TROVAVIA
Ventus se lo ricordava bene quel giorno: era seduto sulla sua solita palma a fissare il liquido cristallino e trasparente dell'acqua; non un'onda, non un filo di vento. Il cielo era fisso con il color arancio...poteva aspettare lì per ore e ore, ma il tempo non cambiava, il Sole non scendeva.
Era vero, quel posto era il meglio che potesse aspettarsi, ma era altrettanto convinto che quella stasi prima o poi lo avrebbe fatto impazzire.
Aveva preso un sassolino tra le mani, raccolto sulla spiaggia qualche minuto prima, e lo aveva fatto cadere in mare, vedendo il piccolo corpo caderci dentro senza un tonfo e senza alcuna reazione; ciò lo portò al nervoso. Si alzò di scattò ed emise un grugnito esasperato, passandosi una mano tra i capelli.
Per quanto? Quanto
tempo avrebbe dovuto aspettare prima che quella tortura finisse?
Decise di isolarsi per cercare di preservare la sua identità, non voleva sparire dentro il cuore di Sora.
Era caldo, era
confortevole, era una casa.
Una casa non sua.
Una casa temporanea
che sperava di abbandonare quando sarebbe stato pronto.
Quando lo sarebbe
stato?
Si passò nuovamente una mano tra i capelli e socchiuse gli occhi, umidi di lacrime che cercava a stento di trattenere con la forza, portandosi poi una mano al petto stringendo il tessuto del suo vestito.
Riusciva a provare ancora il dolore dopotutto.
Chiuse gli occhi di colpo quando sentì una folata di vento sul viso tale da fargli finire la sabbia sugli occhi; imprecò a bassa voce stropicciandoseli con forza e poi li sgranò, lacrimanti.
Vento? Come era possibile?!
Cercò la fonte di questo fenomeno e la trovò in un punto vicino alla riva. Non ci pensò due volte e scattò in piedi, rischiando di cadere dalla palma a cui era appoggiato, e con ampie falcate a grande velocità si avvicinò alla riva, osservando quella sagoma ricoperta da una luce che piano piano si affievoliva. Ventus rimase lì ad aspettare, il cuore trepidante a mille, gli occhi sgranati nel vedere poco a poco il viso di quella che sembrava una graziosa ragazzina dai capelli corti, rossi e scuri, il viso morbido e il corpo di una ragazza che aveva appena iniziato a maturare; i suoi occhi erano di un bel blu chiaro, luminosi e limpidi. Sembrava spaesata di ritrovarsi lì e quando notò il ragazzo rimase ferma a guardarla stranita ma sopratutto curiosa, come lui del resto.
Per Ven era curioso anche il fatto che con l'arrivo di lei il tempo sembrava improvvisamente ricominciato a scorrere: onde del mare, brezza leggera e fresca, cinguettio degli uccelli ed il calore del Sole sulla pelle..tutto sembrava vero.
Il biondo fece un passo verso di lei, emozionato e indeciso se riempirla di mille domande oppure di abbracciarla per la gioia. La ragazza gli sorrise e fece anche lei un passo verso di lui.
-Ciao, come ti chiami?-
-Eh? Oh, sono Ventus. Chiamami Ven.-
-Io sono Kairi, molto piacere Ven.- sorrise la rossa stringendo le mani davanti al petto.
-Si, so bene chi sei.- rispose il ragazzo, sorridendogli quasi con dolcezza. Dal canto suo, Kairi lo guardò confuso per poi guardarsi intorno, ancora più incerta.
-Ma..questa è la mia isola! Come è possibile? Fine ad un attimo fa qui vi era il caos...sembrava che tutto questo stesso per scomparire.- spiegò ella, osservando il volto tranquillo ma dolce del ragazzo.
-Bhe, si e no.- Ven le sorrise inclinando appena il capo.- E' un'imitazione, una proiezione della tua isola dove però tutto è immobile, fermo nel tempo da quando riesco a ricordare.-
-Fermo? Ma a me non sembra per nulla fermo questo posto...- mormorò Kairi osservando le onde che bagnavano la sabbia fine della riva.
-In effetti è vero...ma solo da quando tu sei arrivata qui. Nel momento stesso in cui sei arrivata l'isola è diventata viva. - Fece una breve pausa e poi la guardò negli occhi. - Ti ringrazio, erano anni che desideravo qualcosa del genere.-
Kairi arrossì imbarazzata e si avvicinò a lui, scrutandolo bene in viso.
-Lo sai? Tu mi ricordi Sora...un mio caro amico!-
Ventus sorrise con ironia e si sedette sulla sabbia, assaporando quel momento magnifico, non sapendo quanto sarebbe durato.
-Dici davvero?-
-Si..non so dirti bene perchè.- mormorò la ragazza sedendosi a sua volta di fianco a lui.
-Kairi.- chiamò Ven dopo alcuni minuti di pausa, lo sguardo fisso sulle onde che si infrangevano sulla sabbia bianca. -Hai capito dove siamo?-
-Uhm? Mh..non benissimo, però sento una sensazione di benessere...-
Il biondo prese la sabbia tra le mani e la fece scivolare lentamente tra le dita, guardandone il movimento pigro.
