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Autore: puciu    12/12/2008    3 recensioni
Questa storia ha un'importanza immensa per me, tanta quanta ne ha la persona a cui è dedicata.
A mia madre, per il suo compleanno.
Tanti auguri, mia Myrarei, ti voglio bene.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Myrarei aveva un fiore.

Myrarei era sempre stata felice di quello che già aveva, ma nel profondo del suo cuore una voce chiamava un piccolo fiore, lo desiderava così ardentemente da farla quasi arrossire.

Dal giorno in cui quello era finalmente nato nel centro del suo Giardino, non era riuscita a curarsi di altro.

Era così piccolo e fragile quel sottile fusto verde, che si piegava a ogni soffio di vento, e Myrarei restava a guardare stupefatta il miracolo del suo piccolo fiore, che cercava di mettere le sue radici nella terra.

Le piaceva così tanto quella piccola margherita che la annaffiava ogni giorno con cura, e chiedeva al Sole di scaldarla dall'alto con i suoi raggi.

Margherita cresceva lentamente, sotto i tocchi gentili di Myrarei e grazie ai caldi raggi del Sole.

Con il passare dei mesi, Myrarei si rese conto che curare il suo fiore diventava sempre più difficile. Margherita cresceva, il suo corpicino verde si allungava, cominciava a guardarsi intorno, non le bastavano più solo le mani gentili di Myrarei e i caldi raggi del Sole, Margherita voleva avere delle risposte.

E, se non le otteneva da Myrarei, cercava di ottenerle da sola. Fu così che il suo fusto sottile cominciò a piegarsi, e Myrarei non capiva perché, semplicemente annaffiandolo con cura, non tornasse come era prima. Allora, con dolore, prese una stecca, e le pose di fianco a Margherita.

Il piccolo fiore urlò e si dimenò, ma Myrarei strinse i denti, e guardò lentamente lo stelo che si raddrizzava. Ogni giorno il piccolo stelo cercava, nella speranza di scoprire da solo il mondo, di sporgersi a guardare oltre la rete che chiudeva il Giardino di Myrarei, e inesorabilmente si piegava verso terra. Era sempre un momento doloroso per Myrarei dover mettere delle stecche al suo piccolo fiore delicato, ma aveva capito che solo così quello poteva rimanere dritto.

Adesso, anche il fiorellino ha trovato il perché di quelle stecche, e non può che ringraziare Myrarei per averle messe.

Un giorno, Myrarei si interrogò sul futuro di Margherita. Come sarebbero stati i suoi petali? Gialli, rossi, viola?

Quando Myrarei era ancora un fiore, i suoi petali erano stati blu, e sperava che anche quelli di Margherita lo diventassero.

Un giorno, Margherita si aprì, lentamente, rivelando dei lunari petali bianchi.

Myrarei si morse un labbro, ma non rivelò la sua delusione.

Margherita era diversa da Myrarei, desiderava stare da sola per ore semplicemente a guardare il cielo, amava le storie di paesaggi fantastici che il Sole le raccontava da Lassù.

Myrarei non capiva, ma accettava.

Quando a Margherita cominciavano a spuntare delle foglioline verdi, Myrarei le guardava allungarsi lentamente, valutando se fossero sane o meno. Quando cominciavano a diventare nere, Myrarei le recideva delicatamente, cercando di non urtare Margherita, che aveva poche foglioline ed era affezionata ad ognuna di esse.

Così, innaffiando, scaldando, recidendo e ponendo qualche stecca, Myrarei aiutava Margherita a crescere, fino a che non sarebbe stata in grado di farlo da sola.

Un giorno, un Umano entrò nel giardino, e nonostante gli avvertimenti di Myrarei, Margherita si sporse a guardarlo. Le grandi scarpe di Umano calpestarono Margherita, che si piegò al suolo lasciando cadere qualche petalo.

Myrarei consolò Margherita, e la aiutò a raddrizzarsi, con tocchi gentili e delicati.

Da quel giorno, altri Umani entrarono nel giardino di Myrarei, ma Margherita aveva imparato a raddrizzarsi da sola, ormai.

Adesso, il fiorellino ringrazia tanto Myrarei, per non averla illusa che il mondo finisse lì, nel Giardino, e che nessun Umano l'avrebbe mai calpestata, perché sa che può succedere tante, troppe volte. Margherita ha capito che l'importante è riuscire a raddrizzarsi.

Adesso Margherita sta mettendo le ali.

Sono piccole e fragili, come lo erano quelle di Myrarei quando anche lei era un fiore, e si muovono piano, ma ci sono. Impalpabili, svolazzano lentamente.

Myrarei sa che un giorno Margherita prenderà il volo, come anche lei aveva fatto, e andrà lontano, per costruirsi un Giardino tutto suo.

Il suo fiorellino sta imparando piano piano a lasciar cadere le foglie che nascono nere, e a dissetarsi con la pioggia, senza aver bisogno dell'annaffiatoio di Myrarei.

Ogni tanto una piccola lacrima pizzica l'angolo dell'occhio di Myrarei, ma lei e il Sole non possono che continuare ad allontanarsi, e a guardare da lontano come lo stelo di Margherita diventa sempre più alto e spesso e verde.

Magari Margherita avrà ancora bisogno di qualche piccola stecca, o di una mano gentile che la aiuti a raddrizzarsi di nuovo, ma per adesso Myrarei la offre al cielo, aspettando il momento in cui le sue impalpabili ali diventeranno forti abbastanza da farle spiccare il volo.

E il fiorellino non potrà che ringraziare la sua Myrarei, per averle insegnato come si fa, a volare.


  
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