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Autore: Meraki    11/03/2015    1 recensioni
AU!School con i personaggi principali tratti dal primo film/libro di the Maze Runner, pairing: Newtmas (Newt/Thomas).
Thomas è un nuovo studente appena trasferitosi in città. Nella nuova classe fa la conoscenza di Minho, capitano del Club di atletica, e Newt, un ragazzo con cui nasce da subito un'intesa speciale...
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Ritrovarsi con metà faccia tumefatta la prima settimana di scuola... niente male"
Thomas si voltò e vide Newt appoggiato al portone d'ingresso.
Lo stava aspettando?
"Si beh... Per prendere a pugni uno come Gally, ne è valsa la pena" bofonchiò, alzando le spalle.
"Anche io ho le mie cicatrici di cui andare fiero!" Newt sorrise, indicandosi il labbro rotto, "il preside che vi ha detto?"
"Ci ha messo in punizione, niente di che. Fortunatamente due punizioni separate... quel tipo non lo sopporto"
"Sì, credo che la cosa sia reciproca," lo punzecchiò il biondo, incamminandosi con l'amico fuori dalla scuola.
"Newt io... ti ringrazio. Ti sei messo in mezzo per difendere un pive come me e..."
"...E tu hai mandato tutto all'aria facendo comunque a botte con Gally," concluse l'altro accennando una risata.
Thomas provò un moto di rimorso e si morse il labbro: "hai ragione, ma quando ti ha ferito non ci ho più visto."
I due camminarono per un po' in silenzio l'uno di fianco all'altro: Thomas lanciò un paio di occhiate in direzione di Newt e notò che aveva un sorrisetto stampato in faccia.
"Non farti illusioni Tommy, mi è venuto istintivo proteggerti..." spiegò, guardando ovunque tranne che in direzione di Thomas, visibilmente a disagio per la frase appena pronunciata, "dopotutto siamo amici, no?" aggiunse, sospirando leggermente.
Thomas si lasciò andare in un sorriso sincero, "certo... amici."
All'improvviso si ricordò di come Newt lo aveva guardato nello spogliatoio, quel pomeriggio, e la parola "amico" gli sembrò totalmente fuori luogo. Avrebbe dovuto chiarire subito le cose con Newt? Chiedergli se lui era...?
No. 
Non erano abbastanza in confidenza per domande del genere.
E poi avrebbe comunque potuto essere suo amico.
"Anche se un amico non dovrebbe guardarmi in quel modo," pensò arrossendo.
"Tutto ok, Tommy? Sembri accaldato," sentenziò Newt, osservandolo preoccupato, "stai male?"
Thomas lo guardò agitato, "datti una calmata!" si disse, affannato.

Dopo cena, Thomas salì in camera sua e si mise al pc.
Non aveva ancora avuto molto tempo per stare online e, con sua sorpresa, Newt, Minho e altri suoi compagni di classe lo avevano aggiunto alla friendlist di faccialibro.
Indugiò sul nome di Newt per qualche minuto, ripensando agli avvenimenti della giornata, poi cliccò sul suo profilo e iniziò a sbirciare le sue foto. A quanto pareva era un tipo abbastanza tranquillo: gli piaceva lavorare il legno, svolgere lavoretti manuali e aveva una cerchia limitata di amici stretti: visi e nomi che spesso facevano capolino accanto a lui.
Thomas non aveva mai legato molto con nessuno in particolare ma quel ragazzo e Minho gli piacevano davvero. Poi, mentre scorreva gli album, gli capitò sotto gli occhi una foto che lo turbò: Newt era abbracciato ad un ragazzo che Thomas riconobbe come Alby, il presidente del consiglio studentesco. Era un abbraccio tanto intimo che non faticò a realizzare che i due erano più che semplici amici: come a confermare la sua teoria, andando avanti nell'album comparve una foto di loro due che si baciavano.
A Thomas si congelò il sangue nelle vene. 
Quindi era vero?
Newt era gay.
Lo era?
Sospirò e rimase a fissare il monitor per un po', i pixel che bruciavano sotto il suo sguardo. Poi di punto in bianco abbassò lo schermo del portatile.
In ogni caso, non erano affari suoi. Erano amici da poco ed era normale che Newt non si fosse presentato il primo giorno dicendo "Ehi ciao sono Newt e sono gay!".
O magari era tutto uno scherzo e non era neanche lontanamente gay.
"Sì certo, come no" borbottò scettico tra se e sé.
E se anche fosse stato gay? A lui cosa cambiava?
Non era mai stato una persona omofobica ed avere un amico gay non sarebbe stato certo un problema. Qualcosa però lo aveva turbato profondamente... il problema era che non riusciva a capire cosa.
Thomas non aveva mai avuto una ragazza perché non si era mai sentito attratto da nessuna.
O da nessuno, gli suggerì una vocina nella sua testa. Tommy si affrettò a zittirla sventolando una mano in aria, come per scacciare quella stupidaggine.

