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Autore: LadyofDarkness    13/02/2005    6 recensioni
E’ una storia che tutti sanno, ma che realmente nessuno conosce. E’ la storia di Harry Potter, del bambino sopravvissuto. Un giovane uomo, oppresso dal proprio destino, dal destino celato in una profezia, in poche parole che possono stravolgere un’esistenza. Fu da quella profezia che tutto ebbe inizio, e fu con quella profezia che tutto avrebbe avuto fine. Siamo qui solo per raccontare quella storia, una storia fatta di amicizia, di amore, di tradimento, di seconde possibilità. Una storia di vita. Una storia di morte.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Attenzione: Questa fanfiction conterrà contenuti violenti o di tipo sessuale che potrebbero offendere le persone più sensibili

Attenzione: Questa fanfiction conterrà contenuti violenti o di tipo sessuale che potrebbero offendere le persone più sensibili. E’ perciò sconsigliato di leggere questa storia ad individui di questo tipo.

 

 

 

Amore, Tradimento e Morte

 

 

CAPITOLO 3

*Verità*

 

§§§§§

Non è il potere che corrompe, ma la paura: la paura di perdere il potere (Aung San Suu Kyu)

§§§§§

 

Feci appena in tempo a rimettere ciò che stavo usando fino a quel momento nel cassetto, riponendolo con cura insieme al libro che mi spiegava come usarlo, che Lupin, dopo aver bussato, aprì la porta.

«Sei pronto?» mi domandò.

«Si… sono pronto… arrivo» risposi, alzandomi e sorpassandolo, dirigendomi giù nel salotto, dove Silente mi stava attendendo.

Era il giorno delle udienze.

Quando raggiunsi la cucina, vidi immediatamente gli occhi dei presenti puntarsi su di me, sorpresi per quel look un po’ inconsueto.

Non che ci fosse qualcosa di terribile o particolarmente trasgressivo in quello che indossavo.

Non portavo, come al solito, i miei occhiali, ma un paio di lenti a contatto – ci avevo messo due ore a metterle, e mi ero ripromesso di non riprovarci mai più .

I capelli leggermente lunghi avevano ora una parvenza di disordine organizzato, grazie all’innumerevole quantità di gel con cui li avevo acconciati, sparati verso l’esterno, con la frangetta discostata dalla fronte, a mostrare a tutti la mia cicatrice.

Portavo dei semplici stivali lunghi con cinghie (piccola nota: avete presenti quelli di Vash di Trigun?), con la punta metallizzata, che si andavano a confondere con i pantaloni. Vestivo con una semplice canotta nera e, sopra a tutto, un mantello lungo, che mi copriva anche sul davanti, con varie aperture, tagli e sfasature che, quando camminavo, si allargavano, dando l’impressione che io avessi due ali, nere come le notti senza luna.

Credo fu proprio tutto quel nero che indossavo a turbare le persone che si trovavano nella stanza.

Non diedi molto peso ai loro sguardi, fissando il mio, del colore dello smeraldo opaco, sulla figura alta e magnetica del preside.

«Harry» mi richiamò, avvicinandosi a me.

«Possiamo andare» replicai semplicemente, con tono piatto, telegrafico.

La permanenza a Grimmauld Place mi stava facendo ancora più male di quanto non avesse fatto la solitudine a Privet Drive. Me ne rendevo perfettamente conto, ma non avevo alcuna voglia di reagire… a che sarebbe servito ormai?

«Bene» rispose semplicemente l’anziano uomo, porgendomi quella che, indubbiamente, doveva essere una passaporta.

Appena la toccai, entrambi fummo trasportati dentro il Ministero, nell’androne principale. Con noi ci sarebbe dovuto essere anche Lupin ma Silente aveva preferito che lui rimasse a Villa Black.

Sapevo perché lo aveva fatto… era stato un gesto molto gentile.

Sapevamo, infatti, che, probabilmente, chiunque non volesse credere all’innocenza di Sirius – in primis la vecchia Umbrige, che era stata reinserita nella commissione giudicatrice – avrebbe dato addosso a lui, in quanto Lupo Mannaro, facendolo passare per un bugiardo, che magari mi aveva plagiato, o chissà cos’altro.

Con un sospiro di sconforto mi guardai intorno.

L’ingresso del Ministero era diverso da come mi era apparso la prima volta che vi ero andato, circa un anno prima.

Saltava subito all’occhio la mancanza delle statue della Fontana dei Magici Fratelli al centro di esso. Erano infatti andate distrutte durante lo scontro di giugno tra Voldemort e Silente…

Il giorno in cui Sirius aveva trovato la morte.

Strinsi i pugni, mordendomi forte un labbro.

Silente mi poggiò una mano sulla spalla, cercando di trasmettermi un po’ della sua tranquillità, ed io mi voltai verso di lui, smettendo di accanirmi contro la mia povera bocca.

