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Autore: Somriure    09/03/2015    1 recensioni
La triste e noiosa vita di Harry, costretto per una malattia a vivere in ospedale, sarà stravolta dall'arrivo di un ragazzo problematico, dagli occhi grandi e azzurri, Louis.
Riuscirà Harry ad aiutare Louis?
Riuscirà Louis a fidarsi di Harry e ad aprire completamente il suo cuore?
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Dal testo:
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Quando l'ultimo spicchio di sole scivolò dietro i palazzi londinesi io e Louis ci sdraiammo nuovamente sul suo letto.
Cercai di allungare la mano verso di lui ma si irrigidì. Così decisi di accontentarmi dei suoi capelli. Non volevo in alcun modo spaventarlo e se aveva bisogno di più tempo glielo avrei dato.
-Hazza, cosa siamo noi ora?- chiese lui dopo un po', quando il buio era ormai entrato nella piccola stanzetta rendendo tutto più scuro.
-Possiamo essere qualunque cosa tu voglia Lou.- risposi baciandogli la tempia.
Allora lui si voltò e mi guardò negli occhi.
-Posso essere il tuo ragazzo?- mormorò timoroso.
-Ne sarei onorato mio dolce Louis.-
Per la terza volta in quella giornata le nostre labbra si unirono rendendomi il ragazzo più felice del mondo.
-
anorexic!Louis leukemic!Harry
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Louis
Quella mattina per la prima volta dopo moltissimi anni mi svegliai con un sorriso stampato sulle labbra, le stesse labbra che la sera precedente avevano ripetutamente sfiorato quelle di Harry, il mio ragazzo. Non avrei mai immaginato che un ragazzo dagli occhi verdi e i capelli selvaggi, simpatico e dolce, potesse essere in qualche strano modo attratto da me, d'altronde io ero solo uno sfigato e non ero degno di provare amore, né tanto meno di essere amato. Ero sicuro che questo momento magico sarebbe finito presto, alla fine tutti si stufavano di me e, anche se Harry era una persona fantastica, non sarebbe riuscito a sopportare la mia pateticità e mi avrebbe lasciato come tutti gli altri. Ovviamente questo pensiero mi faceva rabbrividire, mi trovavo molto bene con lui e quello era letteralmente un sogno che si stava avverando e non volevo che finisse.

Quella mattina l'avrei passata con lui, volevo stargli vicino nella sua malattia, così così come lui ieri aveva dato la forza a me. Così uscì dalla mia stanza e mi incamminai verso lo studio del dottor Morgan. Il dottor Morgan era molto più permissivo rispetto al dottor Cooper, ed ero sicuro che se gli avessi spiegato la situazione, mi avrebbe permesso di accompagnare Harry nella sala di chemioterapia.

Appena arrivato davanti alla porta del suo studio bussai ed entrai. Con mio enorme disappunto il dottor Morgan non era solo, stava sorseggiando un caffè insieme al dottor Cooper.

-Buongiorno Louis!- esclamò quest'ultimo. -Cosa ti porta a quest'ora nello studio del dottor Morgan?-

-Beh ecco.. io.. mi chiedevo..- iniziai a farfugliare.

-Tranquillo Louis, esprimiti con calma.- disse comprensivo il dottor Morgan.

-Questa mattina mi piacerebbe accompagnare Harry a fare la chemio. Lui è sempre solo. E ieri mi ha tanto aiutato, infatti ho mangiato tutto grazie a lui!- dissi io cercando di apparire più convincente possibile.

-Louis, ti manderei senza problemi, ma questa mattina non hai la tua visita di controllo settimanale! Non ricordi?- esclamò il dottor Cooper.

Cavolo, me ne ero completamente dimenticato! Al pensiero di ciò che avrei dovuto fare tra qualche momento rabbrividì.

-Puoi sempre raggiungerlo dopo però, dalla chemio non scappa!- mi ricordò il dottor Morgan.

