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Autore: The_Storm    10/03/2015    0 recensioni
La vita è come un videogioco dove tu sei il protagonista e qualcuno (che sia esso il destino, Dio o chissà chi) è il giocatore. Alcune partite le gioca in maniera perfetta finché non commette un piccolo errore. Altre, invece, sono così orribili che commette gli errori più stupidi. Il giocatore (chiamiamolo così) a volte sbaglia a premere un tasto e perde, ma poi non commette più quell'errore. Ci sono errori, d'altro canto, che il giocatore commette spesso e magari nemmeno se ne rende conto. Ed è proprio da uno di questi errori frequenti che è iniziata tutta la storia che sto per raccontarvi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 2 - spade e incantesimi La Torre è ciò che io e la maggior parte delle persone che ci vivono chiamiamo "casa". In realtà, questo è un istituto dove vengono mandate le persone senza poteri magici come me e Jack. Nascere senza poteri magici era una vergogna sia per l'Incompleto (così ci chiamano), sia per la famiglia da cui egli proviene. Per questo è stata creata la Torre, un luogo dove mandare tutti i ragazzi Incompleti in modo tale che essi si rendano più utili imparando a combattere e a difendere. In realtà, qui non è male. Certo, ci sono regole molto severe che io puntualmente infrango, ma, dopo dieci anni passati lì dentro, ci fai l'abitudine. La Torre è una specie di castello medievale con tanto di ponte levatoio. Inizialmente, vi era soltanto un'altissima torre (da qui il nome) che serviva affinché i demoni non ci cogliessero impreparati. Ma poi iniziarono a nascere bambini senza poteri magici. All'inizio erano rarissimi i casi in cui in una famiglia di maghi nascesse un Incompleto, quindi bastava uccidere il bambino e dire a tutti che era nato morto. Lo so, è una cosa disgustosa, orribile e tutto il resto, ma se i tizi che dettavano legge a quei tempi non potevano permettere che tra il popolo si diffondesse la paura dell'estinzione dei maghi, anche perché in quel periodo vi fu una grandissima battaglia tra maghi e demoni, tanto grande che mi è toccata studiarla in quasi tutte le materie che seguo qui alla Torre. Grazie, veramente. Comunque, dicevo, all'inizio c'era solo questa torre enorme, ma, una volta che non fu più possibile ammazzare i bambini Incompleti come se niente fosse, decisero di costruire un castello in cui buttare tutti gli Incompleti e cercare di fargli combinare qualcosa nella vita. Fecero anche alcuni test e scoprirono che gli Incompleti avevano forza, velocità e sensi migliori di quelli dei Completi (quelli che hanno la magia). Fu proprio dopo questa scoperta che decisero di addestrare gli Incompleti al combattimento, senza però tralasciare l'istruzione, cosa che a me ancora non va a genio. Adoro combattere, ma le cose teoriche mi sembrano un po' inutili. Non a caso il mio motto è: la miglior teoria è la pratica. Nel muro che circonda il castello, ci sono alcuni mattoni che si possono rimuovere facilmente. Lo faccio e strisciamo all'interno delle mura. - Ti rendi conto che abbiamo rischiato di essere catturati? E per cosa, poi? Perché tu avevi "voglia di farti un giro"- sbotta a un tratto Jack. Mi stavo giusto chiedendo quando avrebbe cominciato una delle sue memorabili ramanzine. Jack è il mio migliore amico da quando sono finita qui dentro. Siamo gli opposti e probabilmente è proprio per questo che ci vogliamo così tanto bene. Lo guardo senza dire nulla perché so che non è affatto finita qui e che lui non si aspetta una mia risposta. - Quei demoni avrebbero potuto catturarci e farci chissà che cosa. Sai meglio di me quanto valga il nostro sangue. Se non avessimo avuto la fortuna di trovare un buon nascondiglio ci avrebbero di sicuro presi e portati nella loro dimensione. Ma quando ti deciderai a capire che non potrà andarti sempre bene? Quando ti renderai conto che infrangere le regole solo per il gusto di farlo è una pazzia? Quando starai per morire per mano dei demoni?