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Autore: Meraki    13/03/2015    5 recensioni
AU!School con i personaggi principali tratti dal primo film/libro di the Maze Runner, pairing: Newtmas (Newt/Thomas).
Thomas è un nuovo studente appena trasferitosi in città. Nella nuova classe fa la conoscenza di Minho, capitano del Club di atletica, e Newt, un ragazzo con cui nasce da subito un'intesa speciale...
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Com'era ovvio, quella notte Thomas non riuscì a chiudere occhio.
Il giorno dopo per fortuna era Sabato, quindi aveva ancora due lunghissimi giorni a disposizione per rimuginare sulla storia del bacio.
Già, il bacio...
Verso l'alba, scivolò in un sonno leggero, fatto di compagni di classe belli come il sole e uomini incappucciati che si facevano chiamare “Mister X”.
Di punto in bianco afferrò il cellulare che stava vibrando ormai da qualche secondo.
“Pronto?” grugnì con la voce impastata di chi si è appena svegliato.
“Brò, che fine avevi fatto? Ti ho scritto su faccialibro ieri sera! Mi sono fatto raccontare tutto da quel pivello di Ben ieri... sai, quello che faceva lo spaccone atteggiandosi da re delle docce. Mi dispiace per quello che ti ha detto, ma l'ho strigliato per bene... Beh, ho strigliato un po' tutti, però direi che ora hanno imparato la lezione. Mai mettersi contro un amico del capitano! Ehi, ora non farti illusioni, non ci sarò sempre per pararti il culetto! ...Thomas? Thomas, ma mi stai ascoltando?!”
Thomas lanciò un'occhiata sbilenca alla sveglia, segnava le 9:15: si domandò come facesse Minho ad essere così su di giri anche la mattina presto.
“Minho, ti ringrazio, ma per il sottoscritto il mondo è un luogo buio e ostile alle nove di mattina,” borbottò, stropicciandosi gli occhi.
“Come sei scontroso! Che ne dici di passare da me oggi pomeriggio? Ci facciamo una partita ai videogiochi... Ti sculaccio per bene a qualche picchiaduro!”
Thomas non poté far a meno di ridere: “e va bene... Ma vieni tu da me, ho casa libera oggi. I miei sono a qualche stupido convegno sulla chirurgia estetica questo weekend.”
“Quindi hai casa libera per due giorni e non dici niente al tuo bestfriend? Vergogna!” lo sentì ridere dall'altra parte del telefono.

Il campanello suonò alle 16 in punto e Thomas andò ad aprire alla porta.
“Cia-...oh.”
Minho era sulla soglia con una scatola piena di videogiochi in mano e dietro di lui, Newt si guardava attorno scocciato.
“Ho invitato anche Newt, spero non ti dispiaccia. Quando lo sono andato a prendere ha fatto un po' di storie, chissà perché!” esclamò con un'espressione scettica l'asiatico, scrollando le spalle.
“Già, chissà perché...” ripeté Thomas ironicamente, facendo loro segno di accomodarsi.

