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Autore: Glendora    13/03/2015    0 recensioni
Farla finita sembra davvero molto facile, soprattutto nella solitudine di una camera d'albergo a chilometri di distanza da casa. Questo, però, non sembra il destino di Ville Valo che, inaspettatamente, tra le mura di quello che sembra essere un vero e proprio girone dell'Inferno, troverà quello che ha sempre cercato, ciò che la fredda lametta di un rasoio appoggiato sulla pelle non è stata capace di dargli. Ma il fato ama giocare con le persone e Ville non è certo immune...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza rendersene conto, Ville si trova in sala parto: non sa come sia riuscito ad infilarsi il camice verde e, se ci pensa, non sa nemmeno come siano riusciti ad arrivare interi in ospedale dato che è stato lui a portare Lily, con solo il suo bel foglio rosa fresco di una settimana e un’unica prova di guida alle spalle.

L’unica cosa che il suo cervello ha elaborato è che Lily sta per avere il bambino, per il resto il suo corpo percepisce solo due cose: panico crescente, che aumenta ad ogni stretta di mano di Lily e ad ogni sua spinta, ma anche gioia, pura ed estrema che si diffonde a macchia d’olio facendolo sentire a tre spanne da terra.

Ville guarda Lily, la fronte imperlata di sudore, i corti capelli sono madidi, il viso arrossato in una smorfia di dolore mista ad apprensione, ma l’unica cosa a cui riesce a pensare è che presto sarà papà, che quella creatura rimasta nascosta per nove mesi non sarà più un’immagine in bianco e nero stampata sull’ennesima ecografia in cui sia lui che Lily cercano di capirne il sesso, senza realmente volerlo sapere.

Quasi come in un flashback rivive tutti i momenti di quella gravidanza, l’attesa, la felicità crescente mentre sentiva muovere suo figlio nel grembo della donna che ama, le notti passate ad osservare Lily mentre dormiva con una mano sulla pancia ed il sorriso sulle labbra sognando il futuro della sua famiglia, ma anche la paura di poter perdere tutto da un momento all’altro e la sensazione d’apprensione nel sapere che presto sarebbe diventato responsabile di una piccola vita.

Un istante. Non ci vogliono che una manciata di attimi per far dimenticare a Ville tutto, il passato, il futuro e perfino il presente: solo un momento unico, perfetto, irripetibile, nel quale il suo cuore si sente davvero completo, nel quale ogni cosa è finalmente al posto giusto ed un suono, il suono della voce di suo figlio che finalmente riempie la sala parto toccando le corde dell’anima di Ville, solo un piccolo uomo davanti alla perfezione della vita.

“È una femmina…” Annuncia l’ostetrica, guardando Ville da dietro la mascherina che mostra solo i suoi grandi occhi azzurri.

Basta solo quello e Ville si sente felice, come forse non lo è stato mai: una bambina, sua figlia, il frutto di quello che lui non ha mai esitato a definire vero amore.

Una bambina. La mia bambina…

 

I dream of the winter in my heart turning to spring
While the ice gives way under my feet
And so I drown with the sun

***

Sdraiata nella sua camera con in braccio la figlioletta, Lily sa che, se c’è qualcosa per cui vale la pena vivere, è proprio per quell’istante dove tutto, i momenti belli così come quelli brutti, si fondono insieme per diventare qualcosa di concreto e di unico: il frutto di un amore che ha salvato due vite.

Guarda Ville seduto al suo fianco con gli occhi che brillano di gioia e con un sorriso che gli illumina il viso, finalmente libero dalle paure e dalle angosce del passato, concentrato su di lei e la loro bambina e sull’amore che ha reso possibile tutto questo. Lo guarda e capisce che le loro anime erano davvero destinate a trovarsi, a creare quel piccolo capolavoro che stringe tra le braccia e che lui non riesce a fare a meno di guardare, ancora incapace di rendersi conto che tutto quello che sta accadendo è vero.

Ville ha sempre creduto di essere bravo con le parole, di essere in grado di esprimere uno stato d’animo attraverso la musica, un testo, delle frasi, ma ora non sa cosa dire, non riesce a trovare una parola capace di rendere esattamente l’idea di ciò che sta provando in questo momento. Guarda Lily e sente di amarla ancora di più, in un modo che quasi non credeva possibile. La osserva con in braccio la loro bambina e sente che è quello il momento che ha cercato per tutta una vita, che credeva di poter trovare solo al di là della vita stessa, con la morte…

Il momento per cui vale la pena vivere, lottare, combattere, soffrire, piangere, ma anche essere felici, innamorati, appagati, soddisfatti e completi.