Passammo per il banco della Sorveglianza, dove fecero la pesa delle nostre bacchette. Visto che era tutto in ordine, ci dirigemmo verso gli ascensori, senza degnare di uno sguardo il sorpreso custode, che ci guardava con un misto di venerazione e sconcerto.

Silente non mi condusse dove ero stato giudicato la volta precedente, bensì in un’aula più piccola ed appartata, più confortevole, che si trovava al Secondo Livello, nella sezione Servizi Amministrativi Wizengamot.

I vari membri della commissione magica stavano già prendendo posto, uno dopo l’altro.

Rividi i volti di tutti i membri che l’anno prima mi avevano giudicato, facce simpatiche e maligne al contempo.

Silente si distaccò dal mio fianco, raccomandandomi di mantenere la calma in qualunque situazione, e di raccontare solo la verità… tutta la verità.

«Tutta?» domandai, perplesso.

«Si… L’unica omissione che credo sia opportuno fare sia per quanto riguarda l’Ordine della Fenice e la profezia…» aggiunse.

Serrai la mascella, mentre lo vedevo allontanarsi, dirigendosi in una delle prime file, insieme ai membri della commissione, prendendo a chiacchierare con alcuni di essi.

Rimasi per qualche secondo in piedi, guardando davanti a me senza in realtà vedere, e, quando stavo per dirigermi a prendere posto, una mano si posò sulla mia spalla.

«Emh… Ciao Harry…»

Timida, la voce di Percy Weasley si fece strada nelle mie orecchie, raggiungendo il mio cervello con una lentezza esasperante.

Mi voltai a tre quarti con una calma esasperante, puntando i miei occhi su di lui, poi, tornando a guardare avanti a me, gli dissi «Ciao Percy»

Quello mi guardò lievemente imbarazzato ma, con il suo solito fare pomposo, anche se molto dispiaciuto, cominciò a parlare «Ecco Harry… io mi volevo scusare. Si, insomma, mi dispiace per tutte le cose spiacevoli dell’anno scorso, vedi io…»

«Non c’è bisogno che ti scusi Percy… almeno, non con me. Non mi hai fatto alcun torto, eri libero di credermi o meno, come hanno fatto tutti d’altronde. Credo ci sia qualcun altro a cui tu debba rivolgere queste parole» mormorai, gelido.

«Si… forse hai ragione… però Harry io-»

«Sta cominciando l’udienza, credo sia il momento di andare» lo gelai e, senza neanche guardarlo, mi diressi a prendere posto, lasciandolo in piedi, con un’espressione mesta in volto.

Non mi mosse a pietà… non che fossi arrabbiato con lui, semplicemente ora per me era indifferente. Cosa poteva mai importarmi che lui prima non mi avesse creduto, che mi avesse reputato un bugiardo e avesse cercato di allontanare Ron da me?

Molte cose avevano ormai perso il loro valore…

Fui chiamato immediatamente a prendere posto nella sedia al centro della stanza, nella camera degli imputati.

Questa volta non fui giudicato dal Wizengamot, ma da una piccola commissione che, molto velocemente, sbrigò la mia pratica, archiviandola come “Magia usata a scopo di auto-difesa, quindi non perseguitabile dalla legge”, e venni assolto.

Fu all’udienza dopo che ci fu bisogno del grande tribunale magico.

«Udienza disciplinare del dieci agosto – annunciò la voce di Caramell – per revisione della condanna di Sirius Thomas Phineas Black, accusato dell’uccisione di tredici persone la mattina del primo novembre 19**, e di essere stato ed essere tutt’ora un Mangiamorte al servizio di Colui-che-non-deve-essere-nominato.

«Inquisitori: Cornelius Oswald Caramell, Ministro della Magia; Amelia Susan Bones, Direttore dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia.

«Testimoni dell’accusa: Mariam Ilary Oward, Sottoufficiale Auror; Daniel McFree, Capitano Maggiore Squadra Tiratori Scelti.

«Testimoni per la difesa: Harry James Potter; Albus Percival Wulfric Brian Silente, Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts» concluse il ministro.

I primi ad essere chiamati a testimoniare furono i due testimoni dell’accusa.

Essi, come d’altronde mi aspettavo, portarono avanti i documenti in cui erano presenti le testimonianze dei Babbani sopravvissuti.

Inoltre Daniel McFree era stato all’epoca un Caporale Maggiore, ed era stato presente alla cattura del mio padrino. Aveva così raccontato delle condizioni in cui avevano trovato la strada al loro arrivo, di come fosse stato prevenuto sulla scena del crimine solo un dito appartenente a Peter Minus e come Sirius Black si trovasse in uno stato di pazzia, ridendo sguaiatamente alla vista dello scempio da lui stesso compiuto.

