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Autore: Haruma    13/03/2015    3 recensioni
!! IN REVISIONE !!
«Mia cara musa» cominciò, «penso sempre a quelle nostre passeggiate lungo la baia e a quando ridevi di gusto appena l'acqua ti sfiorava la pelle» si posizionò meglio ai piedi del letto.
[...]
Quel giovane aveva una voce molto pacata e intonava alla perfezione ogni parola. Dava ad ognuna il giusto spessore e questo la smuoveva tanto da farla commuovere come le succedeva quando, dopo l'arrivo del postino, si precipitava in salotto e ansiosa apriva i messaggi che le spediva il fidanzato.
«Per favore, sbarazzati di quei fogli prima che domani mattina mi venga in mente di riprenderli e perfezionare ciò che ho scritto» disse al ragazzo. «Sono solo frivolezze senza senso buttate giù a caso» concluse prima di cadere in un sonno profondo.
[AU || Everlark || Leggermente OOC]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Mrs. Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa: Ciao di nuovo! A parte il fatto che mi piace inserire le premesse -non so perché-, volevo informarvi che questo è un capito di passaggio ma comunque molto importante a parer mio poiché spiega alcune cose fondamentali per il continuo della storia.
Buona lettura. 




Capitolo I



Ah, moon of my delight that knows no wane,
the moon of heaven is rising once again
how oft hereafter rising shall she look
through this same garden after us in vain.
Omar Khayyam

CAPITOLO II
«Prim, va' a dormire!» disse Ellen esasperata mentre posava alcuni vestiti sulle grucce. 
Quel viaggio l'aveva distrutta. Guidare da Londra a Brancaster senza sosta era stato più faticoso di quanto aveva previsto e Katniss non le aveva dato nemmeno il cambio perché doveva controllare alcune dispense che le erano state consegnate dal professore d'inglese. 
«Ma devo proprio?» sbucò lei alle sue spalle lamentandosi. «Siamo appena arrivate!» 
«È tardi. Forza, va' a letto» la spinse fuori dalla stanza. 
Quando trovò un po' di pace e si distese esausta tra i cuscini, sua figlia maggiore si presentò sulla soglia della porta. 
Alzò giusto un po' la testa per poterla guardare. 
«La nonna dorme» fu informata. 
Ellen di tutta risposta mugugnò qualche parola sconnessa sbadigliando un secondo dopo. 
«Chi è quello?» continuò Katniss. 
La donna si sollevò su gomiti. «Non ne ho la più pallida idea» si rigirò tra le lenzuola ripensando all'inaspettata accoglienza ricevuta. 
«La nonna ha la tv?» fece per chiudere la porta alle sue spalle. 
«No che non ce l'ha» disse sarcastica. 
Nonostante fossero nel 1960, sua madre non aveva mai avuto intenzione di comprarne una. Diceva che non le interessavano i programmi televisivi, che preferiva la buona lettura o ascoltare qualche trasmissione radio il pomeriggio. 
Hannah era sempre stata una persona molto particolare, quasi sempre con la testa tra le nuvole e quel comportamento non le era mai piaciuto. 
I sogni, il desiderare e l'attendere invano che la vita riservasse qualcosa di meraviglioso... 
Era del parere che non fosse giusto vivere di false speranze e per quello, una volta cresciuta, andò a vivere da sola, si laureò con il massimo dei voti e poi diventò un'ottima farmacista. Tutto da sola, senza nessun aiuto dalla provvidenza divina. 
Poco dopo, Ellen si alzò in piedi e decise di raggiungere la camera della madre per controllare se tutto andasse bene; improvvisamente, il sonno era svanito. 
Percorse il pianerottolo ed entrò in quella stanza che non era cambiata di una virgola. 
Solo la libreria era più spoglia di come la ricordava. Dov'erano andati a finire i libri di poesie? 
Si girò intorno e poi notò l'anziana sonnecchiare tranquilla. 
Minuti più tardi, si ritrovò in salotto a suonare al piano la canzone che suo padre aveva composto e, successivamente, le aveva insegnato. 
«È passato tanto tempo...» la interruppe una voce rauca. 
Ellen alzò lo sguardo incontrando due occhi stanchi e di un bel color nocciola. 
«Sai che non sono potuta venire...» affermò sbrigativa tentando di non ricordare cosa fosse successo due anni prima. 
L'incidente in fabbrica di suo marito. La sua morte improvvisa. Il vuoto totale. La depressione. La tristezza delle figlie. L'indifferenza di Katniss. 
Soffriva ancora ogni giorno. 
Tutti quei piccoli episodi avevano devastato la tranquillità della sua famiglia che sapeva non sarebbe tornata mai più la stessa. 
Si massaggiò lentamente le tempie e poi raggiunse la donna seduta sulla poltrona e la baciò su una guancia. 
«Adesso sei qui ed è questo l'importante» Hannah le accarezzò i capelli biondi sorridendole lievemente ma un colpo di tosse la fece sussultare. 
«Mamma, stai bene?» le chiese preoccupata Ellen. 
«Certo, non è nulla» si diresse verso la porta aiutata dalla figlia. 
Era molto debole e camminava con non poche difficoltà. 
Una volta alla rampa delle scale, Ellen pensò che fosse arrivato il momento di avere delle spiegazioni. 
«Ci ha ricevuto un uomo davvero molto giovane...» disse con un tono vago attendendo delle risposte. 
«Oh. Peeta?» rise tra sé e sé facendo la finta tonta e cercando di sollevare di più la gamba destra; ogni giorno che passava, le dava sempre più problemi. 
«Credi che mi interessi chi sia?» la guardò di sbieco sospirando. 
«Ma no! Che vai a pensare!» continuò a ridacchiare appoggiandosi alla ringhiera in mogano lucido e porgendo il bastone -che era d'intralcio- alla figlia. 
Sapeva cosa stava attanagliando la mente di Ellen; voleva sapere altro.
In un'altra camera adiacente a quella dove stavano parlando le due, Primrose ascoltava sbadatamente la conversazione poiché non riusciva a prendere sonno.
Era troppo esaltata per poter pensare di dormire e anche contare le pecorelle che saltavano la staccionata non era servito a nulla.
«Mi aiuta sempre ed è un ottimo compagno» sentì la nonna.
Magari si riferiva al giovane che si era trovata di faccia un'ora prima e che l'aveva spaventata. Tutto sommato, sembrava gentile e per niente invadente perché aveva dato una mano a portare i bagagli e si era subito congedato senza fare domande indiscrete e ficcanaso.
«Ora dormi però» era la voce ovattata della madre. «Discuteremo meglio domani» concluse sbadigliando e chiudendo la porta.
Quando sentì la presenza di Ellen all'entrata, Prim serrò gli occhi e si strinse di più nelle coperte pregando qualunque entità esistente che non l'avesse scoperta.
Si chiedeva se anche la sorella maggiore fosse sveglia ma in realtà era crollata a letto da un pezzo perché sfinita per il viaggio e lo studio delle fotocopie d'inglese.
La mattina seguente, Katniss fu la prima ad aprire gli occhi perché disturbata dalla lieve luce del sole che filtrava dalle finestre coperte solamente da una tenda trasparente. 
Odiava qualsiasi tipo di sveglia, naturale o artificiale che fosse. 
Scese dal letto e dopo aver fatto una doccia veloce, andò in cucina per preparare qualcosa da mangiare portandosi dietro il libro di letteratura. 
Avrebbe tanto preferito sorseggiare la sua spremuta in santa pace, senza dover studiare, ma in pochi mesi sarebbe dovuta ritornare in quella vecchia università orribile, dai muri giallastri e dai gradini di legno scricchiolanti. 
Osservò il paesaggio al di fuori della porta sul retro in vetro incuriosita dal cambiamento della natura che nasceva rigogliosa e selvaggia intorno a quella villetta. 
Brancaster si trasformava a settembre. L'aria diventava più fresca e gli alberi cominciavano a colorarsi di mille sfumature diverse. 
Dato l'ultimo morso ad una fetta biscottata cosparsa di marmellata ai frutti di bosco, pulì le dita con un tovagliolo e andò a cambiarsi. 
Vicino alla porta della nonna, sua sorella stava sussurrando più volte il suo nome tentando invano di svegliarla. 
Sorrise -Prim non riusciva a non mostrare la sua impazienza- e poi ritornò in camera.