È tutto in quella bambina: nei suoi quasi 3kg di pura dolcezza, nelle sue mani minuscole che sembrano accarezzare il viso di Lily, in quei folti capelli scuri che le ricoprono la testolina di una forma talmente perfetta da sembrare quasi disegnata, nelle sue piccole labbra a forma di cuore che si arricciano in una buffa smorfia simile ad un sorriso, mentre si avventano sul seno di Lily alla ricerca del latte, nella forma del suo corpicino e nelle pieghe sottili della sua pelle, nel suo naso identico a quello di Ville e nei suoi occhi ancora chiusi, abbelliti da lunghe ciglia proprio come quelle di Lily.

“Ehi papà… non vuoi tenere in braccio il tuo capolavoro?” Chiede Lily sorridendo, mentre i suoi occhi accarezzano il profilo di Ville, ancora in silenzio, assorto nella stupenda visione di sua moglie e della sua bambina.

Papà…

Può una parola essere così bella?

Ville ha quasi paura di toccare quella piccola creatura simile ad una bambola di porcellana: e se dovesse farle male? Lui non sa come si tengono in braccio i bambini, se dovesse fare qualcosa di sbagliato?

Lily sembra essere nata per essere madre: il modo in cui tiene la bambina, come le sussurra all’orecchio parole dolci, come l’accarezza, tutto in lei grida che è fatta per quello, per essere una madre stupenda e fantastica, ma Ville non sa se è altrettanto bravo ad essere padre e questo lo spaventa.

Però il desiderio di prenderla tra le braccia è qualcosa d’incontrollabile, di fisico di innaturale e quando Lily si allunga per potergliela passare, Ville si rende conto che non ha aspettato altro per nove mesi: poterla stringere a sé per non lasciarla mai andare.

Ora capisce perché Linde è completamente perso di Olivia, perché Burton non può fare a meno di Hertta o perché Gas gira con la foto di Sarah nel portafoglio, una sorta di amuleto da stringere prima dell’inizio di un concerto.

Magia, alchimia, Ville non sa bene cosa sia: l’unica cosa che sa per certo è che per quella bambina sarebbe disposto a fare di tutto, che se glielo dovesse chiedere potrebbe anche tagliarsi un braccio per lei.

“Ciao Rose. Sei bellissima” sussurra cullandola tra le braccia, incapace di pensare ad altro se non al fatto che quella è sua figlia, la sua stupenda, perfetta figlia.

“Rose?” Domanda Lily che non può fare a meno di staccare gli occhi da loro due, padre e figlia che si abbracciano per la prima volta.

“Rose Valo… ti piace? Ho pensato che sarebbe stato bello chiamarla con il nome di tua madre...” Ville ha la capacità di stupire Lily, sempre, in ogni momento, in qualsiasi circostanza e anche questa volta riesce a farla rimanere senza parole.

Per nove mesi ha avuto paura di dover rinunciare a tutto, di non riuscire a terminare la gravidanza, di essere costretta ad arrendersi a ciò che il suo corpo cova dentro, latente ed invisibile, ma sempre presente lì da qualche parte, ma ora tutte quelle preoccupazioni sono svanite, sciolte come neve al sole ed è sempre merito di Ville, del suo sguardo, della sua presenza se ancora una volta tutto scivola via senza lasciare tracce.

Merito di Ville e di Rose, i due pezzi del suo cuore, le due parti della sua anima che sa la renderanno sempre felice, in qualsiasi momento, nonostante tutto, per sempre.

Rose Valo: un pezzo del passato di Lily intrecciato indissolubilmente a quello che è il suo presente ed il suo futuro, uniti in un legame che mai potrà essere sciolto, legati con un vincolo più forte di tutto, anche del destino.

Ha aspettato per anni qualcosa che le mancava e con Ville ha trovato la sua strada, una strada che l’ha portata fino a quel momento, il più indimenticabile di tutti, il momento in cui anima, cuore, carne e ossa si sono finalmente uniti in ciò che nulla potrà mai dividere.

“Benvenuta Rose” sussurra lei accarezzando la piccola testa di Rose e guardando Ville che le sorride con gli occhi lucidi per la commozione.

Felicità. Immensa e traboccante felicità.

Non c’è bisogno d’altro e a Lily e Ville non serve altro.

   
 
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