"Ehi, pivello"
"Pivello?"
"...Thomas?"
Il pivello si voltò di scatto, ritrovandosi faccia a faccia con Minho.
"Finché continuerai a chiamarmi pivello non ti rivolgerò più la parola. Grazie a te adesso tutta la scuola mi chiama con quel soprannome orrendo," Thomas fece scocchiare la lingua, offeso.
"Ma dai, te la prendi per così poco? Per-ma-lo-so," scandì l'asiatico, passandogli un braccio attorno alle spalle.
"Piuttosto, Venerdì non hai avuto tempo di darmi una risposta... Verrai al club di atletica oggi? Ho già detto a tutti che saresti venuto, quindi non puoi tirarti indietro...neanche con la brutta faccia tumefatta che ti ritrovi!" aggiunse, vedendo che Thomas cercava di aprir bocca per accaparrare scuse.
"Verrò" promise sbuffando, "quanto meno sarà un modo come un altro per infastidire Gally," sentenziò, ridacchiando.
"Già... Comunque cerca di lasciarlo perdere quello. Te l'ho già detto, non è un tipo con cui si ragiona."
"Ho notato..."
"Ragazzi!"
Newt comparve accanto a Minho come un fulmine a ciel sereno. Nonostante la ferita al labbro non si fosse ancora rimarginata del tutto, appariva raggiante e non faceva niente per nasconderlo, regalando ai suoi amici un sorriso a trentadue denti.
"Ehi Newt, come mai così felice di Lunedì mattina?" domandò scettico Minho guardandolo di sbieco, "il weekend è stato particolarmente appagante?" aggiunse poi con un sorriso malizioso, indicando con un cenno un punto poco lontano da loro.
Thomas seguì lo sguardo di Minho e arrossì istintivamente: stava indicando un gruppo di ragazzi poco lontano, tra cui svettava l figura massiccia di Alby.
Newt sbuffò, "non so di cosa tu stia parlando," borbottò in maniera concitata, prima di cambiare completamente discorso, visibilmente in imbarazzo.

Dopo le lezioni, Newt decise di accompagnare Minho e Thomas al Club di Atletica e di fermarsi ad assistere all'allenamento. Doveva finire di assemblare una piccolo scrigno in legno per un progetto del suo club, quindi prese posto sulle scalinate e iniziò ad avvitare alcune viti distrattamente, lanciando di tanto in tanto delle occhiate in direzione degli amici.
Minho presentò Thomas agli altri membri: la maggior parte di loro erano alti e slanciati e osservavano il nuovo arrivato con curiosità. Alcuni non ascoltarono nulla del discorso di Minho, troppo occupati ad osservare le cheerleaders che si allenavano dall'altra parte del campo.
"Ragazzi, che cavolo però... Preferite cercare di sbirciare le mutandine delle cheerleaders piuttosto che passare a raggi x questo bel fustacchione?!" li riprese ironicamente Minho, indicando Thomas.
"Non abbiamo mica bisogno di impegnarci... Quelle tipe sono sempre col culo all'aria!" rispose con un ghigno uno dei ragazzi.
Anche Thomas le aveva notate: stavano provando un balletto sventolando quegli stupidi pon-pon rosa. Con sua grande sorpresa, tra di loro scorse Teresa. Non avevano più avuto modo di parlare da quando si erano conosciuti a mensa il Venerdì precedente ma non si aspettava di vederla tra quelle ragazze. Le sue gambe bianche come il latte contrastavano con la maggior parte delle altre e Thomas rimase imbambolato a fissarla per qualche secondo.
"Ehi Thomas, non sbavare troppo o allagherai il campo," lo prese in giro Minho tirandogli un pugno sulla spalla, "basta così, ora tutti al lavoro! Come riscaldamento faremo 5 giri di campo, poi ci dedicheremo al salto in alto e alla corsa..."

