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Autore: White Spins    12/03/2015    2 recensioni
Greer Danville ha 16 anni, ha vissuto tutta la sua vita in Inghilterra, ma un giorno decide di trasferirsi negli Stati Uniti per proseguire lì i suoi studi. Ma soprattutto, Greer è l'erede al trono britannico.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La settimana era quasi finita. Nonostante la stanchezza a causa della vita abbastanza frenetica che conduceva, Greer si sentiva comunque bene. Molto bene. E se cercava di sforzarsi per trovare una ragione, l’unica cosa che vedeva nella sua mente era il volto sorridente di Brenna.
Erano passate circa due settimane dal loro primo incontro, eppure Greer sentiva già un forte affetto per l’altra ragazza. E non riusciva a spiegarlo nemmeno a se stessa, ma Brenna in qualche modo era riuscita ad attirare completamente la sua attenzione, era riuscita a entrare nella testa di Greer, senza saperlo.
Greer pensava che fosse troppo presto per una cosa del genere. E passava troppo tempo a cercare una definizione di quello che stava provando, ma l’unica certezza che aveva era che non aveva mai provato niente di simile.
Era un po’ spaventata, e incuriosita allo stesso tempo.
Spaventata perché provava sentimenti per una ragazza che conosceva da neanche un mese, e incuriosita perché Brenna era una persona così particolare e intrigante. Greer non riusciva semplicemente a resisterle, e forse non voleva.
 
In quegli ultimi giorni aveva passato molto tempo con Brenna, non solo per studiare e lavorare al progetto; passavano il tempo a chiacchierare, a scherzare, scoprendo tante piccole cose l’una dell’altra che forse non erano neanche tanto importanti.
Greer aveva scoperto che Brenna adorava Orange Is The New Black, ad esempio, e avevano passato il giorno prima a guardare gli episodi della seconda stagione.
Greer non aveva mai sentito una persona imprecare così tanto contro un personaggio inventato (ma capiva perfettamente, anche lei odiava Vee).
Aveva anche scoperto che l’altra ragazza aveva una vera fissazione per i Paramore, dopo aver notato che le loro canzoni facevano da sottofondo a quando studiavano.
Brenna aveva rivelato che non era mai stata a un loro concerto, ma che stava risparmiando soldi per comprare un biglietto per quando avrebbero suonato a Boston.
La prima cosa che Greer fece appena tornata a casa quella sera, fu comprare i biglietti più costosi.
Era una  persona molto impulsiva, certo, ma sapeva che ne sarebbe valsa la pena; non vedeva l’ora di vedere l’espressione sul volto di Brenna quando glieli avrebbe dati.
 
In quel momento era nello spogliatoio della scuola, si stava cambiando dopo l’allenamento col club di tennis. C’erano solo lei e un’altra ragazza, una cosa normale visto che Greer era sempre stata piuttosto lenta a farsi la doccia e cambiarsi. Le piaceva fare le cose con calma.
Stava finendo di allacciarsi le scarpe, quando notò che l’altra ragazza si era avvicinata e la stava fissando.
“Posso aiutarti?” chiese Greer dopo qualche secondo, quando vide che la ragazza la stava continuando a fissare con un sorriso senza dire nulla.
“Mi chiedevo solo se…” iniziò a dire, scuotendo la testa, “Ti andrebbe di andare a prendere insieme un caffè? Offro io.”
Greer la guardò per un istante senza dire nulla, alzandosi poi in piedi per chiudere l’armadietto e prendere la sua roba.
“Scusami, Maggie, ma non posso. Ho un altro impegno.”
“Si tratta di Brenna Carver, non è vero?” chiese con amarezza Maggie.
“No, non si tratta di lei” mentì Greer, scuotendo la testa, “E comunque, non credo siano affari che ti riguardano. Scusami.”
“No, certo, hai assolutamente ragione” Maggie annuì, sospirando, “Però mi dispiacerebbe se ti accadesse qualcosa di brutto per via della vostra…amicizia.”
A Greer non passò inosservato il modo in cui Maggie aveva detto quell’ultima parola.
 
