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Autore: Ska    07/03/2015    3 recensioni
"Tornerò a prenderti Calipso. Lo giuro sullo Stige"
Aveva urlato quelle parole al vento e lei probabilmente non le aveva sentite ma lui non avrebbe mai potuto dimenticare la sua promessa nemmeno se non ci fosse stato di mezzo lo Stige.
Non poteva dimenticare quel giuramento perché non poteva dimenticare lei.
Avrebbe fatto di tutto per mantenere la parola data, per tornare da lei e portarla via da Ogigia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, I sette della Profezia, Leo Valdez
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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1° CAPITOLO

La guerra era finita.
Gea era stata sconfitta e rimessa a dormire.
Il Campo Giove e quello Mezzosangue si erano uniti per combattere e uccidere i mostri ritornati dal Tartaro e finalmente gli Dei erano tornati quelli di prima, senza più fastidiosi mal di testa e inquietanti cambiamenti di personalità.
Dopo mesi che in realtà erano sembrati anni finalmente avrebbero potuto dedicarsi un po’ di meritato riposo. Forse.
“Leo tutto bene?” domandò Piper osservando l’amico, scambiandosi uno sguardo preoccupato con Hazel seduta dall’altro lato del tavolo.
“Sto benissimo” rispose Leo ingurgitando rapidamente la colazione mentre con la mano sinistra continuava a tamburellare nervosamente sul tavolo.
“Se mangi così alla svelta ti andrà di traverso qualcosa” disse Hazel osservando sconcertata il ragazzo bere tutto d’un fiato un bicchierone di succo di frutta. “Non ti corre dietro nessuno”
“Hazel ha ragione. Ci meritiamo un po’ di calma e riposo” concordò Piper.
“Perché oggi non andiamo tutti a prendere il sole al fiume? Potremmo farci una nuotata” propose la figlia di Plutone senza ricevere alcuna risposta del semidio. “Leo?”
“Mmmh?”
“Non hai sentito una parola di quello che abbiamo detto, vero?”
“Scusate ragazze ma ora devo andare. Ci vediamo a cena… forse” disse agguantando un’ultima brioches prima di allontanarsi rapidamente dal padiglione.
“A cena?”
“Forse?” chiese a sua volta Piper.
“E a pranzo dove pensi di essere?” domandò Hazel guardando perplessa l’amico correre verso la foresta come se avesse dei mostri alle calcagna.
“Da quando Leo salta un pasto se può evitarlo?”

A pranzo Leo non si fece vedere e quando alla fine si riunirono tutti per la cena del semidio ancora non c’era traccia.
“Ragazzi qualcuno di voi ha visto Leo oggi?” domandò Piper sempre più preoccupata.
“No, ora che mi ci fai pensare è da ieri sera che non lo vedo” rispose Jason. “Sarà sicuramente in fucina a costruire qualche diavoleria”
“Questo pomeriggio sono passata a trovarlo ma non c’era. I suoi fratelli dicono che sono giorni che Leo non si fa vedere in officina” rispose Hazel guardando tormentata Frank. “Questa mattina era così strano, così distante” disse prendendogli la mano. “C’è qualcosa che non va. Ci sta nascondendo qualcosa”
“Ad esempio?”
“Non lo so. Però credo possa centrare con quello che è successo quando Chione lo ha gettato fuoribordo. Quando è scomparso per cinque giorni”
“Hazel ha ragione” concordò Piper. “Forse è nei guai e ha bisogno del nostro aiuto. Dobbiamo andare a cercarlo”
“Potrebbe essere andato al bunker” disse Jason attirando lo sguardo di Percy.
“Il bunker?”
“Lo ha scoperto subito dopo il nostro arrivo al Campo” spiegò Jason. “Nessuno ne era a conoscenza tranne Festus”
“E io che credevo di conoscere tutto del Campo” esclamò Percy. “Beh allora andiamo a vedere che fine ha fatto quel matto” disse seguendo Jason e gli altri all’interno della foresta.