Per fortuna, il pomeriggio passò piacevolmente: Thomas e Newt non ebbero occasioni di trovarsi da soli e quindi, di conseguenza, si guardarono bene dal menzionare quello che era avvenuto tra loro il pomeriggio prima.
“Minho, a chi è che volevi fare il culo? Sei una sega ai videogiochi.” lo prese in giro Thomas, ridendo dopo averlo sconfitto per la terza volta consecutiva a Tekken.
“E il bello è che questi sono i videogiochi che ha portato lui...” fece notare Newt, indicando la custodia del disco.
“Oh basta! Voi due siete insopportabili!” borbottò Minho alzandosi dal divano, “me ne vado in bagno e, quando torno, sarà meglio che mi lasciate vincere almeno una partita!” esclamò contrariato, allontanandosi.
Newt e Thomas lo seguirono con lo sguardo, ridacchiando.
“Credi che se la sia presa sul serio?” domandò Thomas, mettendo in pausa il gioco.
“Probabile. Sono sicuro che ora si accorgerà di essersi comportato come un bambino e tornerà con la coda tra le gambe” rispose il biondo, sorridendo.
Poi, entrambi realizzarono di trovarsi da soli, e la tensione tra di loro in un attimo salì alle stelle.
Amici un corno, non riusciamo nemmeno a rimanere da soli due minuti senza sentirci in imbarazzo!” pensò contrariato il moro.
Newt si sistemò meglio sul divano e Thomas lo imitò, iniziando a sentirsi a disagio. Odiava quella parte di lui così timorosa che prendeva il sopravvento nei momenti meno opportuni. Solitamente non era un tipo che si faceva troppi problemi a parlare liberamente ma con Newt era diverso. Sentiva di potersi fidare ciecamente con lui, ma non riusciva ancora ad aprirsi del tutto.
“Newt?”
“Sì?”
Si girarono a guardarsi e Thomas fu sorpreso di sentirsi incredibilmente attratto da lui.
Ormai non era più questione di essere o meno gay.
Desiderava Newt con ogni fibra del suo corpo e quella sensazione non aveva fatto altro che diventare sempre più forte in lui, finché il giorno prima era esplosa come una bomba, innescata da quel semplice bacio.
Così, animato da una forza interiore che non credeva di possedere, Thomas si protese sul divano e afferrò le spalle di Newt per tenerlo fermo, mentre si avvicinava per baciarlo appassionatamente: le sue labbra si dischiusero e nel giro di un secondo sentì la lingua di Newt farsi spazio attraverso la sua bocca. Quel bacio non aveva nulla a che fare con quello del giorno precedente: era prepotente, voglioso, sentito.
I due si staccarono solo dopo svariati secondi e rimasero a guardarsi negli occhi, entrambi col fiato corto, ansanti.
“Non voglio esserti solo amico,” annunciò Thomas spavaldamente. Stava cercando in tutti i modi di darsi un contegno, per non lasciarsi sopraffare ancora una volta dall'imbarazzo.
Questa volta fu Newt ad arrossire: aprì bocca per controbattere ma, proprio in quel momento, si sentì l'acqua dello sciacquone e Minho aprì la porta del bagno.
“Allora, Thomas sei pronto per la rivincita?” esclamò squillante, mentre tornava in salotto: si stupì di trovare i due ragazzi seduti in modo rigidamente composto ai due estremi del divano.
“Quando vuoi...” mugugnò Thomas con voce roca.
“Ah si, eh? Voi due non mi convincete...” borbottò Minho, riprendendo il suo posto sul divano, “mi allontano dieci minuti e quando torno avete due delle facce più colpevoli che io abbia mai visto.”
Silenzio.
“Ho capito: avete manomesso il videogioco! Ecco perché perdo sempre... Maledetti!”