Prima che potesse risponderle, l’altra ragazza continuò a parlare.
“È solo che…tutti sanno com’è fatta Brenna, non gode certo di un’ottima reputazione. E tu sei una principessa. Non vorrei che nascesse uno scandalo, o qualcosa del genere. Ma non credo che ci saranno problemi se tra di voi non c’è niente di serio, no?”
Greer sistemò la borsa sulla spalla, prendendo anche la borsa con dentro la sua racchetta.
“Scusami, devo andare” disse dirigendosi verso la porta.
Ma l’altra ragazza sembrava non voler demordere.
“Sto solo cercando di avvertirti, Greer. Non voglio che si creino problemi per te, in caso provassi qualcosa nei suoi confronti” Maggie disse con un piccolo sorriso, “Stai attenta.”
Greer non le rispose, e ignorando completamente gli avvertimenti dell’altra ragazza, se ne andò.
 
Il sole di Boston era quasi accecante per Greer.
Non c’era molto abituata, avendo vissuto nel grigiore di Londra per tutta la vita.
Aveva dunque provveduto a prendere un paio di occhiali da sole, togliendoseli tuttavia nel momento in cui Brenna le aveva detto, con uno di quei suoi sorrisi maliziosi, che in questo modo non sarebbe riuscita a vedere i suoi occhi, aggiungendo che era un peccato.
Stavano passeggiando per il Boston Common, un parco molto grande, Greer notò. Guardandosi intorno, rimase affascinata da molte cose. Cose semplici, come il verde che la circondava, l’enorme lago, gli alberi maestosi. Poi si voltò verso Brenna.
I loro sguardi si incontrarono, e Greer smise di respirare per un secondo. No, Brenna era decisamente più affascinante di tutto il resto.
 
“Mi dispiace” Brenna disse voltandosi in avanti, sorprendendo Greer.
“Per cosa?”
“Per non essere una buona guida turistica, credo” sospirò, “È quasi imbarazzante come io non conosca molto bene la mia città. Non so, magari avresti preferito andare a visitare qualche museo, o una galleria d’arte, o qualcosa del genere…”
“Brenna, tranquilla, davvero” Greer disse interrompendola, ridacchiando, “E poi per chi mi hai presa, per un’ottantenne? Anche se non so cos’avrei dato per vederti in un museo.”
“Se mai mi vedrai in un museo, sarà perché sarò esposta tra i capolavori” Brenna scherzò, scuotendo la testa, “Certo, come no.”
“Beh, io pagherei per vedere un tale capolavoro.”
Brenna rise imbarazzata, “Beh, sarebbero soldi sprecati.”
Greer la guardò con un sorriso, “No, non credo proprio.”
Brenna le lanciò uno sguardo curioso, prima di voltarsi di nuovo in avanti, abbassando la testa.
 
“Comunque mi dispiace per la compagnia extra” disse Greer indicando con un pollice James, che era a una decina di metri dietro di loro.
“Non ti preoccupare. Un po’ di sole farà bene anche a lui” scherzò Brenna, rassicurandola con un sorriso.
“Già, hai ragione. E credo che nemmeno James avrebbe apprezzato stare dentro a un museo in una giornata così bella” Greer disse, mettendosi le mani in tasca.
“Uscivi spesso quando stavi a Londra?”
Greer scosse la testa, “A dire il vero no. O almeno, non andavo molto in città. Mi piaceva molto passeggiare o correre nei parchi, fare tornei di tennis, ma non avevo molto tempo per le cose che fanno tutti i ragazzi della nostra età.”
 “E cosa pensi che facciano i ragazzi della nostra età?”
“Non so, tipo andare a ballare in discoteca, andare alle feste, o andare a bere in un pub…quel genere di cose, capisci?”
Brenna la guardò con un mezzo sorriso sul suo volto.
“Credo di sì. Ma non c’è niente di male a non voler fare queste cose, Greer.”
“No, certo, lo so. Però qualche volta mi piacerebbe fare qualcosa di nuovo, che forse non dovrei fare.”
“Beh, qui di sicuro non puoi fare due di queste cose, visto che hai 16 anni. Non so come funzioni in Inghilterra” Brenna disse ridendo, “Ma penso sia la stessa cosa. Chissà, magari un giorno potremmo andare a una festa insieme.”
Greer annuì e basta.
 
