurrò la bionda. Tutti si concentrarono su di lei.
“Che cosa non è possibile?” chiese Moccicoso.
“Lei… tu… Astrid… sei tu mia sorella. Ecco la spiegazione di quella bambina ritratta nelle foto che ho trovato stamattina, quegli occhi verdi e quei lunghi e lisci capelli ramati che mi ricordavano tanto  papà… ora ricordo, Astrid. Sei mia sorella…” spiegò la bionda facendosi avanti. Astrid la guardò incredula.
“T-tu… davvero sei mia sorella?” chiese lei.
“Sì… tu non puoi ricordare perché hai perso la memoria ma… alcuni ricordi li hai… quelli della spiaggia, come hai detto tu. Sono io che ti ho prestato il secchiello… abbiamo fatto il castello di sabbia insieme e abbiamo cercato le conchiglie sulla spiaggia…” singhiozzò Astrid.
“Quindi io e te siamo sorelle?” domandò nuovamente Astrid incredula e confusa. “Oddei santi! Ora ricordo tutto!” esclamò dopo un minuto di silenzio la castana piangendo e correndo incontro alla sorella, che la abbracciò.
“Per tutto questo tempo ho creduto di averti persa per sempre… ma ora ti ho qui, tra le mie braccia che piangiamo insieme emozionate il nostro ricongiungimento…” sussurrò la maggiore accarezzando la testa ramata della sorella minore.
“ Aspettate un attimo… ma questa è una scoperta apocalittica! Ripetete la scena da capo per favore, la devo registrare!! Questa è una vera scoperta da fangirl!!” esclamò Cristina frugando nella tasca del suo giubbotto cercando il telefono, mentre tutti la guardavano interrogativi.
“Ma valà!” esclamò ridendo l’Astrid mora.
“Aspettateeee! Non ho ancora iniziato a ripredereeee!!! Forza, recitate, recitatee!!” gridò Cristina impaziente. Gli altri la ignorarono e lei sbuffò. 
“Sono contento che tu abbia finalmente ritrovato tua sorella, tesoro…” disse Hiccup dopo una piccola pausa di riflessione andando a baciare la compagna.
“Ma non ci può essere un errore?” domandò Moccicoso incredulo. Axel scosse la testa.
“I poteri vengono impartiti alla nascita e i legami di parentela li determinano. Perciò dei fratelli hanno sempre lo stesso potere come anche i cugini ce l’hanno simile, ciò per il fatto che c’è un legame indissolubile che li accomuna.” Spiegò il ragazzo con serietà.
“Capisco… sembrano così diverse…” ribadì lui. Ma qualcosa dentro l’amica mora gli faceva ricordare la bionda Astrid. Il carattere era lo stesso e ciò rendeva più credibile la notizia. E poi le foto… erano altre fonti che potevano confermare tutto ciò. La bionda si staccò delicatamente dalla sorella minore, sorridendole e accarezzandole il viso e si diresse da Hiccup, saltandogli al collo e coprendolo di baci.
“Sìì! Almeno ho qualcosa da riprendere! Ok, continuate così ragazzi, perfetti! Ahh!” gridò la riccia che cadde in una pozza di fango, sporcandosi in pieno viso.
“Grazie Hic! Questo è il miglior compleanno che io abbia mai fatto in tutta la mia vita!! Non puoi nemmeno capire la mia gioia nell’aver ritrovato mia sorella… non puoi capirla proprio. E poi la storia dei poteri… Wow! Grazie davvero…” sussurrò tra un bacio e l’altro.
“Figurati, Astrid… per te questo ed altro, mia signora…” rispose Hiccup approfondendo uno degli innumerevoli baci della bionda. “Axel, perché non vieni a Berk con noi?” chiese poi quando si staccarono.
“No… non potrei mai lasciare la mia isola Hic..”
“Dai Ax… per favore…” lo supplicò lui.