Il resto della giornata passò tranquillamente: ora che Thomas aveva finalmente trovato il coraggio per comunicare a Newt quello che provava era come se si fosse tolto un macigno dallo stomaco e si sentiva decisamente più leggero. Newt, dal canto suo, riprese a lanciargli quelle occhiatine maliziose di cui Thomas aveva tanto sentito la mancanza.
“Sarà meglio tornare a casa, inizia a farsi buio e ho promesso a mia sorella di accompagnarla al cinema questa sera,” esordì Newt, alzandosi dal divano.
“Ah, peccato... Proprio ora che avevamo trovato un gioco dove riuscivo a battervi ad ogni turno!” esclamò Minho, infilandosi la giacca.
“Si, fantastico, infatti mi stavo annoiando a morte. La prossima volta i giochi li scelgo io,” ribatté Thomas lasciandosi scappare uno sbadiglio.
“Pensa, io mi stavo divertendo da matti invece!” Minho rise e raccattò da terra tutti i suoi videogiochi, poi Thomas li accompagnò alla porta.
Adesso che aveva fatto chiarezza circa i suoi sentimenti, avrebbe voluto saltare addosso a Newt e strappargli i vestiti a morsi: ovviamente non sarebbe mai riuscito a compiere un gesto così audace di punto in bianco …ma gli piaceva pensarlo.
“Allora a Lunedì, brò. Fai il bravo... E cerca di non punzecchiare Mister x. Altrimenti sarò costretto a rintracciarlo e dargli una bella sculacciata.”
Quel commento riportò alla realtà Thomas, che fece schioccare la lingua con una faccia disgustata “Gally... è peggio della feccia.”
“Chissà poi perché ce l'ha tanto con te... Insomma, ok, tu sei nella squadra di atletica e lui no, ma non capisco perché ti odi fino a questo punto.”
“Non lo so e non mi interessa. Spero si sia dato una calmata...”
“Speriamo. Comunque ci si vede in giro. Ciao brò.”
Thomas tenne loro aperta la porta mentre uscivano sulla veranda.
“Ciao ragazzi...”
L'ultimo sguardo lo riservò a Newt, che ricambiò con un sorriso sincero.
Ci sentiamo, Tommy

Messaggio ricevuto da: Newt
Alle ore: 20.17
Testo: “Hai presente quello che ti ho detto ieri pomeriggio? Cancellalo.
Neanche io voglio esserti solo amico, Tommy.”