Note Note: Ed anche il secondo è postato. Che sollievo!
Spero non vi abbia annoiato...
A me è piaciuto molto scriverlo perché in qualche modo sono riuscita a far emergere qualche sfaccettatura del carattere di tutti i personaggi femminili anche se alla fine lo considero solo uno di quei capitoli di passaggio.
Eh sì, il giovane era Peeta♥ -naturalmente- e ora che ci penso è anche beato fra le donne (uhhh! Auguri in ritardissimo a tutte quante per l'otto marzo♥).
Per ora, ho deciso di farlo rimanere un po' in disparte -anche se poi tutte e tre le Everdeen sono interessate a sapere chi sia- perché mi serviva dare un senso alla situazione generale in casa Wright.
Una cosa che ho voluto stravolgere sono state le età.
Mi spiego meglio... Nel capitolo precedente, quando Peeta si ritrova di fronte a Prim le dà massimo 13 anni. Ebbene, Prim ha 12 anni e mezzo mentre Katniss 22.
Non chiedetemi perché ho deciso di fare 'sta cosa, sappiate solo che volevo una Katniss più grande -anzi, più matura- e una Prim più piccola e innocente.
Considerate anche il fatto che si trovano negli anni '60 e che quindi una ventiduenne è più "adulta" rispetto ad una di questi anni (poi ci sono le eccezioni) e che una dodicenne non si comporta come le dodicenni di ora (eccezioni anche qui). Erano altri tempi, ecco.
Bene... il rapporto tra Hannah e la figlia non è dei migliori ma nemmeno dei peggiori, si sono solo allontanate in seguito a tanti problemi come, d'altronde, è successo anche a Katniss e ad Ellen.
Alla fine, penso di aver capito quale sia lo scopo di tutta questa fanfiction ma adesso non apro la parentesi spoiler. Non è per niente opportuno farlo :D
Ringrazio dal profondo del cuore chi ha recensito e chi ha messo tra le preferite e le seguite la mia storia. 
Sono davvero contenta di questo piccolo ma immenso "successo" -sì, per me lo è. Spero continuerete a supportarmi perché -come ho già scritto la volta precedente- ne ho davvero bisogno. 
Un bacio♥
   
 
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