-Ok, è vero.- dissi tristemente. -Vado ad avvisarlo e torno.-

-D'accordo, però datti una mossa, questa volta non ci sono armadi che tengono, ti troverò in capo al mondo!- mi ricordò il dottor Cooper. Io sorrisi e mi diressi verso la palazzina di Harry.

Non feci molta strada però, infatti mi scontrai con un ragazzo riccio a metà del cortile.

-Oops!- farfugliò Harry non accorgendosi di me.

-Ciao!- esclamai divertito.

-Ehi che ci fai qui? Ti stavo venendo a trovare!- disse lui dolcemente accarezzandomi la guancia.
Adoravo quei suoi piccoli gesti, ancora però non riuscivo a rilassarmi del tutto permettendogli di scoprire anche quelle parti del mio corpo che non erano come sarebbero dovute essere e probabilmente ciò non sarebbe mai accaduto perché non avevo intensione di farlo scappare, ero troppo innamorato di lui e se ce ne fosse stato il bisogno ero disposto anche a comportarmi da egoista.

-Anche io.- risposi. -Devo dirti una cosa, prima di venire da te ho una visita di controllo con il dottor Cooper, mi dispiace, me ne ero completamente dimenticato!- dissi dispiaciuto.

-Non preoccuparti tesoro, la mia seduta oggi inizia alle 10.00, quindi posso aspettarti, anzi posso addirittura accompagnarti!- propose lui felicemente.

-No Harry, sarà una cosa stupida e veloce, non preoccuparti!- dissi cercando di mascherare l'ansia che mi era venuta. Non poteva accompagnarmi, non doveva sapere quanto in verità fossi anormale e imperfetto. Lui sfortunatamente parve capire il mio stato d'animo e dopo aver preso la mia piccola mano tra le su enormi, guardandomi negli occhi mi disse:

-Louis, tu ieri mi hai detto che desideri starmi vicino nella malattia; bene, anche io voglio lo stesso per te! Ti prego, permettimi di starti accanto, non mi escludere!- esclamò affettuosamente.

-Io non sono malato, non ho una malattia!- controbattei.

Lui guardandomi tristemente negli occhi e accarezzò dolcemente le mie stupide guance paffute.

-Ti prego!- sussurrò nel mio orecchio dopo averci lasciato un leggero bacio.

Io annuì controvoglia, sicuro che da quel momento il nostro rapporto si sarebbe sgretolato.

Lui felicemente mi prese la mano e insieme ci incamminammo verso lo studio del dottor Cooper.

-Oh eccoti Louis! Buongiorno anche a te Harry!- ci salutò cordialmente lui.

-Buongiorno dottore!- disse Harry. Io non parlai.

-Bene Louis, sai come funziona. Vai dietro il separé e spogliati.-

Io lasciai la mano di Harry e mi diressi dove il dottore mia aveva indicato. Ci misi molto meno tempo rispetto alla prima volta, non volevo che Harry pensasse che fossi impedito oltre che grasso.

Quando finii il dottore mi raggiunse e mi fece salire sulla bilancia. Questa volta mi fece girare di spalle per non farmi vedere il risultato del mio peso. Io lo guardai interrogativo ma lui non mi calcolò.

-Bene Louis, -disse non appena ultimò di annotare i miei risultati sulla cartellina. -rivestiti e poi vieni di là che parliamo un po'!- mi istruì.

Quando ebbi finito li raggiunsi e mi sedetti vicino ad Harry che mi sorrise incoraggiandomi. Io però ero troppo preoccupato e nervoso per contraccambiare.

-Allora Louis, sono molto fiero di te! Sei migliorato, e questo è solo merito tuo! Hai finalmente capito come devi lavorare!- esclamò fiero il mio medico. Io invece cercavo in tutti i modi di trattenere le lacrime, se ero migliorato voleva dire che avevo preso peso, altro stupidissimo peso! Diventando così molto più enorme di quanto già non fossi.

-Quanto peso?- chiesi con voce spezzata.