Thomas rimase tutta la sera a gongolare davanti alla tv.
Stava guardando distrattamente un film mentre messaggiava con Newt.
Non stavano parlando di niente in particolare, ma Thomas non si sentiva così felice da tanto, troppo tempo.
Gli raccontò della sua infanzia, dei vari trasferimenti in giro per il paese; Newt fece lo stesso e, così, Thomas scoprì che si era trasferito in America dall'Inghilterra a 12 anni.
“Beh, di sicuro il tuo accento inglese non passa inosservato.”
“Beh, di sicuro fa parte del mio repertorio di seduzione. Non sai quanti ci provano con me solo perché sono inglese, ahah.”
Questo ultimo sms turbò Thomas, che si prese un po' di tempo prima di digitare una risposta:
“Quanti?”
Attese pazientemente il responso, cercando di concentrarsi sul film.
Era un thriller abbastanza intricato ed era impossibile seguirne la trama guardandolo svogliatamente come stava facendo lui. Sbuffò e ci rinunciò, sbloccando la tastiera per leggere il nuovo sms.
“Tanti...”
Ovviamente, Thomas non si aspettava di essere il primo. Sapeva che Newt era un tipo attraente: aveva dei bei lineamenti e un bel corpo, per non parlare del suo carattere sincero e genuino. Di punto in bianco, una sensazione pungente di gelosia lo trafisse. Non era nemmeno sicuro di avere effettivamente un qualche tipo di relazione sentimentale con lui (dopotutto, due baci potevano anche non significare niente), ma Thomas non poteva fare a meno di sentirsi male al pensiero di Newt in compagnia di un altro ragazzo.
Poi, all'improvviso, il ricordo di Alby e Newt che si baciavano lo investì come una secchiata di acqua gelata e il discorso che gli aveva fatto Alby gli tornò in mente tutto d'un tratto:
«Stai alla larga da Newt.»
Questa volta, ci mise più tempo per rispondere al biondino:
“Ho avuto occasione di fare la conoscenza di Alby. Sembri stargli molto a cuore...”
Aspettò pazientemente una risposta, che non tardò ad arrivare.
“Non sapevo conoscessi Alby. Comunque tra noi due non c'è nulla. Ci sono uscito insieme per un periodo qualche mese fa, prima di rendermi conto che non faceva proprio per me. E' una lunga storia. Ma... Non sarai per caso geloso, Tommy?”
Thomas sorrise, stranamente sollevato.
“Non montarti la testa, belloccio. Ero solo curioso.”
Forse Alby non aveva ancora del tutto dimenticato Newt, visto come lo aveva minacciato apertamente. Thomas non fremeva all'idea di mettersi contro di lui ma, ora che lui e Newt si erano aperti l'uno all'altro, si sentiva decisamente più sicuro di sé.
“E tu? Quanti altri ragazzi hai avuto?”
Thomas rimase a fissare lo schermo, indeciso sul da farsi. Non voleva mentire a Newt ma aveva paura di spaventarlo dall'alto della sua inesperienza. Non poteva scrivergli qualcosa del tipo: “beh sai, non sapevo di essere attratto dai ragazzi finché non ho conosciuto te! Sei il primo tipo a cui farei cose talmente spinte da vergognarmi di pronunciarle ad alta voce!”
Quindi optò per dirgli la verità... omettendo ovviamente la parte riguardante le sue fantasie erotiche.
“Sei il primo” digitò semplicemente, il cuore che iniziava a battere più velocemente: inviò.
Dopo pochi secondi, si meravigliò di vedere che il suo telefono squillava.
“Newt?”
“E' vero? Sono il primo?” domandò la voce dall'altro capo del cellulare.
“Sì...” ammise Thomas, passandosi una mano tra i capelli, “cioè sono uscito con qualche ragazza in passato, niente di serio. Ma... mai un ragazzo.” deglutì, aspettando la reazione dell'amico.
“Cacchio Tommy! Vorresti dirmi che sono riuscito a farti approdare sull'altra sponda?”
Thomas scoppiò in una risata nervosa, guardando distrattamente una scena di sesso che stava passando in tv.
Per un attimo immaginò se stesso e Newt al posto degli attori e i suoi pantaloni diventarono tutto ad un tratto decisamente troppo stretti.
“Sì, è colpa tua, Newt. Ora dovrai rimediare in qualche modo...” sussurrò, malizioso.
“Ti stai prendendo un po' troppe confidenze, carino. Da quando hai iniziato a provocarmi così apertamente? Oggi, mentre eravamo con Minho, non facevi altro che guardarmi...”
“Scherzi? Eri tu che non riuscivi a togliermi gli occhi da dosso!” borbottò Thomas, facendo la parte dell'offeso.
“Allora direi che la cosa era reciproca...” Thomas lo sentì sospirare e poteva quasi immaginare la sua espressione in quel momento, “ieri, quando mi hai detto di volermi essere solo amico... stavo impazzendo,” ammise.
“Io? Guarda che sei stato tu a chiedermi di rimanere amici!” rispose Thomas, incredulo.
“La mia era più una domanda che un'affermazione! Tu mi piaci ma non volevo allontanarti o metterti a disagio continuando a provarci con te. Ho pensato... sì, insomma, ho pensato che tu stessi al gioco solo per farmi piacere. Fino a oggi facevo fatica ad inquadrarti e quando ti ho visto con quella ragazza, Teresa...”
Thomas arrossì, sollevato di non trovarsi faccia a faccia con Newt.
«Mi piaci», lo aveva detto in un modo così naturale che quasi stentava a crederci.
“Teresa?” lo interruppe Thomas, dandosi una manata sulla fronte, “non c'è assolutamente niente tra noi due, è solo un'amica,” si giustificò, sospirando profondamente, “ti assicuro, non ho mai finto con te... Solo che, prova a metterti nei miei panni, le tue attenzioni mi hanno confuso,” ammise, grattandosi la testa.
Newt si lasciò scappare un risolino: “Ti hanno così confuso che ti sei riscoperto gay e oggi mi sei saltato addosso!” lo punzecchiò.
“Come al solito, ti stai prendendo il merito di cose assurde!” borbottò Thomas.
“Figurati! Senti, ora devo riattaccare. Sto per entrare al cinema con mia sorella. Ci sentiamo, Tommy.”
“Va bene, fai il bravo Newt...”
“Lo sai, non credo di esserne capace” rispose ironico, prima di chiudere la chiamata.