Il pomeriggio passò in modo piacevole. Nonostante Thomas fosse fuori allenamento, riuscì a tenere i ritmi dei propri compagni e a fine giornata era già parte integrante del team. Quando il sole stava ormai per tramontare, la squadra lasciò il campo per dirigersi verso gli spogliatoi. Newt scese dalle gradinate e raggiunse Thomas, dandogli una pacca sulla spalla, "come primo giorno direi che sei andato alla grande!" 
Thomas non potè far altro che ricambiare il suo sorriso, "spero di non averti fatto annoiare troppo" aggiunse.
"Per niente... Anzi, sei stato un piacere per gli occhi," rispose Newt, cogliendolo di sorpresa.
Thomas deglutì e si accorse di avere la gola secca, quindi se la schiarì, a disagio.
"Tom!" 
Teresa gli stava correndo incontro, con la gonna che svolazzava al vento e lasciava ben poco all'immaginazione. Tutto d'un tratto Thomas si sentì osservato: alcuni dei suoi compagni di squadra si erano voltati per rimanere a guardare la scena, incuriositi da quella ragazza.
"Ehi, non sapevo fossi nel club di atletica! Anche io sono entrata da poco nelle cheerleaders!?" annunciò lei, con un sorriso.
"Ma che... che hai fatto al viso?" aggiunse sgranando gli occhi, visibilmente preoccupata. Allungò una mano per sfiorargli la guancia e Thomas percepì il suo tocco caldo sugli zigomi.
"Diciamo che ho avuto un colpo di fulmine con un ragazzo della sezione E... Un colpo di fulmine al contrario," spiegò lui brevemente, ridacchiando sommessamente.
"Cavolo, sembra che un fulmine ti abbia colpito in faccia... e non in senso metaforico!" esclamò lei, ridendo a sua volta.
Un colpo di tosse riportò l'attenzione di Thomas nuovamente su Newt: il biondo lo guardava con le sopracciglie alzate e un gran punto interrogativo stampato in fronte.
"Ah sì, Teresa lui è Newt, un mio compagno di classe... Newt, lei è Teresa," li presentò Thomas, indicandoli alternamente.
"Allora qualche amico ce l'hai," prorruppe lei, stringendo la mano a Newt, "piacere di conoscerti Newt."
"Piacere mio," rispose secco lui, che sembrava tutto tranne che contento di conoscerla.
Il suo stato d'animo era così palese che sia Thomas che Teresa ammutolirono e non trovarono un modo carino per continuare la conversazione.
"Thomas sbrigati! Chi arriva per ultimo finisce per fare sempre la doccia fredda!" lo avvisò Minho da dentro lo spogliatoio. 
Thomas ringraziò il suo angelo custode per avergli dato l'opportunità di allontanarsi da quell'insolito trio che si era venuto a creare.
"Allora io vado..." azzardò, mentre si incamminava verso le docce.
"Io vado a casa," Newt si sistemò lo zaino a tracolla sulle spalle e, senza guardare nessuno, si voltò, "a domani."
"A domani."
Thomas rimase un po' sconcertato dal comportamento dell'amico, diventato ad un tratto freddo e distaccato. Era la prima volta che lo vedeva comportarsi in quel modo e non sapeva proprio cosa pensare. Quindi lo seguì con lo sguardo per qualche minuto, distrattamente.
Teresa guardò con aria interrogativa l'amico, poi fece spallucce e tornò dalle sue compagne di squadra.

Quella sera, Thomas era steso sul letto a rimurginare sugli avvenimenti della giornata. Era felice di essere riuscito ad integrarsi da subito nel club di atletica, ma il comportamento di Newt lo aveva turbato. 
Poi si ritrovò a pensare a Teresa. 
Sentiva con lei un'affinità particolare ed era sicuro sarebbero diventati ottimi amici, come già sentiva lo fossero Newt e Minho.
Ad un tratto il suo smartphone vibrò, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
Era un messaggio di Newt.
"Tommy, è tutto ok?"
Rimase ad osservare lo schermo con aria accigliata, poi digitò brevemente una risposta.
"A parte l'occhio nero che mi ritrovo (più in generale, a parte la mia faccia da schiaffi) è tutto ok. Tu stai bene?"
Dopo poco arrivò un altro sms:
"Tutto ok. Scusami per prima, non devo aver fatto una gran buona impressione alla tua nuova amica. Prometto di comportarmi meglio con lei, in futuro. Ps. La tua faccia non ha niente che non va. E' carina."
Thomas spalancò gli occhi, incredulo. Con suo immenso stupore, il cuore aveva cominciato a battergli così forte che aveva paura gli stesse per schizzare fuori dalla gola.
La tua faccia non ha niente che non va. E' carina.
Cosa significava quella frase? Era un complimento? Un apprezzamento? Una provocazione? Un...cosa?! Ma, cosa più importante... cosa avrebbe dovuto rispondere lui ad un commento del genere?
Si passò una mano tra i capelli, in agitazione. Decise di non rispondergli niente per il momento e lasciò il cellulare sul comodino, per poi andare in bagno a farsi una doccia calda (quel pomeriggio non era riuscito a farsene una decente negli spogliatoi, siccome tutti quanti si erano coalizzati contro di lui arrotolando asciugamani bagnati e tirandoglieli addosso per scherzo).
Quando ritornò in camera, con i capelli ancora bagnati e un asciugamano attorno alla vita, notò che il led dello smartphone lampeggiava.
Era un altro messaggio di Newt.
"Avrei dovuto tenermi quel "PS" per me, vero?"
Thomas deglutì e con mani tremanti digitò: "No, non avresti dovuto. Buonanotte..." e premette invio.
  
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