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Autore: ff_tinitadream    12/03/2015    2 recensioni
Questa storia parla di una ragazza Martina a guardarla vi sembrerà una ragazza come tante ma non è così,essa è un angelo,una creatura pura e sincera. Martina non conosce la sua vera identità viene affidata dai suoi genitori a una famiglia terrestre,credendo che non fosse un angelo. Ma un'ombra malvagia e oscura incombe su questa "Angelica" ragazza,infatti un demone per vendetta è alla sua ricerca ,ed è pronto ad ucciderla,ma cosa succede se la vendetta diventasse amore?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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Tini pov. La lezione era diventata a dir poco piacevole,amavo le lingue e anche se a insegnare l’inglese era il professore Ramirez,un uomo severo e anziano,riusciva a trasmettere la sua grande passione per la sua lingua madre. Era giunta già la quarta ore del mio primo giorno al terzo anno di liceo nella nuova scuola e anche se mi ero straferita,non mi sentivo molto a disagio,o meglio non mi sentivo a disagio solo quando Ivy e la sua amica Betty iniziano a fare commentino sul mio fisico e sui miei vestiti. Ad un tratto però la porta si spalancò. Entrò il direttore,con la faccia più pallida di un fantasma e scrutò la classe. Narratore pov. «Non vorrei di certo allarmarvi ragazzi,ma preferirei che evacuaste la classe,adesso. »-disse il direttore rivolgendo agli alunni uno sguardo malinconico- In classe iniziò la confusione e tutti raccolsero le loro cose e si recandosi verso l’uscita. I passi di Martina arrivati al cancello di uscita però divennero pensanti. La testa iniziò a girare e il capogiro continuò per diversi secondi. Martina si sedette a terra, e nessuno dei suoi compagni l’aiutò o le chiese come stava. Erano tutti passatigli davanti indifferenti,rivolgendogli uno sguardo di disprezzo. Solo quando tutti abbandonarono l’edificio Martina riuscì a rialzasi,stava male si sentiva strana e non riusciva a spiegare cosa fosse successo o tanto meno il perché. Eppure un perché c’era. Martina senza rendersene conto per un secondo aveva urtato la mano di Jorge innescando in lei una debolezza senza pari. L’aura di Jorge era veramente pesante e potente e Martina,non riusciva a contrastarla. Inoltre in quella circostanza le fu impossibile rendersi conto di chi avesse sfiorato. La confusione di certo non lo permetteva,ma soprattutto aveva urtato contro altre persone. Ne lei ne Jorge si erano ancora visti,ma entrambi avevano sentito la presenza di un’aura potente. Il destino che incombeva su Martina si stava facendo ancor più pericoloso,Jorge era sulle sue ricerche e la avrebbe trovata a breve. Riordinate le idee Martina si incammino verso casa,a passo lento stonata e confusa ancora per quello che era successo. Aprì la porta in stile vintage di casa e si scaraventò dentro,non c’era nessuno,Olga era andata a un convegno e Roberto era fuori per lavoro. Tini si avviò verso la cucina e decise di preparasi un tè per rilassarsi. Intanto,salì in camera sua e posò la borsa sul tetto. Poi notò una lettera. Sopra vi era scritto:”piccina io torno domani ma tua madre,prima di sparire, voleva che te la consegnassi oggi in questa data precisa.”. Tini posò le mani sulla busta color lampone,la aprì delicatamente e sentì un brivido percorrerle la schiena. “E’ un regalo per te piccola mia. Indossalo ti prego. Con affetto mamma.” Tini ebbe un sussulto al cuore all’allungò la mano sul fondo della busta,e prese qualcosa. Un medaglione bianco,particolare con dei disegni rosso fuoco sopra. Martina si commosse,si asciugò le lacrime e indosso il ciondolo. Ancora non sapeva che grande potere e protezione le avrebbe dato. Intanto Jorge stava tornando a casa sentì l’odore di sangue che aveva ancora sul corpo smorzare l’aria pulita e sana della cittadina di Buenos Aires. Camminava fiero e orgoglioso di sé. Era stato lui uccidendo quella ragazza,ritrovata morta poco dopo da un’insegnante,a far evacuare la scuola. Era soddisfatto. Però anche abbastanza turbato. Durante l’uscita aveva captato un’aura fortissima,che aveva fatto andare il suo senso omicida a puttane. Non aveva mai sentito un’aura così forte e magnetica. Ne era totalmente attratto se pur per pochi secondi. Non riusciva a pensare ad altro continuava interrogarsi sull’accaduto,perché non riusciva a ritracciare quell’ aura? Cosa doveva fare per ritrovarla? L’aveva sentita prima? Forse sì o forse no. Non riusciva a capire e a concepire che quella forza sia uguale alla sua,e sperava con tutto se stesso che non appartenesse ad un angelo. Odiava essere comparato a uno di quegli esseri. Quando Jorge arrivò finalmente nel suo appartamento poté finalmente rilassarsi e lasciare che i pensieri scivolassero via,come l’acqua che stava scorrendo sul suo corpo atletico. Poi si asciugò provò ad aprire qualche libro,ma naturalmente lasciò perdere. Poi gli venne un’idea. Prese il PC e curiosò sul sito della scuola passò ore e ore controllando tutti gli studenti che ne facevano parte. Voleva provare e controllare,magari proprio qualche parente di Angel,frequentava la scuola e meritava solo di essere ucciso...
   
 
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