Continuarono a camminare un altro po’, quando Brenna le fece una domanda.
“È stato difficile lasciare i tuoi amici per venire qui?”
“Beh, in realtà non è che avessi molti amici” ammise Greer sospirando, “La maggior parte erano persone che vedevo per via dei club che frequentavo.”
Passò un momento di silenzio, poi Greer vide Brenna prendere un respiro profondo, lo sguardo rivolto a terra.
“Non hai mai avuto una relazione?”
La domanda sorprese molto Greer.
“Ne ho avuta una” ammise passandosi una mano tra i capelli, “Piuttosto breve. È durata solo un mesetto, praticamente è finita ancor prima che cominciasse.”
“Cos’è successo?” chiese Brenna con curiosità, scuotendo poi la testa, “Cioè, non devi dirmelo se non ne hai voglia.”
“Non preoccuparti, non ho problemi a parlarne” Greer la rassicurò, “In poche parole, era interessata più al fatto che fossi una principessa che ad altro. Voleva solo farsi notare dai media, e non le importava se questo volesse dire sfruttarmi.”
“Greer, mi dispiace…” Brenna disse, “Non meritavi certo una cosa del genere.”
“Suppongo di no, ma almeno mi è stata di lezione. Questa e altre esperienze simili mi hanno insegnato ad essere molto più cauta con le persone, ora faccio molta più attenzione.”
“Beh, non mi sembra che tu sia molto cauta con me, mi sbaglio?” le fece notare Brenna.
“No, non ti sbagli” rispose Greer guardando Brenna con un sorriso timido, “Non ho ragione di esserlo con te. Mi fai sentire a mio agio.”
Brenna ricambiò il sorriso con la stessa timidezza.
Poi improvvisamente si fermò, i suoi occhi sempre su Greer.
 
“Che c’è?” le chiese l’altra ragazza con un’espressione confusa.
“Stai ferma un attimo” Brenna rispose alzando la mano, toccando i capelli di Greer.
Greer smise di respirare per un secondo, accorgendosi di come Brenna stesse tenendo la mano nei suoi capelli per un lungo momento, o almeno lo era per Greer. Era come se il tempo si fosse fermato per un istante.
“Brenna…”
“Avevi…” iniziò a dire Brenna, schiarendosi la gola, “Avevi una foglia tra i capelli.”
Greer la guardò mentre fece cadere la foglia, sentendo il cuore tornare a battere regolarmente. Non avrebbe neanche saputo indicare il momento in cui le era iniziato a battere così velocemente.
I loro sguardi si incontrarono, e Brenna sembrava stranamente pensierosa.
Rise con apparente imbarazzo, cogliendo di sorpresa Greer, la quale si sentiva quasi come incantata.
“Vuoi andare a prendere un caffè? C’è un chiosco proprio laggiù” Brenna le propose.
“Certo, andiamo” Greer rispose annuendo. 

Erano le undici, Greer si stava per addormentare, quando all’improvviso il suo telefono iniziò a squillare.
Strofinandosi gli occhi, lo prese dal comodino, guardando lo schermo. Era Brenna.
“Brenna? Che c’è?”
“Greer, ho bisogno del tuo aiuto” disse Brenna con panico evidente nella sua voce.
Greer si mise a sedere sul letto, ogni traccia di sonno praticamente scomparsa.
“Brenna, che succede?”
“Puoi venire a prendermi entro dieci minuti davanti al Charles? Ti prego, sei l’unica su cui posso contare” la implorò Brenna.
“Farò il prima possibile, tranquilla” replicò Greer riagganciando il telefono.
Si mise le scarpe senza allacciarle, mettendosi poi un giacchetto sopra il pigiama. Non le importava affatto di certi piccoli dettagli in quel momento.
Uscì dal suo appartamento dopo aver preso le chiavi della macchina, una copia che aveva preso di nascosto da James.
 
Guidò per cinque minuti, prima di arrivare davanti al bar. Aspettò impazientemente che Brenna arrivasse, dopo aver notato che non c’era.
Stava prendendo il cellulare dalla tasca del pigiama per provare a chiamarla, quando vide due persone correre verso la sua auto.
Erano Brenna e Ford.
Si tolse la cintura e uscì dalla macchina, guardando le ragazze che si stavano avvicinando.
“Che sta succedendo?” chiese con un’espressione confusa.
“Te lo spieghiamo dopo. Parti e basta, altrimenti ci beccano” Ford rispose ridacchiando, salendo in macchina su uno dei sedili posteriori, mentre Brenna salì su quello anteriore senza dire una parola.
Ancor più confusa e con un presentimento che non le piaceva affatto, Greer salì in macchina.
 
