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Autore: Giulia 96    10/03/2015    2 recensioni
Il ritorno a Washington DC fu molto difficile, mi ero ormai arresa al fatto di essere morta e tornare a vivere mi sarebbe costato molto, come potevo affrontare tutti quanti, soprattutto Tony, come potevano perdonarmi, dopo aver messo in dubbio la loro fiducia?
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La testa mi esplodeva, il petto bruciava, ma finalmente riuscivo a respirare, aprii piano gli occhi per vedere che ero coricata su due sedili con una mascherina d’ossigeno, Gibbs era seduto in fianco a me assieme a Tony e McGee, erano tutti concentrati sul mio stato di salute, feci per togliermi la mascherina per parlare ma Tony mi fermò.
 
“Ziva, meglio che tu la tenga ancora per un po’, hai appena avuto un attacco, ti abbiamo tagliato le bende che avevi sul petto, in modo che tu potessi respirare meglio…”
 

Perfetto, oltre ad averli fatti preoccupare per il mio “attacco” ora avevano visto tutte le mie ferite, come odiavo quella situazione, aspettai qualche minuto poi decisi di mandare a quel paese la mascherina e fare da sola, ormai stavo meglio e di sicuro non sarei riuscita a riposare o tranquillizzarmi con quella roba addosso, la tirai via e la buttai per terra, cercai di mettermi seduta, nonostante il mio corpo fosse contrario, quindi decisi di mettermi in una posizione semi seduta, rimasi ad occupare 2 posti, ma almeno non ero coricata e potevo vedere un po’ in giro e non il solito soffitto dell’aereo…
 
“Come stai?” Domandò Gibbs.
“Meglio…”
“Te la senti di mangiare o bere qualcosa?”
“Bere, grazie…”

 
Tony mi portò una bottiglietta d’acqua, bevetti qualche sorso e chiusi gli occhi, mandare giù l’acqua mi faceva male, ma allo stesso tempo ero contenta, finalmente avrei potuto bere o mangiare a mio piacimento, senza dover patire la fame o la sete, era una cosa normale, certo, ma dopo tanto tempo di anormalità, la normalità era diventata estranea a me, dovevo solo riabituarmici… Sorrisi e pensai alla nuova mia normalità.
 
Una volta atterrati mi fecero sedere su una sedia a rotelle e ci incamminammo verso il solito edificio, mi mancava vederlo, non avrei mai pensato di poterlo rivedere, ma prima di poter pensare ad altre cose Abby mi corse incontro e mi abbracciò…
 
“Abby, lasciala respirare!” disse Gibbs con un sorriso e aggiunse “andiamo da Ducky adesso.”
 
Salimmo in ascensore per dirigerci verso l’obitorio, che cosa buffa, io ero convinta di morire e adesso mi trovavo in obitorio, ma non come cadavere, che ironia…
 
“Vieni qui Ziva, vediamo cosa posso fare per farti star meglio, grazie Gibbs”
 
Detto questo mi lasciarono con il Dr. Mallard, feci per alzarmi, non riuscivo ancora a stare in piedi da sola quindi mi appoggiai prima alla sedia e poi al tavolo dove mi sedetti poi…
 
“Allora Ziva, dovrei chiederti se per piacere ti togli la maglia…”
 
Mi sfilai la maglia, nel farlo si aprirono alcune ferite e mi sporcai le bende di sangue, Ducky se n’era accorto e procedé subito, mi tirò via tutte le bende e mi disse di farmi prima una doccia, in modo tale da potermi poi curare e lasciare su le bende per un po’, mi fece rimettere la camicia e mi portò alle docce, chiamò Abby in modo tale che potesse aiutarmi, non voleva mettermi troppo in imbarazzo nell’essere aiutata da un uomo, solo che conoscendo Abby sarebbe stato meglio se mi avesse aiutato qualcuno di meno emotivo…
 
“Vieni Zee, ti aiuto io a sfilarti i pantaloni, tu siediti pure, ci penso io… ”
 
La doccia l’avrei fatta nel bagno per i disabili, così sarei potuta restare seduta senza problemi di caduta, mentre Abby aprì l’acqua notai che il suo sguardo era già perso, dopo aver visto tutte le mie ferite, botte e tagli avrà capito ben o male ciò che avevo subito in quei tre mesi… dovevo parlarle, dovevo cercare di rassicurarla… ma come… non sapevo nemmeno io come rassicurarla, stavo ancora cercando di capire io stessa che ero stata salvata…
 
“Brucerà un po’…” disse mettendomi l’acqua tiepida addosso.
 