-No Louis, questo non deve interessarti, l'unica cosa che ora devi sapere è che sei migliorato, e questa è una cosa buona!- rispose lui. -Domani mattina ti ho prenotato una visita con il dottor Morgan per discutere un po' di questo tuo sentimento avverso, va bene?-

-Come se avessi altra scelta!- borbottai. Lui rise.

-Va bene, ora andate! E mi raccomando Louis, continua così!-

Uscì dalla porta senza aspettare Harry, ma lui mi raggiunse e prese la mia faccia tra le sue mani e mi diede un bacio, il primo della giornata, ma il più bello di tutti. In quel bacio mi trasmise tutta la sua vicinanza, tutta la sua comprensione e tutto il suo amore.

-Sono fiero di te amore!- mi sussurrò quando ci staccammo per riprendere fiato.

Amore!

Mi aveva chiamato amore e aveva detto di essere fiero di me!

Per la prima volta dopo troppo tempo mi sentii finalmente amato e compreso.

Così lo abbracciai di slancio, era strano per me avere un contatto fisico così ravvicinato con qualcuno, negli ultimi tempi avevo stabilito una forte avversione nei confronti del tatto, nei confronti del toccare ma soprattutto dell'essere toccato. Ma con Harry era diverso, con lui mi sentivo finalmente libero, con lui sarei potuto tornare ad essere il Louis di una volta.

Prendendolo per mano, ci dirigemmo verso la stanza della tortura di Harry. Man mano che la porta maledetta si avvicinava Harry diventava sempre più nervoso.

-Forse non è stata una buona idea, non dovresti venire lì dentro!- balbettò preoccupato e nervoso.

-Non.. non mi vuoi?- dissi tristemente.

-Ma certo piccolo, non è quello che mi preoccupa è che non voglio che tu mi veda soffrire!-

-Harry andrà tutto bene te lo prometto!- lo interruppi dolcemente, ma sicuro di me. Per la prima volta ero veramente sicuro di me. Tenevo ad Harry e non volevo che rimanesse solo in un momento del genere.

Lui serrò gli occhi fece un forte e pesante respiro e annuì debolmente.

Così lo presi per mano e insieme ci avviammo all'interno di quella sala.

Appena varcata la soglia un odore acre di vomito e sudore mi colpì. C'erano alcune persone sedute o sdraiate nelle diverse postazioni con un lungo tubo che gli entrava nelle vene; molti di loro avevano perso quasi completamente i capelli e altri erano immersi nel proprio sudore. Ma tutti quanti erano accomunati dalla stessa sofferenza.

Harry mi sorrise tristemente e io lo incoraggiai; poi dopo aver salutato gentilmente un anziano signore, si stese su un lettino. Io mi accomodai in una sedia che era posta lì vicino.

Subito un infermiera appena ci vide accorse da noi.

-Eccoti Harry! Iniziamo subito ok?- disse gentilmente disinfettando il braccio di Harry per poi infilargli l'enorme ago. Poi sistemò una sacca con un liquido trasparente su una specie di palo.

-Finalmente ti sei deciso a portare qualcuno per farti compagnia!- disse la signora sorridendomi. Io presi la mano di Harry e le sorrisi a mia volta. Poi se ne andò dicendo che sarebbe ripassata più tardi per controllare il processo della terapia.

Harry mi guardava, mi fissava con quei fantastici occhi verdi, non riuscivo a capire cosa volesse comunicarmi, ma quello sguardo mi tranquillizzava.

-Allora piccolo Lou cosa vogliamo fare? Qui sarà molto lunga.- mi disse con un grande sorriso.

-Mh potremmo giocare a carte! Ho qui le carte di Uno, ti va?- chiesi sorpreso del suo improvviso cambio di emozione.

-Ma certo! Sono fortissimo a quel gioco!- esclamò lui.

Così iniziammo a giocare. Era bello stare con Harry lui trovava sempre un modo per farmi ridere, anche in quelle condizioni.