“Ok, ora mi dite che sta succedendo?” Greer provò a chiedere di nuovo dopo che erano partite.
“Non credo tu voglia saperlo” rispose Brenna con un tono di voce insicuro.
Greer le lanciò un’occhiata veloce, tornando subito a guardare la strada.
“Non credo sia difficile capirlo, considerando la puzza di alcol che sento” ribatté facendo una faccia disgustata.
Brenna non disse nulla, guardando fuori dal finestrino.
“Beh, per farla breve, abbiamo rubato una bottiglia di Jack Daniel’s da un supermercato, e poi abbiamo avuto la brillante idea di farci un tatuaggio. Mi ha fatto un male cane, invece Brenna a quanto pare non ha sentito nulla. Forse perché è il suo secondo tatuaggio, non saprei. Ah, e poi c’è stato il gran finale quando ho lanciato la bottiglia, ovviamente vuota, contro una macchina parcheggiata. Per sbaglio, ovviamente, miravo al cestino lì vicino. Ed è stato allora che siamo dovute scappare, un poliziotto aveva iniziato a inseguirci…”
“Ford” Brenna la interruppe dopo aver notato l’espressione strana sul volto di Greer, “Basta.”
“Dio santo, ok,  me ne starò zitta allora” Ford disse alzando gli occhi al cielo.
 
Brenna guardò Greer, cercando di capire cosa stesse provando in quel momento. Niente di positivo, questo era poco ma sicuro.
“Dimmi dove abiti” disse Greer rivolgendosi con freddezza a Ford.
“Certo, così poi verrai a trovarmi ogni volta che vuoi, eh?”
“Sta a tre isolati da qui, al prossimo stop gira a destra” Brenna rispose sospirando pesantemente.
I minuti successivi furono pieni di imbarazzo e incertezza, carichi di una tensione che tutte sentivano chiaramente.
Quando arrivarono davanti casa di Ford, quest’ultima scese dopo aver salutato Brenna e senza ringraziare Greer. Ma a Greer non importava minimamente.
 
Ripartirono con lo stesso silenzio pesante di qualche istante prima.
Ma Brenna non riusciva evidentemente a reggerlo più, così si voltò verso Greer.
“Possiamo parlare?”
“No” rispose seccamente Greer, serrando la mascella.
“Greer, per favore, lascia che ti spieghi…”
“Penso che Ford abbia già spiegato abbastanza per entrambe, no?”
Brenna sbuffò, “Non è proprio andata come ha detto lei. Io non ho fatto nulla, beh, a parte farmi fare un tatuaggio. Ha fatto tutto lei praticamente.”
Greer rise con amarezza, “E credi che questo giustifichi tutto quanto? Non m’importa che tu faccia cose illegali, o se le fai semplicemente per non pensare o per divertirti, o per staccare un po’, come mi hai detto tu stessa. Sono affari tuoi, e non posso certo dirti cosa fare e non fare.”
“E allora perché sei così arrabbiata?”
“Perché ero preoccupata a morte, ok?” rispose Greer alzando la voce, “Ero preoccupata, e poi vengo a scoprire che si trattava solo di una delle tue bravate. E sai cosa? Ritiro quello che ho detto: m’importa che tu stia commettendo reati, perché…beh, sai, sono reati.”
Brenna la guardò sorpresa, non aspettandosi evidentemente una risposta del genere.
“Mi dispiace di averti fatta preoccupare, davvero.”
Greer non le rispose, continuando a guardare la strada.
 
“È solo che…” iniziò a dire Brenna, guardando in basso, “Quando faccio queste cose, è come se tutto quello che mi circonda svanisse, e sento di poter fare di tutto.”
Greer scosse la testa, “Potresti semplicemente parlare con qualcuno dei tuoi problemi, invece che comportarti così. Ma fa’ come preferisci.”
“Greer, ti prego…”
“Siamo arrivate” la interruppe Greer accostando, senza spegnere la macchina.
Brenna cercò il suo sguardo, inutilmente, poiché Greer si ostinava a guardare in avanti, le mani che stringevano il volante.
Con un sospiro, Brenna scese senza dire nulla, chiudendo lo sportello.
Greer ripartì subito, ignorando gli occhi imploranti dell’altra ragazza, lasciando andare un respiro che la scosse completamente, sentendo un peso nello stomaco.