“Come posso resistere ai tuoi occhioni verdi da bambino? Sì, accetto volentieri l’offerta.” Disse l’altro, abbracciando l’amico.
“Ehi! Qualcuno si è mai reso conto che sono tutta sporca di fango?!?!” gridò Cristina cercando di togliersi dal viso la poltiglia marrone.
“Si, vieni con me.” Disse Axel porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei accettò, un po’ esitante e si diressero tra le fronde, lasciando gli altri a parlare e esercitarsi con i loro poteri.
“Quindi tu sei Cristina…” disse Axel guardandola.
“Sì. E quindi tu sei Axel…” ricambiò lei con una punta di sarcasmo. “Tu che potere hai?”
“Ho il potere del fulmine… non ho molte virtù ma è sicuramente molto utile.” Spiegò.
“Dove stiamo andando?” chiese lei.
“Alle cascate, così potrai sciacquarti la faccia.” Rispose lui, sorridendo.
“Grazie, davvero. Sei così gentile…” ammise lei arrossendo. “Eh ehm… questo posto è fantastico… da quant’è che ci vivi?” chiese lei per cambiare discorso.
“Da 18 anni… all’età di quattro anni i miei genitori mi hanno abbandonato qui perché ero il figlio più strano dei miei due fratelli. Io ero l’unico che lanciava scariche elettriche dai palmi delle mani, causando a volte anche qualche danno. I miei genitori non sapevano che fare, si documentavano, chiedevano a dottori ma niente, nessuno che ci potesse dare una soluzione. E quindi, esasperati, mi abbandonarono qui.” Spiegò.
“Mi dispiace… e quando hai conosciuto Hiccup?”
“L’ho conosciuto quando un certo ragazzo… Jack Frost, mi pare di ricordare, lo portò qui per fare amicizia con lui… aiutai Hic nel momento in cui Frost gli stava lanciando del ghiaccio addosso.”
“E perché? Che cosa successe? Scusami se sono così curiosa…”
“Frost aveva chiesto ad Hiccup di fidanzarsi con lui ma… insomma, lui rifiutò per svariati motivi. Il primo: a lui non piace Jack. Il secondo: era innamorato perso di Astrid. Il terzo: Hic non vuole avere rapporti amorosi con delle persone del suo stesso sesso.” Spiegò lui.
“Capisco… Beh, bisogna ammettere che Hic non è brutto ed è normale che abbia attirato l’attenzione di Jack e di Merida e di Rapunzel e… del mondo intero, facciamo prima a dire.” Disse lei ridendo. Lui la guardò incantato e si fermò dinanzi a lei, prendendola delicatamente per le spalle.
“Sei la prima ragazza con la quale parlo e sei… molto gentile. Mi ricordi molto la mia migliore amica d’infanzia, Erin… era simpatica e dolce proprio come te.” Sussurrò lui accarezzandole il viso. Cristina non ce la fece e si abbandonò alle emozioni. Con la sua mano accarezzò quella dell’amico e chiuse gli occhi. Axel si avvicinò a lei e la abbracciò forte. Quando si staccarono, lui diede un bacio sulla punta del naso della giovane, che arrossì pesantemente. Dopodiché il viaggio procedette tranquillo e silenzioso.
“Eccoci arrivati.” Esordì il ragazzo, lasciando che l’amica avanzasse verso le cascate, si chinasse verso lo specchio d’acqua e si lavasse il viso. Tornò da lui pulita e linda e ripresero il cammino. Dopo una ventina di minuti ritornarono al santuario, dove i ragazzi avevano terminato di esercitarsi e si erano addormentati insieme ai loro draghi. I due si sorrisero e si diressero sul punto estremo dell’isola, dove si poteva benissimo osservare il bellissimo tramonto caldo ed il sole che si appoggiava delicatamente sulla superficie del mare, come volerlo accarezzare. I due ragazzi si sedettero, uno vicino all’altra. Cristina appoggiò la sua testa sulla spalla del ragazzo e lui intrecciò una mano con quella della giovane.
