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Autore: _DreamPearl_    13/03/2015    4 recensioni
Il tempo sembrava aver sgretolato i cuori dei due giovani.
Li aveva allontanati dai sogni, da se stessi.
Forse avevano dimenticato.
O forse no.
Vittime impotenti di una vendetta, burattini di un sogno.
Si ritroveranno, perché in realtà non sono mai stati distanti.
Non si sono mai persi veramente.
"E le lacrime scivolarono, calde, sul volto di Ash, e giunsero dove la bocca, tremante, sussurrava quel nome..."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Lucinda, Team Rocket
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
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Bip-bip-bip...

La luce s'infiltrava tra le imposte, giocava con le ombre sulle pareti, sfiorava lo zainetto ai piedi del letto e illuminava le lenzuola candide, tuttavia arruffate in un botolo confuso, nascondendo una figura che si dimenava, stanca, al monotono suono.

Bip-bip-bip...

Spuntarono dal lenzuolo dei ciuffi corvini, poi occhi chiusi, poi una mano, che tastò il comodino alla ricerca del dannato apparecchio...

Bip-bip-bip...tac.

Ash aprì gli occhi nocciola.

Guardò l'ora... le 8:00.

Strano.

Mai era riuscito a svegliarsi prima delle 10.

Ma tutto in quei giorni era strano.

Si alzò stiracchiandosi: sapeva che doveva scendere, doveva andare da lei. Ecco perchè aveva puntato la sveglia.

“Arrivo Lucinda...”

Non impiegò molto a vestirsi, scese dall'infermiera per prendere un po' da mangiare e appena finito si fece portare alla stanza. Non c'era nessuno in giro a quell'ora.

“E' qui” la rosa-confetto indicò una porticina grigia accanto ad una vetrata, e il corvino, esitando giusto un attimo, spinse la maniglia ed entrò.

 

 

Aveva ancora dei graffi sul volto, non più sanguinanti, e qualche livido sul collo roseo. Ma restava bellissima. Se ne accorse Ash, e rimase fermo, a fissarla, senza avvicinarsi, pur volesse, per paura di disturbare quell'essere così delicato. Si sedette su una sedia, accanto al letto.

“Non sei cambiata per niente” l'emozione gli faceva brillare gli occhi per le lacrime.

Non ci fu risposta, naturale.

“Senti Lucinda... io volevo solo scusarmi per ciò che hai dovuto subire...è tutta colpa mia se hanno scelto te come oggetto del ricatto...”

Prese la mano fredda di lei, e la strinse.

“Se solo... se solo avessi saputo proteggerti...se avessi saputo sceglierti...invece di lasciarti, quel giorno, al porto...ora non saresti qui.” strinse gli occhi per trattenere le lacrime, e appoggiò la fronte sulla mano di Lucinda.

“Comunque devi stare tranquilla, non ci hanno battuto quei tre, neanche stavolta. Pikachu è sano e salvo, e ora sta riposando dall'infermiera Joy... appena dopo averlo fatto rientrare nella pokeball, l'ho velocemente scambiata con un'altra che avevo in borsa, vuota. Non se ne sono accorti” spuntò un mezzo sorrivo sulla bocca del giovane, ma solo per un istante.

“Non avrei mai permesso che qualcuno vi portasse via da me, né te né Pikachu, siete la cosa più importante che ho.”

C'era silenzio nella stanza, un silenzio carico di lacrime a stento trattenute e parole mai dette, assordante. C'erano un giovane dai capelli corvini, una ragazza dai capelli blu mare, tanto dolore, tanta emozione, due mani si sfioravano. Lui le guardava, e rammentava tutte le volte che lo avevano fatto durante il loro high-five.

“Non permetterò più a nessuno di farti del male...e scordati quella dannata promessa.” Avvicinò la sedia più al letto, con una mano stringeva quella di lei, con l'altra le accarezzava l'oceano di capelli morbidi. Rimasero così a lungo, senza dirsi niente, ma a sentire tutto.

 

 

Il tintinnio di un orologio segnalava che presto si sarebbero svegliati Lem, Clem e Serena: era ora di andare. Ash abbassò la testa: “Lucinda, io ora devo andare... continuerò il mio viaggio e vincerò nelle palestre per te, e appena riuscirò tornerò qui...tu...” strinse i pugni nascondendo il volto, appoggiato sul letto “Tu aspettami qui...e promettimi che starai bene...vero?...promettimelo Lucinda...promettimelo...” correvano calde, le ultime lacrime.

“Non c'è nulla di cui preoccuparsi”

“C-cosa?!” Ash alzò il volto di scatto e la guardò, ma non trovò nulla di diverso, continuava a restare, immobile e bellissima, accanto a lui. *Eppure...*

Non ebbe tempo per pensarci, che l'infermiera bussò al vetro indicandogli l'ora. Lui fece un cenno e si alzò, lasciando la mano di Lucinda. La guardò un ultima volta e sorrise: “Si, hai proprio ragione” e prima di abbandonare la stanza, le baciò la fronte.