Greer era stanchissima. Aveva passato gran parte della notte senza riuscire a chiudere occhio, solo perché non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo con Brenna.
Sapeva di essere stata piuttosto dura con l’altra ragazza, ma quando aveva ricevuto la sua chiamata aveva subito pensato al peggio, per poi scoprire che si trattava solo di salvarla dall’ennesima stupidata con Ford.
Perciò Greer pensava di avere il diritto di essere arrabbiata. Ma doveva ammettere che non era facile ignorare i messaggi di Brenna.
Aveva deciso quindi di risponderle brevemente, dicendole che aveva bisogno che la lasciasse un po’ in pace per sbollire la rabbia. Spense poi il cellulare, sapendo che, se lo avesse tenuto acceso, sarebbe stata tentata di chiamare l’altra ragazza.
Ed era l’ultima cosa che doveva fare in quel momento.
 
Era in cucina, stava riempiendo una tazza di latte, prendendo poi da una credenza una scatola di cereali.
Poggiando entrambi gli oggetti sopra il tavolo, andò nel soggiorno per prendere il suo iPad.
Si mise a sedere e riempì la tazza di cereali, accendendo con l’altra mano l’iPad.
Dopo aver iniziato a mangiare, aprì un’applicazione per vedere le news, come era solita fare ogni fine settimana. Lesse qualche breve articolo di cronaca, scrollando col dito in giù.
Arrivò alla sezione dei gossip, che saltava sempre poiché non le interessava per niente, ma qualcosa attirò la sua attenzione.
Pensava inizialmente di aver visto male, era quasi convinta che la persona in quella foto fosse solo una che le somigliava molto; ma decise di investigare meglio, e, con grande curiosità, aprì l’articolo.
 
La prima cosa che vide fu una foto di lei e Brenna, risalente al giorno prima quando stavano passeggiando nel parco.
Sconcertata, posò il cucchiaio nella tazza, prendendo l’iPad con entrambe le mani.
Notò poi il nome dell’articolo e lo lesse ad alta voce.
La principessa Greer d’Inghilterra innamorata?!” sospirò pesantemente, “Originale, direi.”
I suoi occhi caddero di nuovo sulla foto che aveva attirato la sua attenzione: era stata scattata nel momento in cui Brenna aveva una mano tra i suoi capelli, quando le stava togliendo una foglia. Ma osservandola bene, Greer notò che sembrava un po’ compromettente, era facile trarne conclusioni sbagliate.
Forse era per via del modo in cui si guardavano nella foto.
 
Greer scosse la testa, decidendo di leggere l’articolo. E se ne pentì. Parlava di come la principessa forse non era così noiosa come sembrava, della misteriosa e bellissima ragazza americana in sua compagnia, di come avesse trovato l’amore in quelle poche settimane di permanenza negli Stati Uniti, e se sarebbe durato o no.
Innervosita, Greer si strofinò gli occhi con una mano. Non avrebbe certo mai pensato che avrebbe attirato l’attenzione dei paparazzi e dei giornali così velocemente, un’attenzione che non desiderava affatto.
Il fatto che anche Brenna fosse coinvolta la infastidiva ancor di più.
Anche se era sempre arrabbiata con lei, questo certamente non voleva dire che voleva esporla in questo modo a tutto il mondo. E forse Greer stava esagerando, ma conosceva abbastanza quell’ambiente da sapere che Brenna sarebbe stata studiata e osservata come una cavia da laboratorio.
Greer non voleva permettere che questo accadesse.
Guardò le altre foto, non potendo fare a meno di notare come sia lei che Brenna fossero sempre sorridenti in ciascuna di esse, non riuscendo a staccare gli occhi dal suo volto apparentemente felice.
Era proprio nei guai. 

Era già lunedì. Dopo aver passato il fine settimana rinchiusa nel suo appartamento, Greer non si sentiva davvero pronta ad affrontare un giorno di scuola.
Non si sentiva pronta ad affrontare Brenna.
Ma non poteva certo evitarla per sempre, quindi avrebbe stretto i denti e cercato di ignorare quella parte dentro di lei che le diceva di perdonare la ragazza e lasciar correre.
L’intenzione di Greer non era certo di salvare Brenna dai suoi problemi, poiché pensava che solo Brenna potesse farlo veramente. E sapeva che Brenna era ancora ben lontana dal salvarsi, visto che era la prima a non volerlo.
Greer pensò che l’avrebbe cercata quando si sarebbe sentita pronta ad aprirsi.
Greer era pronta ad aspettarla, ma non era pronta a trattenere il fiato a lungo.