- Si, se non lo aveste ancora capito, lui è quello responsabile tra i due e io quella istintiva. Resto ancora in silenzio a fissarlo negli occhi scuri e pieni di rimprovero. - Mi dispiace- dico con voce fievole, ma sappiamo entrambi che non è vero. Jack annuisce e aumenta la velocità della sua andatura. Io mi fermo e lo guardo scomparire dietro l'angolo. So che entro domani mattina gli sarà passata, ma non posso fare a meno di provare una stretta allo stomaco. Irritata dai miei stupidi sensi di colpa, riprendo a camminare pestando un po' troppo il pavimento. Non sono stupida, so quali rischi corro quando esco di nascosto, sia per quanto riguarda i demoni, sia per la punizione a cui andrei in contro se mi beccassero e so anche che Jack corre questi stessi rischi insieme a me perché il pensiero che mi accada qualcosa senza che lui facesse nulla per impedirlo, lo fa impazzire. Sto per svoltare l'angolo quando mi scontro con qualcosa di duro. Sarei sicuramente finita con il deretano sul pavimento, se il povero sfigato contro cui ho sbattuto non mi avesse afferrata al volo. Lo so, è il solito cliché delle telenovelas argentine e di quei film che ti fanno stare chiusa in bagno per ore, ma, ehi, cosa ci posso fare se io e la sfiga andiamo così tanto d'accordo? Riapro gli occhi che non mi ero resa conto di aver chiuso e mi ritrovo davanti il ragazzo più bello che abbia mai visto. Occhi verdi, capelli neri perfettamente spettinati, alto almeno un metro e novanta e, da quello che riesco a intravedere dalla maglietta aderente, degli addominali niente male. Il mio sguardo resta incatenato al suo per un tempo che mi pare infinito. Non esiste nessuno tranne noi e, come se fossimo stati spinti da una forza invisibile, ci baciamo appassionatamente. No, ok, scherzavo. In realtà, ci guardiamo per circa due secondi, il tempo necessario affinché io mi renda conto che il mio stomaco sta imparando a fare i tripli salti mortali e sono abbastanza sicura che i sensi di colpa c'entrino ben poco. - Ehi, ti dispiacerebbe lasciarmi adesso? Sai com'è, avrei un po' di fame- dico guardandolo un po' male. Lui continua a fissarmi negli occhi e non accenna a lasciare la presa. Che gli si siano suicidati i neuroni? - Che strano, hai un braccio bollente, mentre l'altro sembra fatto di ghiaccio- afferma con una voce bassa e melodiosa. Merda. Merda, merda, merda. Mi divincolo con più forza e finalmente riesco a staccarmi. Farfuglio un "devo andare" e parto a razzo verso la mensa. Prendo posto nel solito tavolo accanto alla finestra dove mi aspetta Jack. Mi ha già preso il vassoio con la cena, ormai conosce bene i miei gusti. Dannazione, c'è mancato poco che quel bellimbusto scoprisse il segreto che mi porto dietro da sedici anni. Al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere se avessi perso ancora un po' il controllo, il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Eppure credevo di averne il pieno controllo, ormai. Perfino nelle situazioni più critiche riesco a non cedere a questo istinto. Ma la cosa più strana è che non me ne sono neanche accorta. Ancora un po' e metà di me sarebbe diventata come una di quelle pizze surgelate, mentre l'altra sarebbe andata a fuoco e io avrei continuato a guardare con gli occhi a cuoricino quel tizio. - Crystal, c'è qualcosa che non va?- mi chiede dopo un po' Jack. Alzo lo sguardo da quello che ormai è un mix di tutta la cena messa insieme e lo guardo. Jack è l'unico a conoscere il mio segreto, quindi non esito a confessare tutto. Lui mi guarda inorridito e non posso dargli torto. Fortunatamente, il ragazzo di prima era un Completo, quindi probabilmente non lo vedrò mai più. Oh, e adesso perché diamine mi sento un po' triste? Dovrei esserne sollevata, invece. Non oso pensare a cosa mi farebbero se scoprissero il mio segreto, se venissero a sapere che in realtà io sono una Completa e neanche una Completa qualsiasi, ma una che ha il controllo del ghiaccio e del fuoco.
  
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