Facemmo una sola manche però. Alla fine della seconda infatti Harry lasciò cadere le carte sul suo grembo senza forza, abbandonando la testa sul collo e iniziando a respirare pesantemente.

-Harry! Harry che ti succede? Stai bene? Chiamo qualcuno!- esclamai enormemente preoccupato alzandomi di corsa dalla sedia. Questo mi provocò un capogiro ma in qualche modo riuscì a nasconderlo.

-No Lou, stai tranquillo è normale! La chemio sta facendo effetto.- mormorò lui debolmente.

Così tornai seduto sulla sedia e gli strinsi le mani tra le mie, accarezzandolo delicatamente.

Fu una lunga mattinata. Harry mi confessò che negli ultimi tempi aveva iniziato a soffrire d'insonnia, ma si era rifiutato di dirlo ai medici perché non voleva avere più farmaci del dovuto. Erano molti giorni che non dormiva un intera nottata, così decisi di aiutarlo in qualche modo.

Mi stesi accanto a lui e iniziai ad accarezzargli dolcemente la testa come faceva la mia mamma quando avevo un incubo. Dopo qualche istante si addormentò. Io fui fiero di me. Mi sentivo veramente importante in quel momento; ero riuscito a far star meglio una persona, il mio Harry, e non potevo che esserne estremamente felice.

La calma non durò per molto però. Il riccio si svegliò improvvisamente tra le mie braccia respirando irregolarmente. Poi si sporse dal lettino e rigettò tutto quello che aveva nello stomaco in una bacinella che era posizionata lì sotto.

Era strano per me vedere qualcuno che dava di stomaco in quel modo, io solitamente lo facevo, ma da solo e molto silenziosamente, ma la cosa più rilevante era che lo facevo per mia volontà, non perché ero malato e quindi per un effettivo bisogno. Questo mi fece riflettere su quanto fossi stupido e patetico. Forse i medici avevano ragione, forse mi dovevano curare, ma non per la mia presunta magrezza, ma piuttosto per i mezzi che usavo per raggiungerla. Decisi quindi che da quel giorno avrei smesso di compiere un'azione così insensata.

Superai tutte le mie barriere e abbracciai da dietro Harry tenendogli la fronte per aiutarlo meglio. Dopo alcuni minuti finalmente finì. L'infermiera arrivò subito da noi portando un bicchiere d'acqua e una mentina per Harry e cambiando la bacinella sporca con una pulita andò a controllare un altro malato.

-Mi dispiace Lou, è per questo che non volevo che venissi.-

-Harry mi fa male il cuore a pensare che per tutto questo tempo tu abbia dovuto sopportare tutto ciò da solo!- dissi con sincerità. Lui non rispose, così tornai nella posizione precedente e continuai ad accarezzargli i capelli. Quando però levai la mano notai che parecchi dei suoi bellissimi ricci erano rimasti impigliati tra le mie dita. Realizzai allora che di lì a poco il mio Harry sarebbe diventato calvo come la maggio parte delle persone in quella sala. La cosa non mi importava, Harry sarebbe rimasto perfetto come al solito, ma immaginai a come sarebbe stata dura per lui; o almeno, se fosse successo a me, ne avrei sofferto molto.

Harry stava per riprendere sonno quando arrivò verso di noi Ed.

Ed era il mio infermiere preferito, aveva quasi la mia età quindi si stava bene con lui, era molto simpatico, proprio come Niall, l'infermiere di Harry.

-Louis devi venire con me, hai una visita!- mi disse.

-No! Non è possibile i miei dottori mi hanno detto che sono libero per tutta la mattinata!-

-Ma no! Che hai capito!- esclamò divertito il rosso.

-Hai una visita nel senso che delle persone ti sono venute a trovare!- mi spiegò.

-Ah. E... Chi?- chiesi timoroso.