Fu dopo quei due che Caramell chiamò il mio nome, ed io mi accomodai al centro della stanza, sotto lo sguardo dei presenti.

«Harry James Potter, sei qui per difendere Sirius Black dall’accusa di assassinio e di implicazioni con i Mangiamorte?»

«Si… Sirius Black non ha mai ucciso quelle tredici persone né, tanto meno, è mai stato un Mangiamorte» replicai, con calma.

Questa volta non c’era stato nessuno ad interrompermi mentre parlavo.

«E su che basi tu affermi questo?» mi domandò il ministro.

«Ho avuto modo di parlare con Sirius Black, e con Peter Minus»

Sulle sedie furono in molti a muoversi irrequieti.

«Ma Peter Minus è morto!» sibilò McFree all’orecchio della sua compagna, non tanto a bassa voce da non poter essere udito.

«Peter Minus non è morto, ed è tuttora vivo, al servizio di Voldemort» naturalmente, al nome dell’Oscuro, furono in molti a saltare spaventati e sbiancare.

«Ma… ma… come fai a dirlo?» mi domandò, pallido Caramell.

«Perché l’ho incontrato. Minus ora si fa chiamare Codaliscia… egli era presente il giorno in cui Voldemort risorse, anzi. Fu lui il Mangiamorte che mi sottrasse il sangue, per unirlo alla pozione che lo ha fatto rinascere, e che ha pronunciato l’intera formula per la sua resurrezione» spiegai, mentre nuovamente tutti si spaventavano.

Solo Silente rimaneva calmo ed impassibile, con un sorriso gioviale in volto.

«Ma come può essere ancora vivo! Come fece a scappare dal luogo in cui Black fu poi catturato?» mi domandò, Amelia Bones.

«Egli si trasformò in un topo e scappò via»

«In un topo? Ma… in quel caso sarebbe dovuto essere-»

«Un animagus» la interruppi io «Minus è un animagus»

«Se così fosse sarebbe registrato!» protestò Caramell. Non poteva credere a quello che stavo dicendo, era tutto troppo assurdo per una mente ristretta come la sua.

«Effettivamente egli è un animagus illegale… per dirla tutta, nel registro non sono presenti i nomi di tre animagi illegali…»

«Addirittura tre! E chi sarebbero costoro?»

«Uno appunto è Minus… è in grado di trasformarsi in un topo. L’altro è Sirius Black: era in grado di trasformarsi in un grosso cane nero. Fu così che fuggì da Azkaban… trasformato era abbastanza magro da passare attraverso le sbarre. Nessuna magia oscura come avevate ipotizzato. Ed il terzo… il terzo era James Potter, mio padre»

«James Potter?»

«Si… si trasformava… in un cervo» spiegai.

«In un cervo? Ma… è la forma del tuo Patronus!» si rese conto Madama Bones.

«Si… è vero… il mio Patronus ha la forma dell’animale in cui mio padre era in grado di trasfigurarsi» annuì.

«Potter, ti rendi conto che la tua è una storia assurda?» domandò Caramell, vagamente scettico.

«Mi state dando del bugiardo, ministro?» un guizzo di rabbia mi scosse. Come… come si permetteva quel…

«Io posso confermare tutto ciò che il ragazzo dice» si intromise Silente, fissando con intensità il ministro, quasi lo volesse trapassare con lo sguardo.

«Io… no… io non mi permetterei di dare ad Harry del bugiardo…» cercò di recuperare il vigliacco, vacillando sotto quello sguardo inquisitore.

«Ma naturalmente»

Avrei voluto strozzarlo. Glielo si leggeva in faccia che non stava credendo ad una sola parola… ed immaginavo già con cosa se ne sarebbe uscito.

Come se qualunque cosa che quel suo cervello ristretto avrebbe potuto partorire, mi avrebbe potuto dissuadere dalla certezza che Sirius era innocente. Avevo le mani che mi prudevano, ed una voglia matta di alzarmi e torturare quel… quel… quel… non mi veniva neanche un degno insulto da rivolgergli, dannazione!

«Vorrei che lei sia sicuro di quello che dice, Potter. Insomma, lei non sa neanche tutta la storia del ricercato Sirius Black» cercò di persuadermi ancora.

«Signor Ministro, mi dispiace deluderla, ma io so tutto riguardante Sirius. So anche che fu accusato di aver venduto i miei genitori a Voldemort. Sirius Black era il mio padrino, il loro testimone di nozze ed il migliore amico di mio padre, non li avrebbe mai traditi. Sirius Black non era il Custode Segreto dei miei genitori. Avevano pensato ad un piano più, ingegnoso oserei dire, peccato che poi si dimostrò fallimentare. Sirius avrebbe dovuto fare da specchietto per le allodole, facendo credere di essere lui il Custode, mentre in realtà lo sarebbe stato Minus. Non dissero a nessuno dello scambio, si sapeva infatti che una persona a loro molto vicina li stava tradendo. Fu per questo che anche il professor Silente testimonio in sua accusa. Chi avrebbe mai pensato che i Potter avessero scelto quel buono a nulla? Ed invece Minus nascondeva una sorpresa. Era proprio lui la spia, e li consegnò a Voldemort. Fu Sirius a trovare Minus, la mattina dopo, per vendicarli, e non il contrario, ma il piccolo Codaliscia aveva trovato un ottimo piano di fuga» raccontai, sotto lo sguardo sempre più stupito della giuria.

