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Autore: cherfifina96    12/03/2015    1 recensioni
Dal testo:
"La prima cosa che ricordo di quel giorno, è l'odore della macchina dell'assistente sociale che mi stava accompagnando per l'ennesimo primo giorno, nell'ennesima nuova scuola. Quell'odore di libri nuovi, che nessuno ha mai aperto e di caramelle alla menta."
Un assassino da scovare, una ragazza speciale.....
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Note!

 

Per questo capitolo, un enorme, mastodontico grazie va detto a Merkelig, perché mi ha fornito tutte le informazioni e l'idea! GRAZIE! Sarei ancora ferma qui se non fossi intervenuta tu, piccolo grande pozzo di sapienza!

 

Bene! Buona lettura!

 

 

Capitolo 9

 

Di fronte a me, avvolta in un asciugamano dalla fantasia floreale, stava Lisa. Ci fissammo per qualche istante, senza emettere suono.

<< Ahh! Allora, Aida, sei pront- >> in quel momento, pessimo tempismo direi, Donna si affacciò dalla porta dietro la quale era sparita qualche minuto prima, congelandosi sul posto, quando vide che Lisa ed io ci stavamo fissando, sorprese.

<< E’ una tua amica? >> chiese poi, rivolgendosi a me.

<< Una mia compagna di classe >> risposi subito. Meglio evitare fraintendimenti.

Non che avessi qualcosa contro di lei. A dirla tutta, dai suoi occhi traspariva una certa tristezza.

<< Lei è l’ispettrice Braden, vero? >> chiese Lisa

<< Sì, piacere >>

<< Come mai Aida è con lei? >>

Io e Donna ci scambiammo un’occhiata.

Subito dopo il mio arrivo, avevamo stabilito di non rivelare a nessuno al di fuori della centrale e della direzione scolastica, del mio legame con l’ispettrice più impostante della città. Questo sempre per mantenermi in una posizione protetta.

<< La conosco, e quindi le ho chiesto di accompagnarmi in piscina. >> rispose Donna, sorridendo.

Devo ammettere che come conta-frottole avrebbe un futuro.

<< Capisco. Beh… Allora a presto! >> disse Lisa prima di sparire da dove era venuta. Con le altre persone si comportava in maniera molto educata e cordiale, mentre nei miei confronti sembrava mostrare una certa antipatia, un po' insensata. Certo… il primo giorno aveva cercato di mettermi in ridicolo, ma ero pur sempre nuova. Credevo che le cose sarebbero migliorate. Sia chiaro, non è che fossi caduta in depressione perché non ero sua amica. In realtà non mi ero nemmeno posta il problema. Però…

<< Aida! Pronto, ci sei? >> Donna mi risvegliò dal mio vortice di pensieri.

<< Sì, scusa. Andiamo a nuotare, anche se fuori ci sono due gradi! >> dissi con falso entusiasmo e alzando un braccio al cielo.

<< Spiritosa… >>

 

**

 

La piscina interna era circondata da vetrate che facevano filtrare la luce, seppur debole a causa delle nuvole, del sole, facendo brillare l’acqua.

Donna si tuffò immediatamente, mentre io mi attardai a guardarmi intorno. Avevo una brutta sensazione.

Mi avvicinai alla piscina e immersi i piedi dopo essermi seduta sul bordo. Il mio brutto presentimento si faceva sempre più intenso….

<< Che ti succede? >> Donna mi si avvicinò con un paio di bracciate.

Mi strinsi nelle spalle, ma lei non sembrò convinta e continuò a fissarmi e io a non proferire parola.

 

**

 

Dopo un paio d’ore fu finalmente ora di pranzo e ci avviammo verso l’area ristorazione per rifocillarci.

Ordinammo cinese; Donna prese involtini primavera e gnocchi di riso, mentre io optai per riso alla cantonese e gamberi.

Dopo aver preso i piatti ci accomodammo al primo tavolo che vedemmo.

<< Che hai? È tutto il giorno che ti vedo strana…. >> chiese la mia tutrice

<< Non è niente… solo un presentimento. >>

Donna mi fissò poco convinta ancora una volta, ma dopo questo scambio di battute il pranzo continuò con le solite chiacchiere.

L’unica cosa strana era il continuo viavai dei bagnini, ma non vi diedi troppo peso, poiché la struttura era incredibilmente affollata.

Non sapevo, che più tardi, avrei rimpianto questa mia mancanza di considerazione….

 

 

 

Quella sera, dopo che fummo tornate a casa, Donna si rinchiuse nel suo studio, scusandosi con me per non poter passare la serata insieme.

<< Tranquilla. Se hai da fare, non me la prenderò >>

<< Scusa ancora, Aida! >> disse ancora mentre chiudeva la porta, lasciandomi sola in salotto.

Senza nulla da fare, mi sdraiai sul letto.

In quelle ultime settimane, ero cambiata. Mi ero aperta, e non solo con Donna.

Credevo di essere completamente insofferente al mondo esterno ma, forse, ero troppo impegnata a tenere lontano gli altri per paura di essere ferita, per accorgermi del mio desiderio di affetto e di contatto umano. No. Non era solo desiderio. Era fame. Ero affamata di amore.

Appena giunsi a quella conclusione, pensai istintivamente a Jay, per poi scacciare la sua immagine dalla mia mente.

<< Uffa! >> urlai a me stessa.

<< Che succede? >> dalla porta, con uno sguardo pieno di apprensione, Donna mi fissava, aspettando una risposta.

<< Niente. Pensavo. Piuttosto.... Come mai sei così agitata? >>

Lei sospirò e mi fissò intensamente prima di parlare.

<< Ricordi quando ti dissi che Joseph aveva comunicato al Centauro il tuo coinvolgimento? >>

Annuii.

<< Oggi.... Mentre eravamo in piscina, sono stati recapitati due pacchi, uno alla stazione di polizia, uno lì. >>

La fissai confusa. Cosa voleva dire?

<< In entrambi i pacchi c'era una lettera dell'assassino. Dice di chiamarsi Nesso. La lettera diceva “ La ragazza che avete coinvolto non servirà a fermarmi. So dove trovarla. Come avvicinarla, so come ucciderla e farla a pezzi ” >> Donna fece una pausa, cercando di riprendere il controllo sulla sua voce incrinata dalla preoccupazione.

<< Ma non è tutto >> continuò poco dopo << All'interno dei pacchi c'erano due paia di occhi, uno blu e uno verde, un paio d'occhi per ogni pacco, e uno stomaco, accompagnato da un cuore. Probabilmente, appartengono alle vittime che ancora non abbiamo trovato. Non sei al sicuro, Aida >>

Troppo sconvolta per parlare, mi accasciai sul letto, tenendomi la testa fra le mani. Nesso, il centauro che dotò Deianira della veste per la quale morì Eracle. Un nome di morte.

Sapevo fin dall'inizio che ci sarebbero stati dei rischi e non era certo la prima volta, per me, ma non avevo mai avuto minacce così dirette. La cosa che mi sconvolse di più fu la parte degli occhi, di due colori diversi. Sapeva chi ero, sapeva com'ero fatta.

Fissai Donna e nei suoi occhi vidi la stessa consapevolezza che mi aveva colpita. Joseph non poteva aver fornito tutti quegli indizi al killer. Nesso era qualcuno di vicino a noi.

 

  
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