-Non lo so, mi è solo stato riferito. Dai vieni andiamo, così se rimane tempo prima di pranzo puoi tornare qui!-

Io guardai tristemente Harry, non volevo lasciarlo. Ma lui mi sorrise dolcemente.

-Vai amore! Non preoccuparti per me! Ci vediamo dopo!-

Io gli lasciai un bacio sulla fronte sudata e seguii Ed.

Arrivati davanti alla mia stanza, non vidi nessuno, segno che i miei visitatori stavano già dentro. Ed mi lasciò e io entrai.

Varcata la soglia vidi due teste bionde, con occhi di giaccio e con indosso una divisa da cheerleader. Erano Ashley e Victor. I miei cugini gemelli.

Appena mi videro sogghignarono.

-Ciao Nullità- mi salutarono in coro e in modo freddo.

-Ciao a voi.- dissi abbassando il capo. Ero abituato ai loro insulti, a volte ancora ci soffrivo, ma sapevo che lo facevano solo per il mio bene.

-Ti trovo male Louis,- disse Victor.

-Sei ingrassato!- terminò malignamente la frase sua sorella. Loro erano molto uniti, facevano tutto insieme, anche finirsi le frasi a vicenda. Questa cosa a volte faceva anche impressione.

-Lo so,- mormorai imbarazzato. -qui... mi..mi obbligano a..-

-Non sai neanche-

-Più parlare?- risposero sincronizzati.

-Qui mi obbligano a mangiare per forza. Non posso ribellarmi!- sussurrai.

-Non puoi o-

-Non vuoi?-

-Non posso!- risposi.

-Conoscendoti direi il contrario Nullità, non credi anche tu Ash?-

-Assolutamente d'accordo con te Vic!- rispose la ragazza.

Io arrossì visibilmente.

-Eravamo certi della tuo grado di forza di volontà pari a zero-

-e del tuo amore incondizionato per il cibo.-

-Così abbiamo deciso, visto che siamo delle persone infinitamente buone e premurose-

-Di darti una mano.- Ashley tirò fuori dalla sua borsa di Louis Vuitton un barattolino pieno di piccole pillole gialle e me lo porse.

-Prendine una dopo ogni pasto.-

-Ti aiuteranno in qualche modo ad eliminare quello che hai in quel gigantesco stomaco che ti ritrovi.- mi spiegarono.

Le loro parole mi facevano soffrire tantissimo, ma non potevo rischiare di farmi vedere più debole di quanto già apparissi, così iniziai a premere fortissimo sulla cicatrice del mio braccio che si stava pian piano rimarginando, in modo da riuscire a provare un dolore superiore a quello delle loro parole e quindi non soffermarmi più di tanto sulla cattiveria di esse. Non riuscivo a ribellarmi, avevano ragione ero una nullità. Mi odiavo così tanto, e non c'era nulla che poteva cambiare questa cosa.

-Grazie ragazzi ma.. cosa succederà realmente al mio corpo?-

-Le pasticche disintegreranno tutto quello che entra in quella fogna della tua bocca.- mi sputò in faccia Victor.

-E.. e quando finiranno? Che farò?- continuai io cercando di non badare ai loro insulti.

Loro sogghignarono con complicità e malvagità.

-Di quello non preoccuparti.-

-Troveremo il modo di fartene avere delle altre.-

-In questa vita o nell'altra.- bisbigliò Victor nell'orecchio della sorella che scoppiò in una risata acuta e fastidiosa.

-Ora noi andiamo Nullità, non vogliamo essere contagiati dalla tua pateticità.- esclamarono in coro marciando coordinati fuori dalla mia stanza.

Quando fui sicuro che erano ben lontani mi abbandonai alle lacrime, non riuscivo a smettere, neanche il pensiero di Harry mi placava. Tutto quello che avevano detto i miei cugini era vero, ero un perdente e questo non sarebbe mai cambiato.