«E come spieghi il fatto che, prima di scappare da Azkaban, Black continuasse a ripetere “E’ a Hogwarts”? Non si riferiva forse a te? Non eri tu il suo obbiettivo?» mi domandò Caramell, sempre più stupito.

«Effettivamente il suo obbiettivo era ad Hogwarts, ma non ero di certo io. Si trattava sempre di Minus che, sotto le sembianze di un topo, era diventato l’animale domestico di una famiglia di maghi, ed uno dei ragazzi della famiglia lo aveva portato con sé nella scuola»

«E Black come faceva a saperlo? Chi era mai questa famiglia di maghi?!» domandò, sempre più incredulo.

Alzai gli occhi ad incrociare quelli di Silente. Forse mi ero cacciato in un vicolo oscuro.

Potevo rispondere a quella domanda, senza mettere magari nei guai i miei amici? Forse avrebbero potuto pensare che i Weasley erano invischiati nelle arti oscure, se avevano tenuto con loro un Mangiamorte per oltre dodici anni?

Ma Silente, con un impercettibile segno positivo del capo, mi esortò ad andare avanti, senza omettere alcun dettaglio della narrazione.

Già… dopotutto era l’ora della verità…

«Si trattava degli Weasley».

Naturalmente un mormorio sorpreso prese a serpeggiare tra i miei ascoltatori.

Vidi Percy allargare gli occhi, rendendosi conto di dove stavo andando a parare… dopotutto, Crosta era stato il suo topo, prima che lui lo cedesse a Ron.

«Loro non sapevano che il loro topo Crosta, altri che non era che un animagus, perciò non dovete assolutamente credere che lo facessero consapevolmente. – aggiunsi subito. No, gli Weasley dovevano rimanere fuori da quella storia – Ma ritorniamo alla domanda che mi avete posto prima, Ministro. Non so se ricordate che prima della fuga da Azkaban di Sirius, loro avevano vinto la lotteria annuale Super Galeone d’Oro della Gazzetta del Profeta. Voi andaste a visitare, poco tempo prima della sua fuga, la prigione, e scambiaste qualche parola con lui»

«Si… mi chiese il giornale. Gli mancavano i cruciverba» ricordò, con una faccia disgustata il flaccido uomo.

«E ricordate quale fosse l’articolo in prima pagina?»

«No… certo che no… come potrei!» rispose lui, ma già qualcuno cominciava a tirare le somme, e a capire dove io volevo arrivare.

«Io lo ricordo invece… si trattava della foto della famiglia Weasley durante il loro viaggio in Egitto, compiuto grazie alla cospicua vincita. Sulla spalla di Ronald Weasley stava Crosta, o Peter Minus, come preferite chiamarlo» spiegai.

«Ma… Black come fece a riconoscerlo, insomma!»

«Sirius aveva visto centinaia di volte l’aspetto di Codaliscia trasformato… ma c’era anche una prova in più, che potrà dare la conferma della veridicità delle mie parole anche a voi. A quel topo mancava un dito… e quale fu l’unica parte del corpo che ritrovarono di Minus?» insinuai, con un sorriso sarcastico in volto e vagamente maligno, che proprio non riuscii a nascondere. Li avevo fregati, e non avrebbero potuto in alcun modo negare l’ovvietà dei fatti, ora.

Vidi Madama Bones chinarsi verso Percy, che aveva steso il verbale di quel processo, e lo vidi allontanarsi velocemente. Immaginai fosse stato mandato a prendere il vecchio numero della Gazzetta incriminato.

Caramell intanto si passava un fazzoletto bianco sulla fronte sudata. Ok, avrebbe voluto compiacermi, ma gli rimaneva comunque impossibile credere che il criminale che per tanto tempo aveva fatto cercare, fosse innocente.

«Harry-» cercò di parlarmi.

«Credo che un Signor Potter sia più appropriato, Signor Ministro. Non vorrei che dei maldicenti potessero pensare a qualche sorta di… favoritismo» lo bruciai. Gli avevo forse dato il permesso di chiamarmi per nome? NO!