Era in macchina ed era a metà strada da scuola, quando il suo telefono squillò.
Lo prese dalla borsa, vedendo che era suo padre.
Lasciò squillare il telefono per qualche secondo, decidendo poi di rispondere controvoglia. Poteva benissimo immaginare il motivo per cui suo padre avesse provato a chiamarla per tutto il fine settimana.
“Pronto?”
“Bene, sei viva allora!”
Greer sospirò, “Papà, perdonami, ma sto andando a scuola, non posso stare al telefono a lungo.”
“Oh, non ti preoccupare, sarò breve” replicò Will, “Dunque, quella bella ragazza nelle foto che ho visto è la famosa Brenna?”
“Papà…” Greer si lamentò appoggiando la testa al sedile.
“Dai, racconta tutto al tuo vecchio. Da quanto state insieme?”
“Non stiamo insieme.”
“Beh, da quelle foto mi sembrava…”
“Ti sbagli, papà. Non puoi presumere certe cose dopo aver visto solo qualche stupida foto” Greer disse con esasperazione.
 
Rimasero entrambi in silenzio per qualche secondo.
Greer scosse la testa, chiudendo gli occhi.
“Scusami” disse lasciando andare un respiro profondo, “Non dovevo sbottare in quel modo.”
“Tranquilla, tesoro” la rassicurò Will, “Capisco che situazioni del genere possano essere un po’ stressanti. Ci sono passato anch’io.”
“Già. Non mi piace per niente essere al centro dell’attenzione, è una cosa che sai bene. Mi innervosisce di più il fatto che Brenna sia coinvolta però. E davvero, papà, siamo solo amiche” Greer disse.
“Ma a te sta bene così?”
“Beh, non saprei…” rispose sinceramente la ragazza, “Non so neanche se le piacciono le ragazze, senza contare che è l’unica amica che ho qui.”
“Non hai altri amici?” Will chiese preoccupato, “Greer, dimmelo se non ti stai trovando bene lì. Se vuoi, posso farti tornare a casa in un batter d’occhio.”
“No, papà, sto bene, non preoccuparti. Mi sto solo ancora abituando, tutto qui.”
Greer sentì suo padre sospirare, e, vedendo che era arrivata a scuola, interruppe qualsiasi cosa stesse per dire.
“Sono arrivata a scuola, devo veramente andare, scusami.”
“D’accordo, ma Greer, se hai bisogno di qualcosa, anche solo di parlare, ricordati che ci sono sempre per te, ok? Ti voglio bene.”
Greer sorrise.
“Certo, papà, lo so. Ti voglio bene anch’io.”

Quando Greer entrò a scuola, notò che qualcosa era cambiato.
Le persone la fissavano e parlavano tra di loro, indicandola come se lei non le potesse vedere. Ma questo non era niente di nuovo.
E Greer poi se ne accorse: non la stavano solo fissando come la solito, stavano ridendo di lei.
Evidentemente i pettegolezzi giravano in fretta a Boston.
Ignorando gli sguardi e le risatine, si diresse verso l’aula di storia, aspettandosi il peggio, considerando anche che Brenna era in classe insieme a lei.
Non rimase sorpresa quando, entrando nell’aula, i suoi compagni di classe smisero di parlare per un attimo, decidendo invece di fissarla come se fosse un fenomeno da baraccone.
Ripresero a parlare quando Greer si mise a sedere al suo posto.
La ragazza cercò di non badare ai brusii e alle risate, provando a distrarsi col suo telefono.
Ma a un certo punto i brusii diventarono schiamazzi, le risate si fecero più rumorose.
Greer si voltò infastidita, e i suoi occhi caddero su Brenna che, evidentemente confusa, stava entrando in classe.
Giudicando dalla sua espressione, Greer poteva vedere che chiaramente Brenna non sapeva nulla dell’articolo e delle foto di loro due.
 