“E’ bellissimo, Axel.” Sussurrò Cristina, alzando il capo verso quello “dell’amico”. Lui sorrise e le posò un altro bacio sul naso.
“Lo so… pensa che io tutti i giorni assisto a questo spettacolo.”
“Sei fortunato.” Rispose lei.
“Sì, hai ragione. Sono proprio fortunato ad averti tra le braccia, mentre osserviamo questo bellissimo tramonto che ti illumina il viso rendendoti più bella di quanto tu non lo sia già.” Sussurrò lui carezzandole i capelli. Lei arrossì e lo abbracciò forte. Intanto al santuario, la castana Astrid e Hiccup si svegliarono.
“Astrid?” domandò lui cercando la mora.
“Hic sono qui.” Sussurrò l’altra. “Dove sono Axel e Cristina?”
“Erano andati alle cascate ma non credo siano ancora là.”
“Andiamo a cercarli.” Propose lei. I due salirono sulle loro Furie Buia/Chiara e perlustrarono l’isola. “Hic! Guarda laggiù! Vedo qualcuno!!” esclamò la ragazza, indicando la scogliera.
“Hai ragione Astrid, scendiamo a vedere.” Rispose il ragazzo. Atterrarono e, senza fare rumore, si nascosero dietro una roccia poco distante dai due, occupati in un dolce bacio che li fece intenerire.
“Vedo che il tuo amico Axel ha trovato l’anima gemella.” Constatò la mora.
“E vedo che anche la tua amica Cristina l’ha trovata. Ora manchi solo tu, Astrid.” Disse il ragazzo, appoggiando una mano sulla spalla dell’amica. Lei sospirò e lo guardò persa. “Non preoccuparti, lo troverai, ne sono certo. Come può non trovare il fidanzato la sorella minore della mia bellissima Astrid?” domandò dandole un affettuoso pizzicotto sula guancia.
“Grazie mille Hic… sono felicissima di averti come cognato.” Disse lei sorridendo dolcemente.
“Cognato?”
“Sì, cognato. Tu e mia sorella non vi sposate?”
“Non lo so…” rispose lui grattandosi la nuca.
“Come non lo sai? Hic, devi chiederle di sposarti! Siete fatti l’uno per l’altra, vi amate… cosa volete di più, chiediglielo. Lei non potrà che commuoversi e dirti di sì, se non la conosco male.” Disse lei decisa. Lui sorrise, la salutò e la lasciò con un bacio sulla guancia, poi salì su Sdentato e tornò al santuario.
“Moon… lo sai che io questa guancia non me la laverò finché non morirò, vero?” disse la giovane avvicinandosi al suo drago. La draghessa emise un verso come se fosse una risata e leccò la guancia non occupata dal bacio di Hiccup della padrona. “Brava ragazza, si fa così.” Sussurrò Astrid, grattando il mento del suo drago.
“Astrid?” chiese Cristina, che aveva la mano intrecciata a quella di Axel.
“Sì?” domandò lei guardandola dal basso e ridendo nervosamente.
“Che ci fai qui?”
“Ehm… eravamo venuti a vedere dove vi eravate cacciati…”
“Eravamo?” chiese la riccia.
“Sì, Hic è appena andato via.” Disse Astrid, tirandosi su e lisciandosi i vestiti. “Volete un passaggio?” domandò con la solita risatina nervosa, proprio perché sapeva di essere in difetto. I due annuirono e si sorrisero, poi tornarono al santuario in un batter d’ali.
“Dove vi eravate cacciati ragazzi?!” domandò Testa Bruta quando i tre atterrarono.
“Eravamo sulla scogliera…” spiegò Axel.
“Potrei gentilmente sapere a fare cosa?!” chiese di rimando la bionda, che era alquanto annoiata.