«Emh… certo, giusto… allora, Signor Potter, forse lei non è del tutto lucido su quello che sta dicendo. Probabilmente durante il vostro incontro al terzo anno vi ha lanciato un potente incantesimo Confundus, che ha effetti ancora tutt'oggi… forse bisognerebbe farvi un test per controllare se è effettivamente così, e…»

«Signor Ministro – lo interruppi – Io ho raccontato i fatti come li conosco. Forse avete ragione voi… forse effettivamente la memoria mi è stata manipolata… – vidi Caramell rilassarsi impercettibilmente sulla sedia. Povero sciocco – … o forse no. Immagino che Madama Bones abbia mandato il Signor Weasley a prendere una copia della Gazzetta incriminata, si potrebbe anche controllare se corrisponde al giorno della vostra visita ad Azkaban. Io non posso convincervi semplicemente con le mie parole… ma forse le prove potranno sedare ogni dubbio. Anch’io mi rifarò ai fatti e, se vorrete, potrete anche controllare il mio stato mentale. So di aver detto la verità, e so che Sirius Black era innocente. Di più non posso dirvi» risposi, con tutta la mia dignità, guardando intensamente l’uomo, che prese a muoversi con disagio sulla sedia.

Vecchio vigliacco che non era altro.

«Non si preoccupi Signor Potter. Oggi verrà fatta piena luce su questo caso. Ho mandato effettivamente Percy Weasley a prendere il numero della Gazzetta del Profeta uscito il giorno in cui il nostro ministro visitò la prigione di Azkaban prima della fuga dell’imputato. Vedremo se si tratta del numero che voi credete, e se vi è davvero rappresentato questo… Codaliscia, o Minus, che dir si voglia» rispose la Bones, rimettendosi apposto il monocolo.

Pochi secondi dopo entrò trafelato Percy, distribuendo a tutti i membri del Wizengamot una copia del giornale.

Li vidi fissarla stupiti, indicare un punto, e commentarla tra di loro.

Anche Caramell non poté far altro che arrendersi all’evidenza di fatti.

«Bene… Potter, credo che tu possa tornare al tuo posto. Silente, se vuoi accomodarti per aggiungere altro…»

«Cornelius, Harry ha già detto tutto quello che io avevo da dire. Posso solo aggiungere che io stesso ho potuto appurare la veridicità delle parole di Harry già quella sera in cui Sirius fu catturato e scappò nuovamente. Anch’io ero stato ingannato, ma mi sono reso conto del mio errore, e da quel momento Sirius è stato un grande aiuto, un grande e soprattutto un fedelissimo aiuto» aggiunse Silente, mettendosi in piedi e poi, risedendosi, lo vidi strizzarmi un occhio.

Avevamo detto tutto quello che c’era da dire. Avevamo le prove per sostenere quello che affermavamo. Ed inoltre, se Caramell si fosse messo nuovamente contro me e lui, sarebbe comunque rimasto il tarlo del dubbio nella mente di tutti. Già una volta non ci aveva creduto, ed alla fine i fatti avevano dato ragione a noi.

Non avrebbero potuto far altro che crederci.

Ne ero convinto!

E così infatti fu.

Caramell pronunciò in verdetto di innocenza, con tutte le viarie scuse trite e ritrite, annunciando che Sirius sarebbe stato risarcito per gli anni in cui era stato ingiustamente incarcerato.

«Potete avvertire Sirius Black, se sapete dove si trova, che da oggi è un uomo libero ed innocente» esclamò allegro il basso omuncolo.

Mi sentii cadere il mondo addosso. Come se non avessi voluto comunicare con lui… era il mio più grande desiderio, ma ormai era impossibile.

«Sirius Black è morto» sentenziai, serio, con una voce bassa ed incolore.

Vidi i vari membri della giuria, già pronta ad allontanarsi, guardarmi stralunata.

«Cosa

«Sirius Black è morto ucciso da sua cugina Bellatrix Lestrange, combattendo contro di lei, il giorno in cui Voldemort è penetrato al Ministero, a giugno»

«Ma… avremmo dovuto trovare il suo corpo e-»

Una nuova stilettata al cuore.

«La Lestrange ha spinto Sirius oltre il velo della morte, nella stanza dove voi avete catturato Lucius Malfoy e gli altri Mangiamorte» risposi, guardando il vuoto davanti a me.

E nuovamente quella scena straziante si rifece viva davanti ai miei occhi… nuovamente quell’incubo che infestava ogni mia notte si ripresentò anche mentre ero sveglio, accompagnato dall’insana voglia di vendetta che mi pervadeva.

«M-mi dispiace» mormorò quel pusillanime di un ministro, rendendosi conto della gaffe fatta.

«A questo proposito – si intromise Silente, sfilando da una delle maniche della sua sontuosa veste una pergamena arrotolata – avrei questo da esporre alla vostra visione» e lo passò alla Bones.

Io li guardavo, e non capivo cosa c’entrasse quella pergamena con Sirius e la sua morte.