-Siamo dentro il cuore di Sora.-
Kairi lo guardò inizialmente sorpresa per poi sorridere subito dopo toccandosi il petto con dita leggere.
-Ora capisco...- Sora trovava sempre un modo per proteggerla, anche inconsapevolmente.
Non parlarono per un bel po', non servivano le parole: Ventus conosceva bene la situazione esterna, la guardava attraverso il prescelto del Keyblade; aveva avvertito quella nube, quella scia di oscurità che lentamente si era insinuata fino a far scoppiare l'intera isola, facendola piombare nel buio.
Era così impotente in
quei momenti, non potè far nulla per poterlo mettere
in guardia.
Sora deve aver protetto istintivamente il cuore di Kairi facendolo rifugiare dentro di lui fino al momento in cui verrà liberato...proprio come Ventus.
Il ragazzo sorrise a quei pensieri, rimanendo in silenzio.
-E tu?-
-Mh?-
-Tu come sei arrivato qui? Da quanto tempo?-
-Oh.- Ven riflettè su quella domanda -Tu quanti anni hai?-
-Quattordici, proprio come Sora.-
il ragazzo sgranò appena gli occhi sorridendo poi amareggiato.
-Sono dieci anni che sono qui dentro...-
-Dieci?! Ma come è possibile! Come è accaduto?!-
-E' successa una cosa proprio come a te: Sora ha salvato il mio cuore ferito e mi ha tenuto dentro di lui fino ad ora.-
-Diedi anni...- mormorò Kairi interdetta e con il volto dispiaciuto. - Sono un'infinità di tempo...mi dispiace Ventus.-
-Eh? Ah, non preoccuparti! Sora mi ha salvato la vita, gli sono davvero grato per questo; quando vagavo nell'oscurità ho trovato lui che mi ha aperto il suo cuore e dato un posto sicuro..probabilmente lui non ha nessun ricordo di quel momento mentre io...beh, io non faccio che pensarci poichè è stata l'ultima cosa che ho vissuto.-
Kairi si guardò la punta dei
piedi, assorta nei suoi pensieri; spostò appena lo sguardo verso i pantaloni di lui e notò un oggetto che brillava alla luce
calda del Sole. Aveva una forma
familiare...
-Cos'è quello?-
-Cosa?- chiese Ven, stupito.
-Quella cosa che hai in tasca.-
-Ah!- il biondo sorrise raggiante mettendo una mano nella tasca e sfilando il suo Trovavia di colore verde smeraldo, perfettamente intatto. -Me lo ha regalato la mia migliore amica. Ne fece tre uguali: uno a me, una a lei e uno al nostro amico. Il trio che non si sarebbe mai separato. Questo monile era il simbolo del nostro legame, per non dimenticarsi mai l'uno dell'altra.- mormorò quelle parole con un viso dolce, gli occhi socchiusi e brillanti. Aveva una voglia matta di poter riabbracciare la sua famiglia, sarebbe stato possibile?
-Trovavia..- ripetè Kairi sorridendo, sfiorando con le dita la superficie vitrea. Prese anch'ella un oggetto dalla tasca e glielo mostrò.
-Questo l'ho fatto io stessa. L'ho fatto con le conchiglie Thalassa, serviva per portarci fortuna nel nostro viaggio con la zattera..- mormorò la ragazza con una nota di malinconia nel realizzare che il loro viaggio non sarebbe più avvenuto.
-E' davvero simile al mio!- commentò il ragazzo osservandolo sorpreso per poi sorridere. -E' incompleto però! Che ne dici se lo finiamo insieme?-
-Certo!-sorrise la ragazza, radiosa.
Da quel giorno, per un tempo indefinibile Kairi rimase su quella spiaggia con Ventus rendendogli il soggiorno meno doloroso e sopratutto meno solitario; al biondo era mancato tantissimo quel contatto umano, ridere e giocare come un tempo. Avevano finito il portafortuna di Kairi con grande soddisfazione e fatto lunghe chiacchierate lungo la spiaggia o dentro la capanna, guardando sempre il tramonto e l'alba.
Un giorno però Ventus fu costretto ad allontanarsi, come succedeva spesso, da quell'isola per poter tornare attivo dentro il cuore di Sora; quando tornò nuovamente, non sapeva mai quanto davvero ci metteva, osservò il posto e capì all'istante. No un rumore, no un movimento. Solo silenzio.
Kairi non c'era più.
Era tornata fuori, nel
suo mondo.
Lui era ancora lì
dentro, in quello di Sora.
Ancora una volta solo.
-Potevi almeno avvisare...eh Kairi?- mormorò Ventus tra sè e sè, lo sguardo intriso da una profonda tristezza.
Da allora quanto tempo
era passato?
-Angolo autore-
Ed eccomi nuovamente qui!
Cavolo ogni volta che scrivo di Ventus
e lo immagino in quelle condizioni...provo un dolore
atroce nel petto! Piccolo mio, ti darò il tuo lieto
fine ;-; ( fissata on OUAT, si vede?)
Comunque spero che la ff sia
di vostro gradimento
un saluto a tutti coloro che la leggeranno
<3
un bacione!
Trisha_Elric