“Ehm… noi… eravamo… Non mi sono sentita bene, avevo bisogno di una boccata d’aria e lui mi ha portata sulla scogliera. Ecco.” Rispose con imbarazzo la riccia, che si grattava nervosamente il mento. Bruta li guardò con indifferenza e poi salì sul suo bizzippo.
“Perfetto ragazzi. Ora è meglio tornare a Berk, ormai è buio.” Disse Hiccup spronando Sdentato a spiccare il volo, seguiti da tutti gli altri. Dopo un’ora di viaggio, la squadra atterrò nella piazza di Berk. Ormai la luna splendeva da molto tempo e la sua candida e tenue luce illuminava i corpi dei ragazzi, stanchi e assonnati. “Axel… la tua casa è là, vicino a quelle di Astrid e Cristina e per arrivarci…” Hiccup non finì di parlare che Cristina gli passò sopra.
“Non preoccuparti Hic, ci penso io.” Si offrì. Il castano annuì, baciò la compagna e si diresse a casa sua, come tutti gli altri. Cristina prese per mano Axel e fece aderire il suo avambraccio con quello dell’amico.
“E’ bellissima la tua isola.” Disse lei dopo un po’ guardandolo sorridente.
“Lo so… è la patria di tanti miei ricordi, sia belli che brutti.” Rispose lui, un po’ malinconico.
“Dai non dire così… ora è Berk la tua casa. Sei qui con i tuoi amici.” Lo rincuorò la ragazza, appoggiando la sua testa sulla spalla del moro. Lui sospirò.
“Sì e ci sei anche tu. So che ovunque sarò, se tu sarai al mio fianco, starò bene.” Sussurrò lui, accarezzandole una mano. Lei sorrise e lo fermò, posandogli un bacio sulla guancia, poi ripresero a camminare.
“Grazie per apprezzarmi.” Disse lei dopo un po’, con voce un po’ roca.
“Non devi neanche dirlo, Cry. Piuttosto grazie a te per apprezzare me.”
“Ma io non solo ti apprezzo. Tu mi piaci.” Sussurrò lei arrossendo. Per qualche minuto ci fu silenzio.
“Lo stesso vale per me…” rispose lui, assumendo un colorito rosso in volto. Dopo dieci minuti di passeggiata silenziosa, arrivarono dinanzi alle case.
“Siamo arrivati, Axel. Questa è casa tua.” Disse la ragazza.
“Ok, grazie Cry.” Rispose lui. I due si guardarono per un po’ poi Axel prese entrambe le mani della ragazza e le strinse forte. “Cristina, guarda lassù.” Disse poi.
 “Sì, sto guardando.”
“Le vedi le stelle?”
“Sì, certo e sono bellissime.”
“Ecco. Lo sai che differenza c’è tra te e una stella?” domandò lui.
“Ehm… non so.”
“Che una stella un giorno cesserà di brillare… invece tu, non smetterai mai di splendere nel mio cuore.” Sussurrò lui baciandole la guancia ed entrando in casa. Cristina rimase impalata nella stessa posizione di prima e si sfiorò la guancia, sorridendo, poi entrò anch’ella nella sua dimora, stanca ma felice e con il cuore pieno d’amore.

ANGOLO AUTORE
Buon pomeriggio, gente! Come va? Beh, allora, vi averto che non pubblicherò il quinto capitolo prima della prossima settimana, perché in questi giorni non avrò pause per quanto riguarda verifiche, solo giovedì potrò riposarmi, del resto avrò esami tutti i giorni. Perciò la mia routine sarà lo studio e non avrò molto tempo per scrivere. Comunque sia, ci proverò. Ditemi come vi sembra il capitolo e vi avverto che fra non molto verrà fuori la Jelsa. Non un intero capitolo di scene romantiche fra i due ma una buona parte. Vi chiedo di recensire numerosi, così se non vi piace qualcosa o preferireste ci siano alcune cose che non metto mi perfeziono.
Un bacio
Astrid
   
 
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