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Autore: cherfifina96    12/03/2015    2 recensioni
Dal testo:
"La prima cosa che ricordo di quel giorno, è l'odore della macchina dell'assistente sociale che mi stava accompagnando per l'ennesimo primo giorno, nell'ennesima nuova scuola. Quell'odore di libri nuovi, che nessuno ha mai aperto e di caramelle alla menta."
Un assassino da scovare, una ragazza speciale.....
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 8

 

Mentre io cucinavo, Donna apparecchiava.

<< Senti... >> iniziò << Visto che nella tua camera sembra scoppiata una bomba, ti cedo la mia, per stanotte, ok? Io dormo sul divano. >>

<< No! Non c'è bisogno! >> mi affrettai a rispondere.

Donna mi fissò è sorrise << Vedo che una volta conquistata la tua fiducia, non sei altro che una ragazza come le altre! Gentile, simpatica e premurosa! >>

Aprii la bocca, sorpresa. Effettivamente, mi ero molto lasciata andare con lei. Feci spallucce e ripresi a cucinare.

Appena la frittata fu pronta, ci accomodammo per cenare. Stavo per mangiare il primo boccone, quando il telefono di Donna prese a trillare all'improvviso.

<< Qui è l'ispettrice Braden. Sì. Sì, va bene. Arriviamo subito, grazie. >>

<< Chi era? >> chiesi.

<< Mi hanno appena comunicato che il Centauro, questa volta, ha fallito. Una delle sue vittime è sopravvissuta >>

Sgranai gli occhi. << Come sta? >>

<< Non lo so. Dicono che sia in stato di shock. Mi hanno chiesto di andare sul luogo in cui lo hanno ritrovato. E hanno richiesto anche la tua presenza. >>

 

**

 

In meno di un quarto d'ora, raggiungemmo la nostra destinazione. Entrammo in un magazzino abbandonato, pieno di rifiuti. Il luogo ideale, per un omicidio.

L'odore di putrefazione e ruggine sembrava insinuarsi fin dentro le ossa, così mi coprii il naso con la manica della felpa.

<< Allora, dov'è la vittima? >> chiese Donna. Non l'avevo mai sentita usare quel tono autoritario.

<< E' da quella parte, ispettrice >> disse un poliziotto, indicandoci un angolo del magazzino, in cui molte persone si erano raccolte, probabilmente per i primi soccorsi.

<< Grazie >>

Non appena ci trovammo davanti all'uomo, Donna gli si accostò.

<< So che è un brutto momento per chiederle di parlarmi di ciò che le è successo, per cui non insisterò se non volesse parlarmi. Vorrei solo che mi dicesse il suo nome. >>

<< Mi chiamo Dan Messner >> disse l'uomo con voce tremante.

Messner. Era lo stesso cognome di Jay!

Mi portai una mano alla bocca, per reprimere un suono di sorpresa che stavo per emettere.

Nonostante questo, però, Donna se ne accorse.

<< Che succede, Aida? >>

<< E' lo stesso cognome di un mio compagno di scuola >>

Lei mi si avvicinò, abbracciandomi. Capii subito che, oltre ad un gesto d'affetto, era un espediente per potermi sussurrare all'orecchio.

<< Guarda nei suoi pensieri >>

Annuii e mi tolsi la benda. Immediatamente, una miriade di scritte luminose mi comparvero davanti, mandandomi in confusione e facendomi girare la testa.

Indietreggiai.

<< Tutto bene? >> chiese Donna.

<< Sì, sì. Solo che.... Ha troppi pensieri in testa... Mi.... Viene la nausea.... >> dissi coprendomi l'occhio destro con una mano.

<< Ora riprovo, comunque. >> aggiunsi, riaprendo l'occhio, prima che potesse fermarmi.

Che male! Voglio andare a casa!! ” “ Ho paura! ” “ Perché proprio io? ” “ Orribile! ” “ Chi era quell'uomo? ”

Sospirai, chiudendo gli occhi.

<< Non sa niente. Non credo l'abbia visto in faccia. E comunque, anche se l'avesse fatto, è troppo scosso per pensarci. >>

<< Capisco. >> dal tono che aveva usato, capii che Donna aveva fatto molto affidamento su una possibile testimonianza dell'unica persona sopravvissuta alla furia del Centauro.

 

**

 

Il giorno dopo, Donna aveva una giornata di riposo e così decidemmo di andare in piscina.

<< Allora, ti piace nuotare? >> chiese l'ispettrice mentre guidava.

<< Non sono capace... >> confessai alzando le spalle.

Donna mi fissò con stupore e sorrise.

<< Ti insegno io! >>

La fissai di rimando dopo questa sua affermazione, con sguardo indagatore.

<< Non è che vuoi solo distrarmi da ciò che è successo ieri sera, vero? >>

<< Ti sbagli mia cara! Sto cercando di distrarre me >>

<< Come? >>

<< Hai capito bene. Questa notte non ho fatto altro che pensare e riflettere per cercare un modo di fermare quel tizio e, così, mi sono ritrovata più stanca di prima. Per questo ti ho chiesto di andare in piscina >>

<< Come mai proprio la piscina? >>

Donna ghignò, mantenendo, stavolta, lo sguardo sulla strada.

<< Perché sono una sirena. >> sussurrò poi con voce maligna, voltandosi di scatto verso di me.

Io, in tutta risposta, alzai un sopracciglio, regalando alla donna un'espressione del tipo “con chi credi di parlare?”

Lei rise e spense il motore dell'auto.

<< Scendi, siamo arrivate. >>

 

 

 

Appena entrate nell’edificio, fummo subito accolte da svariate grida di bambini che correvano in lungo e in largo per la piscina.

Potei constatare fin da subito la presenza di molte persone, nonostante le temperature basse, tipiche autunnali.

<< Ripeto: come mai la piscina? >> chiesi a Donna, guardandomi intorno, sospettosa.

<< Te l’ho detto!! Ho bisogno di distrarmi! >>

<< E cosa centra la piscina? >>

<< Nuotare mi rilassa! >>

La fissai per qualche istante

<< Eh va bene. Però… >>

<< Anche se non sai nuotare, puoi sempre bagnarti i piedi! >>

Annuii poco convinta e la precedetti negli spogliatoi; tuttavia, non mi misi in costume.

Essendo molto timida ed introversa, non mi sentivo a mio agio nemmeno con magliette a maniche sbracciate, figurarsi in costume!

In alternativa, per non restare con addosso un maglione di lana grigio e pantacollant neri, mi misi una maglietta a maniche corte bianca e dei pantaloni che arrivavano fino al ginocchio. Era pur sempre novembre!

Poco dopo mi raggiunse anche Donna.

<< Guarda che di là c’è l’aria condizionata! >> disse dopo avermi dato un’occhiata.

<< Lo so…. Però mi trovo comoda così >>

Lei alzò le spalle e sorrise, andando nell’altra stanza a cambiarsi.

Mentre attendevo che finisse, mi sedetti su una sedia lì vicino.

Mi stavo rilassando, quando dalla porta entrò qualcuno, richiamando la mia attenzione.

<< Che ci fai qui? >>

 

  
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