Improvvisamente mi accorsi che erano quasi le 12.30, quindi tra qualche minuto sarebbe venuto Ed per portarmi il pranzo; così lentamente mi alzai e mi sciacquai gli occhi per non rischiare di farmi vedere in quello stato pietoso e mi cambiai la felpa grigia che era ormaimacchiata di sangue.

Nonostante fossi sicuro dell'effetto della pillola che avrei preso di lì a poco, quel giorno feci ancora più fatica a mangiare. Riuscì a consumare solo una piccola parte di tutto. Dopo varie esortazioni Ed sbuffò rassegnato e, scrivendo qualcosa sulla mia cartella clinica, uscì dalla mia stanza portandosi via il mio vassoio quasi del tutto pieno.

Appena uscì mi fiondai sul barattolo che i miei cugini mi avevano dato e presi una piccola pillola in mano.

Me la rigirai tra le mani osservandola, non ero mai stato d'accordo con queste scorciatoie per dimagrire, ma i miei cugini erano stati ben chiari, ne avevo molto bisogno e di loro mi fidavo ciecamente, nonostante tutto. Così chiusi gli occhi e la ingoiai. Poi nascosi il barattolo in un calzino, per poi riporlo accuratamente nella parte più nascosta della mia valigia; non potevo rischiare che qualcuno lo trovasse.

Improvvisamente fui colto da un forte capogiro, lo spazio intorno a me girava vorticosamente.

Un forte dolore alle mie ginocchia mi fece intuire che ero caduto a terra.

Ben presto il giramento fu accompagnato da forti fitte allo stomaco.

Pensai immediatamente che la mia vita stava volgendo al termine, quando una forte nausea accompagnata da sudore freddo e un mal di testa martellante mi fece accasciare a terra in posizione fetale. Avevo molto freddo, in quella posizione non riuscivo a riscaldare il mio corpo in nessun modo.

Quando recuperai la mia vista parzialmente mi arrampicai faticosamente sul letto e mi infilai sotto le coperte coprendo anche la testa.

Dopo molte fatiche finalmente mi addormentai.

Fui svegliato da un Harry raggiante. Mi sorprese vedere che non ero morto. I sintomi di questa mattina erano finiti quasi del tutto. Continuavo ad avere un forte mal di testa e la mia vista ancora non era perfetta, tutto ovviamente accompagnato da una debolezza immensa. Non volevo dire a nessuno di ciò che mi era capitato poche ore fa; se i medici mi avessero fatto dei controlli avrebbero scoperto che avevo fatto uso di altre pillole e la situazione si sarebbe complicata.

-Louis, scusa se ti ho svegliato ma ho una fantastica notizia!- esclamò il mio dolce riccio.

-Dimmi!- lo incoraggiai sorridendo.

-Abbiamo trovato un donatore! Una persona ha donato un midollo compatibile al mio e questa volta mi spetta!- esclamò emozionato.

-Harry ma questa è una fantastica notizia! Sono felicissimo per te!- dissi abbracciandolo di slancio.

-Lo so, grazie. Sei stata la prima persona a cui l'ho detto!- mi comunicò continuandomi ad abbracciare forte.

-Ma ti rendi conto?! Tu stai migliorando, io sto per iniziare la vera cura che mi porterà alla guarigione! Tra un po' saremo liberi di uscire! Potremo girare il mondo Louis! Qual è il posto che vorresti visitare appena usciti da qui?- mi chiese lui con la felicità a mille.

-Ovviamente Barcellona!- dissi con fare ovvio. -Tu?-

-Io andrei ovunque, anche nel piccolo parco che c'è qui fuori, pur di non dover stare più in questo luogo.-

Amavo vedere il mio Harry felice avrei passato le ore a vedere quei suoi occhi dolci che si illuminavano per la gioia. Per un momento mi scordai anche dell'incontro di questa mattina.

Harry mi faceva bene, sarebbe stato la mia salvezza.


Angoletto:
Ecco qui il nuovo capitolo :) come vi pare?
Mi farebbe veramente piacere ricevere delle vostre recenzioni!
A presto, Somriure :)
  
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