13/03/2015
0 recensioniIl resto del sogno era in qualche meandro della sua testa e, pur sforzandosi molto, non riusciva a ricordare. C’era qualcosa che lo aveva spaventato.
Andò verso il bagno del centro Pokèmon per sciacquarsi il viso e cercare di riprendersi. Era molto presto, più o meno le sette del mattino, quindi non c’era nessuno in giro; Solo una delle infermiere Joy era in piedi.
Stava camminando per il corridoio frettolosa con alcuni fogli in mano e sembrava piuttosto agitata.
Ash decise di seguirla, tanto per curiosità. Cercando di fare il meno rumore possibile, la seguì all’interno di varie stanze, dove l’infermiera prendeva qualche altra scartoffia, fino ad arrivare davanti ad una porta d’acciaio. Sopra ad essa c’era un cartellino con su scritto “ Sala A. “ e, poco più sotto, si trovava un piccolo monitor verde con dei pulsanti accanto. Probabilmente serviva una combinazione per entrare in quella stanza
, e l’infermiera Joy doveva conoscerla molto bene visto che la digitò in pochi secondi. Il povero Ash non ebbe neanche il tempo di raggiungerla; Era già entrata, e la porta era stata chiusa.Il ragazzo tentò svariate volte di aprirla, ma il risultato fu una bella botta in testa.
Tornò sconfitto in camera da letto, dimenticandosi di sciacquarsi la faccia.
In camera non trovò Lucinda; Doveva essere andata in bagno o in cucina, pensò. Così decise di andare di nuovo a letto e cercare di dormire. Del resto era ancora molto presto e nessuno si sarebbe alzato prima delle dieci.
***
La sveglia suonò alle dieci e mezza, svegliando Ash. L’assenza di Brock era dovuta sicuramente al fatto che voleva cucinare qualcosa di speciale in onore della quinta medaglia vinta da Ash, qualche giorno prima.
Fannie era stata un osso duro da affrontare, e la sconfitta subita precedentemente sempre da quest’ultima bruciava. Quando ebbe vinto, Ash esultò almeno per qualche ora; Si vantò delle sue capacità strategiche senza alcuna modestia. In quel caso Lucinda e Brock non avevano protestato affatto; Ash non lo faceva mai, e una volta tanto che gli capitava di essere così felice, il vantarsi glielo concessero ridendo.
Il ragazzo si alzò ancora assonnato, e anche un po’ stanco per la piccola avventura vissuta qualche ora prima. L’infermiera Joy era a dir poco un fulmine quando era agitata.
Andò verso la cucina dove lo attendeva il giovane cuoco.
“ Buongiorno Brock. “ Disse con la voce ancora impastata dal sonno.
L’altro si girò sorpreso, guardò il ragazzo e gli sorrise calorosamente.
“ Buongiorno Ash, dormito bene?” Alla domanda del moro il quattordicenne fece una smorfia disgustata.
“ Bene?! Pff. Affatto. “ Il cuoco lo osservò con le la faccia corrugata, aspettando una spiegazione.
“ Ho fatto un incubo, che tra l’altro non ricordo nonostante mi concentri più che posso. E come se non bastasse stamattina, quando mi sono svegliato, ho visto l’infermiera Joy che correva ovunque. L’ho seguita e sai dove è andata? E’ entrata in una porta chiamata “Sala A” e io non sono riuscito ad entrare. “ Alla fine della “breve” spiegazione Brock spalancò leggermente gli occhi, poco sconvolto.
“ Dai su, non ci pensare.” E con quella frase si chiuse il discorso tra i due. Ash mangiò qualcosa, l’altro si dedicò ancora alla cucina.
***
“ Accidenti. Comunicate all’infermiera Joy di eseguire il piano S. Rapitelo.”