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Autore: Ska    11/03/2015    1 recensioni
"Tornerò a prenderti Calipso. Lo giuro sullo Stige"
Aveva urlato quelle parole al vento e lei probabilmente non le aveva sentite ma lui non avrebbe mai potuto dimenticare la sua promessa nemmeno se non ci fosse stato di mezzo lo Stige.
Non poteva dimenticare quel giuramento perché non poteva dimenticare lei.
Avrebbe fatto di tutto per mantenere la parola data, per tornare da lei e portarla via da Ogigia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, I sette della Profezia, Leo Valdez
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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2° CAPITOLO

Quella era decisamente una pessima idea ma lei sembrava l’unica a pensarla in quel modo.
Aveva tentato di far capire a Leo quanto la sua impresa fosse disperata ma lui si rifiutava di ascoltarla.
Anche quella mattina aveva cercato di farlo ragionare e alla fine avevano litigato.
Lo conosceva quasi da due anni e prima di allora non avevano mai litigato ma quella mattina Leo si era girato guardandola infuriato.
Tu ti sei arresa quando Percy era sparito nel nulla?
Hai lasciato perdere o hai continuato a cercarlo?
Niente e nessuno ti ha fermata quando tu cercavi il tuo fidanzato e allora perché cerchi di fermare me?

Non aveva capito quanto Leo tenesse a Calipso fino a quando non aveva visto quello sguardo disperato nei suoi occhi.
“Tu la ami?” gli aveva chiesto quando il semidio aveva ricacciato indietro le lacrime.
“Tu ami Percy?”
Con quella semplice domanda Leo aveva messo fine alla discussione.
Non c’era stato bisogno di altre spiegazioni.
Ovviamente augurava all’amico ogni fortuna ma non poteva fare a meno di pensare che quella fosse un’impresa disperata.
“Annabeth, va tutto bene?” domandò Percy avvicinandosi alla fidanzata, riportandola alla realtà.
“Quell’isola è maledetta. Non riuscirete mai a trovarla”
“Io e te siamo tornati dal Tartaro. Direi che anche quello era abbastanza impossibile per due semidei. Noi però ce l’abbiamo fatta”
“Le Porte della Morte erano state incatenate. Solo per questo siamo riusciti a tornare”
“Lo pensi davvero? Non credi che ogni tanto l’impossibile possa essere possibile?”
“E’ solo che… sono egoista, lo so, ma non voglio che tu parta”
“Annabeth…”
“O per lo meno vorrei poter venire con te”
“Lo so ma Festus può portare quattro persone al massimo e con Calipso siamo al completo” rispose Percy. “Devi fidarti di me Annabeth”
“Mi fido di te ma…”
“Quello che dice Leo è vero. Gli Dei avevano concesso l’amnistia ma Calipso è ancora prigioniera della sua maledizione e questo non è giusto” disse prendendole le mani. “E Piper ha ragione quando dice che Leo è l’unico che può ritrovare quell’isola”
“E se non riusciste a tornare?”
“Certo che torneremo” liquidò quella preoccupazione con un gesto della mano. “L’ho abbandonata una volta Annabeth non posso farlo ancora. La devo aiutare”
“Lo so” mormorò Annabeth baciandolo dolcemente. “Vedi di tornare da me Testa d’Alghe”
“Sempre” rispose Percy ricambiando il bacio, stringendola a sé.

Non lo aveva visto per tutta la giornata.
Sapeva che Annabeth aveva avuto una discussione con lui proprio quella mattina.
Avevano entrambi alzato la voce e alla fine Leo si era rinchiuso nel bunker Nove a lavorare sulla rotta da seguire per ritrovare Ogigia.
Sapeva che ad Annabeth non andava giù l’idea che Percy partisse senza di lei.
Hazel si chiedeva se magari, in una piccola parte del suo subconscio, la figlia di Atena non avesse paura che rivedere Calipso potesse causare qualche problema tra lei e Percy.
Lei e il figlio di Poseidone ne avevano passate tante e quando la guerra contro Gea era finita Percy le aveva chiesto di andare a vivere insieme al Campo Giove.
Lei aveva accettato immediatamente ma avevano deciso di passare quell’estate al Campo Mezzosangue insieme ai loro amici per rilassarsi un po’ prima di cominciare una uova vita insieme.
Annabeth sapeva quanto Percy fosse innamorato di lei ma la natura umana è così fragile che Hazel non avrebbe potuto biasimarla se avesse avuto paura di un eventuale rivale.
Anche lei a volte temeva che qualche ragazza più bella e loquace di lei potesse portargli via Frank ma poi guardava il figlio di Marte negli occhi e quei dubbi svanivano come neve al sole.
Leo invece non aveva quella fortuna.
Aveva dovuto lasciare Calipso per poter tornare al loro fianco per combattere contro Gea e ora chiedeva solamente di poter mantenere una promessa.
Come poteva biasimarlo?
“Ehi” lo salutò quando finalmente lo trovò seduto in riva al lago sul tronco di un albero.
“Hazel scusa ma non sono dell’umore adatto per una ramanzina sulle promesse e i giuramenti fatti sullo Stige” la avvertì Leo continuando a muovere freneticamente le mani, assemblando pezzi estratti dalla cintura degli attrezzi senza nemmeno guardare quello che stava facendo.
“Niente prediche. Almeno non questa sera” rispose Hazel guardando la baia di fronte a sé, la luce della luna che si rifletteva sull’acqua. “Vuoi dirmi che cosa ti preoccupa?”
“Io non sono preoccupato” si lamentò Leo incendiando per sbaglio quello che aveva appena costruito. “Maledizione” imprecò gettando a terra l’invenzione, guardandola spegnersi lentamente.
“Lo vedo” mormorò divertita. “Ne vuoi parlare?”
“La zattera non è arrivata subito quando l’ho chiamata” disse all’improvviso. “A quanto pare se lei non si innamora del semidio che viene spedito sull’isola la zattera non può comparire”
“Certo che è una maledizione crudele” mormorò la figlia di Plutone scuotendo la testa. “Innamorarsi di uomini che immancabilmente ti abbandonano”
“Dovevi vedere come era infuriata quando le sono piombato come un meteorite sull’isola” sorrise divertito Leo. “Le ho disintegrato il tavolo da pranzo”
“Il solito gentiluomo” lo prese in giro.
“Mi ha chiamato scarabocchio abbrustolito. Ha detto che era uno scherzo crudele degli Dei”
“Ma alla fine la zattera è arrivata”
“Mi ha baciato Hazel. Prima che io partissi, lei mi ha baciato”
“Si è innamorata di te. Per questo la zattera è arrivata”
“Non posso abbandonarla. Io… mi ha aiutato in ogni modo possibile, mi ha anche cucito questi vestiti ignifughi, e io…”
“Te ne sei innamorato”
“Già” rispose solamente tenendo lo sguardo fisso sul lago. “Devo tornare da lei”
“Sono certa che ce la farai” sorrise dolcemente Hazel stringendogli la mano. “Ce la farai”
“Ce la farò” mormorò Leo stringendo la mano dell’amica per trarne sicurezza.
Ti ritroverò, ti porterò via da lì.

FINE 2° CAPITOLO

 

   
 
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