“Che sta succedendo?” chiese Brenna quando arrivò al suo banco, dietro quello di Greer.
“Non hai visto niente?” replicò Greer stupita.
“Cos’è che dovevo vedere?”
Prima che Greer potesse risponderle, un gruppetto di ragazze si avvicinò a loro. Greer le riconobbe. Erano le stesse ragazze che l’avevano riempita di domande il secondo giorno di scuola.
“Ragazze, ci stavamo chiedendo…quando sarà il matrimonio reale? Vi prego, ditemi che siamo tutti invitati” disse Shelby ridacchiando, con le sue amiche che la imitarono.
Brenna appoggiò lo zaino sul banco, incrociando quindi le braccia.
“Ok, di che cavolo state parlando?”
“Ma dove vivi, Carver? Come fai a non sapere nulla?”
“Cosa non so? Smettila di girarci intorno, Shelby” Brenna disse sbuffando.
Un ghigno apparve sul volto dell’altra ragazza, che tirò fuori dalla tasca del maglione il suo cellulare.
 
Dopo qualche momento passato a cercare apparentemente qualcosa, Shelby mostrò lo schermo del cellulare a Brenna.
“Non credo che questa tipa insieme a Greer sia solo una che ti somiglia molto, no?”
Brenna strappò il cellulare dalle sue mani, ignorando il suo ‘ehi!’ indignato.
Greer la osservò mentre stava guardando il cellulare, curiosa di vedere quale sarebbe stata la sua reazione.
“Beh, cos’hai da dire?” Shelby chiese a Brenna col solito ghigno stampato sul suo volto.
“Posso solo dire…” iniziò a dire Brenna, rendendo il cellulare all’altra ragazza, “Che non sono affari che ti riguardano.”
“Ah sì? Non credi che sia un po’ tardi per questo? Ormai tutto il mondo saprà che ti fai la principessa d’Inghilterra.”
Greer in quel momento decise di alzarsi per intervenire, ma prima che potesse dire qualcosa, Brenna la anticipò.
“Ok, punto primo: non devo certo nessuna spiegazione, a te o a chiunque altro. Secondo, tra me e Greer non c’è niente. Ma scommetto che parlare della vita privata delle altre persone e intrometterti in cose che non ti riguardano è l’unica cosa che sai fare veramente bene, eh?”
“Oh, non hai la minima idea di cos’è che so fare veramente bene” replicò Shelby lanciandole un’occhiataccia.
“Fidati, una vaga idea ce l’ho” Brenna disse con un sorrisetto.
Shelby si avvicinò con uno sguardo minaccioso.
 
Greer, sentendo una forte tensione nell’aria, si intromise tra le due ragazze.
“Ok, ora basta” disse con fermezza, voltandosi verso Brenna e appoggiando una mano sul suo braccio, “Non ne vale la pena, ok?”
“Oooh, guardate come la principessa è subito corsa in difesa della sua ragazza” Shelby disse a voce alta, facendo ridere le sue amiche e alcuni compagni di classe.
“Non è la mia ragazza” dissero Brenna e Greer nello stesso momento.
Si voltarono l’una verso l’altra, abbassando poi entrambe la testa.
“Certo, come no” Shelby disse deridendole.
Brenna stava per risponderle, quando suonò la campanella.
“Oh, peccato, ci tenevo a chiacchierare un altro po’ con voi due fidanzatine. Sarà per un’altra volta.”
“Non ci contare” disse Brenna guardandola andare via con il suo gruppetto.
Greer sospirò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Brenna…”
“Lascia stare” Brenna la interruppe, andando a sedersi al suo posto.
Greer la guardò per qualche secondo, visibilmente amareggiata, prima di scuotere la testa e sedersi a sua volta.

Era l’ora di pranzo, Greer stava camminando per andare nel posto in cui andava sempre a mangiare, quando intravide Brenna, seduta da sola.
“Ciao” le disse quando si trovò davanti a lei.
Brenna non alzò la testa quando ricambiò il saluto.
Passarono dei secondi pieni di un silenzio imbarazzante. Sospirando pesantemente, Greer si mise a sedere accanto all’altra ragazza, che la guardò sorpresa.
“Perché mi guardi così?” Greer le chiese.
“Sbaglio, o eri arrabbiata con me fino a qualche giorno fa?”
“Non ti sbagli. E sono tutt’ora arrabbiata, forse un po’ meno però.”
Brenna la guardò confusa.
“Allora perché stai parlando con me, dopo aver ignorato tutti i messaggi che ti ho inviato in questi giorni?”
Greer scosse la testa, spazientita.
“Sto parlando con te perché volevo sapere come stavi dopo quello che è successo prima in classe. E non ho voluto risponderti perché se l’avessi fatto, probabilmente avrei detto delle cose di cui mi sarei pentita.”
“Certo, capisco” disse Brenna abbassando la testa, “E non preoccuparti per me, sto benone. Quella cretina di Shelby è fastidiosa, ma non do certo peso alle cose che dice.”
 