Quando oltrepassarono la porta d’ingresso per un momento non riuscirono a distinguere nulla all’interno del bunker.
L’aria era satura di calore, umidità e fumo.
“Leo?” lo chiamò Jason guardandosi attorno preoccupato.
E se qualcosa fosse andato storto con la macchina a cui stava lavorando?
Nessuno lo avrebbe sentito là sotto se avesse chiamato aiuto, e con quell’aria irrespirabile sarebbe potuto morire prima che qualcuno fosse andato a cercarlo.
“Leo?” lo chiamò nuovamente Hazel lanciando un urlo quando qualcosa di enorme si levò di fronte ai loro occhi.
“ALLE ARMI!” urlò Frank sfoderando la spada pronto a battersi.
“No, fermatevi” gridò a sua volta Piper usando involontariamente la lingua ammaliatrice, bloccando l’attacco sul nascere. “E’ Festus”
“Festus?” mormorò allibito Percy lasciando andare un respiro di sollievo quando Leo comparì da dietro l’angolo.
“Ehi ragazzi, che ci fate qui?” chiese Leo non riuscendo a trattenersi dal sorridere entusiasta.
Ce l’aveva fatta e a tempo di record.
Aveva ricostruito il corpo di Festus e, grazie ad un piccolo aiuto da parte di suo padre Efesto, un regalo per la verità, il drago era di nuovo provvisto di ali.
Ora doveva solo tracciare la rotta grazie all’astrolabio di Ulisse e finalmente sarebbe potuto partire per Ogigia.
“Perché avete quelle facce?” domandò notando solo in quel momento gli sguardi preoccupati degli amici.
“Sei rimasto chiuso qui dentro tutto il giorno?” chiese Hazel avvicinandosi cautamente al ragazzo, come se avesse paura di lui.
Era sporco di olio, fuliggine e aveva lo sguardo spiritato.
“Veramente è da quando siamo tornati che vengo qui ogni giorno” rispose tranquillamente.
“Hai mangiato oggi?”
“No ma… volevo montare le ali a Festus. Mi mancavano solo quelle per finire. Ora sono pronto” esclamò mentre le orecchie gli prendevano fuoco per l’entusiasmo. “Scusate” mormorò spegnendole rapidamente, evitando lo sguardo degli amici per l’imbarazzo.
“Sei pronto per cosa?” domandò Annabeth gettando uno sguardo sulle mappe e le carte sparse sul tavolo più vicino. “Da quando ti interessi di astronomia e rotte nautiche?”
“Sapete, è una storia lunga”
“Abbiamo tempo”
“Leo noi siamo tuoi amici. Devi fidarti di noi” disse Piper guardandolo incoraggiante.
“Ma io mi fido di voi”
“Allora dicci che cosa ti sta succedendo” disse Frank. “E’ successo qualcosa quando Chione ti ha gettato fuoribordo, vero?”
“Io… sono finito su un’isola nel bel mezzo del nulla” capitolò puntando lo sguardo su Percy, non riuscendo a reprimere un moto di gelosia e rabbia verso il semidio. “Una spiaggia così bianca da sembrare ricoperta da uno strato sottile di neve. Vegetazione rigogliosa, acqua cristallina e un'unica abitante”
“Chi?” domandò Hazel incuriosita oltre ogni modo dallo sguardo tormentato dell’amico.
“Una ragazza” rispose senza distogliere lo sguardo da Percy. “Occhi a mandorla, capelli color caramello, profumo di cannella”
“Calipso” mormorò il semidio mentre improvvisamente gli tornava alla mente la giovane ragazza e la sua triste maledizione.  “Sei stato a Ogigia”
“Sì e le ho promesso che sarei tornato a prenderla”
“Leo è molto dolce da parte tua ma Calipso si trova su quell’isola perché è stata maledetta. Si è schierata dalla parte di suo padre Atlante nella Prima Guerra dei Titani” disse Annabeth guardandolo dispiaciuta.
Era chiaro a tutti che Leo si fosse innamorato di Calipso.
Perfino lui si rendeva conto di essere ridicolo ma glielo aveva promesso e non aveva la minima intenzione di abbandonarla come avevano fatto tutti gli eroi che l’avevano incontrata.
“Gli Dei avevano promesso l’amnistia per i loro nemici ma lei è ancora bloccata su quell’isola. Questo non è giusto” disse Leo stringendo le mani a pugno. “Ho riparato Festus e l’astrolabio di Ulisse che ho trovato a Bologna. So che grazie al cristallo che Calipso mi ha dato posso tracciare una rotta per ritrovare Ogigia”
“Quell’isola è magica. Nessuno può trovarla volontariamente”