Thomas si svegliò di soprassalto a causa di un brutto incubo e, siccome non riusciva a riprendere sonno, decise di andare a correre un po'. Grazie agli allenamenti di Minho, la sua resistenza fisica stava migliorando giorno dopo giorno, ma ogni tanto sentiva il desiderio di concedersi una corsetta liberatoria al parco. Così si infilò una tuta ed un paio di scarpe da ginnastica e uscì portando con sé solo le chiavi di casa e l'ipod.
Era una domenica uggiosa e al parco non c'era anima viva. Thomas, abituato al via vai della grande metropoli dove aveva vissuto in precedenza, si meravigliò di quanto era rilassante godersi un po' di solitudine, di tanto in tanto.
Iniziò a camminare a passo spedito per fare un po' di riscaldamento, poi infilò le cuffiette e accese l'ipod, pronto a partire.
Stava correndo ormai da una ventina di minuti quando sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla. Istintivamente si voltò di scatto, spaventato, levandosi una cuffietta.
“Ehi, pivello.”
Gally era dietro di lui, la fronte aggrottata madida di sudore, un'espressione indecifrabile sul volto: proprio l'unica persona che Thomas avrebbe volentieri fatto a meno di incontrare.
Tra l'altro, a giudicare dal suo abbigliamento e dal fiato corto, anche lui si trovava al parco per lo stesso motivo di Thomas.
“Gally,” lo salutò con un cenno, sperando di chiudere lì quel discorso mai iniziato, riprendendo a correre senza voltarsi.
“Ehi, Thomas aspetta!”
Purtroppo l'altro sembrava avere tutta l'intenzione di continuare ad importunarlo.
“Che vuoi? Non ho proprio voglia di venire preso in giro anche oggi,” sibilò Thomas a denti stretti.
“Senti, so che io e te siamo partiti con il piede sbagliato e mi dispiace di averti preso in giro l'altro giorno ma... Ti assicuro che quel messaggio non l'ho scritto io,” riferì Gally, sostenendo altezzosamente il suo sguardo, “non sono così stupido da rischiare di beccarmi una denuncia ...o peggio. Tra l'altro se avessimo fatto di nuovo a botte probabilmente avrebbero sospeso entrambi e, credimi, rovinarmi la reputazione a scuola è l'ultima cosa che voglio.”
Thomas era incredulo: era un goffo tentativo di scusarsi, quello?
“Gally, non prendermi per il culo. Arrivo a scuola e tu mi accogli dandomi del finocchio e, poco dopo, mezza scuola riceve un messaggio con scritte quelle cose su di me! Secondo te sono io quello stupido, vero?” sbottò, iniziando a scaldarsi.
“Senti se non vuoi credermi fai come ti pare! Io ho solo sentito quella voce da una ragazza della mia classe, non so chi l'abbia messa in giro. Per quanto riguarda quel messaggio... faresti bene a guardarti le spalle perché di sicuro c'è qualcun altro che non ti vede di buon occhio, oltre al sottoscritto.”
Come a voler rafforzare quell'opinione Gally sputò a terra con espressione disgustata.
“Fidati, se ci avessi pensato prima... beh, avrei fatto la stessa cosa, probabilmente” aggiunse, sogghignando “ma purtroppo qualcun altro ha avuto questa fantastica idea e non vedo perché ora io dovrei prendermene il merito.”
Detto ciò superò Thomas con uno scatto e corse via, senza più degnarlo di uno sguardo.



Note dell'autrice (neanche fosse JKRowling in persona):

Amo scrivere i dialoghi di Minho (probabilmente perché rispecchia il mio lato demente).
Seriamente: è il mio personaggio preferito in questa fanfiction.
LO SO, E' UNA FANFICTION NEWTMAS E DOVREI AMARE SOLO LORO DUE MA COSA POSSO FARCI.
...
(Sì, le note dell'autrice sono finite così.
No, non sono capace di fare discorsi seri e sensati.
Pace&pbene bròs!)

 

  
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