Greer prese un respiro profondo, preparandosi alla domanda che voleva farle.
“E cosa ne pensi di quell’articolo?”
“Ho letto articoli migliori.”
“Brenna, sul serio” Greer disse, “Adesso tutto il mondo pensa che stiamo insieme, o qualcosa del genere. Non ti dà fastidio?”
“Affatto” Brenna rispose sorprendendo l’altra ragazza, “Non m’importa cosa pensa la gente di me. Non m’importa se pensano che stiamo insieme. L’unica cosa che mi dà veramente fastidio però è essere al centro dell’attenzione. E poi, è inquietante come i media s’interessino così tanto a due minorenni.”
“Benvenuta nella mia vita” Greer disse con un piccolo sorriso.
Brenna lo ricambiò, scuotendo la testa.
 
“Non hai paura di essere etichettata nel modo sbagliato però?” Greer le chiese.
“No. E poi sono bisessuale, l’orientamento sessuale non è un problema. Il punto è che non me ne frega niente di quello che pensano gli altri, davvero.”
Greer, stupita dalla rivelazione di Brenna, cercò di nascondere il sorriso che stava nascendo sul suo volto.
“A te importa invece? Quello che pensano tutti?”
“Sinceramente no. L’unica opinione a cui do peso è quella di mio padre” replicò Greer con un sorriso melanconico, “Mi fa spesso pressione sulla faccenda dell’amore. È imbarazzante, davvero.”
“Ti capisco benissimo” Brenna disse alzando gli occhi al cielo, “Anche mia madre è così. È una tale ficcanaso…”
Entrambe le ragazze risero.
 
Si guardarono senza dire nulla per un momento, poi Greer si alzò in piedi, sistemando bene lo zaino sulle spalle.
“Tanto perché tu lo sappia, non mi è passata ancora del tutto la rabbia e la delusione per l’altra sera” disse alzando una mano quando vide che Brenna stava per interromperla, “Ma vorrei davvero che tutto tornasse alla normalità. Sta a te decidere come comportarti, Brenna.”
“Greer, non è così semplice…”
“E io ti credo, però non posso andare avanti preoccupandomi sempre che tu faccia qualcosa di enormemente stupido” ribatté Greer, “Spetta solo a te decidere cosa è meglio fare per te stessa, io non posso certo darti ordini. Non voglio. La vita è la tua.”
Sorridendole un’ultima volta, Greer se ne andò, sperando che Brenna avrebbe riflettuto sulle sue parole.

Due giorni dopo, Greer era in biblioteca a studiare da sola, quando fu avvicinata da una persona.
“Ciao, Greer.”
Greer alzò la testa. Era Maggie.
“Ciao.”
Riprese a fare i compiti, con l’impressione che l’altra ragazza volesse solo salutarla. Ma non era così.
“Che ci fai rinchiusa qui in biblioteca? Oggi è proprio una bella giornata.”
“Mi sto portando avanti con i compiti, non voglio rischiare di rimanere indietro.”
Maggie si avvicinò, osservando Greer con occhi attenti.
“Però mi sembri piuttosto stanca. Va tutto bene?” chiese preoccupata.
Greer annuì, “Sì, certo. È solo che non pensavo che la scuola americana fosse tanto difficile quanto studiare con gli insegnanti privati.”
Maggie le sorrise, “Beh, la mia offerta di andare a prendere un caffè insieme è sempre valida. Perciò, se volessi prenderti una pausa, potremmo andare anche ora, che ne dici?”
 
Greer ci pensò per un attimo. Qualcosa la faceva sentire insicura nell’accettare la proposta, e non era tanto per via dei compiti che aveva da fare.
Era insicura per via di Brenna.
Ma non aveva ragione di esserlo, pensò. La situazione con Brenna in quei giorni non era delle migliori, ma Greer era fiduciosa. Non voleva smettere di sperare che la ragazza avrebbe eventualmente affrontato qualsiasi cosa la stesse turbando. Greer l’avrebbe aspettata.
Ma non c’era niente di male a prendere un caffè con una compagna di scuola.
Perciò accettò l’invito di Maggie.


Dedico questo capitolo alla miglior proofreader che ci sia, Annarita! Senza di lei, la fanfiction sarebbe un enorme troiaio!

 

   
 
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