Poi chiuse la porta e si diresse nella sala centrale, dove già lo aspettavano gli altri.

 

 

 

Erano incollati davanti alla grande televisione, e sembravano abbastanza interessati alle previsioni del meteo. Appena videro Ash, si sorpresero nel vederlo sveglio a quell'ora, ma non si soffermarono troppo, dal momento che c'era qualcosa di più preoccupante.

“Ash, sta per arrivare una forte tempesta in questa zona, e stimano possa durare una o due settimane...” esclamò Lem, triste, “Se vogliamo ripartire per arrivare in tempo in città, dobbiamo farlo subito, o resteremo bloccati qui non so quanto tempo. So che per te è una situazione difficile ma..”

“Non preoccupatevi amici, è tutto a posto. Ora facciamo i bagagli e incamminiamoci, eh? Almeno arriveremo per l'ora di pranzo!” rise il corvino. Gli amici erano stupiti da quel suo comportamento, ma era in gamba a nascondere il dolore, quel giovane. Tuttavia non se lo fecero ripetere due volte, non ci pensavano nemmeno a rimanere bloccati nella tempesta, e poco dopo erano tutti pronti davanti all'uscita. Si avvicinò l'infermiera Joy con in braccio Pikachu, che felice come non mai si appollaiò sulla spalla del suo allenatore, gioioso quanto lui.

Poi Ash si rivolse alla rosa-confetto: “Tornerò appena avrò un momento libero”

“Mi prenderò cura io di lei, sta tranquillo, e vinci i tuoi prossimi incontri miraccomando!” sorrise, così gentile. Lui sorrise a sua volta, poi raggiunse i suoi amici e si allontanò da lì, verso nuovi incontri, verso nuove avventure.

 

 

 

 

 

Tornò al centro un mese dopo, in seguito alla vittoria della sua terza medaglia, e in seguito: Lucinda non si era svegliata, ma a lui faceva lo stesso piacere andarla a trovare. Ci parlava, raccontava delle sue avventure, dei nuovi Pokemon catturati. Parlava dei suoi amici, di Serena, di quanto sia sempre così premurosa con lui e di quanto siano buoni i suoi biscotti. Prometteva di tornare presto, magari dopo la vittoria di un'altra medaglia. Così faceva ogni volta che era stato lì, dopo la quarta, dopo la quinta vittoria, sempre con storie nuove da condividere con lei.
Poi, dopo queste, non tornò.

Era un periodo difficile a Kalos, c'erano stati vari attacchi da organizzazioni nemiche, e il panico si era diffuso ovunque. Alcune linee ferroviarie o comunque di spostamento erano bloccate, o facevano pochi viaggi, e questo rendeva tutti gli spostamenti più difficili e lunghi. In quei mesi Ash aveva fatto molte esperienze, diventando sempre più forte, e arrivò a vincere la sua ottava medaglia.

Era molto orgoglioso di avercela fatta, dopo tutto il duro lavoro. Mancava qualche settimana all'inizio della Lega, e così decise, una sera d'estate, di tornare. Gli mancava lei. Voleva sentirla viva, vicina. “E' da così tanto che non torno, spero non si sia annoiata troppo” rideva il corvino. Illuso.

Arrivò al Centro la mattina seguente, seguito da Lem, Clem e Serena, come sempre. Spalancò le porte e corse dentro a perdifiato, mentre l'aroma di viole abbracciava le sue vesti. Imboccò il corridoio stretto, da solo, mentre gli altri lo aspettavano nella sala. Era stanco, ma non voleva fermarsi, era passato troppo tempo.

Cinque mesi erano troppo tempo.

I passi rimbombavano sulle pareti grigie, finchè si femarono, d'un tratto, davanti ad una porticina.

Il respiro tremava.

Il calore delle sue mani fredde si faceva più intenso.

Appoggiò la mano sulla maniglia.

Gli occhi si chiusero.

Il ritmo dei battiti era accellerato.

Si fece forza, stringendo i pugni, prendendo un bel respiro.

Poi spinse la porta... “Lucinda, sono tornato!”

 

 

La stanza era vuota.

Il letto rifatto, le finestre chiuse, i macchinari spenti, l'odore di polvere.

Non c'era nessuno. Non c'era più nessuno.













- Angolo autrice -
Puff *Compare da una nuvoletta di fumo*
Lo so, drammatico vero? Pensavate che finalmente si sarebbero riuniti, eh? *Espressione da ebete*
E invece no, non è mica così semplice. Cupido non ha mai reso il lavoro facile a nessuno, dovrebbe farlo ora? Eh eh eh... in amore e in guerra tutto è lecito...
Caro, carissimo Ash... devi ancora imparare tutto su noi donne.
Detto questo, mi dileguo, signore e signori.
"L'amore è una guerra, ma in fondo, non c'è nulla di cui preoccuparsi"
Puff *Si dilegua scomparendo in una nuvoletta di fumo*

 

 

   
 
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