L’anziana donna ruppe il sigillo di ceralacca, e srotolò il rotolo, prendendo a leggerlo. Lo passò poi al suo vicino, mentre puntava i suoi occhi su di me, con un’espressione bonaria.

Amelia Bones mi piaceva.

Già dalla mia prima udienza l’avevo presa in simpatia – ed un ruolo fondamentale aveva avuto il fatto che mi aveva aiutato – in quanto si trattava di una persona onesta, e non corrotta.

Dopo qualche minuto, in cui il rotolo di pergamena fu letto dai presenti, Caramell lo riprese tra le sue mani, e si rivolse a me «Potter… questo che abbiamo in mano è il testamento di Sirius Black – un velo di gelo si stese su di me. Avevo capito dove sarebbe andato a parare il discorso, ed io mi sentii un verme – Egli ha lasciato metà dei suoi ingenti beni a lei, Signor Potter, e la restante metà al Signor Remus John Lupin».

Io non li volevo quei soldi.

Perché non aveva lasciato tutto a Remus? Lui ne aveva bisogno molto più di me! Io avevo ancora la piccola fortuna ereditata dai miei genitori…

E mi sentii uno schifo.

Io avevo ucciso Sirius, e lui aveva lasciato proprio a me, a me, il suo assassino, la metà del suo patrimonio.

«L’operazione di trasferimento dei beni del Signor Sirius Black nei vostri conti alla Gringott sarà effettuata il più presto possibile…» Caramell continuava a parlare, ma io avevo preso a fissare il pavimento, senza reale interesse per quello che mi stava accadendo intorno.

Un macigno troppo pesante premeva sulle mie spalle e sul mio capo.

«… Signor Potter… vorrei approfittarne per comunicarle una decisione che è stata presa nei suoi confronti. – non diedi atto di star ascoltando, ma l’uomo, sebbene un po’ timoroso, continuò il suo discorso – E’ stato deciso di revocare in via del tutto eccezionale nei suoi confronti il decreto di Restrizione della Magia presso i Minorenni. Da questo momento in poi può usare a suo piacimento la magia, senza le tipiche restrizioni per coloro con un’età inferiore ai diciassette anni».

Alzai di scatto lo sguardo.

Che cosa-

Ma in quel momento capii, e tutta l’amarezza e la colpa che provavo, si riversarono in parole dure e cattive contro quell’uomo. Parole in cui io, per altro, credevo fermamente.

«Sta cercando di comprarmi?!» domandai, con tono insinuante.

«Cos-… comprarla, Signor Potter? E perché dovrei comprarla?» domandò con voce nervosa.

«Le elezioni, Ministro… lei forse spera che, con questa sua mossa geniale e con questo processo in favore di Black, io la sosterrò alle elezioni che si terranno ad aprile – lo vidi irrigidirsi, e non potei impedire alle mie labbra di piegarsi in un sorriso cattivo – ma se crede che io lo farò si sbaglia… oh, se si sbaglia! Crede forse che potrei appoggiare un essere come lei? Lei, così attaccato alla sua poltrona, da dimenticarsi i doveri che aveva nei confronti della comunità magica? Crede davvero di essere la persona adatta a guidare il mondo della magia nella nuova guerra che ci si prospetta sempre più vicina? Io credo che lei sia solo un vigliacco… un essere troppo attaccato al potere della sua posizione, per fare realmente il bene del nostro mondo. Io non la appoggerò mai!» conclusi con forza, gli occhi che sprizzavano rancore.

«Harry. Credo sia giunto il momento di tornare…» ruppe il silenzio che si era fatto dopo le mie parole Silente, scendendo presso di me, poggiandomi una mano sulla spalla.

Mi divincolai dalla sua stretta, e presi a camminare verso l’uscita ma, prima di abbandonare l’aula, mi fermai, voltandomi leggermente indietro e, con tono beffardo, dissi «Ah… Ministro… La ringrazio per il permesso speciale…» e, detto questo, me ne andai.

 

Quando arrivai a Grimmauld Place, la prima cosa che feci fu correre su per le scale, e chiudermi in camera mia. Non parlai con nessuno, non dissi una parola… semplicemente, dopo che la porta di ingresso si era chiusa alle mie spalle, io glissai tutti coloro che mi venivano incontro per sapere cosa fosse successo, salii su per le scale e mi chiusi in camera, sigillando la porta, inaugurando così la mia possibilità di compiere incantesimi fuori dalle mura di Hogwarts.

Mi sedetti alla mia scrivania, e tirai fuori dal cassetto la piccola scatola che avevo comprato a Diagon Alley.

Si trattava di un piccolo Pensatoio. Il libro che avevo comprato nello stesso negozio – e che io avevo già finito – mi spiegava, tra le varie cose, anche l’utilizzo di quel piccolo strumento magico.