“Io ci riuscirò” rispose sicuro voltando le spalle agli amici, iniziando a sistemare nervosamente l’officina mentre Festus si accoccolava accanto alla fornace.
“Anche ammesso che tu riesca a trovarla non sai nemmeno se lei può lasciare l’isola” insistette Annabeth cercando di metterlo di fronte alla realtà.
Non voleva essere dura con Leo ma qualcuno doveva fermarlo prima che fosse troppo tardi.
“Ho giurato sullo Stige che sarei tornato” sbottò voltandosi di scatto.
“Leo perché lo hai fatto?” gemette Hazel portandosi le mani alla bocca. “Sai quanto sono pericolosi i giuramenti, soprattutto quelli fatti sullo Stige”
“Se c’è qualcuno che può trovare quell’isola sei tu Leo” disse improvvisamente Piper avvicinandosi al figlio di Efesto, posandogli le mani sulle spalle. “Tu puoi farcela, lo so, ma non puoi andare da solo”
“Non ho bisogno di aiuto. Ho Festus” rispose allontanandosi da lei, ringraziandola comunque per la fiducia.
“Leo, Piper ha ragione, non puoi andare da solo. Potresti aver bisogno di aiuto” disse Jason avvicinandosi all’amico. “Verrò con te. Infondo viaggerai per aria e l’aria è il mio elemento”
“Vengo anch’io” disse Percy facendo sussultare Annabeth. “Nel caso dovesse andare storto qualcosa e doveste tornare per mare” aggiunse cercando di ignorare lo sguardo risentito della figlia di Atena.
Dopo le avrebbe parlato ma in quel momento sapeva che aiutare Leo era la cosa giusta da fare.
“Dico sul serio ragazzi. Non ho bisogno di aiuto” ripeté Leo a disagio.
Non gli andava l’idea di tornare a Ogigia con una ex fiamma di Calipso, né di fargli conoscere una potenziale nuova fiamma.
Non voleva che i due ragazzi più gettonati del Campo lo accompagnassero ma doveva ammettere che erano la compagnia migliore in caso di problemi.
“Anche noi siamo seri” rispose sicuro Jason. “Non ti lasceremo partire da solo”
“Jason ha ragione” disse Hazel. “Non puoi andare da solo e i loro poteri potrebbero aiutarti in caso di pericolo”
“Io… d’accordo” cedette infine continuando a evitare lo sguardo dei due semidei.
“Quando avevi intenzione di partire?”
“Tra due giorni. Il tempo di tracciare una rotta e vedere se riesco a sentire una persona”
“Che persona?” chiese Frank.
“Mio padre” rispose Leo. “A quanto pare è andato spesso a trovarla. Magari mi può aiutare”
“Molto bene. Allora tra due giorni partiamo” concordò Jason. “Nel frattempo che ne dici di andare a mangiare?”
“Arrivo subito, voi andate avanti. Do da mangiare a Festus” rispose Leo tornando a voltare le spalle agli amici, sperando che capissero il suo bisogno di rimanere da solo.
“Ti aspettiamo al banchetto” acconsentì Piper facendo cenno agli altri di lasciare il bunker.
Sperava che i suoi amici lo capissero.
Infondo erano tutti innamorati. Ognuno di loro aveva fatto cose folli per poter rimanere con la persona che amavano.
Perché lui non avrebbe dovuto mantenere la promessa fatta a Calipso?
Avrebbe voluto fare tutto da solo ma non era uno stupido e non aveva alcuna intenzione di rischiare di fallire solo perché non era in grado di accettare l’aiuto che gli veniva offerto.
Calipso veniva prima di tutto e lui aveva accettato l’aiuto di Jason e Percy solo per poter mantenere la promessa fattale.
Sperava solo di non doverlo rimpiangere.
Di sicuro nessuno poteva dargli la certezza che lei lo potesse preferire ai due rubacuori del Campo.
Questo non importa Leo Valdez. Quello che conta è portarla via dall’isola e se poi lei sceglierà qualcun altro… infondo dovresti essere abituato ad essere l’ultima ruota del carro pensò Leo sforzandosi di scacciare quei pensieri, sorridendo quando Festus gli strusciò il muso sulla schiena come se intuisse i suoi pensieri.
“Hai ragione bello, chi può resistere al mio fascino latino?” si sforzò di sorridere mentre versava in una grossa ciotola il miglior olio per motori che aveva correggendolo con un po’ di tabasco. “Buon appetito” disse prima di lasciare il bunker per raggiungere gli altri al banchetto.
Ancora due giorni e poi verrò a prenderti Calipso. Aspettami.

FINE 1° CAPITOLO

   
 
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