Strinsi i denti, ogni goccia d’acqua che s’infiltrava nelle ferite era insopportabile, mi bruciava tutto il corpo, e il getto d’acqua sulle costole era ancora più doloroso, abbassai lo sguardo verso le costole inclinate e solo allora mi resi conto di come era ridotto il mio corpo, non avevo un colore roseo, il mio corpo era pieno di macchie, tra il viola, rosso e verde, ma nel punto più doloroso era addirittura nero, mi resi conto che qualsiasi cosa avrei detto per rassicurare Abby, il mio corpo l’avrebbe soltanto più convinta del contrario, per non parlare di tutte le ferite, ne avevo di tutti i tipi e lunghezze…
 
“Adesso passiamo lo shampoo Zee…”
 
Mi stava lavando e io non riuscivo a parlare, non riuscivo neanche ad annuire ero rimasta alquanto scioccata nel vedermi, cercai di ricompormi e provai a sfregarmi i capelli da sola, ma dopo aver notato che faticavo a tirar su le braccia per via delle costole lasciai stare, tanto ad Abby piaceva aiutare…
 
“Non fa tanto male … come potrebbe sembrare …” decisi di mentire per il suo bene o non avrebbe più chiuso occhio pensando a quanta cattiveria esisteva nel mondo…
“Spero tanto che sia la verità Zee, non riesco ad immaginarmi neanche quello che hai dovuto passare per ricevere tutto questo, cioè, si, lo immagino ma dico…”
 

Forse per entrambe sarebbe stato meglio il mio silenzio, mi tornarono alla mente molti ricordi, cercai di scacciarli ma fu inutile, sembrava che fossi tornata indietro, non riuscivo più a sentire Abby, ma vedevo soltanto Saleem, piano piano sparì dalla visuale la doccia e mi ritrovai di nuovo nella mia cella, mi stavano picchiando con calci e pugni, ero raggomitolata in un angolo e loro continuavano a picchiarmi senza sosta, non volevo mostrare loro la mia debolezza ma mi sfuggì di bocca un “BASTA!”.
 
Urlare mi fece tornare alla realtà e vidi lo sguardo spaventato di Abby su di me… aveva appena finito di lavarmi e non sapeva se quel basta fosse rivolto a lei per ciò che aveva detto o per ciò che aveva fatto…
 
Scusa Abbs…”
“E di cosa? Vieni che ci asciughiamo…”
 

Decisi di non parlare più, almeno finchè non mi sarei riuscita a controllare, non potevo far si che i miei ricordi prevalessero sul presente…
Tornai da Ducky con una tunica da ospedale addosso, dopo la doccia, mi sentivo molto meglio, Abby mi aiutò a sistemarmi sul tavolo e dandomi un bacio sulla fronte uscì.
 
“Allora mia cara, controlliamo un po’ queste tue ferite…”
 
Mi fece spogliare della “tunica” e mise su ogni ferita del disinfettante, “ricucì” le ferite che per errore si erano aperte e mise sopra una crema cicatrizzante in modo tale che guarissi prima, nel resto del corpo mi mise una crema per sfiammare, in modo tale che le botte si sarebbero riassorbite il più presto possibile…
 
“Questa crema per le botte la devi mettere ogni giorno, o appena ti svegli o prima di andare a dormire, ti aiuterà, vedrai, ora guardiamo un po’ queste costole...”
 
Detto ciò prese la sua macchinetta a raggi X e controllò le mie costole, io stessa vedendo le immagini vidi che non vi era nulla di preoccupante.
 
“Bene Ziva, da quello che si vede dai raggi X hai 3 costole inclinate, nulla che non si possa risolvere con del buon riposo, una costola è leggermente più inclinata delle altre e se respiri a pieni polmoni potrebbe provocarti molto dolore perché va a premere sul polmone e la stessa pressione del polmone contro la costola sai anche tu che fa male… quindi ti consiglio di respirare con calma e cerca di non agitarti se dovessi sentir male, per qualsiasi cosa non esitare a chiamare…”
 
Finito il discorso mi mise delle bende nuove per evitare che entrasse sporco nelle ferite e fu il momento della domanda che speravo non mi avrebbe mai fatto nessuno…
 
“Ziva, non vorrei essere indiscreto o invadente… ma devo saperlo per poterti aiutare…
Hanno … abusato di te?”

 
Cosa dire, era un dottore, da alcuni lividi aveva già capito che la risposta era si, pure Abby se n’era accorta anche se non aveva detto niente…
 
“Che rimanga tra noi…” dissi annuendo piano…
 
Controllò che non fossi incinta e con mio sommo piacere non lo ero, mi porse dei vestiti puliti e con gran gioia finalmente potevo uscire dall’obitorio…
 


ANGOLO AUTORE:
Scusate se vi ho fatto aspettare molto, il prossimo capitolo è già in fase di sviluppo ;) 
   
 
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