Lo avevo comprato con l’unico scopo di poter “rivivere” gli unici ricordi di una famiglia che possedevo…  quella per me era l’unica possibilità di rivedere i miei genitori e Sirius… non che avessi molti ricordi di loro, e per lo più erano tutti spiacevoli, ma quello era un ottimo modo di illudermi di non essere ormai solo… QyuQgfwdklhgwkrh

Avvicinai la punta della bacchetta alla testa e, come avevo letto, richiamai alla memoria il ricordo che mi interessava, riversandolo poi nel piccolo bacile di pietra.

Ripetei l’operazione varie volte, richiamando tutti i pochi ricordi che avevo su di loro e facendoli cadere nel Pensatoio, poi mi chinai, e venni risucchiato all’interno di esso.

Quanto tempo vi rimasi?

Non lo so… il tempo lì era una nozione così soggettiva ed imprecisa lì dentro… vidi scorrere davanti ai miei occhi tutti i pochi ricordi che avevo… la prima volta che avevo visto Sirius in Magnolia Crescent… lo scontro nella Stamberga Strillante… Nell’ufficio di Silente, alla fine del quarto anno… il ricordo di Piton… alcuni episodi delle vacanze di Natale… ed io lì, seduto con le ginocchia al petto e la testa abbandonata su di esse, osservavo con occhi vacui lo scorrere del tempo, tutto ciò che mi era scivolato inesorabilmente tra le mani…

Fu a quel punto che avvertii qualcosa cambiare nell’aria, ma non mi lasciai turbare eccessivamente quando vidi apparire Remus Lupin… un Remus Lupin adulto e reale, che si guardava intorno cercando di capire dove si trovasse. In quel momento il ricordo che stavo rivedendo era la morte dei miei genitori come mi veniva evocata quando mi si avvicinavano dei Dissennatori – era dopotutto l’unica specie di ricordo che avevo di loro.

Non si accorse subito di me, ma rimase a rimirare con occhi sbarrati i suoni ed i pochi flash che avvenivano.

Quando tutto si calmò e tornò nero, fu solo a quel punto che si accorse di me.

«Harry…» mi richiamò.

Non diedi peso di averlo sentito. Perché era venuto proprio lui? Lui, che più di tutti avrebbe dovuto odiarmi?!

«Harry…» riprovò.

«Perché non se ne va?» risposi brusco.

«Perché non voglio» fece quello, dopo un attimo di sorpresa.

«In realtà lei non vuole stare qui con me… Sta semplicemente ubbidendo ad ordini superiori» lo incolpai io.

«Lo credi davvero?» mi domandò, sedendosi accanto a me.

Continuai a non degnarlo di uno sguardo.

«Si»

«E perché non dovrei voler stare qui con te?» domandò, come se fosse la cosa più normale del mondo, come se davvero non lo sapesse.

Lui… lui… perché faceva finta di nulla?

Perché non mi accusava, non mi picchiava, non mi insultava, non mi sbraitava addosso?

Perché stava lì, calmo e posato, a parlare in maniera tanto civile con me?!

Io… io non lo sopportavo. Mi faceva sentire ancor più miserabile di quanto già non fossi. Ed un’ondata di collera mi assalì.

«Lei dovrebbe odiarmi!» gridai, con gli occhi lampeggianti.

«E perché mai?» mi disse sorpreso, volgendosi a guardarmi con gli occhi allargati, come se avessi detto un’assurdità.

«Io… io… PERCHE’ IO HO UCCISO SIRIUS!» urlai, con quanto più fiato avevo in gola, quasi che dirlo più forte avrebbe diminuito il peso che mi portavo dietro.

Mi sentii solo più terrorizzato, e sbarrai gli occhi.

Adesso Lupin si sarebbe sentito autorizzato a gettarmi addosso tutto il suo rancore. Dopotutto io stesso avevo ammesso il mio crimine, e lui… lui non si sarebbe più sentito in dovere di mentirmi, di far finta che non fosse così.

Cercai di alzarmi, sempre più spaventato, con la ferma intenzione di mettere quanta più distanza tra me ed il Licantropo ma, quando feci per sollevarmi, lui mi bloccò per un polso.

Lo strinse forte, costringendomi a guardarlo.

Aveva un’espressione terribilmente seria e decisa.

«Non voglio mai più sentirti dire una sciocchezza del genere» mi ammonì con tono duro.

Scossi la testa, con gli occhi sbarrati a guardare qualcosa di irreale.

No… no… che stava dicendo…

«Io… io sono colpevole…» mormorai.

SCIAFF!

Un forte schiaffo mi raggiunse alla guancia. Mi portai una mano alla parte offesa, guardando verso Remus, smarrito.

«E’ una sciocchezza… non sei stato tu. E’ stata Bellatrix Lestrange, e tu non ne hai nessuna colpa. Mettitelo bene in testa, Harry… Non-E’-Stata-Colpa-Tua!» scandì, guardandomi negli occhi, con tutta la sua decisione e serietà.

E solo a quel punto l’enorme peso che mi schiacciava il petto da tutta l’estate si placò, annullandosi finalmente.

Non era colpa mia. No… non era stata colpa mia.

«Tu come fai a dirlo?» domandai.

Avevo assolutamente bisogno di una conferma… un qualcosa che mi avrebbe provato che era davvero come diceva lui.

«Stavi guardando i tuoi ricordi di Sirius, James e Lily?» mi domandò inaspettatamente.

Annuii.

«Riesci a rivivere quello del vostro primo incontro alla Stamberga Strillante tra te e Felpato?» mi domandò.

Non capii la sua richiesta, ma feci come mi aveva chiesto.

E così rivedemmo il grosso cane nero che portava Ron dentro le radici del Platano Picchiatore, io ed Hermione che li raggiungevamo, lo scontro, l’arrivo di Lupin e di Piton, l’attacco subito dal professore di pozioni, le spiegazioni dei due uomini e…

«Harry – stava dicendo Lupin – non capisci? Per tutto questo tempo abbiamo creduto che Sirius avesse tradito i tuoi genitori e Peter lo avesse scoperto… ma era il contrario, non capisci? Peter ha tradito tuo padre e tua madre… Sirius ha scoperto Peter…»

«NON E’ VERO! ERA IL LORO CUSTODE SEGRETO! L’HA DETTO PRIMA CHE ARRIVASSE LEI! HA DETTO CHE LI HA UCCISI!»

«Harry… - Sirius mi stava rispondendo, con una voce bassa e rauca – è come se li avessi uccisi. Io ho convinto Lily e James a scegliere Peter al mio posto all’ultimo momento, li ho convinti a scegliere lui come Custode Segreto invece di me… E’ colpa mia, lo so…»

«Hai sentito quello che ha detto?» mi richiamò Remus.

«Si…» stavo cominciando a capire, ed ogni secondo il sollievo era maggiore.

«Sirius si sentiva responsabile della morte dei tuoi genitori esattamente come ora tu ti senti responsabile della sua… Tu hai mai accusato Sirius di aver ucciso tuo padre e tua madre?» mi domandò.

«No…» soffiai piano.

«E allora non devi accusare neanche te stesso»

Chiusi gli occhi, mentre una lacrima solitaria solcava la mia guancia.

Remus si avvicinò e mi abbracciò… un abbraccio paterno, consolatore…

Un abbraccio che avevo tanto desiderato, che veniva a sancire indissolubilmente le parole che lo avevano preceduto.

Io… io non ero colpevole… Non era stata colpa mia…

 

 

Continua…

 

 

Con molto ritardo ma, come si dice, chi la dura la vice.

Finalmente rieccomi qui!

Piaciuto?

Devo dire che la prima parte l’ho dovuta riscrivere varie volte, che non mi soddisfaceva molto, ma credo che alla fine sia passabile.

Mi è piaciuto tantissimo invece scrivere l’ultima parte, la conversazione tra Remus ed Harry. Alla fine il nostro eroe credo abbia proprio bisogno di qualcuno che lo aiuti a scrollarsi di dosso tutte quelle colpe che si accolla… e Remus ce lo vedo benissimo in questa veste.

Ma vedremo come si evolverà il tutto!! ^___^

Ora… una piiiicola nota: è vero, questa storia parla di Harry ma… credete davvero che io lasci da parte gli altri personaggi che adoro di più?!? (E chi vuol intendere intenda…^^””)

Direi di passare a rispondere ai vostri commenti!! Sempre gentilissimi che siete! Wahhh!!! Vi ringrazio tantissimo!!!

 

Seekerstar: Alla fine hai capito ciò che Harry si era comprato… era un Pensatoio, ed alla fine anche il libro gli serviva… anche se indubbiamente ha cercato di fregare Silente.

 

Opalix: Ok! Allora quando avrai abbastanza materiale mi dirai effettivamente che ne pensi (più che giusto! ^^). Si… effettivamente Harry ci riserverà diverse sorprese, e ne riserverà anche a se stesso…

 

Caillean: Oddio… addirittura avvicinarmi all’Harry del 6 libro? Spero per lui di no… povero, lo sto proprio tartassando.

 

Anduril: All’udienza ha cercato di trattenersi, ma alla fine è proprio scoppiato… Harry ce lo vedo proprio bene un pochino cattivello. Dopotutto, è morta la persona a cui più voleva bene, e credo che tutti si rimanga ustionati da una simile catastrofe.

 

Sally90: Bhè… effettivamente questa storia è molto diversa da TLSR… ma… sto zitta… ^^””

 

Bene! Ora che ho terminato, non mi resta che lasciarvi con la raccomandazione di commentare numerosi! Non potreste farmi più felice!

Un bacione a tutti.

 

Marcycas – the Lady of Darkness

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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